Del fare figli italici e della pulizia etnica - puntuale commento di Femminismo a Sud all'inqualificabile articolo apparso su "Libero" (un titolo che è poesia allo stato puro: un ossimoro in una sola parola!)
Chanson allemande – Und was bekam des Soldaten Weib ? – Bertolt Brecht – 1942
Poème de Bertolt Brecht – tiré du Brave Soldat Schweijk
Musique de Kurt Weil
ET QU'A REÇU LA FEMME DU SOLDAT ? (Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2011/11/30 - 22:46
[*] La medesima quartina, tratta dalle Décimas, si ritrova nella canzone El amor, tratta dal Canto para una semilla. A sua volta è ripresa dal componimento originale di Violeta Parra intitolato Con mi litigio de amor.
[**] La strofa finale non è intepretata da tutti, e non si ritrova nelle Décimas. E' opera probabilmente autonoma di Patricio Manns. E' comunque interpretata dagli Inti Illimani in ogni versione in studio e dal vivo; curiosamente, Patricio Manns usualmente la omette (e riporta la canzone al maschile: El exiliado del sur).
L'isola Quiriquina, di fronte alla città di Concepción. Pochi anni dopo che un piede di Violeta Parra vi "era sprofondato nel mare", vi sprofondarono le vite dei cileni imprigionati nel campo di concentramento che vi era stato impiantato dalla giunta di Pinochet. Rimase in funzione dal primo giorno del golpe, l'11 settembre 1973, fino all'aprile del 1975.
Nelle note vengono esplicati i significati in lingua mapuche (mapudungun, araucana) delle località nominate nella canzone, assieme ad alcune stringate notizie su di esse.
Querido Riccardo,
no sé si efectivamente soy yo la María Cristina a la que está dirigida tu carta, pero me gusta creerlo, porque esta canción fue muy importante para mí también; aún hoy, en ciertos días de lluvia, una voz en mi adentro repite "entre las aguas y el viento / me pierdo en la lejanía".
Yo también decidí estudiar español después de haber escuchado a los Intis, y así empezó mi amor para Amèrica Latina. Acaso fue como reconocer algo que ya me pertenecía y esperaba en un rincón de mi alma... Qién sabe.
A veces las personas se encuentran y piensan que fue por causalidad, para descubrir después de haber compartido, de vez en cuando, sin saberlo, el mismo camino. Gracias a tí por tus palabras.
Le solite due parole del “traduttore”. Se questo testo non ha le difficoltà di Palimpsesto, appartiene pur sempre alla sensibilità di un poeta e il traditore traduttore ne deve tenere serio conto. Inoltre, il testo è letteralmente infarcito di argentinismi (o latinoamericanismi), a partire dal barrilete che, in Argentina, è sí l'aquilone, ma quello fatto di stracci. Confrontando tale testo con quello di Luchín, si vede bene come gli stracci siano sempre presenti, compagni inseparabili dei bambini poverissimi. Stracci addosso, stracci come giochi; bellissima l'immagine degli stracci che “sognan la colla” per essere tenuti un po' assieme. La palomita torcaza (o semplicemente torcaza) può corrispondere a due piccioniformi diffusi in Sudamerica: la Columba araucana e la Columbina picui; io ho scelto la prima perché ci stava un po' meglio nel verso. La huella (lett. “traccia,... (Continues)
Bello il lavoro che state facendo. Approfitto che è ancora in corso, perché come al solito, mi è sfuggito qualcosa.
Mando tutta la trad. della VII canzone (Andypas), dove non ho rilevato che un verso non era ripetuto, ma è differente.
Gian Piero Testa 2011/11/29 - 19:26
Grazie a te per l'ennesima volta, Gian Piero; le tue pagine meritano davvero il trattamento più accurato. Anche per questo motivo, vorrei un po' "venturizzarti" per l'ennesima volta, pregandoti: a) di non mettere gli accenti sui nomi traslitterati; b) di riportare ogni altra parola greca (compresi i titoli delle canzoni) nel suo alfabeto originale. So di essere piuttosto "talebano" in questo, ma del resto è qualche annetto (facciamo un tremila, più o meno) che il greco si scrive con l'alfabeto greco. E chi non lo sa leggere, lo impara. E lo dico nella maniera più crudele possibile; però mi da un fastidio quasi fisico vedere il greco traslitterato (del "Greeklish" non parlo neanche, impiccherei volentieri chi lo ha inventato). Scusami per l'ennesima "tirata" ma rimettere una tua pagina è assai impegnativo :-PP (e grazie ancora).
NB Per una mia squisita contraddizione, invece adoro vedere i nomi in alfabeto latino traslitterati in greco :-PP
Eh, Riccardo...Io in Grecia ci andavo con la Ventouris Ferries, dopo molti anni di Magistrala iugoslava, e ora, vedi un po', ci torno con i ferri di Venturi. Obbedisco, naturalmente, per quanto riguarda le traslitterazioni. Obbedisco come un bravo soldato, solo perché il mio generale è come Garibaldi, e combatte davanti a me, e assai meglio di me, e mangia la mia stessa sbobba, e dorme sulla nuda terra guardando le stelle. E mi fa delle pagine sontuose, di cui i Greci non devono essersi ancora accorti, perché un'antologia della canzone civile greca come quella che ha preso corpo qui non devono avercela da nessuna parte, altrimenti anche noi vi saremmo capitati. Vedi, io tendo a traslitterare: un po' - lo ammetto - per pigrizia, perché, se passare all'alfabeto greco per me è elementare, una volta che le parole sono scritte, me le devo ripassare tutte per posare gli accenti, e non mi diverto;... (Continues)
Figurati se non conosco la Ventouris Ferries...una volta, al Pireo, mentre stavo facendo un biglietto di ritorno per l'Italia, andai clamorosamente a sbattere contro una porta a vetri talmente lucida che non me n'ero letteralmente accorto. L'intero ufficio si arrovesciò dalle risate. Poi mi chiesero il nome, e quando dissi "Venturi" calò un improvviso silenzio. Fu allora che pronunciai le storiche parole: "Yes, I'm the boss' son, all of you folks are fired"; dopo un attimo di agghiacciante sconforto, giù di nuovo risate :-PP
Ancora mi devo scusare con te per tutte queste magagne che ti pongo, ma è più forte di me. Quando metto mano a una tua pagina, mi ripugnerebbe che non fosse men che perfetta (e dire che ce ne sarebbero tante da fabbricare o da rimettere, ma purtroppo mi ci vorrebbero davvero degli aiutanti per farlo). Ciononostante, ci siamo dati da fare ammodino, è vero. Boh, chissà,... (Continues)
Questa sembra essere la pagina del sito a...più lenta progressione. A distanza di 4 anni dall'ultimo intervento, infatti, oggi (30 novembre 2011) da questa pagina è stato possibile reperire il testo originale bulgaro completo in alfabeto cirillico, letteralmente "seppellito" in mezzo ad un articolo. Confortante constatare che la nostra trascrizione era stata in gran parte esatta; mancava però una strofa (la seconda), che compariva nella traduzione italiana "primitiva" ma non nel testo dato dallo Strijdkoor Amahoro. Inoltre, è stata reperita anche la corretta grafia del nome dell'autore, mediante la quale siamo riusciti a reperire a sua volta una biografia completa dall'edizione bulgara di Wikipedia. Questa pagina è una storia lunga anni.