Sto ultimando una traduzione de L'estaca (oltre che su questo sito, vorria pubblicare un filmato sul web). Mi chiedo se occorre chiedere dei permessi anche senza fini di lucro. Chi devo eventualmente contattare? Chi detiene il copyright di questo pezzo? Voi come vi siete comportati con le altre traduzioni? Grazie delle informazioni.
Klaus 2019/12/17 - 20:35
Caro Klaus, sinceramente dobbiamo confessarti...il segreto di Pulcinella. Vale a dire che in questo sito ci siamo sempre comportati piuttosto liberamente, data la sua palese e evidente natura di sito di storia, memoria e studio. Siamo talmente zero come "scopo di lucro", che casomai diversi soldi ce li abbiamo messi noialtri (il Webmaster in particolare); e non accettiamo nessuna forma di pubblicità, a parte quella di siti consimilari e collegati (a loro volta senza scopo di lucro). Quindi sapremmo dirti molto poco al riguardo. In generale, comunque, una traduzione d'arte è considerata un'opera originale e quindi il detentore del copyright della tua traduzione sei tu stesso. Pensiamo che per il copyright de L'Estaca, se vuoi ottenerlo, dovresti casomai rivolgerti agli aventi diritto (Lluís Llach o i suoi agenti, potrai cercare in Rete). Comunque, noialtri, quando facciamo direttamente una... (Continues)
Assolutamente d'accordo.
La correttezza che imperversa da anni nella comunicazione politica ha innanzitutto il pregio di rendere illeggibili materiali già cervellotici per proprio conto.
Negli ultimi tempi è passata, destando nel pubblico reazioni fra l'annoiato e l'insofferente, anche nella comunicazione orale.
E poi, un Negroni è un Negroni.
Andateci voi, a inveire contro le espressioni razziste e scioviniste retaggio di un'epoca di maschilismo patriarcale, e a chiedere un alcune o alcuni melaninodotate o melaninodotati fisicamente prestanti...
Caro Bernart, per completezza di informazioni aggiungo che la ballata si può ascoltare da "The Bushwackers" nel loro disco "Faces in the Street" prodotto nel 1981 dal compianto Trevor Lucas che la interpretò anche dal vivo al The Troubadour Cafe, South Melbourne, Australia nell'ottobre del 1984, come documentato nella cassetta "The Attic Tracks Vol. 2", ristampata in CD in Inghilterra nel 2010 dalla Talking Elephant Records.
Versione occitana, tratta da questa pagina dove viene attribuita ai Nadau. Non so se l'attribuzione sia esatta. Infatti la versione occitana intitolata "Cançon de Barberina", o "Bèth chivalièr" la trovo prima di tutto associata ad una corale dell'Aquitania chiamata Balaguèra, nel loro disco del 2002 intitolato "La votz deus anjos: Polyphonies du Béarn & des Pyrénées Gasconnes"
Secondo il benemerito Al rombo del cannon. Grande guerra e canto popolare di Franco Castelli, Emilio Jona, Alberto Lovatto, la seconda strofa di Gorizia trae ispirazione da un canto patriottardo e guerrafondaio pubblicato durante la guerra in Libia. Lo si può trovare in varie edizioni con il titolo Canto d'un eroe ferito ovvero lo squillo della vittoria stampato dalla Tipografia Bernardi di Firenze e anche dalla Tipografia Ducci, sempre di Firenze, nel 1912 con l'indicazione composizione di Guido Langianni.
I primi goffi versi del canto, evidentemente trasposti in Gorizia con intenti del tutto opposti, recitano:
Sotto l'acqua che cade a rovescio
grandinavan nemiche le palle
Gl'italiani non voltan le spalle
Vanno avanti a battagliar
L'intero disco è stato registrato dal vivo in studio, trattasi di tutte musiche popolari e per la maggior parte anche di testi. Il tutto a cura di Candela ma chi sia questo Candela, anche sull'edizione originale non trovo risposta. Da questo in poi, tutti capolavori comunque i dischi dello strepitoso Canzoniere del Lazio che era decisamente oltre, rispetto ai propri tempi. Un gruppo avanguardistico che ha spostato in avanti gli orizzonti della ricerca negli anni '70. Ce ne fossero oggi di gruppi così.
Flavio Poltronieri 2019/12/15 - 21:30
Ciao Flavio,
anch'io non ho trovato nulla su questo fantomatico "Candela", nemmeno Carlo Siliotto ne parla nelle 100 pagine de "Il mio canzoniere"...
Però penso sia meglio riportare il testo originale dei "Canti a méte di Barbarano", senza le strofe aggiuntive che, presenti originariamente sulla pagina de La Musica dell'Altra Italia, sono oggi riportate su Il Deposito e altri siti. Chiederei agli Admins di provvedere alla sostituzione.
A seguire anche il commento introduttivo al brano, tratto dal libretto del CD rieditato e rimasterizzato dalla Fonè di Giulio Cesare Ricci:
"Il ritmo nella musica popolare, così come gli altri elementi di questo pezzo, nasce da una funzione e, nel caso di questi canti di mietitura, dal tempo che il canto prende e dà alla falce che taglia le spighe. Trattandosi poi di una cadenza AA-BB-C sulla quale il mietitore improvvisa, anche noi abbiamo improvvisato... (Continues)
Insisto: la versione di Gisela May del video è quella di Hans Eisler. Quella di Paul Dessau, sempre Gisela May, si trova qui:
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Vedi: "Brecht offered the poem to Dessau shortly after their first meeting in New York in 1943. Brecht had already composed a melodic fragment, which Dessau used in the lines, “Hätt ich gewußt, was ich heut weiß” (Had I known what I know now). Hanns Eisler set the same text in 1937, but Brecht claimed to prefer Dessau’s setting." The Lieder of Paul Dessau
With this 2nd Finnish version of Viktor Rydberg's great poem I wish all the staff members, contributors and friends of this webpage a peaceful Christmas time and a happy new year 2020.