Proprio stasera l'ho rivista, Angela Della Mea; e quando la rivedo mi viene sempre da cantarmi la "Lettera" a lei dedicatale dal marito. E ogni volta che mi canto quella canzone, mi viene da pensare che sia una belle più belle, e soprattutto una delle più vere, canzoni d'amore che siano mai state scritte. Ho purtroppo notato che i link "Deezer" per ascoltarla da questa pagina sono scaduti, e li ho quindi rimossi in quanto inutili; sarà possibile trovarne degli altri? E sarà possibile che qualcuno "fabbrichi" un qualcosa da mettere su YouTube, che sia un pochino più stabile? Lo dico perché non avere la "Lettera ad Angela" in ascolto mi dispiace davvero molto.
Nel 1949, su iniziativa del partito comunista, Aragon e Picasso guidarono una carovana di intellettuali ed artisti con l'obiettivo di tenere viva nell'opinione pubblica francese la memoria dell'eccidio di Oradour-sur-Glane nei mesi in cui già si parlava dello sconcio dell'amnistia per i responsabili, nazisti tedeschi ed alsaziani.
Fu in quell'occasione che Louis Aragon scrisse questa sua canzone (che non ho potuto contribuire autonomamente perché ignoro se sia mai stata messa in musica):
CHANSON DE LA CARAVANE D'ORADOUR
Nous n'irons plus à Compostelle
Des coquilles à nos bâtons
A saints nouveaux nouveaux autels
Et comme nos chansons nouvelles
Les enseignes que nous portons
Que nos caravanes s'avancent
Vers ces lieux marqués par le sang
Une plaie au coeur de la France
Y rappelle à l'indifférence
Le massacre des Innocents
Vous qui survivez à vos fils
En vain vous priez jour et... (Continues)
La pagina, come dicevo, non è ancora terminata; manca ancora la storia della terribile strage di Distomo in italiano, cosa che sto preparando. Intanto, però, aggiungo alla pagina, a mo' di completamento e di fratellanza nel dolore e nella memoria, ciò che un altro grande poeta, Salvatore Quasimodo, scrisse a proposito di Marzabotto. Sostengo che, probabilmente, pochi in Grecia conoscono le stragi naziste avvenute in Italia; per i Greci, forse, "italiano" significa casomai autore di stragi, come quella di Mikro Horio. Così anche noi, in Italia, pochissimo sappiamo delle stragi avvenute in Grecia e altrove. Questa è una barbarie che ha insanguinato l'Europa intera, e sentire ancora adesso parlare di nazifascismo dovrebbe farci semplicemente rivoltare; di questo qui si parla, non d'altro. Così, come ho tradotto in italiano la poesia di Vrettakos, ho tradotto in greco l'epigrafe di Quasimodo.
Riccardo Venturi 2012/11/3 - 23:58
EPIGRAFE PER I CADUTI DI MARZABOTTO
(1954)
di Salvatore Quasimodo
L'Epigrafe per i Caduti di Marzabotto fu scoperta il 3 ottobre 1954 alla base del "Faro del Martirio", costruito su un promontorio presso Marzabotto.
Questa è la memoria di sangue
di fuoco, di martirio,
del più vile sterminio di popolo
voluto dai nazisti di Von Kesselring
e dai loro soldati di ventura
dell'ultima servitù di Salò
per ritorcere azioni di guerra partigiana.
I milleottocentotrenta dell'altipiano
fucilati e arsi
da oscura cronaca contadina e operaia
entrano nella storia del mondo
col nome di Marzabotto.
Terribile e giusta la loro gloria:
indica ai potenti le leggi del diritto
il civile consenso
per governare anche il cuore dell'uomo,
non chiede compianto o ira
onore invece di libere armi
davanti alle montagne e alle selve
dove il Lupo e la sua brigata
piegarono più volte
i nemici della... (Continues)
ΕΠΙΓΡΑΦΗ ΓΙΑ ΤΑ ΘΥΜΑΤΑ ΤΟΥ ΜΑΡΤΣΑΜΠΟΤΟ
(1954)
του Σαλβατόρε Κουαζίμοντο
Μετέφρασε στα Ελληνικά ο Ρικάρντος Βεντούρης
Η Επιγραγή για τα Θύματα του Μαρτσαμπότο εγκαινιάστηκε στις 3. Οκτωβρίου 1954 στη βάση του “Φάρου του Μαρτυρίου”, σε ένα ακροτήριο κοντά στο Μαρτσαμπότο.
Αυτή είναι η μνήμη από αίμα,
από φωτιά και μαρτύριο,
της δειλοτάτης σφαγής λαού
που τη θελήσανε οι ναζιστές του Φον Κέσσελρινγκ
κι οι μισθοφόροι τους
από τους τελευταίους δούλους του Σαλό
ως αντίποινα γι' ενέργειες ανταρτικού πολέμου.
Οι χίλιοι οκτακόσια τριάντα εκτελεσμένοι
και καμένοι στο οροπέδιο
από σκοτεινά χρονικά χωριάτων κι εργαστών
μπαίνουν στην ιστορία του κόσμου
με το όνομα του Μαρτσαμπότο.
Φοβερή και δίκαια η δόξα τους·
δείχνει στους ισχυρούς τους νόμους του δικαίου,
την πολιτική συναίνεση
για την καρδιά του ανθρώπου να κυβερνιέται,
δε ζητάει οδύνη ή οργή,
τιμή αντί ελευθερών αρμάτων
προ... (Continues)