mah, io all'epoca non ero neanche nato. Il problema e' che San Francisco non e' più quella di una volta (signora mia, si stava meglio quando c'erano gli hippies e non quei nerds di Mountain View....).
E' questa si che suona.
Con le altre, potete metterle là, cioè là, insieme ai vostri mussolini :D
krzyś 2013/10/17 - 03:16
Due piccoli appunti: 1) nelle note autoriali avrei dovuto scrivere più correttamente κατά άλλους (secondo altri) e non maccheronicamente για άλλους; 2) tra il testo che ho trovato e così riportato c'è una differente lezione nell'ultimo verso della terza strofa: Tzabellas dice ανθρώπινη, oppure αωθρωπινή ζωή: cioé una vita " Umana", oppure "decorosa", e non ειρηνική.
… e sempre a proposito di mani, nemmeno poteva mancare questa magnifica poesia di Miguel Hernández, dalla raccolta “Viento del pueblo. Poesía en la guerra”, 1937.
LAS MANOS
Dos especies de manos se enfrentan en la vida,
brotan del corazón, irrumpen por los brazos,
saltan, y desembocan sobre la luz herida
a golpes, a zarpazos.
La mano es la herramienta del alma, su mensaje,
y el cuerpo tiene en ella su rama combatiente.
Alzad, moved las manos en un gran oleaje,
hombres de mi simiente.
Ante la aurora veo surgir las manos puras
de los trabajadores terrestres y marinos,
como una primavera de alegres dentaduras,
de dedos matutinos.
Endurecidamente pobladas de sudores,
retumbantes las venas desde las uñas rotas,
constelan los espacios de andamios y clamores,
relámpagos y gotas.
Conducen herrerías, azadas y telares,
muerden metales, montes,... (Continues)
"Si Mussolini no era un asesino, me pregunto que hacían sus tropas en Etiopía y en mi propio país, España..." (Gustavo Sierra Fernández)
"... certi vecchi che continuano ad occupare posti di potere invece che seggiole al circolo e finiscono a dire sfondoni del tipo 'A parte le leggi razziali Mussolini è stato un buon capo di Stato'." (Fasciano)
Miguel Hernández, dalla raccolta “Viento del pueblo. Poesía en la guerra”, 1937.
CENICIENTO MUSSOLINI
Ven a Guadalajara, dictador de cadenas,
carcelaria mandíbula de canto:
verás la retirada miedosa de tu hienas,
verás el apogeo del espanto.
Rumorosa provincia de colmenas,
la patria del panal estremecido,
la dulce Alcarria, amarga como el llanto,
amarga te ha sabido.
Ven y verás, mortífero bandido,
ruedas de tus cañones,
banderas de tu ejército, carne de tus soldados,
huesos de tus legiones,
trajes y corazones... (Continues)
Il titolo originario della poesia di Alberti è "Canción 37" ma il numero non indica l'anno di composizione. Infatti non fu scritta durante la Guerra Civile ma diversi anni dopo, nel 1953 o 54.
E' contenuta nella sezione "Canciones" della raccolta "Baladas y canciones del Paraná" pubblicato a Buenos Aires nel 1954.
Bernart 2013/10/16 - 08:26
Gli Inti-Illimani non furono i primi a mettere in musica questa poesia (sta nel loro disco "Chile Resistencia" del 1977).
Già nel 1970 ci pensarono gli spagnoli Los Aguaviva - che con Rafael Alberti ebbero un rapporto strettissimo e privilegiato - per mano di Manolo Díaz, con un singolo poi incluso nell'LP intitolato "Cada vez más cerca" (che ritrae proprio il poeta in copertina).
Transcription of lyrics into Latin characters
זײ הײסן װיטאָריאָ אַריגאָני
As usual for Yiddish texts, the transcription has been made (in this case by the author him/herself) according to the YIVO guidelines. [CCG/AWS Staff]