Grazie Riccardo per l'impresa di tradurre questo lunghissimo monologo.
Sono d'accordo con te: nonostante sia datata ed eccessiva, merita una grandissima attenzione e considerazione perchè mi pare che, dopo Le déserteur di Boris Vian, questa misconosciuta canzone sia il più importante manifesto programmatico sulla diserzione a 360° che mai sia stato scritto in musica.
Nel primo estratto, Il povero Cristo, parli della guerra come padrona della Terra e di una mancanza di unità degli uomini. Non posso che fare un collegamento con l’attualità.
L’unità a cui faccio riferimento in questo brano è la capacità di essere una cosa sola. Noi siamo moltissime cose e, per questo, una delle religioni più evolute era quella greca, il politeismo. Riconosceva la molteplicità e trovava divina ogni singola parte del complesso olimpo che tutti noi siamo: c’era una divinità della discordia, Hermes era la divinità dell’approfittare della situazione, della mano lesta, del mercante.
E le religioni monoteistiche, invece?
Se leggi la Qabbalah è una disciplina dell’unità. Inizia così tutta la faccenda della religione ebraica, da cui discende quella cristiana. Le religioni monoteiste hanno l’ambizione a questa cosa – a mio parere un po’ disumana – di essere una cosa sola. Il mio... (Continues)
2019/5/21 - 22:48
Alla faccia della Buona Novella: 17 milioni di anni di storia per passare da Uro, il bovino primordiale delle pitture rupestri di Lascaux, all'uomo che oggi distrugge ridendo la vita di chi è debole o si fa esplodere nel nome del paradiso...........Complimenti a noi!!!
Hai ragione, l'unica differenza è che tra 17000 anni, o anche molto meno, potremmo avere già distrutto il nostro pianeta e tutti gli altri problemi finirebbero inevitabilmente in secondo piano....
Già, se l'evo-involuzione umana si fosse spiegata in 17 milioni di anni, lo stato di degrado in cui siamo sarebbe ancora ragionevole... ma sono solo 17.000 e ci ritroviamo con un pianeta distrutto dove dominano Neanderthal meno evoluti degli originali...
Caro B, mi rendo conto che mi stai indirettamente dando dell'ottimista. Forse sotto, sotto, inconsciamente lo sono (ma molto inconsiamente e molto sotto)!!
Questo disco è un meraviglioso affresco di una storia fatta di ingiustizie, crimini e guerre, il Povero Cristo passa inosservato nel migliore dei casi, Cohen cantava "c'è una legge, c'è un braccio, c'è una mano" qui c'è solo una mano, non si vede a chi appartenga, tinge i volti di nero, un volto sporcato che diventa anonimo tra gli anonimi. In lontananza c'è il mare, la barca è distrutta, le reti sono attaccate all'albero (?), sulla spiaggia non c'è nessuno, spazio e tempo sono indefiniti...quindi si vedono solo uomini, poi da dietro si intravede una donna, incinta e seducente, l'unica ed è la stessa ritratta nella fotografia incorniciata...
Uh, uh, meik lov not uor! Ahhh! Slap slap! Suck suck! Trasi e nesci, trasi e nesci, trasi e nesci! Ahhh! LOOOVVV!!! OORG...!!! C'mon, baby, suck my fire! But you have to use a chicken if you want to touch it!! (a chilla bonanima de Frenk Zappa!)
Dall'album di Jacek Kowalski e il gruppo della musica antica Klub Świętego Ludwika intitolato "Rycerze dobrej opieki - pieśni wypraw krzyżowych po polsku" pubblicato nel 2003.
Il testo da qui
Il testo si trova nel libro "Obraz literatury powszechnejw streszczeniach i przykładach" pubblicato nel 1895 a Varsavia e reca il titolo: "Pieśń Ryszarda Lwie Serca" (Canto di Riccardo Cuor di Leone).
Da wiki polacca
Visto che in questi giorni la polizia italiana si dedica a manganellare gli antifascisti che scendono in piazza contro il leghista Salvini o contro il fascistissimo Roberto Fiore, quello di Terza Posizione la formazione di estrema destra che ha annoverato tra le sue fila i peggiori criminali fascisti negli anni 70.... forse fa bene ascoltare questa nuova tiratissima versione!
Aveva ragione Pasolini, ad avercela coi figli di papà. A Valle Giulia, c’era anche il giovin Giuliano Ferrara.
Pentiti di lusso. Ovverosia, chi non vive come pensa finirà col pensare come vive.
“E nel periodo del cosiddetto ‘riflusso’ – come si disse con metafora mestruale azzeccata per una generazione già definita come ‘proletariato biologico’ – ho potuto osservare che i più furbi, gettato il colletto alla Mao alle ortiche, occuparono poi i migliori posti nelle Università, nelle televisioni e nelle amministrazioni pubbliche e private, e si comprarono la Bmw e la cocaina tipica dei ‘tossici integrati’ degli anni Ottanta, in attesa di collegarsi via Internet e gettarsi a capofitto nella superstrada dell’informazione, nel sogno di una supposta o suggerita comunicazione globale o liberazione tramite costose protesi elettroniche. Questo mentre i più stupidi fra quelli che volevano dare l’assalto... (Continues)
È chiaro che la poesia, da come ci vengono pedissequamente riportati tutti i dato a carico del “cittadino sconoscito” parla tutt’altro che di un uomo;una pedina piuttosto, un perfetto ingranaggio di un sistema totalitario come quello novecentesco, perchè, come è scritto nei versi finali, non ci importa se sia felice o meno, quantomeno lo sia secondo egli stesso, perchè al sistema è già dato saperlo con certezza