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Krakowiaczek 1940

Krakowiaczek 1940
Sachsenhausen, 1940
Lyrics: Aleskander Kulisiewicz
Music: Polish Folksong (unidentified)

Sachsenhausen, 1940
Testo: Aleksander Kulisiewicz
Musica: Canzone popolare polacca (non identificata)


Kulisiewicz generally names the older melodies on which he based his new creations. “Krakowiaczek 1940” is among the exceptions. The melody—introduced in the recording by some virtuoso whistling—is identified only as a folksong. Krakowiaczek literally means little Krakowiak, the emblematic folk song and dance of the Krakow region. But the diminutive form also expresses affection, proclaiming Kulisiewicz’s love for his vanquished native city. The song also honors Dr. Jan Miodoński, a medical professor arrested November 6, 1939, during the Sonderaktion Krakau, the Nazi attempt to crush Polish intellectual life by imprisoning or killing instructors at Krakow’s Jagiellonian University. Deported to... (Continues)
Krakowie, Krakowie,
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2014/3/21 - 19:26
Song Itineraries: Extermination camps
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Mordechai Anielewicz

Mordechai Anielewicz
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (Continues)
Se io potessi incontrarti
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/20 - 15:34
Song Itineraries: Ghettos
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Benvenuti nel ghetto (Cocktail Molotov)

Benvenuti nel ghetto (Cocktail Molotov)
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (Continues)
Uomini di von Sammern,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/20 - 14:02
Song Itineraries: Ghettos
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Umschlagplatz

Umschlagplatz
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (Continues)
Tra le casse, i sospiri e i gusci d'uovo
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/20 - 10:59
Song Itineraries: Ghettos
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Devarìm (dal Deuteronomio)

Devarìm (<em>dal Deuteronomio</em>)
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (Continues)
Contro di te
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/20 - 10:24
Song Itineraries: Ghettos
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Canto dei sarti ebrei della Wehrmacht

Canto dei sarti ebrei della Wehrmacht
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (Continues)
Certo, l’aria che tira
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/20 - 09:37
Song Itineraries: Ghettos
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L'inno di Papele

L'inno di Papele
[2013]
Testo e musica (?) di Federico Salvatore
sulle note di "Disamistade" di Fabrizio de André
Dall'album "Pulcine'Hell"
Testo da qui,
Me sapite cunta' senza fa chiu' e ruffian,
(Continues)
Contributed by Cristòfer' V(e)rona 'o polacc' 2014/3/20 - 00:21
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Napocalisse

Napocalisse
[2013]
Testo e musica di Federico Salvatore
Dall'album "Pulcin'Hell"
Testo da http://www.angolotesti.it/
Nero comm a na maschera ca nun pòrt chiù nisciùn
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2014/3/19 - 20:41

Der Bücherkarren

Der Bücherkarren
[1931]
Versi di Hellmuth Kruger (1890-1955), scrittore tedesco, attore e comico molto attivo nel cabaret berlinese negli anni d’oro di Weimar.
Ignoro se la musica sia sua oppure di qualche famoso ovvero ignoto compositore dell’epoca, come ce n’erano tantissimi nella vivissima Berlino prenazista.

“Chiamiamo Adolf ‘Salvatore della Patria’… o non sarà piuttosto il contrario?”

In questa canzone – per quello che sono riuscito a capire - Hellmuth Kruger pone ironicamente i propri dubbi sull’ormai dilagante nazismo e prefigura quasi profticamente quello che sarebbe successo di lì a poco (e che in parte stava già sordidamente succedendo), la campagne di “pulizia” contro cittadini ed intellettuali ebrei (viene citato, per esempio, Emil Ludwig, noto scrittore e giornalista che nel 1932 sarà costretto a fuggire prima in Svizzera e poi negli USA) ed i Bücherverbrennungen, i roghi di libri degli autori vietati che inaugurarono tristemente l’avvento al potere di Hitler nel 1933.
Ich baue meinen Karren um, weil ich so langsam spüre,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/19 - 16:30

Die Nationalstrolchisten

Die Nationalstrolchisten
[1932]
Versi di Eberhard Friedrich Worm, detto Hardy (1896-1973), scrittore e giornalista satirico berlinese che negli ultimi anni dell Repubblica di Weimar si dedicò anche molto alla scrittura per il cabaret (ebbe pure un suo locale, il “Die rote Nachtigall”).
Ignoro se la musica sia sua oppure di qualche famoso ovvero ignoto compositore dell’epoca, come ce n’erano tantissimi nella vivissima Berlino prenazista.

Così come su questo sito compaiono molte canzoni in Yiddish, la lingua degli ebrei d’Europa che i nazisti tentarono di cancellare insieme a coloro che la parlavano, vorrei che comparissero anche tante canzoni in tedesco provenienti dall’epoca in cui il nazismo crebbe e si affermò, piccoli squarci di luce e di resistenza in quegli anni squallidi e bui in cui si preparava l’orrore di un’altra guerra mondiale, dell’Olocausto ebraico e delle stragi di oppositori, zingari, omosessuali... (Continues)
Anjetreten! Held markieren!
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/19 - 12:01
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Silvano Fedi 29/7/1944

Silvano Fedi 29/7/1944
Testo e musica di Luca Vivarelli
arrangiamenti di "di terra in terra"

Tratta dal CD "Danzastorie"

Canzone dedicata al partigiano pistoiese Silvano Fedi e al suo ideale di libertà e di lotta al nazifascismo.

Antonello Minnei, voce
Andrea Geri, organetto, backing vocal
Quirino Trovato, chitarra, irish bouzuki, spoons, backing vocal
Savino Pantone, violino, backing vocal
Gaspare Bartelloni, whistle e flauto
Maurizio Morosi, bodhran
Non pensavo così la mia sorte,
(Continues)
Contributed by Luca Vivarelli 2014/3/18 - 21:59
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Riprendiamoci la Corsica!!!

Riprendiamoci la Corsica!!!
[2005]
Nell’album intitolato “Sogno improbabile”

In questi giorni in cui soffiano nuovi venti secessionisti e di guerra in puro stile balcanico, ma dal Mar Nero (che nero, che nero!), perchè lasciare lo zar Putin e i neonazisti ucraini agire da soli e da soli spartirsi il bottino? Diamoci da fare anche noi! Tiriamo fuori le nostre beneamate palle nazionaliste e... RIPRENDIAMOCI LA CORSICA!!! (se poi va male, possiamo sempre provare con la Svizzera...)
Bonaparte era italiano
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/18 - 21:34
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Una vita spesa a skivar la fresa

Una vita spesa a skivar la fresa
[2008]
Nell’album intitolato “Dio ci deve delle spiegazioni*” del 2009

La canzone si apre con l’etimologia della parola lavoro e si chiude con un motto popolare antichissimo, detto che il verbo manducare per mangiare è già presente nella Divina Commedia (alla fine del canto XXXII dell’Inferno, dove Dante Alighieri introduce l’arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini, carnefice di Ugolino della Gherardesca, condannato alla tribolazione di vedersi il cranio manducato dal conte Ugolino che lui aveva catturato a tradimento, rinchiuso e fatto morire di fame insieme ai suoi figli...)
Lavoro è parola che deriva dal latino labor, laboris: fatica, sofferenza, pena.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/18 - 21:10
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Difendiamo i territori

Difendiamo i territori
Inno rugby team NO TAV - NO PONTE - NO MUOS

Parole di Francesco "Kento" Carlo,
Musica di Francesco "Shiva" Creazzo (Kalafro).
Registrato e mixato da Daniele Zazza al Dirty Hubs Studio
Da Niscemi alla Clarea tu scendi in campo che ti aspetto
(Continues)
Contributed by adriana 2014/3/18 - 16:32

Herbst 1932

Herbst 1932
[1932]
Parole di Werner Finck (1902-1978), cabarettista, attore e scrittore.
Ignoro se la musica sia sua, ma comunque è una delle sue canzoncine satiriche per gli spettacoli di cabaret al “Die Katakombe” di Berlino, teatro da lui stesso fondato nel 1927 insieme ad Hans Deppe (1897-1960), regista, attore e produttore cinematografico.

Inizialmente Werner Finck non si interessava di politica, il suo era un talento comico puro. Di sé stesso diceva di essere un “inguaribile individualista”. Ma dalla fine degli anni 20 fu la “politica” ad entrare in rotta di collisione con Finck ed il suo “Die Katakombe”: “Ci sono alcuni oggi che dicono che io ero contro i nazisti. Ma io vorrei che fosse chiaro questo: sono calunnie. La questione era ben diversa: erano i nazisti ad essere contro di me!”

A partire dal 1932 – l’autunno 1932 cui si riferisce questa sarcastica canzoncina – gli spettacoli di Finck... (Continues)
Wie es so regnet heut' nacht,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/18 - 15:51
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Höchste Eisenbahn!

Höchste Eisenbahn!
[1932]
Parole e musica di Friedrich Hollaender.

Questa canzone dava il titolo all’ultima delle riviste di cabaret composte da Hollaender prima di fuggire dalla Germania nazista, quando – come recita il refrain – c’era ormai poco tempo da perdere, poco tempo per fare tutto quello che non si era fatto fino a quel momento… Solo il tempo di fare le valigie e saltare sul primo treno per lasciare quel pestilenziale e tetro paese ostaggio delle camicie brune.

E’ dai cabaret, come il “Tingel-Tangel” fondato dallo stesso Hollaender nel 1931, che arrivò l’ultima e disperata battaglia contro il nazismo che stava per guadagnare il potere. Non è un caso se nell’autunno del 1932 le SA irruppero al Tingel-Tangel distruggendo tutto e picchiando gli attori impegnati proprio in “Höchste Eisenbahn”…

Friedrich Hollaender fuggì da Berlino di gran corsa, poche ore dopo l’incendio del Reichstag (che fu, come... (Continues)
Höchste, höchste, allerhöchste Eisenbahn!
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/18 - 13:23
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Lumpenlied

Lumpenlied
[1909]
Versi di Erich Mühsam, nella raccolta intitolata “Wüste, Krater, Wolken” pubblicata nel 1914.
Musica di Béla Reinitz (1878-1943), compositore, militante della sinistra magiara.
Nella colonna sonora del film “Mephisto” diretto nel 1981 dal regista ungherese István Szabó, interpretato da Klaus Maria Brandauer, da un racconto di Klaus Mann.
Più recentemente messa in musica da Frank Spilker e Knarf Rellöm.

Una canzone in stile cabarettistico che Mühsam scrisse all’epoca del suo soggiorno a Monaco, dove fondò una cellula socialista rivoluzionaria chiamata “Gruppe Tat” con cui si prefiggeva di coscientizzare e coinvolgere nel processo rivoluzionario il cosiddetto “Lumpenproletariat”, il sottoproletariato urbano. L’esperimento fallì, anche perché i “lumpen” non erano tanto interessati alla propaganda socialista quanto al cibo e alle bevande disponibili durante i meeting del Tat…
E infatti... (Continues)
Kein Schlips am Hals, kein Geld im Sack.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/18 - 11:20
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Crimes

Crimes
[1998]
Interprétée avec Khaled
Musique: Alan Stivell
Paroles: Alan Stivell, Khaled
Interpretata assieme a Khaled
Musica: Alan Stivell
Testo: Alan Stivell, Khaled
Album: 1Douar

"1 Douar (One Earth en anglais) est le dix-neuvième album d'Alan Stivell, paru en mars 1998. Le titre signifie indifféremment « une terre » en breton et « un village » en arabe et en kabyle. La musique se joue des frontières pour aller à la rencontre des autres cultures, formant une unité. [...] Ce deuxième duo avec Khaled, en anglais, breton et français, entremêlant lui aussi les deux voix, l'électro et les instruments traditionnels, est un avertissement aux dictateurs et « chiens de guerre », renforcé par le final a cappella d'Alan Stivell : « Dans ce monde ou ailleurs / Vous n'aurez ni repos ni bonheur ». Bien sûr, cette dénonciation s'applique à tous les temps, mais au moment où était enregistré le disque,... (Continues)
Never
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2014/3/18 - 10:10
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Drunt' im Prater ist ein Platzerl

Drunt' im Prater ist ein Platzerl
[1944]
Parole di Leo Strauss (1897–1944), librettista e musicista viennese, ebreo, rinchiuso prima a Theresienstadt e poi deportato ed eliminato ad Auschwitz.
Musica di Otto Skutečky (1907-1944), compositore probabilmente ceco del quale non so altro oltre che la data di nascita e quella – inequivocabile – di morte.

Una canzone molto simile nel tema a Ich weiss bestimmt, ich werd dich wiedersehen! di Adolf Strauss: il ricordo e la nostalgia dei giorni di amore e di sole - qui trascorsi al Prater di Vienna, uno dei parchi pubblici più grandi e famosi d’Europa e del mondo – bruscamente interrotti dalla deportazione e dalla separazione, lei spedita in qualche campo all’Est (forse Oświęcim/Auschwitz), lui rinchiuso a Theresienstadt… “Ma i sogni non conoscono ostacoli, ti giurai quando ti dissi addio: ci rivedremo ogni giorno ricordando il luogo e i giorni in cui la felicità un tempo ci venne incontro.”
Wenn andre Leut´ auf Urlaub reisen
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/17 - 15:27

Das Lied von den zwei Ochsen

Das Lied von den zwei Ochsen
[1944]
Versi di Manfred Greiffenhagen (1896-1945), ebreo tedesco, berlinese, autore di cabaret.
Musica di Martin Roman (1913-1996), anche lui ebreo tedesco, pianista jazz.
Recentemente (2007) riproposta al grande pubblico dal basso baritono tedesco Christian Gerhaher e dalla ‎mezzo-soprano svedese Anne Sofie von Otter nella raccolta intitolata “Terezín/Theresienstadt”, pubblicata nel 2008 dalla Deutsche Grammophon.‎
Testo trovato su “Und Die Musik Spielt Dazu! Kabarett in Theresienstadt”, titolo di un concerto tenutosi nel 2009 presso la sinagoga di Vöhl, nell’Assia.

Internato a Theresienstadt, Manfred Greiffenhagen scrisse molti dei testi delle piéces teatrali e musicali messe in scena nel campo-ghetto. Come molti artisti ebrei lì rinchiusi – tra i quali il noto attore Kurt Gerron – fu costretto dagli aguzzini a prestarsi nel documentario di propaganda “Der Führer schenkt den Juden... (Continues)
Ihr naht Euch wieder, schwankende Gestalten,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/17 - 13:53
Song Itineraries: Extermination camps
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Terezín-Lied

Anonymous
Terezín-Lied
[1943 o 1944]
Testo di autore sconosciuto
Sulla melodia di un brano (“Komm mit nach Varasdin”) contenuto nell’operetta “Gräfin Mariza” (1924) del compositore ungherese Emmerich Kálmán (1882-1953).
Recentemente (2007) nell’album intitolato “Terezín / Theresienstadt” interpretato dalla mezzo-soprano svedese Anne Sofie Von Otter, con i musicisti Bengt Forsberg, Christian Gerhaher e Daniel Hope.
Testo trovato su “Und Die Musik Spielt Dazu! Kabarett in Theresienstadt”, titolo di un concerto tenutosi nel 2009 presso la sinagoga di Vöhl, nell’Assia.
Ich bitte nicht lachen Sie über die Sachen,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/17 - 10:56
Song Itineraries: Extermination camps
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Das Lied von Theresienstadt

Das Lied von Theresienstadt
[1943 o 1944]
Parole di Walter Lindenbaum.
Musica dello stesso Lindenbaum o di ignoto compositore presente a Theresienstadt
Testo trovato qui

Viennese, ebreo, giornalita e scrittore, fondatore dell’associazione degli autori socialisti austriaci, Walter Lindenbaum fu da subito apertamente schierato contro il nazionalsocialismo, ben prima e anche dopo l'annessione (Anschluss) dell'Austria alla Germania nel 1938. Nella primavera del 1943, Walter, la moglie Rachel e la figlia Ruth di soli 5 anni furono arrestati e internati nel campo-ghetto di Theresienstadt, alla cui vita artistica Lindenbaum partecipò attivamente scrivendo canzoni per gli spettacoli di cabaret.

“Qui siamo 40.000 ebrei, credo che di più non potremmo starci. Quelli che non vengono spediti in Polonia, vengono portati via chiusi in una cassa. Quando la notte scende, noi stiamo nei cortili fra le baracche, inquieti. Guardiamo... (Continues)
Wir sind hier 40.000 Juden,
(Continues)
Contributed by Bernart bartleby 2014/3/17 - 09:55
Song Itineraries: Extermination camps
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Anarchista

Anarchista
[2001]
Testo e musica di Dezerter
Dall'album "Decydujące starcie"
Da http://www.tekstowo.pl/
Sito ufficiale http://www.dezerter.art.pl/
Może powinienem zabić prezydenta
(Continues)
Contributed by krzyś 2014/3/15 - 21:26
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Vladimir

Vladimir
marzo 2014
Testo e musica di Maciej Maleńczuk
Sito ufficiale http://www.malenczuk.art.pl/index_2.html

Maleńczuk mówi "NI CHUJA!"
Vladimir
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2014/3/15 - 20:01
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Il giorno che la Terra smise di girare

Il giorno che la Terra smise di girare
[2011]
Nell’album significativamente intitolato “Faccie da cazzo”

Leggendo il testo outrageous di questa song mi è venuto in mente un vecchio film di John Carpenter, “Essi vivono” (“They Live”) del 1988... Ve lo ricordate? Quello in cui i dominatori del mondo sono tutti orribili alieni con le facce di teschio, riconoscibili solo con un paio di occhiali speciali?
Il giorno che la Terra smise di girare
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/15 - 18:41
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La città delle vecchie

La città delle vecchie
[2011]
Nell’album significativamente intitolato “Faccie da cazzo”

Oltraggiosi Fucktotum! Pensate che aprendo la loro pagina, per un attimo è comparso un “fuck-simile” degli avvisi di sequestro di polizia, ma era una trovata di questa banda di coprolalici affetti dalla sindrome di Tourette...
Il divertente scambio di cordialità introduttivo è tratto da “Mezzogiorno e mezzo di fuoco” (“Blazing Saddles”), mitico film diretto nel 1974 da Mel Brooks... E’ una delle scene in cui lo sceriffo afroamericano Bart (Cleavon Little), appena assegnato alla cittadina di Rock Ridge, incontra qualche difficoltà a farsi benvolere dalla popolazione locale...
“Ah, buon giorno signora, non trova che è una giornata stupenda?”
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/15 - 18:21
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Sol

Sol
2012
Come cambia il vento

Le proteste in Spagna del 2011, conosciute anche come il Movimento 15-M o come la rivoluzione spagnola, sono una serie di manifestazioni in corso in Spagna la cui origine può essere tracciata ai social network e al movimento civile della piattaforma digitale ¡Democracia Real Ya! (Democrazia Reale Ora!), con il supporto di altre 200 piccole associazioni.
La prima volta lo sentimmo in un bar a Malasaña
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2014/3/15 - 18:19
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Çanakkale türküsü

Anonymous
Çanakkale türküsü
[1915]
Canzone popolare
Rifacimento attribuito al cantastorie Ihsan Ozanoğlu di Kastamonu
Arrangiamento di Muzaffer Sarısözen
Turkish folksong
Probably reshaped by the bard Ihsan Ozanoğlu of Kastamonu
Arranged by Muzaffer Sarısözen

Siamo arrivati al famoso "centenario della Grande Guerra", quella che avrebbe dovuto concludere tutte le guerre; ed è un centenario che, pur ovviamente toccandoci, sarà bene affrontare via via a modo nostro. Ad esempio continuando imperterriti a non affrontare mai gli avvenimenti da una parte sola. Prendiamo ad esempio la Campagna dei Dardanelli del 1915, un autentico macello che ha, fra le altre cose, rappresentanto il "battesimo del fuoco" di paesi lontanissimi come l'Australia e la Nuova Zelanda, che si trovarono a mandare a morire la loro giovane generazione per prendere uno stretto di collegamento col Mar Nero. È la campagna dei Dardanelli, o di Gallipoli;... (Continues)
Çanakkale içinde aynalı çarşı
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2014/3/15 - 11:13
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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Zwiewność

Zwiewność
Cantata dai tempi del primo disco del gruppo che allora si chiamò Kant

Testo di Bolesław Leśmian
Musica di Zbigniew Stefański
Dall'album "Z chórem i orkiestrą"
Dal sito ufficiale http://bezjacka.art.pl/

Nel tema di Ramadan :)
Brzęk muchy w pustym dzbanie, co stoi na półce
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2014/3/14 - 23:42
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Dangerous Night

Dangerous Night
Album: Croz (2014)
Written by David Crosby and James Raymond

Dal nuovo album solista (il quarto - a distanza di vent'anni dall'ultimo...) del grande David Crosby, ecco una canzone scritta a quattro mani con James Raymond, il figlio dato in adozione e ritrovato trent'anni dopo...


We heard a line in the song "Dangerous Night." I want to believe I can pass happy to my child, but the truth gets lost and the system runs wild.

CROSBY: Yeah, and the two lines before it are: I try to write Buddha and it comes out guns. I vote for peace and the blood still runs.

So what are these lines about? Is this about what you - the legacy you want to leave to your kids?

CROSBY: Yes. And I worry a great deal about the world we're handing them. Our government is broken. Our democracy is broken. Other people own our government now. Yes, I am worried.
from Serve the song
Now some small parts seem right scattered here and there
(Continues)
2014/3/14 - 17:25
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װער עס האָט אין בלאַט געלעזן

Anonymous
װער עס האָט אין בלאַט געלעזן
Ver es hot in blat gelezn
[Fine 800]
Canzone raccolta negli anni 50, da qualche parte negli USA, da Ruth Rubin, folksinger ed etnomusicologa ebrea americana di origine russa.
L’interprete era un vecchio mendicante cieco, un immigrato ebreo originario di Vilnius, Lituania.
La registrazione è inclusa nel disco intitolato “Jewish Life: The Old Country”, pubblicato nel 1958 dalla Folkways Records.
Il testo in caratteri ebraici è presente nel libretto del disco (pag. 11).
Per quanto riguarda quello in caratteri latini, la versione presente su YouTube e quella nel libretto del disco differiscono un poco, ma mi pare che superino entrambe il controllo “anti-francioso” suggeritomi da Riccardo.

La canzone si riferisce ad uno dei tanti pogrom antisemiti che ebbero luogo nell’impero zarista nel corso dell’800. Ad Odessa, in particolare, i pogrom furono molto frequenti. I primi – nel 1821 e 1859... (Continues)
װער עס האָט אין בלאַט געלעזן
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/14 - 10:09

Joachim Ringelnatz: Das Parlament

Joachim Ringelnatz: Das Parlament
[1928]
Versi di Joachim Ringelnatz, nella raccolta intitolata “Allerdings. Gedichte” pubblicata nel 1928.
Musica per mezza voce e pianoforte (2009) di Gary Bachlund, compositore e cantante d’opera che vive tra Germania e USA.

Che sia porcellum o mattarellum o italicum, che sia proporzionale o maggioritario, corretto o con latte, uninominale secco o umido, a turno doppio o quadruplo carpiato, con premio o con nota sul registro…
Im Parlament geht's zu.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/13 - 14:48

Ein Taschenkrebs und ein Känguruh

Ein Taschenkrebs und ein Känguruh
[1912]
Versi di Joachim Ringelnatz, nella raccolta intitolata “Die Schnupftabaksdose. Stumpfsinn in Versen und Bildern” pubblicata nel 1912.
Musica per mezza voce e pianoforte (2009) di Gary Bachlund, compositore e cantante d’opera che vive tra Germania e USA.
Ein Taschenkrebs und ein Känguruh,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/13 - 14:21
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Pogrom

Pogrom
Versi di Alfred Henschke, in arte Klabund, nella raccolta intitolata “Die Harfenjule” pubblicata nel 1927.
Musica di Gary Bachlund, compositore e cantante d’opera che vive tra Germania e USA.

I pogrom antisemiti furono molto frequenti in Russia tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, sia durante l’impero zarista che nel corso e dopo la Rivoluzione del 1917…
Una poesia questa tristemente premonitrice di ciò che sarebbe accaduto in seguito, quando dai pogrom (“погром”, devastazione) si passò alla Shoah (“השואה”, catastrofe, distruzione)…
Am Sonntag fällt ein kleines Wort im Dom,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/13 - 10:39
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Ballade des Vergessens

Ballade des Vergessens
[1925]
Versi di Alfred Henschke (1890–1928), meglio conosciuto con lo pseudonimo di Klabund, scrittore tedesco.
Nella raccolta “Die Harfenjule”, pubblicata nel 1927, poco prima della prematura morte.
Musica di Hanns Eisler
Interpretata da Ernst Busch nel disco dell’Aurora-Schallplatten intitolato “Erich Mühsam / Klabund Zeit-, Leid-, Streitgedichte” del 1966, rieditato nel 1972.



Invettiva contro il revanscismo diffusissimo nella Germania tra le due guerre, sentimento che avrebbe pesantemente contribuito all’affermazione del nazionalsocialismo… Klabund morì giovanissimo nel 1928, a causa delle tubercolosi contratta da bambino, ma aveva già chiaramente capito i futuri sviluppi… Chissà cosa avrebbe scritto se fosse stato vivo nel 1933!
Lo pseudonimo Klabund con cui Alfred Henschke si firmava significa “spirito vagabondo”, dalla fusione di “Klabautermann”, lo spirito protettore delle... (Continues)
In den Lüften schreien die Geier schon
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/13 - 09:58
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Lettera da Sant'Anna di Stazzema

Lettera da Sant'Anna di Stazzema
2013
Così canterò tra vent'anni

testo trascritto dal video

Sulla strage di Sant'Anna si veda Sant'Anna di Stazzema
Anche stamattina c'è il sole
(Continues)
Contributed by donquijote82 2014/3/12 - 15:23

Si estirem tots, ella caurà…

Antiwar Songs Blog
Si estirem tots, ella caurà…
Da oggi L’estaca è una delle canzoni fondamentali di questo sito: una canzone che non cessa ancora oggi di essere una delle principali canzoni di libertà del mondo: nata nella Spagna oppressa dal Franchismo, ha attraversato i regimi di qualsiasi (finto) “colore”, dalla Polonia fino alla rivolta tunisina e alla Russia dello “zar” Putin. Composta […]
Antiwar Songs Staff 2014-03-12 11:54:00
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Venezia 1948

Venezia 1948
2014
Una storia di mare e di sangue

Natale 1963. Vincenza (Vizze) Buliumbassich, la mia bisnonna, consegna al maggiore dei suoi figli le sue memorie, scritte in veneto, su un quaderno comune. Le importanti testimonianze sono poi state consegnate a mio padre, che, a sua volta, le ha passate a me, qualche anno fa. Parole di mare e di sangue, scritte senza nessuna pretesa letteraria e dunque perfette e ardenti nella volontà di preservare una storia di famiglia. Una storia insieme particolarissima e comune, come tutte le storie della gente povera. Una storia di mare e di sangue è stata ispirata e guidata da quel quaderno; è un omaggio a quella grazia preziosa e involontaria. La scrittura e la composizione di Una storia di mare e di sangue mi ha accompagnato per tanti anni. Con il mio violino sempre in spalla, sono tornato in tutti i luoghi dove la mia famiglia ha vissuto: ho studiato tradizioni... (Continues)
Non c'è stato un eroe
(Continues)
Contributed by donquijote82 2014/3/12 - 10:30
Song Itineraries: Exiles and exilees
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Tränen des Vaterlandes / Anno 1636

Tränen des Vaterlandes / Anno 1636
[1636]
Versi di Andreas Gryphius (1616-1664), poeta e drammaturgo tedesco nato e vissuto a Glogau, in Bassa Slesia (oggi Głogów, Polonia).
Musica di Jacques-Louis Monod (1927-), pianista, compositore e direttore d’orchestra franco-americano, nel suo “Cantus contra Cantum IV” per coro misto, sackbuts (dal francese “saqueboute”, un antico trombone a tiro) e tromboni.

Un sonetto bellissimo e terribile che in quattro pennellate descrive tutta la morte e la distruzione, esteriore ed interiore, causata dalla tremenda guerra dei 30 anni che dilaniò l’Europa nella prima metà del XVII secolo (dal 1618 al 1648) e che accompagnò l’autore dalla più tenera infanzia fino all’età adulta.
Alla fine del conflitto, nel solo Impero germanico la popolazione si era ridotta di 3/4 milioni, con un calo demografico del 15/20 per cento...
Wir sind doch nunmehr ganz, ja mehr den ganz verheeret!
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/11 - 22:18
The page of L'estaca has been thoroughfully reshaped and upgraded. A great number of versions and translations into various languages accumulated in this most important page, and many others probably exist; so, it was decided to reshape it conveniently, also by including all the videos available of the various versions. Starting from today, the song is included in the Basic songs of this website: a song that is still now one of the world's main songs of freedom: composed in the Spain oppressed by Franco, it has gone through regimes and dictatorships of any (false) “colour”, from Poland up to the Tunisian revolution and “tsar” Putin's Russia. Just from Russia can we listen to what is, in our opinion, the most impressive document and the most precise witness of the libertarian nature of this song: the Russian version, by the Gruppa Arkadiy Kots, being sung by people arrested by the Police, inside a prison van. A video that is also a symbol.
Riccardo Venturi 2014/3/11 - 20:30

سبعة أسباب تكفي لأموت

سبعة أسباب تكفي لأموت
Sono gli ultimi versi scritti da Hashem Shabani prima di affrontare il patibolo.
Testo dal sito del quotidiano internazionale in lingua araba Asharq Al-Awsat
لسبعة أيام وهم يصرخون بي:
(Continues)
Contributed by L.L. 2014/3/11 - 17:48
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Dressur

Dressur
[1921]
Parole di Walter Mehring (1896-1981), autore per il cabaret, poeta e scrittore.
Musica di Friedrich Hollaender
Canzone presentata al “Wilde Bühne”, il cabaret politico-letterario allestito nel seminterrato del Theater des Westens di cui fu protagonista l’attrice Trude Hesterberg (1892-1967).

Ritrovo infatti il brano interpretato, dopo la fine della guerra, proprio dalla Hesterberg – insieme alla collega Ursula Herking (1912-1974) – in un EP intitolato “Das Kabarett”.
Ripresa da Gisela May in un suo disco del 1974 intitolato “Hoppla Wir Leben”.

Walter Mehring (1896-1981) fu uno dei più importanti autori satirici durante gli anni della Repubblica di Weimar. Prolifico scrittore per il cabaret, per tutti gli anni 20 pubblicò pure frequenti e taglientissime poesie e prose sul settimanale di politica ed arte “Die Weltbühne” diretto da Kurt Tucholsky prima e infine da Carl von Ossietzky.... (Continues)
Der Zirkus herrscht! Der Weltquatsch ist beendigt!
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/11 - 14:27
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Trenes para el cielo

Trenes para el cielo
(2004)

Sono passati dieci anni dai terribili attentati dell'11 marzo 2004 alla stazione di Atocha a Madrid. Vedi anche Jueves e Venite a vedere.
Sonó el despertador y estaba por llegar la pesadilla
(Continues)
2014/3/11 - 13:29
Song Itineraries: Trains
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Ritals

Ritals
terribilmente bello e commovente, ti inchioda ad un'umanità che vorresti ignorare.
maria grazia 2014/3/11 - 10:08
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Ballade des pendus [Épitaphe Villon]

Versione catalana di Jordi Teixidor (1939-2011), drammaturgo.
Ballade des pendus [Épitaphe Villon]
Musica e interpretazione di Jaume Arnella, dal disco “François Villon. Balades i testament”
L’EPITAFI DE VILLON EN FORMA DE BALADA
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/11 - 09:37
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Sé que vénen pels camins

Sé que vénen  pels camins
[1968]
Parole di Joan Soler i Amigó
Musica di Jaume Arnella
Singolo del 1968, facciata B di És ara, amics, és ara, quando ancora non si era conclusa l’esperienza del Grup de Folk e intanto Arnella cominciava la sua carriera solista collaborando con lo scrittore e ricercatore di cultura popolare Joan Soler i Amigó.
Canzone poi ripresa nella raccolta “Cap i cua” pubblicata nel 2005.
Sé que vénen pels camins
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/11 - 09:13
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És ara, amics, és ara

És ara, amics, és ara
[1968]
Parole di Joan Soler i Amigó
Musica di Jaume Arnella
Singolo del 1968, quando ancora non si era conclusa l’esperienza del Grup de Folk e intanto Arnella cominciava la sua carriera solista collaborando con lo scrittore e ricercatore di cultura popolare Joan Soler i Amigó.
Canzone poi ripresa nella raccolta “Cap i cua” pubblicata nel 2005.
Quan per mi sigui la terra
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/11 - 09:08
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Complantes

Complantes
[1968]
Parole di Joan Soler i Amigó
Musica di Jaume Arnella
Singolo del 1968, quando ancora non si era conclusa l’esperienza del Grup de Folk e intanto Arnella cominciava la sua carriera solista collaborando con lo scrittore e ricercatore di cultura popolare Joan Soler i Amigó.
Canzone poi ripresa nella raccolta “Cap i cua” pubblicata nel 2005.
Quan vaig anar-me fent gran,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/11 - 09:02
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Un home mor en mi

Un home mor en mi
[1968]
Parole di Joan Soler i Amigó
Musica di Jaume Arnella
Singolo del 1968, quando ancora non si era conclusa l’esperienza del Grup de Folk e intanto Arnella cominciava la sua carriera solista collaborando con lo scrittore e ricercatore di cultura popolare Joan Soler i Amigó.
Canzone poi ripresa nella raccolta “Cap i cua” pubblicata nel 2005.
Un home mor en mi,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/11 - 08:55
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Time Table

Time Table
Un pezzo magnifico!
Massimo 2014/3/10 - 21:30
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Ballade Vom Neger Jim

Ballade Vom Neger Jim
Chanson allemande – Ballade Vom Neger Jim – Ernst Busch – 1931
Texte de Robert Gilbert, alias David Weber (1899-1978), musicien, chanteur et acteur allemand.
Musique de Hanns Eisler en 1930.

Une chanson dictée par l'inévitable parallèle entre les lois ségrégationnistes des Zétazunis, connues comme « Jim Crow Laws », et les réglementations analogues qui dans l'Allemagne à la veille de l’avènement de Hitler, se profilaient tristement à l'horizon contre les Juifs (mais aussi contre les Roms et les nomades, les handicapés et les homosexuels).
BALLADE DU NÈGRE JIM
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2014/3/10 - 20:17
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Del Pirineu al Montseny: el darrer viatge de Quico Sabaté (Romanço de Quico Sabaté)

Del Pirineu al Montseny: el darrer viatge de Quico Sabaté (Romanço de Quico Sabaté)
Parole e musica di Jaume Arnella, cantautore catalano.
Non sono riuscito a capire in che anno questa “chanson de geste” sia sta scritta né in quale album del suo autore sia contenuta.

Un romanço, una canzone di gesta dedicata ad una figura indelebile nella lotta contro il regime franchista spagnolo.

Il catalano Francisco Sabaté Llopart, detto “El Quico” (L'Hospitalet de Llobregat, 30 marzo 1915 – Sant Celoni, 5 gennaio 1960) è stato un anarchico antiautoritario fin dall’adolescenza. A 17 anni già partecipò a rivolte contro il governo conservatore della Seconda Repubblica. Nel 1935 rifiutò il servizio militare, diventando ricercato. Durante la guerra civile si battè tra le fila della CNT-FAI su fronte di Aragona. Quando alla sua colonna fu imposto un commissario politico stalinista, El Quico semplicemente lo uccise. Arrestato e incarcerato, riuscì a fuggire e ad unirsi alla colonna Durruti.... (Continues)
I
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/10 - 16:46
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Franco Battiato e Manlio Sgalambro: La cura

Franco Battiato e Manlio Sgalambro: La cura
Per me, a suo modo, è un grande: l'ultimo discendente di tutta una genìa di filosofi sicelioti. E poi ripete delle banalità eterne, come soltanto un autentico filosofo greco può fare - uno di quelli del manuale di prima liceo. E anche il nome improbabile è da filosofo: Talete, Anassagora, Sgalambro. E soprattutto su una cosa ha ragione da vendere: sì, io adoro in ginocchio le mie foto di vent'anni fa (facciamo anche venticinque): ero magro, pieno di capelli, e non ero per niente goffo come mi sembrava. Ed ero un rivoluzionario. Davvero.
L.L. 2014/3/10 - 15:05
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Eight Hour Day

Eight Hour Day
[1886 o 1896-97]
Parole di anonimo
Sulla melodia de "The British Grenadiers” (fine del 600)
Nel disco di Pete Seeger intitolato “American Industrial Ballads” pubblicato dalla Folkways Records nel 1956 e riedito nel 1992.

Con Eight Hours, un’altra canzone di fine 800 – questa nata tra i minatori – di rivendicazione delle "Eight-hour day with no cut in pay”.
L’incertezza sulla datazione è dovuta al fatto che la lotta per le otto ore si radicalizzò a partire dal 1880, raggiunse il suo apice con i fatti di Haymarket Square (Chicago, maggio 1886) ma non si spense nemmeno dopo. Questa potrebbe risalire in particolare al grande sciopero dei minatori avvenuto a Leadville, Colorado, tra il 1896 ed il 1897. Anche in quell’occasione, crumiri, provocatori, poliziotti e vigilantes attaccarono con ferocia il lavoratori in sciopero, uccidendone almeno quattro…
We're brave and gallant miner boys
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/10 - 10:58

Eight Hours

Eight Hours
[1866]
Versi di I.G. Blanchard, pubblicati sul “Workingman's Advocate” nel 1866
Musica di Jesse H. Jones, pubblicata sul “Labor Standard” nel 1878
Testo e nota introduttiva trovati su Contemplator
Ho attribuito la canzone non al suo autore, sul cui conto non avevo notizie precise, ma ai Cincinnati’s University Singers che nel 1978 realizzarono un disco, intitolato “The Hand That Holds The Bread - Progress and Protest in the Gilded Age - Songs from the Civil War to the Columbian Exposition”, dove è presente anche questa “Eight Hours”.

In 1850 the average work week was 70 hours, in 1900 the average work week was 60 hours and in 1920 the average work week was 50 hours. In the 1840s unions began working for a 10 hour day.
Agitation for the eight hour day began after the Civil War. Congress passed an eight hour law on June 25, 1868, but it was largely ignored. In the 1880s the issue was... (Continues)
We mean to make things over,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/3/10 - 10:33
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Lettara muta

Lettara muta
[2011]
Album : Lettara muta
U me sguardu s’appudda, ùn trovu ch’è bughjura
(Continues)
Contributed by adriana 2014/3/10 - 08:22
Song Itineraries: Anti War Love Songs
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Le bourreau

Le bourreau
10 marzo 2014
IL BOIA
(Continues)
2014/3/10 - 00:27
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Délivrance

Délivrance
Ulteriore nota/ricordo: anche il concerto a Firenze del 1° giugno 1981 si aprì con Spered Hollvedel/Délivrance, con me e col mio amico (che condivideva la passione) che ci si prese per la mano guardandoci increduli di poter sentire dal vivo quella musica... madonna, sono tornato davvero indietro di 35 anni, stasera... (non avevamo nemmeno 18 anni)...
Riccardo Venturi 2014/3/10 - 00:02




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