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Before 2016-7-11

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Ach, all wir armen Teufel

Ach, all wir armen Teufel
[1942]
Parole di Walter Hammer, pseudonimo di Walter Hösterey (1988-1966), scrittore ed editore tedesco.
Testo trovato sul Volksliederarchiv, dove non viene detto nulla circa la melodia.
Il testo, o una sua parte, si trova anche in “Kazett-Lyric. Untersuchungen zu Gedichten und Liedern aus dem Konzentrationslager Sachsenhausen” (1995), dove però viene attribuito ad autore anonimo.

Scrittore precoce, Walter Hammer assunse il suo nome d’arte in onore di Nietzsche e del suo “Crepuscolo degl'idoli; come si filosofa col martello”. Poi se ne partì entusiasta per la Grande Guerra ma vi fece ritorno da convinto pacifista e antimilitarista, disgustato dall’orrore di quella inutile carneficina. Dopo la guerra Hammer divenne persino presidente dell’Associazione Veterani per la Pace. Militante ed esponente del Partito Repubblicano, nel 1932 fu tra i firmatari dell’appello all’unione delle forze democratiche... (Continues)
Ach, all wir armen Teufel
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/11 - 19:16
Song Itineraries: Extermination camps

Wir haben so manches Lager gebaut

Anonymous
Wir haben so manches Lager gebaut
[1939-45]
Canzone con melodia ignota, di anonimo autore di lingua tedesca, quasi sicuramente un prigioniero politico, internato in qualche campo nazista. E, a meno che non si tratti di un testo collettivo, l’autore doveva essersi passato diversi campi, almeno quello di Esterwegen nell’Emsland e quelli di Sachsenhausen e Ravensbrück nel Brandeburgo.
Il brano può essere datato tra il 1939, anno in cui fu inaugurato il campo di Ravensbrück, ed il 1945.

Il testo l’ho trovato sul Volksliederarchiv, così come ripreso da “Lieder aus den faschistischen Konzentrationslagern”, una raccolta edita dalla Taschen nel 1962. Ma le prime due strofe si trovano anche in “Kazett-Lyric. Untersuchungen zu Gedichten und Liedern aus dem Konzentrationslager Sachsenhausen”, a cura di Katja Klein, raccolta di poesie e canzoni composte dai prigionieri di Sachsenhausen, pubblicata nel 1995, nel cinquantenario della sua liberazione.
Wir haben so manches Lager gebaut
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/11 - 18:22
Song Itineraries: Extermination camps
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Questa casa non la mollerò

Questa casa non la mollerò
[1975]

45 gg - La Poiana Dischi di parte LPS 001 [1978] insieme a Liberiamo

Testo di Ricky Gianco e Gianfranco Manfredi
Musica tratta dal country/rock "Six Days On the Road" (Carl Montgomery / Earl Green), reinterpretata anche da Steve Earle (1987)

Eseguita dal vivo al Parco Lambro 26-29 giugno 1976

I Gang stanno preparando un nuovo disco di cover di canzoni degli anni 70 (titolo Calibro77), tra quelle che compariranno c'è questa. Che qui mancava e rimanda alle lotte sulla casa. Valida allora come oggi
Son qui per buttarci fuori di città
(Continues)
Contributed by Dq82 2016/7/11 - 18:14
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A’ senzu sulu

A’ senzu sulu
[2015]
Album : Kyma
E cu sta’ peddi comu scorza di na’ nuci
(Continues)
2016/7/11 - 12:13

Muselmane

Muselmane
Versi composti da Karl Szamek, un internato a Sachsenhausen di cui si conoscono solo il nome e cognome con cui ha firmato alcune poesie o canzoni.
Testo presente in “Kazett-Lyrik. Untersuchungen zu Gedichten und Liedern aus dem Konzentrationslager Sachsenhausen.”, a cura di Katja Klein, raccolta di poesie e canzoni composte dai prigionieri del campo, pubblicata nel 1995, nel cinquantenario della sua liberazione.
Testo trovato qui

Sia “Kazett” che “Muselmane” sono termini in Lagersprache, lo slang parlato dai prigionieri nei campi nazisti, una lingua basata sul tedesco, quello elementare e duro degli ordini impartiti da guardie e kapo, su cui si innestavano le lingue di provenienza degli internati.

Nello specifico, “Kazett” è abbreviazione di Konzentrationslager, mentre “Muselmane” (o Muselmann, o Muzułman in polacco) designava il prigioniero in procinto di morire d’inedia, nello stadio... (Continues)
Es ist vielleicht zum zehntenmale,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/11 - 09:09
Song Itineraries: Extermination camps
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Les affreux

Les affreux
(1968)

Paroles : Albert Vidalie
Musique : Louis Bessières

I mercenari francesi partiti a combattere in Katanga non fanno una bella figura e soprattutto fanno una brutta fine in questa canzone di Serge Reggiani che può ben rappresentare l'altra faccia del mercenario di Lucera, la canzone intrisa di romanticismo da due soldi che per questo ebbe tanto successo tra i neofascisti italiani.
Les filles sont en deuil
(Continues)
Contributed by Euskalion 2016/7/10 - 17:30
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The Story of a Soldier (La Storia Di Un Soldato)

The Story of a Soldier (La Storia Di Un Soldato)
Chanson du film extraordinaire de Sergio Leone :
"Le bon, la brute et le truand".

Elle est chantée par un choeur accompagné de musiciens de prisonniers sudistes, "dirigé" négligemment par un gardien de prison nordiste, dans un camp où se retrouvent les trois "héros" de l'histoire.
Les soldats doivent chanter pour couvrir le bruit du tabassage de celui qu'ils prennent pour l'un des leurs. Mais il s'agit d'un épisode déconcertant, mêlant la bagarre entre des fripouilles sans scrupules et l'émotion irrésistible qui saisit les prisonniers obligés de couvrir la séance de torture.
Une des scènes les plus poignantes du cinéma !
Pendant ce temps dans l'Espagne de Franco où était tournée la scène, de vrais policiers et militaires torturaient d'auhentiques prisonniers, souvent des prisonniers politiques. La poésie est parfois si dérisoire...

Les paroles sont de Tommie Connor, et la musique... d'Ennio Morricone bien sûr !
Bugles are calling
(Continues)
Contributed by Euskalion 2016/7/10 - 16:38
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Radicalized

Radicalized
[2015]
Parole di Conor Oberst, membro fondatore della band e pure front man dei Bright Eyes
Musica dei Desaparecidos (Conor Oberst, Landon Hedges, Matt Baum, Denver Dalley e Ian McElroy)
Nel disco intitolato “Payola”

Gli effetti della guerra e dell’ingiustizia su chi rimane e vede radicarsi dentro di sè l’odio fino a perdere la ragione...

Lo sfondo è lo stesso, un teatro di guerra, un paese sotto occupazione come l’Iraq o l’Afghanistan.
Il primo punto di vista è quello di un ragazzo del posto, un musulmano, che vede la propria famiglia morire per le bombe e per la fame, la sorellina uccisa dagli occupanti...
Nella strofa successiva è un ragazzino americano che riceve la notizia della morte del fratello maggiore, reclutato di recente nell’esercito (perchè senza prospettive di lavoro), spedito a combattere in Medio Oriente e saltato in aria con il suo humvee su di una mina dei ribelli...

Personalmente non è che condivida molto questa associazione piuttosto semplificante. Ritengo invece più corretta la seguente:
My whole family tree has got nothing to eat
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/10 - 15:29
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Von Maur Massacre

Von Maur Massacre
[2015]
Parole di Conor Oberst, membro fondatore della band e pure front man dei Bright Eyes
Musica dei Desaparecidos (Conor Oberst, Landon Hedges, Matt Baum, Denver Dalley e Ian McElroy)
Nel disco intitolato “Payola”

Robert A. Hawkins era nato nel 1988 da genitori americani in una base della RAF in Gran Bretagna. I suoi lo abbandonarono da piccolo e Robert crebbe in una famiglia di amici nei pressi di Omaha, Nebraska (la stessa città da cui provengono Conor Oberst e i suoi Desaparecidos). Come spesso accade ai bambini abbandonati anche Robert sviluppò subito una forte sofferenza e fin dall’età di 4 anni anni fu avviato a trattamenti psichiatrici, che non risolsero nulla. Robert trascorse 15 anni entrando e uscendo dagli ospedali. Nel 2006 Robert fu espulso dalla scuola che frequentava e l’anno seguente, nelle settimane precedenti il Natale, fu lasciato dalla sua fidanzata e licenziato... (Continues)
Tearing all the posters off the wall
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/10 - 15:04
Song Itineraries: Weapons: our daily home war
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Barbos barbel barbù

Barbos barbel barbù
2013
Mat e famat

Poi in
2015
Terra e pace

Allegra storia di diserzione; per sfuggire ai fascisti che lo volevano arruolare, un montanaro verace non esita a farsi seppellire nel carro del letame per poter uscire dalla stalla e beffare i corvi neri (tratto da un fatto realmente accaduto a Lozio durante il fascismo).
Barbos barbel barbù
(Continues)
Contributed by Dq82 2016/7/9 - 17:58
Song Itineraries: Deserters

Die Menschen balancieren

Anonymous
Die Menschen balancieren
[19 settembre 1941]
Versi composti da anonimo prigioniero nel campo di concentramento nazista di Sachsenhausen, Oranienburg, a una trentina di chilometri da Berlino.
Testo presente in “Kazett-Lyrik. Untersuchungen zu Gedichten und Liedern aus dem Konzentrationslager Sachsenhausen.”, a cura di Katja Klein, raccolta di poesie e canzoni composte dai prigionieri del campo, pubblicata nel 1995, nel cinquantenario della sua liberazione.
Il termine “Kazett” era usato dai prigionieri come abbreviazione di Konzentrationslager.
Testo trovato qui

Il manoscritto di questa poesia - ma potrebbe trattarsi benissimo di una canzone - fu ritrovato alla fine degli anni 50 conservato in una bottiglia sigillata sepolta sotto il pavimento dell’edificio che a Sachsenhausen ospitava la lavanderia del campo, una struttura - ancora oggi esistente - che divenne luogo d’incontro e scambio d’informazione tra i prigionieri... (Continues)
Heute ist der 19. September 1941. Eben erfahren wir, dass wieder 400 Rotgardisten zur Ermordung eingeliefert wurden. Wir stehen alle unter dem erschütternden Eindruck der Massenmorde, die die Zahl 1000 bereits überschritten haben.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/9 - 11:19
Song Itineraries: Extermination camps
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Cala a boca, Bárbara

Cala a boca, Bárbara
[1972]
Scritta da Chico Buarque de Hollanda con il cineasta Ruy Guerra (che era stato anche il primo marito di Nara Leão)
Testo trovato sul sito di Chico Buarque
Nel disco intitolato “Calabar: o elogio à traição”, colonna sonora di uno spettacolo teatrale dedicato alla figura di Domingos Fernandes Calabar (1600-1635), un mulatto, facoltoso imprenditore zuccheriero del Pernambuco brasiliano che tradì gli spagnoli (che in quel periodo dominavano il Portogallo) per allearsi con i nemici olandesi. Catturato, finì malamente garrotato e poi squartato...

Dopo aver “annientato” Geraldo Vandré, i militari brasiliani si trovarono subito un altro artista da perseguitare con particolare accanimento. Oltre a soffrire un anno di esilio in Italia, Chico Buarque vide censurate parzialmente o totalmente molte sue canzoni, come “Apesar de você”.

Quella di “Calabar” era una vera e propria operazione di... (Continues)
Ele sabe dos caminhos
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/8 - 22:20
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Vietnam

Vietnam
2016
A Day for the Hunter, A Day for the Prey

Author: Abraham Jay
Vietnam, Vietnam,
(Continues)
Contributed by Dq82 2016/7/8 - 21:54
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A Day for the Hunter, a Day for the Prey

A Day for the Hunter, a Day for the Prey
2016
A Day for the Hunter, A Day for the Prey

Il titolo del nuovo disco deriva da un proverbio haitiano e dal libro eponimo di Gage Averill (del 1997) incentrato sui nessi tra potere e musica nell’isola caraibica; un lavoro che aveva attratta McCalla soprattutto per il concetto di ‘resistenza’ all’oppressione esterna ma anche interna, che caratterizza la tradizione musicale haitiana. «Ho sentito che questo proverbio cattura davvero l’essenza dello spirito di Haiti, che per me è molto legato alla lotta per i diritti umani e la sovranità politica», racconta McCalla a National Public Radio. Su un altro livello, continua l’artista, il titolo «mi ha fatto pensare ai ruoli che tutti noi giochiamo nella nostra vita, […] in cui a volte ci si sente come cacciatore, e talvolta preda». Accanto a Leyla (violoncello, banjo tenore, chitarra, canto) la formazione base include suo marito Daniel Tremblay... (Continues)
If I go away,
(Continues)
Contributed by Dq82 2016/7/8 - 21:48
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Ad amarti ora

Ad amarti ora
[1982]
Album: Immaginata
Musiche e testi: Enzo Maolucci
Arrangiamenti: Aldo Russo
Ad amarti ora sento piombo nella gola.
(Continues)
Contributed by daniela -k.d.- 2016/7/8 - 14:23
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L’Enterrement

L’Enterrement
[1965]

Paroles : Ricet Barrier – Bernard Lelou
Musique : Ricet Barrier


Lucien l’âne mon ami, aujourd’hui, je vais te faire connaître, si ce n’est déjà fait, une chanson qui raconte un enterrement et même celui du chanteur en l’occurrence, l’excellent et drôle Ricet Barrier.

Oh, Marco Valdo M.I. mon ami, te voilà bien sombre à me parler d’enterrement.

Pourtant, Lucien l’âne mon ami, quand tu auras pris connaissance la canzone, m’est avis que tu changeras d’avis. Car la mort vue comme ça, c’est plutôt une bonne nouvelle ou disons, une façon sympathique d’aborder cette phase de la vie, par ailleurs, pour les ânes comme pour les hommes, inévitable. Car la mort se présente sous la forme d’une amoureuse compagne, tout à fait heureuse de tenir compagnie à son soupirant. C’est une mort athée et amoureuse qui tiendra compagnie joyeux défunt aussi longtemps que durera le temps. C’est Byzance ;... (Continues)
Je suis mort, je suis bien mort.
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/7/7 - 23:28
Song Itineraries: Antiwar Anticlerical
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Bora

Bora
A me "questo" sembra propaganda vergognosa non un cristicchio qualsiasi che tra l'altro non amo. badate bene non la canzone ma il panegirico antifascista che ne prende spunto
Bassa e meschina ideologia! vogliamo dire che berlusconi e' fascista e'zcomico cosi come vogliamo dire che tito era una gran brava persona "questo" e' tragico!
Dan il di las 2016/7/6 - 14:42

Kameraden, Laßt Uns Singen

Kameraden, Laßt Uns Singen
Chanson allemande – Kameraden, Laßt Uns Singen – Paul Rakow – 1940

Paroles de Paul Rakow, artisan berlinois, pour la précision fourreur.
Parodie sur la mélodie du très belliciste « Infantrielied », l’hymne des troupes d’infanterie allemandes
Texte trouvé sur Volksliederarchive
Le morceau, interprété par le Rundfunk-Jugendchor Wernigerode dirigé par Friedrich Kell (1979)

Clairement communiste, Paul Rakow fut arrêté le 15 avril de 1937 et ensuite enfermé au camp de concentration de Sachsenhausen pendant des années. Il était encore vivant au début de 1945, mais en tant qu’Allemand, il fut alors forcé de choisir entre son exécution et l’enrôlement dans la tristement célèbre « Brigade Dirlewanger », un bataillon de criminels et imprésentables, commandé par un sadique psychopathe et pédophile, dernier rempart du glorieux Troisième Reich. Peut-être – nous ne savons pas comme ce qu’il en fut... (Continues)
CHANTONS, CAMARADES !
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/7/6 - 12:30
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Terra in bocca

Terra in bocca
bel disco, coraggioso, boicottato.
Vincillo 2016/7/6 - 10:45
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Fabrizio De André: Creuza de mä [Crêuza de mä]

Fabrizio De André: Creuza de mä [Crêuza de mä]
En el idioma ligur una Creûza o Crosa, es un término que se refiere a un tipo de calle o vereda común en Génova (parecidos a una callejuela), a menudo escalonados y flanqueados por muros bajos que sirven como divisiones entre las propiedades y como caminos que conectan el interior con el mar.

En éste caso, también se refiere de manera alegórica al fenómeno meteorológico del mismo nombre, que produce en el mar vetas retorcidas de color plateado u oscuro, que se asemejan a veredas para emprender en el mar, viajes reales o imaginarios.
SENDERO DE MAR
(Continues)
Contributed by Santiago 2016/7/5 - 02:57
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Everybody Knows

Everybody Knows
TODO EL MUNDO SABE
(Continues)
Contributed by Santiago 2016/7/4 - 21:23
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African Lady

African Lady
[1960]
Versi di Langston Hughes
Musica di Randy Weston (1926-), uno dei più grandi pianisti e compositori jazz di tutti i tempi.
Nell’album intitolato “Uhuru Afrika (Freedom Africa)”, pubblicato nel 1961, dove Weston fu affiancato da alcuni mostri sacri dell’epoca come - ne cito solo alcuni - Freddie Hubbard, Yusef Abdul Lateef, Clark Terry, Jerome Richardson, Ron Carter, Max Roach, Candido Camero, Babatunde Olatunji.
Rilevante inoltre il fatto che gli arrangiamenti dell’album furono opera di Melba Liston, compositrice e trombonista (!), la prima donna (e una delle poche) a suonare in una big band.
Testo trovato su Bentari Project Blog

Uhuru, Freedom, Libertà... Inutile dire che l’album fu bandito nel Sudafrica dell’Apartheid...
La dedica: “to our mothers, our sisters, those African women who were always in the background, who always supported us, you see.”
Sunrise at dawn,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/4 - 20:21
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Kimegyek a doberdói harctérre

András Széles
Kimegyek a doberdói harctérre
DOBERDÒN TAISTELUKENTÄT
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2016/7/4 - 10:04
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Gagiò romanò

Gagiò romanò
Chanson italienne – Gagiò romanò – Alessandro Sipolo – 2015



C’est l’histoire d’un insoumis de Brescia, qui, dans les années 1970, se joint à un groupe de forains roms pour échapper au service militaire. Après la fuite, la contumace, la prison, les interpellations parlementaires à son propos, les tragédies personnelles, il revient à son existence de banlieue en refusant, avec sa cohérence habituelle, toute représentation « héroïque » de ses choix.

Dialogue maïeutique

Quand même, dit Marco Valdo M.I., on ne pouvait pas laisser cette canzone sans quelques mots d’explication. Pour mille raisons et la première étant que le personnage dont parle cette chanson, dont le narrateur raconte l’histoire, est d’abord et surtout, un insoumis.

C’est en effet un homme de raison. Un insoumis est un personnage que l’on se doit de saluer, dit Lucien l’âne, grattant le sol de son petit sabot noir pour... (Continues)
GAGIÒ ROMANÒ
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/7/3 - 22:04
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Yellow Triangle

Il testo completo (reperito su “I Know what I Know: The Music of Charles Mingus”, di Todd S. Jenkins) della versione di Charles Mingus, il brano con cui si chiude il suo album dal vivo “Music Written for Monterey, 1965 ( Not Heard... Played in its Entirety, at UCLA), registrato nel 1965 e pubblicato l’anno seguente.
Yellow Triangle
DON’T LET IT HAPPEN HERE
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/3 - 21:55
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Freedom

Freedom
[1962]
Parole e musica di Charles Mingus
Arrangiamento di Charles Mingus e Bob Hammer
Nell’album intitolato “Mingus Mingus Mingus Mingus Mingus” pubblicato nel 1963
Il brano fu registrato a New York il 20 settembre 1963. Con Mingus molti musicisti di prim’ordine, come Jerome Richardson (sassofonista, flautista e clarinettista), Booker Ervin (sassofonista prematuramente scomparso nel 1970, a soli 40 anni), Eric Dolphy (polistrumentista e virtuoso di tutti gli strumenti a fiato, anche lui morto prematuramente, pochi mesi dopo questa registrazione) e Jaki Byard (pianista, sassofonista e compositore).

L’incipit del brano gioca con il nome di un cocktail a base di vodka in voga negli anni 50, il “Moskow Mule”, ma nello slang americano di allora “mule”, il mulo, è il negro, la bestia da soma...
This mule ain’t from Moscow
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/3 - 21:18
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Quello che non ho

Quello che non ho
Testo cantabile / Singable lyrics / Paroles chantables / Laulettavat sanat: Juha Rämö
MITÄ MULL' EI OO
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2016/7/3 - 09:02
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Joan of Arc

Joan of Arc
JUANA DE ARCO
(Continues)
Contributed by Santiago 2016/7/3 - 04:44
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La morte

La morte
LA MUERTE
(Continues)
Contributed by Santiago 2016/7/3 - 04:12
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Terra del fuoco

Terra del fuoco
TIERRA DEL FUEGO
(Continues)
Contributed by Santiago 2016/7/3 - 03:49

Ge ej upp hoppet

Ge ej upp hoppet
ÄLÄ HEITÄ TOIVOASI
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2016/7/2 - 10:05
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L'Internationale

L'Internationale
OKINAWANO [UCHINAAGUCHI] / OKINAWAN [UCHINAAGUCHI]

La versione nella lingua okinawana (Uchinaaguchi) effettuata dal 2channel's Communist Party Board (2012)
Okinawan version by 2channel's Communist Party board (2012)



でいひゃ気張らなや
(Continues)
2016/7/2 - 07:05
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Tencere tava havası

Tencere tava havası
MELODÍA DE OLLAS Y SARTENES
(Continues)
Contributed by Santiago 2016/7/2 - 03:55
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Il ritorno di Giuseppe

Il ritorno di Giuseppe
EL RETORNO DE JOSÉ
(Continues)
Contributed by Santiago 2016/7/2 - 02:45
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Only in America

Only in America
[2015]

Album: The American Dream Died
Risk their lives for us all
(Continues)
Contributed by Ivan 2016/7/2 - 00:18
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Wie lang es auch noch dauern mag

Wie lang es auch noch dauern mag
ET SI ÇA DURE ENCORE LONTEMPS
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/1 - 22:14
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L’uomo col megafono

L’uomo col megafono
[1995]
Parole e musica di Daniele Silvestri
Canzone presentata al Festival di Sanremo nella sezione dedicata alle nuove proposte.
Ottenne il premio “Volare” per il testo.
Poi inserita nell’album “Prima di essere un uomo”

Semplicemente bellissima! Una canzone militante e disperata sulle voci dei nostri tempi, sempre meno numerose e sempre più flebili, che pure ostinatamente hanno gridato e continuano a gridare nel deserto...
C'era una volta un re che disse alla sua serva
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/1 - 21:25
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Another Holy War

Another Holy War
UN'ALTRA GUERRA SANTA
(Continues)
Contributed by Yarikh 2016/7/1 - 17:20

Alice Was Her Name

Alice Was Her Name
ALICE ERA IL SUO NOME
(Continues)
Contributed by Yarikh 2016/7/1 - 17:12
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Uomo del mio tempo

Uomo del mio tempo
MAN OF MY TIME
(Continues)
Contributed by Yarikh 2016/7/1 - 16:54
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Ora che sale il giorno

Ora che sale il giorno
NOW THAT THE DAY RISES
(Continues)
Contributed by Yarikh 2016/7/1 - 16:48
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Alle fronde dei salici

Alle fronde dei salici
TO THE BRANCHES OF WILLOWS
(Continues)
2016/7/1 - 16:26
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Somos más Americanos

Somos más Americanos
2015
"Cama Incendiada"

Ya me gritaron mil veces
(Continues)
Contributed by dq82 2016/7/1 - 16:24
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Ave Maria migrante

Ave Maria migrante
2016
Delaltér. Verso un altro altrove

Ave Maria migrante, che è a tutti gli effetti una preghiera laica, un’invocazione di protezione e di riparo per chi si trova ad attraversare un mare troppo grande, senza sapere cosa ci sarà dall’altra parte della riva
Ave Maria degli angeli che mi prendono per mano
(Continues)
Contributed by dq82 2016/7/1 - 16:15
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Lampecrucis

Lampecrucis
2016
Delaltér. Verso un altro altrove

Lampecrucis si muove laddove i Gang hanno dato voce a Marenostro, ovvero in quei territori dove ha ancora senso parlare di canzone d’autore a tutti gli effetti: impegno e poesia sono messi in musica per dare voce al grido degli ultimi, dei disperati che però non cadono mai nella rassegnazione: “Non puoi cambiare il colore del vento / non puoi fermare il respiro del mare / non puoi respingere i figli degli ultimi / scortati da Dio sanno già dove andare…”. Ecco, se c’è una speranza di sopravvivenza per la tradizione cantautorale italiana, è proprio grazie a brani come questo!
flaneur,com
Per chi scendeva la strada era dura
(Continues)
Contributed by dq82 2016/7/1 - 16:11
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Dreamer

Dreamer
SOGNATORE
(Continues)
Contributed by Yarikh 2016/7/1 - 16:00
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Coi piedi per terra

Coi piedi per terra
FEET ON THE GROUND
(Continues)
Contributed by Yarikh 2016/7/1 - 15:39
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Smoke (Acteal)

Smoke (Acteal)
Mi è appena giunta la notizia della morte di Renza Salza che fino a non molti anni fa è stata il motore instancabile del Comitato Chiapas di Torino, un piccolo gruppo di persone che per quasi 15 anni, a partire dal "levantamiento" indigeno del 1994, ha sviluppato tantissime iniziative, a Torino e in tutta Italia, di informazione e solidarietà con la rivoluzione neozapatista nel sud est messicano.

Renza era una donna forte, irriducibile, una "combattente per la libertà" (così come Lucio Manisco definiva Sivia Baraldini nell'intro a Radio Manisco/0516490872 degli AK47), molto impegnata anche sul fronte della solidarietà al popolo palestinese e a tutti i popoli oppressi.

In definitiva Renza è sempre stata ostinatamente dalla parte degli ultimi, dei senza voce.

Negli ultimi anni l'avevo persa di vista, anche perchè lei continuava a viaggiare molto mentre io mi sono totalmente ritirato a vita privata, ma è stato per me un onore conoscerla ed esserle amico.

Grazie Renza. Un ultimo abbraccio e un saluto a pugno chiuso.
B.B. 2016/7/1 - 15:23




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