Padre Nostro
2018
nuoveCanzoni
PADRE NOSTRO è una preghiera laica, scoppiata come una tempesta in mare, un grido lacerante e necessario, quando gli occhi vedono quello che non vogliono guardare, e si cerca una ragione in una logica inesistente, e per poter sopravvivere si cercano forza e ricchezza nel dolore del nostro tempo, in attesa di un rinascimento.
nuoveCanzoni
PADRE NOSTRO è una preghiera laica, scoppiata come una tempesta in mare, un grido lacerante e necessario, quando gli occhi vedono quello che non vogliono guardare, e si cerca una ragione in una logica inesistente, e per poter sopravvivere si cercano forza e ricchezza nel dolore del nostro tempo, in attesa di un rinascimento.
Dio della tempesta dio delle barche rotte
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2018/6/9 - 22:27
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Mr. Weinstein Will See You Now
(2017)
Amanda Palmer & Jasmine Power
Il monologo di una donna invitata nell'ufficio di un uomo potente, come il produttore Harvey Weinstein citato nel titolo, recentemente accusato di molestie e aggressioni sessuali da numerose attrici e personalità femminili dell'industria cinematografica.
Leggi Why Amanda Palmer Wrote A Song Called "Mr. Weinstein Will See You Now"
Amanda Palmer & Jasmine Power
Il monologo di una donna invitata nell'ufficio di un uomo potente, come il produttore Harvey Weinstein citato nel titolo, recentemente accusato di molestie e aggressioni sessuali da numerose attrici e personalità femminili dell'industria cinematografica.
Leggi Why Amanda Palmer Wrote A Song Called "Mr. Weinstein Will See You Now"
Your seven hundredth bedroom
(Continues)
(Continues)
2018/6/9 - 18:13
Song Itineraries:
Violence on Women: just like and worse than war
Il carrarmato disarmato
[1973]
Scritta da Rosalino Cellamare e Gianfranco Baldazzi
Nell’album “Dal nostro livello”
Forse appena un po’ meglio di I bambini neri non san di liquerizia...
Il secondo album di Ron, "Dal nostro livello", è composto da canzoni che musicano dei temi di bambini delle elementari, adattati da Gianfranco Baldazzi alla metrica dei brani.
L'ingenuità suprema di canzoni come questa o come "I bambini neri non san di liquirizia" sarebbe imperdonabile se fosse il prodotto di una mente adulta ma secondo me è invece affascinante come approfondimento di quello che c'è nella testa di un bambino, anzi di un bambino di cinquant'anni fa.
Consiglio l'ascolto, dallo stesso album, di "Il mio papà ed io" e "La grande città industriale"
Scritta da Rosalino Cellamare e Gianfranco Baldazzi
Nell’album “Dal nostro livello”
Forse appena un po’ meglio di I bambini neri non san di liquerizia...
Il secondo album di Ron, "Dal nostro livello", è composto da canzoni che musicano dei temi di bambini delle elementari, adattati da Gianfranco Baldazzi alla metrica dei brani.
L'ingenuità suprema di canzoni come questa o come "I bambini neri non san di liquirizia" sarebbe imperdonabile se fosse il prodotto di una mente adulta ma secondo me è invece affascinante come approfondimento di quello che c'è nella testa di un bambino, anzi di un bambino di cinquant'anni fa.
Consiglio l'ascolto, dallo stesso album, di "Il mio papà ed io" e "La grande città industriale"
Per mare e per terra
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/8 - 13:35
I bambini neri non san di liquerizia
[1973]
Scritta da Rosalino Cellamare e Gianfranco Baldazzi
Nell’album “Dal nostro livello”
Non so se musicalmente sia una ciofeca, certo che il testo è da “Bollino Bleah!”… Minchia, neanche allo Zucchino d’Oro!
Scritta da Rosalino Cellamare e Gianfranco Baldazzi
Nell’album “Dal nostro livello”
Non so se musicalmente sia una ciofeca, certo che il testo è da “Bollino Bleah!”… Minchia, neanche allo Zucchino d’Oro!
I bimbi neri no, non san di liquirizia,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/8 - 13:27
Song Itineraries:
The other side of AWS: AntiWar Shit
Blues para Emmett
[1971]
Parole di Vinícius de Moraes
Musica di Toquinho
Nell’album “Toquinho e Vinicius”
Una canzone dedicata all’orribile assassinio di Emmett Till, Money, Mississippi, 1955...
Parole di Vinícius de Moraes
Musica di Toquinho
Nell’album “Toquinho e Vinicius”
Una canzone dedicata all’orribile assassinio di Emmett Till, Money, Mississippi, 1955...
Os assassinos de Emmett
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/8 - 11:27
Song Itineraries:
Racism and Slavery in the USA
Brothers
2018
Rifles and rosary beads
Non si può certo dire che Mary Gauthier sia un’artista particolarmente prolifica. E nemmeno troppo precoce, visto che ha pubblicato il suo primo disco quando era già trentacinquenne. Sono passati più di dodici anni dal bellissimo Mercy Now che la rivelò ad un pubblico più vasto e più di sette dall’ultimo album in studio, The Foundling. Tutti indizi che rivelano come le sue opere vengano più dall’anima che dal “mestiere”. E questo vale ancora di più per questo ultimo disco.
Mary Gauthier commenta l’America in guerra
Da quando gli Stati Uniti si sono assunti il ruolo di “gendarmi del mondo” quello dei reduci, dei war veterans, è sempre stato uno dei nervi scoperti della società americana. Negli ultimi vent’anni gli interventi in Kuwait, Afghanistan e Iraq non hanno certo migliorato la situazione, fino a far addirittura rivivere i fantasmi del Vietnam. In questo... (Continues)
Rifles and rosary beads
Non si può certo dire che Mary Gauthier sia un’artista particolarmente prolifica. E nemmeno troppo precoce, visto che ha pubblicato il suo primo disco quando era già trentacinquenne. Sono passati più di dodici anni dal bellissimo Mercy Now che la rivelò ad un pubblico più vasto e più di sette dall’ultimo album in studio, The Foundling. Tutti indizi che rivelano come le sue opere vengano più dall’anima che dal “mestiere”. E questo vale ancora di più per questo ultimo disco.
Mary Gauthier commenta l’America in guerra
Da quando gli Stati Uniti si sono assunti il ruolo di “gendarmi del mondo” quello dei reduci, dei war veterans, è sempre stato uno dei nervi scoperti della società americana. Negli ultimi vent’anni gli interventi in Kuwait, Afghanistan e Iraq non hanno certo migliorato la situazione, fino a far addirittura rivivere i fantasmi del Vietnam. In questo... (Continues)
War ripped my baby from my breast
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2018/6/8 - 11:15
A terra prometida
Poder dormir
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/8 - 11:15
Song Itineraries:
Anti War Love Songs
A Bíblia
[197?]
Parole di Vinicius de Moraes
Musica di Toquinho
Non trovo il brano nelle discografie dei due autori, soltanto in quella del Trio Mocotó, nell’album “De TM A JB” (1972)
Parole di Vinicius de Moraes
Musica di Toquinho
Non trovo il brano nelle discografie dei due autori, soltanto in quella del Trio Mocotó, nell’album “De TM A JB” (1972)
A Bíblia já dizia
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/8 - 11:02
Autoportret Witkacego
[1980]
Parole di Jacek Kaczmarski
Musica di Przemysław Gintrowski
Dalla cassetta "Muzeum 1"
Il testo da kaczmarski.art.pl
Brano dedicato alla memoria di Stanisław Ignacy Witkiewicz detto Witkacy.
Parole di Jacek Kaczmarski
Musica di Przemysław Gintrowski
Dalla cassetta "Muzeum 1"
Il testo da kaczmarski.art.pl
Brano dedicato alla memoria di Stanisław Ignacy Witkiewicz detto Witkacy.
Patrzę na świat z nawyku
(Continues)
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2018/6/7 - 23:07
Enzo Jannacci: Parlare con i limoni
[1987]
Scritta da Enzo Jannacci con Mark Harris e Riccardo Piferi
La canzone che dà il titolo all'album del 1987
"Il tempo dei limoni" è una canzone scritta da Luigi Tenco e Mogol, pubblicata l'anno seguente la tragica morte del cantautore, e "Parlare con i limoni" è dedicata da Jannacci proprio a Tenco ("al mio amico Tenco non gli han fatto vedere neanche i limoni"), a Giorgio Gaber ("al mio amico Gaber non gli han mai perdonato di aver fatto canzoni") e a se stesso ("quanta fatica per farsi accettare con le canzoni, una vita intera per rincorrere due o tre illusioni")...
Scritta da Enzo Jannacci con Mark Harris e Riccardo Piferi
La canzone che dà il titolo all'album del 1987
"Il tempo dei limoni" è una canzone scritta da Luigi Tenco e Mogol, pubblicata l'anno seguente la tragica morte del cantautore, e "Parlare con i limoni" è dedicata da Jannacci proprio a Tenco ("al mio amico Tenco non gli han fatto vedere neanche i limoni"), a Giorgio Gaber ("al mio amico Gaber non gli han mai perdonato di aver fatto canzoni") e a se stesso ("quanta fatica per farsi accettare con le canzoni, una vita intera per rincorrere due o tre illusioni")...
Io, io e te, che guardi le mie rughe
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/7 - 21:57
Song Itineraries:
Anti War Love Songs
Pregare per il mondo
1995
Mondo
Mondo
Pregare, pregare per il mondo
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2018/6/7 - 21:55
Mohamed
Adattamento di Alessio Lega di una canzone di Dario Muci
Questa canzone mi viene da Dario Muci, che considero la più bella voce (non un cantante, ma un uomo che canta) non solo del Salento. Gliel’ho sentita fare una volta, e da allora la melodia e il tema mi hanno ossessionato. Non ricordando il suo, ho scritto un mio testo che dice più o meno le stesse cose in italiano (il suo è in leccese).
L’ho fatta qualche volta nei concerti e ho visto che commuoveva il pubblico quanto me, che mi si spezza la voce ogni volta.
Oggi non riesco più a tenerla per me, e la rendo pubblica qui. È un atto d’amore per i nostri fratelli stranieri oggi in pericolo, come ieri i nostri padri. È un atto di stima per Dario. È un atto di memoria per noi che l’abbiamo persa. Spero sia un atto di speranza per tutti.
Questa canzone mi viene da Dario Muci, che considero la più bella voce (non un cantante, ma un uomo che canta) non solo del Salento. Gliel’ho sentita fare una volta, e da allora la melodia e il tema mi hanno ossessionato. Non ricordando il suo, ho scritto un mio testo che dice più o meno le stesse cose in italiano (il suo è in leccese).
L’ho fatta qualche volta nei concerti e ho visto che commuoveva il pubblico quanto me, che mi si spezza la voce ogni volta.
Oggi non riesco più a tenerla per me, e la rendo pubblica qui. È un atto d’amore per i nostri fratelli stranieri oggi in pericolo, come ieri i nostri padri. È un atto di stima per Dario. È un atto di memoria per noi che l’abbiamo persa. Spero sia un atto di speranza per tutti.
Così cacciati da queste parti
(Continues)
(Continues)
2018/6/7 - 19:33
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Gipo Farassino: La mia gente
[1977]
Parole di Gipo Farassino
Musica di Giorgio Conte
Nell’album “Per la mia gente”
Una canzone che – da türinéis - propongo come Extra, e non perchè abbia un sentore para-leghista, anzi, mi pare proprio il contrario… D’altra parte, anche Farassino fu un leghista molto sui generis...
Parole di Gipo Farassino
Musica di Giorgio Conte
Nell’album “Per la mia gente”
Una canzone che – da türinéis - propongo come Extra, e non perchè abbia un sentore para-leghista, anzi, mi pare proprio il contrario… D’altra parte, anche Farassino fu un leghista molto sui generis...
La mia gente
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/7 - 13:47
70 persone
[1968]
Parole e musica di Enzo Jannacci
Nell’album “Vengo anch'io? No, tu no!”
Con l’accompagnamento dell’orchestra di Luis Enriquez Bacalov
Testo trovato su LyricsWikia
Parole e musica di Enzo Jannacci
Nell’album “Vengo anch'io? No, tu no!”
Con l’accompagnamento dell’orchestra di Luis Enriquez Bacalov
Testo trovato su LyricsWikia
Ho visto un mare di gente
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/7 - 13:23
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
O desespero da piedade
[1969]
Parole e musica di Vinicius de Moraes
Nell’album “Em Portugal”, registrato dal vivo a Lisbona
Sulle prime ero incerto se contribuire questa splendida preghiera laica come Extra, ma alcuni suoi passaggi – sui poveri, sugli sfruttati, sulle donne,... – mi hanno convinto a proporla come CCG/AWS Docg… La versione di Enzo Jannacci – incisa addirittura prima di quella del Maestro – mi ha convinto definitivamente della bontà della mia decisione...
Parole e musica di Vinicius de Moraes
Nell’album “Em Portugal”, registrato dal vivo a Lisbona
Sulle prime ero incerto se contribuire questa splendida preghiera laica come Extra, ma alcuni suoi passaggi – sui poveri, sugli sfruttati, sulle donne,... – mi hanno convinto a proporla come CCG/AWS Docg… La versione di Enzo Jannacci – incisa addirittura prima di quella del Maestro – mi ha convinto definitivamente della bontà della mia decisione...
Meu senhor, tende piedade dos que andam de bonde
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/7 - 12:51
Maria, me porten via
[1970]
Parole e musica di Enzo Jannacci
La traccia che apre La mia gente, album del 1970.
Testo trovato su Wikitesti
“… Gli amori di Jannacci, sbocciati fra i pendolari che fanno la spola tra la periferia milanese e le fabbriche del miracolo economico, hanno tutti un triste epilogo; o se l’hanno lieto, nessuno se ne accorge, perché i «poveri cristi» fanno parte della moltitudine anonima descritta in La mia gente (1970): «La mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge»; personaggi che «li han lasciati accoppare dietro a una ciminiera». Evidente in questa canzone, e peraltro dichiarato, è il debito che Jannacci contrae con Jacques Brel...”
(dal Dizionario Biografico degli Italiani, di Stefano Pivato, Treccani, 2017)
Parole e musica di Enzo Jannacci
La traccia che apre La mia gente, album del 1970.
Testo trovato su Wikitesti
“… Gli amori di Jannacci, sbocciati fra i pendolari che fanno la spola tra la periferia milanese e le fabbriche del miracolo economico, hanno tutti un triste epilogo; o se l’hanno lieto, nessuno se ne accorge, perché i «poveri cristi» fanno parte della moltitudine anonima descritta in La mia gente (1970): «La mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge»; personaggi che «li han lasciati accoppare dietro a una ciminiera». Evidente in questa canzone, e peraltro dichiarato, è il debito che Jannacci contrae con Jacques Brel...”
(dal Dizionario Biografico degli Italiani, di Stefano Pivato, Treccani, 2017)
Maria, me porten via, ma tì dill minga ai fioeu
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/7 - 11:43
Song Itineraries:
From World Jails
La mia gente
[1970]
Parole e musica di Enzo Jannacci
La traccia che dà il titolo all’album del 1970
Testo trovato su LyricsWikia
“… Gli amori di Jannacci, sbocciati fra i pendolari che fanno la spola tra la periferia milanese e le fabbriche del miracolo economico, hanno tutti un triste epilogo; o se l’hanno lieto, nessuno se ne accorge, perché i «poveri cristi» fanno parte della moltitudine anonima descritta in La mia gente (1970): «La mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge»; personaggi che «li han lasciati accoppare dietro a una ciminiera». Evidente in questa canzone, e peraltro dichiarato, è il debito che Jannacci contrae con Jacques Brel...”
(dal Dizionario Biografico degli Italiani, di Stefano Pivato, Treccani, 2017)
Parole e musica di Enzo Jannacci
La traccia che dà il titolo all’album del 1970
Testo trovato su LyricsWikia
“… Gli amori di Jannacci, sbocciati fra i pendolari che fanno la spola tra la periferia milanese e le fabbriche del miracolo economico, hanno tutti un triste epilogo; o se l’hanno lieto, nessuno se ne accorge, perché i «poveri cristi» fanno parte della moltitudine anonima descritta in La mia gente (1970): «La mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge»; personaggi che «li han lasciati accoppare dietro a una ciminiera». Evidente in questa canzone, e peraltro dichiarato, è il debito che Jannacci contrae con Jacques Brel...”
(dal Dizionario Biografico degli Italiani, di Stefano Pivato, Treccani, 2017)
La mia gente,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/7 - 11:27
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Wojna
Testo e musica: Jacek Kaczmarski
Lyrics and music: Jacek Kaczmarski
Tekst i muzyka: Jacek Kaczmarski
Da "Suplement" [2006]
(Album supplementare a Syn Marnotrawny, l'"opera omnia" di J.K.)
cd5: Rarytasy i niespodzianki
Lyrics and music: Jacek Kaczmarski
Tekst i muzyka: Jacek Kaczmarski
Da "Suplement" [2006]
(Album supplementare a Syn Marnotrawny, l'"opera omnia" di J.K.)
cd5: Rarytasy i niespodzianki
Żyję w poszyciu starych drzew
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2018/6/7 - 00:10
Sta terra nun fa pi mia
[1928]
Parole e musica di Rosina Gioiosa Trubia, voce soprano, cantante ed autrice emigrata negli USA dalla Sicilia.
Con accompagnamento d’orchestra.
Questa sua canzone – solo 3 in tutto quelle sue note – fu pubblicata dall’americana Brunswick Records, negli USA, in Canada, Argentina e Italia.
Trovo il brano in “Cartoline dal Little Italy vol. 2”, raccolta del Fonografo Italiano, Serie IV, Vol. 2, pubblicata dalla Fonit Cetra nel 1978, curata da Ugo Gregoretti
Testo trovato su sito del Musée canadien de l’histoire
Parole e musica di Rosina Gioiosa Trubia, voce soprano, cantante ed autrice emigrata negli USA dalla Sicilia.
Con accompagnamento d’orchestra.
Questa sua canzone – solo 3 in tutto quelle sue note – fu pubblicata dall’americana Brunswick Records, negli USA, in Canada, Argentina e Italia.
Trovo il brano in “Cartoline dal Little Italy vol. 2”, raccolta del Fonografo Italiano, Serie IV, Vol. 2, pubblicata dalla Fonit Cetra nel 1978, curata da Ugo Gregoretti
Testo trovato su sito del Musée canadien de l’histoire
Cu dici ca l’America
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/6 - 15:39
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Sciùur padrón cun la bùrsa dedré
Anonymous
Canto di filanda lombardo che ha più di un’assonanza con Sciur padrun da li beli braghi bianchi
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
[PARL.: E la cantàvem quàant i me dàven mai i danée: pasàa i dées, pasàa i vündes, pasàa i dùdes, a muménti l’éva sià ‘l quìndes del mées éven gnamò de pagòm. Alùra cüràvem quàant el vegnéva’l padrón in filònda, cunt ul diretùur, i nàven in sö e in giö e i discuréven di sö ròp e nögn la cuminciava vüna:]
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/6 - 14:27
Passégian per la sala
Anonymous
Canto di filanda dalla provincia di Lecco, raccolto da Oliviero Biella, chitarrista, compositore e musicologo.
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
Il canto parla dello stretto controllo cui erano sottoposte le giovani operaie sfruttate in filanda. Padrone ed assistenti stavano sempre loro addosso e appena la produzione calava un poco, ecco che fioccavano le trattenute sulla già povera paga… I bachi da seta, una volta puliti e selezionati, venivano portati alle filande dove venivano pesati per determinare il compenso da dare alle lavoratrici… Naturalmente le operaie non avevano nessuna voce in capitolo sulla pesatura, per cui venivano facilmente ingannate...
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
Il canto parla dello stretto controllo cui erano sottoposte le giovani operaie sfruttate in filanda. Padrone ed assistenti stavano sempre loro addosso e appena la produzione calava un poco, ecco che fioccavano le trattenute sulla già povera paga… I bachi da seta, una volta puliti e selezionati, venivano portati alle filande dove venivano pesati per determinare il compenso da dare alle lavoratrici… Naturalmente le operaie non avevano nessuna voce in capitolo sulla pesatura, per cui venivano facilmente ingannate...
Passégian per la sala
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/6 - 13:04
O che canatòri l'è mai quest!
Anonymous
Canto di filanda raccolto a Seregno (Monza e Brianza) da M. A. Spreafico
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
O che canatòri l'è mai quest!
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/6 - 12:48
Yaşamaya dair
[1947-48]
Versi di Nâzım Hikmet
Musica di Hümeyra Akbay, attrice, cantante, compositrice e liricista, nel suo disco del 1984 intitolato “Benim Ṣarkılarım”
Più recentemente messi in musica da Fazıl Say nel suo “Nazım Oratoryosu” del 2001, dove la poesia è interpretata dall’attore Genco Erkal.
Testo trovato su Siir.gen.tr
Versi di Nâzım Hikmet
Musica di Hümeyra Akbay, attrice, cantante, compositrice e liricista, nel suo disco del 1984 intitolato “Benim Ṣarkılarım”
Più recentemente messi in musica da Fazıl Say nel suo “Nazım Oratoryosu” del 2001, dove la poesia è interpretata dall’attore Genco Erkal.
Testo trovato su Siir.gen.tr
I
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/6 - 11:50
Song Itineraries:
From World Jails
Why Black Man Dey Suffer
[1971]
Parole e musica di Fela Anikulapo Kuti (1938-1997)
Con l'orchestra Afrika 70 e Peter Edward "Ginger" Baker, celeberrimo batterista e percussionista inglese, membro fondatore dei Cream
La traccia che occupa tutto il lato A ed intitola un LP del 1971.
Testo trovato su Genius
Parole e musica di Fela Anikulapo Kuti (1938-1997)
Con l'orchestra Afrika 70 e Peter Edward "Ginger" Baker, celeberrimo batterista e percussionista inglese, membro fondatore dei Cream
La traccia che occupa tutto il lato A ed intitola un LP del 1971.
Testo trovato su Genius
This rhythm is called Kanginni Koko
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/6 - 09:05
Yatar Bursa kalesinde
[1947]
Versi di Nâzım Hikmet
Musica di Fazıl Say nel suo “Nazım Oratoryosu” del 2001, dove la poesia è interpretata dall’attore Genco Erkal.
Testo trovato qui
Nazım Oratoryosu
Nâzım Hikmet in prigione a Bursa
Versi di Nâzım Hikmet
Musica di Fazıl Say nel suo “Nazım Oratoryosu” del 2001, dove la poesia è interpretata dall’attore Genco Erkal.
Testo trovato qui
Nazım Oratoryosu
Nâzım Hikmet in prigione a Bursa
Sevdalınız komünisttir,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/6 - 08:29
Song Itineraries:
From World Jails
Colonial Mentality
[1977]
Parole e musica di Fela Anikulapo Kuti (1938-1997)
Con l'orchestra Afrika 70
La traccia che occupa tutto il lato B dell'LP Sorrow, Tears & Blood
Parole e musica di Fela Anikulapo Kuti (1938-1997)
Con l'orchestra Afrika 70
La traccia che occupa tutto il lato B dell'LP Sorrow, Tears & Blood
Colo-mentality
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/5 - 22:59
Nove Maggio
[1965]
Parole e musica di Ivan Della Mea
Nell’EP che si apre con “La mia vita ormai”, 1965
Accompagnamento di Gianni Zilioli e Paolo Ciarchi
Testo trovato su Il Deposito
Il 9 maggio del 1965 si tenne a Milano la commemorazione nazionale unitaria dei vent'anni della Resistenza...
Parole e musica di Ivan Della Mea
Nell’EP che si apre con “La mia vita ormai”, 1965
Accompagnamento di Gianni Zilioli e Paolo Ciarchi
Testo trovato su Il Deposito
Il 9 maggio del 1965 si tenne a Milano la commemorazione nazionale unitaria dei vent'anni della Resistenza...
E nei giorni della lotta
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/5 - 14:39
Poesia per la Palestina
L’amore per la giustizia
(Continues)
(Continues)
Contributed by Ranjan Giacomo Spinadin 2018/6/5 - 14:18
Song Itineraries:
The Palestinian Holocaust
Ciappa la rocca e 'l fus
Anonymous
Di origine brianzola, questa canzone sull'emigrazione è diffusissima in tutta la Lombardia e cantata ancora oggi. Specie la prima strofa entra spesso a far parte dei vari "risotti” d'osteria. Questa versione di due strofe è riportata in “Canti dell'emigrazione” (1976), curato da Anton Virgilio Savona e Michele L. Straniero.
Il problema dell'emigrazione verso un paese tanto lontano e ignoto come la California è qui affrontato scherzosamente, ma la seconda strofa indica chiaramente che i contadini pensavano sl all'emigrazione come ad una necessità, ma la consideravano un episodio temporaneo: - tornarèmm con rocca e fusa, cioè torneremo a casa, alla nostra vita di sempre. E questo un motivo comune a molti canti di emigrati di tutte le regioni italiane. Sappiamo purtroppo che per molti non fu cosí: quello che trovarono nei paesi d'oltre Oceano fu spesso solo un lavoro appena sufficiente a sopravvivere.... (Continues)
Il problema dell'emigrazione verso un paese tanto lontano e ignoto come la California è qui affrontato scherzosamente, ma la seconda strofa indica chiaramente che i contadini pensavano sl all'emigrazione come ad una necessità, ma la consideravano un episodio temporaneo: - tornarèmm con rocca e fusa, cioè torneremo a casa, alla nostra vita di sempre. E questo un motivo comune a molti canti di emigrati di tutte le regioni italiane. Sappiamo purtroppo che per molti non fu cosí: quello che trovarono nei paesi d'oltre Oceano fu spesso solo un lavoro appena sufficiente a sopravvivere.... (Continues)
Ciappa la rocca e 'l fus
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/5 - 10:57
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Quaranta ghei d'inverno
Anonymous
E anche questa una canzone di protesta dei contadini dell'Alto Milanese risalente agli anni 1885-1889. Le agitazioni dei braccianti agricoli, iniziatesi nel Mantovano al grido de "la boje", si erano estese presto a tutta la Lombardia, poiché la situazione economica dei lavoratori della terra era in quegli anni ovunque insostenibile. E’ di quel periodo infatti il grande esodo verso le Americhe dei contadini del Nord, come testimoniano anche gli ultimi due versi di questa canzone. Il termine "pendizzi" è stato tradotto da vari raccoglitori con "debiti" che in effetti è una delle accezioni del vocabolo lombardo. Nel contesto della canzone però ci sembra piú giusto attribuirgli il significato di "appendici", cioè appendice dei contratti agrari. Citiamo ancora dal classico Cherubini (v.): "Quei regali, consistenti per lo piú in lino, pollami, uova, selvaggiumi o simili, che il conduttore di beni... (Continues)
B.B. 2018/6/5 - 10:28
E ven quel més
Anonymous
Un brano raccolto ad Arluno, nell’Alto Milanese, e inciso dal Nuovo Canzoniere Milanese nell’LP “Il bosco degli alberi : Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, a cura di Gianni Bosio e Francesco Coggiola, I Dischi del Sole, 1971.
Testo trovato nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
Testo trovato nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
Végna quel més
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/5 - 09:59
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Celtica Patchanka
Una classica drinking song con molto irish humor e una struttura che è anch’essa tipica: un ritornello non-sense e la ripetizione degli ultimi due versi cantati precedentemente dal solista.
THE JUG OF PUNCH
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2018/6/5 - 09:45
Cadorna
Anonymous
La terza versione, con il titolo “L’inno dei socialisti”, si trova nell’LP “Il bosco degli alberi : Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, a cura di Gianni Bosio e Francesco Coggiola, I Dischi del Sole, 1971.
Nelle note al disco si spiega che la canzone viene riportata in “Caporetto: perché?”, un volume scritto dal generale Luigi Capello, uno dei protagonisti della guerra. Si spiega che i Carabinieri Regi udirono cantare il brano nel dicembre del 1917 in un’osteria di Montechiarugolo, Parma, da militari del 65° fanteria. Il testo fu poi sequestrato in seguito a perquisizione nella casa di certe sorelle Marchetti, ex operaie in un’officina proiettili di Reggio Emilia, che ne distribuivano i fogli a borghesi e militari, insegnando canzoni disfattiste. Le sorelle Marchetti asserirono che la canzone fu loro insegnata da tal Viganò Enrico, soldato di un reparto lanciafiamme.
Nelle note al disco si spiega che la canzone viene riportata in “Caporetto: perché?”, un volume scritto dal generale Luigi Capello, uno dei protagonisti della guerra. Si spiega che i Carabinieri Regi udirono cantare il brano nel dicembre del 1917 in un’osteria di Montechiarugolo, Parma, da militari del 65° fanteria. Il testo fu poi sequestrato in seguito a perquisizione nella casa di certe sorelle Marchetti, ex operaie in un’officina proiettili di Reggio Emilia, che ne distribuivano i fogli a borghesi e militari, insegnando canzoni disfattiste. Le sorelle Marchetti asserirono che la canzone fu loro insegnata da tal Viganò Enrico, soldato di un reparto lanciafiamme.
B.B. 2018/6/5 - 09:19
O scior padrón, i cavalée van male
Anonymous
[1885-89?]
Canzone di protesta dei coltivatori di bachi da seta (cavalée in lombardo) della Brianza. Sembra sia nata durante il periodo delle agitazioni contadine nell'Alto Milanese (1885-1889).
Un brano inciso dal Nuovo Canzoniere Milanese nell’LP “Il bosco degli alberi : Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, a cura di Gianni Bosio e Francesco Coggiola, I Dischi del Sole, 1971.
Testo trovato nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
Canzone di protesta dei coltivatori di bachi da seta (cavalée in lombardo) della Brianza. Sembra sia nata durante il periodo delle agitazioni contadine nell'Alto Milanese (1885-1889).
Un brano inciso dal Nuovo Canzoniere Milanese nell’LP “Il bosco degli alberi : Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, a cura di Gianni Bosio e Francesco Coggiola, I Dischi del Sole, 1971.
Testo trovato nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
O scior padrón, i cavalée van male,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/5 - 08:57
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Powrót
Vorrei autodenunciarmi per un doppione di questa canzone del trio Kaczmarski Łapiński Gintrowski, però ci terrei per includere in questa pagina il video dell'esecuzione del 1981 per commemorare il pianista Zbigniew Łapiński, recentemente scomparso.
Grazie
Grazie
abbiamo tolto il doppione e riportato il commento sulla pagina più antica
Krzysztof Wrona 2018/6/4 - 22:18
C'amma Ritruvà
Capitan Capitone E I Fratelli Della Costa
Andrea Tartaglia: Daniele ha chiesto di scrivere un brano nel quale tutta la gente che la sera sta fuori al Bar di Peppe viva improvvisamente catapultata in mezzo alla guerra. Io ho immaginato questa storia come se fossimo noi gli emigrati in Africa in mezzo ad uno dei tanti conflitti che la dilaniano. In studio abbiamo coinvolto Laye Ba, un ragazzo senegalese, al quale Daniele ha chiesto di dire semplicemente qualcosa al microfono.
blogfoolk
Andrea Tartaglia: Daniele ha chiesto di scrivere un brano nel quale tutta la gente che la sera sta fuori al Bar di Peppe viva improvvisamente catapultata in mezzo alla guerra. Io ho immaginato questa storia come se fossimo noi gli emigrati in Africa in mezzo ad uno dei tanti conflitti che la dilaniano. In studio abbiamo coinvolto Laye Ba, un ragazzo senegalese, al quale Daniele ha chiesto di dire semplicemente qualcosa al microfono.
blogfoolk
Catapultati qui
(Continues)
(Continues)
Contributed by Lorenzo + Dq82 2018/6/4 - 18:32
Arauco tiene una pena (Levántate, Huenchullán)
Salve a tutti! Io personalmente non sono un cantante o un musicista, né conosco il linguaggio musicale, peró ho voluto cimentarmi nel creare una versione cantabile di questo affascinante brano, ispirandomi anche alla traduzione fatta da Maria Cristina. Ho cercato di mantenere il senso originale, utilizzando sinonimi o cambiando l'ordine delle frasi in modo che rientrassero nella melodia. Mi piacerebbe molto poterlo condividere con voi, se posso.
Quando vuoi, ogni contributo è il benvenuto
CCG/AWS Staff
CCG/AWS Staff
Daniele 2018/6/4 - 14:01
Arrested in Shanghai
[2003]
Scritta da Tim Armstrong
Nell’album “Indestructible”
Son passati ormai 29 anni e ancora nemmeno sappiamo quanti ne ammazzarono…
Scritta da Tim Armstrong
Nell’album “Indestructible”
Son passati ormai 29 anni e ancora nemmeno sappiamo quanti ne ammazzarono…
Yeah
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2018/6/4 - 13:11
Song Itineraries:
Tien An Men Square, 1989
La leggera
Anonymous
Canzone popolare milanese che ritrovo nella raccolta di Svampa intitolata "Milanese - Antologia della canzone lombarda - Seconda parte - Antiche ballate del contado" del 1973
Il testo lo trovo in "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
Nell'intruzione al brano Svampa scrive che la canzone fu incisa originariamente da Norma Midani e Mimma Torri. La prima partecipò negli anni 60 ad uno degli spettacoli "Ci ragione e canto" di Dario Fo
Io son de la ligéra e poco me ne importa che vaga in sü l’ostia, la fabrica e il padrun.
Il testo lo trovo in "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
Nell'intruzione al brano Svampa scrive che la canzone fu incisa originariamente da Norma Midani e Mimma Torri. La prima partecipò negli anni 60 ad uno degli spettacoli "Ci ragione e canto" di Dario Fo
Io son de la ligéra e poco me ne importa che vaga in sü l’ostia, la fabrica e il padrun.
IO SON DE LA LIGÉRA (O CANZONE DEL MURATORE)
(Continues)
(Continues)
2018/6/4 - 12:00
What We're Fighting For
My dearest mama, they just gave us time to write
(Continues)
(Continues)
2018/6/3 - 22:55
Song Itineraries:
War in Viet Nam as seen from the U.S.
Salvatore Fiumara
2017
Non ascoltare in caso d'incendio
feat. Massimo Priviero
Salvatore Fiumara, cittadino del Comune di Girifalco (CZ), è stato trombettiere del 121° Reggimento Fanteria.
È caduto sul Carso per ferite riportate in combattimento il 31 ottobre 1916, durante la prima guerra mondiale.
Brano cantato a due voci da Davide Buzzi e da Massimo Priviero. Attraverso gli occhi, i pensieri e le parole del trombettiere Fiumara, la canzone cerca di esprimere le emozioni e le paure di tutti quei giovani che nel corso del primo conflitto mondiale (ma non solo) furono mandati al macello in una guerra inutile, una guerra di posizione che costò la vita ad oltre 650.000 soldati italiani, per non parlare poi delle quasi 590.000 vittime civili anche italiane.
Salvatore Fiumare, trombettiere, colui che doveva suonare la carica nel momento in cui gli ufficiali davano l'ordine d'attacco, li rappresenta tutti.
Non ascoltare in caso d'incendio
feat. Massimo Priviero
Salvatore Fiumara, cittadino del Comune di Girifalco (CZ), è stato trombettiere del 121° Reggimento Fanteria.
È caduto sul Carso per ferite riportate in combattimento il 31 ottobre 1916, durante la prima guerra mondiale.
Brano cantato a due voci da Davide Buzzi e da Massimo Priviero. Attraverso gli occhi, i pensieri e le parole del trombettiere Fiumara, la canzone cerca di esprimere le emozioni e le paure di tutti quei giovani che nel corso del primo conflitto mondiale (ma non solo) furono mandati al macello in una guerra inutile, una guerra di posizione che costò la vita ad oltre 650.000 soldati italiani, per non parlare poi delle quasi 590.000 vittime civili anche italiane.
Salvatore Fiumare, trombettiere, colui che doveva suonare la carica nel momento in cui gli ufficiali davano l'ordine d'attacco, li rappresenta tutti.
Mi chiamo Salvatore Fiumara
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2018/6/3 - 17:03
Song Itineraries:
World War I (1914-1918)
Italiani nel mondo
[2018]
All'Italia (riedizione 2018)
All'Italia (riedizione 2018)
Partimmo un bel giorno di sole non so più di quanti anni fa
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2018/6/3 - 16:49
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Lampedusa
Mare nostro che non sei nei cieli
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2018/6/3 - 16:06
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Che il Mediterraneo sia
che bello scoprire che esiste al mondo chi ha la mia stessa sensibilità
grazie
grazie
2018/6/3 - 13:06
1958
2017
Il grande stupore
All'Expo del 1958, a Bruxelles, vennero esposti 400 Congolesi in una sorta di zoo. Per l'EXPO venne costruito l'Atomium.
Per rappresentare l'Africa si decise di portare 400 congolesi che rappresentassero le condizioni di vita primitive del Congo. Bisogna ricordare che: “Il Re del Belgio Leopoldo II che aveva trasformato il Congo in un inferno, una immensa fabbrica di una materia prima strategica che a quei tempi era il caucciù, una preziosa resina che doveva rivoluzionare l’industria europea. Proprio perché il caucciù era così prezioso il sovrano del Belgio costringeva le tribù locali a estrarne in grandi quantità e a trasportarle fino al mare per rifornire le industrie europee. Per ottenere questi livelli di produzione intere tribù venivano decimate per “convincere” i superstiti a rispettare i quantitativi richiesti dalle stazioni commerciali che Leopoldo aveva piazzato sulle sponde del fiume Congo“
Il grande stupore
All'Expo del 1958, a Bruxelles, vennero esposti 400 Congolesi in una sorta di zoo. Per l'EXPO venne costruito l'Atomium.
Per rappresentare l'Africa si decise di portare 400 congolesi che rappresentassero le condizioni di vita primitive del Congo. Bisogna ricordare che: “Il Re del Belgio Leopoldo II che aveva trasformato il Congo in un inferno, una immensa fabbrica di una materia prima strategica che a quei tempi era il caucciù, una preziosa resina che doveva rivoluzionare l’industria europea. Proprio perché il caucciù era così prezioso il sovrano del Belgio costringeva le tribù locali a estrarne in grandi quantità e a trasportarle fino al mare per rifornire le industrie europee. Per ottenere questi livelli di produzione intere tribù venivano decimate per “convincere” i superstiti a rispettare i quantitativi richiesti dalle stazioni commerciali che Leopoldo aveva piazzato sulle sponde del fiume Congo“
E' sempre colpa di un good year
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2018/6/3 - 12:58
The Law of the Sea
2017
Songs of the sea
Songs of the sea
All my brothers now live in the sea
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2018/6/3 - 12:26
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
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SPONDE è la bandiera di un impegno civile e sentimentale contro l’ignoranza e la paura, i mali peggiori del nostro tempo, che ci fanno guardare agli “altri” come nemici, come se tra uomo e uomo esistessero barriere naturali.