Non tento certo io di rispondere al quesito di Jacopo Capurri, perché la mia conoscenza della letteratura inglese è lacunosa e necessariamente mediata dalle traduzioni. Posso dire che Yorgos Seferis, per quanto avesse compiuto in Francia gli studi giuridici che gli aprirono la carriera diplomatica, già nel 1931 era vice-console ellenico a Londra, dove conobbe la poesia di Eliot, ma dove nulla esclude - anzi, è più che probabile - che abbia approfondito la conoscenza della storia letteraria britannica. A Londra tornò come consigliere d'ambasciata nel 1951-52 e ancora come ambasciatore dal 1957 al 1962, anno in cui andò in pensione. Il rapporto di Seferis con l'Inghilterra fu dunque precoce e costante; e la sua inclinazione agli studi ci permette tranquillamente di immaginare che abbia approfittato dei soggiorni inglesi. Su queste basi, se toccasse a me di tirare le somme, direi che l'impressionante parallelismo tra Arnisi e i versi di Spencer non possa essere in nessun modo casuale. Un grande grazie a Jacopo.
Oh bella !? ma che c'entra Ivan Della Mea, se - come un po' tardi leggo ora - la canzone è di Carpi/Socrate ? Me lo potete spiegare, sì che siano ringraziate le persone giuste?
Gian Piero Testa 2012/9/21 - 00:01
Hai fatto tutto da solo, Gian Piero :)
La canzone era comunque nel repertorio di Ivan.
A quanto racconta Cash intrucendo la canzone ai detenuti di Österåker, quella di Jacob Green è la storia vera di un ragazzino di 16 anni che, sbattuto in una prigione della Virginia per via di un furtarello, lì fu terrorizzato ed umiliato a tal punto da arrivare a suicidarsi...
La versione interpretata dalla band di Daniele Sepe nell'album Fessbuk (2010) è particolare. Si tratta, credo, di una delle ultime interpretazioni della grande Auli Kokko, che ha preferito poi ritirarsi dall'attività artistica; del testo viene però cantata solo una parte, che riproduciamo qui. La particolarità di questa versione è però un'altra, e importante: la canzone, infatti, è interpretata prima (quasi interamente, per quanto ho potuto intendere, in lingua araba (da Marzuk Mejiri). Sul valore e sul significato di tale cosa non è necessario fornire troppe spiegazioni: basta soltanto pensare a Rosarno (cosa, del resto, sottolineata nel libretto "simil-Facebook" dell'album). Nel medesimo libretto è riportata una parte della versione araba, ma non ci è stato possibile riprodurla (vi si parla, però, di "busta paga" e "contributi", in italiano).
Chiove o jesce 'o sole, chi è bracciante a San Nicola (Continues)
Mi ero quasi dimenticato, a dire il vero, di far parte della "tifoseria certificata" del St. Pauli; vi sono entrato anni fa, nel "Club Zena", e vi risulto ancora iscritto come residente a "Fribourg, Svizzera". Beh, sicuramente l'estrema simpatia per il St. Pauli resiste ancora, tanto da farmi decidere di modificare questa pagina dopo anni...