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Georges Brassens: Marquise
Versione italiana di Giuseppe Setaro
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MARQUISE
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Contributed by Krzysiek Wrona 2016/2/16 - 22:49
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Tráva
![Tráva](img/upl/Bambou2BVietnam2Bguerre2B.png)
d’après la version italienne de Stanislava
d’une chanson tchèque – Tráva – Karel Kryl – 1965
Une chanson écrite par Kryl pendant son service militaire. On la présente comme une chanson contre la guerre en général, mais selon moi, dans la première strophe se trouve même une référence concrète à la guerre en Vietnam qui était en cours dans ces années-là ; y me fait penser l’image des « morti là dietro il canneto » [Comme on le verra la version française dit « là-bas dans les bambous » rejoignant sans barguigner l’avis de l'auteure de la version italienne]. Rákosí est une plante semblable à la canne de bambou qui est devenue une métaphore pour les Vietnamiens (peut-être seulement en tchèque ? ? ? je ne le sais pas…), apparemment justement aux temps de la guerre : certains la font remonter aux chapeaux ou aux maisons faites de ces plantes, d’autres soutiennent que les soldats vietnamiens se... (Continues)
d’une chanson tchèque – Tráva – Karel Kryl – 1965
Une chanson écrite par Kryl pendant son service militaire. On la présente comme une chanson contre la guerre en général, mais selon moi, dans la première strophe se trouve même une référence concrète à la guerre en Vietnam qui était en cours dans ces années-là ; y me fait penser l’image des « morti là dietro il canneto » [Comme on le verra la version française dit « là-bas dans les bambous » rejoignant sans barguigner l’avis de l'auteure de la version italienne]. Rákosí est une plante semblable à la canne de bambou qui est devenue une métaphore pour les Vietnamiens (peut-être seulement en tchèque ? ? ? je ne le sais pas…), apparemment justement aux temps de la guerre : certains la font remonter aux chapeaux ou aux maisons faites de ces plantes, d’autres soutiennent que les soldats vietnamiens se... (Continues)
HERBE
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Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/2/16 - 22:46
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Tremori antichi
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Mag Meg sarebbe Mario Magenta, ma non è sicuramente lui l’autore della musica perchè era un dirigente della Fonit Cetra e firmava al posto degli artisti non iscritti alla SIAE.
E’ più probabile che il compositore sia stato Martin Frederick Grice, che era appena subentrato a Ivano Fossati, il quale aveva scelto la carriera solista dopo “Dolce Acqua” del 1971.
Invece La Luce sta per Mauro la Luce, il paroliere storico dei Delirium.
E’ più probabile che il compositore sia stato Martin Frederick Grice, che era appena subentrato a Ivano Fossati, il quale aveva scelto la carriera solista dopo “Dolce Acqua” del 1971.
Invece La Luce sta per Mauro la Luce, il paroliere storico dei Delirium.
Bernart Bartleby 2016/2/16 - 19:13
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Canzone del padre
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FIGLIO DELLA LAVANDAIA
di Riccardo Venturi
Salve. Mia madre faceva la lavandaia, ma non dovete pensare certo all'iconografia delle belle ragazze che lavano i panni al fiume tutte giulive e con gesti ariosi. Mia madre lavorava in una lavanderia industriale per parecchie ore al giorno, ed è morta. Accidenti se lo so, che è morta; innanzitutto perché era mia madre, e poi perché l'ho seppellita io, di persona, con le mie mani. A dire il vero, forse, qualcuno se la ricorderà questa storia, perché diversi anni fa è stata raccontata, con un certo successo, da un mio amico che allora aveva una trentina d'anni e faceva l'impiegato in ufficio pubblico, non mi ricordo se le poste o le imposte dirette, insomma qualcosa con “poste”. Lo dico subito: sono morto pure io e non ho fatto una gran bella fine, anche se sicuramente un po' insolita. Nemmeno al mio amico impiegato è andata granché bene; è andato... (Continues)
di Riccardo Venturi
Salve. Mia madre faceva la lavandaia, ma non dovete pensare certo all'iconografia delle belle ragazze che lavano i panni al fiume tutte giulive e con gesti ariosi. Mia madre lavorava in una lavanderia industriale per parecchie ore al giorno, ed è morta. Accidenti se lo so, che è morta; innanzitutto perché era mia madre, e poi perché l'ho seppellita io, di persona, con le mie mani. A dire il vero, forse, qualcuno se la ricorderà questa storia, perché diversi anni fa è stata raccontata, con un certo successo, da un mio amico che allora aveva una trentina d'anni e faceva l'impiegato in ufficio pubblico, non mi ricordo se le poste o le imposte dirette, insomma qualcosa con “poste”. Lo dico subito: sono morto pure io e non ho fatto una gran bella fine, anche se sicuramente un po' insolita. Nemmeno al mio amico impiegato è andata granché bene; è andato... (Continues)
2016/2/16 - 15:21
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