Η μπαλάντα του Kυρ-Μέντιου
Versione in lingua ebraica da www.iliosradio.com
הבלדה על חמור בשם מנדיוס
(Continues)
(Continues)
Contributed by CCG/AWS Staff 2012/6/22 - 23:02
Un Beau Dimanche en Famille
Un Beau Dimanche en Famille
Canzone française – Un Beau Dimanche en famille – Marco Valdo M.I. – 2012
Histoires d'Allemagne 72
Au travers du kaléidoscope de Günter Grass. : « Mon Siècle » (Mein Jahrhundert, publié à Göttingen en 1999 – l'édition française au Seuil à Paris en 1999 également) et de ses traducteurs français : Claude Porcell et Bernard Lortholary.
Alors, de quoi pouvait-on bien parler le dimanche en famille en 1973 ? À quoi pouvait bien ressembler un dimanche en famille cette année-là ? En quoi pouvait-il bien se distinguer de tous les dimanches en famille qui ont eu lieu avant lui ? s'exclame Lucien l'âne qui vient de lire le titre de la chanson-histoire d'Allemagne.
Tu sais, Lucien l'âne mon ami, à bien y regarder, chaque dimanche est une journée particulière – una giornata particolare... Et les dimanches en famille sont redoutables pour les enfants et pas seulement,... (Continues)
Canzone française – Un Beau Dimanche en famille – Marco Valdo M.I. – 2012
Histoires d'Allemagne 72
Au travers du kaléidoscope de Günter Grass. : « Mon Siècle » (Mein Jahrhundert, publié à Göttingen en 1999 – l'édition française au Seuil à Paris en 1999 également) et de ses traducteurs français : Claude Porcell et Bernard Lortholary.
Alors, de quoi pouvait-on bien parler le dimanche en famille en 1973 ? À quoi pouvait bien ressembler un dimanche en famille cette année-là ? En quoi pouvait-il bien se distinguer de tous les dimanches en famille qui ont eu lieu avant lui ? s'exclame Lucien l'âne qui vient de lire le titre de la chanson-histoire d'Allemagne.
Tu sais, Lucien l'âne mon ami, à bien y regarder, chaque dimanche est une journée particulière – una giornata particolare... Et les dimanches en famille sont redoutables pour les enfants et pas seulement,... (Continues)
Pour nous, c'est simple...
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2012/6/22 - 22:09
Avanti ragazzi di Budapest
Visto il tono che hanno assunto alcuni commenti (non approvati) a questa canzone, i commenti verranno sottoposti a rigorosa approvazione preventiva fino a nuovo ordine. Questo sito non è un luogo per schermaglie verbali e insulti tra "comunisti" e "fascisti", ma un luogo di confronto civile (e ricordiamo che ben pochi siti chiaramente orientati come il nostro avrebbero volutamente istituito una sezione dedicata a canzoni provenienti da un'area diametralmente opposta). Invitiamo coloro cui piace stare a spippolare per scambiarsi insulti banali e puerili (e noiosissimi) a trasferirsi su "Facebook" o altre simili idiozie telematiche "in tempo reale"; qui non sono graditi, di qualsiasi "colore" essi siano. Grazie.
CCG/AWS Staff 2012/6/22 - 16:19
The complete original Greek text of the Μπαλάντα του Κυρ-Μέντιου ("The Ballad of Mr Medios"), the well-known "donkey poem" by Kostas Vàrnalis sung by Nikos Xylouris, was already included in this site, but it had been left untranslated. From the Italian translation (an English tranlation will be provided soon), Vàrnalis' poem finally appears in all its revolutionary strength, a song of struggle and hope. With a natural, yet special dedication to Lucien Lane: Αν ξυπνήσεις μονομιάς, θα 'ρτει ανάποδα ο ντουνιάς!
Riccardo Venturi 2012/6/22 - 15:37
Η μπαλάντα του Kυρ-Μέντιου
La ballata del Sor MediosLa poesia completa di Kostas Vàrnalis
traduzione italiana di Riccardo Venturi
Finora il testo completo della poesia "La ballata del Sor Medios" era rimasto senza traduzione; ed è stato davvero un grande errore al quale si rimedia oggi. Dalla traduzione appare finalmente quel che è veramente la "Ballata": una poesia militante di singolare dirompenza, che perdipiù si adatta perfettamente ai tempi d'oggi (segno che nulla è cambiato e, anzi, è peggiorato). Inserendosi nell'antichissima tradizione ellenica del "parlar per animali" (Esopo insegnò...), Vàrnalis parlò del lavoratore sfruttato, dell'asino di ogni tempo (e, perché no, anche degli asini veri e propri). Invitandolo non alla cupa rassegnazione al proprio destino e all'attesa della morte come una liberazione, ma alla lotta e al riscatto per sé e per tutti gli asini come lui. Nell'attacco alle chiese e nella negazione... (Continues)
traduzione italiana di Riccardo Venturi
Finora il testo completo della poesia "La ballata del Sor Medios" era rimasto senza traduzione; ed è stato davvero un grande errore al quale si rimedia oggi. Dalla traduzione appare finalmente quel che è veramente la "Ballata": una poesia militante di singolare dirompenza, che perdipiù si adatta perfettamente ai tempi d'oggi (segno che nulla è cambiato e, anzi, è peggiorato). Inserendosi nell'antichissima tradizione ellenica del "parlar per animali" (Esopo insegnò...), Vàrnalis parlò del lavoratore sfruttato, dell'asino di ogni tempo (e, perché no, anche degli asini veri e propri). Invitandolo non alla cupa rassegnazione al proprio destino e all'attesa della morte come una liberazione, ma alla lotta e al riscatto per sé e per tutti gli asini come lui. Nell'attacco alle chiese e nella negazione... (Continues)
Non si piegano le zampe
(Continues)
(Continues)
Contributed by CCG/AWS Staff 2012/6/22 - 14:54
Reconversion Blues
[1946]
Scritta da Steve Graham/Fleecie Moore
Eseguita da Jordan con His Tympany Five.
Quando finisce una guerra, dopo la gioia iniziale, come al solito al popolo rimane ben poco da ridere.
Negli USA, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, il processo di riconversione da un’economia di guerra ad una di pace fu caratterizzato da un grande disordine, dalla grave penuria dei generi di prima necessità e da una forte ondata di proteste e di scioperi che fu stroncata con l’introduzione del “Taft-Hartley Act”, una legge federale che mirava a ridimensionare i diritti dei lavoratori e l’azione delle organizzazioni sindacali e da queste subito significativamente ribattezzata “Slave-labor Bill”. Il presidente Truman solo formalmente si oppose a questa legge liberticida ma poi, nel corso dei suoi mandati (1945-1953), vi ricorse sistematicamente…
Prima la patria ti manda a... (Continues)
Scritta da Steve Graham/Fleecie Moore
Eseguita da Jordan con His Tympany Five.
Quando finisce una guerra, dopo la gioia iniziale, come al solito al popolo rimane ben poco da ridere.
Negli USA, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, il processo di riconversione da un’economia di guerra ad una di pace fu caratterizzato da un grande disordine, dalla grave penuria dei generi di prima necessità e da una forte ondata di proteste e di scioperi che fu stroncata con l’introduzione del “Taft-Hartley Act”, una legge federale che mirava a ridimensionare i diritti dei lavoratori e l’azione delle organizzazioni sindacali e da queste subito significativamente ribattezzata “Slave-labor Bill”. Il presidente Truman solo formalmente si oppose a questa legge liberticida ma poi, nel corso dei suoi mandati (1945-1953), vi ricorse sistematicamente…
Prima la patria ti manda a... (Continues)
I got those re-hee-hee, reconversion blues
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dead End 2012/6/22 - 12:35
G. I. Jive
[1944]
Scritta e interpretata da Johnny Mercer, uno dei più grandi songwriter americani tra gli anni 30 e 60, autore di brani famosissimi come "One for My Baby (and One More for the Road)", "Come Rain or Come Shine", "Autumn Leaves" (la versione inglese de "Les feuilles mortes" di Prévert/Kosma), “Satin Doll”, “Moon River” e "Days of Wine and Roses".
Parodia – ma neanche troppo – dell’assurda vita militare nel pieno del secondo conflitto mondiale.
Interpretata con altrettanto successo anche da Louis Jordan
Scritta e interpretata da Johnny Mercer, uno dei più grandi songwriter americani tra gli anni 30 e 60, autore di brani famosissimi come "One for My Baby (and One More for the Road)", "Come Rain or Come Shine", "Autumn Leaves" (la versione inglese de "Les feuilles mortes" di Prévert/Kosma), “Satin Doll”, “Moon River” e "Days of Wine and Roses".
Parodia – ma neanche troppo – dell’assurda vita militare nel pieno del secondo conflitto mondiale.
Interpretata con altrettanto successo anche da Louis Jordan
This is the G. I. Jive
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dead End 2012/6/22 - 11:12
My Guy's Come Back
[1945]
Portata al successo dalla fine della guerra e dalle splendide voci di Liza Murrow e Dinah Shore.
Portata al successo dalla fine della guerra e dalle splendide voci di Liza Murrow e Dinah Shore.
Hal, Hallelujah!
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dead End 2012/6/22 - 09:41
Ration Blues
[1943]
Eseguita da Jordan con His Tympany Five.
In testa alle classifiche discografiche americane nel gennaio del 1944.
Un brano che, pur ironicamente, affronta il tema della guerra vissuta sull’ “home front”, dove si viveva – quando andava bene - il razionamento dei generi alimentari ma spesso anche la vera fame.
Eseguita da Jordan con His Tympany Five.
In testa alle classifiche discografiche americane nel gennaio del 1944.
Un brano che, pur ironicamente, affronta il tema della guerra vissuta sull’ “home front”, dove si viveva – quando andava bene - il razionamento dei generi alimentari ma spesso anche la vera fame.
Baby, baby, baby,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dead End 2012/6/22 - 09:13
¿Qué fue de los cantautores?
con un ringraziamento speciale a Gustavo Sierra Fernández per avermi chiarito alcuni punti oscuri.
Forse anche in Italia ci vorrebbe qualcuno che rispondesse (e così bene) alla fatidica (e stupida) domanda "che fine han fatto i cantautori?" È vero che in Spagna, ben più che in i Italia, i cantautori hanno rappresentato (malgrado le differenze linguistiche e di stile) un vero e proprio movimento che condivideva alcuni principi fondamentali (il "Cantemos como quien respira" di Gabriel Celaya).
Questa poesia/canzone ripercorre la storia della canzone d'autore dai tempi bui del franchismo che però videro fiorire una canzone d'autore per certi versi eccezionale, al riflusso dopo la transizione alla democrazia.
Infatti ritrovata la "libertà" alcuni partiti (in particolare il PSOE) che avevano utilizzato in chiave propagandistica i cantautori (i politici che fanno da comparsa al trovatore)... (Continues)
Forse anche in Italia ci vorrebbe qualcuno che rispondesse (e così bene) alla fatidica (e stupida) domanda "che fine han fatto i cantautori?" È vero che in Spagna, ben più che in i Italia, i cantautori hanno rappresentato (malgrado le differenze linguistiche e di stile) un vero e proprio movimento che condivideva alcuni principi fondamentali (il "Cantemos como quien respira" di Gabriel Celaya).
Questa poesia/canzone ripercorre la storia della canzone d'autore dai tempi bui del franchismo che però videro fiorire una canzone d'autore per certi versi eccezionale, al riflusso dopo la transizione alla democrazia.
Infatti ritrovata la "libertà" alcuni partiti (in particolare il PSOE) che avevano utilizzato in chiave propagandistica i cantautori (i politici che fanno da comparsa al trovatore)... (Continues)
CHE È STATO DEI CANTAUTORI?
(Continues)
(Continues)
2012/6/21 - 23:55
Cochise
[2002]
Parole di Chris Cornell
Musica degli Audioslave
Dal loro debut album, l’eponimo “Audioslave”
Al giovane amico Cesare, che oltre alla grande cultura musicale ha pure un cervello più analitico di uno scanner, è bastato un attimo per accorgersi che nel pur immenso database delle CCG/AWS mancano ancora alcune canzoni degne di nota, come per esempio questa della band di Chris Cornell, Tom Morello e soci.
Per il percorso sul genocidio dei nativi americani.
Grazie Cesare!
“Cochise was the last great American Indian chief to die free and absolutely unconquered. When several members of his family were captured, tortured, and hanged by the U.S. Cavalry, Cochise declared war on the entire Southwest and went on an unholy rampage, a warpath to end all warpaths. He and his warriors drove out thousands of settlers. Cochise the avenger, fearless and resolute, attacked everything... (Continues)
Parole di Chris Cornell
Musica degli Audioslave
Dal loro debut album, l’eponimo “Audioslave”
Al giovane amico Cesare, che oltre alla grande cultura musicale ha pure un cervello più analitico di uno scanner, è bastato un attimo per accorgersi che nel pur immenso database delle CCG/AWS mancano ancora alcune canzoni degne di nota, come per esempio questa della band di Chris Cornell, Tom Morello e soci.
Per il percorso sul genocidio dei nativi americani.
Grazie Cesare!
“Cochise was the last great American Indian chief to die free and absolutely unconquered. When several members of his family were captured, tortured, and hanged by the U.S. Cavalry, Cochise declared war on the entire Southwest and went on an unholy rampage, a warpath to end all warpaths. He and his warriors drove out thousands of settlers. Cochise the avenger, fearless and resolute, attacked everything... (Continues)
I've been watching
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dead End 2012/6/21 - 15:58
Song Itineraries:
Native American Genocide
War in Peace
[1968]
Da “Oar” (1969), unico album solista di Skip Spence.
Al giovane amico Cesare, che oltre alla grande cultura musicale ha pure un cervello più analitico di uno scanner, è bastato un attimo per accorgersi che nel pur immenso database delle CCG/AWS mancano ancora alcune canzoni degne di nota, come per esempio questa di Alexander Lee "Skip" Spence, un grande musicista che ha avuto a che fare con nomi come Moby Grape, Quicksilver Messenger Service e Jefferson Airplane e che è morto di cancro nel 1999 a soli 53 anni
Riporto il breve commento con cui Cesare ha accompagnato la segnalazione: “Testo abbastanza criptico che dovrebbe però riferirsi ad un amico di Spence che trovò la pace, cioè la morte, in guerra. ‘War in Peace’ gioca sulla locuzione ‘Rest in Peace’, riposa in pace.”
Grazie Cesare!
Da “Oar” (1969), unico album solista di Skip Spence.
Al giovane amico Cesare, che oltre alla grande cultura musicale ha pure un cervello più analitico di uno scanner, è bastato un attimo per accorgersi che nel pur immenso database delle CCG/AWS mancano ancora alcune canzoni degne di nota, come per esempio questa di Alexander Lee "Skip" Spence, un grande musicista che ha avuto a che fare con nomi come Moby Grape, Quicksilver Messenger Service e Jefferson Airplane e che è morto di cancro nel 1999 a soli 53 anni
Riporto il breve commento con cui Cesare ha accompagnato la segnalazione: “Testo abbastanza criptico che dovrebbe però riferirsi ad un amico di Spence che trovò la pace, cioè la morte, in guerra. ‘War in Peace’ gioca sulla locuzione ‘Rest in Peace’, riposa in pace.”
Grazie Cesare!
It's a joy to know you're resting in peace
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dead End 2012/6/21 - 15:23
American Boy Soldier
[1969]
Da “Wasa Wasa”, album d’esordio di questa formazione inglese.
Al giovane amico Cesare, che oltre alla grande cultura musicale ha pure un cervello più analitico di uno scanner, è bastato un attimo per accorgersi che nel pur immenso database delle CCG/AWS mancano ancora alcune canzoni degne di nota, come per esempio questa della band di Rob 'Edgar' e Steve Broughton, importante rappresentante del rock psichedelico.
Cesare ha accompagnato la segnalazione con un breve commento che riporto: “Molto simile come tematica ad Eighteen di Alice Cooper ma più esplicita nel testo, dissacrante ed ironico, che ricorda Frank Zappa anche nella parodia dei gruppi vocali anni ‘50”.
Grazie Cesare!
Da “Wasa Wasa”, album d’esordio di questa formazione inglese.
Al giovane amico Cesare, che oltre alla grande cultura musicale ha pure un cervello più analitico di uno scanner, è bastato un attimo per accorgersi che nel pur immenso database delle CCG/AWS mancano ancora alcune canzoni degne di nota, come per esempio questa della band di Rob 'Edgar' e Steve Broughton, importante rappresentante del rock psichedelico.
Cesare ha accompagnato la segnalazione con un breve commento che riporto: “Molto simile come tematica ad Eighteen di Alice Cooper ma più esplicita nel testo, dissacrante ed ironico, che ricorda Frank Zappa anche nella parodia dei gruppi vocali anni ‘50”.
Grazie Cesare!
What d'you wanna do boy?
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dead End 2012/6/21 - 14:56
Eighteen
[1970]
Singolo poi inserito nell’album “Love It to Death” del 1971
Al giovane amico Cesare, che oltre alla grande cultura musicale ha pure un cervello più analitico di uno scanner, è bastato un attimo per accorgersi che nel pur immenso database delle CCG/AWS mancano ancora alcune canzoni degne di nota, come per esempio questa dell’immarcescibile Alice Cooper.
Nessun riferimento diretto alla guerra del Vietnam ma era il 1970 ed “I'm eighteen”…
Non a caso inclusa nella magnifica colonna sonora dello splendido documentario “Dear America: Letters Home from Vietnam” realizzato nel 1987 da Bill Couturié.
Grazie Cesare!
Il breve commento introduttivo di Cesare, che mi ha segnalato il brano:
"Il testo non fa riferimento esplicito alla guerra del Vietnam (anche se "I gotta get out of this place") ma riguarda i diciottenni americani che all'epoca erano vecchi abbastanza per andare al fronte ma non per votare"
Singolo poi inserito nell’album “Love It to Death” del 1971
Al giovane amico Cesare, che oltre alla grande cultura musicale ha pure un cervello più analitico di uno scanner, è bastato un attimo per accorgersi che nel pur immenso database delle CCG/AWS mancano ancora alcune canzoni degne di nota, come per esempio questa dell’immarcescibile Alice Cooper.
Nessun riferimento diretto alla guerra del Vietnam ma era il 1970 ed “I'm eighteen”…
Non a caso inclusa nella magnifica colonna sonora dello splendido documentario “Dear America: Letters Home from Vietnam” realizzato nel 1987 da Bill Couturié.
Grazie Cesare!
Il breve commento introduttivo di Cesare, che mi ha segnalato il brano:
"Il testo non fa riferimento esplicito alla guerra del Vietnam (anche se "I gotta get out of this place") ma riguarda i diciottenni americani che all'epoca erano vecchi abbastanza per andare al fronte ma non per votare"
Lines form on my face and hands
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dead End 2012/6/21 - 14:31
Song Itineraries:
War in Viet Nam as seen from the U.S.
Barbarism Begins at Home
La traduzione proviene in parte da World of Morrisey e dovrebbe essere in copyleft.
LA BARBARIE COMINCIA TRA LE MURA DI CASA
(Continues)
(Continues)
Contributed by Margherita 2012/6/21 - 14:24
Monk Time
[1965]
Da “Black Monk Time” (1966), il primo ed unico album realizzato in studio da questa garage band americana di culto.
Al giovane amico Cesare, che oltre alla grande cultura musicale ha pure un cervello più analitico di uno scanner, è bastato un attimo per accorgersi che nel pur immenso database delle CCG/AWS mancano ancora alcune canzoni degne di nota, come per esempio questa dei Monks, cinque commilitoni (Gary Burger, Larry Clark, Eddie Shaw, Dave Day e Roger Johnston) cagati in qualche base americana in Germania che cominciarono ad esibirsi ad Amburgo - nello stesso locale che vide l’irresistibile ascesa dei Fab Four – e che dopo il congedo svilupparono un loro particolarissimo stile scenicamente “monastico”, letterariamente folle ed iconoclasta, musicalmente protopunk.
Grazie Cesare!
Da “Black Monk Time” (1966), il primo ed unico album realizzato in studio da questa garage band americana di culto.
Al giovane amico Cesare, che oltre alla grande cultura musicale ha pure un cervello più analitico di uno scanner, è bastato un attimo per accorgersi che nel pur immenso database delle CCG/AWS mancano ancora alcune canzoni degne di nota, come per esempio questa dei Monks, cinque commilitoni (Gary Burger, Larry Clark, Eddie Shaw, Dave Day e Roger Johnston) cagati in qualche base americana in Germania che cominciarono ad esibirsi ad Amburgo - nello stesso locale che vide l’irresistibile ascesa dei Fab Four – e che dopo il congedo svilupparono un loro particolarissimo stile scenicamente “monastico”, letterariamente folle ed iconoclasta, musicalmente protopunk.
Grazie Cesare!
Alright, my name's Gary
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dead End 2012/6/21 - 14:08
Ένας όμηρος
Una delle più tipiche cose del sottoscritto: quando già il "termine" di qualcosa è stato annunciato in pompa magna (in questo caso: la sezione dedicata a Theodorakis), ci si accorge che una pagina era stata dimenticata. Un vero classico. Rimediamo con questa nuova versione della pagina dedicata all' "Ostaggio", rimessa interamente in sesto e razionalizzata dopo le sue già parecchie stratificazioni.
Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ 2012/6/21 - 12:18
War Sucks (You Remember What Happened to Hansel and Gretel)
[1967]
Scritta da Rick Barthleme, Steve Cunningham e Mayo Thompson
Un cosiddetto “Free Form Freak-Out” da “The Parable of the Arable Land”, album di esordio di questa molto sperimentale band texana.
Al giovane amico Cesare, che oltre alla grande cultura musicale ha pure un cervello più analitico di uno scanner, è bastato un attimo per accorgersi che nel pur immenso database delle CCG/AWS mancano ancora alcune canzoni degne di nota, come per esempio questa dei texani Red Krayola (o Red Crayola, gruppo di musica psichedelica, d’avanguardia e protopunk), un’esplicita presa per il culo del patriottismo americano, tanto che vi viene citato e deriso persino un verso dell’arcinota e stucchevolissima “America the Beautiful”…
Grazie Cesare!
Scritta da Rick Barthleme, Steve Cunningham e Mayo Thompson
Un cosiddetto “Free Form Freak-Out” da “The Parable of the Arable Land”, album di esordio di questa molto sperimentale band texana.
Al giovane amico Cesare, che oltre alla grande cultura musicale ha pure un cervello più analitico di uno scanner, è bastato un attimo per accorgersi che nel pur immenso database delle CCG/AWS mancano ancora alcune canzoni degne di nota, come per esempio questa dei texani Red Krayola (o Red Crayola, gruppo di musica psichedelica, d’avanguardia e protopunk), un’esplicita presa per il culo del patriottismo americano, tanto che vi viene citato e deriso persino un verso dell’arcinota e stucchevolissima “America the Beautiful”…
Grazie Cesare!
Miracle mother
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dead End 2012/6/21 - 11:39
Enfant de la guerre
[1990]
Paroles et musique de Samy
Album: Bon vent
Paroles et musique de Samy
Album: Bon vent
C'était comme un rêve éveillé
(Continues)
(Continues)
Contributed by giorgio 2012/6/21 - 08:46
Solidarity
[2009]
Album: Common Dreads
"This ties in with the opening track. This introduces all the main themes throughout the album: the environment, the economy and war". (Rou Reynolds)
Album: Common Dreads
"This ties in with the opening track. This introduces all the main themes throughout the album: the environment, the economy and war". (Rou Reynolds)
Here tonight I clock a thousand heads
(Continues)
(Continues)
Contributed by giorgio 2012/6/21 - 08:22
Piccola storia ignobile
La 194 è salva, per oggi. La Corte costituzionale ha comunicato che la questione di costituzionalità della legge 194 sollevata dal giudice di Spoleto è “manifestamente inammissibile”.
CCG/AWS Staff 2012/6/20 - 22:44
Faut Rigoler
Faut Rigoler (Mambo Gaulois)
Chanson française – Faut Rigoler (Mambo Gaulois) – Boris Vian - 1958
inteprète: Henri Salvador
Ah, mon ami Lucien l'âne, nous allons dédier une chanson à nos amis Grecs ; je veux dire aux Grecs pauvres qui sont actuellement occis par la cure de santé que leur inflige l'Europe, elle-même mise sous pression par les forces obscures de la mafia des marchés, autrement dit les riches, leurs banques, leurs financiers et leurs exécuteurs politiques.
Dédier une chanson à la population grecque écrasée par les mesures de santé... Ah, quelle bonne idée... Car ils en ont bien besoin... Comme en auront sans doute bien besoin les pauvres d'Espagne, d'Italie, de France, d'Allemagne, de Grande-Bretagne... et d'ailleurs. Pour m'en tenir à l'Europe. En fait, c'est l'Euro, l'Euro... Ils jouent au foot avec nos vies. Alors, une chanson ne fera pas de tort ; il reste juste à espérer... (Continues)
Chanson française – Faut Rigoler (Mambo Gaulois) – Boris Vian - 1958
inteprète: Henri Salvador
Ah, mon ami Lucien l'âne, nous allons dédier une chanson à nos amis Grecs ; je veux dire aux Grecs pauvres qui sont actuellement occis par la cure de santé que leur inflige l'Europe, elle-même mise sous pression par les forces obscures de la mafia des marchés, autrement dit les riches, leurs banques, leurs financiers et leurs exécuteurs politiques.
Dédier une chanson à la population grecque écrasée par les mesures de santé... Ah, quelle bonne idée... Car ils en ont bien besoin... Comme en auront sans doute bien besoin les pauvres d'Espagne, d'Italie, de France, d'Allemagne, de Grande-Bretagne... et d'ailleurs. Pour m'en tenir à l'Europe. En fait, c'est l'Euro, l'Euro... Ils jouent au foot avec nos vies. Alors, une chanson ne fera pas de tort ; il reste juste à espérer... (Continues)
Faut rigoler
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2012/6/20 - 16:34
La Chanson du Bébé
La Chanson du Bébé
Chanson française - Gioachino Rossini - 1868
Qu'est-ce que cette chanson de bébé vient donc faire dans les Chansons contre la Guerre ?, s’étonne Lucien l'âne en faisant une petite ruade plaisante pour souligner son désarroi.
Salut à toi, Lucien l'âne mon ami, dit Marco Valdo M.I. en affichant un air des plus réjouis. Sache, monsieur l'âne venu de la plus haute Antiquité, que depuis que le monde est monde et même avant, on n'a jamais vu un bébé souhaiter la guerre...
Oh ça, oui ! Jamais de jamais, au grand jamais !, j'en suis un témoin des plus objectifs.
Dès lors, une chanson de bébé est déjà une chanson contre la guerre ou une chanson qui traite la guerre comme elle doit l'être : par le mépris. Tout simplement, elle l'ignore. Et nous, je veux dire les humains, nous ferions bien d'en faire autant. Cela dit, outre le fait que j'aime beaucoup la façon dont Rossini... (Continues)
Chanson française - Gioachino Rossini - 1868
Qu'est-ce que cette chanson de bébé vient donc faire dans les Chansons contre la Guerre ?, s’étonne Lucien l'âne en faisant une petite ruade plaisante pour souligner son désarroi.
Salut à toi, Lucien l'âne mon ami, dit Marco Valdo M.I. en affichant un air des plus réjouis. Sache, monsieur l'âne venu de la plus haute Antiquité, que depuis que le monde est monde et même avant, on n'a jamais vu un bébé souhaiter la guerre...
Oh ça, oui ! Jamais de jamais, au grand jamais !, j'en suis un témoin des plus objectifs.
Dès lors, une chanson de bébé est déjà une chanson contre la guerre ou une chanson qui traite la guerre comme elle doit l'être : par le mépris. Tout simplement, elle l'ignore. Et nous, je veux dire les humains, nous ferions bien d'en faire autant. Cela dit, outre le fait que j'aime beaucoup la façon dont Rossini... (Continues)
Maman, le gros bébé t’appelle il a bobo,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2012/6/20 - 10:53
Stalemate
[2012]
Songwriters: Roughton Reynolds, Liam Clewlow, Chris Batten, Robert Rolfe
Album: A Flash Flood of Colour
"It's one of the softer tracks on the album… and it gives me a chance to tinkle on a guitar which I do enjoy from time to time. It's got some of our juiciest vocal harmonies to date too, which we laid down in the studio after a few pints of thai rum. The drunker you are, the better your harmonies are. Fact.
"Stalemate" definition... A situation in which further action or progress by opposing or competing parties seems impossible.
Humans have been fighting for many reasons for many many years.
Some wars are won, some wars are lost, some wars are abandoned…
People die, people survive, but what always endures is hatred and sadness.
War is a symptom of our culture. Nothing will change unless the environment we live in doesn't bring about reason for war. All the wars fought... (Continues)
Songwriters: Roughton Reynolds, Liam Clewlow, Chris Batten, Robert Rolfe
Album: A Flash Flood of Colour
"It's one of the softer tracks on the album… and it gives me a chance to tinkle on a guitar which I do enjoy from time to time. It's got some of our juiciest vocal harmonies to date too, which we laid down in the studio after a few pints of thai rum. The drunker you are, the better your harmonies are. Fact.
"Stalemate" definition... A situation in which further action or progress by opposing or competing parties seems impossible.
Humans have been fighting for many reasons for many many years.
Some wars are won, some wars are lost, some wars are abandoned…
People die, people survive, but what always endures is hatred and sadness.
War is a symptom of our culture. Nothing will change unless the environment we live in doesn't bring about reason for war. All the wars fought... (Continues)
Previous wars made billionaires out of millionaires,
(Continues)
(Continues)
Contributed by giorgio 2012/6/20 - 08:25
Phone Call From Leavenworth
Now, they hold me here much longer
(Continues)
(Continues)
Contributed by anonymous 2012/6/20 - 04:26
Georges Brassens: Le bricoleur
20 giugno 2012
Non ringrazierò mai abbastanza Marco Valdo di avere inserito questo "extra" brassensiano. Un po' perché, qualche giorno fa, mi è capitato di assistere a una specie di "conferenza-spettacolo" tenuto da un gran capo anarchico italiano, il quale ha prima preannunciato in pompa magna di voler parlare di Brassens per poi, giunto il momento, confessare che di Brassens non sapeva praticamente nulla, nemmeno pronunciarne correttamente il cognome (agli italiani proprio non gli entra che la "s" finale si pronunci). E io che m'ero portato pure il libriccino con le canzoni, tutto entusiasta; ma vatti a fidare degli anarchici italiani, sacrebleu. Un po' (tanto), poi, perché sono combattuto. Da un lato mi piace l'idea di Springsteen di farsi le cose da soli, di essere autosufficienti; dall'altra, lo confesso, so a malapena cambiarmi una lampadina in casa e devo ricorrere a mio fratello,... (Continues)
Non ringrazierò mai abbastanza Marco Valdo di avere inserito questo "extra" brassensiano. Un po' perché, qualche giorno fa, mi è capitato di assistere a una specie di "conferenza-spettacolo" tenuto da un gran capo anarchico italiano, il quale ha prima preannunciato in pompa magna di voler parlare di Brassens per poi, giunto il momento, confessare che di Brassens non sapeva praticamente nulla, nemmeno pronunciarne correttamente il cognome (agli italiani proprio non gli entra che la "s" finale si pronunci). E io che m'ero portato pure il libriccino con le canzoni, tutto entusiasta; ma vatti a fidare degli anarchici italiani, sacrebleu. Un po' (tanto), poi, perché sono combattuto. Da un lato mi piace l'idea di Springsteen di farsi le cose da soli, di essere autosufficienti; dall'altra, lo confesso, so a malapena cambiarmi una lampadina in casa e devo ricorrere a mio fratello,... (Continues)
IL BRICOLATORE
(Continues)
(Continues)
2012/6/20 - 00:11
Το μεγάλο μας τσίρκο
English translation by vagvaf
"Some changes to English edition which solve some issues of meaning"
[OUR BIG CIRCUS]
(Continues)
(Continues)
Contributed by vagvaf 2012/6/19 - 17:48
Les Seigneurs de Guerre
[2010]
Paroles de Jean-Pierre Mauro
Musique de Marcel Ximenes
Album: D'un siècle à l'autre
Paroles de Jean-Pierre Mauro
Musique de Marcel Ximenes
Album: D'un siècle à l'autre
Suivis par plusieurs milliers d'hommes.
(Continues)
(Continues)
Contributed by giorgio 2012/6/19 - 16:01
Stop the War
Testo (completo) trascritto dal CD da RAF.
ohhhh….ohh ohhhhh… ohh ohhhhh…
(Continues)
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2012/6/19 - 15:52
Η δοκιμή [The Rehearsal]
Sono in generale tratte da pagine già esistenti in questo sito, ma in questo solo caso, per salvaguardare l'unità della pellicola cinematografica, non sono riportati i links. [RV]
(Continues)
Contributed by CCG/AWS Staff 2012/6/19 - 14:08
Η δοκιμή [The Rehearsal]
Intanto, prima di "aggiustare" questa pagina decisamente...particolare, ricambio l'abbraccio a Elettra. Ma per caso sei quell'Elettra mia vicina di casa a Livorno, nonché greca, vale a dire Elettra A. (il cognome me lo ricordo, ma ovviamente non lo metto)? Se fosse così, sei la dimostrazione vivente che per ritrovarsi, quando la sorte dice "ièsse" (anzi, "ναι"), "Facebook" non è necessario...
Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ 2012/6/19 - 12:21
Ascia di guerra
[2007]
Album: I.R.A. - Il Ritorno di Achille
Album: I.R.A. - Il Ritorno di Achille
STROFA: SKUBA
(Continues)
(Continues)
2012/6/19 - 11:45
×