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Une statue ne porte pas de caleçon

Une statue ne porte pas de caleçon
Une statue ne porte pas de caleçon

Chanson française – Une statue ne porte pas de caleçon – Marco Valdo M.I. – 2015

ARLEQUIN AMOUREUX – 6

Opéra-récit historique en multiples épisodes, tiré du roman de Jiří Šotola « Kuře na Rožni » publié en langue allemande, sous le titre « VAGANTEN, PUPPEN UND SOLDATEN » – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1972 et particulièrement de l'édition française de « LES JAMBES C'EST FAIT POUR CAVALER », traduction de Marcel Aymonin, publiée chez Flammarion à Paris en 1979.



L'histoire de notre Arlequin déserteur, alias Matĕj, Matthias, Mathieu est assez tortueuse ; il te souviendra, Lucien l'âne mon ami, que notre « héros » s'était confié à la comtesse Franziska qui l'avait dissuadé de repartir et l'avait recommandé comme dramaturge à son époux le comte Wallenstein, qui rentrait de Vienne.

Certes, je m'en souviens fort bien. Et si j'ai bien compris,... (Continues)
À l'Histoire, il n'y a pas d'échappatoire !
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/5/8 - 22:47
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Ostatni mazur

Anonymous
Ostatni mazur
[1863]
Invece della legionaria "Wojenko" proporrei questo canto ititolato "Ostatni mazur" (Ultima mazurka)
Da http://www.bibliotekapiosenki.pl/Ostat...
Jeszcze jeden mazur dzisiaj,
(Continues)
Contributed by kscisctov 2015/5/8 - 22:35
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Mandela, pendant ce temps

Mandela, pendant ce temps
(2015)

Album: In Extremis

Le immagini di una buona parte della vita del cantante, dalla passione per il rock, ai primi concerti, ai figli che nascono. E intanto Mandela è nella sua prigione per ventisette lunghi anni.
J’étais un presque-adolescent
(Continues)
2015/5/8 - 22:34
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Skóra

Skóra
[1984]
Testo di Paweł Kukiz
Musica di Aya RL
Incluso nella riedizione del primo album di Aya RL (Rosso) del 1991
Da http://www.tekstowo.pl/piosenka,aya_rl...

Paweł Kukiz
L'attuale candidato alle elezioni presidenziali 2015 con terzo posto negli exit pool. Ha fatto di strada ragazzo... ;)
Stoję na ulicy z nią, stoję twarzą w twarz,
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2015/5/8 - 20:00
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Wojenka [Wojenko, wojenko; Wujenku, wujenku; Legun na wojence]

Anonymous
[1914? o ca. 1916/1917]
Canto dei soldati polacchi nella I Guerra mondiale
A song of Polish soldiers in the 1st World War



Si tratta di una canto di soldati estremamente popolare in Polonia, ma che non è mai stato riportato nei canzonieri bellici della I guerra mondiale. Fu transcritta per la prima volta nel canzoniere privato dell'ufficiale polacco Bogusław Maria Aleksander Szul-Skjöldkrona, poeta e raccoglitore di canti popolari e soldateschi, che annotò: “Nell'agosto del 1917, mentre ero impegnato in delle esercitazioni, ascoltai un nuovo canto a me sconosciuto, che tutti cantavano con trasporto. Sorpreso, chiesi di chi fosse quel canto. Mi risposero: 'Non lo sappiamo, signore'. Dopo tre settimane tutta la Legione lo cantava. Oggi è uno dei canti più belli e più noti, ma rimane anonimo. L'anonimo autore può avere utilizzato delle canzoni popolari (con melodia sconosciuta), come riportato... (Continues)
Wojenko, wojenko, cóżeś ty za pani,
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2015/5/8 - 18:09
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Wojenka

Wojenka
[2015]
Testo di Hubert Dobaczewski
Musica di Lao Che
Dall'album "Dzieciom"(A bambini)
Da tekstowo.pl




In questa ironica canzonetta, Lao Che si chiede che cosa avrebbe fatto "se la guerra fosse arrivata da noi"; infatti, notoriamente, la guerra in Polonia non è mai arrivata e, ad esempio, il 1° settembre 1939 i tedeschi erano arrivati a fare una gita turistica di massa con un po' di divisioni corazzate e di aviazione al seguito. Ma chissà, forse anche in Polonia se ne sono dimenticati e qualcuno avrà pure ricominciato a considerare la guerra un'attività sportiva come un'altra, una specialità dell'atletica (e, del resto, più d'una specialità, come il lancio del giavellotto o il lancio del martello, ha precise origini guerresche). Del resto, "Guerrina" è una ragazzina un po' particolare: non le piace il gelato, come alle altre bambine, me le piacciono le ossa. E c'è sempre chi gliene porta, e tante. Non ne ha mai abbastanza. [RV]
Raz i dwa, raz i dwa,
(Continues)
Contributed by Krzysiek 2015/5/8 - 01:57
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Decades

Decades
Album: "Closer" (1980)

This song seems to be about a soldier being unable to adjust to a normal civilian life after returning home from war. (I have heard some sources say this song is about World War I, but I can't tell if it actually is from the lyrics alone.)
Here are the young men, the weight on their shoulders
(Continues)
Contributed by K.C. 2015/5/7 - 22:11
Song Itineraries: World War I (1914-1918)

Il Nuovo Bella Ciao

Antiwar Songs Blog
Il Nuovo Bella Ciao
Sono note le controversie suscitate dai versi di “O Gorizia tu sei maledetta” mezzo secolo orsono (era il 1964) nel corso dello spettacolo messo in scena dal Nuovo Canzoniere Italiano per il Festival dei Due Mondi di Spoleto. [Michele Straniero], avendo sostituito nell’esecuzione di O Gorizia tu sei maledetta Sandra Mantovani, vittima di un abbassamento […]
Antiwar Songs Staff 2015-05-07 21:36:00

I centomila di Redipuglia

I centomila di Redipuglia
Il testo della canzone me lo ha dato Alessandra Kersevan: negli anni '70 lo cantava con il gruppo "Il canzoniere di Aiello".

Dall'accenno all'ecologia sembrerebbe una canzone anni '60-'70, ma non escludo sia un testo più antico al quale è stato storpiato un verso. Comunque l'accenno al vino buono come risultato del massacro è diffuso: nel Goriziano gira la storia che le migliori annate del Collio furono quelle immediatamente successive alla prima guerra mondiale. Anche la mia prof di storia e filosofia delle superiori (Anita Burian) raccontava che i migliori Champagne furono quelli dopo la grande guerra...
I centomila di Redipuglia
(Continues)
Contributed by Piero Purini 2015/5/7 - 20:27
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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The Bantry Girl's Lament

Anonymous
The Bantry Girl's Lament
(Versione di Eleanor Shanley e Eddi Reader)

Il lamento è una “anti-war song” in stile irish riconducibile ad una non precisata Guerra di Spagna.. Come in quasi tutti i canti di protesta sono le donne a prendere la parola affidando il loro lamento a una slow air.



DOV’E’ BANTRY?

In Irlanda ci sono due località con il nome di Bantry ed entrambe si contendono la palma della provenienza. La città di Bantry si trova nella contea di Cork nella punta sud dell’Irlanda, all’estremità della famosa Bantry Bay, perchè proprio lì doveva sbarcare la flotta francese nel 1796, per accorrere in appoggio agli United Irishmen che stavano preparando la Ribellione, flotta che fu dispersa invece da una violenta tempesta. L’altra Bantry si trova nella contea di Wexford, e si tratta di una Baronia, la più estesa delle 10 (verso il confine ovest) baronie che costituiscono la contea di Wexford.

QUALE GUERRA?

Dopo... (Continues)
oh who will plough the fields now
(Continues)
Contributed by Cattia Salto 2015/5/6 - 23:41
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Gladio

Gladio
[2014]
Testo e musica di Davide Giromini
Lyrics and music by Davide Giromini
Interpretata assieme a La Maledizione e pubblicata poi in Ostalghia (2016)


Empoli, 2 maggio 2015. Davide Giromini e La Maledizione in concerto


Ancora inedita in album. Gladio viene comunque eseguita ultimamente in modo fisso da Davide Giromini durante il suo tour di “Rivoluzioni Sequestrate”, il libro-album dove il Carrarino ci racconta come diventò un robot in un mondo, neanche troppo futuro, dove persino Dio è stato sostituito dalla Rete. Alessio Lega, in un articolo su A-Rivista Anarchica, parla brevemente anche di questa canzone, dove “l'ombra titanica del nonno morto in cava torna a essere il riferimento a una purezza perduta ancor prima di nascere”. E questo paese, la sua purezza (se mai sia esistita) l'ha persa nelle sue trame oscure, nei suoi misteri chiarissimi, nelle sue stragi, nella sua manovalanza... (Continues)
Liberati o no,
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2015/5/6 - 12:28
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Żywe Kamienie

Żywe Kamienie
[1941]
Versi di Włodzimierz Wnuk (1915-1992), scrittore e giornalista polacco, che dal 1939 al 1941 fu internato nei campi nazisti di Stutthof, Sachsenhausen e Mauthausen-Gusen.
Musica composta da Aleksander Kulisiewicz nel 1943, mentre si trovava prigioniero a Sachsenhausen
Nella raccolta intitolata “Pieśni obozowe. Mauthausen/Gusen” pubblicata dalla polacca Veriton (anno non riscontrato).

Poi nel volume con CD “The Undying Flame: Ballads And Songs Of The Holocaust”, a cura di Jerry Silverman.

Gusen è il nome dato a tre dei quarantanove sottocampi del campo di concentramento nazista di Mauthausen, nell’Austria annessa al Terzo Reich. A Gusen I, II e III, costruiti in rapida successione, avevano sede alcune delle fabbriche belliche tedesche più importanti, la Steyr-Daimler-Puch AG e Messerschmitt AG. Gli impianti furono allestiti sotto terra, in un complesso sistema di gallerie lunghe... (Continues)
Jesteśmy jak żywe kamienie
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/5 - 23:49
Song Itineraries: Extermination camps

Y el canto de todos, que es mi propio canto

Antiwar Songs Blog
Y el canto de todos, que es mi propio canto
Gracias a la vida è forse il più bell’inno alla vita in forma di canzone che sia mai stato scritto al mondo, quindi sarebbe già di per sé una canzone contro la guerra. Può essere che sia una delle dieci canzoni più famose di tutti i tempi, e del tutto giustamente. È, del resto, una […]
Antiwar Songs Staff 2015-05-05 22:13:00
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Czarny Böhm

Czarny Böhm
[Sachsenhausen, 1942]
Lyrics by Aleksander Kulisiewicz
Music: Ukrainian folk melody (“E shumyt e hudyt”)
Nella raccolta intitolata “Ballads and Broadsides - Songs from Sachsenhausen Concentration Camp 1940-1945”, frutto di una ricerca della professoressa Barbara Milewski, Assistant Professor of Music presso lo Swarthmore College, Pennsylvania, USA. Pubblicata dalla United States Holocaust Memorial Museum (USHMM)

“Wilhelm Böhm, nicknamed “Czarny” (black) Böhm, was among the more grisly denizens of Sachsenhausen camp. Short and hunchbacked, with long, ape-like arms, Böhm, a camp Kapo, was also distinctly charred in appearance due to his work as a cremation specialist. Wildly enthusiastic about his job, Böhm had been known to cry out to passing prisoners, “Come to Böhm! You’ll surely be coming my way soon, so why not now?” Kulisiewicz reports that in 1941–1942 Böhm helped cremate some 18,000... (Continues)
Czy to w dzień, czy to w noc,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/5 - 16:20
Song Itineraries: Extermination camps

Marsz o Wolności

Marsz o Wolności
[fine 1944]
Versi di Krystyna Żywulska (1914-1992, il cui vero nome era Sonia Landau), ebrea polacca, nativa di Łódź.
Sull’aria della sovietica “Moskva mayskaya”, di Dmitri & Daniel Pokrass, 1937.
Testo trovato qui

Canzone profetica, composta solo qualche settimana prima che, sotto la pressione delle truppe sovietiche, i nazisti decidessero di evacuare i campi di Auschwitz, costringendo i prigionieri già stremati ad una “Todesmärsche”, una marcia della morte in pieno inverno (era il gennaio del 1945). Per molti fu la fine; per altri, come la Żywulska, fu davvero la marcia verso la libertà.

Dopo l’occupazione tedesca, Sonia Landau finì con la sua famiglia nel ghetto di Varsavia. Ma nel 1942 decise di passare all’azione: fuggì dal ghetto, adottò un’identità falsa (Zofia Wiśniewska) nella “parte ariana” della città e quindi si unì alla Resistenza. Catturata nel 1943, fu identificata... (Continues)
Takie miejsce jest na świecie
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/5 - 14:14
Song Itineraries: Extermination camps

Wycieczka w nieznane

Wycieczka w nieznane
[Agosto 1944]
Versi di Krystyna Żywulska (1914-1992, il cui vero nome era Sonia Landau), ebrea polacca, nativa di Łódź.
Sulle arie della tradizionale napoletana “Santa Lucia” e di “Gloomy Sunday”, celebre “suicide song” dell’ungherese Rezső Seress, adattate insieme dal musicista polacco Krzysztof Jażdżyński durante la permanenza, sua e della Żywulska, nel campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau.
Testo – solo parziale, a giudicare dalle sospensioni - trovato nell’articolo “Krystyna Zywulska. The Making of a Satirist and Songwriter in Auschwitz-Birkenau is Discovered Through Camp Mementos., di Barbara Milewski, Assistant Professor of Music presso lo Swarthmore College, Pennsylvania, USA.

Canzone davvero terribile, in cui le immagini di una natura ridente sono giustapposte senza soluzione di continuità con quelle allucinanti e grottesche del campo di Auschwitz-Birkenau, percorso... (Continues)
Słoneczko świeci
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/5 - 13:21
Song Itineraries: Extermination camps
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Мы за мир

Мы за мир
Musica / Music: Serafim Tulikov
Музыка: Серафим Туликов
Testo / Lyrics: Aleksandr Zharov
Слова: Александр Жаров
Всей земли народ
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2015/5/5 - 11:42

Tanz, Mädchen

Tanz, Mädchen
[1944]
Versi di Krystyna Żywulska (1914-1992, il cui vero nome era Sonia Landau), ebrea polacca, nativa di Łódź.
Sull’aria della popolare cecoslovacca “Ešče si já pohár vínka”, nell’adattamento che ne fece il musicista polacco Krzysztof Jażdżyński durante la permanenza, sua e della Żywulska, nel campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau.
Sono costretto – per il momento - a contribuire la versione tedesca dell’originale polacco, che non sono riuscito a trovare ad eccezione del frammento “Tańcz, tańcz dziewczyno / władze ci każą, z przyjemną miną / są dziś w humorze panowie śmierci, tańcz…”, i soli versi ricorrenti in Rete.

Dopo l’occupazione tedesca, Sonia Landau finì con la sua famiglia nel ghetto di Varsavia. Ma nel 1942 decise di passare all’azione: fuggì dal ghetto, adottò un’identità falsa (Zofia Wiśniewska) nella “parte ariana” della città e quindi si unì alla Resistenza.... (Continues)
Tanz, tanz schnell, Mädchen
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/5 - 09:57
Song Itineraries: Extermination camps
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In den Ruinen von Berlin

In den Ruinen von Berlin
“In den Ruinen von Berlin” è una canzone scritta (parole e musica) nel 1948 da Friedrich Hollaender, compositore tedesco, ebreo, nato a Londra e divenuto celebre nella Berlino di Weimar prima che l’avvento del nazismo lo costringesse, come molti altri, a fuggire. Dopo un breve soggiorno a Parigi, emigrò negli States dove scrisse canzoni per le colonne sonore di molti film di successo.

“In den Ruinen von Berlin” la scrisse per Marlene Dietrich che la interpretò in “A Foreign Affair” (“Scandalo internazionale”), pellicola diretta nel 1948 da un altro immigrato di lingua tedesca e di religione ebraica, l’austriaco Samuel Wilder, divenuto poi Billy Wilder (cognome identico ma di pronuncia diversissima).

Non mi pare che il testo corretto del brano sia nè quello contribuito da Riccardo nè quello proposto da Gianluca. All’ascolto le parole sembrano proprio quelle indicate su questa pagina del blog Kreuzberg’d, dove però le parti in russo sono traslitterate in alfabeto latino.
IN DEN RUINEN VON BERLIN
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/4 - 20:07
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A Nation Fit for Heroes

A Nation Fit for Heroes
[2008]
Scritta da Raymond Ian Burns, in arte Captain Sensible, membro fondatore de The Damned, e Martin Newell, conosciuto anche come “the Wild Man of Wivenhoe”, musicista, cantante, chitarrista, cantautore, poeta ed autore.
Nell’album intitolato “So, Who's Paranoid?”
Nice house and a wall around your land
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/4 - 10:51
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Karmaniola

Karmaniola
[1981]
Testo e musica di Jacek Kaczmarski
Dalla cassetta uscita "in underground" Mury 2, ma presente anche negli diversi album successivi.
Testo da kaczmarski.art
Ile wściekłości trwoga w was zajadła
(Continues)
Contributed by Krzysiek 2015/5/3 - 23:53
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Bianco e nero

Bianco e nero
(1980)
Album: "Suonare suonare"

Franz Di Cioccio - batteria, percussioni
Patrick Djivas - basso
Lucio Fabbri - violino, viola e violoncello
Franco Mussida - chitarra
Flavio Premoli - tastiere e voce





Il testo di Premoli, pur partendo da una situazione privata e raccolta, riesce a mettere a fuoco l’inquietudine per il futuro di una terra poco sicura e travagliata, che nel corso dell’ultimo secolo si è trovata due volte sull’orlo dell’abisso più nero (con Hiroshima nel ’45 e con la crisi missilistica di Cuba nel ’62).

Dietro a questi versi c’è lo spettro della guerra, la più pericolosa che si possa immaginare, e sembra esserci anche un suggeritore d’eccezione, perché viene in mente una frase di Albert Einstein, che disse: «Non so con quali armi sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma la quarta guerra mondiale sarà combattuta con bastoni e pietre.» Oppure con le fionde, come suggerisce Premoli.

Marco Novaro - I cantastorie elettrici (pt. I)
Luna nuova, luna d'aprile
(Continues)
2015/5/3 - 19:39
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Fabrizio De André: Amico fragile

Fabrizio De André: Amico fragile
Durante il tour del ‘79 non sono mai riuscito a godere a pieno l’esecuzione di Amico fragile, attento com’ero a destreggiarmi tra una serie di pause vere, presunte, intenzionali o sottintese. Stare dietro al tempo era la mia maggior preoccupazione.

Detta così può sembrare un’assurdità perché il batterista, specie in un concerto, è il musicista di riferimento per l’andamento del tempo, ma Amico fragile più che una canzone è un film che scorre scena dopo scena e ti inchioda. Gran parte della sua emotività è data proprio da un susseguirsi di stati d’animo dove le pause, guidate della voce che le sottolinea, giocano un ruolo determinante.

Ovvio che il tempo c’era, ma scorreva nella testa di Fabrizio. Lui lo plasmava, lo modellava trasmettendolo alle dita che a loro volta lo riproducevano attraverso l’arpeggio di chitarra. Insomma il tempo era lui stesso. Rallentava e accelerava a seconda... (Continues)
2015/5/3 - 19:30
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Tu lo chiami Dio

Tu lo chiami Dio
Chanson italienne – Tu lo chiami Dio – Bisca 99 Posse – 1995

Décapante critique du monde religieux.
Réflexion sur les guerres saintes.
Pour les très nombreuses personnes qui sont mortes « au nom du père, du fils et du saint-esprit »



De fait, l'ami Lucien l'âne, il s'agit bien de ça dans cette chanson, mais il y a autre chose qui me paraît plus radical, plus profond aussi et surtout, plus original. D'abord, il y a là deux interlocuteurs et deux Dieux, chacun le sien. Un des interlocuteurs s'en tient au Dieu officiel, celui reconnu par l'Église, estampillé, en quelque sorte, « Made in Vatican » et l'autre interlocuteur, celui qui parle dans la canzone, entretient d'excellentes relations avec son Dieu personnel ; il l'appelle : « Mon Dieu à moi ». Et ainsi avance la canzone, en alternant « Ton Dieu » et « Mon Dieu à moi ».

Là, je ne suis pas bien. Il y aurait donc deux sortes de Dieux ?... (Continues)
TU L'APPELLES DIEU
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/5/3 - 18:29
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Mazurek trzeciego maja (Trzeci maj)

Anonymous
Mazurek trzeciego maja (Trzeci maj)
[1831]
Uno dei canti patriottici polacchi più sentiti, composto per commemorare gli avvenimenti legati alla nascita della Costituzione di Maggio del 1791 nel periodo della Rivolta di Novembre. Il testo viene attribuito a Rajnold Suchodolski, ma fra i diversi autori che hanno contribuito ad aggiungere le ulteriori strofe vengono citati anche Stanisław Starzyński e Konstanty Gaszyński.

Il brano riprende probabilmente le note scritte agli inizi dell'Ottocento da Stefan Surzyński per una precedente poesia di Stanisław Starzyński intitolata "Maj (Nienawidzę was próżniaki)". Altre fonti citano Fryderyk Chopin come l'autore della musica , facendo notare la somiglianza con le due mazurche del grande compositore polacco risalenti al periodo del suo soggiorno a Varsavia, nonché la presenza del suo nome in queste veci in un canzoniere dell'epoca.

Esistono diverse versioni di questa canzone, che... (Continues)
Witaj, majowa jutrzenko,
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2015/5/3 - 13:47
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Andrea

Andrea
ANDREA
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2015/5/3 - 11:00
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La Ravachole

La Ravachole
Adattamento della canzone scritta da Sébastien Faure (La Ravachole)
En la gran ciudad de la capital
(Continues)
Contributed by Den Guer 2015/5/3 - 01:12
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Chocolate Kings

Chocolate Kings
dall'album "Chocolate Kings" (1975)

Testo di Marva Jan Marrow e Mauro Pagani
Musica di Franco Mussida


Bernardo Lanzetti - voce
Franco Mussida - chitarra
Patrick Djivas - basso, voce
Franz Di Cioccio - batteria, percussioni, voce
Mauro Pagani - fiati, violino, voce
Flavio Premoli - tastiere, voce

«Venimmo accusati di essere “commerciali” – un’accusa che oggi appare una sciocchezza – e i testi in inglese rinfocolarono le polemiche degli anticapitalisti a oltranza. La cosa in questo caso è particolarmente curiosa, perché CHOCOLATE KINGS era un disco molto critico nei confronti dell’«american way of life». Parla dei “re di cioccolata” vale a dire degli americani che hanno colonizzato l’Italia nel dopoguerra. Parlava del consumismo americano. Parla della supremazia americana nel mondo, ma senza demonizzare gli States, di cui venivano fuori anche gli aspetti più... (Continues)
When I was born they came to free us
(Continues)
2015/5/2 - 23:38
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Eppur si muove

Eppur si muove
Chanson italienne – Eppur si muove – Carmen Consoli – 2002

Regarde, Lucien l'âne mon ami, une chanson de libération, une chanson écrite par une femme, Carmen Consoli, une chanson qui agit comme un philtre libératoire…

Un philtre libératoire, une sorte de purgation, veux-tu dire ? Mais de quoi ?

Mais bien évidemment de cette écrasante atmosphère, de cet étouffant environnement que l'on ressent en Italie où l'Église se répand partout, où s'inhalent des senteurs de catholicité, où s'exhalent par tous les pores du pays des relents de cléricalisme. Et que la chanson soit écrite et interprétée par une Sicilienne est encore plus remarquable. Et de surcroît, ce n'est pas une chanson ancienne… Ce qui montre bien que la chape de plomb divin pèse toujours là-bas presqu'autant que le soleil d'été à midi. Au cœur du dispositif oppressant dont parle la canzone, on trouve l'histoire du péché originel,... (Continues)
ET POURTANT ELLE TOURNE
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/5/2 - 22:04
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Mein Bruder war ein Flieger

Mein Bruder war ein Flieger
'A la paret, escrit amb guix. Antologia de poesia alemanya de combat' (Aymà: Barcelona, 1966)
EL MEU GERMÀ ERA AVIADOR
(Continues)
Contributed by Ramon Carreté 2015/5/2 - 18:49
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Enola Gay

Enola Gay
boh non so molta gente sarebbe morta se la guerra fosse continuata
didi 2015/5/2 - 18:18
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Addio Juna

Addio Juna
Cara Juna tedesca, il nome Juna è forse un nome inventato da mia padre, perché in quegli anni non esisteva. si chiama Juna anche la figlia di mio fratello, Juna Mari, in omaggio al nonno dalla sua canzone. se la cerca su FB potreste fare amicizia, dato che avete pressappoco la stessa età.
Elda. mari 2015/5/2 - 17:17
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Joska la Rossa

Joska la Rossa
Nina, la canzone parla della campagna russa, è facile trovare una famiglia russa in Russia :).
Concordo sul punto primo, ossia è una figura ideale.
Ciao.
alessandro 2015/5/2 - 14:58
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Sången om reaktionen

Anders Källström
Sången om reaktionen
Dear all,

I have recently found out that this is originally a Russian song titled »Конармейская« (Konarmeyskaya or Cavalry Song). It was composed in 1936 by Dmitry and Daniil Pokrass and the Russian lyrics referring to the history of Budyonny's Red Cavalry were written by Alexey Surkov. So it's not a resistance song of Spanish origin as shown by Swedish archive records, nor is it a traditional or a traditional Swedish song as claimed by Finnish sound archives.

I won't post the original song, because, according to my judgement, it doesn't belong here, whereas the above Swedish and Finnish versions of it definitely do.
Juha Rämö 2015/5/2 - 13:44
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In de loopgraf

In de loopgraf
Chanson flamande – In de loopgraf – Einstürzende Neubauten – 2014
Texte – Poème : In de loopgraaf – Paul van den Broeck – 1916



Ou je me trompe, ou voici un terrible jeu de mots en néerlandais et même, plus exactement, en flamand… Et j'espère bien qu'il en soit ainsi. Car, vois-tu Lucien l'âne mon ami, l'orthographe habituelle est « loopgraaf » qui signifie en français : tranchée. Cependant, il est nettement écrit : « loopgraf ». D'ailleurs, le poème original s'intitulait : « In de loopgraaf ».

Et alors, dit Lucien l'âne un peu stupéfait ?

Et alors, dit Marco Valdo M.I., il me semble que cette « erreur » est volontaire et au lieu d'avoir « un endroit creusé où l'on court » (graven est le verbe qu'on peut traduire par creuser) – c'est-à-dire effectivement une « tranchée » ; on aurait « une tombe où l'on court » (graf étant la tombe, le tombeau). Tu me diras que vu du côté de l'Yser, il... (Continues)
DANS LA TRANCHÉE
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/5/1 - 20:53
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Va, pensiero

Va, pensiero
Synnyinmaani, sä kallehin kaunehin maa
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2015/5/1 - 17:56




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