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Before 2015-5-5

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Żywe Kamienie

Żywe Kamienie
[1941]
Versi di Włodzimierz Wnuk (1915-1992), scrittore e giornalista polacco, che dal 1939 al 1941 fu internato nei campi nazisti di Stutthof, Sachsenhausen e Mauthausen-Gusen.
Musica composta da Aleksander Kulisiewicz nel 1943, mentre si trovava prigioniero a Sachsenhausen
Nella raccolta intitolata “Pieśni obozowe. Mauthausen/Gusen” pubblicata dalla polacca Veriton (anno non riscontrato).

Poi nel volume con CD “The Undying Flame: Ballads And Songs Of The Holocaust”, a cura di Jerry Silverman.

Gusen è il nome dato a tre dei quarantanove sottocampi del campo di concentramento nazista di Mauthausen, nell’Austria annessa al Terzo Reich. A Gusen I, II e III, costruiti in rapida successione, avevano sede alcune delle fabbriche belliche tedesche più importanti, la Steyr-Daimler-Puch AG e Messerschmitt AG. Gli impianti furono allestiti sotto terra, in un complesso sistema di gallerie lunghe... (Continues)
Jesteśmy jak żywe kamienie
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/5 - 23:49
Song Itineraries: Extermination camps
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Czarny Böhm

Czarny Böhm
[Sachsenhausen, 1942]
Lyrics by Aleksander Kulisiewicz
Music: Ukrainian folk melody (“E shumyt e hudyt”)
Nella raccolta intitolata “Ballads and Broadsides - Songs from Sachsenhausen Concentration Camp 1940-1945”, frutto di una ricerca della professoressa Barbara Milewski, Assistant Professor of Music presso lo Swarthmore College, Pennsylvania, USA. Pubblicata dalla United States Holocaust Memorial Museum (USHMM)

“Wilhelm Böhm, nicknamed “Czarny” (black) Böhm, was among the more grisly denizens of Sachsenhausen camp. Short and hunchbacked, with long, ape-like arms, Böhm, a camp Kapo, was also distinctly charred in appearance due to his work as a cremation specialist. Wildly enthusiastic about his job, Böhm had been known to cry out to passing prisoners, “Come to Böhm! You’ll surely be coming my way soon, so why not now?” Kulisiewicz reports that in 1941–1942 Böhm helped cremate some 18,000... (Continues)
Czy to w dzień, czy to w noc,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/5 - 16:20
Song Itineraries: Extermination camps

Marsz o Wolności

Marsz o Wolności
[fine 1944]
Versi di Krystyna Żywulska (1914-1992, il cui vero nome era Sonia Landau), ebrea polacca, nativa di Łódź.
Sull’aria della sovietica “Moskva mayskaya”, di Dmitri & Daniel Pokrass, 1937.
Testo trovato qui

Canzone profetica, composta solo qualche settimana prima che, sotto la pressione delle truppe sovietiche, i nazisti decidessero di evacuare i campi di Auschwitz, costringendo i prigionieri già stremati ad una “Todesmärsche”, una marcia della morte in pieno inverno (era il gennaio del 1945). Per molti fu la fine; per altri, come la Żywulska, fu davvero la marcia verso la libertà.

Dopo l’occupazione tedesca, Sonia Landau finì con la sua famiglia nel ghetto di Varsavia. Ma nel 1942 decise di passare all’azione: fuggì dal ghetto, adottò un’identità falsa (Zofia Wiśniewska) nella “parte ariana” della città e quindi si unì alla Resistenza. Catturata nel 1943, fu identificata... (Continues)
Takie miejsce jest na świecie
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/5 - 14:14
Song Itineraries: Extermination camps

Wycieczka w nieznane

Wycieczka w nieznane
[Agosto 1944]
Versi di Krystyna Żywulska (1914-1992, il cui vero nome era Sonia Landau), ebrea polacca, nativa di Łódź.
Sulle arie della tradizionale napoletana “Santa Lucia” e di “Gloomy Sunday”, celebre “suicide song” dell’ungherese Rezső Seress, adattate insieme dal musicista polacco Krzysztof Jażdżyński durante la permanenza, sua e della Żywulska, nel campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau.
Testo – solo parziale, a giudicare dalle sospensioni - trovato nell’articolo “Krystyna Zywulska. The Making of a Satirist and Songwriter in Auschwitz-Birkenau is Discovered Through Camp Mementos., di Barbara Milewski, Assistant Professor of Music presso lo Swarthmore College, Pennsylvania, USA.

Canzone davvero terribile, in cui le immagini di una natura ridente sono giustapposte senza soluzione di continuità con quelle allucinanti e grottesche del campo di Auschwitz-Birkenau, percorso... (Continues)
Słoneczko świeci
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/5 - 13:21
Song Itineraries: Extermination camps
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Мы за мир

Мы за мир
Musica / Music: Serafim Tulikov
Музыка: Серафим Туликов
Testo / Lyrics: Aleksandr Zharov
Слова: Александр Жаров
Всей земли народ
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2015/5/5 - 11:42

Tanz, Mädchen

Tanz, Mädchen
[1944]
Versi di Krystyna Żywulska (1914-1992, il cui vero nome era Sonia Landau), ebrea polacca, nativa di Łódź.
Sull’aria della popolare cecoslovacca “Ešče si já pohár vínka”, nell’adattamento che ne fece il musicista polacco Krzysztof Jażdżyński durante la permanenza, sua e della Żywulska, nel campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau.
Sono costretto – per il momento - a contribuire la versione tedesca dell’originale polacco, che non sono riuscito a trovare ad eccezione del frammento “Tańcz, tańcz dziewczyno / władze ci każą, z przyjemną miną / są dziś w humorze panowie śmierci, tańcz…”, i soli versi ricorrenti in Rete.

Dopo l’occupazione tedesca, Sonia Landau finì con la sua famiglia nel ghetto di Varsavia. Ma nel 1942 decise di passare all’azione: fuggì dal ghetto, adottò un’identità falsa (Zofia Wiśniewska) nella “parte ariana” della città e quindi si unì alla Resistenza.... (Continues)
Tanz, tanz schnell, Mädchen
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/5 - 09:57
Song Itineraries: Extermination camps
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Black Market

Black Market
[1948]
Parole e musica di Friedrich Hollaender, compositore tedesco, ebreo, nato a Londra e divenuto celebre nella Berlino di Weimar prima che l’avvento del nazismo lo costringesse, come molti altri, a fuggire. Dopo un breve soggiorno a Parigi, emigrò negli States dove scrisse canzoni per le colonne sonore di molti film di successo.

Black Market - così come In den Ruinen von Berlin - fu scritta per Marlene Dietrich che la interpretò in “A Foreign Affair” (“Scandalo internazionale”), pellicola diretta nel 1948 da un altro immigrato di lingua tedesca e di religione ebraica, l’austriaco Samuel Wilder, divenuto poi Billy Wilder (cognome identico ma di pronuncia diversissima).

Uno degli effetti collaterali di ogni guerra, dovuto alla penuria e alla difficoltà di procurarsi ogni cosa, alla chiusura delle frontiere, alle sanzioni spesso imposte da altri paesi, all’adeguarsi delle organizzazioni... (Continues)
Black Market
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/4 - 21:24
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A Nation Fit for Heroes

A Nation Fit for Heroes
[2008]
Scritta da Raymond Ian Burns, in arte Captain Sensible, membro fondatore de The Damned, e Martin Newell, conosciuto anche come “the Wild Man of Wivenhoe”, musicista, cantante, chitarrista, cantautore, poeta ed autore.
Nell’album intitolato “So, Who's Paranoid?”
Nice house and a wall around your land
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/5/4 - 10:51
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Über Gewalt

Über Gewalt
Der reißende Strom
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2015/5/4 - 09:48
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Lintu mustasiipi lennä

Lintu mustasiipi lennä
This song refers to the incidents of the Bloody Thursday in the Northern Finnish town of Kemi on August 18, 1949. Read more here: Kemi Strike
Oi lintu mustasiipi, verta sulissas,
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2015/5/4 - 09:42
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Karmaniola

Karmaniola
[1981]
Testo e musica di Jacek Kaczmarski
Dalla cassetta uscita "in underground" Mury 2, ma presente anche negli diversi album successivi.
Testo da kaczmarski.art
Ile wściekłości trwoga w was zajadła
(Continues)
Contributed by Krzysiek 2015/5/3 - 23:53
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Bianco e nero

Bianco e nero
(1980)
Album: "Suonare suonare"

Franz Di Cioccio - batteria, percussioni
Patrick Djivas - basso
Lucio Fabbri - violino, viola e violoncello
Franco Mussida - chitarra
Flavio Premoli - tastiere e voce





Il testo di Premoli, pur partendo da una situazione privata e raccolta, riesce a mettere a fuoco l’inquietudine per il futuro di una terra poco sicura e travagliata, che nel corso dell’ultimo secolo si è trovata due volte sull’orlo dell’abisso più nero (con Hiroshima nel ’45 e con la crisi missilistica di Cuba nel ’62).

Dietro a questi versi c’è lo spettro della guerra, la più pericolosa che si possa immaginare, e sembra esserci anche un suggeritore d’eccezione, perché viene in mente una frase di Albert Einstein, che disse: «Non so con quali armi sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma la quarta guerra mondiale sarà combattuta con bastoni e pietre.» Oppure con le fionde, come suggerisce Premoli.

Marco Novaro - I cantastorie elettrici (pt. I)
Luna nuova, luna d'aprile
(Continues)
2015/5/3 - 19:39
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Mazurek trzeciego maja (Trzeci maj)

Anonymous
Mazurek trzeciego maja (Trzeci maj)
[1831]
Uno dei canti patriottici polacchi più sentiti, composto per commemorare gli avvenimenti legati alla nascita della Costituzione di Maggio del 1791 nel periodo della Rivolta di Novembre. Il testo viene attribuito a Rajnold Suchodolski, ma fra i diversi autori che hanno contribuito ad aggiungere le ulteriori strofe vengono citati anche Stanisław Starzyński e Konstanty Gaszyński.

Il brano riprende probabilmente le note scritte agli inizi dell'Ottocento da Stefan Surzyński per una precedente poesia di Stanisław Starzyński intitolata "Maj (Nienawidzę was próżniaki)". Altre fonti citano Fryderyk Chopin come l'autore della musica , facendo notare la somiglianza con le due mazurche del grande compositore polacco risalenti al periodo del suo soggiorno a Varsavia, nonché la presenza del suo nome in queste veci in un canzoniere dell'epoca.

Esistono diverse versioni di questa canzone, che... (Continues)
Witaj, majowa jutrzenko,
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2015/5/3 - 13:47
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Tango fasismin ja kapitalismin suhteesta

Tango fasismin ja kapitalismin suhteesta
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Matti Rossi (1934-2017)
Musica / Music / Musique / Sävel: Eero Ojanen
Performed by KOM-Teatteri
Album / Albumi: Kun tuuli kääntyy [2009]
Kun fasismi lyötiin
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2015/5/3 - 10:11
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La Ravachole

La Ravachole
Adattamento della canzone scritta da Sébastien Faure (La Ravachole)
En la gran ciudad de la capital
(Continues)
Contributed by Den Guer 2015/5/3 - 01:12
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Chocolate Kings

Chocolate Kings
dall'album "Chocolate Kings" (1975)

Testo di Marva Jan Marrow e Mauro Pagani
Musica di Franco Mussida


Bernardo Lanzetti - voce
Franco Mussida - chitarra
Patrick Djivas - basso, voce
Franz Di Cioccio - batteria, percussioni, voce
Mauro Pagani - fiati, violino, voce
Flavio Premoli - tastiere, voce

«Venimmo accusati di essere “commerciali” – un’accusa che oggi appare una sciocchezza – e i testi in inglese rinfocolarono le polemiche degli anticapitalisti a oltranza. La cosa in questo caso è particolarmente curiosa, perché CHOCOLATE KINGS era un disco molto critico nei confronti dell’«american way of life». Parla dei “re di cioccolata” vale a dire degli americani che hanno colonizzato l’Italia nel dopoguerra. Parlava del consumismo americano. Parla della supremazia americana nel mondo, ma senza demonizzare gli States, di cui venivano fuori anche gli aspetti più... (Continues)
When I was born they came to free us
(Continues)
2015/5/2 - 23:38
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Geranio

Geranio
(1972)
dal secondo album della PFM "Per un amico"
Testo di Mauro Pagani
Musica di Mauro Pagani, Franco Mussida e Flavio Premoli.


Flavio Premoli - pianoforte, clavicembalo, organo Hammond e Pari, spinetta, mellotron, moog, campane, voce solista
Franco Mussida - chitarra acustica, chitarra a 12 corde, chitarra elettrica, mandoloncello, voce solista
Franz Di Cioccio - batteria, strumenti a percussione, voce
Giorgio Piazza - basso elettrico, voce
Mauro Pagani - flauto, flauto contralto, ottavino, violino, voce


IL PROFUMO E LA FOLLIA
Marco Novaro - su Rock Celebration

Anche Geranio è un pezzo molto interessante, ma che preferisce svelarsi poco per volta. E’ un addebito contro i mali in generale ma che si rivela gradualmente, e forse proprio per questo meccanismo da scatola cinese risulta molto più incisivo dei testi precedenti.

Geranio è un’allegoria di tutti... (Continues)
Balla piano nella via
(Continues)
2015/5/2 - 21:47
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Veli, sisko

Anonymous
Testo / Lyrics / Sanat: Elsa Rautee
Veli, sisko kuulet kummat soitot
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2015/5/2 - 16:09
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Ne tulevat, Maria

Testo / Lyrics / Sanat: Matti Rossi
Song performed by Punainen lanka on their 1977 album »Pohjolan lumisen kalmiston hongat«
Pane ikkuna kiinni, Maria
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2015/5/1 - 13:52
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Storie dell’Altra Italia

Storie dell’Altra Italia
2012
Storie dell'altra Italia

Portata in scena e musicata da Daniele Biacchessi, Gang e Massimo Priviero in "Storie dell'altra Italia"
La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una sua fine.
(Continues)
Contributed by dq82 2015/5/1 - 11:36
Song Itineraries: Mafia and Mafias
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Storie di Alpini

Storie di Alpini
2012
Storie dell'altra Italia

Portata in scena e musicata da Daniele Biacchessi, Gang e Massimo Priviero in "Storie dell'altra Italia"
Luglio 1941. Accanto ai tedeschi e contro i sovietici, Mussolini invia il Corpo di Spedizione Italiano in Russia: 58.800 soldati, 2.900 ufficiali che si portano dietro pezzi di artiglieria da campagna, anticarro, contraerei, automezzi di ogni tipo. Viene schierato nell’Ucraina meridionale alle dipendenze dei tedeschi.
(Continues)
Contributed by dq82 2015/5/1 - 11:31
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Piazza Fontana

Piazza Fontana
‎[2007]‎
Dallo spettacolo “Il paese della vergogna” realizzato con i Gang
Il 1969 è l’anno degli scioperi, dei cortei di operai e studenti in tutto il paese.
(Continues)
Contributed by dq82 2015/5/1 - 11:21
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Oj Doberdob, slovenskih fantov grob

Anonymous
Oj Doberdob, slovenskih fantov grob
(1915?)

"Oh Doberdò, tomba di ragazzi sloveni!" così recita questa canzone slovena risalente alla Grande Guerra. Doberdob è proprio il paese di Doberdò del lago (oggi in provincia di Gorizia) teatro tra il 1915 e il 1916 di dure e cruente battaglie e citato anche in Fuoco e mitragliatrici.

Questa canzone proviene dalle file dell'esercito austro-ungarico, dove trovarono la morte moltissimi sloveni.

Inseriamo questa canzone grazie alla preziosa segnalazione di Piero Purini - storico e musicista - che ha recentemente presentato lo spettacolo Rifiuto la guerra, che ripercorre l'opposizione alla prima guerra mondiale attraverso una scelta di brani italiani, sloveni, ungheresi, tedeschi, francesi, inglesi ed americani.
Oj Doberdob, oj Doberdob,
(Continues)
Contributed by CCG Staff grazie a Piero Purini 2015/4/30 - 21:38
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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There's a Long, Long Trail

There's a Long, Long Trail
[1913]
Parole di Stoddard King (1889–1933), autore e cantautore
Musica di Alonzo "Zo" Elliott (1891-1964), compositore e cantautore
L’interpretazione più nota è quella del grande tenore irlandese John McCormack, nel 1917.

June Tabor ne ha offerta una propria versione – intitolata “The Long, Long Trail” - nel disco collettivo “We Died in Hell—They Called it Passchendaele” (1993)

La canzone fu pubblicata negli USA nel 1914, poco prima dello scoppio della guerra in Europa e divenne immediatamente popolarissima tra i soldati americani lì spediti a combattere a partire dall’aprile del 1917. Veniva usata spesso per chiudere i concerti per le truppe e l’esecuzione era sempre seguita da un lungo, commosso e significativo silenzio.
Nights are growing very lonely,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/30 - 14:02

Klaaglied Van De Vrouwen

Klaaglied Van De Vrouwen
[1978]
Parole di Jan Hardeman e Marieke Demeester, due membri del “Elfnovembergroep”, il “Gruppo 11 novembre” (dall’11 novembre 1918, data dell’Armistizio), nato nel 1977 nei Paesi Bassi e in Francia con l’intento di commemorare la Grande Guerra. Il loro motto è “Nooit brengt een oorlog vrede”, che credo di poter tradurre come “Mai nessuna guerra porta la pace”.
Musica tradizionale delle Fiandre
Testo trovato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music.
Nel disco collettivo intitolato “We Died in Hell—They Called it Passchendaele” (1993), con June Tabor, Shoshana Kalisch, Kristien Dehollander, Marwan Zoueni & The Lone Tree Orchestra.
O Vaderland, aanhoor onze klacht;
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/30 - 11:58
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Little Yellow Roses

Little Yellow Roses
[1961]
Parole e musica di Trevor Peacock (1931-), attore shakespeariano e occasionalmente songwriter.
Arrangiamento di John Barry (1933-2011), grande compositore inglese, soprattutto di colonne sonore per il cinema (sue gran parte di quelle della serie su James Bond 007).
Interpretata dalla popstar Adam Faith (1940-2003) nel suo disco eponimo del 1962.
Testo trovato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music.

Una canzone sulla guerra di Spagna o, comunque, su chiunque abbia combattuto per la libertà e l’uguaglianza: “Mio padre mi ha insegnato che tutti gli uomini sono uguali / Qualunque sia il colore, la religione o la provenienza; / Mi ha detto di lottare per le cose in cui ho creduto / Ed è quello che ho fatto, con una pistola in mano.”
Laid on my back with the sun in my eyes;
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/30 - 11:17

Declaring Peace

Declaring Peace
1985
The unfairy tale
Whisper the words of wisdom no more
(Continues)
Contributed by dq82 2015/4/30 - 11:03
Song Itineraries: Falklands (Malvinas) War
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Flesh and Blood and Feelings

Flesh and Blood and Feelings
1987
Bigger than Jesus

Came in a 12 page booklet sleeve, housed in a brown paper bag due to the "controversial" nature of the front cover...
Margaret thatcher lives in ronald reagan's underpants
(Continues)
Contributed by dq82 2015/4/30 - 11:00
Song Itineraries: Miss Maggie Thatcher

Times of Crisis

Times of Crisis
1985
The unfairy tale
It gets worse... the earth, if looked after properly, has an estimated lifespan of another four billion years, but in 1983 there were two false alarms of impending nuclear war every three days. They say that such alarms are normal, and present no problem provided they can be identified as false alarms. I said in 1983 there were two false alarms of impending nuclear war, every three days, but in times of crisis with weapons systems already on the alert, there is less than eight minutes to decide whether an attack is underway or not. And there are over forty conventional wars going on in the world today. Times of crisis, you might say. They say that waiting longer than eight minutes would risk a surprise attack, and a loss of command and control. In the trade this is called the "use them or lose... (Continues)
Contributed by dq82 2015/4/30 - 10:54
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The Birmingham Six

The Birmingham Six
1989
Why Are We Still In Ireland?

Per approfondimenti sui "Sei di Birmingham" si veda l'omonima canzone dei Pogues
Birmingham, 1974, there occurred a bloody murder
(Continues)
Contributed by dq82 2015/4/30 - 10:43
Song Itineraries: Conflicts in Ireland
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Why Are We Still in Ireland? (Part One)

Why Are We Still in Ireland? (Part One)
1989
Why Are We Still In Ireland?
Our settlers calling our kingdom great
(Continues)
Contributed by dq82 2015/4/30 - 10:39
Song Itineraries: Conflicts in Ireland
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My Love Has Listed (or the White Cockade)

Anonymous
My Love Has Listed (<Em>or</Em> the White Cockade)
[Fine 700, inizio 800]
Ballata di autore anonimo risalente con tutta probabilità alle guerre napoleoniche, raccolta a Newcastle nel 1821 e pubblicata sulla Blackwood's Magazine di Edimburgo.
Testo trovato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music.
La prima incisione dovrebbe essere quella di Bob Davenport nel suo EP “Geordie Songs” del 1959.
La versione qui riportata è quella di Norma Waterson con i suoi familiari (The Watersons) presente nel disco intitolato “A Yorkshire Garland” del 1966.

Una canzone molto interessante, in cui ben due strofe sono dedicate alle colorite maledizioni lanciate da una giovane all’indirizzo dell’esercito e di coloro che hanno indotto il suo fidanzato ad arruolarsi per la guerra…
'Tis true, my love's enlisted and he wears a white cockade.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/30 - 10:36
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Home Fit for Heroes

Home Fit for Heroes
[1992]
Parole di Les Barker (1947-), poeta di Manchester.
Musica di Martin Carthy.
Interpretata da Norma Waterson nel disco di Les Barker intitolato “Some Love”, con June Tabor, Roy Bailey, Eliza e Martin Carthy, Chris Harvey, Ken Nicol e molti altri
They died in their millions,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/30 - 08:49
Song Itineraries: Heroes, World War I (1914-1918)
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Atto di forza

Atto di forza
2014
Sotto Casa
Testo di Francesco Gazzè
Musica di Max Gazzè

Vincitore del premio Voci per la libertà 2014

"Spesso capita di chiederci - racconta il Premio Amnesty International Italia 2014 Max Gazzè - come un essere umano possa arrivare a compiere gesti atroci, quali siano i guasti che mandano in blocco il cervello e perché nessuno sia ancora riuscito a trovare il sistema per fermare la follia molto prima di quando è già troppo tardi. Facile che resti un pensiero come tanti che balena e sparisce per lasciar posto a qualcosa di più urgente. 'Atto di forza' è uno di quei pensieri, il racconto
per immagini di una di quelle follie. Grazie al premio Amnesty International lo sguardo si sposta e indugia su temi enormi – quale, appunto, la violenza contro le donne - che vengono quasi sempre pigiati in cronaca nera solo perché sembra sia diventato normale che ogni tanto qualcuno perda il controllo.... (Continues)
Evade il buio arcigno
(Continues)
Contributed by dq82 2015/4/29 - 15:24
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Torturing James Hetfield

Torturing James Hetfield
dall'album ABCDFGH del 2010

"Torturing James Hetfield" is a response to James Hetfield's approval of the use of Metallica's music as a torture device against Iraqi prisoners at the Guantanamo Bay detention camp. The song was described as depicting a "wonderful image" by Stefan Appleby in BBC Review. Boff Whalley listed the song as one of his favourites in July 2011.

"Torturing James Hetfield" è una risposta alle dichiarazioni di James Hetfield, chitarrista dei Metallica, che si è detto soddisfatto dell'uso della musica del gruppo contro i prigionieri iracheni nel campo di detenzione di Guantanamo Bay.

The gaffes just keep coming with Metallica: illegal downloads, the documentary, the most recent album being too loud and over-compressed and then James Hetfield comes out and says he’s proud their music has been used to torture Guantanamo prisoners “It represents something that they don’t... (Continues)
Well, we got James Hetfield
(Continues)
Contributed by dq82 2015/4/29 - 14:25
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Norwich Gaol

Norwich Gaol
[1977]
Parole e musica di Peter Bellamy
In “The Transports. A Ballad Opera.”
Con la crema dei folksinger inglesi dell’epoca, tra cui The Watersons, Martin Carthy, Nic Jones, A.L. Lloyd, June Tabor, Martin Winsor, Cyril Tawney e Dave Swarbrick.
Testo trovato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music

Un’opera che racconta una storia vera, quella di Henry Cabell e Susannah Holmes, “two poor fellows” che nel 1783 furono condannati alla deportazione per aver commesso dei furti a causa della miseria. I due erano amanti e dalla loro relazione era nato un bimbo ma ai due non fu in un primo momento concesso di sposarsi e la famigliola corse il serio rischio di essere smembrata. Uno dei loro carcerieri s’impietosì e intercesse per loro presso il ministro dell’interno.

Così Henry e Susannah poterono unirsi in matrimonio e nel 1787, dando corso alla sentenza, furono imbarcati con il... (Continues)
The food is foul, the air is bad, the company not choice;
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/29 - 14:02
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Us Poor Fellows

Us Poor Fellows
[1977]
Parole e musica di Peter Bellamy
In “The Transports. A Ballad Opera.”
Con la crema dei folksinger inglesi dell’epoca, tra cui The Watersons, Martin Carthy, Nic Jones, A. L. Lloyd, June Tabor, Martin Winsor, Cyril Tawney e Dave Swarbrick.

Un’opera che racconta una storia vera, quella di Henry Cabell e Susannah Holmes, “two poor fellows” che nel 1783 furono condannati alla deportazione per aver commesso dei furti a causa della miseria. I due erano amanti e dalla loro relazione era nato un bimbo ma ai due non fu in un primo momento concesso di sposarsi e la famigliola corse il serio rischio di essere smembrata. Uno dei loro carcerieri s’impietosì e intercesse per loro presso il ministro dell’interno.

Così Henry e Susannah poterono unirsi in matrimonio e nel 1787, dando corso alla sentenza, furono imbarcati con il figlioletto su uno degli 11 vascelli del convoglio battezzato “First... (Continues)
The times they are hard and the wages are poor
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/29 - 13:42
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Tolpuddle Man

Tolpuddle Man
[1995]
Parole e musica di Graham Moore
La canzone che dà il titolo al disco

Nel Regno Unito intorno al 1830, negli anni che seguivano l’abrogazione dell’infame “Combination Act” del 1799, che fino ad allora aveva impedito ai lavoratori di organizzarsi tra di loro per ottenere migliori condizioni, un gruppo di braccianti di Tolpuddle, un villaggio nel Dorset, costituirono tra di loro una società segreta di mutuo soccorso, la Friendly Society of Agricultural Labourers, per lottare insieme contro le diminuzioni salariali che costantemente colpivano la loro categoria. La cosa allarmò i proprietari terrieri locali, i quali chiesero aiuto alle autorità…

Fu così che nel 1833 gli artefici dell’iniziativa furono arrestati, processati e condannati ai bagni penali in Australia, e solo per aver creato una piccola cellula sindacale. Questa la poesia che uno di loro, George Loveless, scrisse subito... (Continues)
Farewell to my family, it's now I must leave you
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/29 - 10:50
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The Hunter Dunne

The Hunter Dunne
[2006]
Parole e musica di Dick Gaughan
Nell’album intitolato “Lucky For Some”

Poi anche in “Gaughan Live! At The Trades Club” (2008)

“I've had a few people try to read some significance into the choice of name here. There is none, the rhythm of the name simply fitted into the rhythm of the song. I could have used "Joe Bloggs" or "Bob Smith" but I used "John Dunne". They are also meant to be three separate characters with three different stories, illustrative of three different aspects of the same phenomenon - how Capitalism turns everything, including human lives, into commodities.” (Dick Gaughan)

“Qualcuno ha cercato di trovare un qualche significato nella scelta del nome. Non ce n’è nessuno, semplicemente il suono del nome si accordava col ritmo della canzone. Avrei potuto usare "Mario Rossi" o "Bob Smith" ma ho usato "John Dunne". Si tratta inoltre di tre diversi personaggi in tre... (Continues)
John Dunne was a hunter, he hunted wanted men
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/29 - 10:31
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Tom Paine's Bones

Tom Paine's Bones
[1995]
Parole e musica di Graham Moore
La canzone che dà il titolo al suo album del 1995
Interpretata anche da Dick Gaughan nel suo album “Outlaws & Dreamers” del 2001
I The Young'uns l'hanno reinterpretata nel loro album Another Man's Ground (2015).

Thomas Paine (1737-1809) è considerato uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America.

Quacchero, radicale, non conformista, rivoluzionario tanto in America quanto in Francia (dove fu arrestato durante il Terrore e rischiò il collo), autore di opere come “The Age of Reason” (1790, dove difendeva la religiosità, insita nell’uomo, dalla religione consolidata, dal potere ecclesiastico) e “Rights of Man” (1791, in difesa della Rivoluzione francese e dell’egualitarismo), Thomas Paine combattè tutta la vita e morì in povertà e quasi dimenticato. Soltanto sei persone attesero al suo funerale, due di esse erano schiavi neri da lui liberati. I suoi resti vennero in seguito esumati per essere trasportati e sepolti nel natale Norfolk ma andarono dispersi.
As I dreamed out one evening
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/29 - 09:42
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The Last of England

The Last of England
[1995]
Parole e musica di Graham Moore
Nel suo album intitolato “Tom Paine's Bones”

Gran Bretagna, metà 800. L’emigrazione raggiunse il suo picco. Nell’era Vittoriana furono circa 15 milioni quelli che lasciarono il Regno Unito alla volta di Stati Uniti, Canada ed Australia. Molti gli irlandesi in fuga dalla “Great Famine”, molti gli inglesi travolti dai contraccolpi della rivoluzione industriale. Nel 1852, quando il numero di partenze raggiunse il picco di 350.000, il pittore Ford Madox Brown (1821-1893) cominciò a dipingere il suo quadro più famoso, “The Last of England”, ultimato nel 1855.
Wasted and worn, tattered and torn
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/29 - 09:02
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The Big Battle

The Big Battle
1963

Album: Ring of Fire: The Best of Johnny Cash

L'album, a dispetto del nome, era in gran parte composto di canzoni originali.
I think sir the battle is over
(Continues)
2015/4/29 - 02:58
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Va, pensiero

Va, pensiero
Mi permetto di replicare all'amico che biasima questo inno irredentista: questo inno dovrebbe ricordare ad ogni italiano che se oggi si può permettere il lusso di parlare di pace è perchè la guerra la hanno fatta altri 150 e più anni fa al posto suo. Senza di loro forse parleremmo austriaco o qualche altra lingua, e questo sito non esisterebbe affatto. La pace è bella ed è giusto celebrarla, ma bisogna ricordarsi che è pur sempre un regalo che qualcun'altro ci ha fatto pagandola magari con la propria vita. Questo coro è perciò oggi un inno alla pace, così come allora lo è stato di irredentismo e libertà. Caro Rodolfo il pacifismo da salotto è tanto stupido quanto il federalismo da battaglia che alle orate da ali per volare (vedi la foto).
Cristiano 2015/4/29 - 00:08
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Records d'un vençut

Records d'un vençut
d'après la version espagnole de Caballero Bonald (RECUERDOS DE UN VENCIDO)
d'une chanson catalane – Records d'un vençut – Joan Isaac – 1977



L'histoire d'un vaincu de la guerre civile. L'exil en France, la tentative de recommencer une nouvelle vie, le rêve – qui pour beaucoup ne fut pas possible ou fut trop tardif – d'un retour dans une patrie libérée de la dictature.

Vois-tu, Lucien l'âne mon ami, c'est une chanson qu'on dira – à juste titre, antifranquiste et conséquemment, antifasciste, antiféloniste et d'une façon doublement particulière :

d'une part, car ce sont les remembrances d'un vaincu, d'un de ceux qui durent connaître le dur exil – pour des raisons que nous connaissons et qui pèsent encore et que l'on appelle communément « real politic » ou en jouant sur les mots : de « reale politica », celle qui sévit toujours aujourd'hui en Espagne (Una, grande...) ;

d'autre part, car... (Continues)
SOUVENIRS D'UN VAINCU
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/4/28 - 23:41
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Il Vigneto

Il Vigneto
Salve da Joe Natta, vi invio la mia nuova canzone contro la guerra uscita il 25 aprile 2015.
Grazie e a presto!
Nello scrigno dei pensieri infranti
(Continues)
Contributed by Joe Natta 2015/4/28 - 18:59
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Figli come noi

Figli come noi
2015
In sostegno alle campagne di ACAD

Poi
2016
Fiore de niente

(Testo di Daniele Coccia)
Sò morti sopra brande d’ospedale
(Continues)
Contributed by dq82 2015/4/28 - 16:59
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Unità di Produzione

Unità di Produzione
E'vero non si vede il video......:-(
tabula rasa elettrificata 2015/4/28 - 16:48
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All of No Man's Land Is Ours

All of No Man's Land Is Ours
2014
Lament


The album version of LAMENT should be heard as a studio reconstruction of a work primarily designed to be performed live, rather than an official new Einstürzende Neubauten LP proper.

In truth, the piece can only be fully realised, as well as best experienced, in its physical embodiment, performed on or by founding member Andrew Unruh’s gigantic instruments and noise generating devices that visually evoke the horrors the work describes or embeds in the sounds they conjure from the filth and terror of the industrialised 20th century world at war with itself.

But in fulfilling what at first appears to be a surprise commission for such a formidable longtime outsider group, Einstürzende Neubauten transformed the earthy, idiosyncratic contents they mined from academic, state, music hall and internet archives with the help of their two researchers into a richly complex cycle of... (Continues)
Hello, Central, Hello, hurry, Give me four-oh-three; Hello, Mary, Hello, Jerry, Yes, yes, this is me! Just landed at the pier And found the telephone, We’ve been parted for a year, Thank God, at last I’m home! Haven’t time to talk a lot, Though I’m feeling mighty gay; Listen, sweet forget-me-not, I’ve only time to say:
(Continues)
Contributed by dq82 2015/4/28 - 16:12
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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Der Beginn des Weltkrieges 1914 (unter Zuhilfenahme eines Tierstimmenimitators)

Der Beginn des Weltkrieges 1914 (unter Zuhilfenahme eines Tierstimmenimitators)
2014
Lament


The album version of LAMENT should be heard as a studio reconstruction of a work primarily designed to be performed live, rather than an official new Einstürzende Neubauten LP proper.

In truth, the piece can only be fully realised, as well as best experienced, in its physical embodiment, performed on or by founding member Andrew Unruh’s gigantic instruments and noise generating devices that visually evoke the horrors the work describes or embeds in the sounds they conjure from the filth and terror of the industrialised 20th century world at war with itself.

But in fulfilling what at first appears to be a surprise commission for such a formidable longtime outsider group, Einstürzende Neubauten transformed the earthy, idiosyncratic contents they mined from academic, state, music hall and internet archives with the help of their two researchers into a richly complex cycle of... (Continues)
Achtung
(Continues)
Contributed by dq82 2015/4/28 - 16:07
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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How did I die?

How did I die?
2014
Lament


The album version of LAMENT should be heard as a studio reconstruction of a work primarily designed to be performed live, rather than an official new Einstürzende Neubauten LP proper.

In truth, the piece can only be fully realised, as well as best experienced, in its physical embodiment, performed on or by founding member Andrew Unruh’s gigantic instruments and noise generating devices that visually evoke the horrors the work describes or embeds in the sounds they conjure from the filth and terror of the industrialised 20th century world at war with itself.

But in fulfilling what at first appears to be a surprise commission for such a formidable longtime outsider group, Einstürzende Neubauten transformed the earthy, idiosyncratic contents they mined from academic, state, music hall and internet archives with the help of their two researchers into a richly complex cycle of... (Continues)
I was in a crater
(Continues)
Contributed by dq82 2015/4/28 - 16:00
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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Where Have all the Flowers Gone

Where Have all the Flowers Gone
La versione in tedesco degli Einstürzende Neubauten tratta da Lament del 2014
dq82 2015/4/28 - 15:52
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Lament

Lament
2014
Lament


The album version of LAMENT should be heard as a studio reconstruction of a work primarily designed to be performed live, rather than an official new Einstürzende Neubauten LP proper.

In truth, the piece can only be fully realised, as well as best experienced, in its physical embodiment, performed on or by founding member Andrew Unruh’s gigantic instruments and noise generating devices that visually evoke the horrors the work describes or embeds in the sounds they conjure from the filth and terror of the industrialised 20th century world at war with itself.

But in fulfilling what at first appears to be a surprise commission for such a formidable longtime outsider group, Einstürzende Neubauten transformed the earthy, idiosyncratic contents they mined from academic, state, music hall and internet archives with the help of their two researchers into a richly complex cycle of... (Continues)
DIE LIE DEN
(Continues)
Contributed by dq82 2015/4/28 - 15:44
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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Bella Ciao

Anonymous
Bella Ciao
Montesole, 26 aprile 2015



BELLA CIAO

il riallestimento del più importante spettacolo del Folk italiano diventa un disco.

con

Lucilla Galeazzi - voce,

Elena Ledda - voce,

Ginevra Di Marco - voce,

Alessio Lega - voce, chitarra

Andrea Salvadori - chitarra, tzouras, armonium, arrangiamenti

Gigi Biolcati - percussioni, voce

Riccardo Tesi - organetto, arrangiamenti, direzione musicale
2015/4/27 - 22:58
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Stelutis Alpinis

Stelutis Alpinis
Ho 65 anni. Ho cominciato ad ascoltare questa "Preghiera di un popolo" (e che da questa terra friulana nasce)quando avevo 6-7 anni. La cantavano gli avventori dell'osteria dei miei,nelle sere d'inverno intorno alla stufa. Contadini , operai,con qualche "Ragazzo del '99" : gente seria e dura; ma, finito il canto, un lungo silenzio continuava a "cantare" ... nel Cuore e negli Occhi.
Ed io, ancora oggi ogni volta che l'ascolto, sento in gola quel famoso "grop".
Provo anch'io una "traduzione" delle ultime due strofe.

Prendi su, prendi una stellina:
è il ricordo del nostro amore.
Tu gli darai un piccolo bacio
e poi nascondila nel seno.

Quando a casa Tu sei sola
e con il Cuore preghi per me,
Il mio spirito Ti vola attorno,
io e la stella
siamo lì con Te.

Trovo Molto Bella anche la "versione" di De Gregori.
Luigi Girardi 2015/4/27 - 12:20

I Won’t Be a Slave

Anonymous
I Won’t Be a Slave
La canzone femminista sulla cui melodia le Lowell Mill Girls costruirono il loro inno di sciopero.
In molte raccolte della prima metà dell’800, come per esempio “The American Minstrel: A Choice Collection of the Most Popular Songs, Glees, Duets, Choruses, & C.”, a cura di J.A. James, Cincinnati, 1837. La data di composizione dovrebbe essere comunque precedente, primissimi anni dell’800.
I WON'T BE A NUN
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/27 - 10:46

Il crociato

Il crociato
Chanson italienne – Il crociato – Joe Fallisi – 2006

Texte inédit envoyé par Joe.



« Pour illustrer la barbarie de la conquête et les attitudes particulières de ses acteurs, voilà les réflexions de deux parmi rares critiques blancs contemporains des événements. Le missionnaire dominicain espagnol Bartolomé de Las Casas écrivait dans sa Brevísima relación de la destruyción de las Indias (1552) :

« Ils entraient dans les villages et ne laissaient ni enfants, ni vieux, ni femmes enceintes ou parturientes, si ce n'est après les avoir éventrées et coupées en morceaux. Ils pariaient lequel savait déchirer un homme d'un seul coup de couteau, ou lui coupait la tête d'un coup de pique, ou lui mettait à nu les viscères. Ils arrachaient les petits du sein des mères et leur claquaient la tête sur les roches. D'autres, de dessus leurs épaules, les lançaient dans les fleuves ; ils les embrochaient... (Continues)
LE CROISÉ
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/4/26 - 21:53
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The Dominion of the Sword

The Dominion of the Sword
Il testo della ballata originale, pubblicata nella raccolta “Loyal Garland” nel 1686 e rinvenibile in “The Cavalier Songs and Ballads of England from 1642 to 1684”, raccolta curata da Charles Mackay nel 1997 e disponibile in ebook su Project Gutenberg.
THE DOMINION OF THE SWORD
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/26 - 21:40
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A Margalida

A Margalida
Conocí a Margalida en 1974; unos amigos me la presentaron. Perdí su pista después del fusilamiento de Puig Antich. Ahora no sé lo que hace. Me parece que está por Mallorca pero no estoy seguro. ¿Por qué he realizado esta canción? Bueno, ademas que la conocía personalmente, hay cosas que todavía te recuerdan las paredes... Y no creo que sea oportunismo el haber hecho esta canción ahora, porque si fuera así la habría grabado hace dos o tres años.

Joan Isaac - entrevista en mundodiario, 6 diciembre 1977
2015/4/26 - 21:19




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