Certo di fare cosa gradita al mio Brother in Songs, mi sono fatto portare uno dei tanti diarietti risalenti alla mia adolescenza, zeppo di poesie che scrivevo e alcune delle quali poi sono diventate canzoni in un'epoca posteriore, perchè ricordavo vagamente contenesse anche la remota ingenua traduzione di questa canzone, che prontamente ricopio paro paro e fornisco come contributo affinchè abbracci quella di Riccardo, come io abbraccerei lui se fosse qui.
IL GRANDE VALERIO (Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2017/2/22 - 19:52
Non è corretto affermare nell'intestazione che il brano compare negli Albums: I Want to See the Bright Lights Tonight [1974]
Live (More or Less) [1976]
poichè nell'anno 1976 con una ben discutibile operazione commerciale, la Island Records mise sul mercato americano questa doppia raccolta dal titolo Live (More or Less), inserendovi I Want to See the Bright Lights Tonight di due anni prima, nella sua interezza accoppiato a un secondo LP chiamato appunto Live, More or Less che comprendeva una selezione dal doppio vinile Guitar, vocal - a collection of unreleased and rare material 1967-1976, indirizzato in contemporanea al mercato inglese.
Quindi: The Great Valerio, a parte essere eseguito originariamente in I Want...troverà spazio in seguito solo nel live Small Town Romance in una versione finalmente cantata dal suo autore al Folk City di New York City a fine settembre 1982. Senza dubbio... (Continues)
He hum... Et si tout simplement l'auteur de la phrase mystérieuse sur l'Opéra Fantôme "La Vie Quotidienne" avait voulu faire une métaphore plaisante, inscrivant un air qui traite de la bêtise dans la vie quotidienne, où effectivement on rencontre souvent la bêtise ? A travers l'image d'un opéra inventé pour la circonstance et perceptible seulement par les lecteurs avisés ?
Avant d'enfourcher un cheval fougueux, s'assurer qu'il est bien équipé de brides et de mors. Autre métaphore.
Quant aux ânes....ils ne s'appellent pas tous Martin.
"O cantor e compositor Santos Júnior, autor e intérprete de vários temas paradigmáticos deste período, dos quais se destacam as canções "Estrangeiro" e "Atu mu ngila", foi um dos principais arautos da canção política e da estética musical do período da revolução."
Richard Gwenndour, una curiosità: Wig A Wag che tu hai citato nel Sergent Major è anche sinonimo di Storlok, ovvero il sinistro cigolìo dell'asse del carretto dell'Ankou che viene a cercar prede da portare nell'aldilà......ahi, ahi temo che mi stia proprio facendo male soggiornare in questa corsia!!!........
"Muzik Zeppelin strink ha stirlink/Komzoù Abernot stok ha storlok/O Jesus evelato, 'lar Chan ar C'hanig/Ur c'han hag e ziskan, etre Grall hag a Millig" sono le prime parole di un disco del 2003 a nome dell'allora quarantenne Dom Duff che ancora dieci anni dopo evocherà l'universo fantasmagorico del poeta Bernez Tangi in una epica traversata su una bagnarola, in compagnia di personaggi recanti i nomi dei santi bretoni.
Ad maiora. Kenavo. Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri 2017/2/22 - 15:33
Caro Richard, sempre all'epoca delle mie frequentazioni bretoni, fui incuriosito dalla figura di questo affascinante contrabbassista di jazz dai grandi baffi e dalla folta barba e che aveva un forte legame familiare con la regione. Il suo nome era Henri Texier e si dilettava anche con strumenti tipo oud e bombarda, subito naturalmente mi venne in mente il suono di Ahmed Abdul-Malik che adoravo e quindi cercai i dischi. Il primo era Amir e conteneva un brano dal titolo significativo Les Korrigans, il secondo invece si intitola per l'appunto Varech.....ora è anziano e ha comunque compiuto una carriera luminosissima, senza mai dimenticare il lato etnico del jazz che a me piace tanto, per qualche anno siamo stati in contatto epistolare, a fine 1997 ha registarato a Saint-Nazaire addirittura un intero cd, pieno di foto meravigliose, insieme alla Bagad Men Ha Tan.
Quanto qualunquismo nelle parole di Riccardo. Stai muovendo le stesse critiche che venivano mosse a Mogol dalle femministe in quegli anni: l'essere misogino, reazionario, soppressore di coscienze e chi più ne ha più ne metta. Mogol attraverso le canzoni che tu hai citato (una minimissima parte dell'immensa teoria di "tipi" che ha messo in versi) non ha fatto altro che mettere in circolo, appunto, dei "tipi" di uomini e di donne, senza per forza apporre un giudizio preciso. Il sempliciotto, l'emancipata, il piccolo-borghese, la prostituta: sono tutti tipi che esprimono la contraddizione della società del tempo (caos e inquietudini cittadine contro la secolarità e la stabilità reazionaria della campagna, in cui sono sacrificati certi valori in favore di altri e viceversa). Sono idee tutt'altro che univoche o che sopiscono la capacità critica, ma anzi pongono interrogativi profondi su diverse... (Continues)
Su Lyricstranslate c'è una traduzione inglese fatta bene, a quanto pare, ma il tizio che l'ha posta è un copyrightatto cronico (leggi: simply schizo), allora preferisco ignorarla.
Propongo un video sottotitolato in inglese, ma non sono convinto della qualità della traduzione, non lo so se vale la pena trascriverla.