Scusate, mi intrometto ancora nella discussione, a distanza di oltre un anno, per fare una doverosa precisazione. Sto sistemando l'intero archivio personale di Gino Negri, per cui ho sottomano tutto il materiale necessario per una verifica. La questione è resa complessa dal fatto che ci sono due canzoni diverse: "Non maledire questo nostro tempo" ha la musica di Lino Patruno, come già confermato anche, addirittura, dalla viva voce dello stesso Patruno: dunque non andrebbe più messa in discussione, perché è un'attribuzione più che sicura! Poi c'è "25 aprile 1945", che è una diversa canzone (anche se ha contenuti molto simili), ed effettivamente ha musica di Gino Negri: ho trovato poco tempo fa la partitura originaria manoscritta (ma incompleta) di Gino Negri. Altra questione ancora: forse "25 aprile 1945" ha ispirato "Non maledire questo nostro tempo"? Credo proprio di sì, è molto probabile; ma ancora è da dimostrare, dunque ci vuole cautela anche per questo aspetto del problema. Cordiali saluti, Marco Moiraghi
Marco Moiraghi 2011/9/21 - 11:38
Caro Marco, grazie per queste precisazioni interessanti. Naturalmente ora aspettiamo il testo di questa "25 aprile 1945" con musica di Gino Negri!
D'accordo, ma vi ricordo che, come diceva giustamente Vito Vita qui sopra, "25 aprile 1945" con musica di Negri è presente nel citato album di Milva, dove dovrebbero essere contenute anche le necessarie precisazioni riguardanti la paternità creativa di questa canzone. Se vi interessa, è uscito in queste settimane un mio libro dedicato a Negri (presentato ieri pomeriggio a Milano al Piccolo Teatro, con la presenza al mio fianco nientemeno che di Milva: vedete sito del Festival MiTo), con 2 CD allegati contenenti canzoni in parte inedite: alcune (almeno due) sono adattissime per il vostro sito-archivio; potete acquistare il volume coi CD ordinandolo sul sito web di Squilibri Editore, Roma. Cari saluti
Allora ho riascoltato le due versioni. Questa è la versione di Milva. Il testo che canta è il primo riportato in questa pagina
Questa invece è la versione dei Gufi. La musica è in effetti diversa ed il testo è quello riportato come "versione dei gufi" in questa pagina ed è molto simile al primo.
Quindi non mi sentirei di dire che sono due canzoni differenti, ma semmai due versioni diverse. Per la seconda Patruno ha riscritto probabilmente la musica, ma mi sembra che anche se non la melodia mantenga il ritmo della musica originale (di Gino Negri). Lascio ai musicologi più esperti giudicare su questo punto.
I Gufi avevano inciso “Non maledire questo nostro tempo” in quanto faceva parte del loro spettacolo “Non so non ho visto se c’ero dormivo” (1967, cfr. album omonimo), su testi, appunto, di Lunari (con cui il gruppo avrebbe collaborato anche in seguito). La musica di quella versione è di Lino Patruno, quindi è completamente diversa da quella composta da Negri, anche se alcune idee, come la progressione armonica per semitoni, sono quasi comuni. Direi che è proprio il testo a suggerire un’enfasi musicale. Il testo, a un primo raffronto, riporta un lieve cambiamento solo nel finale.
Non so se la versione di Negri (tra le maggiori figure della musica contemporanea e della “nuova canzone” in Italia, oltre che della didattica, mancato vent’anni fa) fosse comunque anteriore, e fosse stata eseguita da altri, per cui, nel caso, Lunari avrebbe poi “riciclato” il testo per lo spettacolo, ma non ho trovato nulla che faccia pensare a questa ipotesi.
Il gruppo Rage Against The Machine in Wake Up fa espliciti riferimenti all'opera di M. L. King e contiene al suo interno parte di un memorandum segreto scritto su di lui dall'allora capo dell'FBI Edgar Hoover.
sono un cantautore iscritto alla siae e vorrei inserire il brano in questione nel mio prossimo disco, contro tutte le guerre.
vorrei sapere come fare per i diritti d'autore, se vi sono, e se è possibile trasformare musicalmente una parte (cioè "fare un ritornello") lasciando inalterato il (bellissimo) testo, se c'è da chiedere un permesso ecc.
grazie per la vostra attenzione
attendo un consiglio
alessandro calamai
alessandro calamai 2011/9/21 - 17:47
Caro Alessandro, trattandosi di un canto popolare non devi chiedere il permesso a nessuno, anzi è nella sua natura di essere riadattato e modificato. Quando avrai pronta la tua versione, faccelo sapere!
Chanson allemande - Ballade vom Weib und dem Soldaten – Bertolt Brecht – 1922
d'après la version italienne de Riccardo Venturi.
Paroles : Bertolt Brecht
Musique : Hans Eisler
Première interprétation : Ernst Busch.
Me ha llegado este vídeo, que me ha impresionado de sobremanera, y, aunque probablemente vosotros lo debéis conocer de sobra, creo que éste es su lugar:
Bueno, Elisabetta.. vada anche per La Pasionaria..! Ma prova a scaricartela, come tutti gli altri, direttamente da questi link... –Ciao e buon ascolto! :-) La Pasionaria La Pasionaria Link 2
giorgio 2011/9/20 - 08:19
Giorgio, ma dove li hai trovati gli MP3 che io mi sono dovuta accattare il disco (LP!!!) su e-bay?
Approfitto per chiedere una correzione sulla mia traduzione: "nel fondo della terra" è bruttissimo, sarebbe meglio "nelle profondità della terra". Ciao a tutti
Cristinú', che vuoi che ti dica? Prima r'accattàriti l'album su e-bay, dai modo e tempo (soprattutto tempo!) al ψαραγιώργης (titolo conferitomi dal grande Gian Piero Testa) di entrare in azione. Ti assicuro che faccio, fintanto posso, le acrobazie e pure le capriole (anche se non sembra), trascurando pure eventuali nuovi inserimenti o versioni..
Colgo l'occasione per complimentarmi per le tue belle traduzioni dallo spagnolo.
Ciao Gian Piero,
mi sono da poco trasferita in Grecia.
Sto cercando di imparare tutto il possibile ed in ogni modo.
Adoro il mare e la poesia. kavvadias incarna perfettamente entrambi.
Per caso hai una traduzione, anche approssimativa, di yara-yara?
Grazie
Francesca
Francesca 2011/9/20 - 17:53
ecco, sono stata sul sito che hai suggerito. l'ho trovata. grazieeeeeee!!!
francesca
Per Francesca, invidiandola per il suo trasferimento (la Grecia è sempre bella e ci si sta bene, alla faccia del rating...).
Non so quanto si approssimativa, ma questa è la mia traduzione di Yara Yara. Qualche discostamento dalla lettera è dovuto al fatto che ho cercato di rispettare almeno la metrica.
Se, di Kavvadias, ti interessa anche il resto, puoi chiedere la mia e-mail agli amministratori; o individuami tra i traduttori in stixoi.info: anche da lì mi puoi comunicare il tuo indirizzo.
Ciao, Piero
Yara Yara
Dormivi e la mia guardia l'ha ridossata il capo.
Ti sei scordata a casa il mio amuleto, l'altrieri.
Tu ridi, ma a Rio ti vendei per due centavos
per ricomprarti a Beirut, e costavi assai più cara.
Ho in bocca la mia rossa conchiglia e sei protetta.
Sul braccio ho il tuo falchetto e i tuoi cani sguinzagliati.
Forza adesso, asciugami 'sto mare, ché sto grondando
e insegnami... (Continues)