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Por el agua de Carmona

Por el agua de Carmona
(1974)

Letra: José María Carrillo
Música: Gente del Pueblo

Testo e maggiori informazioni nel blog dedicato al gruppo Gente del pueblo

Il 1 agosto del 1974, si tenne a Carmona, nella provincia di Siviglia, una grande manifestazione con 30.000 persone, nel corso della quale la popolazione reclamava... acqua. Come altre volte, la guardia civile sparò "in aria", uccidendo Miguel Roldán Zafra.

Vedere anche El pueblo no olvidará e Agüita pa' beber (Carmona).
En Sevilla con agua
(Continues)
Contributed by CCG Staff - commento di Flavio Poltronieri 2014/2/18 - 23:27
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Mir ist heut’ so nach Tamerlan

Mir ist heut’ so nach Tamerlan
[1922]
Versi di Kurt Tucholsky, sotto lo pseudonimo di Theobald Tiger.
Musica di Rudolf Nelson (1878-1960), tedesco, compositore ed impresario di cabaret.
Testo trovato sul sempre ottimo Mudcat Café, proveniente dal German Music Database

Originariamente interpretata da Fritzi Massary (1882-1969), attrice e canatnte austriaca.
Più recentemente ripresa da Ute Lemper nel suo disco “Berlin Cabaret Songs” del 1996.

Il cabaret berlinese ai tempi di Weimer non aveva nulla da invidiare a quello parigino, e anche la sfavillante vita mondana e, soprattutto, notturna erano assolutamente comparabili. Kurt Tucholsky, come corrispondente a Parigi del giornale “Die Weltbühne”, respirò entrambe quelle incredibili arie di sfrenata libertà e divenne uno dei più importanti scrittori di piéces per il cabaret.
Ma già all’inizio degli anni 20 Tucholsky cominciò a respirare un’altra aria, questa volta mefitica... (Continues)
Tamerlan war Herzog der Kirgisen,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/18 - 22:14
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Raus mit den Männern!

Raus mit den Männern!
[1926]
Parole e musica di Friedrich Hollaender
Interpretata dalla stessa Claire Waldoff, cui la canzone è dedicata e per la quale, evidentemente, fu scritta.
Più recentemente ripresa da Ute Lemper nel suo disco “Berlin Cabaret Songs” del 1996.

Un inno femminista e lesbico dedicato ad una delle regine del cabaret berlinese all’epoca di Weimar, Claire Waldoff (1884-1957), che sul palco si esibiva spesso in camicia e cravatta, fumando e imprecando, interpretando canzonette, spesso triviali, nel gergo berlinese che aveva appreso nelle osterie dove si esibiva prima di raggiungere il successo. Claire Waldoff era dichiaratamente lesbica e la sua compagna di tutta la vita fu la baronessa Olga (Olly) von Roeder, con la quale folleggiava in frequenti festini negli anni d’oro del cabaret... Poi l’avvento del nazismo, ovvero della tristezza, della brutalità e della morte... Claire Waldoff - che oltre... (Continues)
(für Claire Waldoff)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/18 - 21:27

Die Schnupftabaksdose

Die Schnupftabaksdose
[1912]
Un’altra allegra poesiola cantabile di Joachim Ringelnatz, cabarettista e pittore tedesco, un birbante anarchico e antiautoritario che in questi versi si prende gioco di una delle icone del nazionalismo teutonico, Federico II di Hohenzollern, “Friedrich der Große”, ossia Federico il Glande - pardon - il Grande...

Joachim Ringelnatz morì - probabilmente ridendosela - poco dopo l’avvento del nazismo, ma in tempo per vedersi bollato come artista “degenerato”. Molta della sua produzione fu distrutta negli anni successivi alla sua scomparsa.
Es war eine Schnupftabaksdose
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/18 - 20:36
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Hodné štěně

Hodné štěně
Un'altra canzone contro il regime in Cecoslovacchia, scritta agli inizi degli anni '50 ma subito “messa all'indice”. L'allegoria del rapporto tra il cane e il suo padrone sta per il rapporto tra il popolo e i suoi oppressori. I riferimenti sono piuttosto chiari: la voglia repressa del cane di curiosare qua e là e scoprire i paesini circostanti allude ai divieti di viaggiare oltre i confini del paese, l'impossibilità di studiare per alcuni ecc.
Narodilo se štěně, lidí se nebálo,
(Continues)
Contributed by Stanislava 2014/2/18 - 18:47

Italien-Chanson

Italien-Chanson
[1926]
Testo trovato su Buchi nella sabbia

Cercando una canzone in judezmo, mentre facevo la guardia ad un’altra in yiddish, che non la sorprendessero i crucchi, ecco che mi pare proprio di vederne arrivare uno che canticchia nella sua lingua… “Chi va là?”, urlo. Mi risponde: “Sono Joachim Ringelnatz, sono tedesco ma antifascista! Non sparare!”… Lo faccio passare. Ci abbracciamo. Meno male che anche tra di loro non tutti sono “nazi schmazi”…

Joachim Ringelnatz è stato uno scrittore, un cabarettista, un poeta, e dipingeva pure. Inventò un personaggio letterario, il marinaio Kuddel Daddeldu, che era un po’ il suo alter ego, anarchico e antiautoritario. Morì poco dopo l’avvento del nazismo, ma in tempo per vedersi bollato come artista “degenerato”. Molta della sua produzione fu distrutta negli anni successivi alla sua scomparsa.
Questa poesia-canzone sull’Italia fascista è datata 1926 ed... (Continues)
Wie war Italien einst verdreckt!
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/18 - 16:03

די שבועה

די שבועה
Di Shvue
[1902]
Versi di S. An-sky (1863-1920), originario di Čašniki, oggi in Bielorussia, scrittore, drammaturgo, ricercatore di folklore ebraico, cultore dell’Yiddish, militante socialista.
Questa sua “Di shvue” divenne quasi subito l’inno del “Bund” (בונד), il Partito socialista ebraico di Lituania, Polonia e Russia.
Testo trovato su Sam Yiddish Site Web
ברידער און שװעסטער פֿון אַרבען און נױט
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/18 - 14:59
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א וואָגן שיך

א וואָגן שיך
A Vogn Shikh
[1 gennaio 1943]
Versi di Avrom Sutskever
Musica di Tomáš Novotný
Interpretata da Hilda Bronstein nel suo disco “Yiddish Songs Old and New”. Il testo si trova recitato dallo stesso autore in un vecchio disco della Folkways Records.
Testo trovato sul blog Sam Yiddish Site Web

In questa sua famosa poesia Avrom Sutskever riesce a sintetizzare magistralmente tutto l’orrore dell’Olocausto attraverso l’immagine di un carro che attraversa cigolando i vicoli silenti del ghetto di Vilnius, carico di scarpe ancora palpitanti della vita di chi le calzava, tutti ebrei morti di stenti nella prigione a cielo aperto in cui i nazisti li rinchiusero… In soli due anni, dal settembre 1941 al settembre 1943, la fame, le malattie, le esecuzioni sommarie uccisero quasi tutti i 40.000 ebrei rinchiusi nel ghetto lituano. Sopravvissero solo coloro che, come Sutskever e la moglie , riuscirono a fuggire (insieme a Shmerke Kaczerginski e Abba Kovner), unendosi poi ai partigiani.
די רעדער יאָגן, יאָגן
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/18 - 11:23
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Gaza

Gaza
This is a song for the people - especially the children - of Gaza. It was written after many conversations with ordinary Palestinians living in the refugee camps of Gaza and the West Bank. I spoke also to Israelis, to N.G.O workers, to a diplomat unofficially working in Jerusalem, and took their perspectives into account whilst writing the lyric.
It is not my/our intention to smear the Jewish faith or people - we know many Jews are deeply critical of the current situation - and nothing here is intended to show sympathy for acts of violence,whatever the motivation, but simply to ponder upon where desperation inevitably leads.

Many Gazan children are now the grandchildren of Palestinians BORN in the refugee camps - so called "temporary" shelters. Temporary for over 50 years now..
Gaza is today, effectively, a city imprisoned without trial. We ask you to add your voice to those already campaigning... (Continues)
When I was young it all seemed like a game
(Continues)
Contributed by Andrea Tramonte 2014/2/18 - 10:31
Song Itineraries: The Palestinian Holocaust
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Miłość

Miłość
(2002)
Testo e musica di Maciej Maleńczuk
L'album "Ande la more"
Testo da tekstowo.pl
Sito ufficiale
Może to i lepiej, że żyję teraz,
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2014/2/18 - 04:38

Sweatshop

Antiwar Songs Blog
Sweatshop
Al Capitale piacciono le camicie: che siano nere o brune quando ha bisogno del fascismo poliziotto, o che siano tanto belline quando c’è da rendere schiavi nelle fabbriche che producono per la “moda”. Ce lo racconta esattamente, dalla sua breve e triste vita, Morris Rosenfeld, ebreo, immigrato, schiavo in uno Sweatshop newyorkese nel 1893. Qui […]
Antiwar Songs Staff 2014-02-17 23:13:00
The Capital likes shirts, be they black or brown when it needs police and fascism, or so nice when it needs slavery in fashion workshops. That's just what Morris Rosenfeld tells us from his short and dreary life: a Jew who immigrated to the US to work as a slave in a NY Sweatshop, 1893. Just written.
Riccardo Venturi 2014/2/17 - 22:47

Love and Freedom

Love and Freedom
Words and music: Straw Lee No
Back in the old days in 1968
(Continues)
Contributed by adriana 2014/2/17 - 17:45

Peace

Words and music: Straw Lee No
Peace isn't just a word or a state of mind
(Continues)
Contributed by adriana 2014/2/17 - 17:31
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מאָטל דער אָפּרײטער

מאָטל דער אָפּרײטער
Motl der opreyter
[1940?]
Parole di Chaim Tauber (1901-1972), scrittore, sceneggiatore e attore originario dell’Ucraina, emigrato negli USA alla fine degli anni 20.
Musica di Naftule Brandwein (1884-1963), clarinettista e polistrumentista klezmer, originario della Galizia, regione storica divisa tra Polonia ed Ucraina.
Testo trovato su Yidlid - Chansons yiddish

Il brano è il motivo portante della colonna sonora del film americano “Motel The Operator” (le altre musiche del film sono invece di Sholom Secunda), diretto nel 1940 da Joseph Seiden (1892-1974), regista e produttore di film Yiddish. Chaim Tauber – che del film era anche sceneggiatore - interpretava Motl, il protagonista di questo dramma tragicissimo, un operaio confezionista (credo si dica così, quelli che confezionano capi d’abbigliamento) che, dopo aver aderito ad uno sciopero contro le pessime condizioni di lavoro, viene... (Continues)
מאָטל דער אָפּרײטער
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/17 - 14:34

אין שאַפּ, אָדער די סװעט־שאַפּ

אין שאַפּ, <i>אָדער</i> די סװעט־שאַפּ
In shap, oder Di svet-shap
[1893?]
Versi di Morris Rosenfeld, originariamente pubblicati sulla rivista “Di Tsukunft” (“Il Futuro”), poi, forse, nella raccolta intitolata "Lider-bukh", tradotta in inglese nel 1898 e in tedesco nel 1902.
Purtroppo sono riuscito a trovare solo un testo parziale in caratteri ebraici, così comincio a contribuire quello traslitterato (Riccaaardooo, pensaci tuuu!!!).
La traslitterazione – non so se sia correttissima - l’ho trovata sul blog Nice Words
עס רױשן אין שאַפּ אַזױ װילד די מאַשינען,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/17 - 11:46

מײַן ייִנגעלע

מײַן ייִנגעלע
Mayn yingele
[1887]
Versi di Morris Rosenfeld, nella raccolta intitolata "Die Glocke", pubblicata a New York nel 1888.
Ignoro se fosse lo stesso Rosenfeld a comporre la musica per le proprie poesie… Di certo molte di esse divennero così popolari tra i lavoratori ebrei immigrati da essere musicate e intonate nelle fabbriche e nei raduni sindacali.
Testo trovato su Yidlid - Chansons yiddish

Una delle poesie più famose di Rosenfeld, una classica “sweatshop song”, il lamento di un padre cui lo sfruttamento sul lavoro impedisce persino il contatto con il figlio, un bimbo profondamente amato ma non vissuto a causa del continuo, incessante lavoro per la sopravvivenza, dalle prime luci dell’alba a notte fonda… E il padre sa che il lavoro finirà per ucciderlo (come accadde, per esempio, a David Edelstadt), separandolo ancora una volta e definitivamente dal suo amato bambino…
איך האָב אַ קלײנעם ייִנגעלע
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/17 - 11:01
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Síðasta blóm í heimi

Síðasta blóm í heimi
[1981]
Da una poesia di James Thurber
(Tradotta in islandese da Magnús Ásgeirsson)
Musica: Utangarðsmenn / Bubbi Morthens
Album: Í upphafi skyldi endinn skoða

From a poem by James Thurber
(Translated into Icelandic by Magnús Ásgeirsson)
Music: Utangarðsmenn / Bubbi Morthens
Album: Í upphafi skyldi endinn skoða

Texti: Ljóð eftir James Thurber
Þýðing: Magnús Ásgeirsson
Lag: Utangarðsmenn / Bubbi Morthens
Af plötunni: Í upphafi skyldi endinn skoða



L'ultimo fiore, dal Quartetto Cetra al punk islandese

Che cosa c'entra, secondo voi, una punk band islandese con il Quartetto Cetra? Tutti e due gruppi musicali, d'accordo; ma più diversi sarebbe difficile immaginarseli. Eppure una cosa in comune ce l'hanno: una canzone. Per quanto possa sembrare incredibile, derivata dalla stessa poesia.

La poesia si chiama, in inglese, The Last Flower in the World e fu scritta dal giornalista,... (Continues)
Undir XII. alheimsfrið
(Continues)
Contributed by Rikarður V. Albertsson 2014/2/17 - 03:30
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אין אַלע גאַסן אָדער הײ, הײ, דאַלױ פּאָליצײ

Anonymous
אין אַלע גאַסן  <i>אָדער</i> הײ, הײ, דאַלױ פּאָליצײ
DANS TOUTES LES RUES (A BAS LA POLICE!)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/16 - 16:07
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1947

1947
Grazie al Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia per queste verità troppo spesso dimenticate.
steno 2014/2/16 - 13:39
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Mefisto

Mefisto
Chanson italienne - Mefisto - Sine Frontera - 2009
Texte de Antonio Resta
MÉPHISTO
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2014/2/16 - 12:37
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Magazzino 18

Magazzino 18
i veri fascisti siete voi che mostrate tutto il vostro odio e la vostra violenza repressa nei vostri scritti
alessandro 2014/2/16 - 09:45
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Tre passi nel delirio

Tre passi nel delirio
2003
Fumo e incenso

Più che di una canzone si tratta di una trilogia, ovvero di tre micro-canzoni, nelle quali tre dei componenti del gruppo interpretano le sensazioni che immaginano abbia provato il pilota che durante la seconda guerra mondiale ha sganciato la bomba atomica su Hiroshima, nel corso della sua vita. La paura, nel momento in cui era sull'aereo, che non gli fa vedere la gravità del gesto, il rimorso che comincia a tormentarlo come uno spettro da subito, una volta tornato a casa alla fine della guerra ed in fine la vergogna, durante la sua vecchiaia che maschera con orgoglio e arroganza. Questa trilogia non si ispira alla reale biografia del pilota, gli autori prendono semplicemente spunto dalla vicenda per interpretare l'assurdità della guerra.
Primo passo: Paura
(Continues)
Contributed by Giovanni 2014/2/16 - 07:26
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Talkin' sul sesso

Talkin' sul sesso
un antiprimavera efficace...ma noi non la beviamo :)
krzyś 2014/2/16 - 03:00
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Sinàn Capudàn Pascià

Sinàn Capudàn Pascià
Grazie ! Ci tenevo a farne una versione napoletana e i Pietrarsa in "Canti randagi 2" me ne hanno dato la possibilità.
Gennaro 2014/2/15 - 22:21
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אַרבעטלאָזע מאַרש

אַרבעטלאָזע מאַרש
MARCH OF THE JOBLESS CORPS
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/15 - 21:03
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I'm Gonna Be an Engineer

I'm Gonna Be an Engineer
When I was a little girl I wished I was a boy
(Continues)
Contributed by Andrea R. 2014/2/15 - 18:35

Il principe

Il principe
[1975]
Versi di Massimo Troisi
Musica di Massimo Troisi e Vincenzo Purcaro, in arte Enzo Decaro, il terzo uomo de “La Smorfia”
Nel disco di Enzo Decaro intitolato “Poeta Massimo”, 2008.
Il principe sul cavallo bianco
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/15 - 15:30
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Wallflower

Wallflower
Chanson anglaise – Wallflower - Peter Gabriel – 1982

Wallflower, FLEUR DE MUR... C'est presqu'aussi bien que Fleur de banlieue, Fleur de Pavé ou Gibier de Potence... Étrange endroit pour faire de la floriculture... Étranges fleurs aussi que ces prisonniers qui poussent entre, sur... les murs. C'est le grand bal des réprouvés de la Guerre de Cent Mille Ans que les riches font aux pauvres, le système à ceux qui relèvent la tête, à ceux qui ont la dignité à fleur de peau. Mon propre père a fini ainsi à la suite de ces jours de conversations forcées entre les murs gris... Ses médecins étaient habillés de noir, de runes et de têtes de mort...

C'est une chanson qui me rappelle ce « Mur gris de le prison » ou « La Moisissure de Regina Coeli » ou qui évoque Marco Camenisch ou, ou, ou des milliers, des milliers d'autres... depuis la nuit des temps. En somme, une chanson immémoriale... Ora e sempre :... (Continues)
FLEUR DE MUR
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2014/2/15 - 11:06
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Ciudad Ho-chi-minh

Ciudad Ho-chi-minh
Io lo ricordo bene
pierrette 2014/2/14 - 22:17
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Muller

Muller
Album: Sementeira - 1976

Ripresa nel 2019 da Sés
album: Rabia Ao Silencio
A meu gaiteriño,
(Continues)
Contributed by Andrea R. 2014/2/14 - 19:42
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Canción de soldados (o Dicen que la patria es)

Canción de soldados (o Dicen que la patria es)
Durante il festival politico-musicale "Siete días con el pueblo", tenuto nella Repubblica Domenicana dal 25 novembre al primo dicembre 1974, su questa stessa canzone, ricalcandone gli schemi metrici e lo stile, Bernardo Palombo cantó una canzone scritta sul momento, che dedicò ai poliziotti che, pur essendo presenti come parte di un formidabile apparato repressivo, avevano manifestato solidarietà e partecipazione alle tematiche sociali e politiche del festival: uno si era messo a piangere quando Víctor Manuel aveva cantato "No quiero ser militar", altri si erano rifiutati di continuare il lavoro, altri ancora avevano esplicitamente detto "siamo con voi".
In quel momento la repressione nella Repubblica Domenicana aveva raggiunto livelli intollerabili: il festival convogliò e rivelò l'insopprimibile anelito di libertà e di giustizia sociale della popolazione.
Questo è il testo (da "Taller Latino"):

Video su Youtube
Ay que yo si canto que si
(Continues)
Contributed by Maria Cristina Costantini 2014/2/14 - 19:20

La femme libre

La femme libre
Da "Chansons rouges" pubblicato nel 1896 a nome di Maurice Boukay (pseudonimo di Charles-Maurice Couyba).
Monsieur Chaumette au Club plaçait
(Continues)
Contributed by Andrea R. 2014/2/14 - 18:52
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Ο Ναπολιτάνος

Ο Ναπολιτάνος
Melachriné Napolitano (1)
Στίχοι: Πυθαγόρας
Μουσική: Γιώργος Κατσαρός (2)
Πρώτη έκτελεση: Μαρινέλλα
Δίσκος: "Αλβανία", 1973

Testo di Pythagòras
Musica di Yorgos Katsaròs
Prima interpretazione di Marinella
Disco: "Albania", 1973

(1): Il titolo esatto è "Ο Ναπολιτάνος".
(2): La canzone greca annovera due Γιώργος Κατσαρός . Il primo, il cui vero cognome era Θεολογίτης, nacque nell'isola di Amorgos nel 1888 ed è morto in Florida a 107 anni nel 1995. Fu un importante autore di canzoni rebetiche, e si affermò nell'anteguerra tra i Greci degli U.S.A. prima di avere successo anche nella madrepatria. Il secondo, corfiota, è nato nel 1934, è autore di molta musica per la radio, il cinema, il teatro e la televisione. E' anche un buon saxofonista di musica jazz. Purtroppo è anche noto per essere l'autore dell'"Inno del 21 Aprile", composto nel 1967 a pro dei Colonnelli, che si sdebitarono... (Continues)
Gian Piero Testa 2014/2/14 - 17:29




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