Chanson italienne - Nuovo Umanesimo – Eugenio Finardi – 2012
Ah, dit Lucien l'âne en tournant la tête, avec un pareil titre, on dirait une chanson philosophique...
Et c'en est une, dit Marco Valdo M.I. Je peux te le dire, car je viens de la traduire. Je peux même ajouter qu'elle devrait en quelque sorte te ravir, car elle sonne comme un « mea culpa » prononcé au nom de l'espèce humaine.
En effet, dit Lucien l'âne, d'un certain point de vue, il y a de quoi. Mais c'est de la myopie... Peux-tu d'abord un peu préciser ou détailler ce qu'elle met en avant et ce qu'elle invoque pour ce « mea culpa » spécifique.
Je résume, dit Marco Valdo M.I., pour le reste, tu iras toi-même voir les détails. Elle parle, cette canzone, au nom de l'espèce, elle la décrit violente – l'espèce de Caïn, destructrice (de sa propre terre), dépendante (de ses passions et de ses drogues), peureuse face à la liberté...
vero krzyś, il problema e' che la versione originale romanes (Ederlezi) non e' contro la guerra (o se lo e' ci devi spiegare il perché). Diciamo che anche questa senza la spiegazione non si capiva in cosa si riferisse alla guerra...
CCG Staff 2014/2/7 - 09:05
Non so se mi sono spiegato bene...
"Ederlezi" è una canzone zingara tra le più popolari nei Balcani... La sua melodia, bellissima, è talmente amata che chissà quanti testi diversi ci sono stati cantati sopra... Uno fu quello composto da anonimi prigionieri serbi portati a morire a Jasenovac, l'Auschwitz balcanica...
Goran Bregović ha il merito di aver resa famosa a livello planetario e la melodia e la canzone, sia nel testo serbo che in quello romaní ma, come tutti i grandi artisti, il "saccheggiatore" si è guardato bene dal dire che il testo serbo non era suo, e forse nemmeno sapeva che invece era di qualcuno morto in un campo di sterminio croato...
E con questo non è che voglio biasimare il grande Bregović: ha fatto quello che hanno fatto tanti altri, dai Rolling Stones a Bob Dylan, ai Led Zeppelin, fino a Moby...
Per quel che mi riguarda, ho dato anche più di un'occhiata a questa pagina e mi sembra oltremodo ben fatta e ben documentata. Poi è chiaro che l'intera storia di una canzone non è quasi mai questione "di una sola volta"; le pagine di questo sito, in generale, sempre "in fieri". Io stesso a volte ho ripreso pagine dopo anni e anni, via via che trovavo o venivo a sapere nuove cose. A mio parere non è questione di "balcanicità incasinata", le canzoni popolari di qualsiasi epoca e paese sono incasinate in sé, di default. In passato, ben prima di questo sito, mi sono occupato a lungo -ad esempio- della balladry tradizionale angloscozzese, e c'è da mettersi le mani nei capelli. Come sarà stato, per dirne una, che Simon e Garfunkel, a un certo punto, si sono messi a cantare una versione settecentesca di una delle più antiche ballate britanniche, The Elfin Knight? Eppure questa è l'origine di Scarborough... (Continues)
Ma quel che mi ha più stupito nel ricercare notizie sull’origine del testo di questa canzone è il fatto che non ho trovato altre canzoni sul lager di Jasenovac, e tanto meno provenienti da internati in quel campo. L’unica canzone ricorrente, anche su YouTube, è “Jasenovac i Gradiška Stara”, un feroce inno ùstascia interpretato dalla band hardrock croata, evidentemente filo-nazista, dei Thompson.
Mi è venuto quindi da chiedermi perché dall’orrore concentrazionario nazista ci sia comunque pervenuta una ricca produzione artistica, soprattutto di poesie e di canti, e invece da Jasenovac – il più grande lager dei Balcani e, credo, il terzo in Europa durante il secondo conflitto mondiale – nulla…
Una ragione può stare nei numeri: tante più sono le vittime, tanto più c’è la possibilità che qualcuna sia riuscita ad esprimersi, e a sopravvivere, e a testimoniare…
Krv i pepeo Jasenovca, “Jasenovac: il lager più crudele di tutti i tempi”, film documentario diretto nel 1983 dal regista croato Lordan Zafranovic (1944-).
La traduzione inglese è veramente da fare raccapriccio, in dei punti sembra fatta davvero col traduttore automatico di Google ("but condemnation of uglify ourselves from you, those who love us, is gave us still" e roba del genere). Non sono abituato a rimuovere traduzioni altrui, però. Mi limito a farne una italiana io.
Riccardo Venturi 2014/2/7 - 09:30
colpa mia, ho guardato quella francese per capire cosa dicesse e non mi sono soffermato su quella inglese... toglila pure.
Aspetta, prima faccio quella italiana poi vedo se si riesce a rimettere quella inglese in modo da renderla fruibile. E' una cosa strana: sembra fatta da due persone diverse. In dei punti è correttissima, addirittura con intenti di eleganza; in altri sembra fatta veramente a minchia di rottweiler. Vattelappesca!
Il testo di Păunescu è accompagnato in questa pagina da una bizzarra traduzione inglese che sembra mezza fatta elegantemente e mezza col traduttore automatico di Google, e da una traduzione francese corretta ma che si allontana spesso dal testo originale. Allora vediamo, con una traduzione letterale e corredata di note linguistiche, che cosa vuol dire davvero questo testo, sul quale poi ci sarà anche da dire qualcosa. [RV]