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Capitalistic Boss

Capitalistic Boss
[1937 o 1941]
Parole di Saul Aarons
Musica di Mike Stratton
Testo trovato su Labor Arts
Canzone inclusa nella raccolta “Songs For Political Action - Folk Music And The American Left 1926 – 1953” (1996)
Originariamente pubblicato sul Volume III (nn. 6 e 7, luglio/agosto 1948) del “People's Song Bulletin”

Non ci sono molto notizie in Rete sull’autore di questa allegra e sarcastica canzoncina, dotata di un umorismo marcatamente “yiddish”… Mettendo insieme alcuni frammenti, Saul Aarons deve essere stato, seppur marginalmente, un songwriter che a New York fece parte dell’organizzazione “People’s Songs”, lì fondata nel 1945 da Pete Seeger, Alan Lomax e Lee Hays, nata per promuovere le canzoni provenienti dal movimento operaio americano.

Sono un boss capitalista… non sono cattivo, è che mi dipingono così… E’ vero, a volte mi comporto male ma non so spiegarmi il perché, c’è qualcosa che non va nel mio cervello… Sono malato di “capitalistite”!...
I'm the much-maligned capitalistic boss
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/9 - 13:47
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Spring Song

Spring Song
[1941]
Versi di Harry Schachter
Musica di Earl Robinson
Trovo il brano in un paio di compilation, quella proveniente dalla DDR intitolata “Das Andere Amerika” (1966) e la più recente “Songs For Political Action - Folk Music And The American Left 1926 – 1953” (sempre tedesca ma del 1996)




Sicuramente una delle canzoni contro la guerra e pacifiste più sfigate della Storia.

Paul Robeson la incise nel maggio del 1941… Il 22 giugno Hitler invase l’Unione Sovietica… Il 7 luglio un contingente americano sbarcava in Islanda a sostegno delle truppe britanniche, primo assaggio del coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto, formalizzato poi a dicembre dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor…

La “Canzone della Primavera” la cantarono veramente in pochi e per poco…
Oh, I wonder will we be at war this spring.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/9 - 11:37
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The Strange Funeral in Braddock

The Strange Funeral in Braddock
[1925]
Versi di Itzok Isaac Granich, in arte Michael "Mike" Gold (1894-1967), ebreo americano di origine rumena, scrittore, critico letterario, militante comunista

Musica di Elie Siegmeister (1909-1991), compositore ed autore

Nel 1936 il brano fu inciso da Mordecai Baumann (1912-2007), baritono newyorkese
Testo trovato qui

A Braddock, periferia di Pittsburgh, Pennsylvania, nel 1873 fu impiantato l’“Edgar Thomson Steel Works”, uno dei primi stabilimenti per la produzione dell’acciaio ad usare altiforni per il cosiddetto processo Bessemer, innovativi per l’epoca. La fabbrica richiamò un gran numero di immigrati, soprattutto da Croazia, Slovenia e Ungheria. La fortuna di Braddock, fondata sulla “monocoltura” dell’acciaio, ebbe tragicamente termine tra gli anni 70 e gli 80 del secolo scorso. La crisi produttiva ed occupazionale, unitamente alla diffusione massiccia di crack e cocaina, distrussero... (Continues)
Listen to the drums of a strange American funeral.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/9 - 10:24
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Cotton Fields

Cotton Fields
[1940]
Parole e musica di Huddie Ledbetter, detto Leadbelly, che incise questo brano autobiografico nel 1940. Però i primi ad includere la canzone in album e a renderla uno standard, non solo della musica nera (dato anche il suo ritmo originario, comunque “country”) furono Odetta (“The Tin Angel”, 1954, con Lawrence B. Mohr) ed Harry Belafonte (“Belafonte Sings the Blues”, 1958).
Poi le moltissime cover, fra cui spiccano quelle dei Beach Boys e dei Creedence Clearwater Revival, nonchè quelle dei soliti “saccheggiatori” Johnny Cash ed Elvis Presley.

Propongo questo brano perchè, al di là del suo ritmo scanzonato, racconta della durezza della vita dei neri nel profondo sud degli USA alla fine dell’800, quando Leadbelly era un bimbo. I campi di cotone a perdita d’occhio erano il solo paesaggio, che la raccolta andasse bene e il prezioso vegetale non marcisse a causa del parassita “boll weevil”... (Continues)
When I was a little baby
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/8 - 22:03
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Timber (Jerry the Mule)

Timber (Jerry the Mule)
[19??]
Ancora una canzone attribuita a Josh White, da lui più volte incisa negli anni 50 e 60. Ma – come denuncia il titolo stesso del primo album di White in cui è contenuta, “Spirituals and Ballads”, pubblicato dalla Nuova Mayor di Milano (!) nel 1952 – il testo risale sicuramente ad una work song precedente di autore anonimo. Un testo simile si trova col titolo “Mule On De Mount” nella raccolta “Mules and Men”, a cura di Zora Neale Hurston, pubblicata nel 1935.

Nelle note di un altro disco, “Josh At Midnight” del 1956, si può leggere quanto segue:

When Josh and Sam Gary wrote this song over ten years ago, they had in mind the Negro convicts in country road gangs which they frequently saw in their travels. Wondering how men could take the kind of treatment at which any mule would have balked, this song was a natural expression of their feeling. It's the story of a mule who had the sense... (Continues)
Got to pull this timber 'fore the sun goes down,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/8 - 16:16
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Cent'anni

Cent'anni
2016
Kidz against Renzi
Mi sono informato , c'e' un treno
(Continues)
Contributed by dq82 2016/2/8 - 15:43
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Told My Cap'n

Told My Cap'n
[1940]
Nel disco intitolato “Chain Gang”, con il gruppo dei Carolinians

"Columbia Records proudly presents what is perhaps the most genuine folk music of our times... Seven Negro laments of the chain gang sung by Joshua White and his Carolinians" (from liner notes)

Ancora una canzone sulle chain gang, le squadre di prigionieri alla catena, o work gang, sempre composte in gran parte da neri, data la loro altissima percentuale fra la popolazione carceraria.
Anche qui il captain (in altre canzoni è il walker) esercita il totale arbitrio e la più spietata violenza sui prigionieri, arrivando ad ucciderne uno a sangue freddo… Ma – come in Nine Foot Shovel – il carnefice ha le ore contate…
Senz’altro il testo non è farina del sacco di White ma deriva da canti dei detenuti nelle prison farms del Sud negli anni 20, come la Grade Song che trovo su Mudcat Café…
Told my cap'n
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/8 - 15:22
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Il chimerico Morfeo

Il chimerico Morfeo
2015
La donna, la taverna, il dado
Ho visto grandi delle multinazionali donare terre, costruzioni e anche denari
(Continues)
Contributed by dq82 2016/2/8 - 15:18
Song Itineraries: Deserters
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Il canto del coprifuoco

Il canto del coprifuoco
2015
La donna, la taverna, il dado

feat. Enrico Capuano
Proponiamo questo canto qua,
(Continues)
Contributed by dq82 2016/2/8 - 15:11
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Auf den Tod eines Fußballspielers

Auf den Tod eines Fußballspielers
[1945]
Versi di Friedrich Torberg, pseudonimo di Friedrich Ephraim Kantor-Berg (1908-1979), scrittore, giornalista ebreo austriaco, di origine ceca.
Musicata da Christoph Holzhöfer

Approfondendo la vicenda di Johann Trollmann Rukelie, il grande pugile zingaro tedesco che si battè fino alla fine contro i nazisti, ho scoperto un’altra storia di un campione dello sport che non piegò la testa e che sfidò apertamente Hitler.

Questa poesia di Friedrich Torberg – che negli anni 40 finì esule negli USA dopo aver lungo vagato per l’Europa, braccato dai nazisti – è dedicata a Matthias Sindelar (1903-1939), il più forte calciatore austriaco di sempre, centrocampista ed attaccante del “Wunderteam”, la meravigliosa nazionale austriaca degli anni 30. Soprannominato “Der Papierene”, ossia “carta velina”, per via della sua figura sottile, o anche il “Mozart del pallone”, per l’eleganza del movimento... (Continues)
Er war ein Kind aus Favoriten
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/8 - 13:07
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Dynamit

Dynamit
Chanson suisse alémanique (Schwyzertüütsch) – Dynamit – Mani Matter – 1973



L’avocat Hans-Peter Jan Matter, plus connu comme Mani Matter, est par la force des choses un phénomène exclusivement suisse ; bien plus, de la seule Suisse allemande. Il a été, reste et restera le plus célèbre et célébré Liedermacher (faiseur de chansons, trouvère) produit par la Confédération Helvétique, mais aussi, un « enfant » de la chanson d’auteur française et de Georges Brassens, en particulier. Les chansons de Mani Matter sont « in toto » brassensiennes, mais avec une touche suisse qui pourrait se révéler difficilement perceptible à qui ne l’est pas (Suisse), mais a été un peu initié aux choses de ce pays pas commun. Toujours assez, évidemment, pour qu’il réussisse à comprendre au moins un peu ce qui est dit dans ses chansons ; Mani Matter, Bernois jusqu’à la moelle (malgré sa mère hollandaise), écrivait... (Continues)
DYNAMITE
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/2/5 - 21:03
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Radio Maria

Radio Maria
Veramente la cosa è "un pochito" datata. Dico, 'sto mazzo della vocale "y" e la consonante "j". Direi anche pienamente superata. Ci rimasto ancora qualche relitto nel nome della famigerata radio.
Sarà forse una forma transizionale fra la scrittura antica del nome "Marya" verso la odierna forma "Maria", più uniforme ad altre lingue europee. Di più, casomai, proprio in italiano, quando viene pronunciato, per noi polacchi suona in modo suddetto :P
E poi, una frase in polacco: "ma ryja" significa tutt'altra cosa, e se non offende, fa ridere almeno :)
Ryj – grugno
krzyś 2016/2/5 - 20:32
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Gracias a la vida

Gracias a la vida
POLACCO / POLISH / POLACO 2
Versione polacca di Antonina Krzysztoń
Dall'album "Dwa księżyce" [Due lune] (2004)

Quando la cercavo non la trovavo, una versione polacca cantabile di questa bella canzone. È pure ce ne deve esistere almeno l'una, mi dicevo. Ed ecco, proprio oggi, toc, la ho trovata per caso su YT. Indovinate un po' chi la canta... e sì, la indistruttibile Antonina.



Il video che accompagna il brano mostra i valori naturalistici della riserva "Dolina Baryczy" presso Milicz, una cittadina di Bassa Slesia, poco distante da Breslavia (Wrocław). Alla fine del filmato il canto di Antonina viene supportato dal cannareccione)

Il testo invece, viene leggermente stravolto (partendo dal titolo "Dziękuję za słońce", cioè "Grazie per il sole") visto che Antonina sia una persona dalla fede abbastanza fervente.
Dziękuję za słońce, co świeci nad głową
(Continues)
Contributed by Krzysiek 2016/2/5 - 20:12
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No al TPP

No al TPP
NO TO THE TPP
(Continues)
2016/2/5 - 19:47

Kołysanka dla Birkenau

Kołysanka dla Birkenau
La musica dovrebbe essere quella della canzonetta tedesca degli anni 30 “Wenn ich groß bin liebe Mutter” interpretata da Marita Gründgens.
Su Volksliederarchiv trovo la traduzione tedesca di Doris Radojewski.
WIEGENLIED FÜR BIRKENAU
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/5 - 15:35
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Allah

Allah
Bella canzone, peccato che il Buddha era magro e non grasso.
Quello grasso che alcuni chiamano impropriamente Buddha, è invece il famoso "Cinese felice" o "Il Buddha che ride" una figura del Buddhismo Zen che spesso vediamo esposto nelle bancarelle di souvenir. https://it.answers.yahoo.com/question/...
Salvatore Nauta 2016/2/5 - 15:08
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Le donne pitturate

Anonymous
Le donne pitturate
Chanson italienne – Le donne pitturate – Anonyme – 1943-45

Chanson « partisane et amoureuse » répandue dans les monts du Val d’Arda, provincia de Piacenza.
LES FEMMES PEINTURLURÉES
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/2/5 - 11:58
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Il bambino di fumo

Il bambino di fumo

LO SMOG SI PUÒ RESPIRARE. LO DICE STRASBURGO

Il parlamento europeo raddoppia i limiti per le emissioni di smog. Una scelta insensata che va contro la salute e l’’ambiente. Un vero e proprio condono che premia i furbi e non l’innovazione e la qualità

di Giampaolo Martinotti, da PopOff – Giornalismo o barbarie, 4 febbraio 2016.

Le lobbies dell’auto hanno vinto. Ieri il parlamento di Strasburgo ha votato in favore del progetto presentato dalla Commissione europea che di fatto straccia il regolamento comunitario 715 del 2007 che imponeva il limite di 80 milligrammi di ossidi di azoto (NOx) per autovettura a chilometro.
Dopo i filtri truccati che avevano coinvolto per prima la Volkswagen nello scandalo ‘dieselgate’ ora, con un cambio di marcia o meglio di normativa, arrivano in circolazione le ‘Euro 6’ ‘modificate’. Con un colpo di spugna si cancellano i fatidici 80 milligrammi per passare... (Continues)
Bernart Bartleby 2016/2/5 - 11:27
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L'Internationale

L'Internationale
LATINO / LATIN [3]

La versione latina (1a strofa e ritornello) di Jack Mitchell [2004/2007]
Latin version [1st verse and refrain] by Jack Mitchell [2004/2007]

"...Believe it or not, mine is not the only Latin version." (Jack Mitchell)
HYMNUS INTERNATIONALIS
(Continues)
Contributed by Gaspardus Matutinus 2016/2/5 - 07:16
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Kerfank 1870

Kerfank 1870
"Je vous conjure d'oublier que vous êtes Bretons pour ne vous souvenir que de votre qualité de François" (Le ministre de la Guerre Louis Charles de Saulces de Freycinet au général Émile de Kératry, à la tête de cinquante à soixante mille mobilisés bretons, formant l'armée de Bretagne).

In Bretagna, i bravissimi Tri Yann non sono stati gli unici, nè i primi a ricordare in musica gli avvenimenti di Conlie. Nel 1976, l'amico sensibile e libertario Serge Kerguiduff nel consacrare un intero Lp all'opera di Tristan Corbière, ha inserito anche una selezione di quartine dall'impressionante "La Pastorale di Conlie" che di quei scandalosi fatti è quasi un resoconto poetico scritto in contemporanea e il cui testo (e relativa mia traduzione) riporto più in basso.
La forma canzone viene preceduta dalle seguenti due strofe:

Puisque de nouveau vous faites la Bretagne
Moins par plaisir que par état... (Continues)
Flavio Poltronieri 2016/2/4 - 22:31
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Two Brothers

Two Brothers
Questa non è una canzone DALLA guerra civile americana ma SU quella guerra.
Si vedano al proposito le note su “Songs of the Civil War”, disco curato da Irwin Silber e Jerry Silverman e pubblicato dalla Folkways Record nel 1960.

“Two Brothers” è stata infatti composta nei primi anni 50 (del 900) da Israel Goldener, meglio noto come Irving Gordon (1915-1996), songwriter nativo di Brooklyn ed autore di molte canzoni per Duke Ellington, Perry Como, Billie Holiday e Bing Crosby, per citare solo alcuni degli artisti con cui collaborò.
Uno dei suoi più indimenticabili successi rimane “Unforgettable”, scritta per Nat King Cole.

Trovo il brano - con il titolo “Two Brothers (The Blue And The Grey)” - anche interpretato da The Weavers (Ronnie Gilbert, Lee Hays, Fred Hellerman e Pete Seeger) nel loro disco live del 1957 “The Weavers On Tour”.
Bernart Bartleby 2016/2/4 - 22:04
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Ciutat Morta

Ciutat Morta
CIUDAD MUERTA
(Continues)
2016/2/4 - 21:43
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Ἐπιτάφιος

Ἐπιτάφιος
Scusate qualcuno con calma potrebbe riassumere ciò che Theodorakis spiega qui



immagino che in sostanza dica quanto scritto da Testa in questa pagina (sotto la foto "Salonicco, 1936") ma forse con qualche dettaglio in più che potrebbe interessare.
Purtroppo il video non contiene sottotitoli in inglese perciò chiedo aiuto qui.
Grazie a tutti.
Edoardo 2016/2/4 - 12:25
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Nobody Knows the Trouble I've Seen

Anonymous
La versione dei Fisk Jubilee Singers come riportata sul solito, imprescindibile Mudcat Café
Nobody Knows the Trouble I've Seen
NOBODY KNOWS THE TROUBLE I SEE, LORD
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/4 - 09:51
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Si hei dr Wilhälm Täll ufgfüert

Si hei dr Wilhälm Täll ufgfüert
Chanson alémanique (Schwyzertüütsch) – Si hei dr Wilhälm Täll ufgfüert – Mani Matter – 1966
Paroles et Musique: Mani Matter
Album: I han en Uhr erfunde ("Ho trovato un orologio")

À la taverne « Le Lion » de Nottiswil, un village imaginaire de la Suisse profonde, un soir on joue le « Guillaume Tell » de Schiller, à la façon d’un mélodrame napolitain : une moitié du village sur scène, et l’autre moitié est le public, muni d’énormes cruches de bière. Appeler Mani Matter le « Brassens suisse » n’est pas chose originale, vu que Mani Matter lui-même, depuis ses tout débuts, avait déclaré ouvertement s’inspirer de Brassens. Il est certain que, parmi les chansons de Mani Matter, celle-ci est une des plus « brassensiennes » (pour le contenu on pense évidemment à l’Hécatombe) dans l’absolu, jusque dans la musique ; comme Brassens, il se produisait seul avec sa guitare et il n’est pas à exclure que... (Continues)
ON A JOUÉ GUILLAUME TELL
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/2/3 - 21:28
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Hobo's Lullaby

Hobo's Lullaby
"Boxcar" non è garage, ma è un tipo di vagone da carico molto comune negli USA. Infatti la parola si ricollega al verso "ascolta il canto di acciaio delle rotaie" poiché il barbone è sopra il treno.
Maria A. Villano 2016/2/3 - 17:38
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Chico Mendes

Chico Mendes
Visto che le Alpi sono a ben guardare "l'Amazzonia d'Europa" mi attacco qui...ciao
GS

“Sono passati quasi 26 anni da questa intervista e qualcosa è cambiato sul fronte dell'ambientalismo montano. C'è meno fiducia nelle associazioni (almeno in quelle nazionali) e c'è qualche risultato in più per ciò che riguarda i rifiuti. Almeno questo l'abbiamo ottenuto: cambiare la coscienza nella gestione di ciò che rifiutiamo. Con il rischio di avere un mondo asettico. Sono cambiato pure io, perché ora ritengo che a un certo punto della nostra vita, dobbiamo tutti domandarci: -Quanta spazzatura è in me? Inabissarsi nella voragine nostra interiore alla ricerca dei propri rifiuti profondi è l'unico antidoto alla malattia di un pensiero raziocinante e sociale che vuole un mondo asettico. Il pensiero, dove ha appena spazzato e disinfettato, sporca già solo con il proprio passaggio. Che sia orizzontale o... (Continues)
Gianni Sartori 2016/2/3 - 10:47
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Mondo in mi 7

Mondo in mi 7
Grande Celentano e ancora piu grandi gli autori
2016/2/3 - 10:31
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This Land Is Your Land

This Land Is Your Land
da Terra [2016]
TERRA
(Continues)
Contributed by dq82 2016/2/3 - 10:00

A Compiègne (Marche du Front Stalag 122)

A Compiègne (Marche du Front Stalag 122)
L'autore della canzone è sicuramente Jean Maupoint (1909-1945), musicista, cantante e fantasista originario di Clermont Ferrand. qui la sua biografia.

Il brano dovrebbe essergli giustamente attribuito anche perchè Jean Maupoint, stremato dala prigionia prima a Mauthausen e poi a Dora (sottocampo di Buchenwald), morì il 21 agosto 1945, appena 4 mesi dopo la liberazione. Aveva 38 anni.

Jean Maupoint compose anche altre canzoni durante la prigionia. Una era dedicata proprio al campo di Dora-Mittelbau, dove fu rinchiuso per due anni. Nella speranza di trovarne prima o poi (se esiste) il testo completo, comincio col contribuire il ritornello come riportato da Claude Torres sul suo sito Mes musiques régénérées – Jewish Music:

Dora, Dora
Est-ce un chien?
Est-ce un chat?
Est-ce un nom de fleur?
Est-ce un nom de femme?
Quel plaisir on aura
Quand on quittera Dora!
Bernart Bartleby 2016/2/3 - 09:00
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Чор ҷавон

Чор ҷавон
Abbastanza tragico 'sto tagico.
In fin dei conti siamo tutti from Caucas.
krzyś 2016/2/3 - 00:51
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The Factory

The Factory
Ecco, perché ho proposto My Shits Fucked Up https://www.youtube.com/watch?v=LbhYqV17CoQ
Krzysiek 2016/2/2 - 18:50
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The Envoy

The Envoy
La vita fa male,
ma è la guerra che fa male alla vita :)
Krzysiek 2016/2/2 - 18:44
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Osposidda

Osposidda
I sequestratori hanno sbagliato,pagando con la vita,ma hanno riscattato il loro sbaglio,liberando l'ostaggio.Le forze dell'ordine hanno fatto il loro dovere,sono intervenuti,ma dai fatti,sono andati oltre.Ecco come si trasforma una vittoria in sconfitta.
Antonio. 2016/2/2 - 18:39
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Illegal Alien

Illegal Alien
L'introduzione e' divertente ma penso che ci sia un equivoco. In inglese "alien" può voler dire semplicemente "straniero", in particolare secondo wikipedia "an illegal alien is a non-citizen who is present in a country unlawfully or without the country's authorization. This could be because they overstayed their welcome or they slipped through the border undetected."

Quindi io tradurrei semplicemente IMMIGRANTE ILLEGALE, come d'altra parte ha fatto la traduttrice portoghese.
Leonardo 2016/2/2 - 15:31
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Rue des Longues-Haies

Rue des Longues-Haies
Sono felice che venga ricordato questo "enorme" poeta e "profeta" nel trasmettere come si fa a incontrare Gesù!
Come piacerebbe a Papa Francesco questo suo modo di annunciare il vangelo.
Perché non unire gli amici che lo hanno conosciuto per ""RIPROPORLO" ai giovani di oggi?
Ho organizzato io a Genova 4 dei suoi concerti, e proprio a Genova pochi giorni prima di morire ha tenuto il suo ultimo concerto nell'aprile del 1984.
Père Duval mi chiamava (bontà sua) il suo impresario per Italia. Questo lo ha anche scritto ne "Il Bambino che giocava con la luna" di cui ho curato la traduzione mettendo in contatto le Edizioni Paoline e trovando la traduttrice del testo originario "L'enfante che jouè avec la lune" MARINA ROBIOLIO.
NRICO CHIARELLA 2016/2/2 - 15:13
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Frañsez Laorañs

Frañsez Laorañs
2 febbraio 2016
FRANÇOIS LAURENT
(Continues)
2016/2/2 - 02:20
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A canzona di u trenu (o U trenu di Bastia)

A canzona di u trenu (<em>o</em> U trenu di Bastia)
Su Youtube si può ascoltare la versione toscana, sotto il titolo "Iuccumere", tratta dall'LP "Il Tempo Delle Ciliegie"- Cartacanta - 1980. Questa versione è stata successivamente ripresa da Banditaliana, sempre col titolo "Iuccumere", nel CD "Acqua, foco e vento" del 2003.



Iuccumere (o U trenu di Bastia)
Cristina 2016/2/1 - 23:02
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Ein alter Mann geht vorüber

Ein alter Mann geht vorüber
Chanson allemande – Ein alter Mann geht vorüber – Erich Kästner – 1933

Les livres d'Erich Kästner sont à présent bien connus des enfants (et si ce n'est pas encore le cas, il convient de leur faire connaître), ce sont des romans qu'il a écrits à leur intention :
Émile et les Détectives (Emil und die Detektive, 1929)
Le 35 mai ou Le 35 mai ou Konrad chevauche sur les mers du Sud, (Der 35. Mai, 1931)
La Classe volante, (Das fliegende Klassenzimmer,1933)
Trois hommes dans la neige (de), (Drei Männer im Schnee, 1934)
Émile et les trois jumeaux (Emil und die drei Zwillinge, 1934)
La Miniature volée (Die verschwundene Miniatur, 1935)
Deux pour une (Das doppelte Lottchen, 1949)
La Conférence des animaux (Die Konferenz der Tiere, 1949).

En 1933, à Berlin, avec les livres d'autres auteurs, les S.A. ( Sections d'Assaut) du parti nazi brûlèrent l'ensemble de ses oeuvres.
Les « Remembrances d'un Vieil... (Continues)
REMEMBRANCES D’UN VIEIL HOMME
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/2/1 - 22:34

Des Morgens um halb fünfe

Anonymous
Des Morgens um halb fünfe
1° febbraio 2016

Due parole del traduttore. In attesa di trasformarmi, alle 23 in punto, in "Gaspard de la Nuit", una traduzione dall'universo concentrazionario (il "Zirkus Konzentrazani", come dicevano gli internati) dei primi tempi del regime nazista. Si tratta di una traduzione, lo dico, molto "ad sensum" e fatta senza nemmeno toccare un dizionario, così come mi è venuta; a questo punto sarebbe quasi d'obbligo una bestemmia, che sparo coscienziosamente tra me e me. Casa mia è un campo di battaglia, caffè sul fuoco, grappaccia di serie B e a presto.
LA MATTINA ALLE QUATTRO E MEZZO
(Continues)
2016/2/1 - 20:50

Im Auschwitzlager wo ich wohnte

Im Auschwitzlager wo ich wohnte
DANS LE CAMP D’AUSCHWITZ OÙ J’HABITAIS
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/1 - 16:04




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