L'aggettivo "neoborbonico" per un meridionale deve essere solo un onore! Ai savoiardi e al loro lacchè machiavellico e cinico Cavour interessavano solo le ricche casse del Banco di Napoli piene di lingotti d'oro per risanare quelle vuote piemontesi sull'orlo della bancarotta... altro che "fratelli d'Italia"! Dietro allo sbarco dei mille c'era la longa manus della massoneria, della mafia e del capitale inglese. Prima di sparare a zero su Ferdinando II leggetevi cosa scrisse l'antifascista liberale e risorgimentalista Franesco Saverio Nitti:
"Pochi principi italiani fecero tra il '30 e il '48 il bene che egli fece. Mandò via dalla corte una turba infinita di parassiti e di intriganti: richiamò i generali migliori, anche di parte liberale, e licenziò gli inetti; ordinò le leve militari; fece costruire, primo in Italia, una strada ferrata, istituì il telegrafo, fece sorgere molte industrie,... (Continues)
L'anti italiano 2011/7/20 - 19:37
Temo che, finché resterà aperto questo capitolo, esso non farà che attirare, come merda di vacca in un campo, nugoli di mosconi e di scarabei stercorari sotto forma di luoghi comuni pseudostorici: come quello di confondere la Massoneria dei tempi andati (che fu una variante dell'ideologia borghese, meritevole di avere contribuito a minare alle loro basi i vecchi regimi e lo strapotere gesuitico e cattolico) con le mene dei moderni Gelli. Su re Ferdinando, si potrebbe sentire anche l'opinione di qualche siciliano, messinese magari.
Forse non aveva tutti i torti Alessandro Manzoni, quando ammoniva gli Italiani: "l'un popolo e l'altro sul collo vi sta". Non è un gran bel verso, ma ci coglie assai bene, a mio sommesso avviso.
Anche Napoleone Colajanni, siciliano, repubblicano, era un risorgimentalista come il Nitti. Giovanissimo, era stato addirittura un combattente garibaldino ed i seguito il leader dei Fasci del lavoratori siciliani. Anticomunista, sarebbe stato di certo come il Nitti un antifascista, ma morì nel 21 e quindi non lo possiamo affermare.
Ma a differenza del Nitti, Colajanni fu testimone diretto degli effetti a breve e medio termine dell’unificazione nel sud e vi dedicò numerosi scritti, tra i quali “Nel Regno della Mafia – La Sicilia dai Borbone ai Sabaudi” , edito nel 1900, da cui traggo questi stralci. E ce n’è per tutti…
“… Per oltre venti secoli sotto i Cartaginesi o sotto i Romani, sotto i Bizantini o sotto i Saraceni, sotto i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi, i Borboni sempre, sempre e sempre la Sicilia ebbe governanti violenti e disonesti…”
La camorra è anteriore ai Borbone e risalirebbe alla dominazione spagnola del '600 anche per le forti somiglianze con un associazione criminale del tempo nota come "confraternita della Garduna" esperta in rapine.
No, Bartleby, per quanto mi risulta - ma sono antichi ricordi d'Università, che ora non ho agio di approfondire - Napoleone Colajanni negli ultimi due anni prima della morte, ossessionato dal pericolo bolscevico e dalle simpatie che per esso perfino i socialisti turatiani sulle prime gli accordarono, guardò di buon occhio il fascismo sansepolcrista: insomma per il fascismo movimentista che ovviamente non si era ancora fatto regime. Nota da prendere con le pinze - e, avendone il tempo e la voglia - da sottoporre a severo esame.
Chanson pugliaise (Foggiane) -Mòrte a llu pajèse – Matteo Salvatore – 1972
d'après la version italienne de Maria Luisa Scippa.
Cette chanson raconte la fin atroce d'une femme qui durant la période fasciste, fut accusée d'avoir tué son patron, un riche propriétaire. Elle fut, par ordre du podestat [le maire fasciste, généralement chef local du parti fasciste], crucifiée sur un arbre.
Un fait-divers qui est une terrible dénonciation de la férocité des patrons et des fascistes, mais aussi de la nécessaire bien que souvent coûteuse rébellion des opprimés...
Juste deux ou trois questions que je me pose, dit Lucien l'âne. Quel est donc le village qui a vécu cette barbarie, qui était cette femme, pourquoi l'a-t-on tuée, pour protéger qui ? Et qui était ce maire, ce podestat – est-il resté maire après la guerre et quels étaient les exécuteurs de cette femme ? Quel fut leur destin ? Les a-t-on... (Continues)
Violeta Parra oltre alle sue bellissime canzoni ci ha lasciato anche opere artigianali di grande bellezza, come i suoi famosi ricami su tela; tra cui uno intitolato "Contro la guerra". Eccolo:
Riferendosi a questo ricamo Violeta ha detto: "Succede spesso che nel mio paese ci siano disordini politici e questo non mi piace. In questa tela ci sono tutti i personaggi che amano la pace. La prima sono io, in viola, che è il colore del mio nome.
Nella mia non lunga (giudizio soggettivo), ma non breve (oggettivo, purtroppo) vita, mi sono caduti di sotto il naso, nell'ordine: tal Benito Mussolini (ma, al momento, non me ne accorsi) e tal Bettino Craxi (e me ne accorsi benissimo). Oggi ho come il vago presentimento di avere ancora un po' di fiato per vederne cadere un terzo, di "re" d'Italia. Per questo il pensiero mi è andato alla Canzone della Moldava di Brecht- Smetana- Eisler, e sono venuto a cercarla qui, dove, puntualissimamente, l'ho trovata. Un plauso ad AWS. E in premio mando il link, che mancava, alla interpretazione "classica" di Gisela May
Non la conoscevo! Che bella sorpresa. Grazie, Lorenzo. Maria Farandouri è ancora una delle più belle voci della Grecia. Ha un solo difetto, la grande Maria: di essere affezionata al Pa.So.K. Ma, come fu autorevolmente affermato, nessuno è perfetto.
"Pochi principi italiani fecero tra il '30 e il '48 il bene che egli fece. Mandò via dalla corte una turba infinita di parassiti e di intriganti: richiamò i generali migliori, anche di parte liberale, e licenziò gli inetti; ordinò le leve militari; fece costruire, primo in Italia, una strada ferrata, istituì il telegrafo, fece sorgere molte industrie,... (Continues)