Quante volte avevo ascoltato questa canzone (che fra l'altro fa parte anche della colonna sonora de Il Caimano di Moretti)... senza avere idea di cosa dicesse. E avevo sempre pensato che fosse di Khaled. Un grazie a Gabriele Del Grande. Se poi qualcuno fosse capace di trovare il testo in alfabeto arabo e non in trascrizione, sarebbe una bella cosa.
La "versione bilingue" di Véronique Chalot
Véronique Chalot's "bilingual version"
La "version bilingue" de Véronique Chalot
La "versione bilingue" cantata da Véronique Chalot in "Chansons de Provence" (1991, ried. 1995). In essa sono cantati solo i due ritornelli per due volte, in occitano e in francese.
Que canto que canto (Continues)
Contributed by DonQuijote82 2012/1/10 - 15:51
Ora che la pagina è stata un po' "rimessa", vorrei dire due parole su questa canzone.
Se mi è permessa un'ipotesi basata un po' sulla conoscenza di certe cose e dei meccanismi sia della genuina tradizione popolare, sia della cosiddetta "creazione della tradizione", questa canzone li rappresenta entrambi.
Non c'è alcun dubbio che si tratti di una canzone autenticamente popolare e parecchio antica; ma l'unica canzone per la quale esistono testimonianze dirette e coeve della sua diffusione presso i Catari e del suo "uso" come canzone cifrata, è Lo boièr. Non perché lo ha deciso Riccardo Venturi, ma perché c'è una documentazione ben precisa al riguardo.
Tale uso documentato, a mio parere, deve avere "trascinato" nel discorso della cifratura anche "Se chanta". A prescindere dal valore che poi ha assunto per tutta l'Occitania (è senz'altro anch'essa una "canzone identitaria"), in questo caso... (Continues)
Credo che tu abbia ragione, Riccardo, anche il preciso Tibaldo Piantalavigna nella sua analisi non fa nessun riferimento ai catari o a simbolismi particolari e si limita a dire che, se proprio non fu composta da Gaston III de Foix-Béarn (nel secolo successivo allo sterminio degli albigesi), sarebbe anteriore al XV secolo e probabilmente originaria della Svevia e composta in un dialetto tedesco alemanno...
Però, anche se i catari non c'entrano, perchè non mettere come prima la versione più antica a noi nota, quella del 1349 attribuita a Gaston III dit Fébus?
SE CANTO
Al foun de la prado
Ay un auselou
Touto la ney canto,
Canto sa cansou
Se canto que canto,
Canto pas per you,
Canto per ma mio
Qu'ès alen de you.
Aqeros mountagnos
Que tan hautes soun,
M'empéchoun de beyre
Mas amours oun soun.
Se canto que canto,
Canto pas per you,
Canto per ma mio
Qu'ès alen de you.
Maria Santiloni Cavatassi est née en novembre 1928 à Comunanaza dans la province d'Ascoli Piceno. Elle était d'une famille de métayers.
Toute la vie de Maria est un témoignage du chemin pour la conquête de la dignité du monde paysan. De l'appui à la Résistance à l'organisation du syndicat dans les campagnes marchigianes et au-delà. L'histoire de Maria est une part importante de l'histoire du grand "Humanisme" d'origine paysanne et de la longue marche qu'on appelle émancipation.
Je voudrais ajouter une dernière chose à propos de la révolution. Quel est le mot qui l'annonce? Quel est le Mot prononcé, écrit et chanté qui la fait advenir? Le mot est MERCI! Quand Nous recommençons, après une nouvelle éducation sentimentale à dire merci – ou mieux MMMEEERRRCCCIII !!! – alors la révolution est commencée. Je ne me rappelle pas le nom du philosophe qui divisait... (Continues)