Chanson autrichienne – Die Wahrheit ist, man hat mir nichts getan – Theodor Kramer – 1938
Interprétation : Topsy Küppers – 1973
Poème de Theodor Kramer (1897-1958), un des plus importants poètes autrichiens du siècle dernier.
De son recueil « Wien 1938. Die Grünen Kader Gedichte », publié en 1946, est tiré le morceau interprété par Topsy Küppers (1931-), chanteuse, actrice et militante antifasciste autrichienne, dans son album « Immer Wieder Widerstand » (1973)
Theodor Kramer fut soldat pendant la première guerre mondiale, dont il sortit vivant, mais gravement invalide. Après l’Anschluss, sa famille fut persécutée parce que juive (sa mère mourut en 1943, internée à Theresienstadt). En 1939, Theodor Kramer réussit à fuir en Angleterre, où pendant deux ans, il vécut dans un camp en tant qu’« étranger de nationalité ennemie ». Après la guerre, qui obtint la citoyenneté britannique et vécut... (Continues)
Ciao, un piccolo appunto per la precisione: rail significa sì ferrovia o rotaia, ma non avrebbe senso appoggiarsi alla ferrovia sul porto. In questo contesto la traduzione migliore è a mio avviso “parapetto”, per intenderci come in guard rail.
Caro Bernard, invece la poesia che hai scelto mi ricorda Tristan Corbière, d'altra parte erano bretoni entrambi: Tristan morì l'anno prima che nascesse Max che era decisamente più "positivo": "Uno stormo di piccioni sopra un melo, uno stormo di cacciatori, niente piccioni, uno stormo di ladri, niente mele, non rimane che un cappello di ubriaco appeso al ramo più basso. Bel mestiere il mercante di cappelli, mercante di cappelli di ubriachi. Se ne trovano un po’ ovunque dentro i fossi, sui prati, sopra gli alberi. Ce ne son sempre di nuovi da Kermarec mercante di cappelli a Lannion. Il vento lavora per lui..."
Riccardo Venturi kuvaa yllä tätä Mikael Wiehen 46 vuotta sitten säveltämää ja sanoittamaa laulua osuvasti eeppiseksi, raamatulliseksi ja brechtiläiseksi. Näistä viimeksi mainittu viittaa Brechtin vuonna 1935 kirjoittamaan ja Brita Polttilan suomentamaan runoon Lukevan työläisen kysymyksiä, joka kuvaa hienosti sitä historiankirjoitukselle ominaista harhaa, että suurilla teoilla on tekijänsä, mutta kunnian niistä saavat muut. [JR]
Grazie a DQ82 e a Adriana mi fa piacere "dare il benvenuto" in questo sito alla lingua Aranese, vale a dire il dialetto guàscone occitano parlato da una decina di migliaia di persone nella Vath d'Aran, o Vall d'Aran in catalano, l'unica parte della Catalogna che si trova al di là dello spartiacque pirenaico (fa parte del bacino della Garonna). Impervia e del tutto appartata, la Valle d'Aran (che vorrebbe dire, a rigore, "Valle della Valle": la simpatica tautologia deriva dal fatto che "Aran" sembra essere il basco (h)aran, che vuol dire appunto "valle") ha mantenuto il suo occitano guascone (occore ricordare che "Guàsconi" = latino Vascones "abitanti della Vasconia, baschi"), che vi è lingua ufficiale a tutti gli effetti accanto al catalano e al castigliano.
All'interno dei parlari occitani, il guàscone ha uno status tutto suo e caratteristiche assolutamente speciali anche all'interno delle... (Continues)