1947
La famiglia di Endrigo aveva optato per l’emigrazione in Italia nel 1947, in base a quanto previsto dal Trattato di Pace. Da poeta quale poi divenne, Endrigo seppe tramutare le memorie lontane della sua infanzia nella nostalgia struggente della canzone “1947″, dedicata alla sua città natale; ma da amico della pace e della fratellanza fra i popoli, e particolarmente amico dei popoli della Jugoslavia, egli continuò a frequentare quelle terre, anche quando era all’apice della sua carriera, partecipando tra l’altro al festival della Canzone di Spalato, e con innumerevoli apparizioni televisive e radiofoniche sui canali jugoslavi.
Fu amico personale di Arsen Dedić, grande cantante dell’altra sponda adriatica, e con Ivan Pavičevac imparò a pronunciare correttamente i testi in lingua serbocroata delle canzoni che presentava al pubblico jugoslavo.
Da vivo, Endrigo non si definiva “esule”. E non... (Continues)
Fu amico personale di Arsen Dedić, grande cantante dell’altra sponda adriatica, e con Ivan Pavičevac imparò a pronunciare correttamente i testi in lingua serbocroata delle canzoni che presentava al pubblico jugoslavo.
Da vivo, Endrigo non si definiva “esule”. E non... (Continues)
2014/2/3 - 23:09
Fabrizio De André's Canzone del padre (“Father's Song”; an English translation will be ready soon) has been removed from “Extras” and is now available as a song page on its own. At the same time, the page has been rebuilt and provided with an Short essay (in Italian) trying to explain its nature in view of radical criticism of Family as an institution and as an instrument of oppression, repression and war. These are no simple concepts, of course, and controversy is bound to occur. You may leave your commentary on the relevant page.
Riccardo Venturi 2014/2/3 - 14:44
Canzone del padre
Tolta Canzone del padre dagli Extra: La famiglia borghese come esplicazione e strumento di galera, oppressione e guerra.
di Riccardo Venturi
Stamani mi sono svegliato e ho deciso, motu proprio di togliere la “Canzone del padre” di De André dagli “Extra” in cui si trovava relegata fin dal suo inserimento, il 15 luglio 2009. A dire il vero, a suo tempo la canzone era stata inserita come pagina autonoma; fu passata negli “Extra” a seguito della interessante e lunga discussione che si sviluppò nei giorni a seguire. La mia decisione di rifarne una pagina autonoma deriva da alcune considerazioni che ho avuto modo di elaborare, e che vado a esplicare.
La “Canzone del padre” è il resoconto della dissoluzione della famiglia borghese; addirittura della sua esplosione. Non è neppure necessario ricordare come “Storia di un impiegato” sia un album pienamente esplosivo; di bombe è disseminato dall'inizio... (Continues)
di Riccardo Venturi
Stamani mi sono svegliato e ho deciso, motu proprio di togliere la “Canzone del padre” di De André dagli “Extra” in cui si trovava relegata fin dal suo inserimento, il 15 luglio 2009. A dire il vero, a suo tempo la canzone era stata inserita come pagina autonoma; fu passata negli “Extra” a seguito della interessante e lunga discussione che si sviluppò nei giorni a seguire. La mia decisione di rifarne una pagina autonoma deriva da alcune considerazioni che ho avuto modo di elaborare, e che vado a esplicare.
La “Canzone del padre” è il resoconto della dissoluzione della famiglia borghese; addirittura della sua esplosione. Non è neppure necessario ricordare come “Storia di un impiegato” sia un album pienamente esplosivo; di bombe è disseminato dall'inizio... (Continues)
Riccardo Venturi 2014/2/3 - 13:43
Quando stai per cominciare
Chanson italienne – Quando stai per cominciare – Eugenio Finardi – 1975
À force de traduire et de commenter, il m'arrive de refaire une nouvelle traduction d'une chanson que j'avais déjà traduite et la première version se trouve déjà dans les CCG.
C'est le cas de celle-ci - une chanson de Finardi : Quando stai per cominciare.
J'ai découvert cela au moment d'insérer la nouvelle version...
Revue dans un sens plus collectif - l'usage du "on" à la place du "tu" et assortie d'un commentaire
assez fourni... qui m'a demandé quelques recherches.
Je vous la propose...
Marco Valdo M.I.
*
Regarde, Lucien l'âne mon ami, voici une chanson qui parle du début dans la vie... Mais, comme il est dit, elle date un peu... Elle est de 1975...
Et alors ?, demande l'âne Lucien, ébahi...
Et alors ? Mais, Lucien l'âne mon ami, il y a qu'elle parle du service militaire obligatoire.
Oui, certes, mais encore ?,... (Continues)
À force de traduire et de commenter, il m'arrive de refaire une nouvelle traduction d'une chanson que j'avais déjà traduite et la première version se trouve déjà dans les CCG.
C'est le cas de celle-ci - une chanson de Finardi : Quando stai per cominciare.
J'ai découvert cela au moment d'insérer la nouvelle version...
Revue dans un sens plus collectif - l'usage du "on" à la place du "tu" et assortie d'un commentaire
assez fourni... qui m'a demandé quelques recherches.
Je vous la propose...
Marco Valdo M.I.
*
Regarde, Lucien l'âne mon ami, voici une chanson qui parle du début dans la vie... Mais, comme il est dit, elle date un peu... Elle est de 1975...
Et alors ?, demande l'âne Lucien, ébahi...
Et alors ? Mais, Lucien l'âne mon ami, il y a qu'elle parle du service militaire obligatoire.
Oui, certes, mais encore ?,... (Continues)
QUAND ON VEUT COMMENCER
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2014/2/3 - 11:08
Muzulman-Kippensammler
3 febbraio 2014
Per questa e per tutte le altre traduzioni vale il principio che ho proceduto dalla traduzione inglese; ovviamente, se Krzysiek Wrona vorrà metterci le mani, sarà sempre il benvenuto. Per la traduzione, vista la natura del testo ho usato una specie di romanesco di maniera. Del tutto arbitrariamente, ma servirà forse a riprodurre un po' l'andamento del testo. [RV]
MUSELMANN IL CICCAIOLO
(Continues)
(Continues)
2014/2/3 - 10:51
Protest Song
[1981]
Scritta da Mark Wilkins, in arte Mark Astronaut.
Nel disco intitolato "Peter Pan Hits The Suburbs"
(B.B.)
Scritta da Mark Wilkins, in arte Mark Astronaut.
Nel disco intitolato "Peter Pan Hits The Suburbs"
(B.B.)
I live my own life - do what I want - say what I mean
(Continues)
(Continues)
2014/2/2 - 23:22
Typically English Day
It's all Done by Mirrors L.P. 1983
On a typically English day
(Continues)
(Continues)
2014/2/2 - 23:19
Disarm or Die
Fresh Hate tape
Self 1983
Appare nella compilation ANTI-WAR - Anarcho-Punk Compilation Vol. 1 del 2005
Self 1983
Appare nella compilation ANTI-WAR - Anarcho-Punk Compilation Vol. 1 del 2005
Over the horizon, over the hill
(Continues)
(Continues)
2014/2/2 - 23:11
November's Song
Canzone probabilmente della metà degli anni '80 di questa punk band inglese il cui nome si rifà direttamente a un verso di God Save The Queen dei Sex Pistols. La canzone appare nella raccolta "ANTI-WAR - Anarcho-Punk Compilation Vol. 1".
Chime on chime our bells are crying
(Continues)
(Continues)
2014/2/2 - 22:52
Tapum
Anonymous
Ta pum è stata composta in una tricea dell'ortugara dal giovane bersagliere musicista Nino Piccinelli, su di lui alcuni anni fa ho scritto un libro.
Complimenti per la vostra attività
Guerino Lorini chiari ( brescia)
Complimenti per la vostra attività
Guerino Lorini chiari ( brescia)
Lorini Guerino 2014/2/2 - 20:35
È la domenica il giorno del signore
L’idea di “Non so, non ho visto, se c'ero dormivo” è nata in me nel 1963 quando vidi in Inghilterra uno straordinario spettacolo di Joan Littlewood, intitolato “Oh, What A Lovely War!” che raccontava la Prima Guerra Mondiale, La chiave del racconto era di denuncia sarcastica, ma – dopo quello che si era visto nella Seconda – vagamente nostalgica di un modo d’essere ancora umano della guerra: Oh, what a lovely war, appunto. Ho tradotto quel testo in italiano (cfr. Sipario n. 212, dicembre 1963), e in Italia fu messo in scena da Paolo Stoppa e Rina Morelli; con esito modesto dato che la guerra era narrata da un punto di vista inglese, riguardava essenzialmente il “fronte occidentale”, e nulla aveva a che fare con il Piave, Caporetto, Trento e Trieste, il Re soldato e il generale “Firmato Cadorna“. Sulle prime ne ho meditato – sempre ’14-’18 – un’ambientazione italiana, ma a poco a poco... (Continues)
precisazione ricevuta da Luigi Lunari via mail 2014/2/2 - 20:33
Die Kartoffelschälerin
Chanson tchèque de langue allemande – Die Kartoffelschälerin – Ilse Weber – 1942/1944
Un poème d'Ilse Weber mis en musique par Bente Kahan, interprète norvégien de musique juive.
Dans le disque de Bente Kahan « Stemmer fra Theresienstadt » de 1995, sorti les années suivantes en allemand et en anglais.
Un poème d'Ilse Weber mis en musique par Bente Kahan, interprète norvégien de musique juive.
Dans le disque de Bente Kahan « Stemmer fra Theresienstadt » de 1995, sorti les années suivantes en allemand et en anglais.
L'ÉPLUCHEUSE DE PATATES
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2014/2/2 - 19:32
We Shall Not Be Moved
Anonymous
¡No, no, no nos moverán!
(Continues)
(Continues)
Contributed by Andrea 2014/2/2 - 13:44
Musisz walczyć, musisz wierzyć
Musisz walczyć, żeby przeżyć
(Continues)
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2014/2/2 - 01:18
Nie żałuj mnie
NON AVERE COMPASSIONE DI ME
(Continues)
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2014/2/2 - 00:23
Zrzuty
[Komunikat radiowy: "...lecz jako lotnicy okryci chwałą w dywizjonach lotniczych i bombardujących.."] / x4
(Continues)
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2014/2/1 - 23:33
Die Nigga!!!
[1971]
Scritta da David Nelson.
Nella colonna sonora del film “Right On!: Poetry on Film” diretto da Herbert Danska.
Ho attribuito questa canzone ai Last Poets ma in realtà qui si tratta dei cosiddetti Original Last Poets (Felipe Luciano, Gylan Kain e David Nelson) che effettivamente furono i primi ma che poi lasciarono quasi subito il campo ad Alafia Pudim, Abiodun Oyewole e Umar Bin Hassan.
Scritta da David Nelson.
Nella colonna sonora del film “Right On!: Poetry on Film” diretto da Herbert Danska.
Ho attribuito questa canzone ai Last Poets ma in realtà qui si tratta dei cosiddetti Original Last Poets (Felipe Luciano, Gylan Kain e David Nelson) che effettivamente furono i primi ma che poi lasciarono quasi subito il campo ad Alafia Pudim, Abiodun Oyewole e Umar Bin Hassan.
Walkin' down on 42nd Street
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/1 - 22:17
True Blues
[1971]
Scritta da Jalal Mansur Nuriddin aka Alafia Pudim
Interpretata dai Last Poets (Alafia Pudim, Omar Ben Hassen e Nilaja, quest’ultimo alle percussioni)
Nel secondo disco degli Ultimi Poeti, intitolato “This Is Madness”
La storia del Blues dall’epoca schiavista fino ai giorni nostri...
Il termine “Blues” pare derivare dal fatto che blu indaco era il colore delle vesti funebri in molti paesi africani, e l’Indigofera tinctoria - la pianta da cui si estrae quel colorante naturale - cresceva abbondante in molte piantagioni del Sud degli USA dove erano costretti gli schiavi neri trasportati dall’Africa... Ma c’è anche un’espressione americana, “blue devils”, che significa essere in uno stato di tristezza, melanconia... In ogni caso “blues” è sinonimo di sofferenza e pena.
Scritta da Jalal Mansur Nuriddin aka Alafia Pudim
Interpretata dai Last Poets (Alafia Pudim, Omar Ben Hassen e Nilaja, quest’ultimo alle percussioni)
Nel secondo disco degli Ultimi Poeti, intitolato “This Is Madness”
La storia del Blues dall’epoca schiavista fino ai giorni nostri...
Il termine “Blues” pare derivare dal fatto che blu indaco era il colore delle vesti funebri in molti paesi africani, e l’Indigofera tinctoria - la pianta da cui si estrae quel colorante naturale - cresceva abbondante in molte piantagioni del Sud degli USA dove erano costretti gli schiavi neri trasportati dall’Africa... Ma c’è anche un’espressione americana, “blue devils”, che significa essere in uno stato di tristezza, melanconia... In ogni caso “blues” è sinonimo di sofferenza e pena.
True blues aint no new news about who's been abused
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/1 - 21:34
Song Itineraries:
Racism and Slavery in the USA
Niggers Are Scared of Revolution
[1970]
Brano di “spoken word” interpretato da Umar Bin Hassan (1948-) che si unì ai Last Poets (Jalal Mansur Nuriddin aka Alafia Pudim e Abiodun Oyewole) nel 1969.
Nell’album di debutto, intitolato semplicemente “The Last Poets”
Mi è venuto bene di contriburlo dopo averlo ascoltato alla trasmissione "Mu" condotta su Radio2 da Matteo Bordone.
Uno dei brani più famosi dei Last Poets (Ultimi Poeti, perchè di lì in avanti la parola avrebbe dovuto passare alle armi) in cui la voce di Umar Bin Hassan, accompagnata solo da una scarna base ritmica, si scaglia contro i vizi della comunità nera: “Sarete sempre dei negri, perchè avete paura della Rivoluzione, avete paura del cambiamento, avete paura di prendere il potere, avete paura di agire come Malcolm X... Non fate altro che vivere all’ombra dei bianchi, non fate altro che parlare, parlare, fuck di qua e fuck di là, ma non combinate un cazzo... (Continues)
Brano di “spoken word” interpretato da Umar Bin Hassan (1948-) che si unì ai Last Poets (Jalal Mansur Nuriddin aka Alafia Pudim e Abiodun Oyewole) nel 1969.
Nell’album di debutto, intitolato semplicemente “The Last Poets”
Mi è venuto bene di contriburlo dopo averlo ascoltato alla trasmissione "Mu" condotta su Radio2 da Matteo Bordone.
Uno dei brani più famosi dei Last Poets (Ultimi Poeti, perchè di lì in avanti la parola avrebbe dovuto passare alle armi) in cui la voce di Umar Bin Hassan, accompagnata solo da una scarna base ritmica, si scaglia contro i vizi della comunità nera: “Sarete sempre dei negri, perchè avete paura della Rivoluzione, avete paura del cambiamento, avete paura di prendere il potere, avete paura di agire come Malcolm X... Non fate altro che vivere all’ombra dei bianchi, non fate altro che parlare, parlare, fuck di qua e fuck di là, ma non combinate un cazzo... (Continues)
Niggers are scared of revolution
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/1 - 18:15
Song Itineraries:
Racism and Slavery in the USA
Forever Young
A version in the Fataluku language by the Australian musician Gillian Howell
Versione in lingua Fataluku del musicista australiano Gillian Howell
Questa versione l'avevo postata tempo addietro, in maniera erronea, in un'altra Forever Young, quella di Dylan, come osservato in un commento da Lorenzo:
non per spegnere i vostri entusiasmi papuasiani ma mi sa che avete sbagliato canzone. La Forever Young tradotta è questa. Che però magari potrebbe essere una CCG (Heaven can wait we're only watching the skies / Hoping for the best but expecting the worst / Are you going to drop the bomb or not?)...
Oggi torna al suo posto
La lingua Fataluku, di origine papuasiana, è parlata comunemente anche in alcune zone di Timor Est. E' considerata come una sorta di linguaggio "transpapuasiano" (ricordiamo che sul territorio della Nuova Guinea si parlano letteralmente centinaia di idiomi diversi) [RV]
Questa versione l'avevo postata tempo addietro, in maniera erronea, in un'altra Forever Young, quella di Dylan, come osservato in un commento da Lorenzo:
non per spegnere i vostri entusiasmi papuasiani ma mi sa che avete sbagliato canzone. La Forever Young tradotta è questa. Che però magari potrebbe essere una CCG (Heaven can wait we're only watching the skies / Hoping for the best but expecting the worst / Are you going to drop the bomb or not?)...
Oggi torna al suo posto
Contributed by DonQuijote82 2014/2/1 - 18:10
Pequeñas historias innobles
Antiwar Songs Blog
Se, com’è probabile dato che il PPE ha la maggioranza al parlamento spagnolo, il nuovo disegno di legge sull’aborto verrà approvato, sarà un enorme passo indietro per la Spagna che vedrà retrocedere i diritti delle donne non solo rispetto alla legge del 2010 ma anche rispetto a quella del 1985. Nel nostro sito abbiamo voluto […]
Antiwar Songs Staff 2014-02-01 17:12:00
Non maledire questo nostro tempo (25 Aprile 1945)
Non so se sono già intervenuto sulla questione (la mia memoria ha dei buchi) ma posso precisare che la canzone Non Maledire questo Nostro Tempo è stata scritta da nel nel 1967 per i Gufi (nello spettacolo NON SO, NONN HO VISTO, SE C'ERO DORMIVO, sempre del sottoscritto, La canzone è stata musicata da Lino Patruno; la versione di Gino Negri, usata da Milva, è successiva. E io devo dire - con tutto l'affetto per Gino Negri - che la semplice e lineare interpretazione di Patruno è più "adeguata" ed è quella che preferisco. Colgo l'occasione per segnalare che recentemente (dicembre 2013) l'editore Book Time di Milano ha pubblicato i due testi da me scritti per i Gufi nel 1967 e '68: oltre a quello citato, che contiene la canzone in oggetto, si tratta del testo NON SPINGETE, SCAPPIAMO ANCHE NOI.
Grazie per l'attenzione e molti cordiali saluti
Luigi Lunari
luigi.lunari@libero.it
www.luigilunari.com
Grazie per l'attenzione e molti cordiali saluti
Luigi Lunari
luigi.lunari@libero.it
www.luigilunari.com
Luigi Lunari 2014/2/1 - 11:16
A Brand New Day
"A Brand New Day" is a song from the 1975 Broadway musical The Wiz written by American R&B singer–songwriter Luther Vandross. (In 1976 Vandross recorded a version of the song for his album "Luther," on Cotillion records.) In the play, the song is sung to celebrate because Dorothy has killed Evilene, the tyrannical wicked witch of the West. Dorothy, the Tin Man, the Cowardly Lion, and the Scarecrow sing the song with the newly freed Winkies, who were ruled and enslaved by Evilene. It was later featured in the 1978 film version, sung by cast members Diana Ross, Michael Jackson, Nipsey Russell, and Ted Ross (credited as The Wiz Stars). Given the all-Black cast of The Wiz, the song's many references to freedom and new possibilities, (especially as sung by African American characters who had just been freed from enslavement) certainly invoked the struggles and history of Blacks in America.... (Continues)
Everybody look around
(Continues)
(Continues)
Contributed by Jon Doe 2014/2/1 - 04:47
Song Itineraries:
Racism and Slavery in the USA
Bob Dylan: Forever Young
Questo extra era stato inserito per un triste episodio qualche anno fa. Ascoltate però questa bella recente versione di Pete Seeger, uno che è stato "forever young", fino a 94 anni.
May your song always be sung, Pete.
May your song always be sung, Pete.
2014/1/31 - 23:57
Theresienstädter Kinderreim
Chanson tchèque de langue allemande – Theresienstädter Kinderreim - Ilse Weber – 1942/44
Une comptine noire du camp de concentration de Thérésine....
Son auteure, Ilse Weber, poète et écrivaine d'origine tchèque et de religion juive, fut internée à Thérésine en 1942. Déportée à Auschwitz en octobre 1944, elle fut exécutée à son arrivée en même temps que son fils Tommy…
Lucien l'âne mon ami, voici une comptine terrible, née au plus profond de la terreur. On croirait un chant parcouru par des enfants poursuivis par des démons peints par Hieronymus van Aken, alias Jérôme Bosch, dans lequel les futurs cadavres d'enfants tirent un corbillard couvert d'autres cadavres. Juste deux mots sur la ritournelle qui parcourt toute la comptine... Elle est assez douce-amère... Le point de départ est le proverbe français : « Rira bien qui rira le dernier »... C'est une parade des enfants et des faibles... (Continues)
Une comptine noire du camp de concentration de Thérésine....
Son auteure, Ilse Weber, poète et écrivaine d'origine tchèque et de religion juive, fut internée à Thérésine en 1942. Déportée à Auschwitz en octobre 1944, elle fut exécutée à son arrivée en même temps que son fils Tommy…
Lucien l'âne mon ami, voici une comptine terrible, née au plus profond de la terreur. On croirait un chant parcouru par des enfants poursuivis par des démons peints par Hieronymus van Aken, alias Jérôme Bosch, dans lequel les futurs cadavres d'enfants tirent un corbillard couvert d'autres cadavres. Juste deux mots sur la ritournelle qui parcourt toute la comptine... Elle est assez douce-amère... Le point de départ est le proverbe français : « Rira bien qui rira le dernier »... C'est une parade des enfants et des faibles... (Continues)
COMPTINE DE THÉRÉSINE
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2014/1/31 - 19:00
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Nel recital di Charlette Shulamit Ottolenghi intitolato “Dalle profondità – Canti di donne nella Shoah”, con musiche di Francesco Lotoro eseguite da Alexander (pianoforte) e Ludmilla Zlotnikov (violoncello).
Anche nel disco “KZ Musik: Encyclopedia of Music Composed in Concentration Camps, CD 2”, con Francesco Lotoro (pianoforte), Angelo De Leonardis (baritono), Anna Maria Stella Pansini (soprano), Rosa Sorice (voce femminile recitante).
Ilse Herlinger Weber è stata una poetessa e scrittrice di origine ceca e di religione ebraica.
A Praga, dove viveva, scrisse molti racconti per l’infanzia e condusse anche programmi radiofonici per i bambini. Dopo l’occupazione nazista, nel 1939, riuscì a mettere in salvo il suo primogenito Hanuš mandandolo da amici in Svezia attraverso un “kindertransport”. Poi lei, il marito ed il figlio più piccolo furono rinchiusi nel... (Continues)