Quando Roger de l'Isle scrisse le Chant de l'Armée di Rhein (ho scritto a memoria, potrei aver sbagliato tutta l'ortografia)*, più nota come La Marseillaise, non fu ipocrita. Scrisse: Aux armes, citoyens ! Marchez, Marchez, con quel che segue. Oggi si canta: Marchons, marchons, ma il sottinteso è sempre lo stesso: armatevi, e partite. Noi non mancheremo, con le corone, ai vostri funerali. I funerali vostri, mica i nostri, s'il vous plaît.
Mi sa che la "mano invisibile" del mercato oramai sia diventata un pugno. E un pugno che mena di brutto. Lui sarà invisibile, d'accordo, perché così è scritto nei Classici. Un po' meno invisibili, però, mi sembrano le ecchimosi sul muso dei tartassati: non sarà il caso di mostrarli un po' di più in giro, gli effetti di tutta questa santa Provvidenza? Chissà che non siano proprio qui, le parti molli del Berlusca e del Bossi.
"Anche qui il monito è chiaro, e vale anche per noi, oggi: se si continuano a tollerare e a nutrire i fascisti, verrà il giorno che questi ci toglieranno la libertà"
Bisognerebbe chiedere ai russi, ai romeni e a tutti i popoli dell' est, ai cinesi, ai cubani, ai cambogiani
e coreani chi devono smettere di tollerare e nutrire.
"GUERRE", voce dal "Dictionnaire philosophique" (Genève, 1764) di François Marie Arouet, detto Voltaire, nella versione integrale edita dal centro di ricerche "Hubert de Phalèse", Université Paris 3 Sorbonne Nouvelle.
La famine, la peste et la guerre sont les trois ingrédients les plus fameux de ce bas monde. On peut ranger dans la classe de la famine toutes les mauvaises nourritures où la disette nous force d'avoir recours pour abréger notre vie dans l'espérance de la soutenir.
On comprend dans la peste, toutes les maladies contagieuses, qui sont au nombre de deux ou trois mille. Ces deux présents nous viennent de la Providence ; mais la guerre qui réunit tous ces dons, nous vient de l'imagination de trois ou quatre cents personnes, répandues sur la surface de ce globe, sous le nom de princes ou de ministres ; et c'est peut-être pour cette raison que dans plusieurs dédicaces on les appelle... (Continues)
Alessandro 2009/9/17 - 16:32
"GUERRA", traduzione in italiano della voce dal "Dizionario filosofico" di Voltaire, edito per la prima volta a Ginevra nel 1764.
La carestia, la peste e la guerra sono i tre più famosi ingredienti di questo basso mondo. Si possono collocare nella classe della carestia tutti i cattivi nutrimenti cui la penuria ci costringe a ricorrere per abbreviare la nostra vita nella speranza di sostentarla.
Nella peste si comprendono tutte le malattie contagiose, che sono in numero di due o tremila. Questi due presenti ci vengono dalla provvidenza. Ma la guerra, che riunisce tutti questi doni, ci viene dall'inventiva di tre o quattrocento persone sparse sulla superficie del globo sotto il nome di principi o di governanti; è forse per questo motivo che costoro, in molte dediche, vengono chiamati "immagini viventi della divinità".
L'ottimista più risoluto ammetterà senza fatica che la guerra trascina... (Continues)
*Chant de l'Armée du Rhin (CGG/AWS Staff)