Μιλώ
Versione italiana fatta pervenire da Thera 64. Ignoro chi ne sia l'autore (forse Aldo de Jaco?)
PARLO
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/29 - 22:36
Mourir pour des idées
La strofa mancante dalla traduzione di De André
Nella traduzione di De André manca la penultima strofa, della quale riportiamo la versione letterale di Riccardo Venturi.
Più avanti riportiamo anche la traduzione letterale dell'intera canzone - visto che la versione di De André è piuttosto libera.
«Questa è, come si può ben vedere, l'affermazione (del tutto logica nell'"ottica" brassensiana) dell'inutilità totale dei rivolgimenti [...], della morte come solo corollario di tutti i grandi mutamenti, dell'immobilismo più totale. E De André, toh, questa strofa non ce l'ha messa. Vorrà dire pure qualcosa, no?»
(Riccardo Venturi, da it.fan.musica.de-andre 26/3/2003)
Più avanti riportiamo anche la traduzione letterale dell'intera canzone - visto che la versione di De André è piuttosto libera.
«Questa è, come si può ben vedere, l'affermazione (del tutto logica nell'"ottica" brassensiana) dell'inutilità totale dei rivolgimenti [...], della morte come solo corollario di tutti i grandi mutamenti, dell'immobilismo più totale. E De André, toh, questa strofa non ce l'ha messa. Vorrà dire pure qualcosa, no?»
(Riccardo Venturi, da it.fan.musica.de-andre 26/3/2003)
Ora se bastasse qualche ecatombe
(Continues)
(Continues)
2004/11/29 - 21:57
Ayúdame Valentina
Versione italiana di Riccardo Venturi
dal newsgroup it.fan.musica.guccini
1999
dal newsgroup it.fan.musica.guccini
1999
AIUTAMI VALENTINA
(Continues)
(Continues)
2004/11/27 - 22:28
Miren cómo sonríen
GUARDA COME SORRIDONO
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/27 - 18:43
Todavía cantamos
La canzone è del 1983 ed è dedicata ai "desaparecidos" della "guerra sucia" (1976-1983): il dolore e l'intollerabile assenza si trasformano in memoria, ricerca della verità, speranza in un futuro diverso, senza fame, senza paura e senza pianto.
Altre canzoni relative al periodo della dittatura militare in Argentina da questa pagina.
Altre canzoni relative al periodo della dittatura militare in Argentina da questa pagina.
Todavía cantamos, todavía pedimos,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Maria Cristina Costantini 2004/11/26 - 18:18
Song Itineraries:
Argentinian military dictatorship 1976-1982. The desaparecidos
Creemos el hombre nuevo
Da una poesia di Rafael Alberti
musica di Jorgé Coulón e José Seves
Si tratta di una poesia scritta da Rafael Alberti durante la guerra civile spagnola, ripresa dagli Inti Illimani dopo il golpe di Pinochet per le evidenti e terribili analogie tra i due avvenimenti, ed anche sull'onda della celebre poesia che lo stesso Rafael Alberti aveva scritto a Roma il 13 settembre 1973, due giorni dopo il colpo di stato fascista in Cile, e che era stata distribuita clandestinamente come foglio volante per le strade di una Madrid ancora sotto il giogo della dittatura franchista. La poesia era intitolata "Al presidente de Chile Salvador Allende": "No los creáis. Cubría su rostro la misma máscara...". La poesia compariva anche sul retro di copertina del primo disco degli Inti-Illimani pubblicato in Italia, "Viva Chile" (1973).
musica di Jorgé Coulón e José Seves
Si tratta di una poesia scritta da Rafael Alberti durante la guerra civile spagnola, ripresa dagli Inti Illimani dopo il golpe di Pinochet per le evidenti e terribili analogie tra i due avvenimenti, ed anche sull'onda della celebre poesia che lo stesso Rafael Alberti aveva scritto a Roma il 13 settembre 1973, due giorni dopo il colpo di stato fascista in Cile, e che era stata distribuita clandestinamente come foglio volante per le strade di una Madrid ancora sotto il giogo della dittatura franchista. La poesia era intitolata "Al presidente de Chile Salvador Allende": "No los creáis. Cubría su rostro la misma máscara...". La poesia compariva anche sul retro di copertina del primo disco degli Inti-Illimani pubblicato in Italia, "Viva Chile" (1973).
Creemos el hombre nuevo cantando,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Adriana 2004/11/26 - 18:10
Sabra y Chatila
Letra y Musica de Alberto Cortez
Nell’album intitolato “Como el primer día” pubblicato nel 1983
LA STRAGE DI SABRA E CHATILA: UN RACCONTO DI CHI C'ERA
Di Mimmo Candito
Da La Stampa del 12 gennaio 2014
L'informatrice, Rita, arrivò all'albergo poco dopo l'alba. “Pare si possa passare”, sussurò che nessuno sentisse. Lei stava con un siriano che stava con i palestinesi; e sapeva tutto. Svegliammo l'autista, partimmo subito; Rita sedeva muta in un angolo. Erano tre giorni che di Sabra e Shatila, i due più grossi campi dei palestinesi, non si sapeva più nulla; solo qualche raffica di mitra raccontava che a Beirut, comunque, si stava ancora facendo la guerra. Però da laggiù, niente.
In quell'estate calda dell'82, l'esercito di Sharon aveva attaccato con una forza d'urto massiccia, lunghe colonne di carri e di blindati, aerei, forze speciali, migliaia e migliaia di uomini che avevano chiuso... (Continues)
Nell’album intitolato “Como el primer día” pubblicato nel 1983
LA STRAGE DI SABRA E CHATILA: UN RACCONTO DI CHI C'ERA
Di Mimmo Candito
Da La Stampa del 12 gennaio 2014
L'informatrice, Rita, arrivò all'albergo poco dopo l'alba. “Pare si possa passare”, sussurò che nessuno sentisse. Lei stava con un siriano che stava con i palestinesi; e sapeva tutto. Svegliammo l'autista, partimmo subito; Rita sedeva muta in un angolo. Erano tre giorni che di Sabra e Shatila, i due più grossi campi dei palestinesi, non si sapeva più nulla; solo qualche raffica di mitra raccontava che a Beirut, comunque, si stava ancora facendo la guerra. Però da laggiù, niente.
In quell'estate calda dell'82, l'esercito di Sharon aveva attaccato con una forza d'urto massiccia, lunghe colonne di carri e di blindati, aerei, forze speciali, migliaia e migliaia di uomini che avevano chiuso... (Continues)
"¿A dónde estaba el sol cuando sonaron
(Continues)
(Continues)
2004/11/26 - 11:53
Song Itineraries:
The Palestinian Holocaust
Soldatino
Bambini nelle forze armate in Afghanistan
(Continues)
(Continues)
Contributed by Carla di Francesco (Casa Editrice "Scaramuccia") 2004/11/26 - 11:51
Whatever Happened To Peace on Earth
Willie wrote this song on Christmas, 2003, and will perform it for the first time at the Kucinich for President fundraising concert in Austin, Texas, on Jan. 3, 2004.
Country music icon Willie Nelson has written a Christmas song with an edge -- a protest against the war in Iraq that he hopes will stir passions in those who hear it.
Nelson, 70, told Reuters on Wednesday he wrote "Whatever Happened to Peace on Earth" after watching the news on Christmas Day and will play it in Austin, Texas on Saturday at a concert to benefit Democratic presidential candidate Dennis Kucinich.
His rare foray into protest music -- he said it was only the second such song he had written, after the Vietnam-era "Jimmy's Road" -- follows recent political controversies stirred by the Dixie Chicks and Steve Earle.
The Dixie Chicks, one of the biggest acts in country music, had their music boycotted by some country... (Continues)
Country music icon Willie Nelson has written a Christmas song with an edge -- a protest against the war in Iraq that he hopes will stir passions in those who hear it.
Nelson, 70, told Reuters on Wednesday he wrote "Whatever Happened to Peace on Earth" after watching the news on Christmas Day and will play it in Austin, Texas on Saturday at a concert to benefit Democratic presidential candidate Dennis Kucinich.
His rare foray into protest music -- he said it was only the second such song he had written, after the Vietnam-era "Jimmy's Road" -- follows recent political controversies stirred by the Dixie Chicks and Steve Earle.
The Dixie Chicks, one of the biggest acts in country music, had their music boycotted by some country... (Continues)
There's so many things going on in the world
(Continues)
(Continues)
2004/11/26 - 11:28
Happy Easter (War Is Coming)
2003
Il riferimento è chiaramente Happy Xmas (War is Over) di John Lennon
Il riferimento è chiaramente Happy Xmas (War is Over) di John Lennon
Hold on to this
(Continues)
(Continues)
2004/11/26 - 11:23
Eroi nel vento
[1985]
Album: Desaparecido
Album: Desaparecido
Riferita ai kamikaze giapponesi della seconda guerra mondiale, dato che Kami sta per Divinità o dio e Kaze soffio. Dunque Vento divino.
Gli eroi del vento giapponesi erano l'ultima risorsa dell'Impero per vincere la guerra del Pacifico contro gli Americani.
Nel testo si parla di un kamikaze che però decide di disertare.
Gli eroi del vento giapponesi erano l'ultima risorsa dell'Impero per vincere la guerra del Pacifico contro gli Americani.
Nel testo si parla di un kamikaze che però decide di disertare.
Guerre di eroi
(Continues)
(Continues)
2004/11/25 - 14:09
Tex
da "Litfiba 3" (1988)
Sulla strada ci sono solo io
(Continues)
(Continues)
2004/11/25 - 14:05
Song Itineraries:
Native American Genocide
Militarisme
"Détruis le chien de garde et tu vaincras le maître" (Charles d'Avray)
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/25 - 11:40
México 68
[1968]
Testo e musica di Angel Parra
Ancora una canzone ispirata alle lotte studentesche messicane del 1968 conclusesi con la strage di piazza delle Tre Culture.
Testo e musica di Angel Parra
Ancora una canzone ispirata alle lotte studentesche messicane del 1968 conclusesi con la strage di piazza delle Tre Culture.
Para que nunca se olviden
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/25 - 11:35
Song Itineraries:
Mexico 1968: students revolt, Tlatelolco, repression
Me gustan los estudiantes
[1965]
Letra y música de Violeta Parra
Testo e musica di Violeta Parra
Questo brano è del 1965, e gli studenti stavano già manifestando in mezzo mondo. Poi è venuto il '68, e poi ancora il '77, e gli studenti ci sono sempre stati quando è venuto il momento. Nonostante tutto e tutti, sembra che ci siano ancora, proprio in questi frangenti; di nuovo in piazza, di nuovo a occupare, di nuovo a cercare di non avere paura davanti alle minacce del ducetto di turno, che promette, indovinate un po', repressione. Non si sa, certamente, come andrà a finire anche questa lotta, se sarà una bolla di sapone oppure se porterà a dei risultati concreti (primo fra tutti l'eliminazione di un "decreto" che meglio sarebbe chiamare "diktat", a cura del solito "ministro" che dovrebbe far riflettere -se mai ce ne fosse ancora bisogno- su cosa sia davvero la "democrazia parlamentare" che instaura la dittatura,... (Continues)
Letra y música de Violeta Parra
Testo e musica di Violeta Parra
Questo brano è del 1965, e gli studenti stavano già manifestando in mezzo mondo. Poi è venuto il '68, e poi ancora il '77, e gli studenti ci sono sempre stati quando è venuto il momento. Nonostante tutto e tutti, sembra che ci siano ancora, proprio in questi frangenti; di nuovo in piazza, di nuovo a occupare, di nuovo a cercare di non avere paura davanti alle minacce del ducetto di turno, che promette, indovinate un po', repressione. Non si sa, certamente, come andrà a finire anche questa lotta, se sarà una bolla di sapone oppure se porterà a dei risultati concreti (primo fra tutti l'eliminazione di un "decreto" che meglio sarebbe chiamare "diktat", a cura del solito "ministro" che dovrebbe far riflettere -se mai ce ne fosse ancora bisogno- su cosa sia davvero la "democrazia parlamentare" che instaura la dittatura,... (Continues)
¡Que vivan los estudiantes,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/25 - 11:29
Il portavoce
2004
Maledetto Copernico
La tematica trattata è di critica sociale: colui che parla è un ipotetico inviato in zona di guerra che non vuole cedere alla tentazione di limitarsi a svendere il dolore altrui.
La canzone è caratterizzata dal contrasto fra la potenza della base strumentale e la rivisitazione della filastrocca per bambini “Girotondo”. Dominante è l’inserimento di elettronica, che si svincola dalla funzione di tappeto per duettare con la chitarra nell’assolo del bridge finale.
Maledetto Copernico
La tematica trattata è di critica sociale: colui che parla è un ipotetico inviato in zona di guerra che non vuole cedere alla tentazione di limitarsi a svendere il dolore altrui.
La canzone è caratterizzata dal contrasto fra la potenza della base strumentale e la rivisitazione della filastrocca per bambini “Girotondo”. Dominante è l’inserimento di elettronica, che si svincola dalla funzione di tappeto per duettare con la chitarra nell’assolo del bridge finale.
La paura è un secondo solo.
(Continues)
(Continues)
Contributed by Filippo 2004/11/24 - 15:22
Vukovar
Vogliono scriverci il futuro
(Continues)
(Continues)
2004/11/23 - 17:38
Song Itineraries:
Balkan Wars of the 90's
Il ragazzo, la chitarra e la mitraglia
Sono un ragazzo giovane e allegro
(Continues)
(Continues)
2004/11/23 - 17:33
À tous les enfants
[1954]
Paroles de Boris Vian
Musique de Claude Vence
Testo di Boris Vian
Musica di Claude Vence
Peut-être la plus belle chanson de Boris Vian, encore plus que Le déserteur. Très connue aussi dans l'interprétation (en français) de Joan Baez et de Catherine Sauvage.
Forse la più bella canzone di Boris Vian, ancor più di Le déserteur. È nota anche nell'interpretazione (in francese) di Joan Baez e di Catherine Sauvage.
Perhaps Boris Vian's most beautiful song, still more than Le déserteur. Also performed (in French) by Joan Baez and Catherine Sauvage.
Peut-être la plus belle chanson de Boris Vian, encore plus que Le déserteur. Très connue aussi dans l'intérpretation qu'en ont donné Joan Baez (en français) et Catherine Sauvage.
Paroles de Boris Vian
Musique de Claude Vence
Testo di Boris Vian
Musica di Claude Vence
Peut-être la plus belle chanson de Boris Vian, encore plus que Le déserteur. Très connue aussi dans l'interprétation (en français) de Joan Baez et de Catherine Sauvage.
Forse la più bella canzone di Boris Vian, ancor più di Le déserteur. È nota anche nell'interpretazione (in francese) di Joan Baez e di Catherine Sauvage.
Perhaps Boris Vian's most beautiful song, still more than Le déserteur. Also performed (in French) by Joan Baez and Catherine Sauvage.
Peut-être la plus belle chanson de Boris Vian, encore plus que Le déserteur. Très connue aussi dans l'intérpretation qu'en ont donné Joan Baez (en français) et Catherine Sauvage.
A tous les enfants qui sont partis le sac à dos
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/23 - 02:40
Sinuhé
[2003]
Dall'album "Cita con Angeles"
''Yo creo que el mundo está muy mal y en estos instantes no veo muchas razones para ser optimistas respecto a su suerte. Pero aun así creo en la humanidad que quiere vivir en y para la libertad. Por eso también me parece que los poderosos se están metiendo en grandes líos, porque están dando muy malos ejemplos. Y así como aquella Edad Media vio su fin, esta también deberá terminar.
Es inevitable que el mundo, por más que se deba al amor, se defienda del terror inhumano.''
Entrevista a Silvio Rodriguez y sus dos nuevas canciones con motivo de la guerra contra Irak
Dall'album "Cita con Angeles"
''Yo creo que el mundo está muy mal y en estos instantes no veo muchas razones para ser optimistas respecto a su suerte. Pero aun así creo en la humanidad que quiere vivir en y para la libertad. Por eso también me parece que los poderosos se están metiendo en grandes líos, porque están dando muy malos ejemplos. Y así como aquella Edad Media vio su fin, esta también deberá terminar.
Es inevitable que el mundo, por más que se deba al amor, se defienda del terror inhumano.''
Entrevista a Silvio Rodriguez y sus dos nuevas canciones con motivo de la guerra contra Irak
Tomando en cuenta la santa inocencia,
(Continues)
(Continues)
2004/11/22 - 21:50
Addio mia bella addio
(2004)
dall'album "Campus Live"
È ispirata all'omonima canzone risorgimentale attribuita a C.A. Bosi
Venditti riprende solo i versi Addio mia bella addio ma riscrive il resto, con chiari riferimenti ai soldati italiani in Iraq. Una voce di donna recita in inglese una preghiera buddhista.
Un'antica canzone di guerra per parlare di pace.
"È una canzone popolare italiana, cantata dai soldati. Ho ritrovato un mio antico provino del 1974 (Antonello aveva inciso un pezzo in cui cantava il solo ritornello, ndr) in cui cantavo "Addio mia bella addio", una canzone dei soldati italiani sul Carso, nata per la verità da una poesia del 1848 (di Carlo Alberto Bosi, il riferimento è la battaglia di Curtatone e Montanara ndr). Poi mi sono accorto che una canzone popolare anglo-americana, "Waltzing Matilda", ritrovabile anche in Australia e rifatta anche da Tom Waits, ha lo stesso ceppo sonoro di "Addio... (Continues)
dall'album "Campus Live"
È ispirata all'omonima canzone risorgimentale attribuita a C.A. Bosi
Venditti riprende solo i versi Addio mia bella addio ma riscrive il resto, con chiari riferimenti ai soldati italiani in Iraq. Una voce di donna recita in inglese una preghiera buddhista.
Un'antica canzone di guerra per parlare di pace.
"È una canzone popolare italiana, cantata dai soldati. Ho ritrovato un mio antico provino del 1974 (Antonello aveva inciso un pezzo in cui cantava il solo ritornello, ndr) in cui cantavo "Addio mia bella addio", una canzone dei soldati italiani sul Carso, nata per la verità da una poesia del 1848 (di Carlo Alberto Bosi, il riferimento è la battaglia di Curtatone e Montanara ndr). Poi mi sono accorto che una canzone popolare anglo-americana, "Waltzing Matilda", ritrovabile anche in Australia e rifatta anche da Tom Waits, ha lo stesso ceppo sonoro di "Addio... (Continues)
In questa terra in ostaggio
(Continues)
(Continues)
2004/11/22 - 16:05
Ruba
Un brano composto nel 1967, ripreso nel 2003.
Rispetto alla versione originale che diceva "tutto il sangue dell'Irlanda" nel 2003 Venditti dice "tutto il sangue del petrolio".
Mia Martini aveva inciso questa canzone in un provino del '73 che è stato incluso nel disco "Canzoni segrete"
Rispetto alla versione originale che diceva "tutto il sangue dell'Irlanda" nel 2003 Venditti dice "tutto il sangue del petrolio".
Mia Martini aveva inciso questa canzone in un provino del '73 che è stato incluso nel disco "Canzoni segrete"
Ruba il colore della luna
(Continues)
(Continues)
2004/11/22 - 14:40
La licenza
Anonymous
derivata dalla ballata "La sposa morta"
Una delle canzoni d'amore più commuoventi è "la licenza": la triste storia di un soldato che è partito lasciando la ragazza sul letto malata: questa canzone ci fa vedere la crudeltà della guerra che separa le persone anche nei momenti più dolorosi senza ammettere scuse! Il soldato ha abbandonato la fidanzata nel momento più difficile della sua vita: l'agonia prima della morte: la può ritrovare solo dopo che è morta e che ha promesso al suo capitano che sarebbe tornato "da bravo soldà".
(Da Questa pagina)
Una delle canzoni d'amore più commuoventi è "la licenza": la triste storia di un soldato che è partito lasciando la ragazza sul letto malata: questa canzone ci fa vedere la crudeltà della guerra che separa le persone anche nei momenti più dolorosi senza ammettere scuse! Il soldato ha abbandonato la fidanzata nel momento più difficile della sua vita: l'agonia prima della morte: la può ritrovare solo dopo che è morta e che ha promesso al suo capitano che sarebbe tornato "da bravo soldà".
(Da Questa pagina)
La canzone presenta notevoli somiglianze, ma sarebbe forse più corretto dire un'identità quasi perfetta, con la francese Pierre de Grenoble.
Trenta mesi che faccio il soldato
(Continues)
(Continues)
2004/11/22 - 12:20
Monte Canino
Anonymous
Canto degli Alpini
Da "Quel lungo treno" (2005)
Il "lungo treno" che dà il titolo all'ultimo album di Massimo Bubola sembrerebbe rimandare ad uno dei tòpos più comuni del folk e del blues americano; si tratta invece di un titolo tutto italiano, tratto da un canto degli alpini.
"Quel lungo treno" è un album dedicato alla Prima Guerra Mondiale, nel novantesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia nel conflitto, un album concept, come si diceva negli anni '70. Bubola riprende canti della tradizione popolare veneta: alcuni famosi (Era una notte che pioveva e Monte Canino) e altri meno noti: Il Disertore (o "Ero povero ma disertore"), Ponte de Priula e Adio Ronco, riarrangiati in chiave country o addirittura tex-mex.
Nel libretto, molto curato, tutte le canzoni sono tradotte in inglese da Tim Parks.
- Recensione di Giorgio Maimone su Bielle
- Recensione di Luca Muchetti da "Cantiere... (Continues)
Da "Quel lungo treno" (2005)
Il "lungo treno" che dà il titolo all'ultimo album di Massimo Bubola sembrerebbe rimandare ad uno dei tòpos più comuni del folk e del blues americano; si tratta invece di un titolo tutto italiano, tratto da un canto degli alpini.
"Quel lungo treno" è un album dedicato alla Prima Guerra Mondiale, nel novantesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia nel conflitto, un album concept, come si diceva negli anni '70. Bubola riprende canti della tradizione popolare veneta: alcuni famosi (Era una notte che pioveva e Monte Canino) e altri meno noti: Il Disertore (o "Ero povero ma disertore"), Ponte de Priula e Adio Ronco, riarrangiati in chiave country o addirittura tex-mex.
Nel libretto, molto curato, tutte le canzoni sono tradotte in inglese da Tim Parks.
- Recensione di Giorgio Maimone su Bielle
- Recensione di Luca Muchetti da "Cantiere... (Continues)
Non ti ricordi quel mese d’Aprile,
(Continues)
(Continues)
2004/11/22 - 12:17
Song Itineraries:
World War I (1914-1918)
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