pay as you go , non lo tradurrei con pagare per il viaggio, ma pagare all'uscita, che ha un altro senso in questo contesto, considerato di quale uscita si parla...
Caro Riccardo, vedo bene quanto sei immerso nei mari greci (ma quando riusciremo a andarci davvero, intendo quelli con l'acqua il sole e il vento), ma ho bisogno di te, a proposito di questo Δελτίο καιρού. Avrai forse notato che ho scritto di avere due dubbi di traduzione. Un è quel κουκούρι , introvabile nei dizionari, che ho tradotto ad sensum come "pinolo" anzi, più toscanamente, come "pinocchio". Che cosa biascichi pensoso e imprecante l'assistente al pezzo, non cambia un granché. Potrebbero anche essere semini di girasole, quelli di cui si sputacchiano intorno le scorze. Più arduo da superare è invece il mio secondo dubbio, che si annida in questa strofa, esattamente nel quartultimo verso:
Che ne diresti, Riccardo, se traducessi: "tamburo al fianco" ? Se "pliktron" è un qualsiasi arnese che, battuto, produce un suono o un rumore, allora sono ammissibili (e lo sono) anche i Πλήκτρα τύμπανου, cioè le bacchette per battere un tamburo. Per rendere più evidente di cosa si parli, eliminerei la sineddoche e direi tout-court "tamburo", cogliendo due piccioni con una fava, cioè il campo militare e quello musicale...Se ti convince, saresti così gentile da fare la debita correzione?
Però il significato può estendersi anche al batacchio della campana, sicché, se questo sta sul fianco, cioè tocca un lato della stessa, vuol dire che, non più a perpendicolo, sta suonando...E allora, essendo plektra un plurale, sarebbe un bel concerto di campane, a festeggiare la guerra...campane a festa, campane doppie!
Contributed by Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ 2012/6/14 - 00:20
Una piccola osservazione: il testo che avevo tradotto qualche anno fa per stixoi.info reca nel ritornello "δυο παιδιά του χαμού" (cioè "due figli della sventura", ma all'ascolto chiaramente si sente "δυο παιδιά του καημού", cioè "due figli del dolore". Il senso non cambia molto; ma così, per la precisione, mi è parso giusto osservarlo.
Pour ceux qui ont comme moi le plus grand respect pour notre ancêtre et fondateur de la civilisation européenne, bien avant l'arrivée des chrétiens, le très excellent Monsieur de Cro-Magnon, voici une petite video très instructive sur la vie de Monsieur de Cro-Magnon et de ses contemporains.
Et sans doute, comme je le connais, de l'avoir croisé à l'époque, Monsieur de Cro-magnlon et tous ses amis se reconnaîtront sûrement dans notre sentence à Marco valdo M.I. et à moi : "Noi, non siamo cristiani, siamo somari" - "Nous, nous ne sommes pas des chrétiens, nous sommes des bêtes de somme".
Bêtes de somme, c'est-à-dire des travailleurs, des manoeuvres, des paysans sans terre... En somme, des damnés de la terre...
Se la prima Sermonette sia stata mai musicata me lo sto domandando anch'io (avendola cercata finora invano).. Naturalmente chiedo venia per il mancato controllo audio (dannata fretta!), ma c'è chi l'ha fatto per me e questo è l'importante.
..Però, caso non certo molto ricorrente: tre canzoni dello stesso autore e dallo stesso titolo..!. Questa qui, nella interpretazione di Magali Noël, dev'essere la terza.
Pour répondre à la question et préciser cette histoire de sermonettes. Comme le pense Giorgio, la version chantée par Magali Noël - grande interprète de Vian par devant l'éternité (Je coûte cher, Fais-moi mal, Johny, L'anguille, On dit que j'ai la peau douce, Ne vous mariez pas les filles... et bien d'autres encore), grande actrice de cinéma... Grande dame et grande amie de Boris Vian... Donc, j'y reviens à ces sermonettes, la version de Magali est bien la deuxième des sermonettes... Quant à celle-ci, dont on a le texte, je n'ai jamais entendu de version chantée et malgré des recherches délectables, je n'ai pu en découvrir de version musicale... musiquée ou musicalisée... Comme on voudra...
Pour ceux qui ont le temps - à voir absolument une interview de Magali Noël: (TV5 - 18 mai 2009 )
Version française – DELENDA EST – Marco Valdo M.I. – 2012
tirée de la version italienne de Gian Piero Testa
d'une chanson grecque – Delenda est – Dimos Moutsis / Δήμος Μούτσης – 1981
Texte de Kostas Tripolitis
Musique de Dimos Moutsis
Il est nécessaire de préciser que cette Erinula qui saute de strophe en strophe est le diminutif d'Irène (Irini), nom qui aux oreilles grecques rappelle immédiatement la paix ce que ne fait pas notre nom correspondant d'Irène. Avec cet avertissement, le texte devient clair : la paix est une valeur incontournable, mais tellement manipulée par le pouvoir. Les citations latines, je crois, sont assez compréhensibles ; comme chez les Romains anciens, la paix – disent les puissants – peut être violée : pour abattre un César (Salve, o morituro Caesar) ou une civilisation qui ne plaît spa (Delenda carthago). Innombrables et assez récentes sont les confirmations historiques... (Continues)
Quello che a me manca molto, del Grande Circo, è il testo delle parti recitate, e recitate con pesante cadenza plebea, che si ascoltano nel CD: io sarei felice di poterle tradurre per completare l'opera: ma non so proprio dove e come recuperarle.
Quando, armenizondas sta pelaga, approderai all'arcipelago di Markopoulos potrai invece sistemare i recitativi dei Liberi Assediati ognuno al suo posto e non più come appendice, perché quelli ero riuscito a procurarmeli.
Gian Piero Testa 2012/6/13 - 17:39
Φίλε, da questo indirizzo puoi scaricare un documento .doc col testo completo del "Grande circo", parti recitate comprese. Buon lavoro! :-P Ti informo poi che il mar di Markopoulos sarà il prossimo dopo quello di Xylouris; y sigo armenizando en los pélagos (dopo il "Greeklish" ecco lo "Spangreek").
PS Ma quanto sarà bello lo Psaronikos in camicia e stivali che entra in scena dietro al cartello con la scritta del 3 settembre 1843...?
Devo per forza intervenire. Per cortesia fascistelli nostalgici, non vi appropiate pure di questa canzone, così come avete fatto con "La Leggenda del Piave", non vi permettete! Questa canzone è un inno alla libertà di qualsiasi popolo oppresso, non ha colori, punto. Altro che "camerata" e robbe varie, piantatela con il vostro delirio. Giù le mani da questo inno alla libertà, è di tutti.
Michael 2012/6/13 - 22:42
Guarda che questa canzone è stata scritta da un gruppo legato all'ex Fdg di Trieste che cosi' si denominava.
Cointerprete di questa canzone assieme a Nikos Xylouris fu l'attore Timos Perlengas, nato a Patrasso il 22 ottobre 1938 e morto a Maroussi il 19 aprile 1993. Particolare abbastanza curioso: in gioventù, prima di diventare attore, Timos Perlengas era stato un calciatore non malvagio nella squadra della sua città, il Patrea (un po' come Raf Vallone, che era stato portiere di riserva nel Torino). Fu attore sia teatrale che cinematografico, da sempre antifascista; nel 1975, dopo la fine della dittatura dei colonnelli, si iscrisse al KKE (il Partito Comunista Greco). Morì il 19 aprile 1993 per un infarto fulminante: la sera era uscito per comprare del tabacco da pipa, e poiché non faceva ritorno a casa i familiari cominciarono a cercarlo. Fu trovato morto la mattina dopo da un netturbino su una panchina della fermata del tram di Maroussi, dove si era messo a sedere quando si era sentito male.
Riccardo Venturi 2012/6/13 - 13:10
Sicuramente la "Sezione Greca" delle CCG ha radici antiche nel sito, grazie soprattutto al suo "nucleo storico" contribuito a suo tempo da Giuseppina Dilillo. Ne fa parte anche questa canzone, che appartiene addirittura alle "Primitive". Per trovarle una corretta sistemazione ci sono voluti quindi più di nove anni.