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Before 2013-8-29

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Song for Anne Frank

Song for Anne Frank
‎[1994]‎
Parole e musica di Harvey Andrews
Nell’album intitolato “Spring Again”‎

Come, lock the door up tight, the night's for sleeping
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/28 - 15:21
Song Itineraries: Extermination camps
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Liberation

Liberation
‎[1994]‎
Parole e musica di Harvey Andrews
Nell’album intitolato “Spring Again”‎



Canzone sulla Germania dopo il 1989, dopo il comunismo, dopo la caduta del Muro… Dopo, per ‎molti tedeschi dell’est, cadde però anche la speranza o l’illusione che Occidente e società capitalista ‎fossero sinonimi di Libertà: “Libertà non è mai ciò che appare. Quello di cui tutti abbiamo ‎bisogno è Liberazione”

"Ku’damm" è l'abbreviazione con cui è noto il Kurfürstendamm , viale di Berlino che fin dagli anni 30 è stato il cuore commerciale della città...
He saw them coming through the Berlin Wall
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/28 - 15:15
Song Itineraries: The Berlin Wall, 1961-1989
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It's a Wonderful Day

It's a Wonderful Day
‎[1997]‎
Parole e musica di Harvey Andrews
Nell’album intitolato “The Journey”‎
It's a wonderful day for dumping our rubbish
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/28 - 14:57
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The Centurion

The Centurion
‎[1997]‎
Parole e musica di Harvey Andrews
Nell’album intitolato “The Journey”‎

Il secolo in questione è il 900, il “Secolo di Sangue”…‎

“I bombardamenti aerei sulle città sono stati il sonoro del millenovecento… Questo ‎millenovecento è stato un secolo di filo spinato e sbarre” (Erri De Luca)‎
I was born in 1900,
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/28 - 14:51
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The Rose of York

The Rose of York
‎[1974?]‎
Scritta da Ken Thompson e Leslie Hale (?)‎
Nell’album con Leon Rosselson intitolato “That's Not the Way It's Got to Be” (1975), in ‎seguito riproposto dalla Paredon Records con il diverso titolo “Songs of Life from a Dying British ‎Empire” (1981).‎





La Rosa della Yorkshire che più non fiorirà è il paese che ha perso gran parte della sua gioventù ‎nelle trincee della Grande Guerra…‎

Il Lord Kitchener citato nell’ultima strofa è Horatio Kitchener, 1st Earl Kitchener (1850-1916), alto ‎ufficiale che combattè in tutte le guerre, da quelle coloniali in Sudan, Sudafrica ed India fino alla ‎prima guerra mondiale, nel corso della quale trovò la morte affondando con la sua nave bersagliata ‎da un sommergibile tedesco… L’immagine di Lord Kitchener corrisponde in Gran Bretagna a ‎quella dello Zio Sam americano: era proprio lui ad apparire sui manifesti di reclutamento inglesi ‎pronunciando “Britons! Lord Kitchener wants you! Join your Country’s Army! God Save The ‎King!”‎

My name it is Mark Bennett, I am a Yorkshire man
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/28 - 14:19
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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Haymatlos

Haymatlos
[2012]
Sınırsız-Ulussuz-Sürgünsüz
No Borders-No Nations-No Exile
Senza frontiere-Senza nazioni-Senza esilio
Three songs for Festus Okey
Tre canzoni per Festus Okey
Söz: Bandista-Enzo İkah
Müzik: Bandista-Enzo İkah
Testo/Lyrics: Bandista-Enzo İkah
Musica/Music: Bandista-Enzo İkah



It has been five years since Festus Okey was murdered by the police in Beyoglu. Festus was neither the first victim of state violence, nor the last immigrant left to die or killed at the borders, out in the sea, in the middle of the cities, in state institutions or left to die in the hands of civilian fascists.

Everyone is a local, everyone is a migrant. Nobody flees without a reason. The reason might be war, exile, ecological and economic crisis, pogrom or genocide, discrimination or a desire to live a better life. Nation-state borders, walls, barbed wires, private security forces, death threats, do... (Continues)
Everybody is silent
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2013/8/28 - 13:31
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Vajont: La ballata di Longarone

Vajont: La ballata di Longarone
[1969]

Testo di Beppe Chierici - Musica di Daisy Lumini

Sul Vajont vedi anche I fantasmi di pietra.

Un testo "moderno" su una vicenda "moderna". Longarone è un nome recente e vivo nella coscienza popolare, che ancora una volta ha visto umiliato il suo desiderio di giustizia. Ma in questo appunto la ballata diviene, al pari delle canzoni medievali, un discorso senza tempo, o meglio, di sempre: come di sempre è il lamento del contadino, della tessitrice, del vignaiolo. Di sempre è il desiderio di giustizia: ma è di sempre la prepotenza di chi giustizia nega, perché è il più torte.
Si dice che un giorno
(Continues)
Contributed by adriana 2013/8/28 - 12:36
Song Itineraries: War on Earth
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Batte la spola

Batte la spola
‎[1978]‎
Una canzone contenuta nel disco “Un giorno come tanti altri”..‎

La canzone inglese Poverty Knock mi ha ricordato la famosa scena del telaio assassino nel film ‎‎“Madonna, che silenzio c’è stasera” diretto da Maurizio Ponzi nel 1982 e interpretato dall’attore ‎toscano.‎
E’ in quel film che Francesco gira per Prato in cerca di lavoro e, naturalmente, finisce in una ‎fabbrica tessile dove ha uno scontro, per fortuna senza conseguenze, con un telaio lancia-spolette… ‎

Per gli operai tessili veri - nell’Inghilterra di fine 800 o nell’America dei primi del 900 o a Prato in ‎anni molto più recenti - molto spesso bambini o bambine (per via delle mani più piccole ed abili coi ‎fili), perdere dita o mani a causa delle spolette era invece cosa all’ordine del giorno…‎

Batte la spola, batte la spola ‎
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/28 - 12:14
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Poverty Knock

Poverty Knock
‎[primi anni del 900]‎
Canzone da più fonti attribuita a tal Tom Daniel, un operaio tessile di Batley, Yorkshire, nato ‎intorno al 1890 e morto negli anni 70. Fu raccolta prima della sua morte da tal Tony Green. Questo ‎secondo le informazioni disponibili su ‎‎English Folk Music e su ‎‎Mudcat Café
L’ho attribuita a Roy Bailey perché mi sembra che sia il primo ad averla incisa in un suo disco del ‎‎1971.‎

Una canzone sulle terribili condizioni di lavoro negli stabilimenti tessili inglesi all’inizio del 900, ‎dove ai telai lavoravano soprattutto donne e bambini (l’autore della canzone cominciò a lavorarvi ‎che eveva appena 11 anni!) e gli incidenti causati dalle spolette dei telai erano all’ordine del ‎giorno…‎
Mi ha ricordato anche la famosa scena del telaio assassino nel film di e con Francesco Nuti ‎‎“Madonna che silenzio c’è stasera”…‎

Si vedano sl tema anche altre canzoni già presenti sul sito, come Hard Times in a Cotton Mill (Cotton Mill Blues)

Up in the morning at five, it's a wonder that we stay alive
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/28 - 12:04
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The Dalesman's Litany

The Dalesman's Litany
‎‎[fine 800]‎
Canzone raccolta nello Yorkshire verso la fine dell’800 da Frederic William Moorman (1872-‎‎1918), professore di lingua e letteratura inglese all’Università di Leeds e a lungo presidente della ‎Yorkshire Dialect Society. Moorman la trascrisse e la pubblicò nel suo libro ‎‎“Songs of the Ridings” pubblicato a Londra nel 1918.‎
La melodia risale agli anni 60 ed è attribuita a tal Dave Keddie di Bradford.‎
Tim Hart (membro fondatore degli Steeleye Span) e Maddy Prior (che abbiamo già ‎incontrata in coppia con June Tabor e che pure fu membro degli Steeleye Span), ‎tradussero il testo dall’originario dialetto dello Yorkshire in inglese ed inclusero la canzone nel ‎primo volume della loro raccolta intitolata “Folk Songs of Old England”, pubblicato nel 1968.‎
Informazioni e testo trovati su English Folk Music‎



Il lamento, l’invocazione a Dio, di un lavoratore dello Yorkshire... (Continues)
It's hard when fowks can't finnd their wark
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/28 - 10:05
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Palaces of Gold

Palaces of Gold
‎[1968]‎
Parole e musica di Leon Rosselson‎
Nell’album intitolato “A Laugh, a Song, and a Hand-Grenade”, con Adrian Mitchell.‎

Una canzone ispirata all’autore da The Aberfan Coaltip Tragedy, un terribile disastro minerario avvenuto nel Galles nel ‎‎1966. Non ne furono vittime dei minatori, ma i bambini della scuola della cittadina mineraria di ‎Aberfan investita da una gigantesca frana di detriti di lavorazione del carbone…‎

“Se toccasse ai figli dei banchieri, o dei manager, o dei magistrati di vivere in baracche ‎pidocchiose, o di andare in scuole fatiscenti, o di giocare in strade fangose e luride, o di morire ‎sepolti vivi sotto la frana di una miniera, se toccasse a loro allora le le cose cambierebbero molto in ‎fretta… ma non tocca a loro, che vivono in palazzi dorati, tocca agli altri, ai figli del popolo, dei ‎lavoratori. A loro consiglio di darsi da fare – democraticamente, civilmente, s’intende! - per nascere ‎figli di ricchi e potenti…”
If the sons of company directors,
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/28 - 08:58
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Epitafium dla Brunona Jasieńskiego

Epitafium dla Brunona Jasieńskiego
[1982]
Testo e musica: Jacek Kaczmarski
Lyrics and music: Jacek Kaczmarski
Paroles et musique: Jacek Kaczmarski
Sanat ja sävel: Jacek Kaczmarski

Album / Albumi: Mała Arka Noego

Europa się wędzi niby łosoś królewski
(Continues)
Contributed by Krzysztof Wrona 2013/8/28 - 00:39
Song Itineraries: The Gulag Archipelago
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History Lesson

History Lesson
[1965]
Parole e musica di Leon Rosselson
La prima incisione del brano si trova in “Three City Four” album eponimo del gruppo composto da Martin Carthy, Leon Rosselson, Ralph Trainer e Marian McKenzie.
Leon Rosselson lo reincise da solo nell’album intitolato “A Laugh, a Song, and a Hand-Grenade” del 1968.
Testo trovato su Mudcat Café

“According to a note in my first (1966) songbook, this song grew out of memories of history lessons at my school on the edge of Parliament Hill Fields. The tedious recital of facts and dates and great men's deeds is just the sort of history our present rulers would like to reinstate.”

“Secondo quanto mi appuntai nel mio primo libretto di canzoni, risalente al 1966, questa canzone nacque dal ricordo delle lezioni di Storia che si tenevano nella mia scuola nei pressi di Parliament Hill Fields a Londra. La noiosa recitazione mnemonica di date ed imprese di personaggi celebri è proprio il genere di insegnamento della Storia che i nostri governanti vorrebbero ripristinato oggi”
Leon Rosselson
History lesson it's time to remember
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/27 - 23:15
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Sun Is Also a Warrior

Sun Is Also a Warrior
The Sun Is Also A Warrior
1986
Two men walked on the beach in the sun.
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/8/27 - 20:35
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Senza catene

Senza catene
instant song - agosto 2013

Questa canzone l'ho scritta ripensando, ad una frase del papa durante la recente visita fatta a Lampedusa l'8 di luglio scorso. Una domanda che è mi ha colpito nel profondo: "Chi ha pianto per le giovani mamme che portavano i loro bambini?" riferendosi ai 25.000 migranti morti in questi anni nella traversata verso l'Italia. Ho ripensato così alla triste e particolare storia di Samia Yusuf Omar, una ragazza somala di ventuno anni appena compiuti, atleta che aveva partecipato nel 2008 alle Olimpiadi di Pechino nei 200 metri piani. Samia era incinta al quarto mese, ed è morta su un gommone che la portava dalla Libia verso il nostro paese, il 17 marzo del 2012 al largo dell'isola di Lampedusa, dove è stata poi sepolta col suo piccolo.

In particolare mi colpirono di questa vicenda le dichiarazioni dell'anziano medico Giuseppe Saviano che soccorse al largo Samia, ormai... (Continues)
Da venti giorni
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/8/27 - 19:17
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John Wayne Was a Nazi

John Wayne Was a Nazi
‎[1980]‎
Singolo inciso quando la band si chiamava ancora Stains, poi riproposto l’anno seguente come ‎MDC.‎



Canzone sentitamente dedicata alla celeberrima icona dell’ “americanità”, deceduta l’anno ‎precedente…‎

‎“I believe in white supremacy, until the blacks are educated to a point of responsibility. I don't ‎believe giving authority and positions of leadership and judgment to irresponsible people ... I don't ‎feel we did wrong in taking this great country away from [the Native Americans] ... Our so-called ‎stealing of this country from them was just a matter of survival. There were great numbers of people ‎who needed new land, and the Indians were selfishly trying to keep it for themselves.”‎

‎“Credo nella supremazia dell’uomo bianco, almeno fino a quando i neri non avranno acquisito ‎responsabilità. Non credo che si possa dare il potere di guidare la nazione a della gente ‎irresponsabile…... (Continues)
John Wayne was a Nazi
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/27 - 16:30
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Απλά μαθήματα πολιτικής οικονομίας

Απλά μαθήματα πολιτικής οικονομίας
Ancora grazie, Krzysiek Wrona. Aggiungo una cosa, di cui tener conto: non sempre la mia scelta va a una canzone perché la giudichi particolarmente bella e dica cose con le quali concordo. In tal caso sono molto felice e lo sono ancora di più, se mi dicono di aver fatto una buona traduzione. Ma, per quanto mi è possibile, cerco anche di fare in modo che il nostro "giacimento" greco riesca un poco a documentare - dal versante musicale - diversi periodi, sensibilità, atteggiamenti e stili della vicenda politica, sociale e culturale dei nostri amati vicini.
Gian Piero Testa 2013/8/27 - 16:17
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Till We Meet Again

Till We Meet Again
‎[1918]‎
Parole di Raymond B. Egan (1890-1952), cantautore statunitense.‎
Musica di Richard A. Whiting (1891-1938), compositore statunitense.‎
Numero 1 nelle classifiche americane tra 1918 e 1919 nell’interpretazione del cantante canadese ‎Henry Burr (1882-1941).‎

Canzone che, pur nel suo sentimentalismo, preludeva alla fine della Grande Guerra divoratrice di ‎uomini…‎
There's a song in the land of the lily,
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/27 - 15:51
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Çapulcular oldu mu meydanlara doldu mu?

Çapulcular oldu mu meydanlara doldu mu?
27 agosto 2013
ERANO TEPPISTI, RIEMPIVANO LE PIAZZE?
(Continues)
2013/8/27 - 14:51

On ne voit ça qu'ici, à Berlin

On ne voit ça qu'ici, à Berlin
On ne voit ça qu'ici, à Berlin

Canzone française – On ne voit ça qu'ici, à Berlin – Marco Valdo M.I. – 2013
Histoires d'Allemagne 94
An de Grass 95

Au travers du kaléidoscope de Günter Grass : « Mon Siècle » (Mein Jahrhundert, publié à Göttingen en 1999 – l'édition française au Seuil à Paris en 1999 également) et de ses traducteurs français : Claude Porcell et Bernard Lortholary.

Petite illustration

Comme toutes les précédentes, cette Histoire d'Allemagne raconte un moment et cette fois-ci, un moment berlinois de l'année 1995.C'est en fait la transposition d'un récit en chanson et comme pour chacune des précédentes, on entend un narrateur particulier ; en l'occurrence, ici, cette fois, un journaliste parlé, du genre reporter ou envoyé spécial d'on ne sait quelle radio qui suit une manifestation en direct. Cette manifestation, qui se répète depuis dans presque toutes les villes du... (Continues)
Berlin sera toujours Berlin
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2013/8/27 - 14:16
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Cecilia

Anonymous
Cecilia
POVERA CECIJA
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/8/27 - 12:48
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La complainte des nazis

La complainte des nazis
À mon sens,cette Complainte des Nazis ne peut avoir été chantée par Charles TRENET, mais plus que certainement par Pierre Dac - à partir de Radio-Londres. Une chanson de résistance (Ora e sempre : Resistenza !). Voici une adresse où la retrouver :

http://www.youtube.com/watch?v=znkNbrajrO8

Cordial
et tous en choeur...

Lucien lane
Lucien Lane 2013/8/27 - 11:02
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Warszawianka 1905 roku [Варшавянка; La Varsovienne; ¡A las barricadas!]

Warszawianka 1905 roku [Варшавянка;  La Varsovienne; ¡A las barricadas!]
2s. Haydi barikata: la versione turca dei Bandista
2s. Haydi barikata: Turkish version by Bandista




La versione turca preparata dal gruppo militante ska-dub e world fusion Bandista è del 2009 e apre l'album intitolato (in latino!) De te fabula narratur. I membri di Bandista, pur apparendo in pubblico, sono anonimi: una semplice questione di sopravvivenza e incolumità nella Turchia attuale. Certo è che, a differenza di tante versioni più vecchie, questa, recentissima, sulle barricate ci è finita subito: l'album, infatti, è stato registrato in Italia ed è stato distribuito gratuitamente in piazza Taksim nei mesi scorsi, durante le proteste per Gezi Park. L'ultimo album dei Bandista, Sınırsız-Ulussuz-Sürgünsüz (2010) è stato dedicato a Festus Okey, un immigrato nigeriano vittima della polizia turca. [RV]
HAYDI BARIKATA
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2013/8/27 - 01:10
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Bella Ciao

Anonymous
Bella Ciao
1c. La "Bella Ciao delle mondine" tradotta in ungherese da Ferenc Baranyi
1c. The "Bella Ciao of Riceweeders" translated in Hungarian by Ferenc Baranyi
Eljött a hajnal, ébredni kell már,
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2013/8/26 - 23:57
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Bella Ciao

Anonymous
24a. Bella ciao (Versione polacca del Krakowski Chór Rewolucyjny "Coro Rivoluzionario di Cracovia")
24a. Bella ciao (Polish version by Krakowski Chór Rewolucyjny "Krakow Revolutionary Choir")


"Bella Ciao z tekstem w języku polskim, w wersji wykonywanej przez Krakowski Chór Rewolucyjny. Nie wiemy, kto jest autorem lub autorką tłumaczenia na język polski." - Czerwony Sztandar

“Bella Ciao” in polacco, nella versione eseguita dal Krakowski Chór Rewolucyjny. L’autore o autrice della versione è sconosciuto/a. Esistono video del KCR che canta la canzone, ma nell’originale italiano; nel video sotto, invece, la versione polacca viene eseguita da Paula Marcinkowska, che naturalmente riporta il testo con le forme verbali al femminile (p.es. zbudziłam al posto di zbudziłem ecc.)



Nel video che segue, invece, Paolla Sofia canta la versione mantendendo le forme verbali al maschile (e facendo riferimento alla "Casa di Carta"):



La versione appare come quella polacca "standard". [RV]
Pewnego ranka, gdy się zbudziłem,
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2013/8/26 - 20:21
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La Lega (Sebben che siamo donne)

Anonymous
La Lega (Sebben che siamo donne)
Ferenc Baranyi magyar fordítása
BÁR NŐK VAGYUNK...
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2013/8/26 - 19:00
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Fuoco e mitragliatrici e Valzer dei disertori

Anonymous
Fuoco e mitragliatrici <i>e</i> Valzer dei disertori
Magyar fordítás a blogról A Nagy Háború írásban és képben

L'articolo di Natasa Gajdarova Két dal a Doberdóról (Due canzoni su Doberdò) contiene anche una traduzione ungherese di Fuoco e mitragliatrici, che qui si riporta. [RV]
TŰZ ÉS GÉPPUSKÁK
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2013/8/26 - 18:42

Que le sang retombe sur vous

Que le sang retombe sur vous
‎[1910]‎
Versi di gaston Couté pubblicati sul settimanale socialista e antimilitarista “La Guerre Sociale”, ‎fondato nel 1906 e diretta da Gustave Hervé (1871-1944, personaggio contradditorio che fu prima ‎socialista rivoluzionario, poi nazionalista interventista e infine simpatizzante nazifascista).‎
Sull’aria di “Le Midi bouge”, canzone militare rislaente alla guerra franco-prussiana del 1870.‎
Nella raccolta “La chanson d'un gâs qu'a mal tourné”, le opere complete di Gaston Couté pubblicate ‎in cinque volumi dalle edizioni “Le vent du ch'min” tra il 1976 ed il 1977 e riedite nel 2013 dalle ‎edizioni “La Matière Noire” (“Que le sang retombe sur vous” si trova nel quarto volume).‎

Canzone dedicata a Jean-Jacques Liabeuf (1886-1910), calzolaio con alcuni piccoli precedenti per ‎furto contro il quale la polizia di Parigi si accanì con particolare attenzione. Dopo diversi brevi ‎soggiorni... (Continues)
Voilà que Liabeuf dit
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/26 - 16:55
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Chanson de moisson

Chanson de moisson
‎[1899]‎
Versi di Gaston Couté pubblicati sul settimanale anarchico “Le Libertaire” fondato a Parigi da ‎Sébastien Faure.‎
Nella raccolta “La chanson d'un gâs qu'a mal tourné”, le opere complete di Gaston Couté pubblicate ‎in cinque volumi dalle edizioni “Le vent du ch'min” tra il 1976 ed il 1977 e riedite nel 2013 dalle ‎edizioni “La Matière Noire” (“Chanson de moisson” si trova nel quarto volume).‎



Canto in cui i mietitori dalle braccia cotte dal sole pensano, nel gesto del falciare il grano, ai propri ‎padroni sfruttatori… E tra le messi i papaveri sembrano delle bandiere rosse che si muovono al ‎vento della rivolta….‎
Sous l'aube qui blanchit leurs fronts
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/26 - 16:01

Hélas ! quelle douleur‎

Hélas ! quelle douleur‎
‎[1911]‎
Scritta da Gaston Couté pochi giorni prima di morire.‎
Pubblicata sulla rivista “La Guerre Sociale”, fondata nel 1906 e diretta da Gustave Hervé (1871-‎‎1944, personaggio contradditorio che fu prima socialista rivoluzionario e poi simpatizzante ‎nazifascista).‎
Nella raccolta “La chanson d'un gâs qu'a mal tourné”, le opere complete di Gaston Couté pubblicate ‎in cinque volumi dalle edizioni “Le vent du ch'min” tra il 1976 ed il 1977 e riedite nel 2013 dalle ‎edizioni “La Matière Noire” (“Hélas ! quelle douleur” si trova nel quarto volume).‎

La sua ultima canzone il grande poeta e cantautore libertario la dedicò ad alcuni “flic” che nel ‎reprimere una manifestazione operaia indetta in occasione del 1° Maggio “caddero, vittime del ‎dovere”…‎
Su “La Guerre Sociale” (numero del 17 maggio 1911) il testo della canzone era accompagnato dalla ‎seguente nota esplicativa:‎
‎“Faralicq,... (Continues)
Hélas ! quelle douleur
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/26 - 14:13

Marche des gardes civiques

Marche des gardes civiques
Versi di Gaston Couté e Seider (?)‎
Musica di Alcib Mario, pianista (lo stesso di Gloire à Rousset)‎
Nella raccolta intitolata “La chanson d'un gâs qu'a mal tourné”, le opere complete di Gaston Couté ‎pubblicate in cinque volumi dalle edizioni “Le vent du ch'min” tra il 1976 ed il 1977 e riedite nel ‎‎2013 dalle edizioni “La Matière Noire” (La “Marche des gardes civiques” si trova nel secondo ‎volume).‎

‎“Ogni domenica il bravo brussellese, per il re e per la patria, assume delle sembianze militaresche. ‎Tutti i cittadini di Moolenbeck [Molenbeek-Saint-Jean, nella regione Bruxelles-Capitale, ndr], dal ‎panettiere al farmacista, scendono sul piede di guerra… Allora bisogna vederli passare così ‎combinati, canticchiando tutti compresi questo piccolo ritornello: Maledizione! ‎‎[“Godfordom”, da “God verdoeme”… credo sia neerlandese. In fiammingo si usa anche “God ‎verdomme de nonn de Djeu!”,... (Continues)
Chaqu’Dimanch' le bon Bruxellois
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/26 - 13:24
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Les taureaux

Les taureaux
‎[1899]‎
Nella raccolta intitolata “La chanson d'un gâs qu'a mal tourné”, le opere complete di Gaston Couté ‎pubblicate in cinque volumi dalle edizioni “Le vent du ch'min” tra il 1976 ed il 1977 e riedite nel ‎‎2013 dalle edizioni “La Matière Noire” (“Les taureaux” si trova nel quarto volume).‎

Bourgeois! nous sommes des taureaux
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/8/26 - 11:44
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I Have A Dream

I Have A Dream
Martin Luther King: I Have a Dream

di Alessandro Portelli
25 agosto 2013

Cinquant’anni fa, 250.000 persone si raccolsero a Washington in una grande manifestazione “for jobs and freedom” – per il lavoro e la libertà, organizzata da Philip A. Randolph, storico sindacalista militante nero e da Bayard Rusting, pacifista nero, gay, in odore di comunismo. Intervennero sindacalisti , leader religiosi, protagonisti dei movimenti, artisti. Il tutto culminò con lo storico discorso di Martin Luther King, e la sua celebre perorazione: “Ho un sogno…” Sono parole memorabili e in un certo senso sfortunate perché la loro eloquenza ha finito quasi per farci dimenticare le centinaia di migliaia di persone senza le quali quel discorso sarebbe rimasto solo un grande esercizio di retorica, e ridurre questa realtà di massa all’icona di una persona sola. E, riciclata e avvilita in tanti modi (dal caffè Kimbo... (Continues)
2013/8/26 - 10:28
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Kimegyek a doberdói harctérre

András Széles
Kimegyek a doberdói harctérre
Il testo a suo tempo inviato dall'amico Tamás Sajó (che salutiamo se ci legge) era incompleto: mancavano infatti due delle quattro strofe. Sono state recuperate dall'importante blog A Nagy Háború írásban és képben (La Grande Guerra in documenti e immagini) e sottoposte a traduzione italiana e inglese integrativa.
Riccardo Venturi 2013/8/25 - 13:10
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Libertà mi fa schifo se alleva miseria

Libertà mi fa schifo se alleva miseria
Traducción al castellano.

Setenta años después el desembarque de Sicilia, que causó la ruina del nazifascismo en Italia y en Europa, los sicilianos siguen pagando una deuda infinita a los Patrones de la guerra.
La política norteamericana de invasión tiende a mantener el control de una paz guardiana y transformó nuestra isla en un protectorado del Pentágono.
El resultado es la constante militarización del territorio, de que el M.U.O.S es el acto más reciente y arrogante.
Nosotros, ocupantes de un teatro destruído por la guerra, rechazamos una paz que hace del militarismo el eje portante de sus negocios.
Una paz al servicio de los intereses de la mafia, de las banca y de los gobiernos.
Rechazamos una paz hecha para conservar la explotación, la ignorancia y la miseria: una paz que prepara la guerra y niega emancipación y dignidad a los Sicilianos y a la humanidad entera.
LIBERTAD ME DA ASCO CUANDO CRÍA MISERIA
(Continues)
Contributed by CCG/AWS Staff 2013/8/25 - 12:03
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So soll es sein - So wird es sein

So soll es sein - So wird es sein
Hai ragione su tutto, Valerio: sia su Beethoven (che ho immediatamente corretto) sia sull'introduzione rimasta nella tastiera. Mi succede non di rado: scrivere un'introduzione a una canzone non è semplice, e spesso le lascio in sospeso, faccio altre cose, e le riprendo in un secondo momento quando ho fatto maggiormente mente locale. Comunque la vedrai, completa, entro oggi. Nel frattempo grazie per la precisazione che mi ha evitato un'imprecisione! :-)
Riccardo Venturi 2013/8/25 - 11:16




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