No, faccio marcia indietro. Nel contesto che hai espresso per il testo, "genuflettersi" ci sta bene (PS: attenzione però: "sto" si scrive senza accento, nonostante oramai milioni di italiani scrivano "stò", "stà" e cose del genere. Ma è notorio che l'italiano è una lingua pressoché ignota, soprattutto agli italiani).
Riccardo Venturi 2019/9/11 - 01:49
PS sui "neony" o "neoni" come nella tua licenza poetica :-). A Firenze e nel suo contado, la "n" finale scompare: "i' neo" (il neon), "i' camio" (il camion). Di conseguenza il plurale fa: "i nei" (che l'ha'hambiati téne tutti 'hue' nei...?) e "i hami" (oggi 'e 'un ci si moveva su' Viali 'hon tutti 'hue' hami...!). Quindi casomai, per la tua licenza voto per "i nei" ^^
d’après la version italienne de Krzysiek Wrona
d’une
Chanson polonaise – Neony – Bardziej – 2019 (Texte transcrit à l’oreille par Krzysiek Wrona)
Paroles et musique : Bardziej , qui est devenu Bardziej Plus ou, plus brièvement, Bardziej pl, devenant pour l’occasion un quintette :
Grzegorz Dąbrowski – voix, guitare
Paweł Korkuś – voix, guitare
plus:
Michał Jezierski - basse
Andrzej Leżoń - saxophone
Tobiasz Wawrzyniak - batterie
Dialogue maïeutique
Comme je l’ai souvent souligné, Lucien l’âne mon ami, l’univers de la traduction est complexe et il n’y a pas une bonne manière de traduire ; le mieux, comme on le sait est de s’en tenir à une version et de laisser la porte ouverte à d’autres versions. C’est à cette circonstance que notre ami polonais a été confronté. Voici ce qu’il en dit :
« Comme vous pouvez le voir, j’ai fait un truc "métis". Ce n’est pas vraiment la traduction littérale,... (Continues)
Caro R, sottoscrivo tutto. Con l'aggravante che io ai cortei ci andavo eccome, allora nessuno lo sapeva che non servivano praticamente a niente e che il gioco era truccato dall'inizio alla fine. Avere quell'età negli anni 70 fu bellissimo. Però, anche se con le parole non me la cavo male, non saprei descriverlo a chi non c'era. Quando ho provato è uscita solo poesia come se qualcuno descrivesse a me la preistoria. Conservo ancora qualche amico di allora che brancola nel buio dell'oggi come me. E allora: Alturas!
Riccardo, le interessanti precisazioni arricchiscono viepiù l'argomento su questo sito ch'è uno scrigno di cultura popolare, ma pure una occasione unica di dibattito su tematiche ed argomenti come quelli in questione. Anche grazie ad animatori come te.
Grazie. E’ la pagina più coinvolgente tra quelle recenti di AWS, non si sarebbe potuto fare memoria di Salvador Allende e dei suoi amici meglio di così. Ci hai fatto rivivere con una intensità unica quell’11 settembre di 46 anni fa, di dolore e rabbia, di sconfitta e disperazione.
“…Superarán otros hombres este momento gris y amargo en el que la traición pretende imponerse. Sigan ustedes sabiendo que, mucho más temprano que tarde, de nuevo se abrirán las grandes alamedas por donde pase el hombre libre, para construir una sociedad mejor.
¡Viva Chile! ¡Viva el pueblo! ¡Vivan los trabajadores!
Estas son mis últimas palabras y tengo la certeza de que mi sacrificio no será en vano, tengo la certeza de que, por lo menos, será una lección moral que castigará la felonía, la cobardía y la traición.”
Ma, anche se a bassa voce, almeno una cosa potremo dirla idealmente a Salvador : il sacrificio tuo e di tanti altri cileni non è stato vano, non tutto è andato perduto.
Riccardo Gullotta 2019/9/11 - 10:31
@ Riccardo Gullotta
Grazie veramente di cuore per le tue parole. E' una pagina nata dall'annuale constatazione che, da diciotto anni a questa parte, di undici settembre ce n'è uno solo, mentre quell'altro è un nebuloso ricordo da cancellare, un episodio di serie B. Conta soltanto quell'undici settembre quando l' "America" (il Cile, invece, come è noto, dev'essere chissà dove, in Oceania o nel perduto continente di Atlantide) scoprì le dirette conseguenze del suo pesantissimo finanziamento "in funzione antisovietica" a quegli stessi che la stavano colpendo. Bene ricordare tutto quanto, invece. A 46 o a 18 anni di distanza. Ora però ci abbiamo un "ministro degli esteri" che ci dice che Pinochet stava in Venezuela e che il presidente cinese si chiama Ping...manca solo che dica che l'11 settembre 2001 hanno bombardato le torri di Pisa.
PS. Ne approfitto per due parole anche sulla foto che ho... (Continues)
Vorrei aggiungere qualche considerazione personale su quello che i genovesi chiamavano il ponte di brooklyn, in un gemellaggio simbolico con la città d'oltremare.
Fino dalla realizzazione il ponte, a detta dei suoi collaboratori, tuttora viventi, tolse il sonno al progettista ing.Morandi, in quanto "il ponte non rispondeva come previsto alle sollecitazioni". Negli anni poi si sono succeduti interventi di "ordinaria" manutenzione, compreso il rinforzo di due dei sei "stralli" o tiranti che evidentemente avevano dei problemi. del resto era in programma il rinforzo di altri due, intervento preceduto dal crollo che ha causato 43 vittime tra quanti stavano transitando o stavano lavorando sotto il ponte.
Il crollo, che riguardava il tratto di ponte sul torrente Polcevera, lasciava indenne la via Walter Fillak, ma dopo pochi giorni, alcuni sinistri scricchilii mettevano in allarme gli addetti... (Continues)
2019/9/11 - 09:46
Grazie Gianfranco per questo tuo intervento. Un abbraccio da tutto questo sito.