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Before 2015-11-6

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Kokuz

Kokuz
[2010]
Testo e musica: Dubioza Kolektiv
Lyrics and music: Dubioza Kolektiv
Album: 5 do 12
Zbog svjetske krize
(Continues)
Contributed by krzyś 2015/11/1 - 02:24
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Nustalgija Lundane

Nustalgija Lundane
NUSTALGIJA LUNDANE

Versi di Lucio Cancellieri
Musica di Camillo Berardi
Che notte serene,
(Continues)
Contributed by Camillo Berardi 2015/10/31 - 12:24
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Nienawiść

Nienawiść
[1993]
Versi di Wislawa Szymborska

Nella raccolta “Koniec i początek” pubblicata nel 1993 (“La fine e l'inizio”, Scheiwiller, 1997)

Trovo la poesia musicata dalla cantante jazz e, a sua volta, poetessa polacca Hanna Banaszak, nel primo di tre CD (+DVD) dedicati nel 2010 alla Szymborska.
Spójrzcie, jak wciąż sprawna,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/30 - 22:53
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Ballata della Grande Guerra

Ballata della Grande Guerra
[2014]
Versi di Roberto Piumini (1947-), pedagogo e scrittore di libri per ragazzi, pubblicati da il Corriere della Sera a commento di un video con immagini sulla Grande Guerra rivolto ai bambini delle scuole elementari. E’ poi stato indetto un concorso per la realizzazione di un altro video in cui la ballata fosse illustrata con i disegni dei bambini e integrata con loro brevi componimenti poetici.
Dopo quasi cent’anni senza guerra,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/30 - 18:30
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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In memoria

In memoria
[1916]
Poesia di Giuseppe Ungaretti
Dapprima nella raccolta Il porto sepolto
Poi nella raccolta complessiva L'allegria
1a edizione: Mondadori, Milano, 1931
Musica di Aldo Bova [2014]

Questa poesia di Giuseppe Ungaretti ha quasi cent'anni. Cent'anni sono passati da quando il poeta combatteva e conosceva gli orrori della guerra sul Carso, "scontando la morte vivendo"; in mezzo ai brevi componimenti nel quale descriveva la terribile vita di trincea, ebbe a ricordare un amico. "Locvizza, il 30 settembre 1916", reca il quaderno di Ungaretti; e Locvizza, o Lokvica, è nei pressi del Monte San Michele "bagnato di sangue italiano", come dice Fuoco e mitragliatrici e Valzer dei disertori. Nei pressi, anche, di San Martino del Carso. Luoghi di guerra dove Ungaretti si trovava non di rado a ricordare episodi della vita civile, che sembrava oramai lontana diecimila anni. Una meditazione continua... (Continues)
IN MEMORIA.
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2015/10/30 - 18:00

Cantata di una giovane mondina

Cantata di una giovane mondina
[1951?]
Versi di Renata Viganò (1900-1976), scrittrice e partigiana, autrice del celeberrimo “L’Agnese va a morire”. Poesia composta probabilmente nel 1951, quando la Viganò partecipò ad un’inchiesta sulle condizioni di vita e di lavoro delle mondine in Lomellina.
Messa in musica da Xavier Rebut (Quartetto Urbano) per i concerti della Scuola Popolare di Musica di Testaccio.
Mondine, mondine,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/30 - 14:54
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Cantata per la morte di "Berto"

Cantata per la morte di
[15 agosto 1944]
Versi di Raffaello Ramat (1905-1967), intellettuale antifascista, partigiano della Brigata Garibaldi d'assalto "Vittorio Sinigaglia" (di cui fu anche comandante), attiva nel fiorentino. Critico letterario e docente di letteratura italiana all'Università di Firenze.
Musica e interpretazione a cura di Letizia Fuochi e Materiali Sonori

Una cantata in morte di Alberto “Berto” Casini di Antella, Bagno a Ripoli, caposquadra partigiano, deceduto il 13 agosto 1944 in seguito al grave ferimento subìto due giorni prima ad opera di un cecchino fascista, o nazista, in via Mercadante, nel corso della battaglia per la liberazione di Firenze.
Al Casone dei Ferrovieri,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/30 - 13:45
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Ballata della guerra

Ballata della guerra
[1982]
Versi di Edoardo Sanguineti (1930-2010), originariamente nella raccolta “Novissimum Testamentum” pubblicata nel 1986. Più recentemente in “Il Gatto Lupesco” (2002) e “Ballate” (2013)
dove stanno i vichinghi e gli aztechi,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/30 - 11:56
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La montagna

La montagna
[1975]
Parole di Antonietta Laterza
Musica di Antonietta Laterza e Nadia Gabi
Nel disco d’esordio della cantautrice ed attrice bolognese, intitolato “Alle sorelle ritrovate”, pubblicato dalla Cramps Record a partire dalla registrazione di un concerto.
Testo trovato su Il Deposito, come tratto da “Nella donna c'era un sogno... : canzoniere femminista”, a cura di Marina Bacchetti, Moizzi editore, Milano, 1976.
Dentro una montagna dai fianchi senza tempo
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/30 - 10:57
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Simona

Simona
[1975]
Parole di Antonietta Laterza
Musica di Antonietta Laterza e Nadia Gabi
Nel disco d’esordio della cantautrice ed attrice bolognese, intitolato “Alle sorelle ritrovate”, pubblicato dalla Cramps Record a partire dalla registrazione di un concerto.
Testo trovato su Il Deposito, come tratto da “Nella donna c'era un sogno... : canzoniere femminista”, a cura di Marina Bacchetti, Moizzi editore, Milano, 1976.
Ci credi
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/30 - 10:49
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Se ero io

Se ero io
[1975]
Parole di Antonietta Laterza
Musica di Antonietta Laterza e Nadia Gabi
Nel disco d’esordio della cantautrice ed attrice bolognese, intitolato “Alle sorelle ritrovate”, pubblicato dalla Cramps Record a partire dalla registrazione di un concerto.
Testo trovato su Il Deposito, come tratto da “Nella donna c'era un sogno... : canzoniere femminista”, a cura di Marina Bacchetti, Moizzi editore, Milano, 1976.
Se ero io tua madre
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/30 - 10:20
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Do You See My Skin Through the Flames?

Do You See My Skin Through the Flames?
2015

Within the insular internet music world, and the realm of pop in which Blood Orange’s music often moves, Dev Hynes stands out as a beacon of dissent, anger, courage, and empathy. His social media presence flickers with notes on injustice in pop culture and society, writ large. Last year, he was assaulted by security at Lollapalooza after a set in which he spoke out against police brutality whilst wearing a T-shirt bearing the names of black men and boys murdered by law enforcement: Trayvon Martin, Eric Garner, Jordan Davis, and Oscar Grant.
On the somber, pulsating vocal collage "Do You See My Skin Through the Flames?" he connects these percolating thoughts and attendant, mushrooming feelings of isolation and exhaustion through music for the first time. "I have nothing left to give when you don't notice what’s wrong," he sings, "Charleston left me broken down but it's just another... (Continues)
frustration and depression breaks me down
(Continues)
Contributed by dq82 2015/10/30 - 10:16
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Sandra's Smile

Sandra's Smile
2015

In an interview with The Cut back in August, Sybrina Fulton was asked if she had yet forgiven George Zimmerman, the neighborhood-watch volunteer who shot and killed her son, Trayvon Martin, in a Florida suburb in 2012. “I’m very honest about my feelings and I have not gotten there,” Fulton said. “Everybody forgives in their own time. I’m just not there. I will never forget, and I have not forgiven.” The interview occurred just a few days after clashes between police and protesters had reached a boiling point in Ferguson, Mo., and a week after Fulton met with the mother and sister of Sandra Bland, the 28-year-old black woman found dead in a jail cell in Waller County, Texas after being detained for a minor traffic violation in July.
Dev Hynes’"Sandra’s Smile” is an ode to Bland, and for all the victims of America’s brutal systems of authority. It’s especially a song for those like Sybrina... (Continues)
Who taught you to breathe, then took away your speech,
(Continues)
Contributed by dq82 2015/10/30 - 10:06
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Trent’anni di libertà

Trent’anni di libertà
[1976]
Parole e musica di Giulio Stocchi
Nell’album intitolato “Il dovere di cantare”, uno dei pochi dischi pubblicati dalla casa discografica Divergo, attiva a Milano tra il 1974 ed il 1980
Testo trovato sul blog blanc de ta nuque
La copertina del disco è di Magda Castel, artista catalana che fu anche autrice dei disegni per la “La cantata rossa per Tall El Zaatar”
Vergogna a voi
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/29 - 10:59

Till, le roi Philippe et l'âne

Till, le roi Philippe et l'âne
Till, le roi Philippe et l'âne

Chanson française – Till, le roi Philippe et l'âne – Marco Valdo M.I. – 2015

Ulenspiegel le Gueux – 9

Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).


Nous voici, Lucien l’âne mon ami, à la neuvième canzone de l’histoire de Till le Gueux. Les huit premières étaient, je te le rappelle :

01 Katheline la bonne sorcière Katheline, la bonne sorcière (Ulenspiegel – I, I)
02 Till et Philippe Till et Philippe(Ulenspiegel – (Ulenspiegel – I, V)
03. La Guenon Hérétique La Guenon Hérétique(Ulenspiegel – I, XXII)
04. Gand, la Dame Gand, La Dame(Ulenspiegel – I, XXVIII)
05. Coupez les pieds ! Coupez les pieds !(Ulenspiegel – I, XXX)
06. Exil de Till Exil de Till(Ulenspiegel – I, XXXII)
07. En ce temps-là,... (Continues)
« Pèlerin pèlerinant ne peut follier de séjour
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/10/28 - 23:50

La guerra di lu 1866

La guerra di lu 1866
[1866]
Cronaca cantata attribuita a Giovanni Geraci di Partinico, Palermo, un contadino che nel 1866, come tanti altri uomini del Sud appena annesso al Regno d’Italia, fu arruolato di gran corsa e spedito a combattere al Nord nell’ennesima (la terza) guerra d’indipendenza. La canzone è il racconto della coscrizione, del lungo e faticoso viaggio verso il Veneto e delle battaglia di Custoza combattuta il 24 giugno 1866 (dove gli italiani subirono una cocente sconfitta). Tornato indietro vivo, il Geraci ebbe modo di insegnare la sua “cronaca” in forma di canzone ai suoi parenti ed amici, dai quali l’apprese e trascrisse Salvatore Salomone Marino (1847-1916), medico palermitano appassionato di tradizioni e canti popolari.

“Il popolo era lontano dai problemi di politica interna e internazionale che la classe dirigente italiana affrontava in quel momento. Una vecchia di Canicattini Bagni, detta... (Continues)
L’annu sissantasei mill’ottucentu
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/27 - 22:52
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In Memoriam (Private D. Sutherland Killed in Action in the German Trench, May 16, 1916, and the Others Who Died.)

In Memoriam (Private D. Sutherland Killed in Action in the German Trench, May 16, 1916, and the Others Who Died.)
[1917]
Versi Ewart Alan Mackintosh (1893-1917), poeta inglese di Brighton, Sussex.
Nella raccolta “A Highland Regiment and Other Poems”, 1917
Musica di Martyn Jacques, interpretata dalla band inglese Man's an Idiot con il titolo di “Officer”

Volontario nella Grande Guerra, benchè fosse stato riformato a causa della sua esile corporatura, Ewart Alan Mackintosh combattè fin dal dicembre del 1914. Nell’agosto del 1915 fu ferito nella Somme e dovette rientrare per alcuni mesi in patria per riprendersi. Durante quel periodo ricevette l’incarico di preparare le reclute da spedire al fronte.

Il 16 maggio 1916 il tenente Mackintosh guidava la sua squadra nei pressi di Arras quando caddero in un imboscata tedesca: 14 dei suoi uomini furono feriti e due uccisi, tra i quali quel David Sutherland cui è dedicata questa poesia. Mackintosh cercò di riportare indietro tutti ma fu costretto ad abbandonare... (Continues)
So you were David's father,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/27 - 13:41
Song Itineraries: World War I (1914-1918)

Vann'Antò: L'arcunè (Arrarrò)

Vann'Antò: L'arcunè (Arrarrò)
Versi di Vann'Antò, pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo (1891-1960), poeta e scrittore siciliano, docente di letteratura delle tradizioni popolari all’Università di Messina.
Ignoro l’anno preciso di composizione di questa poesia, poi inclusa nella raccolta intitolata “U vascidduzzu” pubblicata nel 1956.
Testo trovato qui

Giovanni Antonio, per ciò detto Vann'Antò, era nato nel 1891 a Ragusa, ultimo di sette figli maschi. Il padre Salvatore era minatore ma decise che il piccolo, a differenza dei suoi fratelli, avrebbe studiato. E così Vann'Antò fece il liceo classico a Siracusa e poi si laureò in Lettere a Catania con una tesi sul verso libero. Tornato a Ragusa, fondò con altri una rivista letteraria, "La Balza", di matrice futurista. E come molti intellettuali di quella corrente, allo scoppio della Grande Guerra anche Vann'Antò fu fervente interventista ma, arruolatosi e destinato... (Continues)
Les enfants sont tout l'horizon
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/27 - 11:24

Vann'Antò: La cartullina

Vann'Antò: La cartullina
[1945]
Versi di Vann'Antò, pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo (1891-1960), poeta e scrittore siciliano, docente di letteratura delle tradizioni popolari all’Università di Messina.
Un poesia risalente al 1945, poi inclusa nella raccolta intitolata “U vascidduzzu” pubblicata nel 1956.
Testo trovato qui

Giovanni Antonio, per ciò detto Vann'Antò, era nato nel 1891 a Ragusa, ultimo di sette figli maschi. Il padre Salvatore era minatore ma decise che il piccolo, a differenza dei suoi fratelli, avrebbe studiato. E così Vann'Antò fece il liceo classico a Siracusa e poi si laureò in Lettere a Catania con una tesi sul verso libero. Tornato a Ragusa, fondò con altri una rivista letteraria, "La Balza", di matrice futurista. E come molti intellettuali di quella corrente, allo scoppio della Grande Guerra anche Vann'Antò fu fervente interventista ma, arruolatosi e destinato a tenente di fanteria,... (Continues)
Cci mmannarru e la cartullina
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/27 - 11:03

Vann'Antò: L'urtima guerra

Vann'Antò: L'urtima guerra
[1955]
Versi di Vann'Antò, pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo (1891-1960), poeta e scrittore siciliano, docente di letteratura delle tradizioni popolari all’Università di Messina.
Un poesia pubblicata sulla rivista “Il Ponte” nel 1955. Credo che poi sia stata inclusa nella raccolta intitolata “U vascidduzzu” pubblicata l’anno seguente.
Testo trovato qui

Giovanni Antonio, per ciò detto Vann'Antò, era nato nel 1891 a Ragusa, ultimo di sette figli maschi. Il padre Salvatore era minatore ma decise che il piccolo, a differenza dei suoi fratelli, avrebbe studiato. E così Vann'Antò fece il liceo classico a Siracusa e poi si laureò in Lettere a Catania con una tesi sul verso libero. Tornato a Ragusa, fondò con altri una rivista letteraria, "La Balza", di matrice futurista. E come molti intellettuali di quella corrente, allo scoppio della Grande Guerra anche Vann'Antò fu fervente interventista... (Continues)
Cu ntê càmmini ca cumànnanu
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/27 - 10:54
Song Itineraries: World War I (1914-1918)

Oh chi m’abbinni lària (La Sicilia a lu 1866)

Anonymous
Oh chi m’abbinni lària (La Sicilia a lu 1866)
[1866]
Versi di autore anonimo cantati durante la ribellione di Palermo del 1866, la cosiddetta “Rivolta del sette e mezzo”.
Testo tratto da “Risorgimento e società nei canti popolari siciliani” di Antonino Uccello, Parenti editore, 1961.

“Una tinta matinata del settembre 1866, i nobili, i benestanti, i borgisi, i commercianti all'ingrosso e al minuto, i signori tanto di coppola quanto di cappello, le guarnigioni e i loro comandanti, gli impiegati di uffici... che dopo l'Unità avevano invaso la Sicilia pejo che le cavallette, vennero arrisbigliati di colpo e malamente da uno spaventoso tirribìlio di vociate, sparatine, rumorate di carri, nitriti di vestie, passi di corsa, invocazioni di aiuto.
Tre o quattromila viddrani, contadini delle campagne vicino a Palermo, armati e comandati per gran parte da ex capisquadra dell'impresa garibaldina, stavano assalendo la città. In un vìdiri e svìdiri,... (Continues)
Oh chi m'abbinni lària
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/26 - 22:58
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Glory Hallelujah

Glory Hallelujah
(2011)

England Keep My Bones
Brothers and sisters, have you heard the news?
(Continues)
Contributed by Luca 'The River' 2015/10/26 - 21:34
Song Itineraries: Antiwar Anticlerical
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Tân yn Llŷn

Tân yn Llŷn
[1980]
Scritta da / Written by Ann Fychan
Interpreti / Performers: Plethyn, 1980
Album: Golau tan gwmwl ("Luce sotto le nuvole")

Tre uomini tranquilli

Penyberth, nella penisola del Penllŷn, non è un “luogo sacro” per i gallesi, ma è comunque stato un luogo molto importante in quanto, per secoli e secoli, era stata una stazione di rifugio e ristoro per i pellegrini che si recavano all'isola di Bardsey (Ynis Enlli in gallese), che si trova esattamente al termine della penisola. Si tratta di un luogo storico e dal paesaggio stupendo, che nel 1935 il governo di Sua Maestà Britannica scelse per installare una scuola. Nulla di particolare, si direbbe; però la scuola che il governo britannico costruì a Penyberth non era una scuola qualsiasi dove si insegnavano le cose ai ragazzini. Era una scuola militare e, in particolare, una Scuola di Bombardamento della RAF. Una scuola fatta apposta per... (Continues)
Beth am gynnau tân fel y tân yn Llŷn?
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2015/10/26 - 19:44
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Te Deum (o Te Deum de’ Calabresi)

Te Deum (<em>o</em> Te Deum de’ Calabresi)
[1787-1800]
Versi di Gian Lorenzo Cardone (1743-1813), nativo di Bella, Potenza, pittore, poeta e militante giacobino durante la Rivoluzione partenopea del 1799.
Musica di Giovanni Paisiello (1740-1816), nativo di Taranto, uno dei più importanti e influenti compositori d'opera del Classicismo italiano.
Una versione condensata del “Te Deum de’ Calabresi” è stata proposta da Vinicio Capossela in un suo concerto a Rendano di Cosenza nel 2012.
Testo trovato in La storia di Bella, documento non firmato presente sul sito dello spettacolo “Mille e ancora mille” patrocinato dal Comune di Bella e realizzato da Claudio Paternò e altri.


“Te Deum della Rivoluzione, terribile e bellissimo”. Sono le parole che Benedetto Croce usò per il più sconvolgente inno giacobino emerso dalla rivoluzione napoletana del 1799. Si intitola “Il Te Deum de' Calabresi” e sembra fosse cantato dai patrioti partenopei... (Continues)
Parte prima [1787]
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/26 - 15:49
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Ballo del matto (per Franco Mastrogiovanni)

Ballo del matto (per Franco Mastrogiovanni)
2015
Il ballo del matto

2015
Fumo al vento

Ogni volta che eseguo dal vivo il Ballo del Matto, mi prendo un paio di minuti per riassumere la vicenda di Franco Mastrogiovanni. Prima di tutto perché in effetti, se non si conosce la storia, la canzone risulta un tantino oscura. E poi perché è una vicenda che deve essere raccontata.
Allora era giusto che scrivessi qualche riga anche qui.

Tanto per cominciare, Francesco Mastrogiovanni, detto Franco, non era affatto un matto. Di mestiere faceva il maestro elementare. Di lui i suoi alunni dicevano che era il maestro più alto del mondo. Doveva essere una persona di intelligenza vivace, curiosa, molto sensibile. Sua nipote, la giornalista Grazia Serra, mi ha scritto di essere felice che si scrivano canzoni per ricordare suo zio, perché lui «viveva di musica». E amava i libri. E poi aveva da sempre simpatie anarchiche. Per le forze dell’ordine... (Continues)
Di bianco veste la morte
(Continues)
Contributed by dq82 2015/10/26 - 12:00
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La siccità

La siccità
[1970?]
Parole e musica di Matteo Salvatore.
In almeno tre dischi del poeta, a cominciare da “Le Puglie di Matteo Salvatore” del 1970
Testo trovato su Canto tradizionale e cantautori popolari. Un esempio pugliese, di Maria Luisa Scippa, in Archivio storico pugliese dell’emeroteca provinciale di Brindisi (1991)

Un bracciante scambia un anno di lavoro per ottenere cinque ettari di terra. Ottenuta la terra arriva la siccità. La sua fidanzata muore. Con il caldo nemmeno una lacrima bagna la terra. La siccità è più amara della guerra.
(Introduzione ad un concerto di Matteo Salvatore con Otello Profazio, 1975. Registrazione contenuta nell’Archivio Sonoro della Puglia)
Tutte la fatijā miā ji l’ē pperdute
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/26 - 11:55
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I due fannulloni

I due fannulloni
[1966]
Parole e musica di Matteo Salvatore
Nel disco “Il lamento dei mendicanti” pubblicato da I Dischi del Sole nel 1966
Hitler i Mussolini
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/24 - 22:47
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Lu core tosto

Lu core tosto
[1978]
Parole e musica di Matteo Salvatore

“[Nei concerti] La ballata di Teresina era spesso preceduta, come se fungesse da glossa introduttiva, da un altro brano, Lu core tosto, [...] [Matteo Salvatore introduceva il pezzo con un’invettiva/riflessione], accompagnandosi sull’arpeggio degli accordi che compongono il giro sul quale poi eseguiva il testo vero e proprio.
La voce viene modulata a diversi livelli: Matteo Salvatore si adira, si indigna, mette fuori il suo livore anche col turpiloquio, poi passa all’irrisione e allo sberleffo del latino maccheronico di formule liturgiche; infine diventa pacato e lirico nello scolpire duramente lo stato delle cose. I poveri e la Legge sono ancora due mondi che non riescono a toccarsi, problema atavico la cui soluzione sembra essere inaccessibile. L’ultima parte di questo discorso, quella meno estemporanea, la ritroviamo anche sul testo autobiografico... (Continues)
Lu core tosto, il cuore duro, lu core tosto, quando il cuore è duro è terribile, non si può cambiare, non si può fare il trapianto, niente, nemmeno Bernac, Bernacchia, Bernabé, quillu cazzo di professore americano come cazzo si chiama? Ji nu sacce chiamà… nemmeno lui lo può cambiare perché è troppo tosto. Se lo butti davanti alla porta nemmeno i cani te lo vogliono mangiare.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/24 - 21:54
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Pronti a salpare

Pronti a salpare
2015
Pronti a salpare

Estratto dal nuovissimo album omonimo uscito il 23 ottobre 2015, 'Pronti a salpare' è una ballad folk/rock nella quale Edoardo torna a parlare dell'odissea di chi senza più alcuna scelta è pronto a scappare e salpare dal proprio paese per una vita migliore; un monito che non riguarda solo il sud del mondo ma investirà sempre più il ricco Occidente se non daremo forma a cambiamenti sostanziali.
Via da quei luoghi comuni verso luoghi eccezionali
(Continues)
Contributed by Donquijote82 2015/10/24 - 21:48
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Renato Curcio

Renato Curcio
[1992]
Testo e musica di Francesco Baccini
Lyrics and Music by Francesco Baccini
Paroles et musique: Francesco Baccini
Album: Nomi e cognomi

Strano tipo, Francesco Baccini. Genovese, classe 1960, e senz'altro un ottimo musicista e dotato di capacità vocali di tutto rispetto; comincia la sua carriera con canzoni sì carine, allegre & scanzonate, ma non certamente appiattite sulla banalità come si potrebbe magari presupporre. Ciò non gli impedisce di diventare, verso la fine degli anni '80, un idolo delle teenager. Nel settembre del 1992, annus horribilis per l'Italia, all'improvviso se ne esce fuori con un album incredibile, il suo terzo, intitolato Nomi e cognomi; e, lasciando tutti bouché bée, i nomi e i cognomi li fa davvero, cominciando da quello del collega Antonello Venditti (che non la piglia per nulla bene) per proseguire con Giulio Andreotti e altri. Tra i quali, eh sì, Renato... (Continues)
Cos'è sta pioggia che mi batte in testa
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2015/10/24 - 21:26
Song Itineraries: From World Jails
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Ode to Joy

Ode to Joy
La versione di Pete Seeger dell'inno alla gioia di Beethoven.
Build the road of peace before us
(Continues)
Contributed by Leoskini 2015/10/24 - 18:21

Renzo Pezzani: Anviti

Renzo Pezzani: Anviti
Poesia di Renzo Pezzani
Dalla raccolta Oc' Luster ("Occhi lustri"), 1950

Retropensieri

Se in tutto e per tutto ci dev'essere una storia, la mia con il poeta parmigiano Renzo Pezzani comincia molto tempo fa. Nato a Parma nel 1898, fu maestro elementare; e, probabilmente, anche per questo motivo aveva scritto parecchie poesie educative per ragazzi, che “ai miei tempi” (oramai, mi sa, posso dire così...) godevano di parecchia considerazione e di parecchio spazio sul “sussidiario”. Il “sussidiario” era, nelle scuole elementari, il secondo libro di testo affiancato al libro di scuola principale che comprendeva tutte le materie; conteneva problemi di aritmetica, letture e tutto ciò che poteva servire a completare ciò che s'intendeva per studio di base. Forse mi sarei dimenticato, e probabilmente mi dimenticai, di Renzo Pezzani; ma ho una stranissima, particolare e micidiale “memoria lunga”,... (Continues)
Un fis’c da la corta ch’al pär na cortläda
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2015/10/24 - 02:47
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Fendin

Fendin
[2005]
Album : AKUADUULZA

La canzone si basa sulla leggenda del Fendin (dialettizzazione del nome Defendente): si narra che le 7 streghe di Torno, sul Lago di Como, rubassero ogni venerdì notte la barca (gondola) di questo Fendin poiché non era stata benedetta. Per la benedizione delle barche bisognava corrispondere una misura di sale in pagamento e il Defendente, che era leggermente tirchio, piuttosto che pagare lasciava la barca in balia degli spiriti e delle streghe che la utilizzavano per andare ai Sabbah… Scoperto l’arcano, dopo essere stato coinvolto in uno dei magici viaggi all’insaputa delle streghe, decise di pagare.
Yalba kuresh manumm traagah
(Continues)
Contributed by adriana 2015/10/23 - 16:59
Song Itineraries: Witches
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Tanz Mit Laibach

Tanz Mit Laibach
[2003]
Scritta dai membri della band industrial slovena con Peter Mlakar, Iztok Turk (ex membro del gruppo Videosex) e i DJ Umek, Bizzy e Dojaja.
Nell’album intitolato “WAT” (acronimo per “We Are Time”)

Brano dichiaratamente ispirato allo stile dei predecessori e maestri D.A.F. (Deutsch-Amerikanische Freundschaft)
Lo stile musicale ed estetico dei Laibach è sempre stato oggetto di discussioni, improntato com’è all’esasperazione dei simboli del totalitarismo, di matrice fascista come comunista, e del militarismo.
Leggo su Wikipedia che uno dei loro primi concerti, a Zagabria nel 1983, fu interrotto dalla polizia perchè sul maxischermo alle spalle della band scorrevano immagini pornografiche alternate a quelle dei comizi di Josip Broz Tito…
Invece nei primi anni 90, in un concerto a Belgrado proprio poco prima lo scoppio della guerra in Jugoslavia, i Laibach alternarono le registrazioni... (Continues)
Wir alle sind besessen
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/22 - 13:09
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Der Sheriff

Der Sheriff
[2003]
Scritta da Robert Görl e Gabriel "Gabi" Delgado-López
Singolo estratto dall’album “Fünfzehn neue D.A.F-Lieder”

Dedicato a George W. Bush all’alba della seconda guerra del Golfo.
Facile che questo brano sia stato concepito negli stessi giorni in cui lo era questo sito delle CCG/AWS…
Wenn der Sheriff reiten geht, reiten alle mit
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/22 - 09:13
Song Itineraries: George Walker Bush II
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Der Mussolini

Der Mussolini
[1981]
Scritta da Robert Görl e Gabriel "Gabi" Delgado-López
Celeberrimo singolo estratto dall’album “Alles ist gut”

"Alzati, batti le mani, scuoti i fianchi, balla il Mussolini, balla l'Adolf Hitler, muovi il culo, balla il Gesù Cristo, balla il comunismo."… Elettronica iconoclasta.
Geht in die Knie
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/22 - 08:51
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Another Day

Another Day
[February 23, 2015]

Lyrics and music by Lesya Padalko,

What if more of us cared more and said “no” to the spread of evil? Then maybe, we, united, could have stopped any war at its very beginning? With this song we would like to raise more awareness about the war in Ukraine.
Another Day
(Continues)
Contributed by Lesya Padalko 2015/10/22 - 04:53

Katheline suppliciée

Katheline suppliciée
Chanson française – Katheline suppliciée – Marco Valdo M.I. – 2015

Ulenspiegel le Gueux – 8

Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).

Nous voici, Lucien l’âne mon ami, à la huitième canzone de l’histoire de Till le Gueux. Les sept premières étaient, je te le rappelle :

01 Katheline la bonne sorcière Katheline, la bonne sorcière
02 Till et Philippe Till et Philippe
03. La Guenon Hérétique La Guenon Hérétique
04. Gand, la Dame Gand, La Dame
05. Coupez les pieds ! Coupez les pieds !
06. Exil de Till Exil de Till
07. En ce temps-là, Till

Je ne l’avais pas oublié… Mais voyons ce que tu as à dire de la huitième…

La huitième raconte l’histoire atroce du supplice de Katheline, la bonne sorcière, celle-même qui mit au monde... (Continues)
Katheline la bonne sorcière, en ce temps-là,
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/10/21 - 22:53
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Józef K.

Józef K.
[2003]
feat Marcin Świetlicki

Testo, musica e tutto Krzysztof „Grabaż” Grabowski, Artur Stanilewicz, Marcin Świetlicki
Dal disco "Koncertówka 2. Drugi szczyt". Presente anche sull'album "Bułgarskie Centrum" (2004)
testo trovato sul sito ufficiale sito ufficiale
Ludzie z pierwszych stron gazet
(Continues)
Contributed by Krzysi€k 2015/10/21 - 22:45
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Nad ranem śmierć się śmieje

Nad ranem śmierć się śmieje
{1985}
Testo e musica di Lech Janerka
Dall'album "Klaus Mitffoch"
da bibliotekapiosenki
Pracował dzień i noc
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2015/10/21 - 21:55
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Joe Stalin's Cadillac

Joe Stalin's Cadillac
[1986]
Nell’album intitolato alla band, con la collaborazione di Eugene Chadbourne

Continuando sul tema dei Dictators, una canzone in puro stile CVB…
“La cadillac di Pinochet – che poi è uguale a quella di Reagan – ha la caratteristica che non può girare a sinistra…”
Joe Stalin's Cadillac
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/21 - 16:22
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(White Man) in Hammersmith Palais

(White Man) in Hammersmith Palais
[1978]
Scritta da Joe Strummer e Mick Jones
Lato A di un 45 giri, sul B “The Prisoner”
Poi nella versione per il mercato USA del debut album “The Clash” del 1979

Una canzone di disillusione, prima a partire da un concerto di musica giamaicana cui Joe Strummer assistette e che lo deluse molto per il taglio molto “pop” e poco “riot”. Poi lo sguardo di Strummer si sposta su altri temi più generali relativi alla situazione nella Gran Bretagna di allora, dove si andava preparando la grande “svolta” thatcheriana… La violenza della polizia, l’incapacità dei giovani ad organizzare una resistenza efficace, la finta attitudine ribelle di molte band, il fascismo strisciante,… “Oggi Adolf Hitler verrebbe ben accolto e trasportato in limousine…”
Midnight to six man
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/21 - 15:43
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Trans

Trans
1994
Peter Pan
Se mi vedeste di giorno
(Continues)
Contributed by dq82 2015/10/21 - 15:26
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Dictator

Dictator
[1985]
Scritta da Joe Strummer e Bernard Rhodes
La traccia che apre l’album intitolato “Cut The Crap”
All’epoca Joe Strummer e Paul Simonon erano rimasti gli unici membri della formazione originaria

Certamente Joe Strummer scrisse questo brano col pensiero alla pletora di dittatori, più o meno sanguinari, sostenuti dai governi USA per “tenere ordine” nel loro “cortile di casa”…
Voglio però dedicare qui la canzone ad uno dei tanti dittatori in carica, quel gran bastardo di Recep Tayyip Erdoğan, “imperatore” turco corrotto, liberticida ed assassino del proprio popolo – si veda l’ultimo, terribile attentato compiuto ad Ankara contro una manifestazione pacifica - doppio e triplo giochista che se la fa con i nazisti tagliagole dello Stato Islamico e massacra i curdi che invece lo combattono; Erdoğan, un figlio di puttana, ma in questo momento “il nostro figlio di puttana”, come direbbe la... (Continues)
Yes I am the dictator the more guns I got the better
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/21 - 14:41
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Colpa della fame

Colpa della fame
2015
In riforma della sentenza emessa dalla III corte d'assise di Roma in data 5 giugno 2013 assolve Fierro, Cordi, Bruno, De Marchis Preite, Di Carlo perché il fatto non sussiste
(Continues)
Contributed by dq82 2015/10/21 - 10:29
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Cara madre

Cara madre
2015
Nostra patria è il mondo intero
(beat: emsi Caserio; testo: “cara madre” di Sante Geronimo Caserio)
Cara madre, vi scrivo queste poche righe per farvi sapere che la mia condanna è la pena di morte.
(Continues)
Contributed by dq82 2015/10/21 - 09:14
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A sarà dura

A sarà dura
2015
Nostra patria è il mondo intero
(beat: emsi Caserio; testi: emsi Caserio, Simona Ivan)
feat. Simona Ivan
RIT - SIMONA IVAN: Gente che non ha paura, e canta in coro, a sara dura.
(Continues)
Contributed by dq82 2015/10/21 - 09:11
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La carta brucerà

La carta brucerà
2015
Nostra patria è il mondo intero
(beat e testo: emsi Caserio)

feat. Leleprox
la carta è solo carta, e dopo notti in barca, c'accoglie la finanza. Sempre che non ci lascino morire in
(Continues)
Contributed by dq82 2015/10/21 - 09:09
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All cops are bastard

All cops are bastard
2015
Nostra patria è il mondo intero
(beat e testo: emsi Caserio)
Ti ho visto col santino di benito sul cruscotto. Da sempre un impedito infatti hai fatto il poliziotto.
(Continues)
Contributed by dq82 2015/10/21 - 09:07
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Bombe contro pietre

Bombe contro pietre
2015
Nostra patria è il mondo intero
(beat: emsi Caserio, Leleprox; testi: emsi Caserio; scratch: Leleprox)
feat. Leleprox
Lacrime sui volti dei bambini in medio-oriente, bombe come sveglia, la scuola non c'è più. E' colpa
(Continues)
Contributed by dq82 2015/10/21 - 09:05
Song Itineraries: The Palestinian Holocaust
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Piazza dei tre martiri (Rimini antifascista)

Piazza dei tre martiri (Rimini antifascista)
2015

Tre Martiri è la denominazione che accomuna i tre partigiani Mario Capelli, Luigi Nicolò e Adelio Pagliarani impiccati il 16 agosto 1944 nella piazza principale di Rimini, a loro intitolata dal 1946. Essi rappresentano il simbolo della Resistenza e dei caduti nella lotta di Liberazione nel territorio della Provincia di Rimini.

I tre giovani partigiani, attivi nella Resistenza riminese sin dai primi giorni successivi all'Armistizio, nell'estate del 1944 facevano parte del medesimo Distaccamento della 29ª Brigata GAP "Gastone Sozzi". Durante una operazione di sabotaggio ad una trebbiatrice, con l'obbiettivo di impedire la trebbiatura del grano da consegnare ai nazifascisti, un gappista riminese fu riconosciuto e denunciato.

Catturato, fu costretto sotto tortura a denunciare i compagni di lotta. A causa di queste informazioni i tre partigiani, che avevano come sede operativa la vecchia... (Continues)
Quando arrivò al patibolo
(Continues)
Contributed by dq82 2015/10/21 - 01:39

La pompe à merde (Marseillaise des Vidangeurs)

Anonymous
La pompe à merde (Marseillaise des Vidangeurs)
[fine 800 / primi 900?]
La “Marsigliese dei Vuotatori di Latrine” è una chanson paillarde - goliardica, certamente, ma anche rivoluzionaria - fra le più celebri, probabilmente nata alla fine dell’800 nella “salle de garde” di qualche collegio universitario, come il famoso Internat des Hopitaux di Parigi, che dal 1802 al 2004 ha accolto gli studenti in medicina.

Il testo si trova già nella “Anthologie hospitalière et latinesque: Recueil de chansons de salle de garde anciennes et nouvelles, entre-lardées de chansons du Quartier Latin, fables, sonnets, charades, élucubrations diverses, etc” a cura di Edmond Bernard Dardenne, pubblicata a Parigi nel 1911.
Ne esistono molte versioni. Quella che propongo è un potpourri (molto pourri) di alcuni dei tanti testi reperibili nella Rete.
Entendez-vous, plac'de la République,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/20 - 18:43
Song Itineraries: Shit, our sister
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Faccia di cane

Faccia di cane
[1985]
Parole di Roberto Ferri e Fabrizio De Andrè, quest’ultimo non ufficialmente accreditato (il brano fu depositato alla SIAE a firma del solo Ferri)
Musica di Nico Di Palo, Vittorio De Scalzi, Gianni Belleno e Ricky Belloni
Nell’album intitolato “Tour”, dove “Faccia di cane” è la prima traccia, la seconda è “Quella carezza della sera”…
Oh oh oh oh…
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/20 - 11:47

Tra de record

Tra de record
[1995]
Nel disco intitolato “A toun souléi”, con Fabrizio De André, Dori Ghezzi, Alan Stivell, Franco Mussida, Gabriel Yacoub ed il Jabbar Karyagdy trio, ensemble azero che accompagna Li Troubaires nel brano qui presentato.
Testo trovato su Via del Campo
I.à qu'un chamin sus terro,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/20 - 09:59
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Mégapocalypse

Mégapocalypse
[1972]
Scritta da Herbert Pagani, E. Lombardi e B. Moraschi
Si tratta in realtà dei due brani, “Mégapocalypse” e “Le Printemps d'après la fin du monde”, costituenti il quarto e conclusivo capitolo di “Mégalopolis”, opera musicale che divenne poi uno spettacolo vero e proprio, ripreso anche nel 1999.

Un racconto distopico del suicidio dell’umanità (lo stesso in corso oggi, e senza nemmeno scomodare scenari di guerra nucleare) che però si conclude, a sorpresa, con il quadretto piuttosto idilliaco di un piccolo gruppo di sopravvissuti (di “eletti”, direi, visto che dicono di aver previsto tutto perchè sono “poeti” e i poeti hanno il dono della preveggenza..) che, obbedendo ad un misterioso richiamo comune, si sono ritrovati in un remoto monastero: sono gli eredi della Terra perduta e la ricostruiranno secondo Natura, con l’aiuto del Signore.
C’è l’Apocalisse, descritta nel Nuovo Testamento... (Continues)
Tout a commencé
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/19 - 23:08

Nous an pres la vido

Nous an pres la vido
[1972]
Versi di Sergio Arneodo, scrittore e poeta occitano
Musica di Alberto Garelli
Canzone che dà il titolo all’esordio del gruppo occitano della Valle Grana, Cuneo
Testo trovato sul portale dell'Associazione Chambra d'Òc.

Una canzone contro la cementificazione nelle valli alpine…
Lou pra-sabè-qu'i aviho dareire,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/19 - 10:43
Song Itineraries: War on Earth

Inno dei contrabbandieri

Anonymous
Inno dei contrabbandieri
[dopo il 1866]
Testo trovato su Veja.it

I territori di Ala (Trento) e della Lessinia (per la maggior parte nella Provincia di Verona) sono stati per molto tempo terre di confine tra l’impero austro-ungarico e il regno d’Italia. Dopo l’annessione del Veneto a quest’ultimo, nel 1866, la politica doganale dello Stato e la miseria della gente rinvigorirono il contrabbando transfrontaliero che fin dal 700 fioriva e sfioriva a seconda delle alterne vicende che investivano il Südtirol. Il mestiere di contrabbandiere era faticoso e pericoloso ma redditizio. Basti pensare che alla fine della Grande Guerra, quando i territori furono unificati, molti dei loro paesi si spopolarono perché era venuta a mancare la fonte di reddito principale. (tratto da Contrabbando tra Ala e la Lessinia su it.wikipedia)
Sul contrabbando si veda anche la Ninna nanna del contrabbandiere di Davide Van De Sfroos
Noàntri contrabandéri
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/19 - 09:32
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Io so

Io so
2015
Capolavoro

Omaggio a Pier Paolo Pasolini e alla sua Io so
Io conosco i nomi che non ho dimenticato
(Continues)
Contributed by dq82 2015/10/18 - 23:45

Adresse aux religions et aux religieux

Adresse aux religions et aux religieux
Adresse aux religions et aux religieux

Chanson française – Adresse aux religions et aux religieux – Marco Valdo M.I. – 2015



Lucien l'âne mon ami, je me demande si tu te rappelles qu'il y a déjà un certain temps, deux années peut-être, j'avais fait une version française d'une chanson espagnole de Joan Manuel Serrat qui s'intitulait Los macarras de la moral Los macarras de la moral et à laquelle j'avais donné le titre de LES MACS DE LA MORALE.

Si je m'en souviens ? Et comment donc ! Comment, Marco Valdo M.I., mon ami, peux-tu en douter un seul instant ? J'y avais fait un joli petit commentaire assez acide…

En effet, et c'est précisément de ce commentaire que j'ai tiré une chanson et je l'ai intitulée : « Adresse aux religions et aux religieux ». En fait, je te dois mes plus grands mercis, car finalement, je n’ai pas eu grand-chose à faire. Il m'a suffi de transformer ton commentaire en... (Continues)
Ô grands moralisateurs !
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/10/18 - 23:11
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Ali está o rio

Ali está o rio
[1978]
Parole e musica di José Afonso, adattamento da "A Excepção e a Regra", traduzione portoghese di Luís Francisco Rebelo de “Die Ausnahme un die Regel”, breve dramma didattico scritto da Bertolt Brecht nel 1930.
Nell’album intitolato Enquanto há força del 1978

I dischi “Com as minhas tamanquinhas” del 1976 e “Enquanto há força” sono cronache del Portogallo tra la fine della dittatura ed il trionfo della Rivoluzione.
E mi pare che questa canzone in particolare riveli tutto l’orgoglio di José Afonso per quella vittoria, frutto di una lunga battaglia, e insieme la preoccupazione per il futuro del nuovo paese democratico. Credo che il monito sotteso sia quello di non abbassare mai la guardia, che i nemici della libertà sono sempre in agguato nell’ombra…
Ali está o rio,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/16 - 13:54
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Tinha uma sala mal iluminada

Tinha uma sala mal iluminada
[1978]
Parole e musica di José Afonso
Nell'album intitolato Enquanto há força" pubblicato nel 1978.

I dischi “Com as minhas tamanquinhas” del 1976 e “Enquanto há força” sono cronache del Portogallo tra la fine della dittatura ed il trionfo della Rivoluzione.
E mi pare che questa canzone in particolare riveli tutto l’orgoglio di José Afonso per quella vittoria, frutto di una lunga battaglia, e insieme la preoccupazione per il futuro del nuovo paese democratico. Credo che il monito sotteso sia quello di non abbassare mai la guardia, che i nemici della libertà sono sempre in agguato nell’ombra…
Tinha uma sala mal iluminada
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/16 - 13:13
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Enquanto há força

Enquanto há força
[1978]
Parole e musica di José Afonso
La canzone che apre e intitola l’album del 1978

I dischi “Com as minhas tamanquinhas” del 1976 e “Enquanto há força” sono cronache del Portogallo tra la fine della dittatura ed il trionfo della Rivoluzione.
E mi pare che questa canzone in particolare riveli tutto l’orgoglio di José Afonso per quella vittoria, frutto di una lunga battaglia, e insieme la preoccupazione per il futuro del nuovo paese democratico. Credo che il monito sotteso sia quello di non abbassare mai la guardia, che i nemici della libertà sono sempre in agguato nell’ombra…
Enquanto há força
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/16 - 12:55

En ce temps-là, Till

En ce temps-là, Till
En ce temps-là, Till

Chanson française – En ce temps-là, Till – Marco Valdo M.I. – 2015

Ulenspiegel le Gueux – 7

Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).



En ce temps-là… Ça me rappelle quelque chose, dit Lucien l'âne.

Bien sûr que ça doit te rappeler quelque chose, car c'est une manière ancienne de raconter les contes, les légendes, les épopées, les sagas, les fables, etc. Et en l'espèce, je n'ai fait que reprendre le récit de Charles De Coster qui lui-même s'efforçait de donner cette tonalité à son roman, de sorte à l'inscrire dans une tradition et à donner l'impression qu'il était d'époque. Ça l'authentifiait…

Un peu j'imagine comme le font les metteurs en scène de théâtre ou de cinéma.

Exactement. Mais il faut ajouter... (Continues)
En ce temps-là, Till s'en allait
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/10/15 - 18:43
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Celui qui a mal tourné

Celui qui a mal tourné
[1957]
Parole e musica di Georges Brassens
Nel suo quinto album, comunemente identificato con il titolo della canzone d’apertura, “Oncle Archibald”

E’ per via della fame e della miseria che un poveraccio è finito sulla strada del crimine e, dopo poco, in prigione. Tutti i “comuni mortali” avrebbero goduto a vederlo appeso sulla forca, per poi magari farsi dei bei pendagli portafortuna con la corda del cappio… Ma, dopo un secolo di galera, ecco che il nostro ha espiato la sua condanna e, ormai vecchio e malfermo sulle gambe, non può far altro che tornare sui suoi passi, nelle stesse strade dove ebbe inizio la sua disavventura terrena. E non si aspetta nulla, anzi, intimorito, occhi bassi, rasente ai muri, s’immagina che la gente lo scansi o lo prenda a calci… E invece, “Ehilà, sei tornato finalmente? Quasi non ti si aspettava più! Come stai?”… Il poveraccio, rinfrancato e commosso, scoppia... (Continues)
Il y avait des temps et des temps
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/15 - 13:49
Song Itineraries: From World Jails

Ode au Pape

Ode au Pape
Chanson française – Ode au Pape – Marco Valdo M.I. – 2015



Quoi ? Quoi ? Voilà-t-il pas que tu te mets à écrire des odes à présent et au Pape de surcroît ? En voilà une idée étrange… Tu aurais pu choisir une autre tête de Turc… Mais, tu m'étonneras toujours…
Mais enfin, Lucien l'âne mon ami, il n'y a rien d'extraordinaire à écrire des odes ; ça fait bien longtemps qu'on en compose. Et puis, j'en ai déjà écrit des odes. Certes, j'en conviens, l'ode est un genre poétique un peu solennel et un peu désuet. Il est d'ailleurs régi par certaines règles que je ne suis pas vraiment sûr de respecter. J'aurais aussi bien pu intituler cette chanson Oraison au Pape. Cependant, tu connais mon goût pour la parodie, genre quelque peu ironique. Cette ode-ci, note-le, est une parodie de cette Ode à Kesselring, version française (que je fis) du très beau texte de Piero Calamandrei : Lo avrai camerata Kesselring... (Continues)
Tu l'auras,
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/10/14 - 20:32
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Le pluriel

Le pluriel
[1966]
Parole e musica di Georges Brassens
Nel disco intitolato Supplique pour être enterré à la plage de Sète

Chissà se nel 1966 Brassens e Brel si frequentavano, visto che quasi contemporaneamente da uno uscì questa “Le pluriel” e dall’altro Ces gens-là…
All’ostentato anarco-individualismo di Brassens rispose l’anno seguente, piccato, quel “comunistaccio” di Jean Ferrat con la sua En groupe en ligue en procession, a commento della quale, già ben dieci anni fa, Riccardo, citava proprio il ritornello di Brassens… Ma proseguendo nella lettura di quelle strofe mi sono accorto che “Le Pluriel” potrebbe avere – secondo me ce l’ha – la dignità di una CCG DOC:

Io non salgo sul loro treno, io non vado alle loro parate e fanfare, io non sostengo le loro battaglie in nome di ideali sempre trasformati in incubi, non mi vedrete mai a reggere i loro fasci littori, i loro simboli di morte, non parteciperò... (Continues)
"Cher monsieur, m'ont-ils dit, vous en êtes un autre",
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/14 - 14:31
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Coro dos tribunais

Coro dos tribunais
[1974]
Parole e musica: José Afonso
Letra e música: José Afonso
Lyrics and music: José Afonso
Album: Coro dos tribunais

Canzone del 1974, a dittatura appena terminata, rovesciata, derrubada secondo le memorabili parole di Salgueiro Maia (“estamos aqui para derrubar este governo de merda”, sul Terreiro do Paço). Canzone dove si ricorda l'operato della magistratura (per usare una terminologia comune ancora oggi nel giornalismo di regime), e lo si ricorda in tempi allora parecchio recenti: magistratura asservita al potere, vale a dire il suo compito precipuo sotto qualsiasi regime. Gli sciacalli vengono sostituiti dai tribunali, ed è una sostituzione che avviene per natura, senza nessuno scossone. I tribunali, in coro, distribuiscono ingiustizia, morte e ladrocinio. Poi accade che, in certi frangenti storici, la vorrebbero pure far passare per baluardo democratico o roba del genere, come... (Continues)
Foram-se os bandos dos chacais
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2015/10/14 - 12:32
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Epígrafe para a arte de furtar

Epígrafe para a arte de furtar
[1970]
Parole e musica di José Afonso
Lyrics and music by José Afonso
Letra e música de José Afonso
Album: Traz outro amigo também

Dalle canzoni scritte da José Afonso durante la dittatura appare una costante: il furto. Rubare, fregare, acchiappare, vampiri, entrano nelle case di notte, portano via chi dorme e rubano tutto, e così via. Non c'è nulla di strano: una dittatura non si limita certo a rubare cose squisitamente astratte come la libertà e la coscienza, ma ruba ben più concretamente denaro, oggetti, proprietà, affetti. Ed ecco così questa canzone del 1970, scritta in un Portogallo cui hanno rubato davvero tutto quel che c'era da rubare, magari per finanziare guerre coloniali fuori dal tempo oltre che per arricchirsi personalmente. Così José Afonso si ritrova a cantare di come gli abbiano rubato ogni cosa di materiale e di immateriale, Dio, il Diavolo, la patria, l'umanità, la... (Continues)
Roubam-me Deus
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2015/10/13 - 19:15
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Le vieux Normand

Le vieux Normand
Parole e musica di Georges Brassens
Interpretata nel 1982 dall’amico Jean Bertola in “Dernières chansons inédites”, raccolta di canzoni che “Madame la Mort” impedì a Brassens di registrare.

E dopo La rose, la bouteille et la poignée de mains e Le sceptique ci mancava giusto “il vecchio normanno”, che l’esperienza di vita ha reso scettico, cinico, spietatamente sincero e per ciò stesso assai restìo a dispensare consigli al giovincello che ne sarebbe avido: “Segno della croce o fiore nel fucile… Sta a te deciderlo. Scegli tu se dire amen o tirare una bestemmia…” D’altra parte sono tempi difficili per le scelte – il riferimento al “vietato vietare” mi induce a pensare che la canzone sia stata composta intorno al 68 – pieni di contraddizioni, dove tutti i reucci gridano “Viva la Repubblica!” e persino “Morte agli sbirri!” è diventato uno slogan da poliziotti, dove si parla di pace seduti sui... (Continues)
Depuis que je commence à faire de vieux os,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/13 - 12:15
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Le sceptique

Le sceptique
Parole e musica di Georges Brassens
Interpretata nel 1982 dall’amico Jean Bertola in “Dernières chansons inédites”, raccolta di canzoni che “Madame la Mort” impedì a Brassens di registrare.

Mi pare che anche in questa canzone, come in La rose, la bouteille et la poignée de mains, sia contenuta una summa della vita e della poetica di Brassens.
Il brano è molto esplicito. Brassens se la prende con tutte le ideologie, le credenze (sia quelle comunemente considerate “alte” sia quelle “basse”, che sempre superstizioni sono) e i luoghi comuni, e poi con l’ordine sociale ed i suoi tutori – sbirri, torturatori, giudici e vari appuratori della “verità vera” – ed apparati di costrizione e morte – le galere che fanno espiare le colpe e le ghigliottine che fanno spirare i colpevoli – e ancora con gli ipocriti e i fustigatori dei costumi altrui e infine con il “domani migliore” bagnato dal sangue dei... (Continues)
Imitant Courteline, un sceptique notoire, (1)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/10/13 - 11:15




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