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Before 2016-3-25

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Train on the Move

Train on the Move
Album: "Durga Rising" (1997)
Train on the move
(Continues)
2016/3/25 - 23:58
Song Itineraries: Extermination camps, Trains
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Chiedo scusa

Chiedo scusa
[2016]
Chiedo scusa per le nostre invidie,
(Continues)
Contributed by Paola 2016/3/25 - 21:01
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I Won't Support Your Wars

I Won't Support Your Wars
(2016)
I’m not proud at all
(Continues)
2016/3/25 - 19:33
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Sophie Scholl

Sophie Scholl
2005
Ain't Nobody Left But Us
I've been thinking 'bout a girl
(Continues)
Contributed by dq82 2016/3/25 - 19:20
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The White Rose

The White Rose
2011
The white rose
Munich in the year of 1943,
(Continues)
Contributed by dq82 2016/3/25 - 19:14
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Flora Sandes

Flora Sandes
2014
England green and England grey

Flora Sandes (22 January 1876 – 24 November 1956) was a British woman who served as an officer of the Royal Serbian Army in the World War I. She was the only British woman officially to serve as a soldier in the WWI. Initially a St. John Ambulance volunteer, she travelled to the Kingdom of Serbia, where, in the confusion of war, she was formally enrolled in the Serbian army. She was subsequently promoted to the rank of Sergeant major, and, after the war, to Captain. She was decorated with seven medals.
She was born to God’s disciple she was born to hold a rifle
(Continues)
Contributed by dq82 2016/3/25 - 19:02
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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Remembrance Day

Remembrance Day
(1969)

La canzone ricorda gli eventi veramente accaduti l'11 novembre 1969 quando la solita cricca di reali, clero e politici si riunirono al Cenotafio di Londra per la consueta commemorazione dei caduti della Prima Guerra Mondiale. Nella canzone Leon immagina che le voci dei defunti si alzino durante i due minuti di silenzio, per contestare la vanità e l'ipocrisia della commemorazione.

Leon scrisse la canzone dopo una contestazione alla cerimonia di quell'anno quando dei dimostranti urlarono la loro contrarietà al supporto della Gran Bretagna alla Nigeria nel conflitto contro il Biafra. I manifestanti furono arrestati, la fotografia apparsa sul Time di una dimostrante ridotta al silenzio da un poliziotto è utilizzata nella copertina dell'LP originale, The Word Is Hugga Mugga...

The song recalls an actually day, November 11 1969, in which the usual entourage of royalty, clergy and politicians... (Continues)
It was Remembrance Day at the Cenotaph,
(Continues)
2016/3/25 - 18:54
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For Sophie (This Beautiful Day)

For Sophie (This Beautiful Day)
Reg Meuross was commissioned to write a song on an extraordinary subject; on 18th February 1943, Sophie Scholl, her brother Hans and their friend Christoph were arrested having been found distributing anti-war leaflets at the University of Munich. They were tried and four days later on February 22nd convicted of High Treason and executed by guillotine on the same day. Sophie was 21 years old when she died for her role leading dissent and active resistance to the rule of Nazi Germany. Their tools of revolution were words, paper and a printing press. After the students’ death the sixth leaflet of the movement was smuggled out of Germany and used by the Allied Forces, who showered millions of copies of Sophie’s work over Germany just a few months after her execution.

Sophie’s story is a true lesson in dissent and serves to remind us that we have a responsibility to ensure that we never sleepwalk... (Continues)
You walk the university your suitcase in your hand
(Continues)
Contributed by dq82 2016/3/25 - 18:51
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Himzo Polovina: Dunjaluče, golem ti si

Himzo Polovina: Dunjaluče, golem ti si
Ignoro se questa sevdalinka, genere della musica popolare tradizionale della Bosnia ed Erzegovina, sia antica e di autore anonimo o se sia stata composta dallo stesso Himzo Polovina (1927-1986), grande cantante e cantautore bosniaco, nato a Mostar e vissuto a Sarajevo...
Trovo il brano nel suo album del 1972 intitolato “Narodne Pjesme Iz Bosne I Hercegovine” e nella raccolta “Bosnia: Echoes from an Endangered World” pubblicata nel 1993 dalla Smithsonian Folkways Recordings, da cui ho tratto il testo e dove il brano è accompagnato dalla seguente introduzione:

“This sevdalinka is performed in a long ballad form. The unusual beginning of the ballad is about the Morić brothers, well-known Sarajevo personalities of the mid-nineteenth century, and speaks mainly of a particular region of the old part of Sarajevo and its characteristic beauty. It is in fact one of the numerous songs that extol... (Continues)
Dunjaluče, golem ti si
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/25 - 15:44
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Ora et Labora

Ora et Labora
2015
A un passo da te
Ora et labora
(Continues)
Contributed by dq82 2016/3/25 - 15:42
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Uspavanka (Nini sine, spavaj sine)

Uspavanka (Nini sine, spavaj sine)
Ninnananna tradizionale bosgnacca [*]
Bošnjak [*] traditional lullaby
[*] Bosgnacco = musulmano bosniaco
[*] Bošnjak = Bosnian muslim


Nella colonna sonora del film “Ničija zemlja” (“No Man’s Land”) diretto nel 2001 dal regista bosniaco Danis Tanović.
Una ninna nanna interpretata dalla splendida voce di Alma Bandić, cantante bosniaca di Sarajevo che negli anni 90 era membro della corale del locale Conservatorio, la Muzička Akademija Univerziteta u Sarajevu.

Contribuisco questa incredibile canzone nel giorno in cui il tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia, dopo un processo durato 6 anni, ha condannato a 40 anni di carcere l’ex Presidente della Repubblica Srpska Radovan Karadžić, riconosciuto colpevole di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra compiuti ai danni delle comunità musulmane e croate bosniache durante il conflitto in Bosnia ed Erzegovina tra il 1992 ed il 1995, in particolare per il massacro di Srebrenica e l’assedio di Sarajevo.
Mmmmm mmmm mmmmm...
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 23:12
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Petit pays

Petit pays
[2013]
Parole e musica di Gaël Faye (1982-), rapper franco-ruandese, nato in Burundi, di padre francese e madre rifugiata ruandese, di etnia tutsi. Nel 1993 la famiglia riparò in Francia a seguito dell’acutizzarsi della guerra civile in Burundi, dopo la deposizione e l’assassinio del presidente hutu Melchior Ndadaye da parte di alcuni ufficili di etnia tutsi.
Nell’album intitolato “Pili Pili sur un Croissant au Beurre”
Testo trovato su Genius

Il ritornello - credo sia in kirundi, lingua del Burundi, o in kinyarwanda, molto simile, parlata in Ruanda - significa “Piccolo paese, grande paese, sei stato ferito, hai sofferto ma la sofferenza non ti ha sconfitto, piccolo paese, grande paese.”

“Les hommes sont bêtes, l'Afrique est belle, fais pas l'erreur de la haïr”, così Gaël Faye in un’altra sua canzone, “Président”

La canzone è indirizzata al Burundi, dove Gaël Faye trascorse la sua infanzia,... (Continues)
Gahugu gatoyi
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 21:56
Song Itineraries: 1994: The Rwanda Genocide
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Potosí

Potosí
[2001]
Scritta da Sebastián Teysera, detto “El Enano”, front man della rock band uruguaya.
Nel disco intitolato “De Bichos y Flores”

Sulle miniere di Potosí, Bolivia, si vedano Potosí di Víctor Heredia e Minerito potosino di Eduardo Falú.
Para los que tienen miedo
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 16:39
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La soldadera

La soldadera
[1975]
Scritta da Washington Benavides, Carlos Benavides ed Eduardo Larbanois, tutti artisti uruguayi del cosiddetto “Grupo de Tacuarembó”, formatosi negli anni della dittatura (1973-85) con l’intento di proporre la musica popolare come migliore forma di resistenza.
Nell’album intitolato “Desde Tacuarembó”, inciso da Zitarrosa a Buenos Aires nel 1975, dove riparò nei primi anni del suo lungo esilio, ma pubblicato in Uruguay solo dopo la fine della dittatura
Testo trovato su Cancioneros.com

Soldaderas, o adelitas, erano chiamate le donne che parteciparono alla Rivoluzione messicana (1910-20). Raramente combattenti, erano per lo più cuoche, infermiere, “donne di conforto”, comunque in ruoli che in quel conflitto furono fondamentali.

Al di là di una visione romantica, in gran parte tramandata nei corridos della Rivoluzione, di fatto si trattava di donne costrette a quella scelta, a seguire... (Continues)
La Chicharra era una negra,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 15:41
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Song for Marcella

Marcella è il nome di una delle sorelle di Robert Gerard Sands detto Bobby, che lo utilizzò come pseudonimo per firmare qualcuno dei suoi scritti.
Doesn’t seem quite so long ago,
(Continues)
Contributed by Io non sto con Oriana 2016/3/24 - 15:07
Song Itineraries: Conflicts in Ireland
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Historia de un viejo

Historia de un viejo
[1974]
Versi del poeta e musicista uruguayo Washington Benavides (1930-)
Musica di Eduardo Larbanois.
Nell'album intitolato “Desde Tacuarembó”, inciso a Buenos Aires nel 1975 ma pubblicato in Uruguay solo dopo la fine della dittatura
Testo trovato su Cancioneros.com

Tacuarembó è la città natale di Washington Benavides. Lui esordì nella scrittura nei primi anni 50. Il suo primo libro, “Tata Vizcacha”, era una satira su alcuni personaggi del potere locale. Quando uscì, nel 1955, un gruppo di estrema destra, chiamato “Movimiento de Acción Democrática” (non dimentichiamoci che i peggiori fascisti, anche oggi, usano spesso i termini democrazia e democratico), acquistò tutte le copie disponibili e le bruciò pubblicamente sulla piazza della cittadina.
Durante gli anni della dittatura (1973-85) Benavides ed altri poeti, scrittori e musicisti uruguayi formarono il cosiddetto “Grupo de Tacuarembó”,... (Continues)
De gurí fui benteveo,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 14:11
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Rutina

Rutina
[2003]
Nell’album intitolato “Prendido por todos lados”, il secondo di questa rock band argentina nata dopo il dissolvimento dei Viejas Locas

Un rock semplice e diretto, che inizia con il bip-bip devastante della sveglietta del mattino (uguale a quello della mia, tanto che mi sono girato per vedere che non fosse proprio lei!) e finisce con rumori di fabbrica... Rutina.
Seis de la mañana
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 13:37
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La Selección Nacional

La Selección Nacional
[1998]
Scritta da Hernán de Vega
Seconda traccia di “Arriba las manos, esto es el Estado”, album d’esordio della band cumbia-ska-hip hop-reggae-punk-rock argentina.

Se in Cutral Có, brano d’apertura dell’esordio, Las Manos manifestavano il desiderio di ammazzare il presidente Menem, qui se la prendono con un’istituzione che in Argentina è ancora più importante: la Nazionale!

Simbolo del “panem et circenses” nel 1998 come pure 20 anni prima, quando allo stadio si urlava di gioia per i gol di Mario Kempes, El Matador, e poco lontano, in qualcuno dei centri di detenzione clandestini della Junta, si urlava sotto tortura.
La selección nacional es un ministerio más del estado
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/24 - 11:02
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Cutral Có

Cutral Có
[1998]
Scritta da Hernán de Vega
Canzone d’apertura di “Arriba las manos, esto es el Estado”, album d’esordio della band cumbia-ska-hip hop-reggae-punk-rock argentina.

Un titolo manifesto ed una canzone programmatica.

Cutral Có (nome mapuche che in spagnolo significa “Agua de fuego”) è il nome di una città della provincia di Neuquén, nella regione patagonica argentina.
Il governo argentino passò buona parte dell’800 a sterminare i nativi patagonici e poi, all’inizio del 900, proprio nella provincia di Neuquén furono scoperti grossi giacimenti petroliferi. La gente cominciò ad accorrere, richiamata dai posti di lavoro offerti dalla compagnia statale Yacimientos Petrolíferos Fiscales. Le condizioni di vita in quei primi insediamenti erano davvero precarie, tanto che in origine il nome del poblado che nel 1935 sarebbe stato battezzato Cutral Có era “Barrio Peligroso”. Ma all’inizio degli... (Continues)
Puedo controlar
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/23 - 23:54
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Barry Horne

Barry Horne
(2003)

Album: X

15 anni fa moriva il compagno anarchico antispecista Barry Horne a causa di alcuni scioperi della fame (in carcere) contro la vivisezione
anni prima aveva partecipato a iniziativa londinesi di sostegno ai prigionieri repubblicani, in particolare nel 1981

un ricordo...


Morto in carcere l'animalista Barry Horne
In memoria di Barry Horne

Ancora una volta "ingiustizia è fatta": lo sfruttamento e l'oppressione di esseri senzienti può continuare indisturbato.

Mi ero occupato varie volte del caso Barry Horne, militante animalista detenuto nelle carceri inglesi. Come movimento U.N.A. (Uomo-Natura_Animali) avevamo espresso pubblicamente solidarietà alla sua lotta, portata avanti in prima persona con vari scioperi della fame, uno dei quali nel 1998 era durato ben 68 giorni.

Con la sua protesta Barry chiedeva la fine immediata di ogni pratica vivisezionista praticata dall'industria... (Continues)
Though they broke your heart they never broke your will
(Continues)
Contributed by Gianni Sartori 2016/3/23 - 22:43
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La mia casa

La mia casa
(2016)
la canzone che apre l'album "Acrobati"

Questa canzone una CCG? Non lo so, in realtà stavo cercando una scusa per inserirla, Lorenzo sarà d'accordo con me, perché è la più bella canzone di questo nuovo disco di Silvestri. Gli appigli sono almeno due: la citazione del muro a Berlino, e la citazione del Bataclan a Parigi, che Silvestri ha raccontato di aver aggiunto all'ultimo momento perché la canzone è stata registrata subito dopo quel tragico 13 novembre. Ma a parte questi riferimenti specifici, la canzone dice che la nostra casa è in tutto il mondo. "Nostra patria è il mondo intero".

E data quella citazione del Bataclan di Parigi penso che oggi nostra casa è Parigi, è Bruxelles, così come sono state Madrid, Londra, New York, ma anche Istanbul, Kabul, Bamako, Mumbay e tanti altri mille posti di cui ignoriamo anche il nome, perché secondo la legge dei media occidentali, un morto... (Continues)
La mia casa è a Lisbona (1)
(Continues)
Contributed by dq82 2016/3/23 - 16:57
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Itziarren semea

Itziarren semea
[1969]
Testo / Lyrics / Letra: Telesforo Monzón
Musica / Music / Música: Peio Ospital - Pantxo Carrere


"1968. urtean, Uztaritzen (Lapurdi), bikotearen ibilbidean garrantzi handia izango zuen pertsona bat ezagutu zuten: Telesforo Monzon. Bergararrak Pantxoa eta Peio abesten entzun eta liluratuta gelditu zen. Hurrengo urtean, hainbat kanta eskaini zien, haien artean "Itziarren semea" ospetsua. Peio Ospitalek gogoan du nolakoa izan zen elkar ezagutzea: "Amaia kultur taldeak hainbat ekimen antolatzen zituen, horien artean, kultur asteak. Kantatzeko eskatu ziguten, eta horrela ezagutu genuen Telesforo Monzon. Bera mintzaldi bat ematera jina zen, eta ondotik gu entzun gintuen. Gure ahotsak maite zituela adierazi zigun. 1969an ikustera jin zitzaigun, eta eskaini zigun lehen kantua "Itziarren semea" izan zen. Francoren garaiak ziren, eta askatasun egarri izugarria zegoen Euskal Herrian. Kantaldiak... (Continues)
Itziarren semeak
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2016/3/23 - 14:54
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El municipal

El municipal
[2001]
Scritta da Ricardo Tabia, membro fondatore e front man della blues band bonaerense
Nell’album intitolato “Bit Hippie”
La canzone fu adottata come una delle sigle di una seguitissima - e censuratissima - trasmissione TV, “Periodismo para todos”, programma d’investigazione giornalistica condotto da Jorge Lanata.

In Argentina tra il 1998 ed il 2002, così come più recentemente in Grecia, tra i lavoratori più colpiti prima dalle crisi e poi dalle soluzioni adottate dai governi per combatterle vi sono stati i dipendenti pubblici. In Argentina all’epoca gli stipendi pubblici vennero tagliati mediamente del 30% e succedeva spesso che gli impiegati comunali venissero pagati “a sorteggio”... In Grecia tra il 2009 ed il 2014 sono stati ridotti del 25%, più di 250.000 in meno in 5 anni!, e si sono visti decurtare drasticamente stipendi e pensioni, con un innalzamento dell’età pensionabile ancora maggiore che da noi.
¡La re-puta madre que los re-parió!
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/23 - 14:02
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Barrio duro

Barrio duro
[2006]
Scritta da Ricardo Tapia e Gustavo Ginoi
Nell’album intitolato “Amor y paz”
Por esta calle nadie quiere ir
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/23 - 12:00
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Gente mala

Gente mala
[2001]
Scritta da Ricardo Tabia, membro fondatore e front man della blues band bonaerense
Nell’album intitolato “Bit Hippie”

Il 2001 in Argentina si concluse con la vergognosa fuga in elicottero del presidente De La Rúa dalla Casa Rosada assediata dai manifestanti, un’immagine tragicamente simile a quella che sancì la disfatta americana nella guerra in Vietnam.

Il governo di De La Rúa ereditò una situazione tragica ma non seppe porvi mano. Nel decennio Menem la corruzione in tutti gli apparati pubblici, l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro nei paradisi fiscali, l’assenza totale di controllo da parte della banca centrale, lo sciacallaggio delle grosse compagnie finanziarie, in testa a tutte la tedesca Clearstream Banking S.A (che da sola nel 2000 trattava 50 trilioni di Euro all’anno!) avevano affondato il paese. Il governo De La Rúa - nel cui esecutivo permanevano uomini di Menem,... (Continues)
A las serpientes no se las ve llegar
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/23 - 11:27
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Con la espada y con la cruz

Con la espada y con la cruz
Parole e musica di Eduardo Ramos

dall'album Buenos días América (1987)
Con la espada y con la cruz, por religión
(Continues)
2016/3/22 - 23:49
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El fierro

El fierro
[1999]
Scritta da Ricardo Tabia, membro fondatore e front man della blues band bonaerense
Nell’album intitolato “Palacio de pulgas”

1999, la fine del nefasto decennio di Menem e anche la fine del paese, che dopo tanti di anni di predazione e di cattive politiche economiche crollò nella depressione più nera...
Dejen de joder a todos
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 23:30
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¡Qué miseria!

¡Qué miseria!
[1993]
Scritta da Ricardo Tabia, membro fondatore e front man della blues band bonaerense
Nell’album d’esordio, “Mbugi (Endiabladamente Bueno)”
Beh, la musica non è proprio originale, è un (M)boogie woogie alla Chuck Berry...
Oiga jefe
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 23:09
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Homero

Homero
[1998]
Scritta da Pity Álvarez, membro fondatore della rock band argentina (che arrivò ad aprire i concerti dei Rolling Stones allo stadio del River Plate a Buenos Aires nella primavera del 1998!)
Nell’album intitolato “Especial”, pubblicato nel 1999
Cuando sale del trabajo, Homero viene pensando
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 22:28
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Non serve

Non serve
2014
Album: Indifferenti mai

Canzone liberamente ispirata dal libro “il campo giusto” di Elio Cicchetti
E l’uomo vince e l’uomo perde
(Continues)
Contributed by Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 2016/3/22 - 18:01
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Ustica

Ustica
2014
Album: Indifferenti mai
Quel ventisette giugno
(Continues)
Contributed by Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 2016/3/22 - 17:58
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Ninetto

Ninetto
2014
Album: Indifferenti mai

Un omaggio ai tredici di Lovere e a Ninetto, loro ex compagno, che li tradì.

Eraldo Locardi, tenente dell’esercito italiano, ferito in combattimento sul fronte greco e rimpatriato claudicante dall’Albania, dopo l’8 settembre 1943 non aderì al ricostituito regime fascista e organizzò in Val Calepio un gruppo di rivoltosi contro l’occupazione nazifascista e la Repubblica Sociale.
Assunse il nome di battaglia di Longhi e operò nella zona del Sebino.
Dopo un assalto alla caserma della milizia fascista di Sarnico, raggiunse i monti di Lovere affiancandosi al gruppo partigiano di Giovanni Brasi.
Partecipò all’operazione di autofinanziamento dei partigiani di Lovere che il 29 novembre 1943 prelevò il denaro dello stabilimento dell’Ilva di Lovere, applaudito dalle maestranze, e che contemporaneamente attaccò la sede del Fascio repubblicano di Lovere e le due centrali... (Continues)
Giulio Giovanni Salvatore Andrea
(Continues)
Contributed by Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 2016/3/22 - 17:54
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Borgata Forcelli

Borgata Forcelli
2014
Album: Indifferenti mai

Canzone dedicata ad Eda Bussolari ed ai gemelli Marzocchi, liberamente ispirata al libro ‘Fuoco e neve’ di Maurizio Garuti.

Una bambina di nome Eda e i due gemelli sono i protagonisti della storia: un'esistenza intrecciata e condivisa fin quasi nei sogni e nel sentimento della gioia e del dolore. La guerra, la Resistenza, che trova i fratelli a capo di una formazione di "ribelli", avendo scelto di battersi contro l'occupazione nazifascista con Eda accanto a loro. La storia di Antonio, vittima di una pattuglia tedesca, e il tormento di Armando per la perdita del fratello. La forza di Eda, testimone e custode della tragedia, poi compagna e sostegno del suo uomo per tutta la vita: Eda che cresce attraverso le dure prove impostale dai tempi, fino a farsi donna nuova negli anni roventi del dopoguerra e della ricostruzione. Eda ormai vecchia e sola, che prende la... (Continues)
Un giorno la sua casa natìa abbandonava
(Continues)
Contributed by Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 2016/3/22 - 17:37
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Indifferenti mai

Indifferenti mai
2014
Album: Indifferenti mai

Dedicata a ‘Odio gli indifferenti’ di Antonio Gramsci
e a ‘L’anno nuovo’ di Gianni Rodari
Non si può più restare a guardare
(Continues)
Contributed by Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 2016/3/22 - 17:20
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Bruxelles

Bruxelles
[1962]
Parole di Jacques Brel
Musica di Gérard Jouannest
Nell’album “Les Bourgeois”

La Bruxelles di Brel, quella degli anni 40 e 50, cattolica, bigotta, rigida, soffocante (“gai comme un canal”, ossia triste e cupa) è impersonata in questa canzone dai suoi nonni, un ufficiale ed una funzionaria statale senza pensieri propri, senza opinioni, lui aveva fatto carriera nell’esercito, lei l’aveva lasciato fare, lui non aspettava che una bella guerra, nel qual caso lei avrebbe avuto il preciso compito di stare ad aspettare lui... E cosa volevate?!? Che il giovane Brel, sprofondato in quell’atmosfera, con la sola prospettiva di rilevare il cartonificio del padre, non fosse insofferente, maligno, poco serio e depresso?!? Così, nel giugno del 1953, armato solo della sua chitarra e delle sue idee, Brel partì per Parigi...

“Je suis né à Bruxelles le 8 avril 1929 à Schaerbeek. Mon père, Romain Brel... (Continues)
C'était au temps où Bruxelles rêvait
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 14:13
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Sepulcro civil

Sepulcro civil
[1989]
Scritta da Antonio Romano
Nel primo album eponimo della heavy metal band argentina.
Sepultado en el suelo
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 11:15
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Desterrando a los oscurantistas

Desterrando a los oscurantistas
[1989]
Scritta da Ricardo Iorio
Nel primo album eponimo della heavy metal band argentina.
Por TV contagian su infección
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 11:03
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Cráneo candente

Cráneo candente
[1989]
Scritta da Antonio Romano
Nel primo album eponimo della heavy metal band argentina.

Il genocidio fisico e poi culturale dei nativi della pampa e della Patagonia argentina (mapuche, ranquel, tehuelche, selknam e altri gruppi etnici indigeni), dalla “Conquista del Desierto” di fine 800 fino ai giorni nostri, non senza un accenno alla guerra delle Malvinas, “l’impero dell’uomo bianco con l’eliminazione dell’indio ha coltivato il culto della grande paura che ancora prosegue sacrificando vite come nell’astuta guerra delle Malvinas."
¡Por tu muerte!
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 10:54
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Gil trabajador

Gil trabajador
[1991]
Scritta da Ricardo Iorio
Nell’album della band heavy metal argentina intitolato “Ácido argentino”

Ho più volte spergiurato che non avrei mai più contribuito brani metal ed oltre, perchè si tratta di generi e sottogeneri che musicalmente non stanno nelle mie corde, ma, complice l’incursione che sto facendo nel rock argentino, ho trovato questo testo davvero incisivo degli Hermética (1988-1994). Come altre canzoni degli anni 90 provenienti da quel paese, anche questa dedicata alla classe operaia, al “lavoratore fottuto” (questa potrebbe essere una traduzione, che “gil” è aggettivo rioplatense, o anche sostantivo nel lunfardo, che significa sempliciotto, facile da ingannare, ingenuo) racconta degli anni del “menemismo”, quando il popolo argentino, ancora tramortito e impaurito dalle sevizie della dittatura, si fece prendere in braccio da un pugno di ladroni neoliberisti corrotti e... (Continues)
El tormento del vino artificial
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/22 - 10:19
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9 to 5

9 to 5
Tumble out of bed
(Continues)
2016/3/22 - 01:41
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El mendigo del Dock Sud

El mendigo del Dock Sud
[1973]
Parole e musica di Mauricio Birabent, in arte Moris
Nel suo album “Ciudad de guitarras callejeras” pubblicato nel 1974

Dock Sud, località in Avellaneda, nell’area metropolitana di Buenos Aires, deve il suo nome al grande molo costruito sulla riva meridionale del fiume Matanza-Riachuelo. L’attività storica idel Puerto de Dock Sud (El Docke) è quella petrolchimica, che nel tempo ha causato gravi danni all’ambiente in un’area, oltre tutto, fortemente abitata. (es.wikipedia)
Yo soy el mendigo del Dock Sud
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/21 - 22:41
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გაფრინდი შავო მერცხალო

Anonymous
Gap'rindi šavo merc'khalo
[IX secolo / 9th Century ?]



Secondo le notizie che ho reperito in rete, scarse anche perché sono tutte in lingua georgiana che non è tra quelle che capisco meglio (per usare un eufemismo...) il canto è antichissimo e potrebbe risalire addirittura al IX secolo. In tempi recenti se ne ricorda l'esecuzione data da Hamlet Gonašvili (1928-1985), detto “La voce della Georgia”:



Appartiene a tutta quella serie di canti popolari (diffusi in tutta Europa fino alle sue estreme propaggini caucasiche) nei quali si chiedono a uccelli vari (in questo caso una “rondine nera”) notizie di guerrieri in battaglia; quasi invariabilmente, ad effettuare tale richiesta all'uccello è una donna (in questo caso una sorella). La struttura di tali canti è effettivamente molto antica, e in certi casi può risalire ad epoche addirittura anteriori al Medioevo.

In effetti, non si può certamente... (Continues)
გაფრინდი შავო მერცხალო,
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2016/3/21 - 22:04
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Disoccupato rappo

Disoccupato rappo
[1986]
Nell’album intitolato “‘nzalla”, prodotto dalla Multimedia Attack di Bologna su etichetta “Totò alle prese coi dischi”
Leggo su questo blog garganico che il pugliese (foggiano?) “‘nzalla” corrisponderebbe più o meno ad una cosa o persona “fica” (che piace, simpatica, eccentrica, che veste strano, ecc) ma anche al suo contrario... Chissà che significato gli attribuivano i TB?

In ogni caso qui si parla di una giornata all’ufficio di collocamento a metà degli anni 80... Non che oggi ai centri per l’impiego (espressione forse più elegante, un po’ come operatore ecologico al posto di spazzino) sia poi tanto diverso...

Incredibol bat trù... Inserisco due canzoni dei mitici Truzzi e ti trovo la recensione proprio di questo disco, fatta giusto l’altro ieri, sul sempre splendido Negozio di Euterpe... la riporto integralmente:



"....Mi piacciono le radio, mi piace pure il rock'n'roll....''
Compie... (Continues)
Duiuuonnadens, duiuuonna
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Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/21 - 20:38
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Señor Bacardi

Señor Bacardi
[1989]
Nell’LP “Truzzi Broders”, prodotto dalla Truzzo Records

Dedicata alla storica visita di Obama a Cuba... Non c’era il vecchio Fidel ad aspettarlo... Per non dimenticare.

Nel 1936 la Bacardi Limited, fondata a Cuba nel 1862, aprì una distilleria a Puerto Rico, così da non dover pagare le tasse sul rum esportato negli USA. Poi nel 1959, con la vittoria della rivoluzione, trasferì completamente la produzione a Puerto Rico, “territorio no incorporado de los Estados Unidos”. Oggi la Bacardi agisce anche in Messico e a Miami, e ha la sede legale nelle isole Bermudas. Anche l’italiana Martini & Rossi è sua.
Ehi Señor Bacardi, troppo tempo è passato (*)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/21 - 18:05
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Pato trabaja en una carnicería

Pato trabaja en una carnicería
[1970]
Parole e musica di Mauricio Birabent, in arte Moris
Nel suo album “Treinta minutos de vida” pubblicato nel 1970 dalla piccola etichetta indipendente Mandioca.

Una canzone in cui Moris si scagliava contro i falsi hippy, i ragazzotti della borghesia, figli di papà e radical chic che evidentemente anche a Buenos Aires - così come a New York, Parigi, Londra, Roma,... - amavano seguire la scena musicale alternativa e magari partecipavano anche a qualche corteo di protesta, ma sempre ben saldi nella convinzione che “lo tuyo es mío y lo mío es mío”. E questa che all’inizio sembrava solo una facezia avrebbe causato poi invece non pochi danni ai lavoratori, ai proletari. Gettato alle ortiche il finto ribellismo giovanile, i capitalisti in erba avrebbero ereditato le aziende dei padri, avrebbero occupato i posti di potere, avrebbero invocato ordine e mano dura, avrebbero avallato le dittature,... (Continues)
Todo empezó con el chiste que decía
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/21 - 17:41
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Mensajes del alma

Mensajes del alma
21 marzo 2016
MESSAGGI DELL'ANIMA
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2016/3/21 - 17:37
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Marşa Rojava [Destana Kobanê]

Kendal Maniş
Marşa Rojava [Destana Kobanê]
(Ripresa da Curdo in Rete)
MARCIA DEL ROJAVA
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Contributed by Lucone 2016/3/21 - 17:33
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Sono nata il ventuno a primavera

Sono nata il ventuno a primavera
Oggi 21 marzo, primo giorno di primavera, Alda Merini avrebbe compiuto 85 anni. La cosa è stata ricordata persino da Google Italia con un doodle, con sullo sfondo un ponte sui Navigli:
CCG/AWS Staff 2016/3/21 - 17:03
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Ayer nomás

Ayer nomás
[1967]
Scritta da Mauricio Birabent, in arte Moris, e Alberto Raúl Lernoud, in arte Pipo Lernoud
La canzone, nella versione edulcorata ed autocensurata scritta da Litto Nebbia, stava sul Lato B de La balsa, nell’interpretazione de Los Gatos
La versione originale è invece presente nel disco d’esordio di Moris, “Treinta minutos de vida” pubblicato nel 1970 dalla piccola etichetta indipendente Mandioca.

L’originale di “Ayer nomás” di Moris era una canzone di protesta. Era il 1967 e (quasi) tutti i giovani protestavano, e a ragione. Il rock 'n' roll era la musica che incarnava la protesta. E i discografici sapevano di poterci fare un sacco di soldi. Ma in Argentina c’era la solita dittatura militare di turno, quella del generale golpista Onganía, soltanto un antipasto di quello che sarebbe accaduto qualche anno dopo, ma i giovani che protestavano, i cappelloni e i rockettari erano sul libro... (Continues)
Ayer nomás
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/21 - 11:16
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Maria Solitaria

Maria Solitaria
[2015]

Alessio Lega e I Malfattori - Albumconcerto

Canta Giusi Delvecchio
Basso elettrico Nicola Zamagna
Chitarra Alessio Lega
Organo Hammond Guido Baldoni
registrata live a Gambettola il 27 ottobre 2015

Maria Solitaria (con Maria Tortura e Maria Tabacchina) fa parte della trilogia della "Madonne", preghiere laiche sulle figure femminili scritte originariamente da Alessio Lega per il film di Ascanio Celestini "Viva la sposa" (2015) dove è appunto stato inserito un frammento di Maria Tabacchina.

Il verso "si mise il vestito più vecchio e più brutto" è la citazione della canzone "Il vestito vecchio e brutto" di Corrado Sannucci, dedicata agli aborti clandestini.
Di bava e preghiera la bocca incrostata
(Continues)
Contributed by adriana 2016/3/21 - 09:23
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Renzo Renzi [o Re-Enzino]

Renzo Renzi [<i>o</i> Re-Enzino]
[2014]
Parole e musica dei Suonatori Terra-Terra di Pontassieve
Lyrics and music by Suonatori Terra-Terra from Sieve Bridge

Stavolta ci siamo riusciti. Il vostro spett. duo in trasferta annuale alla festona della Lega di Cultura di Piàdena del "Miciu" (in questo caso, a buon diritto potremmo essere definiti il "Duo di Piadena"...), in mezzo a un'autentica ribongia è riuscito ad acchiappare finalmente i Suonatori (e più che altro le Suonatrici) Terra-Terra e a carpir loro il foglio col testo del Renzo Renzi (o "Re-Enzino"), brano che presentano con indòmito successo fin dal 2014 (come si può vedere dal video, che per l'appunto è stato registrato proprio nel giugno 2014 all'Istituto De Martino). Beh, averci un foglio a disposizione è sempre più comodo, e tanto Re Enzino regna tuttora imperterrito sull'Itàglia; quindi, appena reduci da Piadena, ve lo presentiamo in tutta la sua regalità.... (Continues)
Io mi chiamo Matteino, per gli amici anche Re-Enzino,
(Continues)
Contributed by CCG/AWS Staff 2016/3/20 - 21:55
Song Itineraries: Prime Minister Abuse
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Pappagalli Verdi

Pappagalli Verdi
2014

Pappagalli verdi è il soprannome delle submunizioni o cluster bomb antiuomo sovietiche PFM-1 (in russo: Противопехотная Фугасная Мина?, traslitterato: Prativapekhatnaja Fugasnaja Mina) e PFM-1S (versione autodistruggentesi in 24h), che sono seminate dagli elicotteri o da granate e razzi di artiglieria. Le mine sono simili (si suppone, come molti ordigni USA impiegati nella guerra del Vietnam, che sia stata imitata dai sovietici) al modello statunitense BLU-43/B "Dragontooth", massicciamente impiegato in Vietnam. La versione americana, come la PFM1, non aveva meccanismo di autodistruzione e costituisce ancora oggi un pericolo costante.

Il nome dell'ordigno viene dalla forma piatta ma asimmetrica aerodinamica, che ne stabilizza e ne rallenta la caduta, permettendone lo spargimento su di un ampio territorio, secondo la quota e la velocità della semina o dispersione. L'esplosivo è liquido... (Continues)
Guerre, business, stati complici
(Continues)
Contributed by dq82 2016/3/20 - 16:03
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Il giorno di San Patrizio

Il giorno di San Patrizio
ST. PATRICK'S DAY
(Continues)
Contributed by ZugNachPankow 2016/3/20 - 15:15




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