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Before 2015-9-4

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For the Rich Man

For the Rich Man
Di Steve Hill e Chris Hillman, dall'album Running, dei Desert Rose Band (1988)
Run in the night, hide in the shadows
(Continues)
Contributed by Piersante Sestini 2015/9/4 - 19:47
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Bandera del sol / Flag of the sun

Bandera del sol / Flag of the sun
[1992]

Album: Culture Swing

In tempi di estremo nazionalismo, l'unica bandiera che significa vita per tutti noi
Brínde a ti brínde a mi que estamos aquí
(Continues)
Contributed by Piersante Sestini 2015/9/4 - 18:37
Song Itineraries: Anti War Love Songs
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Sara e Francesca

Sara e Francesca
Milano. Sara e Francesca si amano, perciò si tengono per mano, vivendo con leggerezza e felicità la propria relazione. Sfidano, in questo modo, il pregiudizio e il "dibattito costante" del nostro paese, contrapponendo coraggio e amore.
La valigia pronta
(Continues)
Contributed by Sab.4 2015/9/4 - 18:18
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Tá sé ‘na lá

Tá sé ‘na lá
"While reworking an old song 'Níl sé ‘na lá' or 'It is not yet the day' the sentiments of this song came to mind. The song thus evolved into Tá sé ‘ná Lá….It is the day, the time for many changes." - Eithne Ní Uallacháin

An anti-famine song urging for unity among peoples and for action through compassion and the arts.
(From official website)
Song also recorded by:
Cathie Ryan
‘S tá sé n’lá a mhíle grá
(Continues)
Contributed by Robbi McMillen 2015/9/3 - 23:04
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Atlanduk

Atlanduk
Questa coinvolgente canzone inno alla libertà, è stata scritta in carcere da Kurash Sultan (dove era stato rinchiuso e torturato dalle autorità cinesi), il più famoso cantante, musicista e poeta, appartenente al popolo indigeno degli Uiguri e ci è giunta probabilmente solo perchè lui ha vissuto in esilio in Svezia fino alla precoce morte a 47 anni a causa di un attacco di cuore nel novembre 2006, inutile dire che le sue canzoni erano bandite nel Turkestan Orientale. Sarebbe bello se qualcuno la traducesse, visto che neppure il testo originale è facilmente reperibile.
Soltan bulup han ötken
(Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2015/9/2 - 23:35
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Do generałów

Do generałów
[2010]
Parole di Julian Tuwim https://it.wikipedia.org/wiki/Julian_Tuwim
Musica di Buldog
Dall'album "Chrystus miasta"
Da http://www.tekstowo.pl/piosenka,buldog...
Warczy, straszy, groźnie ściąga brwi,
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2015/9/2 - 18:58
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Olur/Olmaz

Olur/Olmaz
"Ispirata da uno degli slogan creati alla fine degli anni '90 dal movimento femminista in Turchia, questa canzone è una maliziosa ribellione contro la dominazione maschile che permea la vita di ogni giorno; contro il sessismo e il "lavoro casalingo" che esso impone; contro il "nucleo familiare" come sede di oppressione, sessismo, moralismo violenza e sfruttamento. È una chiamata all'organizzazione ed alla lotta; una richiamo a scendere in strada ed in piazza contro chi vuole scrivere le nostre storie."

Inspired by one of the slogans coined at the end of the 90’s by the feminist movement in Turkey, this song is a mischievous rebellion against the male dominance that infuses everyday practices; against sexism and the “household work” it imposes; against the “nuclear family” as the site of oppression, sexism, moralism, violence and exploitation. It is a call to organizing and struggle; a call to the street and the square towards writing our own histories.

(http://tayfabandista.org/bandsista/)
Gelsin baba gelsin koca gelsin
(Continues)
Contributed by Andrea 2015/9/2 - 15:20

There Must Be Something Wrong

There Must Be Something Wrong
[1847]
Parole e musica di Isaac Baker Woodbury (1819-1858), compositore originario del Massachusetts.

L’interrogativo è antico assai…
La risposta è evidente e scontata: “la guerra che da 100.000 anni i ricchi fanno ai poveri”
La soluzione non è mai stata trovata, anche se in molti ci hanno provato anche a prezzo della vita…
When earth produces, free and fair, the golden waving corn;
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/9/2 - 15:00

Right Over Wrong, Coming Right Along

Right Over Wrong, Coming Right Along
[1855]
Parole di Jesse Hutchinson
Musica degli Hutchinson Family Singers

Una canzone intrisa di ottimismo e di fiducia in Dio e negli uomini, la certezza che la schiavitù sarebbe finita, come anche lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e le guerre, e la pace e la solidarietà avrebbero trionfato sul suolo patrio… Una bella utopia che si sarebbe infranta pochi anni dopo sui campi di battaglia di Bull Run e di Gettysburg…
Behold the day of promise comes, full of inspiration:
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/9/2 - 14:21
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Loro

Loro
2015
La la la

soffermatevi invece sui passaggi cupo-sarcastici di Loro (mescalina.it)

fino a toccare problematiche di carattere sociale, come nel caso della profonda riflessione sul razzismo di “Loro”. (blogfoolk.com)
Però dopo dopo poco sono arrivati loro
(Continues)
Contributed by dq82 2015/9/2 - 12:48
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Slavery Is a Hard Foe to Battle

Slavery Is a Hard Foe to Battle
[1855]
Scritta da Judson Hutchinson sulla melodia di “Jordan is a Hard Road to Travel” di Dan Emmet (1815-1904), songwriter e fondatore alla metà del secolo del più importante “blackface minstrel group”, i Virginia Minstrels.
Testo trovato su The Hardtacks. Folk music of the Civil War era
Interpretata da Peter Janovsky (ricercatore e docente newyorkese, nonchè chitarrista e folksinger) nel disco intitolato “Winners and Losers: Campaign Songs from the Critical Elections in American History, Vol. 1” pubblicato dalla Folkways Records nel 1978.

Davvero curioso che gli Hutchinsons, originari del nord e convinti abolizionisti, abbiano adottato per questa loro canzone una melodia composta dall’autore di “Dixie”, vero e proprio inno degli Stati schiavisti del sud, quel Dan Emmet che aveva fondato il primo ed il più famoso gruppo musicale di bianchi che, travisati da “niggers”, da “darkies”, da... (Continues)
I looked to the South and I looked to the West,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/9/2 - 11:35
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Tamara Bunke

Tamara Bunke
(1971)
album: Patricio Manns

Dedicata a Tamara Bunke, detta Tania
El río al rodar
(Continues)
Contributed by dq82 2015/9/2 - 11:28
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La Aurora de Nueva York

La Aurora de Nueva York
Da una poesia di Federico García Lorca
Musica di Enrique Morente e Vicente Amigo
Album “Omega” - 1996 – Enrique Morente e Lagartija Nick

“"Poeta en Nueva York", frutto di un viaggio effettuato fra il 1929 e il 1930, è un'opera postuma, pubblicata nel 1940: opera di rottura e di cambiamento, come se il successo del “Romancero Gitano” avesse provocato in García Lorca un'oscura depressione e un bisogno di rinnovamento. E qui, infatti, rinnova e amplia la sua voce per esasperare la tensione immaginativa della parola nello scoprire il volto inumano della civiltà tecno-capitalista. Raramente è stata descritta con tale intensità la miseria anonima della città terribile, lo sradicamento delle etnie, il dolore insonne, la vischiosa angoscia del disadattamento e della nostalgia.” (Da: Federico García Lorca “Yerma. Poeta en Nueva York”. 2. ed. Barcelona : Editorial Bruguera, 1983).

A New York... (Continues)
La aurora de nueva york tiene
(Continues)
Contributed by Maria Cristina Costantini 2015/9/2 - 02:04
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On a soif !

On a soif !
On a soif !

Chanson française – On a soif ! – Grand Jojo – 1979



La voilà cette chanson dont je disais l'autre jour : «  Quant ... à ce petit refrain ironique et rageur, il trottait dans ma tête dès le départ, car c'est celui d'une chanson fort connue et appréciée dans nos régions. Il suffit que quelqu'un l'entame dans une soirée pour que tout le monde (ou presque) reprenne ce refrain : « Chef, un petit verre, on a soif ! » ; le titre de la chanson est d'ailleurs tout bêtement : « On a soif ! ». Je l’insérerai ici prochainement, car c'est aussi une chanson dite « du légionnaire ». Toute une histoire ! ».

Du point de vue du « légionnaire », c'est un peu comme pour le « Le Sergent Flagada », une fameuse mise en boîte.

Disons que la gloire de la Légion est assez malmenée. La critique sociétale du Grand Jojo prend toujours des biais étonnants, mais elle est assez efficace avec son air de... (Continues)
Chef, un petit verre, on a soif !
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/9/1 - 20:20
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Biały krzyż

Biały krzyż
[1968]
Testo di Janusz Kondratowicz
Musica di Krzysztof Klenczon
Da qui tekstowo.pl

La canzone fu presentata al VII Krajowy Festiwal Piosenki Polskiej w Opolu (VII Festival della canzone polacca a Opole) nel 1969 e si è aggiudicato il premio del ministro delle belle arti. Il pezzo fu composto da Krzysztof Klenczon in memoria del suo padre che durante il secondo conflitto mondiale faceva parte della resistenza polacca nelle fila della AK (Armata nazionale) e uno dei cosidetti "soldati maledetti", ex partigiani che furono perseguitati fino 1956 dal governo comunista polacco. Era nell'uso di segnare i posti della sepoltura dei combattenti partigiani con una croce bianca, visto che di solito veniva fatta dai tronchi di bettula. Nel finale del pezzo viene intonata una canzone partigiana "Rozszumiały się wierzby płaczące" che è già presente nel sito
Gdy zapłonął nagle świat,
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2015/9/1 - 20:14

La Guerre de l'Eau

La Guerre de l'Eau
La Guerre de l'Eau

Chanson française – La Guerre de l'Eau – Marco Valdo M.I. – 2015



Ah, Lucien l'âne mon ami, en ces temps de grandes migrations – quelles qu'en soient les raisons, elles sont toujours une fuite devant un danger ; un repli stratégique, dirait le militaire ; une tentative de trouver un lieu où il est possible de vivre à peu près correctement… Donc, en ces temps de migrations, qui bouleversent l'ordre établi chez les « assis » de ce monde et même parfois les consciences, on n'entend parler que de barrages et d'endiguements. Comme si on pouvait arrêter la pluie.

On le peut, ça s'est déjà vu… dit Lucien l'âne, un peu interloqué tout de même. En usant d'un parapluie ou en mettant un toit. C'est assez efficace…

Je ne l'ignore pas, mais un parapluie ou un toit de la taille d'un continent, ça me paraît difficile à mettre en œuvre. Ce que je voulais dire avec ces métaphores... (Continues)
Après avoir marché pendant des mois,
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/9/1 - 16:31

The Contraband's Song of Freedom

The Contraband's Song of Freedom
[1865]
Parole e musica di Joseph Eastburn Winner (1837-1918), compositore.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”
See the light now gently glowing,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/9/1 - 14:47

The Contraband of Port-Royal

The Contraband of Port-Royal
[1862]
Versi di John Greenleaf Whittier (1807-1892), poeta e militante abolizionista di religione quacchera
Musica di tal Ferdinand Mayer.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”.

“Finalmente la zappa e l’aratro sono nostri, nostre le mani che li stringono. Ora potremo comprare e vendere un maiale, o una mucca, ma mai più un bambino potrà essere comprato e venduto….”

Port-Royal potrebbe essere una cittadina del South Carolina, come pure un piccolissimo paesino della Virginia, famoso perché nei suoi pressi il 26 aprile del 1865 fu intercettato e ucciso l’assassino del presidente Abraham Lincoln, tal John Wilkes Booth.
Oh, praise an’ tanks! De Lord he come
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/9/1 - 12:19
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Alekos

Alekos
[2015]

Album:La staffetta

“Alekos” era il nomignolo del rivoluzionario e poeta greco Alekos Panagulis, narrato con amore in “Un Uomo” da una Fallaci brillante prima della fallace ultima fase, appunto un uomo capace, durante la dittatura militare di resistere a torture e a spietate detenzioni, senza perdere mai la visione. Qui in questo brano è già assunto al rango di eroe, come il Che, fino a perdere valenza di pensiero e a diventare icona per decorare una maglietta, e da quei Campi Elisi egli osserva schifato il mondo di oggi (chissà cosa direbbe di un’europa che annienta la sua Grecia esattamente come fece la dittatura tanti anni fa!), mentre “non dimenticarlo mai: / la tua libertà / è decidere che puoi".
Da Bielle
Che freddo fa
(Continues)
Contributed by adriana 2015/9/1 - 10:34
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La procedura

La procedura
[2015]

Album:La staffetta
Come un automa
(Continues)
Contributed by adriana 2015/9/1 - 09:56
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Guerra

Guerra
[2015]
Testo e musica di Germano Bonaveri
Album:La staffetta
L’altra notte era qui, l’ho sentito arrivare
(Continues)
Contributed by adriana 2015/9/1 - 09:47
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Distopia

Distopia
[2015]

Album:La staffetta
Terra arida,
(Continues)
Contributed by adriana 2015/9/1 - 09:35
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Sobibor (Letter from Gaza)

Sobibor (Letter from Gaza)
[2015]

Album:La staffetta

“Sobibor (letter from Gaza)” un campo di concentramento nazista, è il luogo da cui parte questa lettera, che potrebbe partire oggi da Gaza, o dai mille luoghi illiberali di questo tempo e di tutti i tempi uguali che l’uomo ha comunque segnato d’orrore, è introdotta da suoni che rimandano a“Distopia” , a chiudere un cerchio e a negare un ritorno, una lettera pregna di sofferenza e amore, di bellezza contrapposta all’orrore e all’errore, “Ti scrivo un saluto da qui / (c’è così tanto orrore / che vorrei gridare). / Ferocia e bellezza / si confondono in me… / non smetterai mai di aspettare / un tramonto / per vedermi tornare".
Da:Bielle
Ti scrivo un saluto da qui.
(Continues)
Contributed by adriana 2015/9/1 - 09:30
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Detonazione

Detonazione
[2015]

Album:La staffetta
Nessuno ce l’ ha detto,
(Continues)
Contributed by adriana 2015/9/1 - 09:21
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20 de Diciembre

20 de Diciembre
[1999]
Parole e musica di Rubén Blades
Nell’album intitolato “Tiempos”

10 anni dopo l’invasione nordamericana di Panama, iniziata il 20 dicembre 1989…

Nella canzone Blades si chiede quanti furono i morti e si risponde che Dio solo lo sa: infatti, secondo gli USA furono 250 i panamensi uccisi, secondo l’ONU il doppio, ma secondo la Comisión de Derechos Humanos de Centroamérica (CODEHUCA) a morire furono tra i 2.500 ed i 3.000…
Chorrillo ardió, como Berlín. Un fuego intenso,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/8/31 - 15:42
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El apagón

El apagón
[1992]
Parole e musica di Rubén Blades
La traccia che apre l’album intitolato “Amor y control”
La electricidad, se interrumpió y, por el apagón,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/8/31 - 15:20
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Adán García

Adán García
[1992]
Parole e musica di Rubén Blades
Nell’album intitolato “Amor y control”
El último día en la vida de Adán García
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/8/31 - 14:37
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Plantación adentro

Plantación adentro
Parole di Catalino “Tite” Curet Alonso (1926-2003), compositore portoricano
Musica di Curet Alonso e Rubén Blades
Nel disco del 1977 intitolato “Metiendo mano!”, con Willie Colón (1950-), musicista statunitense di origine portoricana.

Anche oggi nelle campagne, tanto al nord quanto al sud, “Sombra son la gente camará’”, “Le persone non sono che ombre, compagno… Terra, sole, vento, bastone e caporale…”
Es el año 1745
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/8/31 - 14:12
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G.D.B.D.

G.D.B.D.
[1984]
Parole e musica di Rubén Blades
Nell’album intitolato “Buscando América”

Pare che Rubén Blades abbia scritto questa canzone dopo una conversazione con Gabriel García Márquez…
Il titolo è acronimo per “Gente Despertando Bajo Dictaduras”, non credo ci sia bisogno di aggiungere altro: della banalità del male.
Despiertas.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/8/31 - 11:36
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Prohibido olvidar

Prohibido olvidar
[1991]
Parole e musica di Rubén Blades
Nell’album intitolato “Caminando”

Canzone contro tutte le dittature, ma che nello specifico si riferisce certamente a Panama e a quello che il paese dovette passare prima sotto la dittatura militare di Omar Torrijos (morto nel 1981 in un “incidente” orchestrato dalla CIA nel 1981) e di Manuel Antonio Noriega (uomo della CIA e fortemente implicato col narcotraffico), poi con la sanguinosa occupazione militare statunitense, ufficialmente realizzata proprio per arrestare Noriega, che evidentemente era nel frattempo diventato uno scomodo fantoccio.

Al proposito consiglio a tutti la visione di “The Panama Deception”, film diretto nel 1992 dalla regista statunitense Barbara Trent, censuratissimo e misconosciuto nonostante abbia vinto l’Oscar per il miglior documentario.
Prohibieron ir a la escuela e ir a la universidad
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/8/31 - 10:53
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Himno Nacional de Costa Rica

Himno Nacional de Costa Rica
Nella quasi totalità dei casi, gli inni nazionali sono, non troppo curiosamente, un'apologia al nazionalismo e al bellicismo, e per questa ragione può sembrare un po' curioso proporne uno come canzone contro la guerra, ma penso che l'inno del Costa Rica lo meriti proprio in quanto eccezione.

La Costa Rica ha infatti il lodevole primato in quanto ad abolizione dell'esercito permanente, e se questo non lo rende esattamente un paese paradisiaco, gli ha di certo evitato tutte le sofferenze che hanno seguito i vari colpi di stato fascisti nell'area centro e sudamericana.

L'inno rispecchia quindi questa scelta, e per una volta non si parla di sangue da versare per la patria, di cannoni che tuonano. e in generale di morte, ma di "cielo limpido e azzuro" e "candida pace" per concludersi con l'esclamazione "vivano sempre il lavoro e la pace".

Mi sembra notevole, sicuramente innalza un po' tutta la categoria degli inni nazionali. A voi il giudizio se sia appropriato o meno.
Noble patria, tu hermosa bandera
(Continues)
Contributed by leoskini 2015/8/30 - 20:43
Song Itineraries: Anthems and Anti-Anthems
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Świadkowie

Świadkowie
[1978]

Parole e musica di Jacek Kaczmarski
Dall'album live "Strącanie aniołów" registrato durante il concerto il 15 febbraio 1982 a Stoccolma. Pubblicato in Svezia nel 1982 da casa discografica Safran 78.

Il titolo è stato ispirato dal programma televisivo omonimo (I testimoni) che andava in onda nella televisione di stato polacca a cavallo degli anni 70' e 80' e cerchava di ricongiungere le familie divise a causa della sciagura della seconda guerra modiale o per trovare le tracce dei familgliari scomparsi. Bisogna aggiungere che il destino delle persone ammazzate e perseguitate dai Russi veniva ommesso visto che fu il tema tabù nei media ufficiali. La formula della trasmissione consisteva nella lettura ad alta voce delle lettere scritte dai telespettatori e anche la canzone è composta dalle cinque lettere brevi, l'ultima scritta e recitata in russo, più quattro versi di chiusura che commentano in maniera strugente la vicenda di cui l'esito si può pressumere dal confronto degli scritti.

Dal sito Jacek.Kaczmarski.art.pl
Od trzydziestu lat szukam syna. Wojnę przeżył, wiem to, bo pisał. Na tym zdjęciu jest razem z dziewczyną, która mieszka ze mną do dzisiaj. W jego liście ostatnim - przeczytam: "Jadę do was, uściskaj tatę, mam dla niego na wojnie zdobytą marynarkę w angielską kratę. Sam ją noszę na razie choć mała". Syn był wielki, barczysty i silny. Jeśli wie ktoś, co się z nim stało - niech da znać. Bardzo proszę. Pilne.
(Continues)
Contributed by Krzysztof Wrona 2015/8/30 - 13:08
Song Itineraries: The Gulag Archipelago

The Berlin Wall Tune

The Berlin Wall Tune
December 17, 1981 issue
17 dicembre 1981
17 декабря 1981

Parole di Iosif Aleksandrovič Brodskij / Иосиф Алексaндрович Бродский / Joseph Brodsky

Trovate qui
for Peter Viereck
(Continues)
Contributed by Krzysztof Wrona 2015/8/30 - 11:03
Song Itineraries: The Berlin Wall, 1961-1989
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Oratorio de los trabajadores

Oratorio de los trabajadores
[1971/72]
Texto: Julio Rojas
Música y dirección: Jaime Soto León
Relatos: Freddy Hube, Luís Vera, Adrián Otárola
Intérpretes: Conjunto Huamarí, Violeta Ludwig (solista)
Reedición y regrabación: 2010
"Por iniciativa de la Central Única de Trabajadores, se empezó a trabajar a fines del año 1971 en la elaboración de este reportaje musical que constituye un testimonio vivo de lo que ha sido la lucha sindical en nuestro país; desde sus comienzos en el siglo pasado hasta la conquista de un Gobierno Popular el día de hoy."

“Su iniziativa della Central Única de Trabajadores si cominciò a lavorare alla fine del 1971 alla stesura di questo reportage musicale che costituisce una viva testimonianza di ciò che è stata la lotta sindacale in nostro paese; sin dall'inizio nel secolo scorso fino alla conquista, oggi, di un governo popolare.”
Testo: Julio Rojas
Musica e direzione orchestra: Jaime... (Continues)
Primera Parte
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2015/8/28 - 23:47

Ole Shady (or the Song of the Contraband)

Ole Shady (<Em>or</Em> the Song of the Contraband)
[1861]
Parole e musica di Benjamin Russell Hanby (1833-1867), compositore e pastore evangelico.
Convinto abolizionista, con suo padre William fu attivo nell’organizzazione dell’“Underground Railroad”, la rete clandestina che assisteva gli schiavi neri che fuggivano verso il nord.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”

Credo che “Ole Shady” stia per “Old Darkie, o Nigger”, cioè “vecchio negro”…
Tenuto conto che il brano è stato composto nel 1861, all’inizio quindi della Guerra Civile, credo che il racconto parli di uno schiavo che intende fuggire al nord, verso il Canada, con la compagna perché gli è giunta voce che i bianchi del nord sono contro lo schiavismo e questa è una delle ragioni della guerra appena iniziata.
Gli altri schiavi ridono della sua intenzione ma lui è determinato: prenderà l’“Underground Railroad” e quando sarà... (Continues)
Oh! yay! yah! darkies laugh wid me,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/8/28 - 14:58

The Southern Contraband

The Southern Contraband
[1865]
Canzone ballabile di Michael B. Leavitt, che ne scrisse le parole e la musica, arrangiata poi da tal Frank Wilder.
Michael B. Leavitt (1843–1935) era all’epoca ai suoi esordi nel mondo dello spettacolo, come cantante in “blackface minstrel show”, spettacoli di varietà in cui il cantante si esibiva truccato da negro, e in rassegne d’intrattenimento per le truppe. Leavitt sarebbe poi diventato uno dei più grandi impresari teatrali americani di fine 800.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”

Una canzone che non parla soltanto nel grosso tributo di sangue versato dagli afroamericani durante la Guerra Civile – di fatto contribuirono da se stessi alla propria liberazione – ma che già lascia intendere, soprattutto nell’ultima strofa, che la nuova società americana, nata da una feroce guerra fratricida, non sarebbe stata, come nelle... (Continues)
O I’se a Southern nigger
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/8/28 - 13:59

The War Will Soon Be Over

The War Will Soon Be Over
[1865]
Parole e musica di Walter Kittredge (1834-1905), musicista originario del New Hampshire
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”

Walter Kittredge ebbe una certa notorietà durante la Guerra Civile, cui partecipò direttamente, tra le fila unioniste, anche se per breve tempo, a causa della sua salute non buona (si veda al proposito la sua Tenting Tonight).
Kittredge era anche un convinto abolizionista nonché proibizionista, per quanto riguarda l’uso degli alcolici.
See! oh! see! the clouds arising,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/8/28 - 11:46

Babylon Is Fallen!

Babylon Is Fallen!
[1863]
Parole e musica di Henry Clay Work
Come per la più famosa Kingdom Coming (the Year of the Jubilo) anche in quest’altra canzone l’autore adotta la parlata dei “darkies”, dei “niggers”, degli schiavi del sud, visto che il protagonista – un cosiddetto “contraband”, un ex schiavo arruolatosi nell’esercito nordista – è uno di loro.
La canzone fu composta nelle settimane immediatamente successive l’“Emancipation Proclamation”, l’ordine esecutivo che il Presidente Abraham Lincoln emise il 1 gennaio 1863 con cui circa 3 milioni di schiavi furono proclamati liberi.

Henry Clay Work (1832-1884), songwriter e compositore, veniva da una famiglia di convinti abolizionisti. Nella prima metà dell’800 la casa dei Work a Middletown, Connecticut, divenne un’importante base dell’“Underground Railroad”, la rete clandestina che assisteva gli schiavi neri che fuggivano verso il nord. Il padre di Henry Clay Work aiutava i fuggiaschi a passare in Canada e fu per questo arrestato e imprigionato.
Don't you see de black clouds
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/8/28 - 11:15
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Tania

Tania
1974
Volumen Dos

Dedicata a Tamara Bunke, detta Tania
Tenía los ojos azules
(Continues)
Contributed by dq82 2015/8/28 - 10:25
Song Itineraries: Che Guevara
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'O surdato 'nnammurato

'O surdato 'nnammurato
Pochi lo fanno notare ma il verso "Sei stato lo prim'ammore" seguito da " lo primo e l'ultimo sarai per me" sottintende il timore - quasi la consapevolezza, data l'alta percentuale di caduti al fronte della guerra 15-18 - che la morte impedirà comunque un'altra relazione amorosa.
Gianni G. 2015/8/27 - 22:22
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Gracias a la vida

Gracias a la vida
Una cosa curiosa: mi sono ricordata di aver trovato una traduzioine italiana di "Gracias a la vida" nel libro dei canti di una parrocchia marchigiana, neppure di quelle ispirate al Concilio Vaticano Secondo. Anche la mia amica di Roma si ricorda di averla cantata in chiesa. Mahhh.....
Maria Cristina Costantini 2015/8/27 - 20:30
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Azadî bo Kurdistan

segnalo in ETNIE, la lotta dei curdi è per l'umanità" intervista ai rappresentanti del popolo curdo in Italia (UIKI Onlus) di Gianni Sartori
Gianni Sartori 2015/8/27 - 16:30

The Officers of Dixie

Anonymous
The Officers of Dixie
[1861-65]
Testo trovato su “Southern War Songs”, a cura di W. L. Fagan, New York 1889.

Canzone di anonimo “growler” (uno che brontola, che si lamenta), certamente un soldatino sudista che se la prende con satira feroce contro l’inettitudine, la spocchia, la corruzione degli ufficiali e dei gallonati vertici dell’esercito ribelle sudista: “Date retta a me, tutti quei bottoni, tutte quelle mostrine, tutte quelle medaglie… Non è tutto oro quel che luccica!”
By A Growler

(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/8/27 - 15:41
Song Itineraries: Heroes
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L'âme slave

L'âme slave
L'ÂME SLAVE

Chanson française – Boris Vian - 1954
Musique : Jimmy Walter ()


Il te souviendra que récemment, j'avais annoncé plusieurs chansons surprises où il est question de l'âme. C'en est une et non des moindres. Comme on le voit, elle s'intitule : L'Âme slave, tout un programme, mais c'est aussi une chanson de résistance face à la bêtise ambiante. Ce qui ne gâte rien : elle de Boris Vian. Par parenthèse, Boris Vian mourra à la fin des années 50, au cinéma d'un arrêt cardiaque. Il souffrait depuis l'enfance d'une insuffisance cardiaque, due, je cite : « À douze ans, à la suite d'une angine infectieuse, Boris souffre de rhumatismes articulaires aigus, qui provoquent une insuffisance aortique... » et comme tu le sais, c'est pareil pour moi… D'ailleurs, j'évite les cinémas...

Rien qu'à l'idée d'une chanson de Vian, on peut déjà être joyeux comme un boucher de la Villette Chansons de... (Continues)
L'air slave,
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/8/27 - 12:03
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Eroi

Eroi
[2007]
Nell’album intitolato “Spettri”
Segreto indomito e disperso
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/8/27 - 09:43
Song Itineraries: Heroes
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Eusko gudariak

Eusko gudariak
segnalo, sempre in ETNIE ", storia del paese basco a fumetti di Gianni Sartori, SECONDA puntata"
CIAO
GS
GIANNI SARTORI 2015/8/27 - 09:28
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Я входил вместо дикого зверя

Я входил вместо дикого зверя
Credo che il comunismo in Russia nacque già morto. Ti sei posto mai la domanda, Leonardo, come mai nel 1919 subito dopo la prima grande guerra, i polacchi con tutte le sue tradizioni rivoluzionarie, indipendentiste e libertarie, e con un forte movimento socialista operaio presente sul territorio, si sono comunque mobilitati in massa per diffendersi dall'invasione russa. Vedi, io, da polacco che sono, ogni tanto me la devo porgere. Brodski lo sottolineava sempre che tutto sommato ha avuto più culo degli altri a uscirne fuori sano e salvo.
Un saluto caloroso.
Krzysiek 2015/8/26 - 23:38
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Zolletta (Lettera a Enzo G. Baldoni)

Zolletta (Lettera a Enzo G. Baldoni)
Un giorno inevitabilmente il sole contemplerà la ruggine degli inutili cannoni. C'è stato un tempo in cui è vissuto chi ha creduto che ciò fosse possibile prima dell'estinzione dell'umanità.

Guido io vorrei che tu, tuo padre ed io
fossimo presi per incantamento
e messi a chiacchierare controvento
per un progetto nostro, vostro, mio

io mi ricordo, ti sei avvicinato
e detto m’hai “grazie per Zolletta”
ed io sentii nel cuore mio una stretta
che s’è addolcita quando abbian suonato

e se nei primi tempi io mi dicevo
chissà com’è ‘sto figlio del Baldoni
che mi era caro, e se ci penso rido

ora mi chiedo, mentre mangio o bevo
mentre scherziamo o mentre provo i suoni
chissà com’era ‘sto papà del Guido?

(Alessio Lega)
2015/8/26 - 23:28
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Giovanni Passannante

Giovanni Passannante
Segnaliamo sul blog Sullo stato di mente di Giovanni Passanante una sintesi e parziale trascrizione - a cura di Maria Cristina Costantini - della perizia psichiatrica cui fu sottoposto Passannante.
CCG Staff 2015/8/26 - 23:11
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Anima

Anima
26 agosto 2015
DUSZA
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2015/8/26 - 22:36

Sullo stato di mente di Giovanni Passanante

Antiwar Songs Blog
Sullo stato di mente di Giovanni Passanante
Giovanni Passannante era un cuoco lucano di Salvia, un piccolo paese di circa mille abitanti vicino Potenza. Il 17 novembre 1878, a Napoli, con un coltellino di poco conto, attenta – in nome della “Repubblica universale” – alla  vita di Umberto I, re d’Italia, che riporta una piccola ferita ad una gamba. L’attentatore, che qualche ora prima, […]
Antiwar Songs Staff 2015-08-26 20:57:00




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