Precisazione: Mudcat è il nome della band, ma anche lo pseudonimo del suo leader, Daniel Dudeck, esponente del Piedmont Blues, un genere che abbraccia blues, country e ragtime e che origina nella regione detta Piedmont, un altopiano sulla costa est degli USA, tra Virginia, Sud e Nord Carolina e Georgia.
leggiamo su Wikipidia che Nick Cave si è ispirato al suicidio di Ofelia, a me sembra che il primo riferimento venga proprio dalla ballata popolare “The Banks of the Red Roses” o se vogliamo la versione appalachiana “Willow garden”, declinata nello stile “antologia di Spoon River”.
Siccome non ho ben capito se il tema è da considerarsi una "comune" murder ballad o tra la questione del femminicidio, la commento qui.
La ballata popolare “The Banks of the (Red) Roses” di fine Ottocento, è nota in due versioni, diametralmente opposte, quella irlandese come love song ricca di irish humour e quella scozzese come murder ballad: la storia si riassume in tre att, i due che si sollazzano tra le canne in riva al fiume, lei che si lamenta perchè vuole essere sposata, lui che la pugnala al cuore e la lascia sulle riva a colorare di rosso sangue le rose.
Chi narra la storia sembra voler dare un avvertimento... (Continues)
Cattia Salto 2017/4/5 - 21:42
Aggiungo alcune ulteriori riflessioni sulla murder ballad "Where The Wild Roses Grow" composta da Nick Cave e sul video girato da Rocky Shenck.
Il concetto di fondo è il controllo maschile sulla donna e la sua "giusta" punizione: la donna viene uccisa perchè deve essere punita, a causa della sua sessualità selvaggia.
La formula del duetto botta e risposta, è propria delle love song basate sul contrasto amoroso, innocue schermaglie (ma solo in apparenza) in cui l'uomo cacciatore conquista e seduce la donna con le buone o con le cattive, mentre lei invece difende la sua virtù quasi sempre ad oltranza. Tuttavia la seduzione spesso si configura come uno stupro con la ragazza costretta ad acconsentire e praticamente senza possibilità di scelta.
Nelle murder ballad a sfondo sessuale s'inserisce un ulteriore elemento di violenza: certamente ci sarà una causa scatenante per l'omicidio (il movente),... (Continues)
Michael Fedoroff si fa la pubblicità del migliore chitarrista country dei tutti tempi in Russia. Il suo disco sembra un "pot-pourri" delle canzoni russe moderne, e la povertà dei credits rispecchia, a quanto pare, la povertà del personaggio :)
Ci darò un'occhiata comunque e ti faccio sapere.
Krzysiek 2017/4/3 - 22:00
La povertà intellettuale, ovviamente ;)
1. Nadja, Nadieńka – Надя-Наденька – Булат Окуджава – Bulat Okudžava
https://www.youtube.com/watch?v=8TTUc4Q_fLU
2. Ech Raz, Jeszcio Raz? – Моя цыганская (Эх, раз, да еще раз) – Владимир Высоцкий – Vladimir Vysockij
https://www.youtube.com/watch?v=p5ZpiIxHVi8
3. Kolokolczik – Kолокольчик – traditional (anonimo)
https://www.youtube.com/watch?v=9w5HmUJfgZA
oppure – В лунном сиянии - Колокольчик звенит – М.Соколова
https://www.youtube.com/watch?v=NzgB1MkxBAk
oppure un poesia di Евгений Евтушенко ?????
https://www.youtube.com/watch?v=ebOk1_XQh0g
4. Fonariki – Когда фонарики качаются ночные – un pezzo dal telenovella televisiva del 2009 "Исаев" ?
https://www.youtube.com/watch?v=y-ZnpwM0yG0
5. Modlitwa – Молитва Франсуа Вийона – Булат Окуджава – Bulat Okudžava
https://www.youtube.com/watch?v=cKNHcO5i-AI
6. Wasze Błagarodzje – Ваше благородие... (Continues)
Krzysiek, che casino!!! Questo personaggio Fedoroff è ben strano! E' assurdo fare un omaggio a due titani come Okudžava e Vysockij scegliendo queste canzoni! E' una mancanza di rispetto verso di loro e verso la divulgazione della loro arte! Anzi verso anche di noi che ascoltiamo! Cosa c'entrano i due autori con pezzi come il 3-4-7-9? Non parlo di Bulat perchè ho una conoscienza insufficente ma a riguardo Volodja......l'unico pezzo scelto degno di nota è il 2 ma il titolo è cambiato (Ech Raz, Jeszcio Raz...??? Моя цыганская, qui in Italia è tradotto in Variazioni Su Temi Zigani ma la canzone è rispettata e viene bellissima anche nella nostra lingua). Taganka non sembra composta da Vysockij, comunque lo rappresenta (Taganka ogni notte piena di fuoco, Taganka perché mi hai rovinato? Taganka, io sono tuo prigioniero perenne)......Nel corso degli anni, di tributi a Vladimir Vysotskij ne ho ricevuti... (Continues)
Come vedi e una specie di "Best of the best" per un certo pubblico, fatto in maniera negligente e sbrigativa. Per quanto
riguarda il numero 5 "Молитва", il titolo è in polacco "Modlitwa", ma sul disco sarà cantato in russo, non è per niente strano che ti sembra diverso dalla traduzione polacca che ho proposto qualche tempo fa :)
Bulat Okudžava è stato tradotto da noi da diversi parolai e cantautori bravi. Wojciech Młynarski, scomparso da poco, ha fatto anni fa due spettacoli teatrali con le proprie traduzioni, dedicati a Bulat Okudžava e Vladimir Vysockij, e li ha fatti veramente da maestro.
Saludos
Questo soggetto qua avrà più di sessanta anni, forse ha studiato pure al conservatorio di Leningrado (allora), forse infatti ha girato tutta la Russia e tutto il mondo (dice di aver suonato blues e country in Brasile per sei anni), sa russo perché è un russo, adesso, purtroppo, si è installato a Varsavia... ma non ha capito mai un cazzo, secondo me :)
Mar del Plata, la squadra dei desaparecidos che morì per il rugby
Non è facile portare su un palcoscenico teatrale touche e mischie di rugby. Tantomeno morte, dolore e tortura, la storia triste dell’Argentina della dittatura degli Anni Settanta.
Dove si moriva, anzi si scompariva, a 20 anni senza sapere perché. Claudio Fava, già sceneggiatore de “I cento passi”, è riuscito a farlo nel raccontare la vicenda del Mar del Plata: la squadra di rugby che nel 1978 – l’anno del Mundial de Fútbol – non si piego alla logica dello “show must go on”, ma sfidò il regime militare per amore della palla ovale e della libertà, pagando con la vita la propria passione.
Mar del Plata è la storia di una formazione di rugby, di un gruppo di amici, del campionato del 1978 che la formazione argentina finì decimata dagli omicidi politici. Il primo è quello di Diego, 17enne di talento che “giocava al rugby e... (Continues)
This song was written in April of 1945 by Zbigniew Koczanowicz at Falkensee, a sub-camp of Sachsenhausen where he was interned (after Auschwitz and Gross-Rosen). The song was also known as "Marsz Zbyska Koczanowicza" (after the lyricist). It apparently had some association with the clandestine "camp patrol" that was formed by the remaining prisoners of Falkensee in 1945, among whom was Koczanowicz. This "patrol" supposedly knew of the German arsenal of secret weapons and took arms from it to defend themselves against the prison guards. According to Aleksander Kulisiewicz, the melody to "Pieśń Obozowa" was adapted by Koczanowicz from a nineteenth century Russian folksong. Koczanowicz's poem was later set to an original melody by his fellow prisoner, Ludwik Żuk-Skarszewski.
CAMP SONG (Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2017/4/4 - 03:57
Il testo della canzone con la grafia controllata e corretta.
Credo che la scrittura corretta del cognome del compositore sia: Ludwik Żuk-Skarszewski (żuk – coleottero). E poi ci sarebbe da togliere la zeta finale nel diminutivo Zbyszek, nonché lo sdoppiamento della prefazione.
Salud
Ecco, le correzioni sono state tutte fatte; il testo corretto è stato,ovviamente, riportato nella sezione principale di testo. Salutamm' e dzecuiemm', guagliò!
“Il mondo com'è oggi”
Anche la copertina che disegnarono loro stessi era alquanto inquietante. Avevo incontrato gli Henry Cow alla festa di Radio Tartaro, a Povegliano Veronese il 23 settembre 1977. Eravamo tutti ventenni e incazzati. Prima del concerto ci furono dibattiti su temi di questo tipo: “6000.000 giovani disoccupati" o "Ai lavoratori piace ancora il sindacato?”
Queste sono state menti raffinate assai, cosa tutt'altro che scontata nel mondo rock..
Sono ancora in contatto con Chris Cutler.
Flavio Poltronieri
DEMOCRAZIA (Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2017/4/3 - 18:00
Definitiva.
Grazie Flavio.
Sento che sei tornato a nuovo, più tosto che pria.
Saluti
Caro Bernart, è solo che non capivo perchè in Antiwar Songs mancavano le traduzioni di questi Cantori del mistero, dell'angoscia e della precarietà. Le loro canzoni dalla scarna trama brechtiana. Questi testi che attraverso l'amara e crudele voce di Dagmar, sposano solennemente il brivido di questi suoni. E' un viaggio dantesco tra le speranze e le paure, Giovanna d'Arco, l'oppressione capitalistica, il labirinto di Dedalo e la Cattedrale di Amiens, il lavoro e la fatica, Notre Dame, la tomba di Francesco II duca di Bretagna a Nantes, l'incubo atomico, eremiti, ruote magiche, stelle, ratti e scimmie, schiavi e, appunbto, sei cadaveri nelle fauci della borghesia: Democrazia, Legge, Libertà, Verità, Pace (Armata) e Civiltà.
Ne esiste una cover in italiano di Fiorello da "Finalmente tu" (1995) intitolata Ridi, ma che ne riprende solo la musica e la trasforma in una melensa canzone d'amore
כברבים מן השירים שהוקלטו על ידי הוועדה ההיסטורית היהודית במינכן בשנת 1946, אין בהקלטה או בחומר הנלווה פרטים על אודות הזמר. הטקסט של השיר פורסם בחלקו באסופה "מן המצר קראתי" (1954, ע' 66).
זהו שיר בסגנון שירי הרחוב של גטו לודז', המתאר את הרעב והחיים הקשים בגטו. השיר, כשירים אחרים מגטו לודז', מספר על המשטרה היהודית - ה"זונדרקומנדו" - שהקים רומקובסקי כדי לשמור על הסדר בגטו. כמות המזון קטנה וכדי לראות את הלחם ותפוחי האדמה יש לחבוש משקפיים כפולים. רומקובסקי ואנשי שלומו נהנים ממזון טוב יותר ובחורי ה"זונדר" ובראשם דוד גרטלר - איש העולם התחתון שהטיל מורא על תושבי הגטו - משליטים סדר בגטו. הפזמון מספר על המשטרה היהודית השומרת מפני גניבות ועל כך מגיעה להם תודה. הומור ואירוניה משמשים את המשורר להגיב על המצב בגטו.
המנגינה לקוחה משיר עם ביידיש.
La versione di Jan Řepka è chiaramente una traduzione artistica, però posso confermare che è molto vicina al testo originale. Per il confronto, però, mi baso sulla traduzione italiana presente su questa pagina perché con lo Schwytzertüütsch ho anch'io qualche seria difficoltà. Sono d'accordo con quanto scritto da Riccardo. Anche se, paradossalmente, mi è capitato un paio di volte, parlando tedesco con dei madrelingua provenienti dalla Germania, che mi venisse chiesto se ero svizzera. Ehm, non so se è un bene o un male... :)
Mi associo ai saluti dalla “Florenzdorf”, oggi di nuovo primaverile e soleggiata.
Stanislava 2017/4/3 - 17:08
Stanislava, che dirti da questa Florenzdorf tornata immediatamente nella primavera (naturalmente, sempre di lunedì)...nanuk sgnùk! (che dovrebbe essere "Grazie" in neanderthaliano, ndr :-P)
Tra le altre cose, il cognome "Řepka" (che in ceco vuol dire "colza", la pianta olearia), è ben conosciuto a Florenzdorf, ma per altre strade. Anni fa giocò nella Fiorentina un ottimo calciatore cèco, Tomáš Řepka.
A Florenzdorf, naturalmente, nessuno sapeva pronunciare il suo nome. Usualmente era "Thomas Repka" (si doveva chiamare per forza "Thomas" con la "h"), e anche "Repka" con la "r" italiana diventava qualcosa come "rèppeca" alla fiorentina, anzi "rèppeha".
Poi, a un noto commentatore radiofonico delle partite della Fiorentina, David Guetta (omonimo di un celebre dj francese), qualcuno dovette dire come si pronunciava effettivamente quel cognome, e il bravo radiocronista (noto per la sua "erre... (Continues)
Se non ci arriva Toldo, c'è Řepka, giusto? Tra l'altro, Tomáš Řepka terminò la propria carriera calcistica qualche anno fa nella Dynamo České Budějovice, la squadra del capoluogo della Boemia meridionale, più noto con il nome tedesco Budweis e soprattutto per la birra Budweiser.
Corre voce che un bel giorno quando Řepka ancora giocava lì, si presentò allo stadio della Dynamo un fiorentino, ovviamente grande tifoso della Fiorentina, che si trovava lì vicino in vacanza con la sua compagna originaria proprio di quella zona. Lei approfittava dei pochi giorni per poter stare con la sua gente e il fiorentino si era scocciato di sentire sempre parlare quella lingua incomprensibile, e le deve aver detto qualcosa tipo: “Sai icchè fo? Vo a trovare Řepka.” Ancora oggi non è ben chiaro come abbia fatto a spiegarsi in ceco, ma è riuscito a entrare allo stadio e fare una foto con Tomáš...
Sul fatto della "rr" argentina, hai perfettamente ragione anche se, propriamente, non è del tutto il medesimo suono della [ ř ] ceca (e, comunque, nemmeno quello dei dialetti siciliani è esattamente il medesimo suono).
Sai cosa? La "rr" argentina te la faccio sentire con una canzone dell'immenso Atahualpa Yupanqui, El árbol que tu olvidaste. Nota come pronuncia la "rr" di "arroyo" e "tierra"... (e ascolta anche la canzone se non la conosci, è una meraviglia)
Comunque penso che il fiorentino si sia fatto intendere da Tomáš Řepka in inglese; dopo che Řepka dovette andarsene via da Firenze causa fallimento totale della Fiorentina del cotonato Cecchi Gori, andò a giocare in Inghilterra, nel West Ham, o Prosciutto Occidentale come si potrebbe dire :-)
Ma per quanto riguarda il dialogo tra il fiorentino e Řepka, con l'inglese la vedo dura, e non per Řepka, se non per l'altro, perché ti posso garantire che, soprattutto a quei tempi, di inglese sapeva letteralmente due parole... Avrà usato altri metodi :-)
(trascritta all'ascolto da Stanislava Šebková, da questo video:)
ZÁPALKA (Continues)
Contributed by Stanislava 2017/4/3 - 20:02
Scusa Stanislava, se mi sono permesso di...ripristinarti per un paio di volte nome e cognome "coll'òva", anzi coll'ová per dirlo nach Florenzdorfer Art; probabilmente le traduzioni di Jan Řepka non erano presenti da nessuna parte, e mi sembra un po' giusto decretartene il merito!
Caro dq82,
porta pazienza, non sono nelle condizioni ottimali.....
Per farmi perdonare ti mando questa chicca:
In conclusione al disco c'è un unico pezzo solo strumentale, dal titolo "Sveglia, Albione!" ma in origine aveva un testo che Dagmar si rifiutò di cantare perchè lo giudicò troppo violento. Il gruppo si trovava a registrare a Zurigo in mezzo a rivolte e gas lacrimogeni. La canbzone finiva con queste parole: Sveglia! Sveglia! Che le bandiere volino come proiettili e oscurino il cielo!"