Sciopero!
[1962]
Nell’EP del Gruppo Padano di Piadena intitolato “La legge del padrone”, ovvero “Sciopero!”, pubblicato nel 1964.
Testo trovato sul sito dei Canti di lotta della Sinistra italiana
Nell’EP del Gruppo Padano di Piadena intitolato “La legge del padrone”, ovvero “Sciopero!”, pubblicato nel 1964.
Testo trovato sul sito dei Canti di lotta della Sinistra italiana
[Scioperanti]
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/4 - 14:43
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Police and Thieves
L'altro ieri è morto Junior Murvin, 64 anni, l'autore di questo mitico brano... In qualche modo, è un altro pezzo dei Clash che se ne va... R.I.P., con la speranza che almeno lassù non ci siano poliziotti...
Bernart Bartleby 2013/12/4 - 13:56
Les oiseaux de passage
Alessandro Valli canta durante un suo spettacolo Uccelli di passo, la versione italiana di Riccardo Venturi
2013/12/4 - 13:40
Spunta l'alba al quindici giugno
Anonymous
Vorrei far notare che questa “Spunta l'alba al quindici giugno”, Montenero e Monte Nero 'n dove sei sono in realtà versioni dello stesso canto.
Ne ho trovata pure un’altra, in tutto simile alla versione “primitiva” ma con due significative strofe aggiuntive:
Si tratta di quella offerta da Ezio Cuppone con il Nuovo Canzoniere Milanese nello spettacolo del 1971 intitolato “Il bosco degli alberi. Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, scritto da Franco Coggiola (1939-1996), astigiano, etnomusicologo e archivista, e Gianni Bosio (1923-1971), mantovano, storico e socialista.
Ne ho trovata pure un’altra, in tutto simile alla versione “primitiva” ma con due significative strofe aggiuntive:
Ma se quest'anno non vien la pace
ma tutto il mondo l'è rovinato
e si potrà chiamar beato
chi la vita potrà salvar
Ma la pensione l'è del governo
l'è una lira e cinquantotto
bisogna fare il galeotto
per potersi a disfamar.
ma tutto il mondo l'è rovinato
e si potrà chiamar beato
chi la vita potrà salvar
Ma la pensione l'è del governo
l'è una lira e cinquantotto
bisogna fare il galeotto
per potersi a disfamar.
Si tratta di quella offerta da Ezio Cuppone con il Nuovo Canzoniere Milanese nello spettacolo del 1971 intitolato “Il bosco degli alberi. Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, scritto da Franco Coggiola (1939-1996), astigiano, etnomusicologo e archivista, e Gianni Bosio (1923-1971), mantovano, storico e socialista.
Bernart Bartleby 2013/12/3 - 14:39
Compagni su sorgiamo
Anonymous
Canto del 1° Maggio di tradizione anarco-sindacalista, con inserti in dialetto foggiano sanseverese.
Raccolto dai ricercatori Giovanni Rinaldi e Paola Sobrero nel 1978 a San Severo dalla voce di Mollica Soccorsa Foschini, classe 1899, bracciante e militante comunista.
Testo trovato sul sito dell’Archivio Sonoro di Puglia.
Raccolto dai ricercatori Giovanni Rinaldi e Paola Sobrero nel 1978 a San Severo dalla voce di Mollica Soccorsa Foschini, classe 1899, bracciante e militante comunista.
Testo trovato sul sito dell’Archivio Sonoro di Puglia.
Compagni su sorgiamo
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/3 - 13:45
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Se spera che presto finissa la guera
Anonymous
[1915-18?]
Testo in veneto, risalente con tutta probabilità alla Grande Guerra, trovato sulla pagina dedicata ai canti e inni degli alpini e di montagna de Il Disco Logoro, sito sulla fonografia nazionale italiana.
Armonizzazioni dei maestri Dino Stella e Manolo Da Rold.
Ho trovato la canzone nel repertorio del Coro Femminile Harmònia di Marghera, Venezia.
Testo in veneto, risalente con tutta probabilità alla Grande Guerra, trovato sulla pagina dedicata ai canti e inni degli alpini e di montagna de Il Disco Logoro, sito sulla fonografia nazionale italiana.
Armonizzazioni dei maestri Dino Stella e Manolo Da Rold.
Ho trovato la canzone nel repertorio del Coro Femminile Harmònia di Marghera, Venezia.
Se spera che presto
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/3 - 09:53
Ero povero ma disertore
Anonymous
Segnalo questa pagina dal forum di Cime e Trincee dove ci sono molti riferimenti bibliografici su “Ero povero ma disertore” (titolo che in origine era più probabilmente “Sono un povero disertore”) e molte versioni del canto.
Credo che quanto riportato sia almeno in gran parte tratto dal libro “Canti della grande guerra – Vol. 2”, a cura di Anton Virgilio Savona e Michele L. Straniero, Garzanti Editore, 1981.
Credo che quanto riportato sia almeno in gran parte tratto dal libro “Canti della grande guerra – Vol. 2”, a cura di Anton Virgilio Savona e Michele L. Straniero, Garzanti Editore, 1981.
Bernart Bartleby 2013/12/3 - 09:26
Daniel
(1973)
Album: "Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player"
Bernie Taupin wrote "Daniel" while inspired by the events of the
Vietnam War. The lyrics (including a verse in the original draft that was cut from the final version) describe a fictional veteran who was blinded as a result of the war ("your eyes have died"/"but you see more than I") and travels to Spain to escape those around him back home ("do you still feel the pain"/"of the scars that won't heal?"), including his brother, from whose point of view the story is told.
"'Daniel' had been the most misinterpreted song that we'd ever written," explained Taupin, in the Two Rooms tribute project. "The story was about a guy that went back to a small town in Texas, returning from the Vietnam War. They'd lauded him when he came home and treated him like a hero. But, he just wanted to go home, go back to the farm, and try to get back to... (Continues)
Album: "Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player"
Bernie Taupin wrote "Daniel" while inspired by the events of the
Vietnam War. The lyrics (including a verse in the original draft that was cut from the final version) describe a fictional veteran who was blinded as a result of the war ("your eyes have died"/"but you see more than I") and travels to Spain to escape those around him back home ("do you still feel the pain"/"of the scars that won't heal?"), including his brother, from whose point of view the story is told.
"'Daniel' had been the most misinterpreted song that we'd ever written," explained Taupin, in the Two Rooms tribute project. "The story was about a guy that went back to a small town in Texas, returning from the Vietnam War. They'd lauded him when he came home and treated him like a hero. But, he just wanted to go home, go back to the farm, and try to get back to... (Continues)
Daniel is traveling tonight on a plane
(Continues)
(Continues)
Contributed by Jon Doe 2013/12/3 - 04:27
Song Itineraries:
War in Viet Nam as seen from Italy and from the rest of the world
U pane ch'i tessere
Anonymous
[1917]
Nel 1978 il ricercatore Giuseppe Di Benedetto raccolse a Lucera queste strofe che si riferiscono alla rivolta popolare del 23 aprile 1917.
Testo e introduzione trovati sul sito dell’Archivio Sonoro della Puglia
Una canzone che conferma quanto combattive fossero le donne pugliesi, quelle del foggiano in particolare, che molti anni dopo i fatti qui descritti furono protagoniste, nel 1950, di un’analoga rivolta raccontata in Il 23 di marzo che giorno di coraggio.
A Lucera il 23 aprile 1917 una sommossa di popolane portò alla caduta del governo cittadino. Le donne, a centinaia, invasero palazzo Mozzagrugno per protestare conto l’introduzione di una tessera che restringeva a poche centinaia di grammi la razione di pane e di farina. Contro questa imposizione, dettata dalle ristrettezze determinate dalla Prima guerra mondiale, le donne allestirono il moto di protesta spontanea. Un centinaio... (Continues)
Nel 1978 il ricercatore Giuseppe Di Benedetto raccolse a Lucera queste strofe che si riferiscono alla rivolta popolare del 23 aprile 1917.
Testo e introduzione trovati sul sito dell’Archivio Sonoro della Puglia
Una canzone che conferma quanto combattive fossero le donne pugliesi, quelle del foggiano in particolare, che molti anni dopo i fatti qui descritti furono protagoniste, nel 1950, di un’analoga rivolta raccontata in Il 23 di marzo che giorno di coraggio.
A Lucera il 23 aprile 1917 una sommossa di popolane portò alla caduta del governo cittadino. Le donne, a centinaia, invasero palazzo Mozzagrugno per protestare conto l’introduzione di una tessera che restringeva a poche centinaia di grammi la razione di pane e di farina. Contro questa imposizione, dettata dalle ristrettezze determinate dalla Prima guerra mondiale, le donne allestirono il moto di protesta spontanea. Un centinaio... (Continues)
U pane ch'i tessere
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/2 - 22:54
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Nenie
1995
Fra il dì e il fà
Fra il dì e il fà
Duar ben ben gno ninin
(Continues)
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/12/2 - 14:43
Schiavo secolar, paria del servaggio (Sorgiamo)
Anonymous
[Inizio 900]
Canto della tradizione anarchica raccolto nei primi anni 60 nel vercellese, così come riferito nel volume intitolato “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”, di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto. Ma lo troviamo anche in Puglia, registrato nel 1978 a San Severo dalla voce di Mollica Soccorsa Foschini (classe 1899), bracciante e militante comunista.
Il testo di questo canto appare in molti canzonieri di inizio del XX secolo e viene pubblicato per la prima volta nel 1903 ne “Il canzoniere dei ribelli”, tipografia della "Cronaca Sovversiva", Barre, Vermont (USA).
Canto della tradizione anarchica raccolto nei primi anni 60 nel vercellese, così come riferito nel volume intitolato “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”, di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto. Ma lo troviamo anche in Puglia, registrato nel 1978 a San Severo dalla voce di Mollica Soccorsa Foschini (classe 1899), bracciante e militante comunista.
Il testo di questo canto appare in molti canzonieri di inizio del XX secolo e viene pubblicato per la prima volta nel 1903 ne “Il canzoniere dei ribelli”, tipografia della "Cronaca Sovversiva", Barre, Vermont (USA).
Schiavo secolar, paria del servaggio,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/12/2 - 12:01
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Noi vogliamo l'eguaglianza
Anonymous
[Anni 60 e 70]
Strofe raccolte nel vercellese da Cesare Bermani e Franco Coggiola che poi le montarono nel 1979.
Nel repertorio di cori della mondine, come quello di Trino e della Cooperativa dei Cappuccini di Vercelli.
Nei dischi “Sentite buona gente" delle mondine di Trino Vercellese e “Folk Festival 1”, registrazione del 1° Folk Festival di Torino (settembre 1965), organizzato da Franco Coggiola e Michele Straniero, poi pubblicata da I Dischi del Sole nel 1966.
Testo trovato sul sito dell’Union des Amis Chanteurs
Strofe raccolte nel vercellese da Cesare Bermani e Franco Coggiola che poi le montarono nel 1979.
Nel repertorio di cori della mondine, come quello di Trino e della Cooperativa dei Cappuccini di Vercelli.
Nei dischi “Sentite buona gente" delle mondine di Trino Vercellese e “Folk Festival 1”, registrazione del 1° Folk Festival di Torino (settembre 1965), organizzato da Franco Coggiola e Michele Straniero, poi pubblicata da I Dischi del Sole nel 1966.
Testo trovato sul sito dell’Union des Amis Chanteurs
Noi vogliamo l'eguaglianza
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/12/2 - 09:31
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Tutti ci hanno quarche cosa
[1973]
Testo e musica di Carlo Siliotto, Alessandro Portelli e Giovanna Salviucci Marini.
Cantano Piero Brega e Francesco Giannattasio.
Nell’album intitolato “Quando nascesti tune” del 1973
Testo e musica di Carlo Siliotto, Alessandro Portelli e Giovanna Salviucci Marini.
Cantano Piero Brega e Francesco Giannattasio.
Nell’album intitolato “Quando nascesti tune” del 1973
Tutti ci hanno quarche cosa
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/12/2 - 08:21
Dorosłość jak początek umierania
Obciąża moją krew
(Continues)
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2013/12/2 - 00:44
Finlandia
[2005]
Testo di Marcin Świetlicki
Musica di Świetliki
Dall-album "Las putas melancólicas"
La canzone nel video viene cantata dall'attore Bogusław Linda
Il testo da http://www.tekstowo.pl/
Testo di Marcin Świetlicki
Musica di Świetliki
Dall-album "Las putas melancólicas"
La canzone nel video viene cantata dall'attore Bogusław Linda
Il testo da http://www.tekstowo.pl/
Nigdy nie będzie takiego lata
(Continues)
(Continues)
Contributed by Krzysztof Wrona 2013/12/2 - 00:19
Rin del angelito
Ho visto ieri il film molto bello "Violeta se fue a los cielos" (Violeta Parra went to heaven) e mi sono reso conto che questa canzone è legata a un episodio molto doloroso della vita di Violeta Parra, infatti la figlia Rosita Clara è morta nel 1954 a soli due anni mentre la cantante si trovava in Polonia.
A proposito del film, è incredibile la bravura, anche come cantante, dell'attrice Francisca Gavilán che per ha reinterpretato lei stessa tutte le canzoni più belle della carriera della Parra.
A proposito del film, è incredibile la bravura, anche come cantante, dell'attrice Francisca Gavilán che per ha reinterpretato lei stessa tutte le canzoni più belle della carriera della Parra.
Lorenzo 2013/12/1 - 21:46
Supper's Ready
C'è solo un altro gruppo di cui sopporterei un pezzo di 30 minuti, si chiamano Grateful Dead. Lì però le traduzioni risulterebbero ancora più difficili...
Pierluigi 2013/12/1 - 00:06
Sesto San Giovanni
Veneto
DonQuijote82
Strano che mi sia imbarcato in questa avventura... Uno come me, praticamente senza radici, romano di nascita e d'educazione, ma veneto di madre, piemontese di padre, e pugliese di famiglia... e strano ancora di più che ho iniziato a tradurla in romano, per poi rendermi conto che era il veneto la lingua più adatta... forse perché Roma non ha un tessuto industriale né praticamente potrebbe capire la nebbia... Ma il mio veneto è fatto solo di orecchio, non lo parlo, lo capisco. Se qualcun altro volesse metterci mano è il benvenuto
DonQuijote82
Strano che mi sia imbarcato in questa avventura... Uno come me, praticamente senza radici, romano di nascita e d'educazione, ma veneto di madre, piemontese di padre, e pugliese di famiglia... e strano ancora di più che ho iniziato a tradurla in romano, per poi rendermi conto che era il veneto la lingua più adatta... forse perché Roma non ha un tessuto industriale né praticamente potrebbe capire la nebbia... Ma il mio veneto è fatto solo di orecchio, non lo parlo, lo capisco. Se qualcun altro volesse metterci mano è il benvenuto
PORTO MARGHERA
(Continues)
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/11/30 - 17:28
Factory
1977 Outtake Version
This Aug 1977 outtake version was recorded either in Atlantic Studios or The Record Plan, NY, and appeared on The Lost Masters Vol. 3 (Labour Of Love) bootleg.
Factory
(Continues)
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2013/11/30 - 12:17
Across The Borderline
Springsteen played this song sometimes during the Tunnel Of Love tour, at the Shrine Auditorium acoustic shows in 1990, and four times during the second part of the Human Touch tour, in Europe.
In Spanish speaking countries, Bruce often sings this part in Spanish:
springsteenlyrics.com
In Spanish speaking countries, Bruce often sings this part in Spanish:
springsteenlyrics.com
Hay un lugar donde me han dicho,
(Continues)
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/11/30 - 11:55
Campagna
Ascoltando più volte sia la versione originale che alcuni live, sono certo che ci sia un errore nella trascrizione del verso "d'acqua strutt' e culo rutto"
Ritengo con ragionevole certezza che dica "stracquo strutto e culo rutto", dove "stracquo" è il normale corrispettivo napoletano per "stanco", anche nell'espressione "stracquo e strutto" (ovvero stanco e strutto (da struggere) = molto stanco).
In alcune versioni live passate in tv, piuttosto, il "culo rutto" diventa per ovvi motivi "tutto rutto".
Ritengo con ragionevole certezza che dica "stracquo strutto e culo rutto", dove "stracquo" è il normale corrispettivo napoletano per "stanco", anche nell'espressione "stracquo e strutto" (ovvero stanco e strutto (da struggere) = molto stanco).
In alcune versioni live passate in tv, piuttosto, il "culo rutto" diventa per ovvi motivi "tutto rutto".
polytropos 2013/11/30 - 10:57
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