Di questo qui, salviamo pure The Cost of War (sulla sindrome del reduce, e vabbè...), ma questa "War Mentality" mi pare una sparata guerrafondaia... o no?
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B.B. 2019/3/17 - 21:10
Uhm....ci devo ancora pensare, mi dai due o tre giorni...?
c'è un errore, la canzone pubblicata su "Crash Landing" è Somewhere (Over the Rainbow) ed è uno strumentale, reinterpretazione del classico "Over the rainbow". Questo invece è un pezzo pubblicato in People, Hell and Angels, raccolta di inediti del 2013 (ma doveva essere stata pubblicata anche prima visto che è stata inserita nel 2009) e si intitola semplicemente Somewhere.
Lorenzo 2019/3/15 - 23:12
T'las propi rasùn, Lurens!
E per giunta il brano è del 1968...
Maperò come avrò fatto a postarlo nel 2009 se l'album dove è contenuto è del 2013?
In realtà il brano si trova in diverse raccolte non ufficiali precedenti, a partire dal 1989...
La tua correzione mi ha portato anche ad un'altra canzone di Hendrix, contenuta questa sì in "Crash Landing", che già solo per il titolo è tutta da indagare: "Peace In Mississippi".
Si tratta però di un brano strumentale.
Due parole del traduttore. In un primo momento avevo pensato di disseminare la traduzione di note; ma, per la natura stessa di questo testo, mi sono accorto che sarebbe stato semplicemente inutile, e pedantesco. Va presa quindi, questa “traduzione”, così com'è: una possibile resa di una imagery distopica, tenendo presente la tecnica compositiva di Kevin Barnes (v. introduzione). Solo una parola sulle birch mares della seconda strofa: ho disperato di trovare una resa accettabile (giumente in betulla?...) finché non ho trovato un libriccino in Rete (una guida allo stato cinese dello Xinjiang) in cui si racconta di come il latte di cavalla venga bevuto in coppe di legno di betulla. Naturalmente, si tratta di una remota ipotesi, ma se qualcuno ha proposte differenti si faccia tranquillamente avanti, ivi comprese le “giumente di betulla” letterali...
Grazie Riccardo,
hai fatto bene a "currigermi" :)
Anche la nota hai messa proprio nel punto che ci voleva.
Per la poesia di Sergej Esenin riferirò, appena li vedo, ma l'ho letta e comunque la somiglianza sembra finire con il titolo. Probabilmente la conoscono, visto che su cinque membri del gruppo, tre sono poeti.
Un salutone
appendix
Krzysztof Rodak – voce, chitarra acustica
Paweł "Gura" Górecki – voce, basso, chitarra acustica
Kamil Borkowski – voce, chitarra elettrica
Krzysztof Opieka – batteria
Kacper Kowalewski – tastiere
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