"Gremare" per "cremare, bruciare, scottare, ustionare" è un lombardismo. Mi è gremata la torta nel forno", "non stare così al sole, che prima di sera sei tutto gremato". Vedi anche, più gabina/cabina; figo/fico ecc.
Gian Piero Testa 2012/10/13 - 19:17
Se sto brano allude al cataclisma termonucleare (bel sogno, non c'e' che dire) allora e' la canzone piu' disinvoltamente idiota della storia della musica leggera. Chi sono gli autori?
Chanson italienne – Tropicana – Gruppo Italiano – 1983
Et les messages, que peut-on dire des messages des chansons? Qu'ils sont nombreux, différenciés, complexes et se cachent là où on les attend le moins ; c'est tellement vrai qu'un poète comme Roberto Roversi a pu présenter sur "Rinascità" du 25 novembre 1983 une analyse assez approfondie et riche de deux morceaux à l'apparence banale, « Vamos a la playa » de Righeira et « Tropicana » du Gruppo Italiano, qui sont sortis au cours de l'été 1983. La catastrophe atomique - dit Roversi - est déjà survenue, nous sommes les rescapés de cette catastrophe. Par suite, il n'y a plus la terreur de l'attente et l'engagement subséquent pour l'empêcher. Chaque action est terminée, chaque projet est anéanti, chaque mot brûlé. Il y n'a pas plus rien à raconter en ce que tout a déjà été vu. Pour cela, les deux chansons sont "terribles" par l'absence et... (Continues)
Continuo ad approvare queste canzoni metallare, ma mi chiedo... quante di esse sono veramente CONTRO la guerra e quali sono invece guerrafondaie o, nel migliore dei casi, "descrittive"?
Lorenzo 2012/10/15 - 15:55
Carissimo Lorenzo,
vecchia questione: cosa è che fa essere una canzone contro la guerra? Che contenga slogans antiwar, che sia sempre peace&love, che sia l'ovvia lamentazione di chi è stato, direttamente o indirettamente, colpito da quel flagello?..
O è, anche, quella che ci fa andare a sbattere nel vivo degli apparati ideologici bellicisti (vecchi e nuovi) e che mostri la guerra nella sua crudezza reale, senza più filtri e maschere?
Mi chiedo inoltre (e ti chiedo) se oggi esiste (o può ancora esistere) linea di demarcazione rigida fra la canzone pro o contro la guerra o quella semplicemente (e magari crudamente) "descrittiva".
Mi sembra per es. che la retorica pro-guerra "classica" (cioè quella più o meno inneggiante alla superiorità/capacità fisica o razziale o di mezzi bellici di una "nazione" su un'altra) non serva ormai molto ai guerrafondai dei nostri giorni, che ricorrono... (Continues)
Caro Giorgio,tu continua pure a proporle, in questo sito a parte qualche eccezione abbiamo seguito sempre il principio "nel dubbio approvare e discutere". Proprio per questo ho posto la domanda.
La tua risposta è senz'altro interessante e fornisce una possibile ragione per inserire anche questo tipo di canzoni. Quanto al metal, confesso che a parte alcune eccezioni non è proprio il mio genere, ma questo non è certamente un criterio per scegliere le canzoni da inserire qui dentro !! :)
Ora che Giorgio ha replicato alle perplessità di Lorenzo, provo a dire anch’io la mia e – premettendo che non sono affatto un amante e nemmeno un conoscitore del genere metal, che già dal punto di vista strettamente musicale trovo insopportabile in tutte le sue declinazioni – lo faccio contribuendo la traduzione italiana di questa “Holy War” trovata su canzonimetal.altervista.org
Ora, prima di tutto ditemi voi se questo può essere considerato un testo contro la guerra, io non credo.
Poi, rispetto alla “provocazione” di Giorgio secondo il quale – dimmi se ho capito bene – il fatto che i guerrafondai si siano appropriati di una terminologia pacifista per provare a intorbidare le acque e a celare i loro soliti propositi allora questo, per contrasto, darebbe alle canzoni dei Manowar e di moltissimi gruppi metal, solo perché intrise di un’epica della guerra pura e schietta, la dignità... (Continues)
Aggiungo soltanto - e non c'entra con la discussione in corso sul merito della canzone - che quell'immagine da videogame scelta per introdurre il brano, quella dove si vedono due crociati che infieriscono a colpi d'ascia su di un nemico a terra e disarmato, davvero non credo abbia ragione di essere qui...
manca l'ultima strofa:
i signori affamatori che son là
oilì,oilà
hanno detto "più la guerra non si fa"
oilì, oilà
niente guerra sui confini, la faremo sui bambini
sulle donne, sugli infermi affamando le città
oilì,oilà
ma l'Italia se ne frega e avanti va
oilì, oilà
se ne frega, se ne frega e avanti va
[<1934]
It was 1934, during the depths of the Depression, but the Gant family of dispossessed sharecroppers was rich in music. John A. Lomax and his son Alan made more than 40 primitive recordings of the Gant family, whose vast repertoire ranged from jailhouse ballads and play ditties to cowboy songs and minstrel tunes. In retrospect, the most prominent of those was "When First Unto This Country a Stranger I Came", which Joan Baez sang live