L'avevo giocata troppo presto, quasi un anno fa, ma chi no mmore...Peccato che, nel cortile del Quirinale, non ci fosse un'ambulanza, magari con Riccardo al volante. Quegli otto però stiano all'erta : ci rivedremo a Verona, sembra che Lui volesse scrivere sul taccuino.
Mi pare di aver capito che Ezra Pound avesse una conoscenza molto limitata del cinese classico e quindi non si possa parlare di vere e proprie traduzioni a proposito delle 19 poesie contenute in “Cathay”. Pound si basò sulle bozze di traduzioni lasciate dall’amico orientalista Ernest Fenollosa e poi ci mise molto del suo estro imagista. Per questo molti sinologici storcono ancora oggi il naso di fronte a “Cathay”, benchè la raccolta abbia avuto senza dubbio una grande influenza nell’ambito del modernismo e più in generale sulla poesia occidentale del 20° secolo.
Ezra Pound, prima ancora di darla alle stampe, spedì la raccolta all’amico e compagno di corrente artistica Henri Gaudier-Brzeska, pittore e scultore francese “vorticista”, mentre questi era impegnato nella guerra sul fronte occidentale. Gaudier-Brzeska, un ufficiale di rango inferiore, prese a leggere quelle poesie... (Continues)
GIRATORA: soprintendente, controllava il lavoro di tutte le filandaie.
PROVINATORA: controllava il titolo, cioè la grandezza del filato
GIUNTINA: riannodava il filo che si era spezzato durante l’avvolgimento per formare le matasse.
MAESTRA: seduta, faceva passare attraverso il foro di un piattino detto “porcellana” il filo che si avvolgeva poi nell’ “aspo”.
SOTTIERA: ragazza che lavorava in piedi, estraeva dalle bacinelle bollenti i bozzoli e li passava alla “maestra”.
Chanson en allemand – Buchenwald-Lied – Fritz Böda-Löhner – 1938
Paroles de Fritz Böda-Löhner
Musique de Hermann Leopoldi
À la fin de 1938, le directeur du camp de concentration de Buchenwald, édifié au milieu d'une forêt de de hêtres à quelques kilomètres de Weimar, se lamentait car tous les camps avaient leur hymne, excepté Buchenwald ; ce fut ainsi qu'il donna l'ordre aux prisonniers d'en composer un. Aucune des propositions ne rencontra la faveur de al direction, jusqu'à ce qu'en accord avec les prisonniers, le chef du bureau de psote, bien vu des SS du camp, se présenta comme l'auteur du texte et d'une musique qui deviendra « La Chanson de Buchenwald ».
L'histoire des répétitions de ce morceau dans le gel hivernal allemand, à la fin décembre, a été racontée, entre autres, par un nommé Stefan Heymann, originaire de Mannheim, la ville de la première des « Brigands », la grande tragédie... (Continues)