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Clifford Glover

Clifford Glover
Words and music by Beverly Grant ©1974
nel disco "Working People Gonna Rise!" de The Human Condition with Beverly Grant, 1974, Paredon Records (ossia Folkways/Smithsonian)

Clifford Glover era un ragazzino nero di dieci anni. Il 28 aprile 1973 di prima mattina fu fermato insieme al patrigno nel quartiere del Queens a New York da due poliziotti in borghese. L'uomo e il ragazzo si spaventarono, pensando che i due poliziotti fossero dei malviventi che volevano rapinarli, e cominciarono a fuggire. Uno degli agenti, di nome Shea, sparò al ragazzo centrandolo con almeno due colpi e uccidendolo. Il poliziotto affermò al processo che "credeva che il ragazzo avesse un arma". Dei testimoni riportarono che Shea aveva urlato ai due un'offesa razzista.

Thomas Shea fu processato per omicidio. La giuria, composta da 11 bianchi e un nero, naturalmente lo assolse. Al seguito dell'assoluzione varie... (Continues)
6:30 AM on that fateful day
(Continues)
Contributed by Lorenzo Masetti & Bernart Bartleby 2016/8/8 - 19:42
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Epilogo

Epilogo
L'importanza di chiamarsi Michele (2013)

Federico mi racconti quali sono le tue ambizioni legate a “L’importanza di chiamarsi Michele”?
Premesso che sono uno sconosciuto alla mia prima esperienza discografica, ritengo che una persona dovrebbe ascoltare il mio disco per semplice curiosità e, dalla curiosità, passare al giudizio di “gusto”, quindi riascoltarselo, capirne la storia, farlo proprio, immedesimarsi e poi seguire la morale di Michele. Cerco di parlare di lotta alla sopravvivenza in un periodo storico – quello nostro – davvero tragico: è qui che Michele combatte la sua guerra, decidendo inzialmente di scappare all’estero, poi di ritornare e quindi di sfogarsi, offrendo il suo piccolo e inutile contributo alla sua terra, al suo mondo. È l’epilogo che, però, nasconde la svolta della narrazione: un monologo affidato direttamente alla voce di Michele e che rimanda a uno dei brani iniziali... (Continues)
Alla fine, come tutto, è una storia quasi vera.
(Continues)
Contributed by Dq82 2016/8/8 - 17:43
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Un militare

Un militare
L'importanza di chiamarsi Michele (2013)

Calabrese, bolognese d'adozione, che si rifà a Rino Gaetano e cita come suoi maestri inconsapevoli Simone Cristicchi e Cisco.

Introduzione da Promemoria di Gianni Rodari
Ci sono cose da non fare mai, ‎
(Continues)
Contributed by Dq82 2016/8/8 - 17:36
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El baile del abejorro

El baile del abejorro
[1975]
Parole e musica di Carlo Cano
Nell’album d’esordio, intitolato “A duras penas”
Poi sul lato B del singolo “La verdiblanca” (canzone dedicata i colori della bandiera andalusa)

La festa e le danze – e qui si balla il “ballo del bombo” – sono riservati ai poveri e agli sfruttati… Invece i ricchi e i profittatori, che vadano a ballare da un’altra parte!
Este ritmo alegre voy a cantar
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/8 - 16:23
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Parando los tijerales

Parando los tijerales
[1971]
Parole e musica di Víctor Jara
Un brano che trovo in una raccolta del 2001 intitolata “Manifiesto

Non di certo una delle canzoni più significative di Jara, piuttosto didascalica, scritta al solo scopo di sostenere la Unidad Popular.

“Tirando su i tetti” è scritta dalla prospettiva di un operaio edile, uno che ha sempre costruito case per i ricchi e che ogni sera se ne torna nel suo “conventillo”, un misero alloggio di ballatoio con il cesso in comune. Con l’avvento di Allende finalmente l’hanno mandato a costruire una scuola, una strada, una casa vera per la gente più povera, perché ci sia più giustizia sociale…
Brindo dijo un albañil
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/8 - 08:20
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Migrare

Migrare
[2016]

Album: Letiana
Migrare
(Continues)
2016/8/8 - 00:34
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Letiana

Letiana
[2016]

Album: Letiana

"Il testo è apparentemente semplicissimo, perché volevo che fosse una sorta di lamentela corale, una sorta di preghiera laica e tribale.
Cosa vuol dire Letiana ? È un nome di donna (anche qui lo spunto mi è venuto dalla lettura di un giornale, più precisamente, da un articolo dove si raccontava di donne prive di marito o figli linciate pubblicamente perché accusate di stregoneria) che per me è diventato il nome collettivo dei reietti, degli ultimi, degli indifesi. Per questo l’ho scelto anche come titolo del disco. "
Letiana
(Continues)
2016/8/8 - 00:30
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Buonanotte Irene

Buonanotte Irene
[2016]

Album: Letiana

"Parla di rifugiati politici e di addii. Il titolo riprende lo standard folk americano “Goodnight Irene”, interpretato in Italia da Nilla Pizzi proprio con il titolo “Buonanotte Irene”, anche se, in realtà, per il nome mi sono ispirato al film “il segreto dei suoi occhi” di Juan Jose Campanella. Il film non mi è particolarmente piaciuto, ma mi ha fornito lo spunto per la scena iniziale del brano. "
Buonanotte Irene
(Continues)
2016/8/8 - 00:25
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Impalcature

Impalcature
[2016]

Album: Letiana

"Parla di omicidi bianchi, cioè le morti sul lavoro: una delle piaghe di questo paese, che in un anno fa più morti della camorra. Il punto di vista è di chi rimane. Della rabbia provata da chi ha visto il proprio collega morire, e che rimane a lavoro, sapendo che potrebbe toccargli la stessa sorte. Di chi sa che di lavoro si muore anche per logorio, se non proprio di malattia o d’incidenti. Cerco di raccontare la frustrazione di chi è incudine e non può alzare la testa e, per questo, se la prende con sé e con chi è più debole."
Impalcature
(Continues)
2016/8/8 - 00:21
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La Normalità

La Normalità
[2016]

Album: Letiana

"Volevo parlare della violenza di genere ritenuta “normale”, quella quotidiana cui assistiamo tutti inermi perché ne se siamo assuefatti e, talvolta, artefici. È la violenza che mi spaventa di più: è semplice indignarsi per “i mostri”, lo è meno quando ci rendiamo conto che siamo tutti colpevoli in un modo o nell’altro"

«Il video de La Normalità», si legge nelle note stampa allegate, «procede in modo volutamente statico e incentrato sulle reazioni di una ragazza – incredulità, fastidio, ridicolaggine, amarezza – al discorso portato avanti dal protagonista della canzone. Un discorso in cui la violenza quotidiana – nel caso specifico, sulle donne – viene legittimata con la sua presunta “normalità”, perché “è così che va il mondo / è così che è sempre andato”, osteggiando qualsivoglia processo di emancipazione nella società. A tutte queste persone che negano diritti... (Continues)
La Normalità
(Continues)
2016/8/8 - 00:17
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Kildevil

Kildevil
[2016]

Album: Letiana

Nelle parole dell'autore "il Kildevil era un rum molto forte bevuto dagli schiavi deportati nelle isole vergini alla fine del ‘700. A quell’epoca l’afflusso di schiavi era tale che conveniva acquistarne di nuovi e lasciar morire di fatica quelli che si avevano già, piuttosto che spendere delle risorse nel curarli. Un tentativo di rivolta da parte degli schiavi fallì proprio a causa del rum con cui festeggiarono la prima vittoria e che li ridusse all’incoscienza. Il brano racconta quindi una doppia schiavitù: quella dei deportati e quella dall’alcol.
Lo spunto mi è venuto dal libro “Le Isole Degli Schiavi” di Thorkild Hansen, edito da Iperborea."
Kildevil
(Continues)
2016/8/8 - 00:08
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Sacando pecho y brazo

Sacando pecho y brazo
[1972]
Parole di Víctor Jara, con Alejandro Sieveking (1934-), drammaturgo cileno che fu amico e collaboratore di Jara.
Musica di Víctor Jara.
Testo trovato su Lacuerda.net – Letras y acordes

Una cueca, penultimo brano da “La población”, concept album dedicato ai campamentos, agli insediamenti spontanei che in Cile, soprattutto tra gli anni 60 e gli anni 80, sono sorti intorno alle grandi città. Quelli che in altri paesi dell’America Latina si chiamano “favelas”, “barrios bajos”, “villas miseria”, ecc., in Cile vengono chiamati “poblaciones callampa”, dove con il termine callampa ci si riferisce a tutti quei funghi che crescono nei prati dalla sera al mattino: ieri non c’erano e oggi sono lì.
Al proposito si veda l’introduzione a La bala.

“Dicono che i riccastri, e 'sti cazzi! / sono molto sorpresi / Dicono perchè i pezzenti, a 'sti cazzi! / si sono ribellati...” E' ora che anche noi... (Continues)
- Popeye oh, alcánzame los clavos de una y media que tenís ahi
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/7 - 22:02

Prova tu

Un piccolo brano in stile anomalo dedicato ai tanti, giovani e meno giovani, per cui un posto precario e sottopagato è il massimo a cui possono aspirare, un sogno che sperano possa avverarsi.
Non è mica colpa mia
(Continues)
Contributed by Roberto Malfatti 2016/8/7 - 21:07
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El amor es un camino que de repente aparece

El amor es un camino que de repente aparece
[1965]
Parole e musica di Víctor Jara
In un disco senza titolo pubblicato nel 1967, noto anche come El aparecido o “Desde Lonquén hasta siempre”, titolo quest'ultimo assegnatogli in edizioni successive a partire dal 1980.

Un inno all'amore, all'“hombre creador” e alla libertà. Nella prima strofa un richiamo a Las palomitas, la prima canzone composta da Jara nel 1960, quando ancora faceva parte dell'ensemble folklorico Cuncumén, con Margot Loyola, Silvia Urbina e Rolando Alarcón. In quei versi il poeta, rapito dal volo libero delle colombe, le interpellava per sapere quale fosse il luogo più tranquillo per viverci... E quelle rispondevano che non era certo la terra, l'unico posto per essere liberi è il cielo...
Ma forse, a qualche anno di distanza, Jara aveva compreso che a fare della terra il cielo era l'amore, l'amore per la proprio donna, per la terra, per il popolo e le sue sofferenze: “Ho incontrato la vita nei tuoi occhi... sono i miei soli tesori che nessuno mai potrà sottrarmi.”
El viento juega en la loma
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/7 - 17:37
Song Itineraries: Anti War Love Songs
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En el río Mapocho

En el río Mapocho
[1972]
Parole di Víctor Jara, con Alejandro Sieveking (1934-), drammaturgo cileno che fu amico e collaboratore di Jara.
Musica di Víctor Jara.

Seconda canzone da “La población”, un concept album dedicato ai campamentos, agli insediamenti spontanei che in Cile, soprattutto tra gli anni 60 e gli anni 80, sono sorti intorno alle grandi città. Quelli che in altri paesi dell’America Latina si chiamano “favelas”, “barrios bajos”, “villas miseria”, ecc., in Cile vengono chiamati “poblaciones callampa”, dove con il termine callampa ci si riferisce a tutti quei funghi che crescono nei prati dalla sera al mattino: ieri non c’erano e oggi sono lì.
Al proposito si veda l’introduzione a La bala.

E si sa, i funghi crescono meglio dove è umido. Sicchè le “callampas” spesso spuntavano lungo le sponde del fiume che attraversa la regione metropolitana di Santiago del Cile, il río Mapocho. Nelle sue acque... (Continues)
En el río Mapocho
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/6 - 23:13

Dimmi quand'è

Una ballata che cerca di raccontare scene, suoni, odori e azioni tipiche di ogni guerra. E che pone una domanda: "quand'è che finirà, quand'è che l'uomo capirà?"
Lugubri fischi urlano,
(Continues)
Contributed by Roberto Malfatti 2016/8/6 - 18:41
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Benzodiazepina

Benzodiazepina
[2015]
Nell'album “Il Teatro degli Orrori”

Nel loro forse meno riuscito album, trovo però questa canzone de Il TdO che mi ha fatto subito pensare ad Andrea Soldi – ve lo ricordate? - quel ragazzone con qualche problema psichico, ma che non aveva mai fatto male ad una mosca, che giusto un anno fa a Torino, nel corso di un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), venne strangolato da alcuni energumeni della Legge, alcuni “civich” troppo zelanti, e sbattuto a tirare le cuoia sul lettino di un'ambulanza, ammanettato e a faccia in giù, mentre lentamente soffocava.
“Violenta asfissia da compressione”, così morì Andrea Soldi, 45 anni.

Nei giorni scorsi, la panchina dove Andrea solitamente si fermava a sedere, in piazza Umbria, la stessa dove ebbe inizio il suo assassinio, è stata ripulita, da mano sconosciuta, di tutti i fiori, le foto, i pensieri che lì avevano posto quanti avevano conosciuto... (Continues)
Stati di ansia, squilibri emotivi collegati a stress situazionali o ambientali o ad affezioni organiche acute o croniche.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/6 - 16:36
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Maria Tabacchina

Maria Tabacchina
[2015]

Alessio Lega e I Malfattori - Albumconcerto

Canta e suona la chitarra classica Alessio Lega
Canta e suona il cembalino Giusi Delvecchio
Chitarra resofonica Roberto Zamagna
Basso elettrico Nicola Zamagna
Organo Hammond Guido Baldoni
registrata live a Gambettola il 27 ottobre 2015

Maria Tabacchina (con Maria Solitaria e Maria Tortura) fa parte della trilogia della "Madonne", preghiere laiche sulle figure femminili scritte originariamente da Alessio Lega per il film di Ascanio Celestini "Viva la sposa" (2015) dove è appunto stata inserito un frammento di Maria Tabacchina.
Madre Maria delle tabacchine
(Continues)
Contributed by adriana 2016/8/5 - 17:40

La città delle ombre

Il lavoro agricolo, anche in Italia, presenta situazioni che hanno i connotati della schiavitù. In particolare per quanto riguarda i lavoratori provenienti da paesi africani. A loro è dedicata questa piccola ballata.
Ombre chinate a testa in giù
(Continues)
Contributed by Roberto Malfatti 2016/8/5 - 14:58
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W domach z betonu

W domach z betonu
[1986]
Testo e musica di Martyna Jakubowicz
da tekstowo.pl
Obudziłam się później niż zwykle
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2016/8/5 - 07:04
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Justice

Justice
(1989)
Album: One Bright Day (Ziggy Marley & the Melody Makers)
Justice, people say, justice
(Continues)
2016/8/4 - 23:57
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Polvere e ossa

Polvere e ossa
feat. Will
Mi interrogo talvolta se esista quella porta
(Continues)
Contributed by Paola 2016/8/4 - 23:17
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L'amore ai tempi dello spread

L'amore ai tempi dello spread
Caro amore scusa non posso tornare
(Continues)
Contributed by Paola 2016/8/4 - 23:04
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Svegliati (Calabria version)

Svegliati (Calabria version)
Mi staiu cca ca u sula arriva stu caddu non mi sfianca su calabrisa
(Continues)
Contributed by Paola 2016/8/4 - 22:59

Prima che venga l'inverno

Una ballata molto semplice dedicata a chi per le più svariate ragioni si trova a vivere sulla strada.
Prima che venga l'inverno,
(Continues)
Contributed by Roberto Malfatti 2016/8/4 - 19:10
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Home Movies

Home Movies
[ENG] An anti-war song with a more "humanistic" approach,
describing the conflict as seen through the eyes of a fictional father/soldier caught in a seemingly never-ending war, who sees his son grow up only thorough the "home movies" he gets from his family.
Initially set in a kind of SF scenario, it gradually
incorporated elements from the Iraq war (broken promises of troops withdrawal from presidents, sexual assaults on women soldiers at the hands of their own "colleagues", etc)

[ITA] Una canzone pacifista con un approccio quasi "romantico", nel descrivere la situazione di un padre al fronte di un conflitto interminabile, che vede crescere suo figlio solo attraverso i filmini (home movies) che riceve da casa.
Inizialmente ambientata in uno scenario fantascientifico, la canzone è mutata, incorporando parecchi elementi caratteristici della guerra in Iraq e toni di invettiva contro la politica estera US.
You run for shelter from the sparks
(Continues)
Contributed by Andrea Imberciadori 2016/8/4 - 16:43
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Terroristango

Terroristango
Me dicen terrorista por querer cambiar este mundo, lleno de desigualdades que agoniza sufriendo un dolor profundo, por eso te lo digo bien clarito, rapidito, no me confundo, todo esto esta muy sucio, apesta, hay un olor inmundo.
(Continues)
Contributed by adriana 2016/8/4 - 16:19
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Pepe mendigo (o Cuento de Navidad)

Pepe mendigo (<em>o</em> Cuento de Navidad)
[1965]
Parole e musica di Víctor Jara, che compose la canzone per uno spettacolo del teatro dei mimi di Enrique Noisvander.
Poi inclusa in una riedizione del 2001 dell’album “Canto por travesura”, originariamente pubblicato giusto nel settembre del 1973.
Testo trovato su Cancioneros.com
Vamos a contarles la historia de Pepe "el Flaco", una historia generosa, poco habitual. Sucedió cuando el pino se cubre de algodón y luces de colores alegran a los niños. La casa del rico se llena de regalos y el tarro de basura es más codiciado por el pobre. Una historia que sucedió en mi ciudad…
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/4 - 09:13
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Cuando voy al trabajo

Cuando voy al trabajo
[1973]
Parole e musica di Víctor Jara
Nel disco intitolato “Tiempos que cambian”, pubblicato postumo nel 1974
L’album è noto anche con i titoli alternativi di “Tiempos nuevos”, “Canciones póstumas”, “Manifiesto” e “Presente”.



“Cuando voy al trabajo” è una canzone d’amore ma fu composta da Jara in omaggio all’amico Roberto Ahumada, ucciso da un cecchino fascista durante una manifestazione nel maggio del 1973 a Santiago. Lo slogan della mobilitazione era “No a la guerra civil!” ma quando il corteo stava percorrendo l’Avenida O’Higgins (che i locali chiamano La Alameda) qualcuno comincià a sparare sui manifestanti dalle finestre della sede del partito democristiano.

A principios de 1973, la situación de conflicto que vivía el país se había agudizado considerablemente. Para evitar el peligro de un golpe de estado, Allende había otorgado varias carteras ministeriales a algunos militares... (Continues)
Cuando voy al trabajo
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/4 - 08:53
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רומקאָװסקי חײם

רומקאָװסקי חײם
2. Traduzione inglese ripresa dal libro di Gila Flam
1.Chaim Rumkovski
(Continues)
Contributed by Dq82 + RV 2016/8/2 - 13:23
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רומקאָװסקי חײם

Versione di Rachmil Bryks [Yerakhmiel Briks, ירכמיאל בריקס] da Der keyzer in geto (דער קײזער אין געטאָ ,"L'imperatore del ghetto") in cui descrive un gruppo di bambini che canta questa versione durante una recita in strada.
רומקאָװסקי חײם


Yerakhmiel Briks was born in Skarzhisk (Skarżysko-Kamienna), Poland. He received a traditional Jewish education. As a youth he moved to Lodz, did a variety of different types of work, and acted in the Yiddish theater studio. He survived the Lodz ghetto and Auschwitz. From mid-1945 he was living in Sweden and in 1949 moved to New York. He began by writing poetry, later switching primarily to prose. He debuted in print with a poem in Inzl (Island) in Lodz. After the war he published in an array of serials in the Yiddish world press: Tog (Day), Forverts (Forward), Zamlungen (Anthologies), Yidishe kultur (Jewish culture), Amerikaner (American), and Unzer tsayt (Our time)—in New York; Lebns-fragn (Life issues), Nayvelt (New world), and Letste nayes (Latest news)—in Tel Aviv; Keneder odler (Canadian eagle) and Idishe zhurnal (Jewish journal) in Canada; Dorem-afrike (South Africa) and Afrikaner... (Continues)
רומקאָװסקי חײם
(Continues)
Contributed by Dq82 + RV 2016/8/2 - 13:19
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Wiegala

Wiegala
Nuku, lapseni
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2016/8/2 - 09:10
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El Nino

El Nino
E quando morirà
L'ultimo uomo
Ammazzato da un altro uomo
Ricomincierà di nuovo
La vita
Piano, piano
Attaccherà il suo canto
La fenice
Fuoco alato
krzyś 2016/8/2 - 02:44
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Io non mi inchino

Io non mi inchino
Bravo Dq82, bella pagina.
Anch'io avevo isolato la notizia e stavo pensando di scandagliare il repertorio de Le Rivoltelle, ma sei arrivato prima tu.
Da ricordare che Le Rivoltelle esordirono qualche anno fa con una cover de "La notte", uno dei brani più famosi del grande Salvatore Adamo, del quale le CCG riportano ad oggi ben 38 canzoni, Extra compresi.

B.B. 2016/8/1 - 23:06
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Oh Mary, Don't You Weep

Oh Mary, Don't You Weep
Strofe improvvisate da Pete Seeger l'11 maggio 1975 durante il concerto "The War Is Over" per celebrare la fine della guerra in Vietnam

video
Everybody now clap your hands
(Continues)
2016/8/1 - 22:44
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We Are The World

We Are The World
Un piccolo omaggio ad Anna Marchesini con questa versione di We are the world, da I promessi sposi
Dq82 2016/8/1 - 21:28
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The War Is Over

The War Is Over
L'11 maggio 1975 si tenne un grande concerto al Central Park di New York per celebrare la fine della guerra in Vietnam. Phil Ochs partecipò cantando tre canzoni: I Ain't Marching Anymore, There But For Fortune (con Joan Baez) e questa The War Is Over che aveva scritto otto anni prima e che dava il titolo al concerto. Fu l'ultima volta che la canzone venne eseguita in pubblico dal suo autore. Phil decise di abbandonare questo mondo meno di un anno dopo.



CCG Staff 2016/8/1 - 20:10

Immer langsam

Immer langsam
Chanson allemande – Immer langsam – Max Ehrlich – 1943

Écrite par Willy Rosen et Max Ehrlich pour le spectacle Humor und Melodie, mis en scène en septembre 1943 par des prisonniers dans le camp de concentration et de transit de Westerbork.
Interprétée par Max Ehrlich, avec Mara Rosen et Günther Witepski, dans une petite scène en carrosse située dans la période soi-disant « Biedermeier » (première moitié du 19ième siècle allemand), celui où, durant la Restauration, triomphait l’esthétique petit-bourgeoise.

« Prenons-la vie avec calme, inutile de courir, nous avons encore plein de temps… », chantaient-ils joyeusement à Westerbork, devant Albert Konrad Gemmeker, commandant allemand du camp… En août 1944, Gemmeker mit fin à toute activité récréative des prisonniers… Pas même un mois après, Ehrlich, Rosen et beaucoup d’autres furent transférés à Auschwitz et à peine arrivés au camp, menés aux chambres à gaz.
TOUJOURS LENTEMENT
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/8/1 - 14:43

Ach, all wir armen Teufel

Ach, all wir armen Teufel
VOI, KAIKKIA MEITÄ PIRUPARKOJA
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2016/8/1 - 09:06
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Για την Κύπρο

Για την Κύπρο
Un film che racconta la realtà della Buffer zone cipriota, girato da e con le persone che ho avuto la fortuna conoscere quest'estate in Norvegia.
Buona visione a tutti :)
Salud
Kris

Krzysiek 2016/7/31 - 23:46
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Un Sócrates gitano

Un Sócrates gitano
Chanson espagnole – Un Sócrates gitano – Olga Manzano y Manuel Picón – 1978
Paroles et musique de Manuel Picón
SOCRATE GITAN
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/7/31 - 21:36

Immer langsam

Immer langsam
OTETAAN RAUHALLISESTI
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2016/7/31 - 09:12
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Mutterns Hände

Mutterns Hände
Dear Admin,

Sorry to bother you with an issue like this: my Finnish translation above is written in Karelian dialect that was spoken on the Karelian Isthmus lost to the Soviet Union in World War II an is still being spoken in the southeast of Finland, but it's categorized under Careliano / Karelian which is not a dialect but a Finnic language spoken in the Republic of Karelia in the nortwest of Russia. So Karelian is a language and the Karelian dialect a regional variety of Finnish.

Sincerely

Juha Rämö
Juha Rämö 2016/7/29 - 18:02
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In un antico palazzo

In un antico palazzo
la sentivo su rcf tanti anni fà l'ho ritrovata oggi per caso 27.08.2016 bellissima
gianlorenzo 2016/7/28 - 16:17
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רומקאָװסקי חײם

רומקאָװסקי חײם
Caro Dq82, la prima parte della tua risposta non è pertinente.
Non parlavo certo del testo. Tutti dipendiamo da Riccardo nella sistemazione delle pagine in Yiddish, Ebraico e non solo.
Mi riferivo, com'è chiaro, a ciò che accompagna eventualmente il testo, e che deve necessariamente accompagnare il testo nel caso di brani come questi. A mio avviso, non te la cavi con un copia incolla e senza nemmeno citare la fonte. Per me questo è un abuso bello e buono ed una mancanza di onestà e d'impegno. E lo è a maggior ragioni per brani come questi. Non un commento originale, non un minimo di apparato iconografico, non una serie di link di approfondimento, non qualche intuizione particolare: copy&past brutale, e nient'altro.

Dici che esagero ad invocare il rispetto dei morti? Io non credo, ma dipende dai punti di vista. Ricordo di una volta che trovai una canzone in Yiddish, Riccardo sistemò... (Continues)
Bernart Bartleby 2016/7/28 - 13:25




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