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Lift Every Voice and Sing

Lift Every Voice and Sing
‎[1900]‎
Parole di James Weldon Johnson
Musica di John Rosamond Johnson

James Weldon Johnson è stata una delle figure centrali della cultura afro-americana negli anni a ‎cavallo tra 800 e 900. Poeta, scrittore, avvocato, attivista per i diritti civili, presidente della National ‎Association for the Advancement of Colored People (NAACP), primo nero ad insegnare alla New ‎York University, James Weldon Johnson scrisse nel 1900 questa poesia che venne subito ‎universalmente riconosciuta come “The Black National Anthem”, l’inno nazionale degli afro-‎americani negli USA.‎
Nel 1939 la scultrice Augusta Savage, esponente del movimento dell’Harlem Renaissance, dedicò ‎alla canzone una delle sue opere più famose, un gruppo bronzeo alto 6 metri. Purtroppo la scultura ‎non venne mai fusa ed il calco venne in seguito distrutto.‎

Ho attribuito il brano all’autore del testo – che peraltro fu anche... (Continues)
Lift every voice and sing,‎
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/15 - 10:32
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Μαλαματένια λόγια

Μαλαματένια λόγια
Στίχοι: Μάνος Ελευθερίου
Μουσική: Γιάννης Μαρκόπουλος
Πρώτη εκτέλεση: Λάκης Χαλκιάς - Χαράλαμπος Γαργανουράκης - Τάνια Τσανακλίδου
LP: Θητεία - 1974

Malamatenia loghia
Testo di Manos Eleftherìou
Musica di Yannis Markopoulos
Prima esecuzione: Lakis Halkiàs con Haràlampos Garganourakis e Tania Tsanaklidou
LP: "Thitìa/Milizia" - 1974

Una delle canzoni greche che più amo. Manos Eleftherìou - voce poetica insigne - gode forse troppo delle sue oscurità, tormento del traduttore: ma il senso alla fine è sempre chiaro. Un amaro colloquio con la madre Grecia di un poeta il cui sguardo coglie d'un balzo gli amari secoli e le amare avventure, da Troia a Kessarianì - e certo anche a quella che si era appena chiusa nel 1974 - da cui nulla la madre vuole imparare. (gpt)
Μαλαματένια λόγια στο μαντήλι
(Continues)
Contributed by Gian Piero Testa 2011/9/14 - 23:09
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Il n'y a plus rien

Il n'y a plus rien
Il n'y a plus rien

Chanson française – Il n'y a plus rien – Léo Ferré – 1973
Écoute, écoute... Dans le silence de la mer, il y a comme un balancement maudit qui vous met le cœur à l'heure, avec le sable qui se remonte un peu, comme les vieilles putes qui remontent leur peau, qui tirent la couverture.
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2011/9/14 - 20:36
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Οι ρήτορες

Οι ρήτορες
Oi rítores
Στίχοι: Νίκος Γκάτσος
Μουσική: Δήμος Μούτσης
Πρώτη εκτέλεση: Μανώλης Μητσιάς
LP: "To Δρομολόγιο" - 1979

I rìtores
Testo di Nikos Gatsos
Musica di Dimos Moutsis
Prima esecuzione di Manolis Mitsiàs
LP: "To Δρομολόγιο/Itinerario" - 1979

Appena finito di vedere la diretta del dibattito parlamentare sull' ennesima fiducia, avevo bisogno di una piccola dose di antipolitica, ed ecco la prima che ho trovato nella mia... farmacia. Non è una canzone di eccelso valore, ma ci si può fraternizzare grazie anche al testo di Gatsos, il quale, per quanto mitissimo uomo, ogni tanto perdeva la pazienza. Anch'io, del resto. Nella canzone, gli oratori di Gatsos parlano nelle piazze; i nostri oggi parlavano dai loro sudatissimi banchi d'onorevole con l'occhio alla telecamera: ma poco cambia. Una differenza, però: i poeti non ci sono più nelle piazze. Stanno a casa a contemplarsi l'ombelico adolescenziale e sognano il prossimo premio letterario. (gpt)
Έρημες κι άδειες οι πλατείες
(Continues)
Contributed by Gian Piero Testa 2011/9/14 - 15:27
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It Don't Make Sense (You Can't Make Peace)‎

It Don't Make Sense (You Can't Make Peace)‎
‎[1983]‎
Dall’album “Mighty Earthquake and Hurricane”‎



Un altro bellissimo blues contro la guerra dall’autore di Study War No More.‎
You have made great planes to span the skies
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/14 - 12:03
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Atomic Sermon

Atomic Sermon
‎[1953]‎
Testo trovato su Atomic Platters


Un vero proprio sermone in cui un comune cittadino americano, timorato d’Iddio, esprime il ‎‎“terrore dell’atomo” che si viveva negli anni del secondo dopo guerra, della guerra fredda e della ‎caccia ai comunisti: “Meglio fermare gli scienziati perché stanno andando troppo lontano. ‎Fanno volare i nostri ragazzi più veloci del suono e diffondono la guerra per tutto il pianeta. Questa ‎energia atomica mi spaventa perché se davvero succedesse quello che ci dicono ci sarebbe solo da ‎raccomandare l’anima al Signore”.‎
Then every Sunday mornin’, and the preacher gave his warnin’
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/14 - 11:42
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Uncle Sam Blues

Uncle Sam Blues
‎[1923]‎
Scritta da Clarence Williams (1898-1965), pianista, compositore, cantante e produttore musicale ‎afro-americano.‎
Testo trovato sul bel blog di Mike Rugel dedicato alla ‎‎Storia senza censure del Blues.‎

Un blues cui forse si ispirarono i Jefferson Airplane per la loro Uncle Sam's Blues…‎
Qui una donna si rivolge incazzatissima direttamente allo Zio Sam: “Cos’hai contro di me? ‎Cosa ti ho fatto, cattivo Zio Sam, per portarmi via il mio uomo? Digli subito che per lui la guerra è ‎finita e rimandamelo a casa!”.‎
Let me tell you postman, what Sammy has done to me
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/14 - 11:15
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Gary Gilmore's Eyes

Gary Gilmore's Eyes
‎[1977]‎



‎Come si sentirà una persona che deve la vita o una funzione fondamentale del ‎suo corpo all’organo di un feroce omicida giustiziato dallo Stato? E’ un tema suggestivo piuttosto ‎frequentato nella letteratura e nel cinema, penso per esempio al romanzo di Maurice Renard ‎‎“Les mains d'Orlac” del 1921 che ispirò anche diversi film, uno sopra tutti ‎l’espressionista “Mad Love” di Karl Freund del 1935, interpretato da un colossale ed ‎inquietante Peter Lorre nella parte di un geniale e folle chirurgo che ad un celebre pianista che ha ‎perso le sue preziose mani in un incidente impianta gli arti, altrettanto “sensibili”, di un serial killer ‎ghigliottinato di fresco.‎
E se l’organo del mostro violentemente espulso dal consesso umano fossero addirittura gli occhi che ‎lo guidarono nelle sue efferatezze? E se quegli occhi fossero quelli del primo uomo ad essere ‎giustiziato negli States... (Continues)
I'm lying in a hospital,
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/14 - 09:27
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Η κόρη του πασά (Ανατολίτικο)

Η κόρη του πασά (Ανατολίτικο)
I kóri tou pasá (Anatolítiko)
Στίχοι: Νίκος Γκάτσος

Μουσική: Σταύρος Ξαρχάκος

Πρώτη εκτέλεση: Νίκος Ξυλούρης
LP: Συλλογή - 1974

Testo di Nikos Gatsos
Musica di Stavros Xarhàkos
Prima interpretazione di Nikos Xylouris
LP: "Silloghì/Raccolta" - 1974


Un indizio del testo (Smirne incendiata) rimanda a un momento preciso della storia contemporanea (agosto 1922); ma il contrasto tra amore e guerra ha i colori tenui di un'antica favola tradizionale, nella quale, per partecipare con il loro vano pianto alla patetica vicenda, compaiono anche le divinità per le quali gli uomini si odiano e si combattono. La voce cretese di Psaronikos si ritrova a perfetto agio nel renderci questo tono da tempi andati. (gpt)
Του Χατζησταυρή τ'αγόρι
(Continues)
Contributed by Gian Piero Testa 2011/9/13 - 18:52
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Beating Me Blues

Beating Me Blues
‎[1928]‎
Testo trovato sul bel blog di Mike Rugel dedicato alla ‎‎Storia senza censure del Blues.‎

Blues molto “blue”, perché intonato da una donna (Jewell Nelson, che come Gene ‎Campbell è stata cantante blues oggi pressochè sconosciuta) che racconta senza perifrasi della ‎terribile, continua violenza subita dal suo uomo (“that man of mine”) che nelle strofe si confonde ‎col padre (“my daddy’s killing me”) a rivelare una sottocultura maschilista dove la donna era ‎sempre trattata come e peggio di una bestia, dalla culla alla bara…‎
I wish someone could tell me where that man of mine ‎
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/13 - 15:19
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Levee Camp Man Blues

Levee Camp Man Blues
‎[1930]‎
Testo trovato sul bel blog di Mike Rugel dedicato alla ‎‎Storia senza censure del Blues.‎



Gene Campbell è stato uno della miriade di bluesman neri, spesso suonatori e cantanti di indubbie ‎qualità, che sono rimasti praticamente sconosciuti perché vissuti o prima della diffusione del ‎fonografo o prima che gente come Alan Lomax si interessasse alle “roots” dell’America profonda.‎
Di Gene Campbell, texano, è rimasta una ventina di tracce oggi raccolte nel cd da cultori del genere ‎intitolato “Complete Recorded Works (1929-1931)”.‎

Questo “Levee Camp Man Blues” affronta il tema del lavoro alla costruzione delle dighe sui grandi ‎fiumi come Mississippi, Red e Brazos nella quale, a partire della fine dell’800 e fino agli anni 20 e ‎‎30, fu impegnata una gran massa di lavoratori contrattati da agenti governativi – niente più che ‎caporali legalizzati – per svolgere, in simbiosi... (Continues)
These contractors, they are getting so slack
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/13 - 14:56
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Hard Time Blues

Hard Time Blues
‎[1941]‎



Ancora una splendida canzone da “Southern Exposure”, il dirompente album di denuncia della ‎segregazione razziale in America che Josh White scrisse in onore dello scrittore afro-americano ‎Richard Wright, autore di romanzi come “Paura” (“Native Son”, 1940) e “Ho bruciato la notte” ‎‎(“The Outsider”, 1953) che molto hanno contribuito alla lotta per l’eguaglianza razziale negli USA.‎
Testo trovato su Mudcat Café.‎

Qui un bracciante agricolo – bianco o nero che sia, la rivendicazione razziale ha già lasciato il posto ‎a quella di classe – ridotto alla fame dalla siccità, con i figli ischeletriti e malati di pellagra, viene ‎deriso e annientato dal grosso proprietario che gli nega il credito per il cibo, gli prende le bestie a ‎saldo dei debiti contratti e poi lo butta fuori dalla terra che ha coltivato…‎
Well, I went down home 'bout a year ago.
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/13 - 12:02
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Defense Factory Blues

Defense Factory Blues
‎[1941]‎

Un’altra bellissima canzone da “Southern Exposure”, il dirompente album di denuncia della ‎segregazione razziale in America che Josh White scrisse in onore dello scrittore afro-americano ‎Richard Wright, autore di romanzi come “Paura” (“Native Son”, 1940) e “Ho bruciato la notte” ‎‎(“The Outsider”, 1953) che molto hanno contribuito alla lotta per l’eguaglianza razziale negli USA.‎
Went to the De-fense factory
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/13 - 11:43
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Jim Crow Blues

Jim Crow Blues
‎[1930]‎

A pochi anni dalle illusioni che Cow Cow Davenport ancora si faceva nella sua Jim Crow Blues – che nei ‎liberi Stati del nord scorressero fiumi di latte e miele (o, meglio, di whisky) e che i soldi crescessero ‎sugli alberi – il grande Leadbelly cantava invece che le “Jim Crow Laws” erano dappertutto, che ‎ovunque i neri erano discriminati e segregati, e che era ora di finirla.‎

Al proposito si vedano anche I Don't Want No Jim Crow Coffee, Jim Crow e Northbound Blues.‎
Bunk Johnson (*) told me, too,
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/13 - 11:13
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Jim Crow Blues

Jim Crow Blues
‎[1927]‎



Il blues non esisterebbe senza “Jim Crow”. ‎
Con questo nome viene indicato il sistema istituzionale legislativamente fondato sul presupposto ‎della disuguaglianza e segregazione razziale che fu in vigore negli States dal 1876 (ma di fatto dalla ‎loro costituzione) al 1965 e che ha reso la vita un inferno per gli afro-americani specialmente negli ‎Stati del sud. Il nomignolo "Jim Crow" è da far risalire a "Jump Jim Crow", canzonetta popolare del ‎‎1828 di tal Thomas Dartmouth (T.D.) "Daddy" Rice, un cabarettista bianco che la interpretava ‎truccato da afroamericano.‎

E Charles “Cow Cow” Davenport, pianista e cantante nero originario dell’Alabama profonda, ‎sapeva bene di cosa parlava quando a Chicago - al nord, oltre la “Mason-Dixon Line” che per gli ‎afro-americani idealmente separava la schiavitù dalla libertà - nel 1927 incise questo brano per la ‎Paramount, accompagnato... (Continues)
I'm tired of being Jim Crowed, gonna Leave this Jim Crow town
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/13 - 09:45
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Northbound Blues

Northbound Blues
‎[1925]‎



Il blues non esisterebbe senza “Jim Crow”. ‎
Con questo nome viene indicato il sistema istituzionale legislativamente fondato sul presupposto ‎della disuguaglianza e segregazione razziale che fu in vigore negli States dal 1876 (ma di fatto dalla ‎loro costituzione) al 1965 e che ha reso la vita un inferno per gli afro-americani specialmente negli ‎Stati del sud. Il nomignolo "Jim Crow" è da far risalire a "Jump Jim Crow", canzonetta popolare del ‎‎1828 di tal Thomas Dartmouth (T.D.) "Daddy" Rice, un cabarettista bianco che la interpretava ‎truccato da afroamericano.‎
In questo vecchio blues Maggie Jones canta della speranza di tutti i neri di fuggire al nord, oltre la ‎Mason-Dixon, una linea di demarcazione risalente al 700 e che idealmente separava gli Stati del sud ‎schiavista da quelli del nord abolizionista.‎
Al proposito si vedano anche I Don't Want No Jim Crow Coffee e Jim Crow.‎
Got my trunk and grip all packed
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/13 - 09:21
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Κοντά στο Σηκουάνα

Κοντά στο Σηκουάνα
Kondá sto Sikouána
Στίχοι: Νίκος Γκάτσος
Μουσική: Σταύρος Ξαρχάκος
Πρώτη εκτέλεση: Νανά Μούσχουρη
LP " Αγάπη είν' η ζωή ", 1993

Testo di Nikos Gatsos
Musica di Stavros Xarhàkos
Prima esecuzione di Nanà Moùskouri
LP "Αγάπη είν' η ζωή/Amore è la vita", 1993

Una canzone rimasta, credo, quasi sconosciuta nonostante i tre mostri sacri - forse ormai superati dai tempi - che attesero alla sua composizione e alla sua interpretazione. Il testo è di Nikos Gatsos, ormai vicinissimo a lasciare i suoi due amici: Stavros Xarchakos, che scrisse la musica, e Nanà Mouskouri, che la interpretò. Siamo già nel 1993 ma, come un lampo sinistro, la memoria, o l'immaginazione illumina il lontano inizio della guerra contro la Francia. Il presentimento di una persona "diversa", lo sgomento della gente intenta alla normale sua gioia di vivere, gli aeroplani in volo radente sulla Senna, la campana che... (Continues)
Κοντά στο Σηκουάνα
(Continues)
Contributed by Gian Piero Testa 2011/9/12 - 22:45
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Le Poinçonneur des Lilas

Le Poinçonneur des Lilas
Le Poinçonneur des Lilas

Chanson française - Le Poinçonneur des Lilas – Serge Gainsbourg – 1959

D'abord, dit Lucien l'âne, je voudrais bien, Marco Valdo M.I., mon ami, que tu me dise exactement ce qu'est un poinçonneur et en plus, un poinçonneur des lilas.

Eh bien, Lucien l'âne mon ami, je comprends parfaitement que tu me poses cette question, car des poinçonneurs dans le métro, il n'y en a plus... Le poinçonneur, comme son nom l'indique, était là pour poinçonner. C'est-à-dire à l'aide d'une petite machine à main – dénommée fort justement poinçonneuse – faire un trou dans le billet de transport que devait présenter le voyageur afin de prouver qu'il avait payé son droit de transport. Il fut un temps où on trouvait des poinçonneurs partout. S'il n'y en a plus, ce n'est pas par grandeur d'âmes des patrons, mais parce que le poinçonneur aussi mal payé qu'il fut, coûtait encore trop cher...... (Continues)
Je suis le poinçonneur des Lilas
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2011/9/12 - 21:30
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Desobediencia civil

Desobediencia civil
JOSÉ ANTONIO LABORDETA en su disco "Qué queda de ti, qué queda de mí" (1984) grabó su canción "Desobediencia civil" en la que se manifestó claramente contra la guerra, contra el armamento y, más concretamente, contra la OTAN.

Fernando Lucini Cantemos como quien respira
Les devuelvo el DNI
(Continues)
2011/9/12 - 21:20

אַשְׁרֵי הַגַּפְרוּר

אַשְׁרֵי הַגַּפְרוּר
[1944]
Parole di Hannah Szenes (in ungherese, Szenes Anikó)
Questa poesia è stata messa in musica da molti, fra gli altri Joan S. Gochberg e John B. Eulenberg, Elliot Z. Levine, Lawrence Avery, Charles Feldman.

Una poesia di Hannah Szenes, ebrea ungherese che, pur essendosi messa in salvo dalle persecuzioni antisemite dei nazisti e dei loro collaborazionisti magiari emigrando nel 1939 in Palestina, volle tornare nel suo paese natale come agente degli Alleati per prendere contatti con la resistenza ed aiutare gli ebrei ungheresi a scampare alla deportazione nei campi di sterminio. Hannah e due compagni, addestrati dai servizi segreti britannici, furono paracadutati in Jugoslavia e lì appresero che l’Ungheria era appena stata occupata dai nazisti, timorosi che dopo le batoste subite sul fronte russo il governo di Miklós Horthy volesse negoziare la pace con il nemico. I due compagni di Hannah... (Continues)
‎,‎אַשְׁרֵי הַגַּפְרוּר שֶׁנִּשְׂרַף וְהִצִּית לֶהָבוֹת
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/12 - 14:26
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Memorial to Lidice, H. 296

Memorial to Lidice, H. 296
[1943]
Brano per orchestra scritto dal celebre compositore ceco dopo la fuga dal suo paese natale alla volta degli Stati Uniti.



Reinhard Heydrich era comandante di divisione delle SS e nel 1941 fu nominato da Hitler governatore del cosiddetto Protettorato di Boemia e Moravia. Heydrich era il prototipo del gerarca hitleriano, tanto feroce da guadagnarsi il soprannome di “boia di Praga”, acceso sostenitore della “Soluzione finale” tanto da coordinare personalmente la conferenza di Wannsee del gennaio 1942 dove lo sterminio del popolo ebraico fu dettagliatamente pianificato. Logico che il governo cecoslovacco in esilio a Londra avesse convinto gli inglesi a far fuori un simile mostro.
L’operazione – non a caso – venne battezzata “Anthropoid”, perché il disumano Heydrich dell’uomo aveva solo le sembianze.
Jan Kubiš e Jozef Gabčík, così si chiamavano i due paracadutisti cechi incaricati... (Continues)
[Strumentale]
Contributed by Bartleby 2011/9/12 - 08:55
Song Itineraries: Anti-war classical music
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Quizá una flor

Quizá una flor
Una nube se levantó
(Continues)
2011/9/11 - 21:47

Restiamo umani... (Stay Human..)

Restiamo umani... (Stay Human..)
In-Canto di Pace per "Vittorio Arrigoni"...

dedicata a “Vittorio Arrigoni”, attivista per i diritti Umani dell’ISM, morto a Gaza (Palestina) il 15 Aprile 2011 . “Vittorio, “Martire per la Pace” come Rachel Corrie…

La canzone ( e l'autrice) saranno quello che sono, ma il soggetto cui è dedicata la canzone merita un po' di spazio in questo sito
(DonQuijote82)
Restiamo umani ..
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2011/9/11 - 18:19
Song Itineraries: Vittorio Arrigoni
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Tammurriata (rock)

Tammurriata (rock)
1993
Fai la cosa giusta (con il titolo "Tammurriata")

Poi in Tamurriata Rock (2002), Fuori dalla stanza (2007), Live U.S.A. Canada Europa (2013) con il titolo completo "Tammurriata Rock)

Mancano le parti in napoletano
Tammuriata dell'amore
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2011/9/11 - 13:22
Iraq war: civilian deaths 102,417. That’s one 9/11 every 3 months for the past 10 years. No monuments. No minutes silence.

So here's a toast to all the folks who live in Palestine Afghanistan Iraq El Salvador
Lorenzo Masetti 2011/9/11 - 10:27
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Cantata del gallo cantor

Cantata del gallo cantor
Cuarteto Cedrón
París - 1976

Juan Cedrón - canto y guitarra
Miguel Praino - violín
Jorge Sarraute - canto, guitarra y contrabajo
César Strocio - bandoneón

participan:

Paco Ibánez - canto y guitarra
François Rabbath - contrabajo

La Cantata del Gallo Cantor è stata scritta dal poeta argentino Juan Gelman - vincitore del Premio Cervantes nel 2007 - e musicata e interpretata dal Cuarteto Cedron con la collaborazione di Paco Ibáñez.

E' un testo lungo, intenso e amaro nel quale si recupera per la memoria, contro l'oblio, il dolore, la paura, l'ingiustizia, il laceramento interno, e anche la lotta e la speranza di un "popolo ferito", in questo caso il popolo argentino, vittima di quel tipo di crudeltà che nella storia generano sempre le dittature di qualsiasi colore, e, in particolare, le dittature militari.

La cantata raccoglie quattro poesie di Juan Gelman. Desidero, con tutta l'anima,... (Continues)
Esos pasos ¿lo buscan a él?
(Continues)
2011/9/10 - 23:02
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Wilhelm Wilhelm

Wilhelm Wilhelm
Vi mando questa "stramberia", cantata in inglese, tedesco, francese e italiano. E' del 1975 (dall'album "Made in Germany") e non so veramente se sia degna di entrare nel sito. Ciao, Renato
Wilhelm, Wilhelm, the nation needs you
(Continues)
Contributed by Renato Stecca 2011/9/10 - 17:51
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Θερμοπύλες

Θερμοπύλες
Thermopýles
Στίχοι: Κωνσταντίνος Καβάφης
Μουσική 1: Γιάννης Γλέζος
Πρώτη εκτέλεση: Γιάννης Γλέζος
LP: "Περιμένοντας τους βαρβάρους" - 1979
Μουσική 2: Γιάννης Πετρίτσης
Πρώτη εκτέλεση: Αλέξανδρος Χατζής

Testo di Konstandinos Kavafis
Musica 1 e prima interpretazione 1 di Yannis Glezos
LP: Περιμένοντας τοὺς βαρβἀρους/Aspettando i barbari" - 1979
Musica 2: Giannis Petritsis
Primo interprete 2: Alexandros Hatzis

Alla provocazione di Bartleby, io, se fossi uno dei biechi admins, risponderei bartlebianamente con bel "preferirei di no".

Ma siccome admin non sono, rispondo - dal canto mio - con una controprovocazione: questa canzone, che utilizza un testo del sommo greco Kavafis, scritto nel 1901. La musica - non trovata in You Tube - è del bravo musicista Yannis Glezos, nipote di Yannis Ritsos, che si è sempre dedicato ai testi di importanti poeti: Lorca, Karyotakis, Kavafis.



Nel... (Continues)
Τιμὴ σ' ἐκείνους ὅπου στὴν ζωή των
(Continues)
Contributed by Gian Piero Testa 2011/9/10 - 11:35
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Shah Shah Persan

Shah Shah Persan
Shah Shah Persan (Constantin)

Chanson française - Shah Shah Persan – Jean Constantin – 1956
Paroles: Jean Constantin. Musique: Michèle Persane
Autres interprètes: Les Frères Jacques

Lucien mon ami l'âne, tu n'aurais pas vu mes pantoufles ? Eh, Lucien, où sont passées mes pantoufles ?

Pourquoi tu me demandes ça, Marco Valdo M.I. mon ami ? Je vois bien que tu as des chaussures aux pieds...

Mais non, Lucien l'âne mon ami, je ne cherche pas vraiment mes pantoufles. « Les Pantoufles », c'est une chanson de cet amuseur public qu'était Jean Constantin. Elle démontre qu'on peut faire des chansons avec n'importe quel texte...

Je le sais qu'on peut faire des chansons avec n'importe quel bout de texte, c'est d'ailleurs le cas la plupart du temps... Les textes sont ineptes et sans grande portée. Je sais aussi qu'ici, il s'agit d'un texte volontairement minimaliste... D'ailleurs, tu m'avais... (Continues)
Shah-Shah-Shah...
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2011/9/9 - 20:24
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Inno della rivolta, o Inno del Molinari

Inno della rivolta, <i>o</i> Inno del Molinari
[1893 / 1896]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Luigi Molinari
Musica / Music / Musique / Sävel: ?

Scritto nel 1893 da Luigi Molinari (Crema, 1866 - Milano, 1918), avvocato, pedagogo libertario e militante anarchico.
Il testo fu pubblicato l’anno seguente sul giornale anarchico “La Favilla” di Mantova come poesia dal titolo “Dies Irae”.
In “Cantacronache 4”, 1971. "Contessa, se mi permette io continuerei nella mia provocazione…Può essere questa dunque considerata una Canzone Contro la Guerra? A voi, o perfidi Admins e maledetti frequentatori di queste pagine, l’ardua sentenza." [BB, 9-9-2011]



Luigi Molinari scrisse quest’Inno in occasione dei disordini fomentati da socialisti ed anarchici in Lunigiana in solidarietà ai braccianti ed agli operai siciliani che in quelle stesse settimane subivano l’attacco dei soldati mandati dal governo Crispi a reprimere i Fasci dei Lavoratori, movimento... (Continues)
Nel fosco fin del secolo morente,
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/9 - 11:56
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Severino

Severino
[2010]
Dal disco – forse ancora in divenire - intitolato “Tangos libertarios”
Parole di Osvaldo Bayer
Musica di Pablo Bernaba

A proposito della discussione intorno a “Che pace cercate? La pace per far quello che voi volete? Ma se è questo il prezzo vogliamo la guerra, vogliamo vedervi finir sotto terra…”, se sia una CCG/AWS a buon diritto o solo un Extra o se non abbia affatto dignità su questo sito, allora che se ne dirà di quest’altra canzone che ora propongo?

Si tratta di una milonga in memoria di un anarchico, l’italiano Severino Di Giovanni, un tipografo emigrato dall’Abruzzo in Argentina che alla fine degli anni 20 a Buenos Aires fu artefice di una lunga scia di sangue nella sua quasi personale guerra contro il sistema di sfruttamento capitalistico, contro il terrorismo di Stato e contro i simboli del fascismo italiano oltreoceano. Catturato il 29 gennaio del 1931, fu fucilato... (Continues)
Severino, Severino aquel héroe ya olvidado.
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/9 - 08:48
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Le président

Le président
LE PRESIDENT
autore: Salvatore ADAMO
(cantata da Michel Fugain – CD:"Bravo et Merci"2007)

dal sito ADAMO in Italiano
Le président est fatigué d'écrire l'Histoire
(Continues)
Contributed by davide costa 2011/9/9 - 03:00
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Una guerra fredda

Una guerra fredda
[2010]

Album :Per ora noi la chiameremo felicità
e gli strascichi delle nostre ombre lunghe
(Continues)
Contributed by Gheghe 2011/9/9 - 00:37
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Quando tornerai dall'estero

Quando tornerai dall'estero
[2010]

Album :Per ora noi la chiameremo felicità
le morti bianche
(Continues)
Contributed by Gheghe 2011/9/9 - 00:36
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Tutti hanno un cuore

Tutti hanno un cuore
da "Prendere e lasciare" (1996)

"Tutti hanno un cuore" fa apparire sinistri barbagli di inquietudine giovanile... "Nella prima parte si parla di disagio sociale. La seconda invece è ispirata a un viaggio in Cile con amici cileni che per la prima volta tornavano a casa dopo la caduta della dittatura di Pinochet. Arrivai a Santiago alle prime luci dell'alba. Dall'aereo scorsi una fiumana di persone che si dirigeva con carrozzine e contenitori verso una discarica di rifiuti per cercare qualcosa da vendere o da mangiare. E' il tema della democrazia mancata. Insomma i cileni, liberi di andare per strada, di dire ciò che volevano, ma non ancora liberi. La democrazia infatti può mancare sia per colpa dei colonnelli, sia perché e' impedito alle giovani vite di crescere e di studiare. E allora non e' solo un problema da Terzo mondo".

Intervista al Corriere della Sera, 1996
Vivono di vera luce come stelle, come angeli in preghiera,
(Continues)
2011/9/8 - 23:59
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L'Agnello di Dio

L'Agnello di Dio
da "Prendere e lasciare" (1996)

Un testo teso su una musica molto ritmata da sonorita' create negli Stati Uniti con l' aiuto di Corrado Rustici, nel quale l' immagine evangelica dell'agnello sacrificale, dell'"Agnus dei qui tollis peccata mundi", assume la forma delle vittime e dei carnefici della violenza contemporanea.

Propone accostamenti inconsueti, che suonano perfino blasfemi a un ascolto distratto, questo "Agnello di Dio" di De Gregori: ecco lo spacciatore all'uscita della scuola che vende la sua merce, mentre la consegna della bustina che passa di mano in mano finisce per assomigliare paradossalmente a quel "segno di pace" che i cattolici si scambiano alla fine della messa. "E intanto due poliziotti fanno finta di non vedere". Timori di padre, visto che De Gregori ha due figli maschi, gemelli, che frequentano, a Roma, rispettivamente il liceo classico (Mamiani) e il liceo artistico?... (Continues)
Ecco l'agnello di Dio
(Continues)
2011/9/8 - 23:48
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The Deserter

The Deserter
2004
Usual Tragedy
I'm scared for war, the smell of blood
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2011/9/8 - 20:55
Song Itineraries: Deserters
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The Deserter

The Deserter
2009
Rubber & meat
Wartime, baby, I'm leaving you now
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2011/9/8 - 20:46
Song Itineraries: Deserters
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Generale

Generale
dal disco "El balcón abierto" del 1986
da Cantemos como quien respira

GENERAL
(Continues)
2011/9/8 - 17:09
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L'Internationale

L'Internationale
ZHUANG (Vahcuengh)
ZHUANG (Vahcuengh)
Versione in lingua zhuang
Zhuang (Vahcuengh) version




(Video contributed by Robin Nystrand)


Zhuang version of the Internationale (Fwen Lajbiengz)
Versione in lingua Zhuang dell'Internazionale

Music and text from here:
La musica e il testo sono ripresi dal seguente sito:

Fwen Lajbiengz

http://za.wikipedia.org/wiki/Fwen_Lajbiengz (za:wikipedia)

Zhuang language:
Zhuang language

Lyrics are given both in the Sawndip and Latin alphabet
Il testo è dato sia in scrittura Sawndip che in caratteri latini.
FWEN LAJBIENGZ
(Continues)
Contributed by Arisztid 2011/9/8 - 16:36
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O Fallada, da du hangest (Ein Pferd klagt an)

O Fallada, da du hangest (Ein Pferd klagt an)
Nota al titolo.

Fallada è il cavallo parlante di una favola dei fratelli Grimm - “La piccola guardiana di oche” (“Die Gänsemagd”) - che non smise di parlare e di dire la verità nemmeno dopo che la perfida fantesca, sostituitasi alla principessa promessa sposa, gli aveva fatto tagliare la testa (“Oh, Fallada, appeso lassù!”).

Al cavallo parlante dei Grimm s’ispirò anche il grande scrittore Rudolf Ditzen, meglio noto come Hans Fallada – appunto - autore di alcuni dei più importanti romanzi tedeschi degli anni 30 e 40, come “Jeder stirbt für sich allein” del 1947 (da noi pubblicato con il titolo “Ognuno muore solo”) che ripercorre la vicenda di Otto ed Elise Hampel. Lui operaio, lei domestica, per qualche mese condussero una loro personale e titanica battaglia contro Hitler ed il Terzo Reich, scrivendo a mano centinaia di messaggi contro la dittatura e contro la guerra che poi lasciavano... (Continues)
Bartleby 2011/9/8 - 16:08
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Medals of Gold

Medals of Gold
Copyright 2009 - Robert Lawrence
Now he was a soldier he did what he was told
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2011/9/8 - 14:30
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Contessa

Contessa
OK, Staff. Ora mi è tutto più chiaro. Colgo l'occasione per invitare Azzurra a non tracciare rigide linee di demarcazione fra pacifismo "puro" e quello "impuro". Se, come credo, sono le frasi come: "Che pace cercate? La pace per far quello che voi volete? Ma SE è questo il prezzo vogliamo la guerra etc." che le sembrano un incitamento alla violenza, la invito a riflettere che sono frasi condizionali, che vogliono rispondere a una violenza a monte già esistente. Né più né meno come la Resistenza ("se il vento fischiava..") ha fatto guerra al fascismo, affossatore di libertà e responsabile di una guerra mondiale. Purtroppo solo per dire NO alla tirannide bisogna alle volte opporsi con tutte le possibili e praticabili conseguenze, se non te ne lasciano altre. Ciao!
Rodolfo 2011/9/8 - 13:31
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Anacaona

Anacaona
[1971]
Album “Cheo”
Scritta dal compositore portoricano Tite Curet Alonso (1926-2003).

Anacaona era la moglie di Caonabo, uno dei cacique dei nativi Taíno che nel 1492 popolavano l’isola che Cristoforo Colombo battezzò “Hispaniola”, oggi divisa in Haiti e Repubblica Dominicana. Sappiamo bene come andarono fin dall’inizio le cose nel corso della “conquista che non scoprì l’America”, per dirla con Eduardo Galeano… Caonabo si ribellò contro le continue angherie degli invasori, attaccò l’insediamento de La Navidad, fu fatto prigioniero e morì durante la deportazione in Spagna. Gli successe Anacaona, che non ebbe miglior sorte: nel 1504 il governatore spagnolo Nicolás de Ovando y Cáceres la fece arrestare a tradimento nel corso di una festa in onore della cacique e la fece impiccare.
I Taíno in pochi anni morirono a decine di migliaia (3 milioni di morti, secondo i resoconti di Bartolomé de Las Casas), stroncati dalla spada, dal vaiolo e dal lavoro semi-schiavistico (l’encomienda) portato loro dalla “civiltà” europea…
Anacaona, india de raza cautiva
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/8 - 12:08

Giugno'44

Giugno'44
Chanson italienne – Giugno '44 - Europall


Niccioleta : le massacre des mineurs
di Nedo Barzanti
du Sito del Partito dei Comunisti Italiani di Grosseto

Dans les premiers jours de juin 1944, la retraite allemande était en cours sur les routes de la Maremme ; le fascisme républicon était à la débandade. La garnison fasciste de Massa Marittima prit la poudre d'escampette la nuit du 9. Ce même jour, une équipe de partisans était entrée à Niccioleta, mais elle se limita à désarmer les carabiniers et à confisquer les armes trouvées dans les maisons des fascistes.

Dans la masse des ouvriers, les fascistes constituaient à Niccioleta une minorité exiguë. Les Républicons étaient en tout seize ; avec eux et leurs familles, la population évitait d'avoir des rapports d'aucune sorte. Conscients de leur isolement, les fascistes se réunissaient entre eux presque chaque soir dans la maison du Sicilien... (Continues)
JUIN 1944
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2011/9/8 - 10:59
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‘Lectric Chair Blues

‘Lectric Chair Blues
[1928]
Una canzone che fa il paio con Send Me to the 'Lectric Chair di Bessie Smith.



Blind Lemon Jefferson, nato (cieco) a Coutchman nel 1893, è considerato il “Padre del blues del Texas”, ed in Texas la sedia elettrica come metodo di esecuzione delle sentenze capitali fu ufficialmente introdotta nel 1924. Prima di allora l’esecuzione dei prigionieri condannati a morte avveniva per pubblica impiccagione ed ogni contea se la sbrigava da sola, tanto che era spesso difficile trovare una qualche significativa differenza tra un’esecuzione regolare ed un linciaggio. Il governatore Pat Neff fu quindi un “innovatore” perché fece della pena di morte una prerogativa dello Stato, sottrasse la sua esecuzione al pubblico ludibrio e disinnescò la pratica dei linciaggi. Al contrario, anche la sedia elettrica, così moderna e così “umana”, non risolse né i problemi legati alla crescente criminalità né... (Continues)
I want to shake hands with my partner and ask him how come he's here
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/8 - 09:23
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Malone

Malone
(L'Isle-sur-Sorgue, 4 aout 2005)
Album: "Rouge Sang" (2006)

Una foto quasi da "rivista patinata" per illustrare questa canzone che Renaud ha dedicato (prima che nascesse) al piccolo Malone, il figlio avuto da Romane Serda, l'attuale compagna del cantautore francese.

Certo non ai livelli di Morgane de toi, è una canzone commovente che racchiude tutto quello che Renaud ha da insegnare come padre. Chissà se, dopo Lolita, riuscirà a farsi perdonare anche da Malone la scelta del nome...
Un prénom irlandais
(Continues)
2011/9/7 - 22:30
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Su disertore

Su disertore
Su bint'unu e su mese de nadale
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2011/9/7 - 20:46
Song Itineraries: Deserters
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Non lontano da qui

VERSI NELLA GUERRA

NON LONTANO DA NOI
-LA STUPIDA FORMA DI ODIO VERSO L’UOMO E LA RAGIONE,
L’INTERPRETAZIONE DEL MASSACRO E MORTE,
NELLE TASCHE
PROBABILMENTE LA VALUTA DI GIUDA,
L’OCCHIO PERDUTO E CONDANNATO PER SEMPRE DI UN BAMBINO,
IL SUICIDIO,
IL PECCATO,
IL MONDO VORTICOSO DI UN CORPO E IL SUO SILENZIO,
ATTIMI,
FAME,
SETE IN OGNI LUOGO E SENSO,
GLI SPARI PRIMA DI UN SONNO IMPOSSIBILE,
PAURA,
PAURA DI RESTARE UCCISO DAI PENSIERI INSANGUINATI,
FIORI CALPESTATI DA UNA GROSSA LUCE SENZA ANIMA
E I MURI PRONTI AD URLARE…

E NON C’È PIÙ NIENTE DI VIVO,
LÀ DENTRO,
LÀ FUORI
NEL VERSO DI UN UOMO SBAGLIATO.

“PER NON DIMENTICARE I VERSI DELLA GUERRA, NELLA GUERRA”

©2011
MS,
Maurizio Spagna
e il giro del mondo poetico-
www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore creativo,
paroliere, scrittore e poeta al leggìo
Maurizio Spagna 2011/9/7 - 20:05

Scuola Diaz

Il vostro piu gran godere è l'abuso di potere
ASSASSINI DI MERDA
Mirko viviani 2011/9/7 - 17:20
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La guerre

La guerre
LA GUERRA
(Continues)
Contributed by Valeria 2011/9/7 - 15:52
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Don’t Kill My Baby and My Son

Don’t Kill My Baby and My Son
[primi anni 40?]
Parole e musica Woody Guthrie.
Non mi risulta che la canzone sia mai stata incisa da Guthrie.
E’ nota invece nelle versioni del folk singer californiano Joel Rafael, dal disco “Woodeye: Songs of Woody Guthrie” del 2003, e della cantante australiana Brooke Harvey.

Paden, Oklahoma, 2 maggio 1911.
George Loney, lo sceriffo di Okemah, e i suoi uomini erano alla ricerca di bestiame rubato e trovarono una carcassa macellata nella misera fattoria di una famiglia di neri, i Nelson. Come andarono esattamente le cose non è chiaro ma è facile intuire che i bianchi “tutori dell’ordine”, convinti di aver trovato i responsabili, cercarono di arrestare il capofamiglia. Com’è, come non è, ne scaturì una sparatoria, forse innescata dalla reazione del giovane Lawrence Nelson, un ragazzino di appena 14 anni, che istintivamente aveva cercato di proteggere dagli sbirri la madre Laura ed... (Continues)
As I walked down that old dark town
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/9/7 - 15:42
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Frères humains

Frères humains
FRATELLI UMANI
(Continues)
Contributed by Valeria 2011/9/7 - 15:35
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Citoyen du Monde

Citoyen du Monde
CITTADINO DEL MONDO
(Continues)
Contributed by Valeria 2011/9/7 - 15:19

Anti guerre

Anti guerre
ANTI-GUERRA
(Continues)
Contributed by Valeria 2011/9/7 - 15:08
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Enola Gay

Enola Gay
BRAVO LUCA
ivan
2011/9/7 - 15:07
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Amatevi

Amatevi
AMATEVI
(Continues)
Contributed by giorgio 2011/9/7 - 08:14

Mutettu pro Gramsci

Mutettu pro Gramsci
grazie
lena 2011/9/6 - 22:54
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Les Quat'z'arts

Les Quat'z'arts
Il “Bal des Quat'z'arts” era un ballo organizzato dagli studenti dell' Ecole des Beaux-Arts (detti appunto Quat'z'arts) era una festa goliardica. Esistevano due balli : quello dei quat'z'arts e quello dei carabins (gli studenti di medicina), il primo si svolgeva in primavera, l'altro in autunno (Brassens li sintetizza tutti e due in questa canzone). Il funerale presso i Carabins corrisponde alla fine della vita da interno. Alla fine dei quattro o cinque anni in convitto, nel corso di una festa chiamata “Tonus”, l'interno viene portato in giro per tutto l'ospedale in una bara al suono della fanfara.
I QUAT'Z'ARTS
(Continues)
Contributed by Mattié Crisantoi 2011/9/6 - 21:12




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