LUNEDI 19 novembre 2012, canteremo "FISCHIA IL VENTO" e "BELLA CIAO" al FUNERALE del compagno musicista bolognese STEFANO ZUFFI morto l'altro ieri a soli 55 anni per colpa di un maledetto infarto.
Negli anni 70 è stato cofondatore del CIRCOLO BOLOGNESE ITALIA-CUBA, ed è' stato membro di brigate di lavoro volontario a CUBA.
Era un musicista popolare-politico, e fu membro del CANZONIERE delle LAME di Bologna. Ha suonato con numerosi gruppi dell'Emilia-Romagna, e ha fatto tournèe musicali in mezzo mondo per divulgare gli ideali progressisti con la sua musica popolare-politica.
Il funerale si terrà nella camera ardente dell' Ospedale
Civile di CASTEL SAN PIETRO TERME (nel centro del paese)
LUNEDI 19 nov. 2012, dove i compagni lo saluteranno a pugno chiuso, cantando Fischia il Vento e Bella Ciao, dalle ore 14.30 alle ore 15
(Poi la moglie lo porterà in chiesa : per chi vorrà andarci)
CIAO... (Continues)
gianfranco ginestri del canzoniere delle lame 2012/11/18 - 00:08
D'accordo sul forte aggettivo "nazi-sionista" per definire l'ennesima aggressione israeliana a Gaza. Mi permetto tuttavia di definire almeno come "miope" l'uso da parte di Hamas dei missili di fabbricazione iraniana: un "salto di qualità" rispetto agli artigianali "Qassam", non c'è dubbio, ma fatto sulla pelle della loro gente... Pensa forse Hamas di poter utilizzare i bambini di Gaza come carne da cannone nel conflitto ancora strisciante ma conclamato tra i nazi-sionisti israeliani ed i nazi-islamici iraniani?
A me fanno schifo entrambi, nessuna differenza: gli uni e gli altri assassini di inermi, assassini della speranza e assassini della libertà.
Non so che dirti; so soltanto che la politica dello stato sionista, per me, è oramai pienamente assimilabile a quella della Germania hitleriana. Qui si sta facendo "campagna elettorale" ammazzando bambini, per me può bastare. Quanto a Hamas, glieli vuoi portare tu i missili di fabbricazione vercellese? Scusami ma non mi sento propenso, oggi come oggi, all'equidistanza. Il regime teocratico iraniano non mi sta simpatico, no di certo; ma la situazione a Gaza è sotto gli occhi di tutti. Che devono fare? Le spedizioni umanitarie vengono assaltate e respinte, a Gaza non si può entrare. E nello schifo credo che sia necessaria una gradazione, altrimenti si cade nel solito giochetto di fabbricarci da soli chi ci sta simpatico o meno, a nostro uso e consumo. A quanto mi risulta, non è Gaza che assedia Israele senza alcuna possibilità di uscita; è il contrario. La politica di Israele è di sterminio,... (Continues)
mi sembra di aver detto molto chiaramente che sono d’accordo sull’aggettivo “nazi-sionista”.
E l’ho detto molte volte su queste pagine cosa penso del governo israeliano, anche quando postavo canzoni in yiddish sulla Shoah: un governo teocratico al pari di quello iraniano, con la differenza che ai suoi cittadini ebrei fa credere che vivano in una democrazia mentre la sua vera natura nazifascista la palesa in tutta la sua feroce tracotanza nei confronti dei palestinesi.
Ed è giusto, ancora una volta, gridare forte contro il governo nazista israeliano e tutti i nazisti che in Israele lo sostengono… Anche se a nulla servirà, ché servirebbero invece decine di migliaia di Vittorio Arrigoni e di Rache Corrie...
Detto questo, la Storia, e quella del conflitto arabo-israeliano in particolare, è molto complessa.
E mi pare che stiamo scambiandoci opinioni in merito sulle... (Continues)
il tuo intervento mi ha fatto venire la voglia di ampliare un po' più l'argomento, cosa che ho fatto sul mio blog. Devo specificare che questo mio intervento non è rivolto particolarmente a te, che peraltro ti sei spiegato a dovere nel commento immediatamente precedente a questo.
Tutto sommato, io credo che -comunque-, se è senz'altro complessa la storia del conflitto israelo-palestinese, non è semplice nemmeno la società iraniana. Non è semplice nulla; soprattutto, in certe situazioni come quella di Gaza non è semplice vivere. E di questo è necessario tenere conto sopra ogni altra cosa.
E' una situazione che va oramai troppo al di là dei nostri "desideri", delle nostre "speranze", delle nostre "utopie" e compagnia bella. Non ti va di semplificare, ma purtroppo la situazione è semplice: morte o vita. Esistenza o inesistenza. Sopravvivenza o sterminio. Fai tu, pur mantenendo... (Continues)
Voglio ancora ricordare che quando il popolo palestinese fece di testa sua, con la prima Intifāda cominciata nel 1987, quasi riuscì a costringere i potenti - non dico alla Pace ma - ad una pace. Tutto quel sangue versato, tutte quelle pietre contro le corazze dei tank… quasi ci riuscì il popolo senza armi contro uno degli eserciti più potenti della Terra. Poi il Potere, il Male oscuro della Storia che per un attimo era rimasto disorientato, riprese saldamente le redini: eliminò Yitzhak Rabin, mise in un angolo e poi uccise Arafat, rinnovò – pagando profumatamente - il parco dei conniventi e dei nuovi nemici contro cui puntare il dito ed il cannone e tutto quel sangue, tutte quelle pietre caddero nell’oblìo o, nella migliore delle ipotesi, vengono liquidate oggi come una pagina ingenua e quasi “romantica” della storia della resistenza palestinese…
Ho letto anche il tuo "Missili vercellesi" e devo dire che quanto a chiarezza sei insuperabile.
Non trovo però che le opinioni espresse dal sottoscritto siano in contrasto con quanto tu dici: i palestinesi hanno tutto il diritto di difendersi come meglio possono, ci mancherebbe altro, ma credo che oggi quel "meglio" sia malamente interpretato dalla miope e stolta dirigenza di Hamas. Lanciare missili che la propaganda iraniana rivendica come se fossero stati lanciati da Teheran è un po' come la crisi dei missili a Cuba: oltre a non servire ad un cazzo, ché per ogni vecchietto ferito a Tel Aviv quelli ti ammazzano cento bambini a Gaza, è un errore militare e strategico che serve solo a dare corda a chi sta preparando la Madre di tutte le guerre. E se quella la fanno per davvero, allora dovremo assistere - qui, come al solito, placidamente seduti davanti ai nostri pc - ad un Orrore che al confronto tutte le altre guerre mediorientali sembreranno partite alle bocce...
Fra tutte le cose che hai detto, Dead End, trovo particolarmente azzeccata la frase "come al solito placidamente seduti davanti ai nostri pc"; è vero. Almeno, però, placidamente seduti al pc cerchiamo di starci, appunto, con un po' di chiarezza. Prima di tutto dicendo che, nel 1987, bisognerebbe non cadere troppo nella retorica del "senza armi". La simbologia del sasso, della "lotta a mani nude" contro i carri armati, è vero, ha fatto molto; ma si sparava pure allora. Come sono solito dire a Alessio Lega, facendolo incazzare quando recita il suo monologo sulla "rivoluzione che arriverà in bicicletta"; d'accordo, ma se accanto alle biciclette la rivoluzione arriva anche con qualche Leopard e un po' di copertura aerea, arriva meglio. Insomma, Rabin e Arafat a Oslo, secondo me, non ci arrivarono esclusivamente a sassate. Sempre tenendo presente che con gli "accordi di pace", secondo me, non... (Continues)
D'accordo su tutto, con Riccardo e con Dead End, perché se, l'uno ha ragione, quell'altro non ha torto. Ma c'è un aspetto del quale sembra che nessuno sembra rendersi conto: la c.d. striscia di Gaza è un territorio di 350 kmq, il che vuol dire che, se fosse un quadrato anziché un rettangolo (peggio ancora), non arriverebbe a 18 km per lato. La distanza che c'è tra il mio paese e Como. Lì dentro hanno pensato di ingabbiare più di un milione e mezzo di persone: e non dico che non ci si possa campare, in 4.500 per kmq: ma solo se intorno ci sono industrie, commerci, lavoro, linee di comunicazione e possibilità di circolare. Ma intorno non c'è un cavolo di niente, Se è sigilllato e povero come si dice, quello è un pollaio, e, se non si può definire un pollaio perché lo abitano - e se lo dimenticano tutti - degli esseri umani, allora è un lager fatto e finito. Un'assurdità mostruosa fin dal suo... (Continues)
Applausi incondizionati all'intervento di Gian Piero; altro davvero non avrei da dire. Aggiungo che questo è, oltretutto, il "succo" di quel che faceva, diceva e testimoniava Vittorio Arrigoni.
...Vittorio Arrigoni che a Gaza ci si era trasferito e che lì ha difeso strenuamente i gazawi, con i quali ha condiviso tutta la brutalità dell'aggressione nazisionista. E nonostante tutto Arrigoni sosteneva non la necessità della scomparsa dello Stato ebraico ma - che folle! - la comparsa di uno Stato binazionale e laico...
Come i gazawi strangolati da Israele, anche Arrigoni morì strangolato, ma da alcuni di essi accecati dal fanatismo religioso...
Beh, intanto giorgio direbbe lagnusía (non lagnusità che credo non esista). Mi dispiace, Ric, riprendere un perfezionista come te.
Poi l'otium, inteso almeno nella sua accezione classica, indicava un'occupazione principalmente votata alla ricerca intellettuale, attività tipica delle classi dominanti, e si contrapponeva al negotium, che era invece l'occuparsi dei propri affari (più, ahimé, per necessità che per scelta..).
Mentre la lagnusía sicula è la aspirazione all'assoluta mancanza di attività, il Nirvana dei siciliani ovvero l'inerzia totale. Per dirla col buon Enzo del Re,"voglia 'e fa' niente".
Buon sabato a tutti!
giorgio 2012/11/17 - 10:21
Riccardo lascio le ultime delucidazioni di Alejandra,
spiegazioni alle quali sia tu che il forum eravate già arrivati
grazie ancora
Massimo
Siguiendo el Palimpsesto comienza haciendo creer que es una canción de amor a Libertad Osuna y a medida que avanza la canción se entiende que es un llamado a la Huelga. Luego habla de la unidad (sus tres amores) los tres partidos que combaten la dictadura: Partido Comunista, Partido Socialista y Mir.
Y finaliza con ese llamado a la unidad, "Que en las raíces, Libertad nos una"
Espero que te haya quedado clara, cualquier duda me vuelves a escribir.
Un abrazo fraternal
Alejandra Lastra.
@ Giorgio: A me, invece, non dispiace affatto essere ripreso e corretto. Tutt'altro. Con la tua ripresa-e-correzione ho imparato una nuova parola siciliana, e che il derivato astratto di lagnusu è lagnusía. Per essere pignoli e perfezionisti bisogna prima passare dal continuo esercizio di umiltà dell'apprendere, altrimenti si è soltanto degli sciocchi presuntuosi. Quindi, ti pregherei di correggermi e riprendermi ogni qualvolta lo ritieni necessario, e non soltanto sul siciliano (e vale ovviamente per tutti). Giusta anche l'osservazione sull'otium classico: se lo potevano permettere soltanto coloro che erano liberi da preoccupazioni materiali (e penso anche al "disperatissimo" Leopardi). Mi piace assai il concetto di lagnusía siciliana come l'hai espresso, e il riferimento che hai fatto a Enzo Del Re; la cosa assume una carica rivoluzionaria non indifferente.
Ho osato tentare la traduzione in greco, senza aspettare il mio centenario. Per questo spero la si prenda bonariamente com'è, con tutti i difetti e le incomprensioni, come un'opera immatura di un giovane un po'avventato. Metto anche due righe per gli eventuali lettori greci, che perdonino pure loro.
Το ποιήμα, ύστερα μελοποιήμενο από τον Horacio Salinas για τους Inti Illimani, γράφτηκε από τον Patricio Manns σαν στη Χιλή κρατούσε η δικτατορία του Pinochet.
Ο ποιητής ξέρει πως, ανάμεσα στα τρια κόμματα της αριστεράς, το σοσιαλιστικό, το κομμουνιστικό, και το Επαναστατικό Κίνημα της Αριστεράς (M.I.R) δεν υπάρχει συμφωνία και για αυτό η Λευτεριά δεν μπορεί να επιστρέψει στην χώρα του.
Το ποιήμα ουσιαστικά δημιουργεί μιαν έκκληση για να τα τρία κόμματα ξεπεράσουν τις διαφορές τους εν ονόματι της χαμένης Ελευθερίας.
'Ομως τὸ αληθινό νόημα κρύβεται κάτω από μία ερωτική μορφή, ώστε βρισκόμαστε... (Continues)
risettu(lo scrivo con "s" raccomandandone la pronuncia sonora): "risistemazione", "riassetto". In questo caso "riposo".
→ Verbo: arrisittàri: riassettare, rimettere in ordine, ritrovare la pace.
Attenzione: ha spessissimo un significato ironico indicante tutto l'opposto: Viri comu m'arrisittàvi! Guarda tu come mi sono sistemato ! E accussì t'arrisittàsti.. Ti hanno conciato per le feste..
Poi ci metterò qualche nota, ora devo andare a pigliare la k.d. alla stazione centrale. Ve la pigliate quindi così com'è, per ora; magari, chissà, a qualcuno verrà la voglia di rimetterla in rima com'è nell'originale. Spero comunque che vi piaccia almeno un po'. [RV]
UOVO DORATO (Continues)
2012/11/16 - 20:03
Trascrivo per Riccardo il commento del nostro carissimo amico Doultsinos:
Ο Ρικάρντο ...έγραψε ... Απίστευτο..! Με την αυθεντικότητα της προσπάθειας να αποδοθούν οι πιο πικρές αλήθειες, σε μια γλώσσα που δεν είναι μεν μητρική, αλλά έχει ίσως μεγαλύτερο πάθος από αυτούς που την μιλάνε, από εμάς τους Έλληνες. Η σατυρική διάθεση κάνει το αποτέλεσμα ακόμα πιο πικρό, αλλά στο τέλος, αφήνει ένα αμυδρό χαμόγελο αισιοδοξίας και ελπίδας, από λαούς που ξεπερνούν τις διαφορές τους και ενώνουν τη φωνή τους, για να σώσουν τη δημοκρατία και την ελευθερία... ΜΠΡΑΒΟ ΠΑΙΔΙΑ...
Magari ho pensato che qualcuno potrebbe essere incuriosito di sapere quel che ha detto l'amico Doultsinos; nonostante i progressi evidenti del traduttore di Google rispetto al vecchio Babelfish lo traduco.
"Lo ha scritto...Riccardo...incredibile! Un autentico sforzo affinché siano rese le verità più amare, in una lingua non materna ma che ha forse un maggiore pathos di coloro che la parlano, di noialtri greci. La disposizione satirica rende il risultato ancora più amaro, ma alla fine lascia un leggero sorriso di ottimismo e di speranza da parte di popoli che oltrepassano le loro differenze e uniscono la loro voce per salvare la democrazia e la libertà...BRAVI, RAGAZZI..."
Naturalmente un grosso ringraziamento a "Fra' Dolcino" e un abbraccio che spero Gian Piero gli estenda; e mi preparo oggi a andarne a dire e urlare quattro davanti al consolato ellenico di Firenze. Con la speranza che in questo 17 novembre sia detta anche qualcosa su quel che sta avvenendo, per l'ennesima volta, a Gaza.
Io veramente ho sempre trovato le due grafie; il Pontani nella sua grammatica, ad esempio, insegna a scrivere αυγό. In questo caso, comunque, credo che scrivere αυγό si imponga per il parallelismo con αυγή (che non si scrive mai αβγή). La pronuncia tanto è identica... (RV)
Spesso ricorre nelle canzoni del periodo della Giunta il ricordo di una terrazza. Si tratta della terrazza della Sicurezza Generale di via Bubulina, dove venivano condotti i prigionieri per la tortura. Se ne parla in questo video documentario della televisione greca, dedicato ai processi svoltisi a carico dei poliziotti torturatori, e intitolato, appunto, "La terrazza di via Bubulina". Purtroppo è tutto in lingua greca, ma credo che valga la pena di renderlo rapidamente accessibile a chi vi fosse interessato.
Version française – LETTRE AUX PASSAGERS – Marco Valdo M.I. – 2012
d'après la version italienne de Riccardo Venturi – EPISTOLA AI TRANSEUNTI – 2011
d'une chanson péruvienne (espagnol) de César Vallejo – Epístola a los transeúntes – interprétée par Diamanda Galás
Face à une écriture poétique comme celle de César Vallejo, que Thomas Merton a défini « le poète universel le plus important après Dante », il n'est pas opportun probablement de se braquer sur le sens. D'autant qu'évidemment le surréalisme dans lequel il a voulu s'insérer, il est nécessaire de se plonger sans guide dans les abysses du langage de ce révolutionnaire structural ; avec Vallejo nous sommes dans l'exil de l'expression.
En exil, il naît. Santiago de Chuco, au Pérou, où il vient au monde le16 mars 1892, un village perdu dans les Andes. En exil, il meurt : à Paris, le 15 avril 1938. Dans son écriture, il utilisait des solécismes... (Continues)
LETTRE AUX PASSAGERS (Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2012/11/16 - 22:54
Qualche giorno fa ci si diceva in una di queste pagine che il sito è ormai così vasto e labirintico che capita di perderci e a volte di scoprire con sorpresa di stare calcando i nostri stessi passi. Questa cosa si è ripetuta poco fa. Volevo ricordare in qualche modo che domani è il 17 novembre, e come tutti noi che allora eravamo abbastanza giovani, volevo lasciare qui qualcosa in ricordo degli studenti del Politecnico di Atene in rivolta nel novembre del 1973 contro i Colonnelli. Ho cercato nel nostro sito, ho trovato la canzone per Theodorakis (che stamattina è andato al Politenico ad ascoltare le sue canzoni) scritta da Franz-joseph Degenhardt, me la sono tradotta, senza accorgermi che l'aveva già fatto Riccardo, e senza ricordarmi che sulla sua traduzione, oltre che sulla canzone e la sua interprete, ci eravamo già scambiati ampie osservazioni. E, al momento di postarla, sorpresa! era... (Continues)
ΓΙΑ ΤΟΝ ΜΙΚΗ ΘΕΟΔΩΡΑΚΗ (Continues)
Contributed by Gian Piero Testa 2012/11/16 - 15:01
Oggi Mikis, al Politecnico per ricordare il 39° anniversario della rivolta studentesca del novembre 1973 e della repressione armata del 17 novembre, ha ascoltato un concerto di percussioni a lui dedicato.