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Before 2013-12-23

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Sawdust and Empire

Sawdust and Empire
[1982]
Parole e musica di John Baine, in arte Attila the Stockbroker
Title track dell’album del 1984

“This was the title track of my second album and was written during the Falklands War in 1982. I was sicked by the jingoism which Thatcher had deliberately stirred up in order to get herself re-elected, and even more sickened when the Argentine cruiser General Belgrano was sunk while sailing away from the British exclusion zone, during peace negotiations: proving that Thatcher was determined to continue war at all costs - for her own personal political ends.”

“Così s’intitolava il mio secondo album e la canzone la scrissi durante la guerra delle Falklands/Malvinas nel 1982. Ero disgustato dallo sciovinismo che la Thatcher sbandierava per garantirsi la rielezione, ed ancora più disgustato quando l’incrociatore argentino General Belgrano fu affondato mentre lasciava l’area controllata dagli... (Continues)
On the waterfront they're gathered for the feast
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/13 - 11:41
Song Itineraries: Falklands (Malvinas) War
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Libyan Students From Hell!

Libyan Students From Hell!
[1987]
Parole e musica di John Baine, in arte Attila the Stockbroker
Title track dell’album del 1987

Canzone dagli “scoppiettanti” anni 80, quando Ronald Reagan e Muammar al-Gaddafi se le suonavano di santa ragione, uno abbattendo MIG e bombardando aeroporti e basi militari libiche, l’altro mettendo ordigni nelle discoteche di Berlino Ovest e finanziando i gruppi radicali islamici americani…
Just look at us - we’re the scourge of the land
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/13 - 11:18

Il y a

Il y a
Versi di Guillaume Apollinaire, dalla raccolta “Calligrammes, poèmes de la paix et de la guerre 1913-1916” pubblicata nel 1918
Musica di Hans van Zijp, compositore neerlandese, vivente, da “De slaapliederen” (“Les berceuses”), n. 3, 1987.
Testo trovato su The Lied, Art Song, and Choral Texts Archive
Il y a un vaisseau qui a emporté ma bien-aimée
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/13 - 08:33
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Mutation

Mutation
[1915]
Versi di Guillaume Apollinaire, dalla raccolta “Calligrammes, poèmes de la paix et de la guerre 1913-1916” pubblicata nel 1918
Musica di Francis Poulenc (1899-1963), da “Calligrammes. Sept Mélodies sur des poèmes de Guillaume Apollinaire” (FP. 140) per voce e pianoforte, 1948.
Testo trovato su The Lied, Art Song, and Choral Texts Archive
Une femme qui pleurait
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/13 - 08:17
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Senza frontiere

Senza frontiere
[1970]
Parole e musica di Gipo Farassino
Singolo, 45 giri

Nel 1970 la canzone di Farassino Senza frontiere viene respinta al Festival di Sanremo: il testo è fortemente critico verso la guerra nel Vietnam e la guerra in Biafra, e quindi viene ritenuto non adatto al pubblico televisivo che segue la manifestazione.
Che cosa hai visto, fratello nero
(Continues)
Contributed by giorgio 2013/12/13 - 07:15
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Santa milicyja

Santa milicyja
[1982] genaio
Sulle note della canzone napoletana "Santa Lucia" scritta da Teodoro Cottrau
Dai canti degli internati sotto la legge marziale in Polonia 1981-1983
Tysiącem kwiatów kraj nasz rozkwita
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2013/12/13 - 00:34
Song Itineraries: From World Jails
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Homeless

Homeless
dall'album "Graceland" (1986)
Parole e musica di Paul Simon e Joseph Shabalala
con Ladysmith Black Mambazo

Nel 1984, cercando ispirazione in seguito al fallimento di critica e commerciale dell'album Hearts and Bones, Paul Simon rimase affascinato da una cassetta che suonava regolarmente in macchina, una compilation di gruppi sudafricani chiamata Accordion Jive Hits, II.Nel 1985, presi dei contatti grazie all'etichetta discografica con alcuni gruppi locali, Simon volò in Sudafrica.

Era un momento critico per il paese. Il regime dell'apartheid era in una delle fasi più dure. Le Nazioni Unite avevano approvato sanzioni economiche e un boicottaggio culturale. Non erano solo gli attivisti politici ad interessarsi alla situazione in Sudafrica. Negli anni precedenti, molti artisti avevano denunciato il regime sudafricano scrivendo numerose canzoni, dalla potente “Biko” di Peter Gabriel al classico... (Continues)
Emaweni webaba
(Continues)
Contributed by Lorenzo Masetti 2013/12/12 - 23:59
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Gipo Farassino: Girano

Gipo Farassino: Girano
Singolo del 1977 (lato B, sul lato A c’era «Cuore»)
Parole di Gipo Farassino
Musica di Giorgio Conte

Piuttosto attuale, no?!?


Il pedale contro il carter fa un rumore sgangherato
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/12 - 22:53
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Dünyanin en tuhaf mahluku

Dünyanin en tuhaf mahluku
[1947]
Versi di Nazim Hikmet, all’epoca rinchiuso nel carcere di Bursa dopo una pesantissima condanna (28 anni) per le sue attività contro il regime, le sue idee comuniste e le sue iniziative internazionali anti-naziste e anti-franchiste. Ne scontò 12, dal 1938 al 1950, per poi essere liberato grazie alla mobilitazione internazionale di figure come Tristan Tzara, Pablo Picasso, Paul Robeson, Pablo Neruda e Jean-Paul Sartre.
Interpretata da diversi artisti, per esempio dalla cantante di Istanbul Ajda Ahu Giray e da Francesca Solleville.

Una poesia che fa il paio con İnsanların türküleri
Akrep gibisin kardeşim,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/12 - 15:12
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La mia città

La mia città
[1969]
Parole e musica di Gipo Farassino
Dall’album intitolato «Due soldi di coraggio»

... anche se allora a Torino gli operai non erano più soltanto «un fiume di soldati blu», ma anche un fiume di rabbia...
Un mare di fredde ciminiere
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/11 - 22:16
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Je trahirai demain

Je trahirai demain
[1943]
Versi di Marianne Cohn (1922-1944), ebrea, antinazista tedesca che operò in Francia.
Testo trovato su Poètes en Résistence
Ho scoperto che questa bellissima poesia ha anche una musica, quella composta dal gruppo punk-rock francese Cartouche, formato da membri dei più celebri Kochise.

Marianne Cohn era nata a Mannheim in una famiglia di fede ebraica ma non praticante.
All’avvento del nazismo la famiglia Cohn si trasferì in Francia ma con l’occupazione finirono tutti internati nel campo di Gurs. In Francia Marianne cominciò ad occuparsi dei bambini ebrei minacciati dalle deportazioni, organizzando una rete per metterli in salvo. Per questa sua attività già nel 1942 fu arrestata e detenuta per qualche mese a Nizza, dove scrisse questa poesia. Rilasciata, proseguì la sua attività clandestina volta a far espatriare verso la Svizzera il maggior numero possibile di bambini ebrei. Il... (Continues)
Je trahirai demain pas aujourd’hui.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/11 - 21:52
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Ninna nanna

Ninna nanna
[2013]
Album : Mat e famat

Un bimbo che sogna il ritorno del padre che sappia accompagnarlo nel momento più bello e delicato, il passaggio dal giorno alla notte, la semplicità di una ninna nanna e la magia di una poesia.
Quando la luna si spegne
(Continues)
Contributed by donquijote82 2013/12/11 - 20:34
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Noci di cocco

Noci di cocco
Chanson italienne – Noci di cocco – Giorgio GABER – 1972

Album: Dialogo Tra Un Impegnato E Un Non So (1972)

Avec la parodie des naufragés, GABER « vulgarise » sympathiquement la vieille théorie – commencée par Rousseau et ensuite reprise par les pères du socialisme – du « communisme primitif » de la préhistoire fondé hélas sur la pénurie alimentaire, et l'« invention » de l'État qui présenté comme une nécessité d'organisation devient ensuite – en instituant la propriété privée – l'expression et le moyen de la domination des privilégiés au détriment des autres, d'une classe sociale sur une autre.

J.J.Rousseau ouvrait la seconde partie de son « Discours sur l'origine et les fondements de l'inégalité parmi les hommes » (1754) en disant :
« Le premier qui, ayant enclos un terrain, s'avisa de dire Ceci est à moi, et trouva des gens assez simples pour le croire, fut le vrai fondateur de la société... (Continues)
NOIX DE COCO
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2013/12/11 - 19:30
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La danse des Négresses Vertes

La danse des Négresses Vertes
1988
Mlah
Y'en a marre de vos figures blemes
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2013/12/11 - 17:18
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Amour du prochain

Amour du prochain
[1944]
Versi di Max Jacob, nella raccolta “Derniers poèmes en vers et en prose” (Gallimard, 1964)
Musica di Serge Renard. Interpretata da Maya nel disco collettivo “Collection Poètes & Chansons – Max Jacob”, 2005.
Testo trovato su Mes musiques régénérées – Jewish Music, il sito di Claude Torres di Montpellier.

Max Jacob, poeta, romanziere, saggista e poeta, ebreo convertito al cattolicesimo, credente fervente, fu arrestato dalla Gestapo a Parigi il 24 febbraio del 1944 ed internato nel campo di concentramento e transito di Drancy. Aveva già quasi 70 anni e non resistette a tutta quella violenza: morì a Drancy di crepacuore appena due settimane dopo. Un assassinio, quello di Max Jacob, che mi ha ricordato molto quello del vecchio Mordechai Gebirtig, che egli stesso in qualche modo presagì scrivendo i versi di ! בלײַב געזונט מיר, קראָקע
Qui a vu le crapaud traverser une rue ?
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/11 - 16:54
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America

America
Album: "Due soldi di coraggio" (1969)
Lo sguardo rassegnato
(Continues)
2013/12/11 - 16:31
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Sol de Compiègne

Sol de Compiègne
[1944]
Canzone composta da Robert Desnos al suo arrivo nel campo di concentramento e transito di Royallieu (“Frontstalag 122”) a Compiègne, nell’Oise.
Pubblicata il 1 dicembre 1944, con lo pseudonimo di Valentin Guillois, sul primo numero non più clandestino de L'Éternelle Revue.
Testo trovato su Mes musiques régénérées – Jewish Music, il sito di Claude Torres di Montpellier.

Desnos passò da Royallieu-Compiègne tra il 20 marzo ed il 27 aprile del 1944, prima di essere deportato alla volta di Buchenwald, Flossenbürg e Flöha. La fine della guerra lo trovò a Theresienstadt, ormai ridotto in fin di vita dagli stenti e dalla malattia contratta in prigionia. Robert Desnos ebbe il destino di morire a Terezin, finalmente libero ma ancora prigioniero: era l’8 giugno 1945
CHŒUR [très pressé et comme se chevauchant]
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/11 - 16:18

Courage

Courage
[1939]
Canzone assai ironica scitta da Max Schlesinger, commediografo, autore drammatico e sceneggiatore ebreo tedesco esule in Francia.
Sulla musica di “Snow White and the Seven Dwarfs” (“Biancaneve e i sette nani”), il celebre film d’animazione prodotto da Walt Disney e diretto da David Hand nel 1937. Adattamento musicale del direttore d’orchestra Adolf Siebert, anche lui recluso a Milles.
Testo trovato su Mes musiques régénérées – Jewish Music, il sito di Claude Torres di Montpellier.

Inno del campo di concentramento e transito di Milles, vicino ad Aix-en-Provence.
Inaugurato nel 1939, fino al 1942 “ospitò” antifascisti di 38 nazionalità diverse (moltissimi gli sfortunati ebrei tedeschi che dopo il ‘33 si erano rifugiati in Francia) e divenne poi anticamera di Auschwitz per migliaia di uomini, donne e bambini ebrei. Oggi è il solo campo di concentramento francese che sia rimasto intatto ed è per questo diventato memoriale dell’Occupazione e della Shoah in Francia.
Voilà notre Chant!
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/11 - 15:30

Fern bei Sedan auf den Höhen

Fern bei Sedan auf den Höhen
[1870]
Scritta da tal Kurt Moser, fuciliere del 29° reggimento “Dresdener Schützen” impegnato nella battaglia di Sedan, scontro decisivo della prima fase della guerra franco-prussiana del 1870-71.

Triste canto di soldati, ma per nulla una canzone di guerra, “Fern bei Sedan auf den Höhen” divenne subito un motivo molto popolare tra le truppe.
Durante la prima guerra mondiale era cantata sia dai soldati tedeschi che da quelli francesi, in una loro versione.
Sulla sua melodia nel 1942 fu composto il Konzentrationäre (Neuengammer Lagerlied), inno di quel campo di concentramento nazista.
Alla canzone fa esplicito riferimento Franz-Josef Degenhardt nella sua Bon, la France.
Fern bei Sedan auf den Höhen,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/11 - 14:49
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Éloignez-vous

Éloignez-vous
[1941]
Versi di Jean Cassou, composti nella prigione militare di Furgole, Tolosa.
Nella raccolta intitolata “33 sonnets composés au secret” pubblicata clandestinamente nel 1944 sotto lo pseudonimo di Jean Noir dalle Éditions de Minuit, con la dedica «À mes Compagnons de prison», e l’introduzione di François La Colère, alias Louis Aragon.
Musica di Henri Dutilleux (1916-2013), compositore francese, nell’opera per piano ed orchestra “Sonnets de Jean Cassou” composta tra il 1944 ed il 1954.
Altra musica di Manuel Rosenthal (1904-2003), compositore francese, nell’opera “Deux sonnets de Jean Cassou”.

Jean Cassou è stato una figura importante della vita culturale francese. Negli anni 30 fu ispettore dei monumenti storici di Francia, poi conservatore al Museo nazionale d’arte moderna di Parigi. Ma fece anche parte del Comité de vigilance des intellectuels antifascistes ed entrò subito nella... (Continues)
Éloignez-vous sur la pointe des pieds.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/11 - 08:28
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1984

1984
ben venga...se ci riesce :) bisogna pure racapezzarsi ogni tanto :D
krzyś 2013/12/11 - 01:47
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Soweto Blues

Soweto Blues
Anche io vorrei vedere Napoli e morire...indimenticabile
krzyś 2013/12/10 - 23:08
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Le Camp de Judes

Le Camp de Judes
[2005]
Parole et musique de Michel Ronchi.
Nell’album intitolato "Entre Nous" con il gruppo Les Ostrogoths
Testo trovato su Musique dans les camps d'internement en France sul sito dedicato alla musica ebraica curato da Claude Torres di Montpellier.

Anche il campo di Judes-Septfonds in Tarn-et-Garonne, come quello di Gurs, nacque per ospitare i profughi della guerra di Spagna ma poi, con l’armistizio franco-tedesco e l’avvento del governo collaborazionista di Vichy, divenne un campo di concentramento, prima per prigionieri di guerra alleati, poi per «individui pericolosi», in gran parte ebrei non francesi che verranno quasi tutti (alcune centinaia) spediti a morire ad Auschwitz, via Drancy...
Ils étaient des milliers ruminant sur le sol
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/10 - 19:12

Wird es Nacht im Camp de Gurs (Das Lied von Gurs)

Wird es Nacht im Camp de Gurs (Das Lied von Gurs)
[1940?]
Parole e musica di Leonhard Karl Märker
Testo trovato su Musique dans les camps d'internement en France sul sito dedicato alla musica ebraica curato da Claude Torres di Montpellier.

“Là nei Bassi Pirenei c’è un posto dove ci sono baracche a perdita d’occhio e nemmeno più un albero. E’ lì, in quel campo, che rinchiudono chi non ha diritto di stare al mondo…”

Alla fine della guerra civile spagnola nella vicina Francia vennero costruiti parecchi campi di accoglienza per i repubblicani in fuga. Uno di questi sorse a Gurs, ai piedi dei Pirenei, nei pressi di Oloron-Sainte-Marie, a poca distanza dal confine con la Spagna.
Ma con l’occupazione nazista Gurs venne trasformato in campo di concentramento per ebrei (soprattutto sventurati ebrei tedeschi rifugiatisi in Francia dopo il 1933), comunisti ed oppositori del regime di Vichy, criminali abituali ed appartenenti a minoranze etniche.
Da... (Continues)
Schön ist die Welt für viele,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/10 - 16:26
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Beyazıt Meydanı’ndaki Ölü

Beyazıt Meydanı’ndaki Ölü
[maggio 1960]
Versi di Nazim Hikmet.
Musica di Derya Köroğlu e Selim Atakan.
Da “Buğdayın Türküsü” (1979), album d’esordio del gruppo turco.
Testo trovato sul blog Türkü Sözleri

Credo che in questa sua poesia Hikmet si riferisse al colpo di Stato del 27 maggio 1960, quando il generale Cemal Gürsel depose il presidente Mahmut Celâleddin Bayar e fece impiccare il primo ministro Adnan Menderes, fondatore del Demokrat Parti.

Ma Derya Köroğlu ed i suoi Yeni Türkü, riproponendo in musica i versi del grande poeta, non potevano che riferirsi ai massacri avvenuti nelle piazze Taksim (1 maggio 1977) e Beyazıt (16 marzo 1978) e alle altre stragi che funestarono la Turchia in quell’anno.

A piazza Taksim, durante la festa dei lavoratori accadde più o meno quello che era già accaduto a Città del Messico nel 1968 e a Buenos Aires nel 1973: uomini dei servizi segreti e militanti ultranazionalisti... (Continues)
Bir ölü yatıyor
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/10 - 14:43
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A Thousand Years of War

A Thousand Years of War
2004
Andiamo
Throughout the generations flags of peace and treaties sworn
(Continues)
Contributed by donquijote82 2013/12/10 - 14:34
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Poor Paddy on the Railway

Anonymous
This song has been performed by numerous musicians and singers, including Ewan MacColl, Authority Zero, The Dubliners, The Tossers, The Kelly Family and The Pogues.

"Poor Paddy Works on the Railway" is a popular Irish folk and American folk song. Historically, it was often sung as a sea chanty. The song portrays an Irish worker working on a railroad.

There are numerous titles of the song including, "Pat Works on the Railway" and "Paddy on the Railway". "Paddy Works on the Erie" is another version of the song.

In The American Songbag, the writer Carl Sandburg claims that the song has been published in sheet music since the early 1850s. The earliest confirmed date of publication is from 1864 from a manuscript magazine. Ernest Bourne recorded the first version, released in 1941, by Alan Lomax for the Library of Congress in 1938.

"Paddy on the Railway" is attested as a chanty in the earliest... (Continues)
In eighteen hundred and forty one
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/12/10 - 12:37
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Sesto San Giovanni

Sesto San Giovanni
Riccardo... qualche mese fa ho cercato e ricercato "la resurrezione" di Piero Ciampi che avevi scritto su bielle... nelle mail perse negli anni non l'ho più ritrovata... non è che potresti rimandarmela via mail? Grazie infinite!!!

andrea . gualdoni @ gmail . com

Un pianto che si scioglie,
la statua nella piazza,
la vita che si sceglie,
è il sogno di una pazza.
gualdo 2013/12/10 - 09:35
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Giorgio Gaber: I reduci

Giorgio Gaber: I reduci
Chanson italienne – I reduci – Giorgio Gaber – 1976

En voilà encore une fois, un de ces titres de chanson qui évoque mille choses, dit Lucien l'âne en râpant d'un sabot rugueux le sol de gravillons qui s'étale jaunâtre devant lui. Les anciens combattants... depuis le temps que je cours le monde, j'en ai rencontrés de toutes les sortes et revenant de toutes sortes de guerre. Je me souviens assez bien de ceux qui revenaient de la guerre de Troie, par exemple, de la guerre des Gaules ou des guerres d'Espagne. Ceux qui s'en étaient allés avec Roland et bien entendu étaient revenus... Don Quichotte et Sancho... Ceux qui avaient fait les campagnes de Russie... Là d'ailleurs, il y en eut bien des vagues et de toutes les couleurs. Sans compter ceux qui s'en étaient allés à la croisade ou au Tonkin ou même en Chine ; ceux de Carthage ou de Rome, ceux qui avaient été dans les bataillons d'Afrique... (Continues)
LES ANCIENS COMBATTANTS
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2013/12/9 - 23:04
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Many Young Men of Twenty

Many Young Men of Twenty
In the 1960s, a new generation of dramatists made emigration a central theme in their work. John B Keane's musical play, Many Young Men of Twenty, debuted in 1961 with its rousing chorus in the title song – "many young men of twenty said goodbye"– becoming an Irish hit for the Dubliners. The group articulated the often brutal urban experience of Irishmen abroad in songs such as McAlpine's Fusiliers and Poor Paddy on the Railway, both about Irish labourers in England.
Many young men of twenty said goodbye
(Continues)
Contributed by donquijote82 2013/12/9 - 22:39
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Camarade Chili

Camarade Chili
[1974]
Parole e musica di Jean-Max Brua
Orchestrazione e direzione musicale di Jean Musy.
Nell’album intitolato “Le visage de l’homme”




Il retro della copertina è una foto di David Burnett scattata durante i funerali di Pablo Neruda celebrati pochi giorni dopo il golpe militare in Cile…

Il fotografo ricorda che la folla, appena il feretro superò la porta del cimitero, cominciò ad intonare L’Internazionale a gola spiegata e a pugno chiuso, incurante dei soldati e degli agenti dei servizi che filmavano la scena… Chi fece l’orazione funebre con voce tonante fu lo scrittore Francisco Coloane (1910-2002)…
Camarades chantiers, camarades labours,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/9 - 15:15
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Les poètes aussi

Les poètes aussi
[1967]
Parole di Yves Broussard.
Musica di Hélène Martin.
Nell’album “La guerre, la gloire, le paradis…”.
La Martin la incise sempre lo stesso anno in un disco con René Char che abbiamo già incontrato, “Terres mutilées”.
Pour Lorca tué à Grenade
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/9 - 13:57
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Sachez qu’on m’appelle Mary

Sachez qu’on m’appelle Mary
[1968]
Parole di Michelle Senlis e Claude Delécluse
Musica di Jorge Milchberg.
Nell’album “La guerre, la gloire, le paradis…”.

Una canzone sull’ “Éirí Amach na Cásca”, l’ “Easter Rising”, l’insurrezione irlandese dell’aprile 1916 contro la dominazione britannica.
Donnez-moi des clefs pour les grilles
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/9 - 13:25
Song Itineraries: Conflicts in Ireland

Le paradis

Le paradis
[1969]
Parole di Jean Monnier
Musica di Philippe-Gérard
Nell’album “La guerre, la gloire, le paradis…”
N'allez pas croire, mes doux amis
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/9 - 13:08
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Soldier's Eyes

Soldier's Eyes
Album: Between The Minds (2007)
Lately I've been wondering what's been going on
(Continues)
2013/12/9 - 12:42

La Gloire

La Gloire
[1957]
Versi di Pierre Seghers (1906-1987), poeta, editore, combattente nella Resistenza francese.
Musica di Jean-François Gaël
Nell’album “La guerre, la gloire, le paradis…” pubblicato nel 1968

Poesia scritta da Seghers nel pieno della guerra d’Algeria…
Mon beau dragon, mon lance-flammes
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/9 - 11:47
Song Itineraries: The Algerian War
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Thoughts about Sacco and Vanzetti

Thoughts about Sacco and Vanzetti
1977
House on the hill/Thoughts about Sacco and Vanzetti

Lyrics and Musica: Deborah Kooperman
Voice: Daniela Arveda

La canzone fino ad oggi era presentata solo in italiano, così come tradotta sulla copertina del disco. Oggi (27/12/2018) viene sbobinata all'ascolto, ovviamente con l'aiuto della versione italiana.
You must be proud when you say
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/12/9 - 11:27
Song Itineraries: Sacco and Vanzetti
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The House on the Hill

Versione italiana dei Mocogno Rovers da La repubblica del folk - 1998
The House on the Hill
(originariamente postata come canzone a parte per irreperibilità del testo originale di Deborah Kooperman)

C'era una casa, lassù sulla collina
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/12/9 - 11:24
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Morbihan

Morbihan
[1963]
Versi di Guillevic, poeta nato a Carnac, Morbihan, nel 1907 e morto a Parigi nel 1997.
Nella raccolta intitolata “Sphère”
Musica di Jean-François Gaël
Nell’album “La guerre, la gloire, le paradis…” pubblicato nel 1968

Credo che in questa poesia Guillevic si riferisse a quanto subìto dalla gente bretone a partire dalla metà dell’800: la crisi economica e l’emigrazione di massa; la depressione delle campagne flagellate dalla miseria, dalle carenze alimentari, dalla mancanza d’igiene, dalle malattie endemiche; l’alto tributo di sangue pagato nella guerra del 1870 e poi nelle due guerre mondiali…
Sul Morbihan si vedano anche, per esempio, le canzoni Complainte de Marion du Faouët e An hini a garan
Sul tema si veda anche Crubelz di Gilles Servat.
Di Guillevic è già presente sul sito Les charniers
Ce qui fu fait à ceux des miens
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2013/12/9 - 11:13
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Icarus Generation

My name is Frank Cable and this is my song.

This song is a message to all dictators and oppressors within this world. It is a plea for these people to remember that they were once a child, a plea that the search for fame and power only leads to blindness and pain for millions, a plea to realize that there legacy can only be preserved by spreading love, not war across the countries that they rule.

Ultimately peace will prevail, but this song is a plea for compassion addressed to these rulers in Syria, North Korea and the USA.

Blessings,

Frank Cable

Icarus Generation Frank Cable Copyright 2008
Looking for love
(Continues)
Contributed by Frank Cable 2013/12/9 - 05:26
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Tallest Tree

My name is Frank Cable and I am the creator of this song.

The song was originally written with respect to the ongoing crisis in the Middle East, but applies to conflict in any part of our world. The song is about compassion, tolerance and the request of the victim to the oppressor to look past their weapons of power in hope of understanding that love is the only answer in this world.

I hope that you post this song. I will be back to submit others. Thanks to everyone within your organization for creating such a noble place for artists and listeners to keep the message alive.

This song will now and always be dedicated to Nelson Mandela.

Namaste,

Frank Cable
"Orionstar"

Massachusetts, USA

Tallest tree- Copyright 2011, Frank Cable
Brother, brother don't you know?
(Continues)
Contributed by Frank Cable 2013/12/9 - 04:58
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Cheshire Cat Cry

Cheshire Cat Cry
(2013)
Album: "Take Me To The Land Of Hell"

Dall'album che segna il ritorno dell'ottantenne vedova Lennon con la riformata Plastic Ono Band, in cui ora suona anche il figlio Sean Lennon, con la partecipazione di alcuni ospiti tra cui Lenny Kravitz in questa traccia disturbata e disturbante.

Dal vivo la canzone è stata eseguita con i Flaming Lips. Sicuramente bisogna riconoscere che Yoko Ono sa urlare oggi come quarant'anni fa... cantare non ha mai saputo. D'altronde la canzone si chiama appunto il "grido (o il pianto) dello Stregatto" (o Ghignagatto se vogliamo usare una traduzione meno disneyana) con riferimento ad "Alice nel paese delle Meraviglie". È una canzone apertamente contro la guerra che contiene fra l'altro una divertente parodia della dichiarazione d'indipendenza (con un effetto simile a Self Evident di Ani DiFranco): "Noi, il popolo sacrificabile degli Stati Uniti riteniamo che questi sogni siano autolesionistici".

YOKO ONO – Vocals
Lenny Kravitz – Drums, Clavinet
Sean Ono Lennon – Bass, Electric Guitar, Synth
I’m rolling in your dreams
(Continues)
2013/12/8 - 23:03
Video!

Give Peace A Chance

Give Peace A Chance

Intervista a Pete Seeger sull'uso di "Give Peace A Chance" durante la marcia contro la guerra nel Vietnam al Washington Monument, il 15 novembre 1969:

da Democracy Now

JON WIENER: Well, you know, Lennon wanted to — basically, Lennon is a musician, a songwriter, a performer. He wanted to write a song for the movement, and he did. It was "Give Peace a Chance." It did become the anthem of the anti-war movement. Half a million people sang "Give Peace a Chance" in a demonstration at the Washington Monument in the fall of 1969. Do we have time to listen to my interview with Pete Seeger, talking about what it was like that day?

PETE SEEGER: Well, in November 1969, I guess I faced the biggest audience I had ever faced in my entire life. Hundreds of thousands, how many, I don’t know, but it stretches as far as the eye can see, up the hillside and over the hill, past the Washington Monument.... (Continues)
2013/12/8 - 21:10




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