Scusate, per quale motivo "Zülfü Livaneli: Sevda değil" è stato deciso di inserirlo negli Extra, non mi sembra un testo poetico dissimile da altri che ho inviato riguardanti l'esilio....
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri 2019/1/8 - 17:51
Flavio la regola dovrebbe essere, ma come sai il sito è enorme, i criteri possono cambiare nel tempo e in più non siamo esenti da errori e sviste, le poesie musicate sono delle CCG doc, altrimenti vanno negli EXTRA.
Gli EXTRA possono quindi essere: canzoni che nulla ci azzeccano, ma che abbiamo voluto inserire lo stesso, poesie che non sono state musicate.
Scusatemi ma ho capito niente di questa risposta al mio quesito. Affermate: "se le poesie sono state musicate allora sono delle CCG doc, altrimenti vanno negli EXTRA" e Sevda değil non è forse una poesia che è stata musicata?! Ripeto: perchè è negli Extra e non assieme a tutte le altre di Livaneli?
Ciao Flavio, forse semplicemente la tua introduzione al testo era piuttosto stringata e anche dalla traduzione non si capiva immediatamente che fosse un testo sul tema dell'esilio...
Forse è solo per questo che è stata messa negli Extra, mi pare...
Saluti
Grazie.
Caro BB, mi par di cogliere (ma potrei sbagliarmi, è facile sbagliarsi avendo davanti solo parole scritte su uno schermo!)in quel tuo "stringata" una velata critica. Quindi cerco di chiarirti il mio punto:
A me pare che di Livaneli non si interessi nessuno, nonostante questo ogni tanto ne traduco una canzone e la invio (e ancora continuerò a farlo per altre tre o quattro), ovvio che potrei aggiungere più informazioni ma a che pro? Già la poesia è un sentire molto individuale, non deve certo essere spiegata da un altro, se poi quella turca (una delle tante di cui mi interesso) non suscita particolari interessi: pazienza! Figurati che perfino in patria per esempio, la poesia dei maestri dell’İkinci Yeni (Secondo Nuovo) ovvero l’avanguardia modernista che ha segnato la letteratura turca negli anni '50 e '60, ha avuto lo stesso destino: bollata come eccessivamente ermetica e fine a... (Continues)
Caro Flavio, detto che sei una risorsa insostituibile per questo sito, visto che ci rendi accessibili tante splendide cose della poesia turca, bretone e francese e non solo, è proprio perchè la più parte di noi e dei più non ci capisce una fava di quelle strane e musicali lingue che occorre sempre - a mio avviso (e non riguarda una qualche lingua particolare ma tutte!) - essere poco parchi, anzi, generosi di informazioni quando si propone un brano.
Oso dirtelo dall'"alto" della mia esperienza di postatore seriale...
Capisco bene il tuo discorso, è anche una questione di libertà (interpretativa) di chi legge ma, voglio dire, non si tratta di essere didascalici bensì di non dare per scontato di essere compresi per via della pura sensibilità (dell'autore e del contributore) che traspare fra righe e suoni.
Nessuna critica volevo rivolgerti o, in verità, solo una: il modo un po' brusco e stizzito... (Continues)
Ti sbagli: io non ero stizzito e per dimostrartelo ti rivelo che la mia prima mail l'ho indirizzata personalmente e privatamente a Lorenzo, perchè non volevo che apparisse una mia qualche rimostranza sul sito. E' stato lui a dirmi che non era opera sua la scelta di inserirlo negli extra e a consigliarmi di agire pubblicamente. Comunque capitolo chiuso.
La libertà interpretativa è sacra per me e non deve subire condizionamenti (o almeno non i miei), io adoro condividere ma non sopporto chi "pontifica". Se qualcuno vuole approfondire un argomento i mezzi non mancano...ne sei proprio tu l'esempio personalizzato, ti sei dimenticato la nostra collaborazione su R.G. Cadou??!!
Flavio, non so che dire... anche tu hai scritto "mi par di cogliere"... ecco, anche a me è parso di cogliere... se non era così, meglio... Ma anch'io non ti avevo mosso nessuna "velata critica"... Rileggiti meglio il mio modesto intervento, ho scritto solo che magari non si era capito che si trattava di una canzone sull'esilio, tutto qua...
Anche per me capitolo chiuso, anche perchè è un capitolo che trovo abbastanza noioso per chi ci legge...
Ciao a tutti, e innanzitutto grazie per questa pagina!
Col mio gruppo abbiamo fatto una versione di questo brano e spesso anche io mi sono chiesto cosa volesse dire esattamente "accounting" e propenderei per l'ultima osservazione qui sopra: secondo me si tratta di "fare i conti" in senso figurato.
Quindi si potrebbe dire "La ballata della resa dei conti"
Luca 2019/1/8 - 23:55
Ciao Luca,
mi pare un'ottima traduzione.
Se puoi, metti a disposizione del sito una registrazione audio o video della vostra versione.
Grazie!
Saluti
con solo una correzione perché gli "scintillatori" mi sembra una traduzione sbagliata di shimmers, io propongo "bagliori". Da notare che originariamente nel testo in questa pagina avevamo "chimeras" e non "shimmers".
l'impressione è che nonostante l'ermetismo del ns Francesco
manca la poesia critica per sostenere la fatica di tutto questo "futuro che avanza" tutt'altro che rassicurante per tutti noi. Io credo che risentire dopo 30/40 anni queste canzoni non sia un solo esercizio di amarcord ma di intelligenza . La storia si ripete ma questa volta siamo soli , per adesso non sappiamo più cosa sia la solidarietà
l'empatia della lotta condivisa con altri per migliorare il tempo che abbiamo da vivere.
Una scelta che ha un motivo abbastanza curioso, caro BB.
Durante le predette festività natalìzzie, per vie traverse, alquanto pittoresche e pure un po' misteriose, mi sono ritrovato tra le mani un vecchio volumetto piuttosto bizzarro. E' intitolato semplicemente Zappa, ed in sé non avrebbe nulla di strano: contiene interviste a un Frank Zappa allora 39enne (il libriccino è proprio del 1981, l'anno di uscita di You Are What You Is) e testi di canzoni con traduzioni italiane, in gran parte allegramente e maestosamente sbagliate (e spesso incomplete). Il bello del volumetto, che riporta un prezzo di copertina di lire 4500 (nemmeno poco per l'epoca) è che: a) il titolo di copertina non corrisponde a quello del frontespizio ("Frank Zappa e i Mothers"); b) E' totalmente anonimo (il che me lo rende assai caro!), non riportando nessun nome di curatori, traduttori ecc.; c) Sulla copertina compare... (Continues)
Bella Anonimo!
Vorrei aggiungere soltanto che, come ho scoperto ultimamente guardandomi un memorabile film di Alejandro Jodorowsky, "el topo" in spagnolo mica significa "il topo", ma "la talpa". La cosa je calza proprio a pennello vista l'unicità della edizione.
c'è un errore nella traduzione del primo verso dell'ultima strofa, il testo francese dice : vous étiez (eravate)il testo italiano ha : erano, ma cosi' si perde la connotazione in rapporto con il primo verso della canzone che dice effettivamente erano, con il dire vous étiez si riconosce un'identità a queste persone, mentre ils étaient puo' essere un 'indefinito' (un numero, appunto...)
Patrizia Lorenzini 2019/1/7 - 19:35
Assolutamente sacrosanto, Patrizia. Si tratta di una mia vecchissima traduzione del 2003, all'epoca addirittura della raccolta primitiva delle Canzoni Contro la Guerra che portò poi all'apertura di questo sito. La tua osservazione è giustissima e provvedo ad una correzione, per la quale ti ringrazio a nome del sito e mio personale.
Cari amici,
la segnalazione di questo canto è incompleta, manca degli autori di parole e musica. Il testo in siciliano - così come la traduzione in italiano - è di Francesco Giuffrida (lo scrivente) e la musica è di Giada Salerno. La canzone è stata presentata (e premiata) al Premio Daffini 2016 a nome dei due autori (Giuffrida - Salerno). Nel giugno del 2016 la canzone viene inserita nel CD 'Vent'anni del concorso nazionale Giovanna Daffini'.
Nel 2018 viene realizzata un'altra incisione per un cd dei Domo Emigrantes con intro e arrangiamento del sig. Torre che ora risulta coautore della musica.
Francesco Giuffrida 2019/1/7 - 12:31
Buongiorno signor Giuffrida, grazie della segnalazione. Abbiamo corretto l'attribuzione e inserito il frammento dell'intervista ai pescatori su cui si basa il brano. Grazie ancora per le informazioni e complimenti per questo bel testo, tragico, toccante e purtroppo ancora attuale.
This famous poem written by Bertolt Brecht in mid-1953 but first published in 1959 in the West German newspaper Die Welt, is a critical comment on the uprising of 1953 in East Germany.
Die Lösung (La Solution) est un célèbre poème du dramaturge et poète allemand Bertolt Brecht à propos de l'insurrection de juin 1953 en Allemagne de l'Est.
Tämä runo, jonka Bertolt Brecht kirjoitti kesällä 1953 mutta joka julkaistiin ensimmäisen kerran vasta 1959 Die Welt -lehdessä, on kriittinen kannanotto kesäkuun 17. päivän kansannousuun DDR:ssä vuonna 1953.
Το «Die Lösung» (Η Λύση) είναι ένα γνωστό γερμανικό ποίημα του Μπέρτολτ Μπρεχτ για την εξέγερση του 1953 στην Ανατολική Γερμανία. Γραμμένο στα μέσα του 1953, είναι επικριτικό προς την κυβέρνηση και δεν δημοσιεύθηκε τότε.
Εκδόθηκε για πρώτη φορά το 1959, στην δυτική γερμανική εφημερίδα Die Welt.
Η ΛΥΣΗ (Continues)
Contributed by Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 2019/1/7 - 07:05
Umilmente ma dopo alcune ricerche sul web credo di poter affermare che in questo caso arriba significa arriva,
Il sole ardente arriva.
Acabo de arrivar, cerco di arrivare...
2019/1/6 - 15:14
secondo me no perché arribar in spagnolo credo che abbia solo il significato di originario di "arrivare a riva, attraccare" e che si usi solo in ambito della navigazione, mentre il generico "arrivare" si dice llegar. Comunque lascio la parola a chi ne sa più di me.
Ignazio Delogu nel volumetto 53 Newton Compton Editori dedicato agli Inti Illimani, del marzo 1977, traduceva "E lassù bruciando il sol". Nel volumetto 75 dedicato, nel maggio 1979, a Violeta Parra aggiungeva una "e" finale: "E lassù bruciando il sole". Anche nei testi riportati dalla busta interna al 4 volume degli Inti (Hacia la Libertad)uscito per la EMI nel 1975, Delogu traduce "E lassù bruciando il sole".