Pick Up a Gun
[1971]
Parole e musica di Ralph McTell
Nel disco intitolato “You Well-Meaning Brought Me Here”
Alla fine degli anni 50, quando aveva solo 15 anni e la scuola gli andava stretta, Ralph McTell si arruolò nell’esercito inglese... Bastarono 6 mesi e tornò di gran corsa agli odiati libri.
Evidentemente l’esperienza sotto le armi gli restò ben impressa, insieme ad un’opinione molto precisa del “God, Country, Family”...
Parole e musica di Ralph McTell
Nel disco intitolato “You Well-Meaning Brought Me Here”
Alla fine degli anni 50, quando aveva solo 15 anni e la scuola gli andava stretta, Ralph McTell si arruolò nell’esercito inglese... Bastarono 6 mesi e tornò di gran corsa agli odiati libri.
Evidentemente l’esperienza sotto le armi gli restò ben impressa, insieme ad un’opinione molto precisa del “God, Country, Family”...
The adverts in the papers solicit soldiers for the army
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/7/8 - 21:02
Old Forgotten Soldier
[1974]
Parole e musica di Harry Nilsson.
Nel disco intitolato “Pussy Cats”, prodotto dall’amico John Lennon (che compare insieme a Nilsson nella divertente copertina)
Parole e musica di Harry Nilsson.
Nel disco intitolato “Pussy Cats”, prodotto dall’amico John Lennon (che compare insieme a Nilsson nella divertente copertina)
Reaching for a butterfly
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/7/8 - 18:44
Non ti ricordi, mamma, quella notte
[1943]
Canzone dei partigiani garibaldini della brigata “Antonio Gramsci” operante in Valnerina, Umbria, tra il 1943 e il 1944.
Comunemente attribuita a Dante Bartolini, militante comunista, comandante partigiano (fu vice-comandante del battaglione “Guglielmo Morbidoni” col nome di battaglia di “Tito”), poi operaio delle acciaierie di Terni, poeta e cantore nel gruppo de La Valnerina.
Ne “La Valnerina ternana”, raccolta di canti pubblicata da i Dischi del Sole nel 1976, a cura di Valentino Paparelli e Alessandro Portelli, ricerca ripubblicata nel 2011 in formato libro + cd dell’editore Squi[libri].
Nel marzo del 1944 i partigiani della “Antonio Gramsci” riuscirono a creare la prima zona libera d'Italia, nella zona compresa tra la Valnerina e il territorio di Cascia e Leonessa.
Canzone dei partigiani garibaldini della brigata “Antonio Gramsci” operante in Valnerina, Umbria, tra il 1943 e il 1944.
Comunemente attribuita a Dante Bartolini, militante comunista, comandante partigiano (fu vice-comandante del battaglione “Guglielmo Morbidoni” col nome di battaglia di “Tito”), poi operaio delle acciaierie di Terni, poeta e cantore nel gruppo de La Valnerina.
Ne “La Valnerina ternana”, raccolta di canti pubblicata da i Dischi del Sole nel 1976, a cura di Valentino Paparelli e Alessandro Portelli, ricerca ripubblicata nel 2011 in formato libro + cd dell’editore Squi[libri].
Nel marzo del 1944 i partigiani della “Antonio Gramsci” riuscirono a creare la prima zona libera d'Italia, nella zona compresa tra la Valnerina e il territorio di Cascia e Leonessa.
Non ti ricordi, mamma, quella notte
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/7/8 - 13:52
Song Itineraries:
Resistance against Nazi-Fascism in Italy and Europe
L'Internationale
TATARO (DEL VOLGA) [2] / (VOLGA) TATAR [2]
La versione nell'alfabeto latino-cirillico Jaņalif (o Yañalif, Yangalif) del 1928. Probabilmente è la versione originale. L'immagine e il testo stampabile sono stati forniti da Arisztíd nel giugno 2015.
The Tatar Internationale's version in the Latin-Cyrillic scrpt Jaņalif (o Yañalif, Yangalif) of 1928. Probably the original version. The image and the printable lyrics were contributed by Arisztíd in June 2015.
The Tatar Internationale's version in the Latin-Cyrillic scrpt Jaņalif (o Yañalif, Yangalif) of 1928. Probably the original version. The image and the printable lyrics were contributed by Arisztíd in June 2015.
INTRNATSIONAL
(Continues)
(Continues)
Contributed by Arisztíd és RV / Arisztíd og RV 2014/7/8 - 11:57
L'Internationale
TATARO (DEL VOLGA) [1] / (VOLGA) TATAR [1]
La versione in lingua tatara del Volga nell'alfabeto latino rimasto ufficiale dal 1997 al 2004 (sostituito poi dall'alfabeto tataro-cirillico).
The Internationale's version in the Volga Tatar language according to the Latin script in official use from 1997 up to 2004 (then raplaced by the Tatar Cyrillic alphabet).
The Internationale's version in the Volga Tatar language according to the Latin script in official use from 1997 up to 2004 (then raplaced by the Tatar Cyrillic alphabet).
INTERNATSIONAL
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2014/7/8 - 11:17
Il mercenario di Lucera
La canzone "Il mercenario di Lucera" vecchie rivendicazioni a parte non mi sembra molto politica. Il mercenario è uno che combatte a pagamento senza farsi troppi scrupoli. Ovvio che sia meglio per lui combattere per il più forte e ricco non per dei poveri che vivono nella jungla. Ideali politici? Solo delle donne altrettanto mercenarie e l'esaltazione del suo sacrificio ("Viva la morte mia e la gioventù"). Sembra la ballata di uno che si lascia alle spalle il suo paese dopo guai con la giustizia(di nero c'è solo la sua fedina)facendo il militare di professione anziché il bandito senza farsi troppi rimpianti per una vita qualunque ma più normale della sua.
Carlo 2014/7/7 - 16:12
Zdravljica
Nell'originale le strofe hanno la forma di una coppa di vino, cosa che è abbastanza inusuale.
Anonymus 2014/7/7 - 14:35
Vitti na crozza
Un canto popolare non rimane inalterato nel tempo, cambia anche di luogo in luogo. Vitti una crozza potrebbe essere aperto oggi a nuove versioni, secondo la fantasia di chicchessia, magari affrontando dolorose problematiche attuali.
Per quanto riguarda la versione antica, quella che ho sempre conosciuto fin dagli anni '50(fosse o non fosse stata già rimaneggiata) è vicina a quella espressa il 22/1/2013 da Roberto, ma do un altro senso al dialogo tra il vivo e il morto, nel quale mi sembra ci possa essere anche un significato religioso:
(IL VIVO:) Vidi un teschio sopra un cannone,
fui curioso e gli volli domandare,
lui mi rispose con gran dolore:
(IL MORTO:)“Sono morto senza tocco di campane”.
(IL VIVO:)Sono andati, sono andati i miei anni
Sono andati, sono andati … non so dove,
ora che sono arrivato agli 80 anni
chiamo la morte e lei mi risponde:
(IL MORTO:)“Preparatemi, preparatemi... (Continues)
Per quanto riguarda la versione antica, quella che ho sempre conosciuto fin dagli anni '50(fosse o non fosse stata già rimaneggiata) è vicina a quella espressa il 22/1/2013 da Roberto, ma do un altro senso al dialogo tra il vivo e il morto, nel quale mi sembra ci possa essere anche un significato religioso:
(IL VIVO:) Vidi un teschio sopra un cannone,
fui curioso e gli volli domandare,
lui mi rispose con gran dolore:
(IL MORTO:)“Sono morto senza tocco di campane”.
(IL VIVO:)Sono andati, sono andati i miei anni
Sono andati, sono andati … non so dove,
ora che sono arrivato agli 80 anni
chiamo la morte e lei mi risponde:
(IL MORTO:)“Preparatemi, preparatemi... (Continues)
Nicola 2014/7/5 - 19:13
Joska la Rossa
bombaso è la bambagia cotone
pelle de bombaso è liscia e soffice come la bambagia
ovattata non suona bene
pelle de bombaso è liscia e soffice come la bambagia
ovattata non suona bene
Mauro da Romano d'Ezzelino 2014/7/5 - 17:45
Schlaflied für die Sehnsucht
Chanson de langue allemande – Schlaflied für die Sehnsucht – Selma Meerbaum-Eisinger – 1942
Poèmes de Selma Meerbaum-Eisinger (Černivci, 1924 – camp de travail nazi de Michajlovka, 1942).
La poétesse elle-même nota sur le manuscrit « à chanter d'après la mélodie « Di zun iz fargangen» de M. Gebirtig ».
Dans sa «Di zun iz fargangen », Gebirtig chante le rêve des années heureuses, d'insouciante jeunesse… Le réveil est amer : le soleil est couché et le poète, est seul, découragé et vieux…
De la même manière, la jeune poète de Černivici rêve de donner du courage à son bien-aimé en le berçant dans ses bras ; mais au réveil, il y a seulement horreur, vide et douleur…
Le vieux Mordechai de Cracovie et la jeune Selma de Cernovici moururent tous les deux en 1942, à peu de mois l'un de l'autre, écrasés par la fureur nazie…
Moi, dit Lucien l'âne, j'aime beaucoup cette jeune personne... Elle est... (Continues)
Poèmes de Selma Meerbaum-Eisinger (Černivci, 1924 – camp de travail nazi de Michajlovka, 1942).
La poétesse elle-même nota sur le manuscrit « à chanter d'après la mélodie « Di zun iz fargangen» de M. Gebirtig ».
Dans sa «Di zun iz fargangen », Gebirtig chante le rêve des années heureuses, d'insouciante jeunesse… Le réveil est amer : le soleil est couché et le poète, est seul, découragé et vieux…
De la même manière, la jeune poète de Černivici rêve de donner du courage à son bien-aimé en le berçant dans ses bras ; mais au réveil, il y a seulement horreur, vide et douleur…
Le vieux Mordechai de Cracovie et la jeune Selma de Cernovici moururent tous les deux en 1942, à peu de mois l'un de l'autre, écrasés par la fureur nazie…
Moi, dit Lucien l'âne, j'aime beaucoup cette jeune personne... Elle est... (Continues)
BERCEUSE NOSTALGIQUE
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2014/7/5 - 15:52
Lu pisce spada
.....un pugliese che ama la Sicilia e le storie del Sud.
M E R A V I G L I O S O, come la sua canzone..!
M E R A V I G L I O S O, come la sua canzone..!
SIMONE 2014/7/5 - 13:07
Ramshackle Day Parade
DISORDINATA PARATA GIORNALIERA
(Continues)
(Continues)
Contributed by Alessio Semino 2014/7/3 - 20:29
Müdes Lied
Chanson de langue allemande – Müdes Lied – Selma Meerbaum-Eisinger – 23 décembre 1941
Poème de Selma Meerbaum-Eisinger (Černivci, 1924 – camp de travail nazi de Michajlovka, 1942).
Quelques jours après que Selma eut terminé la dixième année de l'école secondaire, la Roumanie entra en guerre aux côtés des puissances de l'Axe (juin 1941). Le 7 Juillet 1941, la synagogue de Černivci fut incendiée; le 30 Juillet 1941, une ordonnance signée du colonel Alexandru Rioșanu (ministre d'Ion Antonescu et gouverneur de la Bucovina) déclara les Juifs subversifs et dangereux pour la sécurité de l'État et par conséquent, il leur défendit de sortir dchez eux et il les obligea à porter sur leurs vêtements l'étoile de David. Le 11 octobre 1941, furent décrétées la constitution du ghetto et l'obligation pour tous les Juifs de s'y transférer. D'alors, les nouvelles sur la vie de Selma se font toujours plus... (Continues)
Poème de Selma Meerbaum-Eisinger (Černivci, 1924 – camp de travail nazi de Michajlovka, 1942).
Quelques jours après que Selma eut terminé la dixième année de l'école secondaire, la Roumanie entra en guerre aux côtés des puissances de l'Axe (juin 1941). Le 7 Juillet 1941, la synagogue de Černivci fut incendiée; le 30 Juillet 1941, une ordonnance signée du colonel Alexandru Rioșanu (ministre d'Ion Antonescu et gouverneur de la Bucovina) déclara les Juifs subversifs et dangereux pour la sécurité de l'État et par conséquent, il leur défendit de sortir dchez eux et il les obligea à porter sur leurs vêtements l'étoile de David. Le 11 octobre 1941, furent décrétées la constitution du ghetto et l'obligation pour tous les Juifs de s'y transférer. D'alors, les nouvelles sur la vie de Selma se font toujours plus... (Continues)
CHANSON FATIGUÉE
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2014/7/3 - 17:07
La boje (L'Italia l'è malada)
Anonymous
[1882-85]
Canzone di autore anonimo risalente al periodo dei moti contadini che ebbero luogo in molte zone tra Lombardia e Veneto sul finire dell’800.
Nel repertorio del Gruppo Padano di Piadena, del Gruppo di canto popolare Voci di Mezzo e di Giovanna Marini.
Come ricordava l’ottimo Gian Piero Testa nel suo commento introduttivo alla splendida “Cazzarola” (Κατσαρόλα) di Stamatis Kraounakis, l’espressione “La boje!” veniva ancora usata agli inizi del 900 dai braccianti del padovano “quando l'avidità e l'arroganza degli agrari superavano il limite pur largo che le condizioni dei tempi ammettevano”. In veneto “La boje!” sta infatti per “La boje, e de boto la va fora”, ossia, “Bolle, e sta per traboccare”, cioè la pazienza è finita perché ne abbiamo piene le palle dei vostri soprusi…
Tra il 1882 ed il 1885, nelle province di Rovigo, Padova, Mantova, Cremona e Treviso la pazienza dei braccianti,... (Continues)
Canzone di autore anonimo risalente al periodo dei moti contadini che ebbero luogo in molte zone tra Lombardia e Veneto sul finire dell’800.
Nel repertorio del Gruppo Padano di Piadena, del Gruppo di canto popolare Voci di Mezzo e di Giovanna Marini.
Come ricordava l’ottimo Gian Piero Testa nel suo commento introduttivo alla splendida “Cazzarola” (Κατσαρόλα) di Stamatis Kraounakis, l’espressione “La boje!” veniva ancora usata agli inizi del 900 dai braccianti del padovano “quando l'avidità e l'arroganza degli agrari superavano il limite pur largo che le condizioni dei tempi ammettevano”. In veneto “La boje!” sta infatti per “La boje, e de boto la va fora”, ossia, “Bolle, e sta per traboccare”, cioè la pazienza è finita perché ne abbiamo piene le palle dei vostri soprusi…
Tra il 1882 ed il 1885, nelle province di Rovigo, Padova, Mantova, Cremona e Treviso la pazienza dei braccianti,... (Continues)
L'Italia l'è malada
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/7/3 - 13:23
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Spürst du es nicht, wenn ich um dich weine
Chanson de langue allemande – Spürst du es nicht, wenn ich um dich weine - Selma Meerbaum-Eisinger – 23 décembre 1941
Poème de Selma Meerbaum-Eisinger (Černivci, 1924 – Camp de travail nazi de Michajlovka, 1942).
Nombre des poésies de Selma Meerbaum-Eisinger furent traduites en yiddish et mises en musique par Leibu Levin (1914-1983), poète et compositeur, lui aussi juif et originaire de la Bucovine, région des Carpates aujourd'hui partagée entre la Roumanie et l'Ukraine, mais partie de l'empire autrichien jusqu'à la Grande Guerre.
Leibu Levin, survivant à l'Holocauste, émigra ensuite en Israël.
J'ignore si celle-ci aussi peut être attribuée au répertoire de Leibu Levin… Elle a sûrement été mise en musique par d'autres, par exemple Rolf Straver (1956-), compositeur néerlandais, dans son « Ich habe keine Zeit gehabt zu Ende zu schreiben op. 34 » entièrement basé sur les dernières poésies... (Continues)
Poème de Selma Meerbaum-Eisinger (Černivci, 1924 – Camp de travail nazi de Michajlovka, 1942).
Nombre des poésies de Selma Meerbaum-Eisinger furent traduites en yiddish et mises en musique par Leibu Levin (1914-1983), poète et compositeur, lui aussi juif et originaire de la Bucovine, région des Carpates aujourd'hui partagée entre la Roumanie et l'Ukraine, mais partie de l'empire autrichien jusqu'à la Grande Guerre.
Leibu Levin, survivant à l'Holocauste, émigra ensuite en Israël.
J'ignore si celle-ci aussi peut être attribuée au répertoire de Leibu Levin… Elle a sûrement été mise en musique par d'autres, par exemple Rolf Straver (1956-), compositeur néerlandais, dans son « Ich habe keine Zeit gehabt zu Ende zu schreiben op. 34 » entièrement basé sur les dernières poésies... (Continues)
N'ENTENDS-TU PAS, QUE JE PLEURE APRÈS TOI...
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2014/7/3 - 09:59
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Canzone che dedico volentieri al nostro attuale premier Renzi(e) ma anche agli ex Letta, Monti e Berlusconi, primi ministri del recente passato che hanno fatto un gran bene al Paese e a cui va tutta la sincera gratitudine del popolo. Proprio così come cantava Vamvakáris, che nel 1936 salutava la quasi contemporanea dipartita - nel senso proprio dello schiattare - di ben tre ex primi ministri greci, tali Kondilis, Venizelos e Demergìs...