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Is This What I Raised My Little Boy For

Roberta Mase
Is This What I Raised My Little Boy For
(1968)
Pubblicato su Broadside #91, maggio 1968

Sullo stile di I Didn't Raise My Son To Be A Soldier una ballata scritta dalla madre di un soldato in Vietnam

(Author's note: "My son has been in Vietnam for several months and knowing only too well haw gruesome the situation really is, I wanted to put into words some of my feelings about the war. I have wanted very desperately for this song to be heard because of the meaning it will have for other mothers who share a similar heartache... I'm sure there isn't a parent of a young man today who hasn't thought to himself or herself: IS THIS WHAT I RAISED MY LITTLE BOY FOR?")
Is this what I raised my little boy for?
(Continues)
2016/10/21 - 22:55

What Will We Do With Our Freedom?

What Will We Do With Our Freedom?
Pubblicata in Broadside #84 Settembre 1967

Parole di Richard Astle
Musica di Richard Astle & Charles Spear
I hear a thunder rolling across the land
(Continues)
2016/10/21 - 21:46
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El Demagogo

El Demagogo
(2016)

Il nuovo singolo della cantante messicana Lila Downs è un attacco diretto al candidato repubblicano Donald Trump. Il singolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2016 nelle due versioni, inglese e spagnola.
At the edge of the world
(Continues)
2016/10/21 - 20:22
Song Itineraries: Donald Trump
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Io non ho paura

Io non ho paura
[2011]
Scritta da Cesare Chiodo, Antonio Calò (in arte Bungaro) e Antonio Iammarino
Nell’album intitolato “Sud”

“Quasi tutte le canzoni di Sud parlano della migrazione dei popoli, anche Io non ho paura. Certo, una canzone ti può indirizzare dove il tuo cuore ti dice di andare, ma in questo brano il riferimento è al non temere la diversità e ciò che non si capisce: la paura è un sentimento che va rispettato ed è normale in un momento come questo. Oltre tutto per noi la migrazione dei popoli è un fenomeno giovane rispetto all'Europa, dove il problema è stato affrontato e in parte risolto. Noi cominciamo ora, quindi è chiaro che si possa avere paura di culture, lingue, religioni e colori diversi. Ciò che mi fa orrore è veder cavalcare queste paure per mettere gli esseri umani uno contro l'altro per motivi meramente politici ed elettorali. Il fenomeno è ineluttabile: ci piaccia o no, saremo... (Continues)
Ci penso da lontano
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/10/21 - 08:44
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Combattente

Combattente
[2016]
Title track dell’ultimo album della Mannoia, di prossima uscita.
Scritta da Alfredo Rapetti Mogol, in arte Cheope (nato nel 1961 dal paroliere Giulio Mogol e dalla sua prima moglie Serenella), e Federica Abbate (1991-), autrice di diversi recenti successi del pop nostrano.

Propongo questa canzone come Extra, ma forse meriterebbe di essere considerata una CCG DOCG già solo guardando la copertina dell’album, con il carro armato di grammofono al posto del cannone… La Mannoia è poi davvero un’artista “combattente”, con già una dozzina di canzoni all’attivo su questo sito… E davvero il tema della lotta permanente per ciò che è giusto, in primis per la giustizia e la pace, è un tema universale.
Forse è vero, mi sono un po’ addolcita
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/10/21 - 08:22
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Like the Miller Grinds the Wheat

Like the Miller Grinds the Wheat
(1968)
Apparsa su 45 giri nel 1968 e pubblicata su Broadside Magazine #90 dell'aprile 1968

Come il mugnaio che macina la farina, la macchina della guerra ti stritolerà e farà di te un cadavere... o un assassino.
We don't touch that machine
(Continues)
2016/10/20 - 22:35
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What if They Gave a War and No One Came?

What if They Gave a War and No One Came?
dall'album "Watch Me".
Testo e musica di Jonna Gault
Testo publicato in Broadside Magazine #89 Febbraio/Marzo 1968

Canzone che riprende lo slogan pacifista mutuato da un passo di “The People, Yes”, poema scritto da Carl Sandburg nel 1936. Vedi anche Zor And Zam dei Monkees.
What if they gave a war and no one came?
(Continues)
2016/10/20 - 21:28
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Narrazione

Narrazione
Album: "Lunga attesa" (2016)

Nel mito e, più in generale, in tutto ciò che le favole tramandano, risiede qualcosa di emotivamente più importante e in grado di segnarci nel profondo. Per contrasto, quindi, se da una parte c’è la narrazione, dall’altra c’è tutto ciò che ci viene trasmesso dalla realtà che ci circonda. Mi è venuto facile pensare alla realtà che ci disintegra e che ci rende persone impermeabili all’emotività e alle problematiche contingenti.

(Cristiano Godano - intervista)

*

“Credo la poesia nasca dall’intuizione più che dall’analisi. Quel giorno ne ho avuta una abbastanza folgorante e per fortuna invece di pensare che un giorno più in là ne avrei potuto parlare (smarrendo così l’impatto “a caldo” dell’ispirazione), sono riuscito a trattenerla e a trasformarla subito in canzone. Siamo bombardati da brutture, costantemente, dai media ma anche da Internet: chiunque voglia... (Continues)
Quanto è importante la narrazione
(Continues)
2016/10/20 - 21:06

Who Killed Vietnam?

Norman A. Ross
Who Killed Vietnam?
(1968)

Pubblicato su Broadside #88 Jan 1968

L'autore di questi versi propone di cantarli su un semplice motivo improvvisato (nel Broadside viene riportato lo spartito) ad lib. per le parole di questa canzone (altrimenti, scrive, potete usate una vostra musica originale).

Strofa per strofa la canzone elenca i colpevoli dell'escalation in Vietnam: dal soldato diciottenne al presidente Johnson, passando per il segretario alla difesa Robert McNamara, il segretario di stato Dean Rusk e la maggioranza silenziosa degli americani indifferenti alla guerra finché non li tocca da vicino.
Who killed Vietnam? No not I, said Uncle Sam.
(Continues)
2016/10/20 - 19:21
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Jivit Rongkroh Proh Songkream (My Life as a Victim of War)

Jivit Rongkroh Proh Songkream (My Life as a Victim of War)
2016
They Will Kill You, If You Cry
by Khmer Rouge Survivors

Thuch Savanj è un musicista appena cinquantenne, sfigurato, campeggia sulla copertina di questo album. Al momento non sono reperibili i testi in lingua originale. ma è comunque un documento importante da inserire tra le CCG.

Nell’immaginario occidentale la Cambogia occupa un posto speciale, poiché è difficile non pensare alla drammatica storia contemporanea del Paese della Penisola indocinese, che ha subito, pagandone le conseguenze, tre milioni di tonnellate di bombe americane negli anni Settanta, di cui tanti nel ‘nostro’ mondo si sono dimenticati, ed è stato sconvolto dal genocidio di circa due milioni di persone perpetrato dal regime dei khmer rossi (1975-1979). Parliamo di eliminazione fisica di chiunque, in qualche modo, fosse associabile alla precedente monarchia, alla religione, alla cultura tradizionale, all’occidentalizzazione... (Continues)
As a child I was happy,
(Continues)
Contributed by dq82 2016/10/20 - 17:18
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לבכות לך

לבכות לך
1996
Hamikhtav

Aviv Geffen scrisse questa canzone per l'amico Nir Shpiner, morto in un incidente stradale, ma le canzoni a volte hanno percorsi strani, e acquisiscono un significato superiore a quello per cui sono state scritte.
Il 4 novembre 1995, infatti, Geffen venne invitato a cantare alla grande manifestazione a sostegno del processo di pace e presentò questa canzone. Quella stessa sera Itzhack Rabin fu ucciso. Proprio per questo motivo, "Cry for You" è diventato una sorta di inno nazionale giovanile, e in particolare del movimento "Candela Children".
אני הולך לבכות לך
(Continues)
Contributed by dq82 2016/10/20 - 13:43
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Pin nel sentiero dei nidi di ragno

Pin nel sentiero dei nidi di ragno
(N.Pisu/N.Pisu)
dall'album "Canzoni da solo" (2016)

Liberamente tratta da “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino (Einaudi, 1947)

Vedi anche Il Sentiero
Per arrivare in fondo al vicolo
(Continues)
Contributed by Nicola Pisu 2016/10/20 - 12:06
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The Spirit of 1776

The Spirit of 1776
2014
Una sorta di inno suffragista, questa volta riferito al movimento suffragista americano.
And the women united to free every man
(Continues)
Contributed by dq82 2016/10/20 - 10:39
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The March of the Women (Shoulder to Shoulder)

The March of the Women (Shoulder to Shoulder)
1911
"The March of the Women" (Shoulder to shoulder) fu composta da Dame Ethel Smyth nel 1910 su testo di Cicely Hamilton.




La canzone fu cantata la prima volta il 23 marzo 1911 ad una raccolta fondi all'Albert Hall a Londra, e divenne presto l'inno del movimento suffragista. Nel 1912 venne cantata nella prigione di Holloway a Londra dove erano imprigionate più di 100 suffragette comprese Mrs. Pankhurst ed Ethel Smyth, per aver distrutto, in un attacco simultaneo e coordinato in più parti di Londra, le finestre degli oppositori al suffragio femminile.
Shout, shout, up with your song!
(Continues)
Contributed by dq82 2016/10/20 - 10:17

Saigon Bar-Girl

Saigon Bar-Girl
(1967)
Parole e musica di Gail Dorsey & Emily Gould
Pubblicata su Broadside #87

Una ragazza vietnamita costretta a servire al bar i soldati USA e forse anche a prostituirsi.
I'm a Saigon Bar-Girl
(Continues)
2016/10/19 - 23:37
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You Want It Darker

You Want It Darker
[2016]
Parole di Leonard Cohen
Musica di Patrick Ray Leonard
La canzone che dà il titolo al suo nuovo album

Non so, quando ho letto il testo di questa canzone, prima ancora della sua traduzione in italiano da LeonardCohen.it, mi è venuta subito in mente una citazione di Heinrich Heine che il nostro Riccardo Venturi fece nel “distruggere” una pia donna di nome Maria Rosaria, intervenuta a commento di Canzone fra le guerre di Antonella Ruggiero. La citazione era la seguente:

"Maledetto il buon Dio! Noi lo pregammo
nelle misere fami, nei freddi inverni;
lo pregammo, e sperammo, ed aspettammo:
ed egli, il buon Dio, ci saziò di scherni."

Quel santo nome, tanto magnificato e glorificato, è invece sempre stato vilipeso e crocefisso nel suo corpo mortale. E è Dio che ha voluto il buio, l'Uomo che spesso ha eseguito la sua volontà spegnendo la fiamma. E quando la fiamma è rimasta accesa,... (Continues)
If you are the dealer
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/10/19 - 23:03

Senti madre il lamento di un figlio

Anonymous
Senti madre il lamento di un figlio
[1911]
Un breve canto riferito nel 1960 dall’informatore Piero Dosio, torinese, classe 1893, e contenuto in “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.

Il canto si riferisce ad una delle tante misere avventure dell’Italia colonialista, quella del 1911, quando il governo Giolitti diede il via all’aggressione della Libia. Quell’ennesima “passeggiata militare” si concluse più di 30 anni dopo e nel totale fracasso. Si pensi che solo in quell’anno di guerra, tra il 1911 ed il 1912, le truppe d’invasione (che giunsero a controllare una porzione esigua di territorio, perennemente imboscate dalla guerriglia) persero oltre 4.000 uomini, mentre 5.000 restarono feriti e/o mutilati.

Il modulo testuale e melodico di questo brano è lo stesso di Addio padre e madre addio, un canto... (Continues)
Senti madre il lamento di un figlio
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/10/19 - 13:11
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Me ritourn

Me ritourn
[Torino, 25 dicembre 1846]
Parole e musica di Angelo Brofferio
Nella raccolta “Nuove canzoni piemontesi”, pubblicata per la prima volta nel 1855 e poi in molte edizioni successive.
Interpretata da Gipo Farassino nell’album “Guarda che bianca lun-a. Gipo Canta Brofferio” pubblicato nel 1974.

Angelo Brofferio (1802-1866), originario di Asti, è stato poeta ed esponente politico della sinistra nel Parlamento subalpino. Fu anticonformista, antimonarchico e anticlericale e, fra i vari anti-, si oppose pure al coinvolgimento nelle guerra di Crimea.
Nel 1831 Brofferio fu arrestato e incarcerato per via della sua adesione alla carboneria e alla società segreta massonica dei Franchi Muratori. Quindici anni dopo venne nuovamente imprigionato per “sospetta cospirazione”. Erano gli anni in cui cominciava a sbocciare la Primavera dei Popoli, esplosa poi con fragore nel 1848.
Bondì, care muraje,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/10/19 - 08:40
Song Itineraries: From World Jails
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Pippo non lo sa

Pippo non lo sa
[1939]
Parole di Mario Panzeri (1911-1991), milanese, grande paroliere e compositore, e Nino Rastelli (1913-1962), anche lui paroliere.
Musica di Gorni Kramer (1913-1995), indimenticato direttore d'orchestra, compositore, fisarmonicista, contrabbassista, produttore discografico, arrangiatore ed autore televisivo. Non era straniero, ma lombardo, di Rivarolo Mantovano: Gorni era il cognome e Francesco Kramer il nome, in omaggio ad un campione americano di ciclismo dell'epoca.
Interpretata dal Trio Lescano con Silvana Fioresi

Ancora una “canzone della fronda”, anche questa popolarissima.
Se Maramao, perché sei morto? pareva dileggiare il gerarca Costanzo Ciano appena schiattato, e Crapa pelada pareva prendersi gioco niente popò di meno che del DVCE, con “Pippo non lo sa” la canzonatura prendeva di mira l’impettito gerarcone Achille Starace, che aveva l’abitudine di fare grande uso di divise gallonate ed orpellate con cui si pavoneggiava.
Ma Pippo, Pippo non lo sa
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/10/18 - 09:18

Preti e borghesi guarda a voi

Anonymous
Preti e borghesi guarda a voi
[anni 20?]
Canzone di autore anonimo riferita nel 1959 a Emilio Jona e Sergio Liberovici dal torinese Felice Carando, classe 1902, antifascista, militante del circolo socialista Oltre Po e Ardito del Popolo contro i fascisti nei primi anni 20.
Cantata in parte sull’aria di “Funiculì funiculà”.
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Jona, Liberovici, Castelli e Lovatto, Donzelli 2008.

Non proprio una Canzone contro la Guerra, ma contro il capitalismo e i suoi sgherri.
Preti e borghesi guarda a voi
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/10/18 - 08:16
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קוּאנדו איל ריי נמרוד

Anonymous
קוּאנדו איל ריי נמרוד
Kuando el rey Nimrod
[XI / XII secolo ?]
[XI / XII siglo?]
[11th / 12th Century?]
Canzone popolare sefardita
Canción popular sefardí
A Sephardite folksong

Prima o poi doveva succedere; ed è successo. In realtà, già una ventina d'anni fa, quando mi ero presentato una ventosa e tarda sera di dicembre alla sinagoga di Livorno per farmi dare le prime lezioni di ebraico, ero stato accolto con estrema gentilezza dal rabbino Kahn (che parlava, a dire il vero, in napoletano stretto nonostante fosse un Cohen, di biblica stirpe sacerdotale, e quindi diretto discendente di Aronne come Leonard) che mi aveva fatto persino accendere la qanukkiyah per poi affidarmi alle cure (linguistiche) di una giovane sposina incinta, che poi è la stessa con cui feci la traduzione in ebraico di Auschwitz; alcune sere fa, invece, mi sono cimentato -su invito di una famiglia ebraica- nientepopodimeno che in un'autentica... (Continues)
קוּאנדו איל ריי נמרוד אל קאמפו סאליה
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2016/10/18 - 01:40
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Crapa pelada

Crapa pelada
[1936]
Non credo che il testo originale in lombardo – probabilmente una filastrocca popolare divenuta qui un divertissement consistente nella ripetizione ossessiva di un ritornello a suon di swing a perdifiato – sia di Tata Giacobetti, come quello successivo del 1945 interpretato dal Quartetto Cetra.
Di certo la musica della prima e della seconda versione è del grande Gorni Kramer (1913-1995), indimenticato direttore d'orchestra, compositore, fisarmonicista, contrabbassista, produttore discografico, arrangiatore ed autore televisivo. Non era straniero, ma lombardo, di Rivarolo Mantovano: Gorni era il cognome e Francesco Kramer il nome, in omaggio ad un campione americano di ciclismo dell'epoca.

Questo assoluto capolavoro di swing-jazz venne originariamente interpretato da Gorni Kramer alla fisarmonica insieme all'Orchestra Circolo Ambasciata Milano composta da Aldo Rossi (sax alto e clarinetto),... (Continues)
Crapa pelada la fà i turtei
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/10/17 - 22:53

Tramonto a Paperopoli

Tramonto a Paperopoli
[2016]
Testo dell'Anonimo Toscano del XXI secolo
Musica dei bambini del Quartiere Agonia

Scrive il misterioso Anonimo Toscano del XXI secolo: “Tramonto a Paperopoli promana, in linea di massima, da un lontano ricordo dell'infanzia e da un incubo ad occhi aperti terribilmente realista. Il lontano ricordo dell'infanzia è quello di una delle più celebri storie di Paperino, se non addirittura la più celebre in assoluto: Zio Paperone e il ventino fatale, del 1952 (fu pubblicata, in Italia, nel n° 37 di “Topolino”). Sarei ancora capace, a distanza di quarantacinque e rotti anni da quando per la prima volta la lessi, di recitare a memoria intere vignette, che ho tuttora negli occhi. Da quella storia prende l'avvio l'incubo ad occhi aperti, che ne è come una continuazione realista e visionaria al tempo stesso. Se nella storia originale l'avidità di zio Paperone viene punita con lo sprofondo di... (Continues)
Indugia un po' sull'orizzonte, e l'orizzonte è rosa,
(Continues)
2016/10/17 - 21:44
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The Waterboys: Fisherman's Blues

The Waterboys: Fisherman's Blues
1988
The Waterboys
Fisherman's blues

The Fisherman's blues è il quarto disco e il più famoso dei Waterboys. Il testo è di Mike Scott, la musica sempre di Scott con il contributo di un "certo" Steve Wickham, il più grande fiddle rock player (suona il violino in Sunday Bloody Sunday degli U2 per intenderci). Il testo è ispirato alla poesia The Night Mail di W.H. Auden.
Il brano si riferisce alla fuga da una qualche prigione, più precisamente una relazione che si è trasformata in una prigione.
Il brano fu registrato in un giorno nei Windmill Lane Studio di Dublino (gli stessi degli U2) insieme a una dozzina di altre canzoni (nel 2006 fu rieditato l'album con l'intera sessione di registrazione di quest'album).

Fisherman's blues è il brano più riprodotto dei Waterboys dal Giappone agli Stati Uniti d'America, passando per l'Italia (Modena City Ramblers) e la Spagna.
songfacts
I wish I was a fisherman
(Continues)
Contributed by Dq82 2016/10/17 - 18:11
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Tombstone Blues

Tombstone Blues
(1965)
Album: Highway 61 Revisited
Parole e musica del futuro premio Nobel per la letteratura, Mr. Robert Allen Zimmerman conosciuto come Bob Dylan

Bob Dylan – voce, chitarra, armonica, pianoforte
Mike Bloomfield – chitarra
Al Kooper – organo, pianoforte
Paul Griffin – pianoforte, organo, piano elettrico
Charlie McCoy – chitarra
Harvey Goldstein – basso
Bobby Gregg – batteria
Frank Owens – pianoforte
Russ Savakus – basso

Gli anni '60 sono stati un decennio rivoluzionario. Negli Stati Uniti la società e in particolare i giovani furono protagonisti di una radicale ribellione contro le vecchie morali che limitavano la loro libertà. Lo scontro generazionale si giocava non soltanto sul piano dei costumi. Le nuove generazioni chiedevano un cambiamento radicale in molteplici aspetti della società, dalle battaglie per i diritti civili al superamento di una arcaica morale sessuale, ma... (Continues)
The sweet pretty things are in bed now of course
(Continues)
Contributed by Lorenzo Masetti 2016/10/16 - 21:51
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Cosa conta

Cosa conta
2016
I Dinosauri

Album in uscita il 28 ottobre.
Delilah Delilah
(Continues)
Contributed by dq82 2016/10/16 - 17:53
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Io come te

Io come te
2015
Lascia il segno

Io come te è cantata da Massimo Vecchi, contro le violenze e l’avidità
E se a guidare la mia mano non fosse più l'amore
(Continues)
Contributed by dq82 2016/10/16 - 17:31
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Tutti quanti a credere

Tutti quanti a credere
2015
Lascia il segno

Tutti quanti a credere: Massimo Vecchi invita a diffidare da coloro che vogliono avere ragione e di “non essere ostaggio di una vita senza dignità”. E di non credere a tutto quello che ti viene raccontato
Quel giorno aveva la sua voce un po’ insicura
(Continues)
Contributed by dq82 2016/10/16 - 17:29
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Soldatini della NATO

Soldatini della NATO
2016
Sberleffo cantato per i coglioni che mandano i soldati contro la Russia, emuli di Napoleone il Grande ed Hitler l'imbianchino. Bebé Renzi in testa. Parole di Pardo Fornaciari su testo musicale di Mendes e Lucchini
In Lettonia Chiuso al su' gabinetto
(Continues)
Contributed by dq82 2016/10/16 - 17:09
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Popolo che da sempre

Popolo che da sempre
[1971]

Dallo spettacolo "Morte e resurrezione di un pupazzo".
Popolo che da sempre stai sulla breccia
(Continues)
Contributed by adriana 2016/10/15 - 09:00
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Le Sâr Rabindranath Duval

Le Sâr Rabindranath Duval
Le Sâr Rabindranath Duval

Pierre Dac et Francis Blanche – Le Sâr Rabindranath Duval – 1957 (version 1960)



Lucien l’âne mon ami, en ce jour de gloire où il m’est arrivé de retrouver le texte de ce sketch mémorable entre tous de Pierre Dac et Francis Blanche et de constater qu’on y trouve une des devises les plus antimilitaristes qui soit, je me suis empressé de la présenter dans les Chansons contre la Guerre. Car, vois-tu, le rire est une des manifestations les plus nettes de la joie des hommes et par conséquent, un grand moment de pacifique détente.

Ah, Marco Valdo M.I. mon ami, moi, a priori, je suis toujours enthousiaste à l’idée d’entendre ou de voir ou même de lire les élucubrations de Pierre Dac et Francis Blanche. Ce sont des moments fastueux dans l’existence d’un âne.
Et le Sâr Rabindranath n’échappe pas à la règle. Pour ce qui est de l’insérer dans les chansons contre la Guerre,... (Continues)
Mesdames, mesdemoiselles, messieurs,
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/10/14 - 21:42

La mubilia ch’a dan a le Növe

Anonymous
La mubilia ch’a dan a le Növe
[Primi del 900]
Canzone di autore anonimo che racconta delle condizioni dei detenuti nelle Carceri Nuove di Torino.

Riferita negli anni 60 a Jona e Liberovici dall'informatore Carlo Sacchetti, romagnolo ma sempre vissuto a Torino, di professione calzolaio, militante comunista (come il padre), arrestato dai fascisti nel 1934 e detenuto nel carcere di Castelfranco Emilia fino al 1937.
Carlo Sacchetti è lo stesso informatore della canzone E le fabbriche e le terre (parapapunzi punzi pù).
Testo trovato nel volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)


Chi fossero il signor Rubiola e il signor Scaiola oggi non è più dato sapere, ma forse si trattava di personaggi locali all'epoca noti.
La mubilia ch’a dan a le Növe
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/10/14 - 21:04
Song Itineraries: From World Jails

E le fabbriche e le terre (parapapunzi punzi pù)

Anonymous
E le fabbriche e le terre (parapapunzi punzi pù)
[Anni 30]
Stornelli comunisti diffusi tra i militanti reclusi nelle carceri fasciste negli anni 30, in particolare a Castelfranco Emilia.
Testo trovato nel volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)
E le fabbriche e le terre
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/10/14 - 18:52

Partigian 'd le muntagne

Anonymous
[1943-45]
Canzone partigiana in dialetto piemontese, di autore anonimo.
Trovata in “Canta ovrié! Canta partigian!” - Canzoni di lotta in lingua piemontese, una piccola pubblicazione della casa editrice Draffin, dedicata a Tavo Burat, al secolo Gustavo Buratti Zanchi (1932-2009), bergamasco d'origine e biellese d'adozione, scrittore e giornalista, studioso delle minoranze linguistiche e delle autonomie locali.
Là tra i munt e le valade
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/10/14 - 17:26

Boy

Boy
[1963]
Scritta da George “Tip” Tipton e Joseph “Tinker” Lewis
Nell’album intitolato “Moanin’ n’ Groanin’”, con Charlie Scott.

Ad alcune canzoni di questo album collaborò Fred Neil, ma non è chiaro se questa in particolare. Infatti ho trovato il testo del brano in Fred Neil Lyrics. Compiled by Robin Dunn & Chrissie van Varik

George Tipton, Joseph Lewis e il loro sodale Charlie Scott nei primi anni 60 collaborarono con il grande Harry Belafonte. E’ per questo che la canzone si trova da lui interpretata nell’album “Ballads, Blues And Boasters” del 1964.

Una canzone che parla di schiavitù, di fuga e di liberazione. E della celebre “Underground Railroad” – che abbiamo già conosciuto ampiamente su queste pagine – com’era chiamata l’organizzazione clandestina che aiutava gli schiavi neri fuggiaschi a raggiungere gli Stati del Nord degli USA e la libertà: “Ho sentito di questa Ferrovia Sotterranea... (Continues)
Hmmm-mmm-mmm
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/10/14 - 13:51

L'été à Pékin

L'été à Pékin

Le Rêve de Guillaume sur papier

Après Dachau Express, voici un autre livre de Marco Valdo M.I. : c’est le premier tome des Histoires d’Allemagne ; il s’intitule Le Rêve de Guillaume et couvre les années 1900 à 1919.

Ce qu’il faut absolument dire ici, ce qui mérite d’être dit et souligné ici, c’est que sans les Chansons contre la Guerre (C.C.G.), cette édition papier n’aurait sans doute jamais existé puisque toutes les chansons et tous les textes (ou presque) qui y figurent viennent en droite ligne des C.C.G. Ils y ont été conçus et ils y ont grandi ; l’auteur y a aussi appris à les faire.
Au final, il y a 29 chansons pour 20 années. Il y en a 9 qui sont des versions françaises de chansons allemandes, proposées ici par Marco Valdo M.I. ; pour certaines, il a même fallu faire la version française expressément afin de pouvoir les insérer dans le livre.

On y trouvera donc :

1900 – L’Été... (Continues)
Marco Valdo M.I. 2016/10/11 - 22:11
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Die Ballade vom Wasserrad

Traduzione italiana di Giuseppina Panzieri Saija trovata qui. Credo sia tratta dall'edizione Einaudi di “Teste tonde e teste a punta”.
Die Ballade vom Wasserrad
La versione italiana della canzone è stata interpretata da Adriana Martino (cantante di formazione classica, sorella maggiore della più nota Miranda) e anche da Raffaella De Vita (con il titolo “Ballata Della Grande Ruota”).
LA CANZONE DELLA RUOTA
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/10/11 - 21:17
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The Dolphins

The Dolphins
Su Fred Neil e la sua storia, giusto sul numero di ottobre 2016 di Blow Up c'è un meraviglioso, lungo articolo del grande Riccardo Bertoncelli, Vi consiglio di leggerlo.
Flavio Poltronieri 2016/10/11 - 20:49
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Requiem

Requiem



Dall'album in italiano La musica mi prende come l'amore , pubblicato nel 1977.

REQUIEM
(Continues)
Contributed by L'Anonimo Toscano del XXI secolo 2016/10/11 - 03:09
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Le due storie

Le due storie
LE DUE STORIE
(Continues)
2016/10/9 - 23:14
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Laudate Hominem

Laudate Hominem
Mitteleuropa Ensemble

kri 2016/10/9 - 20:34
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Stalingrado

Stalingrado
Rileggendo la traduzione qualche mese dopo ho notato un errore: nel terzo paragrafo ho scritto "invasor" anzichè "invader".
ZugNachPankow 2016/10/9 - 18:53
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Les oiseaux de passage

Les oiseaux de passage
Русская версия 2: Александр Аванесов
Versione russa 2 / Russian version 2 / Version russe 2 / Venäjänkielinen versio 2:
Aleksandr Avanesov

Перелетные птицы
(Continues)
Contributed by kri 2016/10/9 - 14:44
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Bombs Away

Bombs Away
"Stinks" letteralmente significa "puzzano" ma, colloquialmente, vuol dire che fanno schifo. Suggerisco di correggerlo nella traduzione.
(WilliamCampbell)

giusto. Abbiamo corretto. Vediamo anche di scrivere qualcosa in più su questa canzone.
2016/10/9 - 13:45
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Inventur

Inventur
Chanson allemande – Inventur – Günter Eich – 1948

Günter Eich écrivit cette poésie alors qu’il se trouvait dans un camp de prisonniers américain.
« Inventur » est une des œuvres les plus connues et les plus représentatives de la « Trümmerliteratur », la littérature des décombres, qui apparut dans l’Allemagne de l’immédiat après-guerre.



Dialogue Maïeutique

Mon cher Lucien l’âne, mon ami, tu te souviendras certainement – car nous l’avons croisé fort récemment ici-même – de Günter Eich, ce poète allemand qui écrivit au camp d’internement de Remagen une série de textes poétiques qui allaient ouvrir la voie à une renaissance allemande, du moins pour ce qui concerne la littérature. Comme sans doute tu le sais, il s’agit d’une littérature nageant jusqu’au coup dans l’histoire, une littérature du réel, une littérature assez poétique pour dire le vrai sans fard et assez maître de son geste pour... (Continues)
INVENTAIRE
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/10/9 - 12:41

Was treiben wir Deutschen in Afrika?

Anonymous
Was treiben wir Deutschen in Afrika?
8 oktober 2016 20:29
MA KE CI SI FA A FARE NOIALTRI TETESKI IN AFRIKA?
(Continues)
2016/10/8 - 20:34
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Our War

Our War
MEIDÄN SOTAMME
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2016/10/8 - 17:04
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Les oiseaux de passage

Les oiseaux de passage
Русская версия 1: Юлия Архитекторова
Versione russa 1 / Russian version 1 / Version russe 1 / Venäjänkielinen versio 1:
Julija Architektorova

ПЕРЕЛЕТНЫЕ ПТИЦЫ
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2016/10/8 - 14:05




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