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T'attends Quoi

T'attends Quoi
(2013)
Album: "Recto Verso"

Un appello urgente a salvare il nostro mondo. Un'ode alla natura, l'inquietudine davanti a un pianeta che l'uomo porta al disastro ecologico.
Je suis de Bassora aux portes de désert
(Continues)
2015/1/24 - 20:00
Song Itineraries: War on Earth
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Eco-lógico

Eco-lógico
[1997]
Parole di Nelson Osorio Marín (1941-1997), poeta colombiano.
Si trova nell’album intitolato “Los años inmensos” realizzato dopo la loro riunione in seguito a molteplici pause.
La agonía del árbol en el rio se siente
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/24 - 17:41
Song Itineraries: War on Earth
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Diré a mi gente

Diré a mi gente
[1969]
Parole di Nelson Osorio Marín (1941-1997), poeta colombiano
Musica dei fratelli Ana e Jaime Valencia Aristizábal, costituenti il duo vocale Ana y Jaime.
La canzone che dà il titolo al disco di Ana y Jaime pubblicato nel 1969

Racconto del viejo Antonio, testimone di un massacro di contadini indigeni ad opera dell’esercito in qualche sperduto angolo di una qualunque selva latinoamericana...
Lara lala lara lala lara la la la
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/24 - 15:06
Song Itineraries: Native American Genocide
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Inolvidable Ho Chi Minh

Inolvidable Ho Chi Minh
[1973]
Parole e musica di Alí Primera
Nel disco intitolato “Lo primero de Alí Primera” (che però non è il suo primo lavoro. L’esordio fu nel 1969 con “La Estrella Roja. Canciones de Protesta”, disco ormai introvabile)
Tenía la figura pequeña
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/24 - 14:34

Adelante Viet Nam

Adelante Viet Nam
[1969]
Parole e musica di Alí Primera
In un disco ormai introvabile intitolato “La Estrella Roja. Canciones de Protesta”
Adelante
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/24 - 14:26
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Guerrillero de piel amarilla

Guerrillero de piel amarilla
[1969]
Parole e musica di Alí Primera
In un disco ormai introvabile intitolato “La Estrella Roja. Canciones de Protesta”
Guerrillero de piel amarilla
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/24 - 14:18
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A veces quisiera ser ciego

A veces quisiera ser ciego
[196?]
Parole e musica di Alí Primera
Nell’album di Ana y Jaime (i fratelli colombiani fratelli Ana e Jaime Valencia Aristizábal) intitolato “Diré a mi gente”, rieditato in CD nel 2005 con il titolo “Es largo el camino”
A veces quisiera ser ciego
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/24 - 13:47
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The Long Engagement

The song tells of how an ordinary working class persons in the trenches thinking back to his wedding day and how his life is transformed from a life of love with his family into a the nightmare of trench warfare and death.
The Long Engagement
(Continues)
Contributed by Walter Brown 2015/1/24 - 11:31
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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Yo no sé de justicia, compadre

Yo no sé de justicia, compadre
[Anni 60]
Una poesia musicata di Rómulo Augusto Mora Sáenz, meglio conosciuto come El Indio Romulo, declamatore della poesia rustica campesina colombiana. La parlata è quella del Boyacá, regione centrale di cui l’autore è nativo.
Nel disco “El Indio Romulo Mora Sáenz. El Campesino Colombiano. Poesía rústica y de protesta”
Testo trovato qui e sistemato (spero!) all’ascolto.

“El Indio Romulo se caracteriza por ser muy humilde y expresarse con palabras de campo, que es de donde él viene; a él no le da temor comportarse pues por eso es conocido, por su distinta forma de expresarse hacia todo su público. Y no a muerto todavía.”

Una poesia, a mio avviso, molto significativa, che parla del dramma vissuto da intere generazioni di contadini indigeni latinoamericani, una situazione che in molti vivono ancora oggi nelle campagne, in particolare in Colombia (ma anche in Messico e nel recente passato... (Continues)
Yo no sé pa qué queren que siembre, compradre, ya no da la cosecha pa engañar el hambre, entoas maneras sale uno jegrao. Si siembra, le toca vivir de alquilao en otras estancias pa probar bocao: mercar los abonos, hacer la deshierba, bregar en verano, sufrir en invierno y si es que hay fortuna y se da la cosecha, se saca al mercao y entonces… ¡Carajo! – ¡que eso está muy caro! Que uno es un abusivo y hay que realizarlo al precio que queran o si no, ¡pa la cárcel! ¡que hay ‘ta la justicia mas pronta qu’el cura pa echar bendiciones! Yo no entiendo pa que’s la justicia, y en el encontrario que se dio harta papa, pos no vale ni un jute y hay que regalarla cuando ‘ta uno debiendo toavia en lo de la sacansa, la traida pal pueblo, lo que tiene jiao y esta los impuestos. ¿Que camino cogemos, compa... (Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/24 - 00:17
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Café y petróleo

Café y petróleo
[1969]
Parole di Manuel J. Larroche (?)
Musica dei fratelli Ana e Jaime Valencia Aristizábal, costituenti il duo vocale Ana y Jaime.
Nell’album di Ana y Jaime intitolato “Diré a mi gente”
Tu patria es mi patria
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/23 - 22:48
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Ricardo Semillas

Ricardo Semillas
[1969]
Parole di Nelson Osorio Marín (1941-1997), poeta colombiano
Musica dei fratelli Ana e Jaime Valencia Aristizábal, costituenti il duo vocale Ana y Jaime.
Nell’album di Ana y Jaime intitolato “Diré a mi gente”

Il racconto dell’assassinio di un sindacalista o di un attivista sociale o di un maestro rurale… Non credo che il nome corrisponda ad un personaggio realmente esistito ma che sia simbolico di tutte le migliaia di persone che sono state ammazzati in Colombia e in tutta l’America Latina per via del loro impegno politico e sociale o, semplicemente, per non accettare l’ingiustizia.
Ana y Jaime si riferivano agli omicidi politici molto frequenti negli anni 60, ma successivamente le cose andarono anche peggio: si pensi che a metà degli anni 80 soltanto tra i dirigenti e militanti della Unión Patriótica (UP), formazione di sinistra che si batteva contro la collusione tra politica... (Continues)
Ricardo bajo a la aldea estrenando amaneceres
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/23 - 13:22
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Lora proletaria

Lora proletaria
[197?]
Parole e musica di Jorge Velosa, medico veterinario, musicista e cantautore campesino nativo di Ráquira, Boyacá, regione centrale della Colombia.
Soprannominato “El carranguero mayor” o “El rey pobre”, Jorge Velosa è considerato uno degli iniziatori del genere musicale rurale chiamato “Carranga” o Merengue campesino.

Una canzone subito adottata dai gruppi guerriglieri colombiani.
Credo che con “lora” l’autore si riferisca ad un pappagallo, inteso un po’ come il nostro “grillo parlante”… Infatti la fine che fa è molto simile.
Una vez vide una lora
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/23 - 09:40

Sólo para locos

Sólo para locos
[197?]
Parole e musica di Luis Gabriel Naranjo Arce, noto semplicemente come Luis Gabriel, cantautore colombiano attivo negli anni 70.
Ignoro in quale suo disco fosse incluso questo brano
Testo trovato sul forum di Cuando calienta el sol e sistemato all’ascolto.
Sólo para locos
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/22 - 22:24
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La historia de Pedro y Rosita

La historia de Pedro y Rosita
[197?]
Parole e musica di Luis Gabriel Naranjo Arce, noto semplicemente come Luis Gabriel, cantautore colombiano attivo negli anni 70.
Ignoro in quale suo disco fosse incluso questo brano
El alquiler fue subiendo
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/22 - 22:07
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La Revolución vendrá

La Revolución vendrá
[197?]
Parole e musica di Luis Gabriel Naranjo Arce, noto semplicemente come Luis Gabriel, cantautore colombiano attivo negli anni 70.
Nel suo disco intitolato “Esto de ser artista”
Explicale a tu abuelita, anda, dile a tu papá
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/22 - 21:30
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Mula revolucionaria

Mula revolucionaria
[Fine anni 60, o inizio 70]
Parole e musica di Gonzalo Navas Cadena, in arte Pablus Gallinazo (o Gallinazus), cantautore e poeta colombiano.
Nell’album “Una flor para mascar, vol.2” pubblicato nel 1972 (almeno, credo)

Ho scoperto dell’esistenza di questo cantautore “di protesta” colombiano trovando il suo curioso nome d’arte nel testo de Canción protesta degli Aterciopelados.

Pare che Gonzalo Navas Cadena decise di chiamarsi Pablus Gallinazo in onore dei Paolo famosi dell’epoca (Paolo VI, Pablo Picasso, Pablo Neruda,...) e perchè l'Urubù dalla Testa Nera (Coragyps atratus) - un uccello che in America Latina viene variamente chiamato “buitre negro”, “zopilote” o, appunto, “gallinazo” - era uno dei pochi animali non ancora utilizzati nell’araldica, siccome che è un avvoltoio, un uccellaccio mangiacarogne...

Un altro grande exito del “Comandante” Gallinazo.
Baja una mula del monte
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/22 - 20:41
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Cinco balas

Cinco balas
[Fine anni 60, o inizio 70]
Parole e musica di Gonzalo Navas Cadena, in arte Pablus Gallinazo (o Gallinazus), cantautore e poeta colombiano.
Nell’album “Una flor para mascar, vol.2” pubblicato nel 1972 (almeno, credo)

Ho scoperto dell’esistenza di questo cantautore “di protesta” colombiano trovando il suo curioso nome d’arte nel testo de Canción protesta degli Aterciopelados.

Pare che Gonzalo Navas Cadena decise di chiamarsi Pablus Gallinazo in onore dei Paolo famosi dell’epoca (Paolo VI, Pablo Picasso, Pablo Neruda,...) e perchè l'Urubù dalla Testa Nera (Coragyps atratus) - un uccello che in America Latina viene variamente chiamato “buitre negro”, “zopilote” o, appunto, “gallinazo” - era uno dei pochi animali non ancora utilizzati nell’araldica, siccome che è un avvoltoio, un uccellaccio mangiacarogne...
Por todo lo que me hicieron
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/22 - 20:15
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Boris Vian: Ne Vous Mariez pas les Filles

Boris Vian: Ne Vous Mariez pas les Filles
Ne Vous Mariez pas les Filles

Chanson française – Ne Vous Mariez Pas Les Filles – Boris Vian – 1958
Paroles: Boris Vian
Musique: Alain Goraguer

Alors, Marco Valdo M.I. mon ami, te voilà à nouveau avec une chanson de Boris Vian…

Oui, bien sûr, une chanson de Boris Vian. Il y a beaucoup de chansons de Boris Vian, mais celle-ci m'est revenue en mémoire en traduisant la canzone de Carmen Consoli
« La signora del quinto piano », qui raconte un féminicide… Un de plus, car comme on peut le constater le féminicide est un sport fort développé. Il se pratique individuellement, en groupe, en famille ou même, de façon quasi-rituelle dans certains coins du monde.

C'est, en effet, une pratique courante chez les humains, dit Lucien l'âne en raclant le sol d'un sabot aussi noir que rageur, ou l'inverse.

Dans le cas de la chanson de Carmen Consoli, on peut même préciser qu'il s'agit d'un uxoricide,... (Continues)
Avez-vous vu un homme à poil
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/1/22 - 19:51
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Las cosas que pasan

Las cosas que pasan
[1972]
Parole e musica di Piero De Benedictis, in arte Piero, cantautore argentino ma nato in Italia, a Gallipoli il 19 aprile 1945, giusto in tempo per festeggiare la fine della guerra.

Un brano inedito fino a pochi anni fa ma risalente al 1972, registrato durante un concerto di Piero con il Cuarteto Zupay alla Facoltà di Medicina dell’Università di Buenos Aires. Non venne però incluso nell’album “Coplas de mi país”, pubblicato quell’anno, e vide la luce solo in un album dal vivo con Pablo Milanés nel 1999 e, più recentemente, nella riedizione del disco originario.

Una canzone che trovo bellissima.
Nel racconto mi ricorda La memoria di León Gieco, ma più “lieve” ed ironica... per forza, ancora non era accaduto il macello del 76-82 e tutto il resto, ma i germi c’erano già tutti...
Nell’andamento musicale è invece molto simile a La guerra di Piero di Fabrizio De André.
Que lindo es sentarse en la mesa de un bar
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/22 - 18:56
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Rosa di Turi

Rosa di Turi
Album: Radiodervish - 1996

Poi in Radiodervish - In acustico (2001)

Gramsci scontò nel 1926 un periodo di detenzione nel carcere pugliese di Turi e scrisse una poesia intitolata appunto La rosa di Turi. E’ intensa come può esserlo parlare alla donna che si ama tra le pareti di un carcere e ci mostra un lato di vulnerabilità sentimentale e personale di un uomo dalle forti convinzioni politiche.
Della parte in arabo c'è solo la traduzione tra parentesi.


22 aprile 1929
Carissima Tania,
ho ricevuto le tue cartoline del 13 e del 19 aprile. Aspetterò con pazienza le notizie di casa.
Credo che anche tu ti sia accorta, in quei pochi momenti che ci siamo visti, quanto io sia divenuto paziente. Lo ero anche prima, ma solo in virtú di un grande sforzo su me stesso: era una certa qualità diplomatica, necessaria per entrare in rapporto con gli imbecilli e con la gente noiosa, della quale purtroppo... (Continues)
Sai da un anno in qua
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2015/1/22 - 17:55
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La signora del quinto piano

La signora del quinto piano
da "L'abitudine di tornare" (2015)

Nei brani più di denuncia, da La signora del quinto piano che descrive un femminicidio a La notte più lunga sui barconi di immigrati, utilizzi un tono di feroce sarcasmo, accompagnato però da una musica quasi dolciastra: è una scelta stilistica?

"No, proviene dalla nostra cultura siciliana. Il buon Pirandello ha introdotto il concetto dell'umorismo che è il sentimento del contrario: davanti il carretto e dietro la tragedia. Sta un po' nello stile siciliano descrivere anche le tragedie in maniera sarcastica, umoristica. Basterebbe vedere Emma Dante che è proprio la rappresentazione dello spirito siciliano. Penso che in questo sono proprio figlia della mia terra".
Intervista a Carmen Consoli
La signora del quinto piano ha un piccone in salotto, un guardiano fidato
(Continues)
2015/1/21 - 23:48
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Esercito silente

Esercito silente
da "L'abitudine di tornare" (2015)

Palermo: guerre e faide di mafia, lo stato assente che compare solo ai funerali, l'omertà, la lotta di Peppino Impastato, lo scempio della costruzione dell'aeroporto di Punta Raisi, oggi intitolato a Falcone e Borsellino.
Come si può credere che questa città
(Continues)
2015/1/21 - 23:40
Song Itineraries: Mafia and Mafias
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La notte più lunga

La notte più lunga
da "L'abitudine di tornare" (2015)

La furia mediatica che accompagna gli sbarchi degli immigrati in Sicilia
Verso l'alba avvistammo quella barca malandata
(Continues)
2015/1/21 - 23:35
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Mi país

Mi país
[196?]
Parole e musica di Gonzalo Navas Cadena, in arte Pablus Gallinazo (o Gallinazus), cantautore e poeta colombiano.
Ignoro se Pablus Gallinazo abbia mai inciso questa sua canzone. Sicuramente all’epoca la interpretarono Ana y Jaime (un duo colombiano anch’esso autore di canzoni di protesta) e più recententemente i K.O.M.A., una punk band di Bogotà (nel loro album “Basura de Estado” pubblicato nel 2013.)
Con un poco de humor
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/21 - 22:44
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Hay un niño en la calle y un diamante en un baile

Hay un niño en la calle y un diamante en un baile
[1972?]
Parole e musica di Gonzalo Navas Cadena, in arte Pablus Gallinazo (o Gallinazus), cantautore e poeta colombiano.
Nel disco intitolato “El comandante”

Ho scoperto dell’esistenza di questo cantautore “di protesta” colombiano trovando il suo curioso nome d’arte nel testo di Canción protesta degli Aterciopelados.
Pare che Gonzalo Navas Cadena decise di chiamarsi Pablus Gallinazus in onore dei Paolo famosi dell’epoca (Paolo VI, Pablo Picasso, Pablo Neruda,...) e perchè l'Urubù dalla Testa Nera (Coragyps atratus) - un uccello che in America Latina viene variamente chiamato “buitre negro”, “zopilote” o, appunto, “gallinazo” - era uno dei pochi animali non ancora utilizzati nell’araldica, siccome che è un avvoltoio, un uccellaccio mangiacarogne...
En el fango del mundo se ve
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/21 - 21:48
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Gaza

Gaza
Album: Al Darawish - 1993

Poi in Radiodervish - In acustico (2001)

testo in arabo
Hanno avvolto il cielo con il nero della notte,
(Continues)
Contributed by Donquijote82 2015/1/21 - 20:07
Song Itineraries: The Palestinian Holocaust
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La chanson des Restos

La chanson des Restos
[1986]
Parole e musica di Jean-Jacques Goldman.

Goldman scrisse questa canzone per Coluche che aveva appena fondato un’associazione caritativa chiamata “Les Restos du cœur”, per la lotta contro la povertà e contro lo spreco e la distruzione delle eccedenze alimentari per ragioni di mercato (un’esperienza paragonabile al nostro Banco Alimentare, ma molto più articolata).
Purtroppo Coluche morì poco dopo, il 19 giugno 1986, in un incidente motociclistico (un episodio molto misterioso, che molti hanno considerato un assassinio, per via della personalità molto scomoda di Coluche)
Moi, je file un rancard
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/21 - 16:20
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Il naufragio del Katër i Radës

Il naufragio del Katër i Radës
2007
Est!

La Katër i Radës, realizzata in Unione Sovietica negli anni cinquanta come motosilurante, era stata trasformata in pattugliatore costiero negli anni settanta.

Era stata rubata al porto di Saranda da gruppi criminali che gestivano il traffico di immigrati clandestini. Partì da Valona nel pomeriggio del 28 marzo 1997carica di profughi che cercavano di raggiungere le coste italiane, per fuggire dall'Albania in preda all'anarchia. Sulla piccola imbarcazione, progettata per 9 membri dell'equipaggio, avevano trovato invece posto verosimilmente 142 persone.

Alle 17:15 fu avvistata dalla fregata Zeffiro, impegnata nell'operazioneBandiere Bianche, nome in codice con cui era nota l'operazione di blocco navale realizzata per limitare gli sbarchi delle cosiddette carrette del mareprovenienti dalle coste albanesi. La Zeffiro intimò alla Katër i Radës di invertire la rotta, ma la nave albanese... (Continues)
Gli occhi verso Est a montagne non più mie
(Continues)
Contributed by dq82 2015/1/21 - 15:40
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Quand je s´rai grand j´veux être con

Quand je s´rai grand j´veux être con
[1975]
Scritta da Xavier Thibault, autore compositore e interprete, membro e direttore de Le Grand Orchestre du Splendid, l’orchestra del caffè-teatro Le Splendid di Parigi.
Nel disco di Coluche intitolato “Le Schmilblick”
[Parlé:]
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/21 - 15:36
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Sois fainéant (ou Conseil à un nourrisson)

Sois fainéant (<em>ou</em> Conseil à un nourrisson)
[1977]
Scritta da Michel Colucci, in arte Coluche (1944-1986), umorista ed attore francese.
Nel disco “Enregistrement public Vol. 3”
A toi l'enfant qui viens de naître
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/21 - 15:07
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La guitare enragée (ou Les salauds!)

La guitare enragée (<em>ou</em> Les salauds!)
[1982]
Scritta da Michel Colucci, in arte Coluche (1944-1986), umorista ed attore francese.
Nel disco intitolato “...Adieu, me revoilà!”
[Parlé:]
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/21 - 14:57
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Misère

Misère
[1978]
Scritta da Jean-Louis Chotard - Gérard Grandjean / Pierre Bénichou - Marie Grospierre
Nell’album dal vivo intitolato “Le triomphe de Coluche au Gymnase”
Misère, misère
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/21 - 14:38
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Storie di uomini di donne e di sogni

Storie di uomini di donne e di sogni
Brano dedicato ai popoli migranti.
Si immagina la Terra osservata da una navicella spaziale
che attraverso rapide zoomate protocolla le migrazioni dei popoli
Aspettative di migliori condizioni di vita
(Continues)
Contributed by Katya Sanna 2015/1/21 - 12:21
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Una flor para mascar

Una flor para mascar
[1961]
Parole e musica di Gonzalo Navas Cadena, in arte Pablus Gallinazo (o Gallinazus), cantautore e poeta colombiano.
Nell’album “Una flor para mascar, vol.2” pubblicato nel 1972 (almeno, credo)

Ho scoperto dell’esistenza di questo cantautore “di protesta” colombiano trovando il suo curioso nome d’arte nel testo de Canción protesta degli Aterciopelados.
Pare che Gonzalo Navas Cadena decise di chiamarsi Pablus Gallinazus in onore dei Paolo famosi dell’epoca (Paolo VI, Pablo Picasso, Pablo Neruda,...) e perchè l'Urubù dalla Testa Nera (Coragyps atratus) - un uccello che im America Latina viene variamente chiamato “buitre negro”, “zopilote” o, appunto, “gallinazo” - era uno dei pochi animali non ancora utilizzati nell’araldica, siccome che è un avvoltoio, un uccellaccio mangiacarogne...

Questa “Una flor para mascar” è una delle più famose del Gallinazo ed è una dolente ma anche divertente... (Continues)
El reloj se ha dañado
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/20 - 23:23
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Canción del pueblo

Canción del pueblo
“La Solfónica” è un gruppo spontaneo di cantori e musicisti nato in Spagna nel 2011 in seno al Movimiento 15-M, meglio noto come “Indignados”.
Cuando el pueblo alza su voz
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/20 - 16:12
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Canción protesta

Canción protesta
[2006]
Nell’album intitolato “Oye”
Contra los talabosques
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/20 - 14:07
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Rosas en el mar

Rosas en el mar
[1966]
Una delle prime canzoni scritte da Aute, poi inserita nell’albun d’esordio “Diálogos de Rodrigo y Ximena” pubblicato nel 1968.
Interpretata anche da Massiel nel 1967.
Testo trovato su Cancioneros.com
Recentemente reinterpretata dal gruppo punk rock spagnolo Reincidentes nella loro raccolta intitolata “Aniversario” pubblicata nel 2013.
Voy buscando un amor
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/20 - 13:14
Song Itineraries: Anti War Love Songs

Moi, j'aime la Chine…

Moi, j'aime la Chine…
Moi, j'aime la Chine…

Comptine enfantine de langue française – Moi, j'aime la Chine – Marco Valdo M.I. – 2015


Lucien l'âne mon ami, voilà que je t'ai concocté une comptine. Enfin, il faut bien dire qu'elle existait déjà, mais je l'ai en quelque sorte adaptée à notre temps où comme tu le verras, la Chine, je veux dire la Chine officielle, la seule qui compte, pas celle des petites gens – la Chine, cette Chine d'importance pétrie, se révèle être le grand phare universel et brille tel un astre éternel par son humour ravageur.

Oh, Marco Valdo M.I., tu galèjes encore. Qu'as-tu donc à exalter la grande Chine, qui a tant d'importance dans le monde ? On dirait que nous voici revenus aux temps du Grand Timonier et de l'encensoir. Je ne te savais pas aussi cauteleux.

Comment ? Que penses-tu de moi, mon ami Lucien l'âne. Qu'imagines-tu ? Je veux juste par une petite comptine légèrement impertinente... (Continues)
Chine, Chine,
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/1/19 - 22:43
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Գինի լից

Anonymous
Գինի լից
Gini lits
[1921?]
Canzone armena che celebra l’assassinio del Gran Visir dell’impero ottomano Mehmed Talât Pasha, avvenuto a Berlino il 15 marzo 1921 ad opera di Soghomon Tehlirian (Սողոմոն Թեհլերեան), militante rivoluzionario armeno, con la determinante collaborazione logistica dei servizi segreti britannici.

Mehmed Talât Pasha era stato uno degli uomini politici più influenti dell’impero ottomano durante la Prima guerra mondiale ed il mandante del genocidio armeno. Gli inglesi, alla fine della guerra, avrebbero voluto arrestarlo e processarlo per i suoi crimini, e non solo per il massacro della popolazione armena, ma poi, per motivi di opportunità diplomatica (Talât Pasha si era rifugiato a Berlino dove godeva di piena protezione), preferirono lasciarlo alla vendetta dei perseguitati. Mehmed Talât Pasha era infatti considerato dagli armeni come l’ “Hitler turco”, il n° 1 nella lista... (Continues)
Աշխարհ սարսափ հայի ահը,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/19 - 13:39
Song Itineraries: The Armenian Genocide
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Նազեի օրոր

Նազեի օրոր
Nazei Oror
[1894-96]
Versi di Avetis Aharonian / Աւետիս Ահարոնեան (1899-1948), scrittore e poeta armeno, militante rivoluzionario e figura di spicco del Movimento di Liberazione armeno.

Una poesia in forma di ninna nanna scritta da Aharonian ai tempi del primo massacro degli armeni, quello avvenuto alla fine dell’800 per mano del sultano ottomano Abdul Hamid II. All’epoca gli armeni nell’impero ottomano erano circa 2 milioni e, sostenuti dalla Russia, avanzavano pretese autonomiste. Il governo, dal canto suo, osteggiava l’ingerenza russa ed era andato instillando ed alimentando l’odio anti-armeno in altre etnie presenti nella regione, in primis quella curda. Sicchè quando gli armeni si rivoltarono contro la feroce imposizione fiscale ottomana e le angherie dei curdi la reazione fu feroce: centinaia di migliaia di morti.
E non fu che l’inizio. I “Giovani Turchi” furono responsabili di... (Continues)
Քնի'ր, իմ բալիկ, օրոր իշ արա,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/19 - 11:58
Song Itineraries: The Armenian Genocide
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Scala crimen de estado

Scala crimen de estado
Barcellona, 15 gennaio 1978. Il sindacato anarchico CNT (uscito da solo due anni dalla clandestinità in cui era costretto durante la dittatura) indice una manifestazione a cui partecipano circa 15000 persone contro i cosiddetti Patti della Moncloa tra il governo e i principali sindacati nel difficile periodo della transizione. Durante la dimostrazione alcuni giovani lanciarono delle bottiglie molotov contro la facciata del locale "Scala". Secondo la versione ufficiale della polizia, queste bottiglie avrebbero causato l'incendio ed infine il collasso dell'intero palazzo causando la morte di quattro operai - paradossalmente aderenti alla CNT.

Tuttavia fu subito chiaro che l'incendio fu opera di alcuni infiltrati nelle fila del sindacato e che materiali incendiari erano stati collocati nell'edificio prima della manifestazione, dato che era evidentemente impossibile che delle semplici molotov... (Continues)
Otra vez resurgen con fuerza
(Continues)
2015/1/18 - 19:19
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Wise Users

Wise Users
[1995]
Parole e musica di Bruce Cockburn
Canzone scritta per “The Charity of Night” ma poi non inclusa in quell’album del 1996.
Si trova però in un disco collettivo pubblicato lo stesso anno e intitolato “Honor: A Benefit For The Honor The Earth Campaign”

Questa canzone fu scritta da Cockburn all’epoca di un suo infruttuoso tentativo di salvare alcune decine di tigri siberiane prigioniere in una fattoria cinese, dove erano allevate per la carne e per la farmacopea locale. Infatti molti cinesi, ancora oggi, considerano prelibata la carne di tigre e, in particolare, ritengono che mangiarne il pene aumenti la potenza sessuale (!).

Ho trovato questo brano mentre cercavo in Rete un testo significativo di una canzone sulla tigre siberiana, il più grande (e il più letale) felino presente sulla faccia della Terra, ancora oggi fortemente minacciato di estinzione.
Sto rileggendo, infatti, un... (Continues)
Hear me you business blackmailers
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/18 - 18:47
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Cinq ans

Cinq ans
(2009)
Album: En quête de sens
Du haut de ses cinq ans
(Continues)
2015/1/18 - 16:40
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Deir Ez-Zor

Deir Ez-Zor
Parole e musica di Lucia Moon, psicologa e cantautrice statunitense di origine armena.

Il 24 aprile scorso gli Armeni hanno ricordato il “Medz Yeghern”, il “Grande Crimine”, così loro chiamano il genocidio che il loro popolo subì tra il 1915 ed il 1916 (al culmine di una persecuzione iniziata già alla fine dell’800) ad opera dell’Impero ottomano allora guidato dal movimento politico dei “Giovani Turchi”, quello che avrebbe poi dato vita alla moderna Turchia.
Le cifre dell’olocausto armeno restano controverse, ma il numero dei morti è comunemente ritenuto vicino ai 3 milioni, tra primo (1894-1896) e secondo massacro (1915-1916).

Deir ez-Zor, nell’est della Siria, divenne la tappa finale del cammino della morte imposto dai turchi ai prigionieri armeni. Deir ez-Zor è la Auschwitz degli armeni. A Deir ez-Zor il popolo armeno ha il suo Yad Vashem. O, meglio, lo aveva, perchè è stato distrutto... (Continues)
Rivers bloody red, silence shouting “ Threat !”
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/18 - 13:58
Song Itineraries: The Armenian Genocide
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Take Me to Church

Take Me to Church
[2013]
Parole e musica di Andrew Hozier-Byrne, in arte Hozier, cantautore irlandese
Singolo del 2013 poi incluso nell’EP "Take Me to Church" riedito nel 2014

Un brano che da noi è noto solo da qualche settimana, proposto a spron battuto da tutte le radio e già entrato nelle orecchie di tutti, accompagnato da video diretto nel 2013 da Brendan Canty.

“Take Me To Church” è una canzone d’amore, un’esperienza che Hozier descrive come religiosa nella sua purezza di vita, di morte e di resurrezione. E proprio per questo risulta all’autore ancora meno comprensibile come il Potere - molto spesso quello esercitato dalle chiese in nome della religione che credono di rappresentare, ma talora anche quello di governi autoritari o reazionari o di gruppi violenti generalmente appartenenti alla galassia dell’estrema destre - possa condannare la libertà, la purezza, la religiosità dell’amore nelle sue... (Continues)
My lover's got humour
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/18 - 11:04
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J'ai honte

J'ai honte
(2009)
Album: En quête de sens

Dai rimpatri forzati degli immigrati ai dittatori accolti a braccia aperte nel paese dei diritti dell'uomo c'è molto da vergognarsi in Francia (ma non solo)
Les charters vers l’Afrique ont repris leur envol
(Continues)
2015/1/18 - 00:54
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La grande marée

La grande marée
Album: "Le Stéphanois" (1975)

« La Grande Marée », una canzone futurista: chitarre acustiche e una voce all'inizio sommessa e dolce, ma quello che racconta è terribile. Via via la voce accelera si inasprisce. E' quasi 1984 di Orwell.
Un colosse aux pieds d'argile surveille la frontière
(Continues)
2015/1/17 - 19:13
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War Is Starting Again

War Is Starting Again
Lightnin’ Hopkins was a Texas country bluesman of the highest order. Stylistically, he often sang in a talking blues style, but that is in spite of the fact that he had a tremendous, powerful singing voice. Lyrically, he would tackle themes that included black life in the segregated south as well as less political topics including having bad luck in love. His approach to the blues lent him a considerable palette with which to paint a picture of the personal effects of war on a human being. At the start of the song, the singer’s reaction to the beginning of a new war seems to be essentially negative. He considers the panic that mothers will feel and the losses that many wives will sustain as a cost. In addition, he claims he’s been to war before and opines that he definitely doesn’t want to go back. But by the end of the tune, he changes his basic attitude because his lover’s boyfriend is going off to war, leaving her available to the singer. This, he admits, “is a better break for me”.

Greatest Blues Songs About War
Woe, you know this world done get tangled now, baby
(Continues)
2015/1/17 - 05:18

Morts de Quatre-vingt-douze

Morts de Quatre-vingt-douze
[“Fait à Mazas, 3 septembre 1870”]

Versi di Arthur Rimbaud, all’epoca appena sedicenne. Nella raccolta nota come “Cahier de Douai”
Musica di Léo Ferré e da lui stesso interpretata nella raccolta intitolata “Maudits soient-ils !”, un doppio CD pubblicato nel 2004, 10 anni dopo la morte di Ferré.

Il giovane Rimbaud scrisse questa poesia a partire da un appello pubblicato su Le Pays nel 1870 in cui il giornalista bonapartista Paul de Cassagnac (noto soprattutto per la sua tracotanza e la passione per i duelli) si rivolgeva patriotticamente a tutti i francesi ricordando loro i “padri rivoluzionari”, ai quali la Francia intera era debitrice, per spronarli alla difesa contro i prussiani che assediavano Parigi.

Ma Rimbaud non ci sta perchè sa che sono proprio Napoleone III e suoi seguaci ad aver sprofondato la Francia nella devastante guerra contro i tedeschi. A coloro che morirono per la Rivoluzione si deve omaggio, ma non bisogna mai confondere impero e repubblica, tirannia e libertà.
Morts de Quatre-vingt-douze et de Quatre-vingt-treize,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/16 - 22:08
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L'ombre

L'ombre
Versi di François Mauriac (1885-1970), scrittore francese
Musica di Luc Porret
Interpretata dalla Gréco nel 1953
Aux jours où la chaleur arrêtait toute vie,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/16 - 14:56
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O Jéhovah

O Jéhovah
[1986]
Parole e musica di Guy Béart
Nell’album intitolato “Demain je recommence”
Mon Dieu, protège-moi du beau
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/16 - 14:25

Où sans vieillir

Où sans vieillir
Versi di Jean Genet (1910-1986), scrittore poeta ed autore drammatico.
Musica di Hélène Martin, che la incise in un EP nel 1966. Inclusa anche nell’album “Chante les poètes”

Poesia che fa il paio con Le condamné à mort
Où sans vieillir je meurs je t'aime ô ma prison.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/16 - 13:58
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Charlie

Charlie
[2015]
Scritta da Cyril Célestin, in arte Guizmo
Dedicata all’amico Bernard Verlhac, in arte Tignous (1957-2015), vignettista del Charlie Hebdo assassinato insieme a diversi suoi colleghi nell’attacco terrorista del 7 gennaio 2015.
Le monde a changé, Charlie
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/16 - 10:47
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#JeSuisCharlie

#JeSuisCharlie
[7 gennaio 2015]
Parole e musica dello slameur francese Fabien Marsaud, in arte Grand Corps Malade
7 janvier 2015, j’ai pas envie d’aller au lit
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/16 - 10:33

La Ballade des Assassins

La Ballade des Assassins
La Ballade des Assassins

Chanson française – La Ballade des Assassins – Marco Valdo M.I. – 2015  
Parodie d'après Gilbert Bécaud 
La Ballade des Baladins
Paroles: Louis Amade. Musique: Gilbert Bécaud 1953


Voici encore une parodie, mon ami Lucien l'âne. Encore une fois, j'ai pris pour point de départ une chanson de Gilbert Bécaud. Une chanson de divertissement, sautillante à souhait et quand même, comme toujours chez cet artisan de la chanson, du travail bien fait, très à la mode de son temps. De la confection, mais de la bonne, disait-on chez les tailleurs. C'est comme ça dans la chanson commerciale, quand on veut en faire un « succès » et tenir commerce. À l'origine, cette chanson racontait une gentille histoire de baladins, une histoire perdue au fond des âges, qui ne risquait pas de choquer les oreilles et déjà, qui pratiquait – comme presque toujours dans la chanson médiatisée... (Continues)
Les assassins qui marchent dans nos rues
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/1/15 - 21:21
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Gilbert Bécaud: Charlie, t'iras pas au paradis !

Gilbert Bécaud: Charlie, t'iras pas au paradis !
Charlie, t'iras pas au paradis !

Chanson française – Gilbert Bécaud – 1970
Paroles de Pierre Delanoé
Musique de Gilbert Bécaud

Oui, je sais, ce n'est pas vraiment une Chanson contre la Guerre, mais c'est une chanson extraordinaire en ce qu'elle annonçait à Charlie qu'il n'ira pas au Paradis… C'était vers 1970. Depuis la chose se vérifie… tous les fanatiques vous le diront : Charlie n'ira pas au Paradis ! Et Lucien l'âne mon ami, pour rendre la chose plus crédible, pour rendre le Charlie de Bécaud, plus Charlie-Hebdo, je me suis offert le plaisir d'ajouter un vers de temps en temps.

Ah oui, et quoi ?, demande Lucien l'âne en levant sa queue en point d'interrogation majuscule.

Simplement, deux tout petits vers dans la litanie… Car dans la chanson d'origine, il y a une litanie qui commence par : Je pense à Marie… Peut-être même, l'auteur , les auteurs ou un des deux auteurs, le chanteur,... (Continues)
Charlie, oh Charlie, t´iras pas au paradis !
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/1/15 - 15:40
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La morte saison

La morte saison
[1975/1981]
Parole di Allain Leprest e Fabrice Plaquevent
Musica di Lucien Heurtebise
Nel disco di Lucien Heurtebise intitolato “Chansons du temps qu'il fait” pubblicato nel 2007
Testo trovato su Allain Leprest, 3 juin 1954 - 15 août 2011. Paroles…

Una canzone - mai incisa da Leprest - dedicata a Missak Manouchian e a Robert Desnos
J'ai su de bouche de poète
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/15 - 14:17
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Je ne te salue pas

Je ne te salue pas
[1994]
Parole di Allain Leprest
Musica di Romain Didier (1949-), cantante, autore e compositore francese
Nell’album intitolato semplicemente “4”
Interpretata anche da Francesca Solleville nell’album collettivo “Chez Leprest. Vol.2” pubblicato nel 2009.




“Io non ti saluto, tu che vivi nei cieli… tu che ti pavoneggi tra le fosse comuni con i tuoi doberman, tu che credi di essere il mio Dio…”
Je ne te salue pas
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/15 - 13:40
Song Itineraries: Antiwar Anticlerical
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Le Blues du Rose

Le Blues du Rose
(2013)
Parole e musica di Francis Cabrel
dallo spettacolo Le Soldat Rose 2

Être un Soldat Rose, ce n’est pas facile à vivre : les petits garçons ne veulent pas d’un jouet qui a la couleur d’une danseuse, et les petites filles n’ont pas envie de s’amuser à la guerre.

Mais quand à la suite d’un hasard malencontreux, le Soldat Rose devient bleu, c’est une autre question qui se pose :
celle de la singularité. Vaut-il mieux être comme tout le monde et se fondre dans la masse ? Ou au contraire être unique en son genre ? Après l’immense succès critique et populaire du premier volet, le Soldat Rose 2 conte les aventures d’un soldat qui, avec l’aide d’un petit garçon, d’une petite fille et d’autres jouets, va tout faire pour essayer de retrouver ce qui était sa chance : sa différence.
J'ai le blues du rose ce bleu m'indispose
(Continues)
2015/1/15 - 12:17
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Un arc de triomphe

Un arc de triomphe
[1843]
Versi di Marceline Desbordes-Valmore (1786-1859), poetessa francese, nella raccolta intitolata “Bouquets et prières”.
Musica di Gaël Liardon (1973-), organista e docente di musica a Ginevra e Losanna.
Tout ce qu'ont dit les hirondelles
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/15 - 11:56

Les Chemises de Couleur

Les Chemises de Couleur
Les Chemises de Couleur

Chanson française – Les Chemises de Couleur – Marco Valdo M.I. – 2015
Parodie tirée d'une chanson de Gilbert Bécaud – Un petit Oiseau de toutes les couleurs. – 1965
Chanson : Gilbert Bécaud – Maurice Vidalin

Lucien l'âne mon ami, je m'en vais te surprendre. Les Chemises de Couleur, c'est le titre de cette chanson…

Tu te mets à la blanchisserie, maintenant ? Tu m'étonneras toujours, Marco Valdo M.I. mon ami.

Mais non, mais non, rassure-toi. C'est une chanson à propos des gens qui portent une chemise de couleur. Et spécifiquement, ceux qui portent une chemise de même couleur : une chemise brune, par exemple.

Ah, je vois… Brune, noire, rouge, verte, bleue, blanche même… Si, si, même la chemise blanche, cette livrée de bureau. En somme, une manière d'uniforme.

C'est exactement cela. Mais celui qui chante, le personnage qui chante sa chanson… Lui, il porte... (Continues)
Un matin, je sors de chez moi.
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/1/14 - 23:55
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Ur bez e Dulenn

Ur bez e Dulenn
[1976]
Parole e musica di Gilles Servat
Nell’album intitolato "Le pouvoir des mots"
Testo trovato su Kalondour
E Dulenn ar ger vras
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/14 - 23:31
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Son al louarn kounnaret

Son al louarn kounnaret
[1977]
Parole e musica di Gilles Servat
Nell’album intitolato "Chantez la vie, l'amour et la mort"
Testo trovato su Kalondour

“Enragés”, così era chiamato il gruppo più radicale scaturito dalla Rivoluzione francese...
“Enragés” si autodefinivano gli studenti più radicali, specie quelli dell’Università di Nanterre, durante il Maggio francese nel 1968...
Non so se qui Gilles Servat si riferisca agli anni 70, che furono caldi anche in Francia (ricordo soltanto che nel novembre del 1976 qualcuno usò 20 Kg di tritolo per far saltare in aria la casa parigina di Jean Marie Le Pen, fondatore del Front National), o se invece nell’associazione “enragé” / “renard” volesse riferirsi specificamente ai bretoni i quali, oltre ad essere celti e quindi frequentemente rossi di pelo, all’epoca erano impegnati in lotte politico-sindacali ed ambientaliste (contro i frequenti disastri petroliferi e contro... (Continues)
Selaouit tud pinwidig, selaouit ma c'hellit
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/14 - 23:10
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Until the Day Is Done

Until the Day Is Done
Album: Accelerate (2008)
The battle's been lost, the war is not won
(Continues)
Contributed by Matt 2015/1/14 - 23:02
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The Power of One

The Power of One
"My father's land, my mother's tongue
(Continues)
Contributed by Matt 2015/1/14 - 22:56
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Lettre à des amis perdus

Lettre à des amis perdus
[1946]
Versi di René Guy Cadou (1920-1951), poeta francese, nella raccolta intitolata “Pleine poitrine” pubblicata nel 1946.
Musica di Julos Beaucarne, dall’album intitolato “20 ans depuis 40 ans” pubblicato nel 1997

Nel 1940, all’inizio dell’occupazione nazista della Francia, René Guy Cadou era un giovane insegnante a Saint-Aubin-des-Châteaux nella Loira Atlantica, dipartimento bretone integrato nella regione dei Paesi della Loira.

Fui qui che il 22 ottobre 1941, mentre si recava a scuola in bicicletta, Cadou incrociò i camion tedeschi che trasportavano alcuni dei prigionieri, quasi tutti militanti comunisti, che di lì a poco sarebbero stati fucilati in rappresaglia per la morte del tenente colonnello Karl Hotz, ucciso a Nantes in un attentato. E’ da quel momento che le poesie di Cadou si concentreranno sull’orrore della guerra, sulla barbarie nazista e sulla necessità della libertà, dell’amore e della fratenità per tutti gli uomini.
Vous étiez là, je vous tenais
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/14 - 16:50
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Jeune homme à la médaille

Jeune homme à la médaille
[1947]
Versi di René Guy Cadou (1920-1951), poeta francese, nella raccolta “Quatre poèmes de René Guy Cadou sur quatre portraits de Roger Toulouse”
Musica di Gilles Servat, nel suo disco intitolato “Hommage à René-Guy Cadou” pubblicato nel 1981.

Nel 1940, all’inizio dell’occupazione nazista della Francia, René Guy Cadou era un giovane insegnante a Saint-Aubin-des-Châteaux nella Loira Atlantica, dipartimento bretone integrato nella regione dei Paesi della Loira.

Fui qui che il 22 ottobre 1941, mentre si recava a scuola in bicicletta, Cadou incrociò i camion tedeschi che trasportavano alcuni dei prigionieri, quasi tutti militanti comunisti, che di lì a poco sarebbero stati fucilati in rappresaglia per la morte del tenente colonnello Karl Hotz, ucciso a Nantes in un attentato. E’ da quel momento che le poesie di Cadou si concentreranno sull’orrore della guerra, sulla barbarie nazista e... (Continues)
Jeune homme beau jeune homme ne vois-tu rien venir
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/14 - 15:53
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Tant pis pour Verdun

Tant pis pour Verdun
[1965]
Parole e musica di Leny Escudero
Nell’EP intitolato “Premier amour” e poi nell’album “Rachel”




Si veda anche la canzone Le Chemin des Dames dei Chjami Aghjalesi
Grand-père du haut d' ton monument
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/14 - 14:26
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Le bohémien

Le bohémien
[1974]
Parole e musica di Leny Escudero
Nell’album intitolato “Le voyage”
Il va mourir le bohémien
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/14 - 14:02

Les bohémiens

Les bohémiens
Parole di Pierre-Jean de Béranger
Sulla melodia della popolare “Mon pèr’ m’a donné un mari”
Nella raccolta “Œuvres complètes de Béranger”, 1839.
Sorciers, bateleurs ou filous,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/1/14 - 13:44




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