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Before 2016-3-27

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That's Why (We Don't Comply With Your War Cry)

That's Why (We Don't Comply With Your War Cry)
Words and music Steve Ashley 2014
Album This Little Game (2015)

That's Why by Steve Ashley is a reflection on Remembrance Day, red poppies and the innocent victims of war.
There are no poppies for the children
(Continues)
2016/3/26 - 00:13
Song Itineraries: Poppie: an Antiwar flower?
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Empire

Empire
I'm looking at your soul, your soul, your soul, your soul
(Continues)
2016/3/26 - 00:03
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Train on the Move

Train on the Move
Album: "Durga Rising" (1997)
Train on the move
(Continues)
2016/3/25 - 23:58
Song Itineraries: Extermination camps, Trains
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Chiedo scusa

Chiedo scusa
[2016]
Chiedo scusa per le nostre invidie,
(Continues)
Contributed by Paola 2016/3/25 - 21:01
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I Won't Support Your Wars

I Won't Support Your Wars
(2016)
I’m not proud at all
(Continues)
2016/3/25 - 19:33
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Sophie Scholl

Sophie Scholl
2005
Ain't Nobody Left But Us
I've been thinking 'bout a girl
(Continues)
Contributed by dq82 2016/3/25 - 19:20
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The White Rose

The White Rose
2011
The white rose
Munich in the year of 1943,
(Continues)
Contributed by dq82 2016/3/25 - 19:14
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Flora Sandes

Flora Sandes
2014
England green and England grey

Flora Sandes (22 January 1876 – 24 November 1956) was a British woman who served as an officer of the Royal Serbian Army in the World War I. She was the only British woman officially to serve as a soldier in the WWI. Initially a St. John Ambulance volunteer, she travelled to the Kingdom of Serbia, where, in the confusion of war, she was formally enrolled in the Serbian army. She was subsequently promoted to the rank of Sergeant major, and, after the war, to Captain. She was decorated with seven medals.
She was born to God’s disciple she was born to hold a rifle
(Continues)
Contributed by dq82 2016/3/25 - 19:02
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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Remembrance Day

Remembrance Day
(1969)

La canzone ricorda gli eventi veramente accaduti l'11 novembre 1969 quando la solita cricca di reali, clero e politici si riunirono al Cenotafio di Londra per la consueta commemorazione dei caduti della Prima Guerra Mondiale. Nella canzone Leon immagina che le voci dei defunti si alzino durante i due minuti di silenzio, per contestare la vanità e l'ipocrisia della commemorazione.

Leon scrisse la canzone dopo una contestazione alla cerimonia di quell'anno quando dei dimostranti urlarono la loro contrarietà al supporto della Gran Bretagna alla Nigeria nel conflitto contro il Biafra. I manifestanti furono arrestati, la fotografia apparsa sul Time di una dimostrante ridotta al silenzio da un poliziotto è utilizzata nella copertina dell'LP originale, The Word Is Hugga Mugga...

The song recalls an actually day, November 11 1969, in which the usual entourage of royalty, clergy and politicians... (Continues)
It was Remembrance Day at the Cenotaph,
(Continues)
2016/3/25 - 18:54
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For Sophie (This Beautiful Day)

For Sophie (This Beautiful Day)
Reg Meuross was commissioned to write a song on an extraordinary subject; on 18th February 1943, Sophie Scholl, her brother Hans and their friend Christoph were arrested having been found distributing anti-war leaflets at the University of Munich. They were tried and four days later on February 22nd convicted of High Treason and executed by guillotine on the same day. Sophie was 21 years old when she died for her role leading dissent and active resistance to the rule of Nazi Germany. Their tools of revolution were words, paper and a printing press. After the students’ death the sixth leaflet of the movement was smuggled out of Germany and used by the Allied Forces, who showered millions of copies of Sophie’s work over Germany just a few months after her execution.

Sophie’s story is a true lesson in dissent and serves to remind us that we have a responsibility to ensure that we never sleepwalk... (Continues)
You walk the university your suitcase in your hand
(Continues)
Contributed by dq82 2016/3/25 - 18:51
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Himzo Polovina: Dunjaluče, golem ti si

Himzo Polovina: Dunjaluče, golem ti si
Ignoro se questa sevdalinka, genere della musica popolare tradizionale della Bosnia ed Erzegovina, sia antica e di autore anonimo o se sia stata composta dallo stesso Himzo Polovina (1927-1986), grande cantante e cantautore bosniaco, nato a Mostar e vissuto a Sarajevo...
Trovo il brano nel suo album del 1972 intitolato “Narodne Pjesme Iz Bosne I Hercegovine” e nella raccolta “Bosnia: Echoes from an Endangered World” pubblicata nel 1993 dalla Smithsonian Folkways Recordings, da cui ho tratto il testo e dove il brano è accompagnato dalla seguente introduzione:

“This sevdalinka is performed in a long ballad form. The unusual beginning of the ballad is about the Morić brothers, well-known Sarajevo personalities of the mid-nineteenth century, and speaks mainly of a particular region of the old part of Sarajevo and its characteristic beauty. It is in fact one of the numerous songs that extol... (Continues)
Dunjaluče, golem ti si
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/25 - 15:44
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Ora et Labora

Ora et Labora
2015
A un passo da te
Ora et labora
(Continues)
Contributed by dq82 2016/3/25 - 15:42
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Uspavanka (Nini sine, spavaj sine)

Uspavanka (Nini sine, spavaj sine)
Ninnananna tradizionale bosgnacca [*]
Bošnjak [*] traditional lullaby
[*] Bosgnacco = musulmano bosniaco
[*] Bošnjak = Bosnian muslim


Nella colonna sonora del film “Ničija zemlja” (“No Man’s Land”) diretto nel 2001 dal regista bosniaco Danis Tanović.
Una ninna nanna interpretata dalla splendida voce di Alma Bandić, cantante bosniaca di Sarajevo che negli anni 90 era membro della corale del locale Conservatorio, la Muzička Akademija Univerziteta u Sarajevu.

Contribuisco questa incredibile canzone nel giorno in cui il tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia, dopo un processo durato 6 anni, ha condannato a 40 anni di carcere l’ex Presidente della Repubblica Srpska Radovan Karadžić, riconosciuto colpevole di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra compiuti ai danni delle comunità musulmane e croate bosniache durante il conflitto in Bosnia ed Erzegovina tra il 1992 ed il 1995, in particolare per il massacro di Srebrenica e l’assedio di Sarajevo.
Mmmmm mmmm mmmmm...
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 23:12
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Petit pays

Petit pays
[2013]
Parole e musica di Gaël Faye (1982-), rapper franco-ruandese, nato in Burundi, di padre francese e madre rifugiata ruandese, di etnia tutsi. Nel 1993 la famiglia riparò in Francia a seguito dell’acutizzarsi della guerra civile in Burundi, dopo la deposizione e l’assassinio del presidente hutu Melchior Ndadaye da parte di alcuni ufficili di etnia tutsi.
Nell’album intitolato “Pili Pili sur un Croissant au Beurre”
Testo trovato su Genius

Il ritornello - credo sia in kirundi, lingua del Burundi, o in kinyarwanda, molto simile, parlata in Ruanda - significa “Piccolo paese, grande paese, sei stato ferito, hai sofferto ma la sofferenza non ti ha sconfitto, piccolo paese, grande paese.”

“Les hommes sont bêtes, l'Afrique est belle, fais pas l'erreur de la haïr”, così Gaël Faye in un’altra sua canzone, “Président”

La canzone è indirizzata al Burundi, dove Gaël Faye trascorse la sua infanzia,... (Continues)
Gahugu gatoyi
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 21:56
Song Itineraries: 1994: The Rwanda Genocide
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Potosí

Potosí
[2001]
Scritta da Sebastián Teysera, detto “El Enano”, front man della rock band uruguaya.
Nel disco intitolato “De Bichos y Flores”

Sulle miniere di Potosí, Bolivia, si vedano Potosí di Víctor Heredia e Minerito potosino di Eduardo Falú.
Para los que tienen miedo
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 16:39
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La soldadera

La soldadera
[1975]
Scritta da Washington Benavides, Carlos Benavides ed Eduardo Larbanois, tutti artisti uruguayi del cosiddetto “Grupo de Tacuarembó”, formatosi negli anni della dittatura (1973-85) con l’intento di proporre la musica popolare come migliore forma di resistenza.
Nell’album intitolato “Desde Tacuarembó”, inciso da Zitarrosa a Buenos Aires nel 1975, dove riparò nei primi anni del suo lungo esilio, ma pubblicato in Uruguay solo dopo la fine della dittatura
Testo trovato su Cancioneros.com

Soldaderas, o adelitas, erano chiamate le donne che parteciparono alla Rivoluzione messicana (1910-20). Raramente combattenti, erano per lo più cuoche, infermiere, “donne di conforto”, comunque in ruoli che in quel conflitto furono fondamentali.

Al di là di una visione romantica, in gran parte tramandata nei corridos della Rivoluzione, di fatto si trattava di donne costrette a quella scelta, a seguire... (Continues)
La Chicharra era una negra,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 15:41
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Song for Marcella

Marcella è il nome di una delle sorelle di Robert Gerard Sands detto Bobby, che lo utilizzò come pseudonimo per firmare qualcuno dei suoi scritti.
Doesn’t seem quite so long ago,
(Continues)
Contributed by Io non sto con Oriana 2016/3/24 - 15:07
Song Itineraries: Conflicts in Ireland
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Historia de un viejo

Historia de un viejo
[1974]
Versi del poeta e musicista uruguayo Washington Benavides (1930-)
Musica di Eduardo Larbanois.
Nell'album intitolato “Desde Tacuarembó”, inciso a Buenos Aires nel 1975 ma pubblicato in Uruguay solo dopo la fine della dittatura
Testo trovato su Cancioneros.com

Tacuarembó è la città natale di Washington Benavides. Lui esordì nella scrittura nei primi anni 50. Il suo primo libro, “Tata Vizcacha”, era una satira su alcuni personaggi del potere locale. Quando uscì, nel 1955, un gruppo di estrema destra, chiamato “Movimiento de Acción Democrática” (non dimentichiamoci che i peggiori fascisti, anche oggi, usano spesso i termini democrazia e democratico), acquistò tutte le copie disponibili e le bruciò pubblicamente sulla piazza della cittadina.
Durante gli anni della dittatura (1973-85) Benavides ed altri poeti, scrittori e musicisti uruguayi formarono il cosiddetto “Grupo de Tacuarembó”,... (Continues)
De gurí fui benteveo,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 14:11
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Rutina

Rutina
[2003]
Nell’album intitolato “Prendido por todos lados”, il secondo di questa rock band argentina nata dopo il dissolvimento dei Viejas Locas

Un rock semplice e diretto, che inizia con il bip-bip devastante della sveglietta del mattino (uguale a quello della mia, tanto che mi sono girato per vedere che non fosse proprio lei!) e finisce con rumori di fabbrica... Rutina.
Seis de la mañana
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 13:37
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La Selección Nacional

La Selección Nacional
[1998]
Scritta da Hernán de Vega
Seconda traccia di “Arriba las manos, esto es el Estado”, album d’esordio della band cumbia-ska-hip hop-reggae-punk-rock argentina.

Se in Cutral Có, brano d’apertura dell’esordio, Las Manos manifestavano il desiderio di ammazzare il presidente Menem, qui se la prendono con un’istituzione che in Argentina è ancora più importante: la Nazionale!

Simbolo del “panem et circenses” nel 1998 come pure 20 anni prima, quando allo stadio si urlava di gioia per i gol di Mario Kempes, El Matador, e poco lontano, in qualcuno dei centri di detenzione clandestini della Junta, si urlava sotto tortura.
La selección nacional es un ministerio más del estado
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 11:02
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Cutral Có

Cutral Có
[1998]
Scritta da Hernán de Vega
Canzone d’apertura di “Arriba las manos, esto es el Estado”, album d’esordio della band cumbia-ska-hip hop-reggae-punk-rock argentina.

Un titolo manifesto ed una canzone programmatica.

Cutral Có (nome mapuche che in spagnolo significa “Agua de fuego”) è il nome di una città della provincia di Neuquén, nella regione patagonica argentina.
Il governo argentino passò buona parte dell’800 a sterminare i nativi patagonici e poi, all’inizio del 900, proprio nella provincia di Neuquén furono scoperti grossi giacimenti petroliferi. La gente cominciò ad accorrere, richiamata dai posti di lavoro offerti dalla compagnia statale Yacimientos Petrolíferos Fiscales. Le condizioni di vita in quei primi insediamenti erano davvero precarie, tanto che in origine il nome del poblado che nel 1935 sarebbe stato battezzato Cutral Có era “Barrio Peligroso”. Ma all’inizio degli... (Continues)
Puedo controlar
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/23 - 23:54
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Barry Horne

Barry Horne
(2003)

Album: X

15 anni fa moriva il compagno anarchico antispecista Barry Horne a causa di alcuni scioperi della fame (in carcere) contro la vivisezione
anni prima aveva partecipato a iniziativa londinesi di sostegno ai prigionieri repubblicani, in particolare nel 1981

un ricordo...


Morto in carcere l'animalista Barry Horne
In memoria di Barry Horne

Ancora una volta "ingiustizia è fatta": lo sfruttamento e l'oppressione di esseri senzienti può continuare indisturbato.

Mi ero occupato varie volte del caso Barry Horne, militante animalista detenuto nelle carceri inglesi. Come movimento U.N.A. (Uomo-Natura_Animali) avevamo espresso pubblicamente solidarietà alla sua lotta, portata avanti in prima persona con vari scioperi della fame, uno dei quali nel 1998 era durato ben 68 giorni.

Con la sua protesta Barry chiedeva la fine immediata di ogni pratica vivisezionista praticata dall'industria... (Continues)
Though they broke your heart they never broke your will
(Continues)
Contributed by Gianni Sartori 2016/3/23 - 22:43
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La mia casa

La mia casa
(2016)
la canzone che apre l'album "Acrobati"

Questa canzone una CCG? Non lo so, in realtà stavo cercando una scusa per inserirla, Lorenzo sarà d'accordo con me, perché è la più bella canzone di questo nuovo disco di Silvestri. Gli appigli sono almeno due: la citazione del muro a Berlino, e la citazione del Bataclan a Parigi, che Silvestri ha raccontato di aver aggiunto all'ultimo momento perché la canzone è stata registrata subito dopo quel tragico 13 novembre. Ma a parte questi riferimenti specifici, la canzone dice che la nostra casa è in tutto il mondo. "Nostra patria è il mondo intero".

E data quella citazione del Bataclan di Parigi penso che oggi nostra casa è Parigi, è Bruxelles, così come sono state Madrid, Londra, New York, ma anche Istanbul, Kabul, Bamako, Mumbay e tanti altri mille posti di cui ignoriamo anche il nome, perché secondo la legge dei media occidentali, un morto... (Continues)
La mia casa è a Lisbona (1)
(Continues)
Contributed by dq82 2016/3/23 - 16:57
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Itziarren semea

Itziarren semea
[1969]
Testo / Lyrics / Letra: Telesforo Monzón
Musica / Music / Música: Peio Ospital - Pantxo Carrere


"1968. urtean, Uztaritzen (Lapurdi), bikotearen ibilbidean garrantzi handia izango zuen pertsona bat ezagutu zuten: Telesforo Monzon. Bergararrak Pantxoa eta Peio abesten entzun eta liluratuta gelditu zen. Hurrengo urtean, hainbat kanta eskaini zien, haien artean "Itziarren semea" ospetsua. Peio Ospitalek gogoan du nolakoa izan zen elkar ezagutzea: "Amaia kultur taldeak hainbat ekimen antolatzen zituen, horien artean, kultur asteak. Kantatzeko eskatu ziguten, eta horrela ezagutu genuen Telesforo Monzon. Bera mintzaldi bat ematera jina zen, eta ondotik gu entzun gintuen. Gure ahotsak maite zituela adierazi zigun. 1969an ikustera jin zitzaigun, eta eskaini zigun lehen kantua "Itziarren semea" izan zen. Francoren garaiak ziren, eta askatasun egarri izugarria zegoen Euskal Herrian. Kantaldiak... (Continues)
Itziarren semeak
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2016/3/23 - 14:54
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El municipal

El municipal
[2001]
Scritta da Ricardo Tabia, membro fondatore e front man della blues band bonaerense
Nell’album intitolato “Bit Hippie”
La canzone fu adottata come una delle sigle di una seguitissima - e censuratissima - trasmissione TV, “Periodismo para todos”, programma d’investigazione giornalistica condotto da Jorge Lanata.

In Argentina tra il 1998 ed il 2002, così come più recentemente in Grecia, tra i lavoratori più colpiti prima dalle crisi e poi dalle soluzioni adottate dai governi per combatterle vi sono stati i dipendenti pubblici. In Argentina all’epoca gli stipendi pubblici vennero tagliati mediamente del 30% e succedeva spesso che gli impiegati comunali venissero pagati “a sorteggio”... In Grecia tra il 2009 ed il 2014 sono stati ridotti del 25%, più di 250.000 in meno in 5 anni!, e si sono visti decurtare drasticamente stipendi e pensioni, con un innalzamento dell’età pensionabile ancora maggiore che da noi.
¡La re-puta madre que los re-parió!
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/23 - 14:02
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Barrio duro

Barrio duro
[2006]
Scritta da Ricardo Tapia e Gustavo Ginoi
Nell’album intitolato “Amor y paz”
Por esta calle nadie quiere ir
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/23 - 12:00
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Gente mala

Gente mala
[2001]
Scritta da Ricardo Tabia, membro fondatore e front man della blues band bonaerense
Nell’album intitolato “Bit Hippie”

Il 2001 in Argentina si concluse con la vergognosa fuga in elicottero del presidente De La Rúa dalla Casa Rosada assediata dai manifestanti, un’immagine tragicamente simile a quella che sancì la disfatta americana nella guerra in Vietnam.

Il governo di De La Rúa ereditò una situazione tragica ma non seppe porvi mano. Nel decennio Menem la corruzione in tutti gli apparati pubblici, l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro nei paradisi fiscali, l’assenza totale di controllo da parte della banca centrale, lo sciacallaggio delle grosse compagnie finanziarie, in testa a tutte la tedesca Clearstream Banking S.A (che da sola nel 2000 trattava 50 trilioni di Euro all’anno!) avevano affondato il paese. Il governo De La Rúa - nel cui esecutivo permanevano uomini di Menem,... (Continues)
A las serpientes no se las ve llegar
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/23 - 11:27
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Con la espada y con la cruz

Con la espada y con la cruz
Parole e musica di Eduardo Ramos

dall'album Buenos días América (1987)
Con la espada y con la cruz, por religión
(Continues)
2016/3/22 - 23:49
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El fierro

El fierro
[1999]
Scritta da Ricardo Tabia, membro fondatore e front man della blues band bonaerense
Nell’album intitolato “Palacio de pulgas”

1999, la fine del nefasto decennio di Menem e anche la fine del paese, che dopo tanti di anni di predazione e di cattive politiche economiche crollò nella depressione più nera...
Dejen de joder a todos
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 23:30
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¡Qué miseria!

¡Qué miseria!
[1993]
Scritta da Ricardo Tabia, membro fondatore e front man della blues band bonaerense
Nell’album d’esordio, “Mbugi (Endiabladamente Bueno)”
Beh, la musica non è proprio originale, è un (M)boogie woogie alla Chuck Berry...
Oiga jefe
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 23:09
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Homero

Homero
[1998]
Scritta da Pity Álvarez, membro fondatore della rock band argentina (che arrivò ad aprire i concerti dei Rolling Stones allo stadio del River Plate a Buenos Aires nella primavera del 1998!)
Nell’album intitolato “Especial”, pubblicato nel 1999
Cuando sale del trabajo, Homero viene pensando
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 22:28
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Non serve

Non serve
2014
Album: Indifferenti mai

Canzone liberamente ispirata dal libro “il campo giusto” di Elio Cicchetti
E l’uomo vince e l’uomo perde
(Continues)
Contributed by Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 2016/3/22 - 18:01
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Ustica

Ustica
2014
Album: Indifferenti mai
Quel ventisette giugno
(Continues)
Contributed by Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 2016/3/22 - 17:58
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Ninetto

Ninetto
2014
Album: Indifferenti mai

Un omaggio ai tredici di Lovere e a Ninetto, loro ex compagno, che li tradì.

Eraldo Locardi, tenente dell’esercito italiano, ferito in combattimento sul fronte greco e rimpatriato claudicante dall’Albania, dopo l’8 settembre 1943 non aderì al ricostituito regime fascista e organizzò in Val Calepio un gruppo di rivoltosi contro l’occupazione nazifascista e la Repubblica Sociale.
Assunse il nome di battaglia di Longhi e operò nella zona del Sebino.
Dopo un assalto alla caserma della milizia fascista di Sarnico, raggiunse i monti di Lovere affiancandosi al gruppo partigiano di Giovanni Brasi.
Partecipò all’operazione di autofinanziamento dei partigiani di Lovere che il 29 novembre 1943 prelevò il denaro dello stabilimento dell’Ilva di Lovere, applaudito dalle maestranze, e che contemporaneamente attaccò la sede del Fascio repubblicano di Lovere e le due centrali... (Continues)
Giulio Giovanni Salvatore Andrea
(Continues)
Contributed by Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 2016/3/22 - 17:54
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Borgata Forcelli

Borgata Forcelli
2014
Album: Indifferenti mai

Canzone dedicata ad Eda Bussolari ed ai gemelli Marzocchi, liberamente ispirata al libro ‘Fuoco e neve’ di Maurizio Garuti.

Una bambina di nome Eda e i due gemelli sono i protagonisti della storia: un'esistenza intrecciata e condivisa fin quasi nei sogni e nel sentimento della gioia e del dolore. La guerra, la Resistenza, che trova i fratelli a capo di una formazione di "ribelli", avendo scelto di battersi contro l'occupazione nazifascista con Eda accanto a loro. La storia di Antonio, vittima di una pattuglia tedesca, e il tormento di Armando per la perdita del fratello. La forza di Eda, testimone e custode della tragedia, poi compagna e sostegno del suo uomo per tutta la vita: Eda che cresce attraverso le dure prove impostale dai tempi, fino a farsi donna nuova negli anni roventi del dopoguerra e della ricostruzione. Eda ormai vecchia e sola, che prende la... (Continues)
Un giorno la sua casa natìa abbandonava
(Continues)
Contributed by Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 2016/3/22 - 17:37
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Naja de merda

Naja de merda
Uno dei tanti musicisti che sono passati di qui e hanno contribuito al nostro sito... oggi ci ha lasciati


Addio Perciballi il "teppista" rock. "Con lui Roma scoprì il punk"
Intorno al cantante dei Bloody Riot le voci estreme della musica ribelle
di MARCO MATHIEU

Un colpo al cuore. Un pugno allo stomaco. Il punk, insomma. E la morte di Roberto Perciballi, anni 52, cantante dei Bloody Riot e molte altre cose ancora. 
Domenica scorsa, nell’anno in cui da Londra al resto del mondo si celebra il quarantennale di Anarchy in the Uk dei Sex Pistols. Per un infarto, come fosse un segno: a 50 anni si fermò così pure il cuore di Joe Strummer (era il 2002) che con i Clash cantava White Riot nel 1977, mentre quattro anni dopo Roberto diventava “il punk a Roma” con i suoi Bloody Riot. Provocatori fin dalla sigla del nome che in quegli anni faceva paura. Nei testi e sul palco: contro tutto e tutti,... (Continues)
dq82 2016/3/22 - 17:04
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Cupe Vampe

Cupe Vampe
Ferretti e sempre stato cattolico, molto semplicemente da una dozzina d anni si e spostato da un cattolicesimo progressista a uno piu legato al conservatorismo e alla tradizione.Per quanto riguarda la politica in alcune zone del Nord(Veneto,Lombardia e sopratutto Emilia Romagna da una ventina d anni c'e' stato un'travaso'di voti dal Pci al centrodestra,specie la Lega.Ferretti e un libero pensatore e ha il diritto di fare come crede...
Leon 2016/3/22 - 16:54
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Cambalache

Cambalache
Leggo quanto segue sul sito Bossa Nova Clube, nell’articolo Carlos Gardel. El mito del tango:

”... Carlos Gardel nunca cantó la canción Cambalache, por estar cronológicamente terminada, sólo unos meses después de su trágico accidente (24 junio 1935)....”

Il paio di video presenti su YouTube in cui si associano Gardel e Cambalache non riportano in realtà versioni di Gardel.

Nella ricca pagina su es.wikipedia dedicata a “Cambalache” non c’è alcun cenno a Gardel.

Credo che il brano vada assegnato al suo autore, Enrique Santos Discépolo, che lo scrisse per il film “El Alma Del Bandoneón” del 1935, nella quale era interpretato da Ernesto Famá con l’orchestra di Francisco Lomuto.

“Cambalache” racconta in particolare della cosiddetta “Década Infame”, il periodo dittatoriale iniziato nel 1930 con il golpe contro il presidente legittimo Hipólito Yrigoyen e (non) finito nel 1943. Ho scritto non... (Continues)
Bernart Bartleby 2016/3/22 - 11:47
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Sepulcro civil

Sepulcro civil
[1989]
Scritta da Antonio Romano
Nel primo album eponimo della heavy metal band argentina.
Sepultado en el suelo
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 11:15
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Cráneo candente

Cráneo candente
[1989]
Scritta da Antonio Romano
Nel primo album eponimo della heavy metal band argentina.

Il genocidio fisico e poi culturale dei nativi della pampa e della Patagonia argentina (mapuche, ranquel, tehuelche, selknam e altri gruppi etnici indigeni), dalla “Conquista del Desierto” di fine 800 fino ai giorni nostri, non senza un accenno alla guerra delle Malvinas, “l’impero dell’uomo bianco con l’eliminazione dell’indio ha coltivato il culto della grande paura che ancora prosegue sacrificando vite come nell’astuta guerra delle Malvinas."
¡Por tu muerte!
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 10:54
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Gil trabajador

Gil trabajador
[1991]
Scritta da Ricardo Iorio
Nell’album della band heavy metal argentina intitolato “Ácido argentino”

Ho più volte spergiurato che non avrei mai più contribuito brani metal ed oltre, perchè si tratta di generi e sottogeneri che musicalmente non stanno nelle mie corde, ma, complice l’incursione che sto facendo nel rock argentino, ho trovato questo testo davvero incisivo degli Hermética (1988-1994). Come altre canzoni degli anni 90 provenienti da quel paese, anche questa dedicata alla classe operaia, al “lavoratore fottuto” (questa potrebbe essere una traduzione, che “gil” è aggettivo rioplatense, o anche sostantivo nel lunfardo, che significa sempliciotto, facile da ingannare, ingenuo) racconta degli anni del “menemismo”, quando il popolo argentino, ancora tramortito e impaurito dalle sevizie della dittatura, si fece prendere in braccio da un pugno di ladroni neoliberisti corrotti e... (Continues)
El tormento del vino artificial
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 10:19
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9 to 5

9 to 5
Tumble out of bed
(Continues)
2016/3/22 - 01:41
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El mendigo del Dock Sud

El mendigo del Dock Sud
[1973]
Parole e musica di Mauricio Birabent, in arte Moris
Nel suo album “Ciudad de guitarras callejeras” pubblicato nel 1974

Dock Sud, località in Avellaneda, nell’area metropolitana di Buenos Aires, deve il suo nome al grande molo costruito sulla riva meridionale del fiume Matanza-Riachuelo. L’attività storica idel Puerto de Dock Sud (El Docke) è quella petrolchimica, che nel tempo ha causato gravi danni all’ambiente in un’area, oltre tutto, fortemente abitata. (es.wikipedia)
Yo soy el mendigo del Dock Sud
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/21 - 22:41
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Señor Bacardi

Señor Bacardi
Tra un paio di settimane seguo le orme di Obama e me ne vado a Cuba anch'io... Arrivo pure dopo i Rolling Stones... ma spero di trovare il sole :)
Raccomando preventivamente agli amministratori di cliccare su "Scarica immagini" nei contributi di B.B. in mia assenza perché anche se Google dice di essere pronto l'internet a Cuba ancora quasi non c'è :)
Il Webmastro 2016/3/21 - 22:22
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Disoccupato rappo

Disoccupato rappo
Bravi i Truzzi, me li ricordo in un concerto estivo lungo Po, tanti anni fa, sempre rock come pochi... I loro versi che ancora oggi mi fanno venire i brividi sono quelli finali di "Ti ho visto in piazza", negli album del 1984 e del 1989:

“E questa è una canzone senza finale, come senza fine è il nostro sbatterci, il nostro vivere, il nostro amare.
Vivere come un vortice di lavandino, come la fiamma di un cerino, che si consuma e a poco a poco poi scompare.
Vivere come in un nido di serpenti, con le unghie e con i denti, aggrapparsi alla vita, aggrapparsi per non farla più scappare, per non farla più scappare.”
Bernart Bartleby 2016/3/21 - 22:10




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