Che devo dire è stato detto di più
Va solo Ascoltato ad occhi chiusi e sognare una delle melodie più belle della musica prog seconda solo ai punk Floyd su red pomwi
Enzo 2019/11/1 - 22:23
Interessantissimi, Enzo, i "punk Floyd"....!! Si potrebbe fare un "what if" avessero preso quella strada musicale :-) Comunque, in attesa di sapere anche che cosa sia "red pomwi", ti ringraziamo per le tue parole. Ciao e torna a trovarci!
QUi c'è una versione cantata da Gianni Armand che risale al 1958. Non è la prima, che è quella di Tino Vailati con l'orchestra di Pippo Barzizza. In questa comunque si sente che il testo dice "La Mole e i Capucin" (cioè il monte dei Cappuccini), e non i to giardin
Vito Vita 2019/11/1 - 07:04
La versione in italiano è quella di Sergio Ponalini, successiva a Vailati
Nella sua versione Gipo canta proprio "I vedrai pi' nen la Mole, né i so' giardin"... Io l'ho sempre intesa come i giardini di Torino, non quelli della Mole, che giustamente non ne ha (ma non ne ha mai avuti?).
Semmai, c'è un'imprecisione nella trascrizione della quinta strofa: "Stamatin sun rivame le carte", cioè il passaporto e i permessi per andare a lavorare all'estero.
Madame Sitrì era la tenutaria del bordello di alto bordo più IN di Livorno, il suo casino si trovava nell’odierno Hotel Giardino in Piazza Mazzini ed era meta di cadetti e alto borghesi suoi contemporanei, chiunque volesse “divertirsi con stile” doveva passare da lei.
A Livorno è rimasta un’icona di stile e oratoria: il suo motto ”Qui non si fa franella ma si tromba” è rimasto iconico.
A lei si sono dedicati due artisti labronici: il primo fu il Maestro Natali, noto pittore livornese, che l’ha ritratta in un suo disegno del 1930; il secondo è il cantautore Bobo Rondelli, che le ha dedicato un canzone per la pace.
d’après la version italienne – MARENGO – de Piero Milanese
d’une chanson piémontaise – Mareng – Piero Milanese – 2011
C’est l’histoire de la bataille de Marengo vue du côté des paysans locaux. Il est écrit en Piemontese mandrogno (Alessandria), dialecte piémontais d’Alexandrie comme « La balada ‘d Pipu Majen ».
Dialogue maïeutique
Nous connaissons bien ici la bataille de Marengo et son histoire, car comme tu t’en souviens certainement, Lucien l’âne mon ami ; on en avait déjà parlé à l’occasion de la présentation de trois chansons : toutes issues de la saga de notre Arlequin amoureux.
Oui, dit Lucien l’âne, je me souviens parfaitement de tout ça. La première « Marengo » racontait la bataille vue par Matthias, simple soldat de l’armée autrichienne et sa mue en déserteur, dès le soir de la bataille et en fugitif, dès le lendemain matin. La seconde, je veux dire « La Marengo du Lieutenant »... (Continues)
O forse le scansioni da quel sito - che poi è niente popò di meno che il mostruoso Archive.org - sono addirittura create a partire dai testi originali. Leggo su wikipedia che dispongono di macchine per scansionare fino a 1.000 testi al giorno... da paura!
E senza trascurare la loro imprescindibile Wayback Machine, che anche su queste pagine si usa spesso con profitto, recuperando contenuti ormai non più disponibili nel WEB (penso, per esempio, all'archivio de La Cantarana e al database de L'Altra Italia...)
Come servizio OCR online, io mi trovo bene con https://www.onlineocr.net... Ne ho provati parecchi e questo è il più semplice ed attendibile nei risultati...
La stella del mattino, o la stella della sera, ovvero Venere, conosciuta anche come Φωσφόρος (Phosphoros) o Lucifero ("portatore di luce"), in polacco Wenus, e secondo la Wiki italiana, un pianeta che tra l'altro:
"Ha un ruolo significativo nelle culture degli australiani aborigeni, come gli Yolngu nell'Australia del Nord. Gli Yolngu si radunavano per aspettare la comparsa di Venere, che chiamavano Barnumbirr, e che, secondo la tradizione, permetteva di comunicare con i propri cari morti."
Salutiamo i Yolngu e gli auguriamo un bel primavera australe :-)
Foto a colori della superficie di Venere inviate dalla sonda sovietica Venera 13 (1981)
Mi capita casualmente di riascoltare questa canzone e scopro che non ha neanche una nota. Non mi pare proprio giusto. Ricordo, ad Atene, una decina di anni fa, di averla sentita meravigliosamente interpretata da Δήμητρα Γαλάνη ovvero Dimitra Galani, tradotta e adattata in greco, col titolo Treno Rosso (Κόκκινο Τραίνο)*.
Qui nell'originale, invece, è nero il treno che porta via tutto. E' la guerra del Kosovo. Le ombre scure sono quelle del maledetto intervento della NATO nei Balcani, l'ultimo anno del secolo scorso. L'ennesima guerra insensata, imperialista e feroce, da dove vivo io si potevano perfino sentire gli aerei passare. Niente sarà mai più come prima.
Un treno saltato sotto i bombardamenti. E noi qui a guardare la televisione. Tutto corre veloce: il soldato, il treno e anche la notte che porterà la notizia del non ritorno, che strapperà il "velo di rosa" a quella sposa. La brass... (Continues)
Va solo Ascoltato ad occhi chiusi e sognare una delle melodie più belle della musica prog seconda solo ai punk Floyd su red pomwi