Si tratta di una versione piuttosto autonoma, anche se certamente ispirata all'originale di Gigi Fossati e Sergio Liberovici (che non vengono nemmeno citati nei crediti).
Ormai manca poco. L'anno prossimo cadrà il 40° anniversario della morte atroce- in sciopero della fame – di Bobby Sands e altri nove prigionieri repubblicani irlandesi. Contemporaneamente perdeva la vita in una prigione spagnola il militante dei Grapo Juan José Crespo Galende, basco.
E vorrei qui ricordare un altro triste anniversario. Quello della morte di Barry Horne, anarchico e antispecista, militante dell'ALF. Morto nel novembre 2001 sempre per le conseguenze di alcuni lunghi scioperi della fame contro la vivisezione. Un riferimento non casuale in quanto il compagno Barry Horne (un lavoratore – spazzino - padre di sue figli) aveva iniziato il suo impegno politico, oltre che nei movimenti antifascisti, proprio nei comitati di sostegno (sorti anche in Gran Bretagna) alla causa irlandese e agli hunger strikers del 1981... (Continues)
Forse "sometimes people need to believe in something so bad" andrebbe tradotto con "a volte si ha così tanto bisogno di credere in qualcosa". Se non sbaglio in inglese "so bad" di solito significa "così tanto", "così ardentemente". Ad esempio, "I need you so bad" significa "ho così tanto bisogno di te"
2020/11/3 - 09:20
Chiunque tu sia, la tua osservazione è giusta e modifico la traduzione di conseguenza (con relativa nota di rimando). Grazie per il suggerimento!
Stupito da questo titolo alternativo che mi ricorda Highway 61 Revisited... quanto all'interpretazione di Petra Magoni mi lascia un po' perplesso. Bellissima voce senza dubbio ma mi sembra assolutamente inadatta al brano, l'avrei preferito interpretato da una voce roca e incazzata tipo Giorgio Canali... non capisco questa scelta di Mauro Pagani, in un album che comunque in generale mi sembra meglio riuscito del capitolo precedente.
Lorenzo 2020/11/2 - 20:51
Il titolo "alternativo" della canzone lo chiamerei più un "titolo provvisorio" che Guccini avrà utilizzato (come nel concerto ravennate del febbraio '75) quando la canzone era stata scritta da poco, ancora non era stata sistemata in un album e le canzoni di notte non erano state ancora numerate progressivamente. Con tutto il popo' di antichissimi concerti gucciniani che sto ritrovando a casa di mia madre, non mi stupirei di altre sorprese del genere (ultima trovaglia in ordine di tempo: il concerto al Folkstudio, anno 1974). Sono peraltro certo che, nel "titolo provvisorio" di questa canzone c'entri perlomeno la dylaniata suggestione della Strada Maestra Sessantuno Rivisitata; senza scordare che il prof. Maestron Guccini avrà senz'altro avuto presente il τόπος della "rivisitazione", comunissimo nella letteratura e nella saggistica in lingua inglese (Brideshead Revisited ecc.).
The following English translation of the song is reproduced from a Mudcat Cafe thread on “Songs in Irish about Priests”. Only four of the six verses of the original poem (those generally sung?) are translated. This is the only (partial) translation of the poem available from the Web. [RV]
Lucien l’âne mon ami, je vais mettre une chanson tout entière dans notre dialogue, car elle s’est imposée d’elle-même à cet endroit et qu’elle m’a guidé de sa voix si prenante quand j’essayais de donner consistance poétique à ma version française de Vetrine de Maria Monti. C’était aussi donner à Maria Monti une sœur française qui dise avec autant de tranquille passion, l’amoureuse dimension de la vie.
Venant de toi, Marco Valdo M.I., ça ne me surprend pas. Tu es capable du meilleur. Mais de qui, de quoi, quelle chanteuse, quelle chanson ?
Avant d’en venir aux réponses à tes questions, Lucien l’âne mon ami, je vais te parler un peu de cette chanson italienne, qui est une chanson d’amour où une jeune (ou moins jeune, qui sait ?) personne s’en va-t’en ville, dans le centre où il y a les rues commerçantes et les vitrines... (Continues)