Certo è che si ammazzase 150.000 scoiattoli (i numeri della Siria), il fatto creerebbe un'indignazione generale della società nostra, difficilmente paragonabile a qualche avvenimento storico fra gli uomini...ma tanto, è meglio che si sgozzino ste' negri
Krzysiek Wrona 2014/2/19 - 22:40
E nel fratempo gli americani si fanno i cazzi loro in Sicilia
Riccardo, mi fai pensare che un'opposizione perfettivi vs imperfettivi esiste anche nel "nostro" greco: i tempi basati sul tema del presente o su quello dell'aoristo, per esprimere i due differenti aspetti, della durata e dell'azione in sé. Ma te lo dico esitante, convinto che, se le cose stessero così, te ne saresti già tranquillamente accorto tu. Però mi resta la curiosità...
Gian Piero Testa 2014/2/19 - 22:48
Dal punto di vista formale, l'opposizione è precisamente la stessa sia in greco che nelle lingue slave, Gian Piero; ma mentre in greco funziona all'interno di uno stesso verbo con l'opposizione "presente/aoristo" (θα βλέπω "vedrò = continuerò a vedere; θα δω "vedrò = vedrò in un dato momento), nelle lingue slave bisogna formare una coppia di verbi, uno durativo e uno momentaneo (imperfettivo e perfettivo), ognuno dei quali ha la sua coniugazione completa. Il problema della formazione delle coppie di verbi è il principale "muro" delle lingue slave. Non esistono regole fisse, ad esempio, per formare un perfettivo a partire da un imperfettivo: bisogna impararsi le varie coppie una ad una. Inoltre esistono, oltre ai due aspetti principali, diversi "sottoaspetti" (iterativo, frequentativo, causativo ecc.) che, a volte, trasformano le coppie in terzetti o quartetti. Ti assicuro, Gian Piero, che rispetto alle lingue slave anche il greco impallidisce...
Come il latino e l'inglese, ah, ah...e tutto a memoria come i verbi irregolari nella miriade dei tempi italiani (non ne parliamo poi del francese). Tutto questo impallidisce di fronte all'euskera che ha ben seidici casi....che del resto esistono sia in latino sia in polacco (ben sette)...ma noi ce l'abbiamo solo tre tempi in practica : P
Nell'attesa di una traduzione, magari interesserà sapere che diavolo voglia dire il titolo di questa poesia/canzone di Tucholsky, che -penso- avrà un po' sconcertato anche chi conosce il tedesco. "Olle Kamellen" è tedesco settentrionale (Plattdeutsch, o bassotedesco) per "alte Kamillen", ovvero "vecchie camomille". L'espressione, senza che generalmente venga compresa del tutto, è passata ad essere usata in tutta la Germania; significa: "sempre la solita storia", "solite stronzate" o, come si direbbe a Firenze, "e l'è rinòva".
Bellissima, e in più una traduzione praticamente formidabile (per quanto ne so italiano, certamente). Me sa che Il Venturi, questa sua abitudine di mettercela la "a" come congiunzione al posto della "i", nelle sue traduzioni polacche, ha preso proprio da voi cechi ; D