Carissimo Gianfranco, sicuramente non mancherò. Ho avuto qualche giorno di incasinamenti vari (tra cui un attaccone di sciatica vagante, visto che è cominciato a sinistra e poi, come impone la moda attuale, si è buttato a destra). Il puzzo di morte, concordo, gode in compenso di ottima salute; ma non ci lasceremo sopraffare. Ti ringrazio, personalmente e a nome di tutto il sito, per avere inserito questa pagina che, ripeto, non mancherò certo di "rielaborare" un po' dato che mi riporta a tempi internetticamente molto antichi, epoche passate, connessioni a pagamento con la TUT e bollette astronomiche (nel 1998 me ne arrivò una bimestrale di tre milioni e duecentomila lire, se legge qualche "millennial" sappia come funzionava nella preistoria). Marco Sopegno, piemontese DOC, era uno dei vecchi amici di una congrega di scioperati che, all'epoca, davano vita a dei "Newsgroup Usenet" e a delle... (Continues)
Riccardo Venturi 2019/10/7 - 06:38
buongiorno Riccardo e grazie della risposta, in attesa di un tuo completo ristabilimento, vorrei provare ad anticipare qualche considerazione relativa alla vicenda narrata nell'album.
Dalle note del forum/blog che riporta:
[...] Vincent e' esistito sul serio, e la storia del disco e' sostanzialmente vera (chissà quante altre ce ne sono state, di simili).
La raccontava spesso il vecchissimo Vincent a quel bambino (...non andava ancora a scuola) che lo aiutava nella stalla durante la mungitura. Naturalmente il vecchio raccontava la sua storia in forma di favola, popolandola di spiriti e demoni che spingevano la valanga e il maestrale. I piccoli montanari della borgata lo ascoltavano, il vecchio Vincent, fissandolo con gli occhi sgranati.
Il bimbo che aiutava Vincent a "governare" le vacche era Sergio Arneodo.
Poi l'Arneodo inizio' a sua volta a raccontare la semplice storia di quel viaggio... (Continues)
la ballerina bianca è il mio volatile totemico, perchè ne ho diverse con cui sono entrato ormai in confidenza e non scappano nemmeno più se mi avvicino, quando pascolano sul trifoglio all'inizio dell'estate.
Il suo nome comune è batticoda e non cutrettola, che comunque è un uccelletto della stessa famiglia...
Grazie all'intervento del B.rave B.irdWatcher è stata chiarito il problema annoso della ballerina, ed anche quale sia stato il ballo su citato, trattandosi della "farandole" ballo medioevale di corte poi scaduto a divertimento della gleba, vediamo qui un esempio:
https://youtu.be/8IoNy8l6AIA
vorrei infine tornare al discorso delle riunioni serali nelle stalle, di cui si ha qualche traccia nella letteratura, oltre che in qualche brandello del dna dello scrivente.
Leggiamo dal libro "Vento di Montagna", di Sergio Arneodo, pagina 69:
E' stato una sera, nella stalla di Montrin.
C'eravamo tutti e si stava un po' stretti e quasi rintanati negli angoli, piuttosto oscuri per via della lucerna che mandava un po' di luce, a sprazzi.
Così si stava al buio per forza o anche a bella posta, chi ci aveva piacere; ch'era una buona occasione per trovarsi vicini senza dar nell'occhio a nessuno.
Si... (Continues)
Il leader di Assalti Frontali, un altro grande e glorioso eroe della rivoluzione (dei fatti suoi), oggi si presta alle interviste de la Repubblica e dei suoi supplementi. Complimenti vivissimi...
sergio falcone 2019/10/6 - 20:05
Non vedo il problema nel rilasciare interviste a Repubblica, se servono a trasmettere i propri valori e le proprie storie
A integrazione della scarna introduzione dell'amico Bernart:
questo lamento contadino venne registrato dalla cara, compianta Dodi, ad Empoli e il suo informatore fu Enea Busoni.
Dodi Moscati aveva una carica orale cupa e molto incisiva, le sue raccolte di canti del popolo mostravano la faccia più cruda della realtà della Toscana, terra di tradizione socialista radicata che in ogni suo canto ha sempre gridato no alla guerra, al fascismo e al clericalismo.
Fragment of a song collected by Dodi Moscati, probably in countryside around Pisa. Of Jewish origin, Dodi was born in Pontassieve, near Florence. In the second half of the 60s, she collaborated with Rosa Balistreri, who introduced her to the Tuscan left; these encounters strengthened her own political commitment which was to last all her life by participating in countless cultural activities. She also wrote for L’Unità and collaborated with Roberto Benigni.
Carissimo Riccardo, ho letto ogni cosa e per prima cosa ti ringrazio per gli auguri. Purtroppo, per motivi vari (tra cui l'attaccone di sciatica di cui parlavo prima a Gianfranco) sono stato qualche giorno lontano dal sito, intendo attivamente; ti ringrazio peraltro molto per la qualifica di Πρωτογλωσσολόγος (però πρωτο- si scrive con la omega, πρόσεχε!), epiteto che prendo come regalo di compleanno e che fa letteralmente sbrodolare il mio bizantinismo e il mio eterno sogno di vivere nella Costantinopoli tra la rivolta di Nika e l'assedio del 1453 (mi sono preso circa un millennio, d'accordo). Fa sicuramente il paio con quel che mi disse un tempo il Testa, cioè che gli ricordavo Romano il Melode...insomma davvero grazie! Detto questo, però, all'anima di "non conoscere né la grammatica, né la sintassi greca"...va bene, c'è qualche sbavatura nella tua traduzione, ma questo non è un testo né... (Continues)
Vi è arrivata la canzone "Getta naszych poglądów" di Dr Grzechu che ho spedito settimana fa?
Non so se non è stata accettata oppure vi è sfuggita.
Saludi
Krzysiek 2019/10/6 - 23:46
Ciao Krzysiek ci è arrivata ma non l'abbiamo capita... il nostro polacco è parecchio scarso - almeno il mio è più o meno al livello del mio turco cioè so dire solo piwo - quindi è ancora in approvazione...
Ah, ecco, ma ho mandato anche la traduzione italiana.
Mi sembrava strano perché è una bella canzone e anche pienamente in tema (specialmente da noi adesso in vista delle prossime elezioni fra una settimana).
Allora metto di nuovo qua sotto la mia traduzione italiana:
GHETTI DEI NOSTRI PARERI
Viviamo nei ghetti dei nostri pareri
Che qualcuno ci ha instillato
Tu non mi odi per niente
Io non ti odio affatto.
Io sono accanto
Tu sei
Accanto a me
E così affiancati
Viviamo separatamente
Ognuno nel suo sogno.
Qualche volta, quando per un’attimo
Ci svegliamo
Succede che il cuore vuole gridare forte
Nooo...!!!
Lo sai che io
Ho bisogno di te?
Lo sai che tu
Hai bisogno di me?
Lo so che io
Ho bisogno di te
Lo so che tu
Hai bisogno di me.