Non è il saluto dei primi cristiani ma l'antichissimo saluto ebraico "la pace sia con voi", letteralmente "portiamo pace su di voi", in lingua aramaica. L'ultima parola "aleihem, alekhem, alekhe"… è di difficile trascrizione per l'aspirazione alla "calabrese" dopo la prima e molto chiusa: a-lei-kh-m , ed altro non è che il saluto in lingua araba salam aleikhum da cui deriva anche l'espressione figurata "fare un sacco di salamelecchi" ovvero sbracciarsi enormemente per un gran saluto formale anche un po' esagerato.
Grazie a tutti, anche ai livornesi (diavoli accesi), che se non ci mettono almeno un tentativo di far ridere, non si sentono tali. Sì, Riccardo, le diatribe regionalistiche lasciano il tempo che trovano e sono - forse - divertenti soltanto al bar con gli amici. Qui parliamo di questa canzone che, pian piano, sta sorgendo dal dimenticatoio dove era stata relegata. Lo dimostra il fatto che nonh ho mai potuto toglierla dal repertorio fin dall'anno in cui l'ho scritta (1971) e vi assicuro che cantarla nei concerti non è stato sempre facile in quegli anni....
L'ignoranza fa male...
Criticare questa canzone e come criticare la vita stessa...
Poi forse parlo da fan accanita del Gen Rosso, ma la descrizione in alto e i commenti sotto sono terribili...
Dovreste solo vergognarvi...
Sì, è vero. L'ignoranza fa male. Specialmente quella propagandata, e sovente imposta a forza, dalla Chiesa Cattolica da un paio di millenni a questa parte. Ma non è questo il punto, certamente.
Il punto lo sintetizzerò con un piccolo episodio personale, accadutomi alcuni giorni fa. Sul lunotto posteriore della mia macchina c'era, da mesi, l'adesivino "ATEO A BORDO" della UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti). Nulla di offensivo. Non c'era scritta una bestemmia. Ebbene, 4 giorni fa ho ritrovato l'adesivo non staccato, ma massacrato. Con una chiave, a strappare la scritta "Ateo". Rigandomi anche il vetro. Nulla di grave, chiaro; ma indicativo.
In vita mia nn mi sono mai sognato di riservare simili trattamenti agli adesivi con Padre Pio, con tutte le Madonnine di ogni tipo e luogo (da Guadalupe a Loreto), con Sant'Antonio da Padova, col Santo Volto di Gesù. Quelli vanno bene. Ho invece... (Continues)
Interpretata dal duo folk Zupfgeigenhansel (Erich Schmeckenbecher e Thomas Friz) nel disco intitolato “Volkslieder 2” del 1977.
Traduzione inglese trovata su YouTube, dove si dice che l’espressione “Mein Michel” si riferisce alla patria tedesca, un po’ come l’ “Uncle Sam” per gli americani o la “Marianne” per i francesi…
MY MICHEL, WHAT DO YOU WANT MORE? (Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/6/11 - 14:32
Sulla musica scritta dal compositore Konstantin Julius Becker (1811-1859) per la poesia “Du hast Diamanten und Perlen” di Heinrich Heine.
Affabulando di άμαξα e di αμάξι, mi accorgo solo adesso e per caso di essere finito in un fosso etimologico con tutti questi carri e carretti: altro che parola turca, è greca che di più non si può! Su di una ἄμαξα per es. andò Nausicaa al fiume (Od. VII, 37). Era il carro a quattro ruote. Mi consolo vedendo che il Babiniotis lo descrive con un solo asse, forse confondendo ἄμαξα (o anche ἀμᾶξα) con ἅρμα, il carro da guerra (e ancora oggi il carro armato viene così chiamato ufficialmente, al posto del più familiare τανκ). Ho fatto confusione con αραμπάς (dal turco "araba", a sua volta dal persiano): ma la Repubblica avrebbe il diritto di farsi restituire la mia maturità classica, che mi riconobbe nel lontano 1960.
The song was repurposed with a new meaning that belied the literal lyrics. We looked forward to the "leaving on a jet plane" and the rest of the words were either ignored or reimagined to fit into the "going home" theme. We arrived and departed on civilian chartered commercial airliners flown by the contractor World Airways. The dream was the moment the plane taking us home would lift off the runway, which would be the gateway moment back to reality. Everything was surreal until then. You had to be there.