In Bretagna, la poesia è stata musicata anche dall'amico Gerard Delahaye nel 2001, precisamente nel disco "Guillou pour les intimes". Nell'occasione mi permetto di chiedere: ma perché attribuirla a Léo Ferré quando Rimbaud ha una sua sezione come autore? Oltretutto Ferré in Francia non è stato nemmeno il primo ad interpretarla (credo fosse Yves Montand nel '51 o '52) e probabilmente non è neanche autore della musica...
Flavio Poltronieri 2020/5/22 - 16:13
Flavio ha ragione (d'altra parte ce lo facevano notare gia 12 anni fa ma abbiamo notoriamente i nostri tempi di reazione biblici) e ho quindi riattribuito la poesia al poeta. Ho trovato il video dell'interpretazione di Yves Montand e l'ho inserito. Dell'interpretazione di Ferré ho trovato traccia solo in questa compilation. Sul sito ufficiale si può ascoltare registrandosi: Maudits soient-ils !. Più che di una versione definitiva mi sembra di capire che si tratti di un provino quindi a maggior ragione l'attribuzione a Ferré era sbagliata.
Ben fatto, Lorenzo! Forse non interessa nessuno comunque tra Montand e Reggiani ne incise un'ottima versione anche il meno famoso Jacques Douai nel 1955
"El poeta trapense del Solentiname" nell'ultima strofa è Ernesto Cardenal (1925-2020).
Il Solentiname è un piccolo arcipelago situato nella parte meridionale del Lago Cocibolca, o Gran Lago Nicaragua. Nel 1966 Cardenal vi fondò una comunità monastica.
La canzone di Carlos Mejía Godoy è ispirata ad una poesia dello stesso Cardenal, intitolata "Epitafio para la tumba de Adolfo Báez Bone" (1961)
Adolfo Báez Bone è stato uno degli ufficiali che nell'aprile del 1954 tentarono di assassinare il dittatore Anastasio Somoza García per avviare un processo democratico. Non ebbero successo, vennero catturati e uccisi e le loro sepolture non vennero mai rivelate.
Ernesto Cardenal, poeta, presbitero e teologo nicaraguense, protagonista della rivoluzione sandinista, per anni ministro della cultura, sospeso a divinis da papa Giovanni Paolo II nel 1984 e riabilitato da Papa Francesco nel 2019, è morto... (Continues)
da Porci con le ali, film del 1977 diretto dal regista Paolo Pietrangeli, liberamente tratto dall'omonimo romanzo di successo scritto da Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera.
«Viva Mao Tse Tung evviva il suo pensiero
quello sì che è giusto, quello sì che è vero
Lenin col Partito sempre fu sincero
Stalin col Partito invece fu severo, severo
Trockij si vendette allo straniero
ma il piccone su di lui non fu leggero, leggero»
Nell’album Black Gold registrato dal vivo nel 1969, dopo la versione già apparsa nel precedente album di Nina Simone viene eseguita una seconda versione con alla chitarra acustica e alla voce Emile Latimer, il chitarrista di Nina Simone, con una melodia e un testo complementare e uno stile di canto diverso.
BLACK IS THE COLOR OF MY TRUE LOVE’S HAIR (Continues)